Cos-B
Cos-B | |||||
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Dati della missione | |||||
Operatore | ESA | ||||
NSSDC ID | 1975-072A | ||||
SCN | 08062 | ||||
Satellite di | Terra | ||||
Esito | Missione completata | ||||
Vettore | Delta 2913 | ||||
Lancio | 9 agosto 1975 | ||||
Luogo lancio | Vandenberg Space Force Base Space Launch Complex 2 | ||||
Proprietà del veicolo spaziale | |||||
Massa | 277,5 kg | ||||
Strumentazione | Telescopio per i raggi gamma | ||||
Horizon 2000 | |||||
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Cos-B è stato il primo satellite astronomico lanciato dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA) il 9 agosto 1975 per lo studio dei raggi gamma delle stelle e degli altri corpi celesti, e in particolare degli inspiegati livelli di radiazione scoperti dai primi satelliti americani.
Il satellite venne lanciato dalla NASA in quanto ai tempi l'ESA non disponeva ancora di un lanciatore indipendente, e la sua missione durò 6 anni e mezzo terminando il 25 aprile 1982.
I contributi scientifici includono il catalogo 2CG contenente oltre 25 sorgenti di raggi gamma e una mappa della Via lattea. La sonda osservò anche la binaria X Cygnus X-3.
La allora LABEN di Milano (ora integrata in Thales Alenia Space, sede di Gorgonzola) provvide alla fornitura degli apparati di bordo[1] e di terra per la elaborazione dei dati telemetrici[2] e per il controllo del carico[3].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Documento interno della VI legislatura - Camera dei Deputati, Relazione sullo stato della partecipazione italiana ai programmi spaziali internazionali, 1975, pag. 10
- ^ Giovanni Fabrizio Bignami, articolo Alla scoperta dell'universo invisibile, Le Scienze n. 472, dicembre 2007, pag. 73
- ^ Contract between ESRO and Laboratori Elettronici e Nucleari (LABEN) (ESRO-8951), su archives.eui.eu. URL consultato il 15 maggio 2023.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cos-B
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Descrizione di Cos-B dal sito ESA, su esa.int.
- (EN) Risultati scientifici, su rssd.esa.int.