Deianira
Deianira | |
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Deianira, olio su tela di Evelyn De Morgan. | |
Nome orig. | Δηϊάνειρα |
Caratteristiche immaginarie | |
Sesso | Femmina |
Luogo di nascita | Calidone |
Professione | principessa di Calidone |
Deianira o Deianeira (in greco antico: Δηϊάνειρα?, Dēiáneira), è un personaggio della mitologia greca. Fu una principessa di Calidone.
Genealogia
[modifica | modifica wikitesto]Figlia di Oineo[1] o di Dioniso[1] e di Altea,[1] sposò Eracle[2][3] e fu madre di Illo,[2] Ctesippo,[2] Gleno,[2][4] Onites[2] e Hodites.[4]
Secondo Igino, il padre di Deianira fu Dessameno;[5] ma dello stesso mito da lui raccontato, se confrontato con quello di un autore greco, il nome corretto della donna in questione corrisponde a Mnesimache.[6]
Mitologia
[modifica | modifica wikitesto]Fu notata da Ercole che s'innamorò di lei e che combatté contro Acheloo per averla e sposarla.[2][3]
La tunica di Nesso
[modifica | modifica wikitesto]Tre anni dopo[7] ed esiliati da Calidone, durante il viaggio giunsero sulla sponda del fiume Eveno e per attraversarlo si fidarono del traghettatore (il centauro Nesso) che, dopo aver traghettato prima Ercole, quando fu il turno di Deianira cercò di violentarla.
Lei chiamò l'aiuto del marito che colpì al cuore il centauro con una freccia e questi, sul punto di morte le parlò dicendole che se avesse voluto possedere uno strumento d'amore con cui tenere l'amore del marito solo per sé, doveva raccogliere il sangue che gli sgorgava dal cuore e dalla punta della freccia ed aggiungerci il seme che aveva lasciato cadere[2] (oppure di mescolare sangue e seme con dell'olio d'oliva e di ungere il chitone di Eracle).[7]
Deianira lo fece e tenne il segreto per sé.[2][7]
Giunti in Tessaglia, Deianira seppe da Lica che Eracle aveva imprigionato la principessa Iole[2] e dell'amore che provava per lei[8] e quando le disse che Eracle desiderava avere le vesti che era solito indossare per le celebrazioni[8] prese il sangue di Nesso e (pensando che fosse un incantesimo d'amore), lo cosparse sulla tunica del marito[2][8] senza però sapere che quel sangue era in realtà la vendetta di Nesso contro la vita di Ercole.[8]
La veste, nota anche come tunica di Nesso, una volta indossata dal marito rilasciò il suo veleno che incominciò ad irritare la sua pelle e a penetrargli nel corpo debilitandolo, fino a quando lui la tolse e si vide la sua malattia.
Deianira, resasi conto di ciò che aveva fatto, disperata si è uccisa con una spada.[9]
La versione di Igino
[modifica | modifica wikitesto]Igino (che era un latino) nelle Favole ripercorre lo stesso mito già descritto da Apollodoro e Diodoro Siculo, ma durante la narrazione aggiunge un episodio dove Deianira (qui figlia di Dessameno il re di Oleno), viene amata da Eracle e dopo la sua partenza viene desiderata anche da un centauro che chiama Euritione. Questa versione si conclude con l'uccisione del centauro e il ritorno della vita di Deianira al fianco di Eracle.[5]
Della stessa vicenda però, negli scritti di Apollodoro si legge che il nome della figlia di Dessameno è Mnesimache.[6]
Anche tra gli scritti di Diodoro Siculo e di Pausania viene citato l'interagire tra Dessameno ed Euritione durante la presenza a corte di Eracle.[10][11]
Deianira nell'arte
[modifica | modifica wikitesto]Musica
[modifica | modifica wikitesto]- Deianira (Dejanir) - Opera lirica di Camille Saint-Saëns.
Pittura
[modifica | modifica wikitesto]- Deianira presta ascolto alla Fama di Peter Paul Rubens (1638 circa).
- Ratto di Deianira di Luca Giordano.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (EN) Apollodoro, Biblioteca, I, 8.1, su Theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ a b c d e f g h i j (EN) Apollodoro, Biblioteca, II, 7.5 e seguenti, su Theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ a b (EN) Diodoro Siculo, Biblioteca storica, IV, 34.1 - IV, 32.1 e 2, su Theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ a b (EN) Diodoro Siculo, Biblioteca storica, IV, 37.2, su Theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ a b Igino, Favole, 33.
- ^ a b (EN) Apollodoro, Biblioteca, II, 5.5, su Theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ a b c (EN) Diodoro Siculo, Biblioteca storica, IV, 36.2 e seguenti, su Theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ a b c d (EN) Diodoro Siculo, Biblioteca storica, IV, 37.5 e seguenti, su Theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ Sofocle, Trachinie.
- ^ (EN) Diodoro Siculo, Biblioteca storica, IV, 33.1, su Theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
- ^ (EN) Pausania il Periegeta, Periegesi della Grecia, VII, 18.1, su Theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti antiche
- Apollodoro, Biblioteca;
- Diodoro Siculo, Biblioteca storica;
- Igino, Favole;
- Pausania il Periegeta, Periegesi della Grecia.
- Fonti moderna
- Angelo Taccone, DEIANIRA, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1931. URL consultato il 29 agosto 2023.
- Marco Santangelo, DEIANIRA, in Enciclopedia dell'arte antica, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1960. URL consultato il 29 agosto 2023.
- Clara Kraus, Deianira, in Enciclopedia dantesca, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1970. URL consultato il 29 agosto 2023.
- Anna Ferrari, Deianira, in Dizionario di mitologia, Torino, UTET, 2015, ISBN 978-88-511-3507-2.
- Pierre Grimal, Deianira, in Mitologia, traduzione di Pier Antonio Borgheggiani, Le Garzantine, Milano, Garzanti, 2016, ISBN 978-88-11-50541-9.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Le Trachinie (tragedia di Sofocle)
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Deianira
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Deianira, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Deianira, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Deianeira, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Deianira, su Goodreads.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 52489225 · CERL cnp00543911 · LCCN (EN) n2016065297 · GND (DE) 118977164 · BNF (FR) cb15082648n (data) · J9U (EN, HE) 987011339851505171 |
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