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Giochi paralimpici

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Giochi paralimpici
Altri nomiParalimpiadi
Sport
FederazioneCPI
OrganizzatoreCPI
MottoSpirit in Motion
(Spirito in movimento)
TitoloCampione paralimpico
CadenzaQuadriennale
Aperturaagosto / settembre
Chiusurasettembre
Sito Internetparalympic.org
Storia
Fondazione1960
Numero edizioni16
Ultima edizioneXVII Giochi paralimpici estivi
Prossima edizioneXIV Giochi paralimpici invernali
  
Medaglie paralimpiche

I Giochi paralimpici sono l'equivalente dei Giochi olimpici per chi ha disabilità fisiche. Pensati come Giochi olimpici paralleli, prendono il nome proprio dalla fusione del prefisso para con la parola Olimpiade e i suoi derivati. I primi giochi paralimpici riconosciuti come tali si disputarono nel 1960 a Roma[1].

In Italia sono tuttora chiamati anche Paralimpiadi, che fu il termine usato ufficialmente fino al 2004. "Norme per la promozione della pratica dello sport da parte delle persone disabili" designa la Federazione Italiana Sport Disabili come Comitato italiano paralimpico (CIP) e usa termini quali attività paralimpica e Paralimpiadi. Anche il successivo decreto di attuazione[2], pubblicato il 5 maggio 2004 sulla Gazzetta Ufficiale, mantiene la stessa terminologia. Con il decreto di approvazione dello statuto del CIP del 17 dicembre del 2004 anche la normativa italiana recepisce la denominazione Comitato Italiano Paralimpico.

Primo logo paralimpico, usato dal 1988 al 1994

Il neurochirurgo ebreo di origine tedesca naturalizzato inglese Ludwig Guttmann organizzò una competizione sportiva nel 1948 per veterani della seconda guerra mondiale, con danni alla colonna vertebrale o varie menomazioni[3]; e nel 1952 anche atleti olandesi parteciparono ai giochi, dandogli un carattere internazionale. La competizione prendeva il nome da Stoke Mandeville, la cittadina del Buckinghamshire che ospitava annualmente tali gare.

Nel 1958 il medico italiano Antonio Maglio, direttore del centro paraplegici dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, propose di disputare l'edizione del 1960 a Roma, che nello stesso anno avrebbe ospitato la XVII Olimpiade. I Giochi si disputarono dal 18 al 25 settembre, con la presenza di 400 atleti in rappresentanza di 23 Paesi. L'edizione di Roma segnò l'avvio del percorso che avrebbe condotto alla nascita delle Paralimpiadi nella forma attuale[4]. Infatti, I "IX Giochi internazionali per paraplegici" furono posteriormente riconosciuti come I Giochi paralimpici estivi nel 1984, quando il Comitato Olimpico Internazionale approvò la denominazione "Giochi paralimpici".

I contatti tra Guttmann e la delegazione giapponese presente a Roma in rappresentanza del Comitato Organizzatore della XVIII Olimpiade di Tokyo 1964 fecero sì che Tokyo ospitasse i Giochi internazionali di Stoke Mandeville del 1964, successivamente riconosciuti come II Giochi paralimpici estivi. Idealmente l'abbinamento avrebbe dovuto proseguire nel 1968 a Città del Messico, ma nel 1966 il progetto naufragò a causa del mancato sostegno del governo messicano. Fu allora Israele ad offrirsi di ospitare l'edizione del 1968, come parte delle celebrazioni per il ventesimo anniversario della nascita dello stato. I Giochi di Stoke Mandeville furono di nuovo ospitati nello stesso paese dei Giochi olimpici nel 1972 in Germania e nel 1976 in Canada, ma in sedi diverse da quelle olimpiche. Nel 1976, però, parteciparono per la prima volta atleti con disabilità diverse dalla paraplegia.

Le prime Paralimpiadi invernali si tennero in Svezia dal 21 al 28 febbraio 1976. Nel 1988, con le Olimpiadi di Seul, si affermò finalmente il principio di far disputare le Paralimpiadi nella medesima città delle Olimpiadi[5].

I giochi paralimpici sono ormai abbinati sistematicamente ai Giochi olimpici dal 19 giugno 2001 quando fu siglato un accordo tra il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e il Comitato Paralimpico Internazionale (IPC), il quale garantisce che la città candidata ad ospitare le Olimpiadi debba organizzare anche i Giochi paralimpici.

Dall'anno 1992 al 2004 il logo dell'IPC era costituito da tre taegeuk con i tre colori più utilizzati nelle bandiere dei Paesi del mondo, ovvero rosso, blu e verde, e simboleggiavano i tre aspetti più significativi dell'essere umano: mente, corpo e spirito. Durante il meeting del Comitato Esecutivo tenutosi ad Atene nell'aprile 2003, è stato scelto un nuovo logo per il comitato paralimpico, ossia tre agitos (dal latino agito, ovvero io mi muovo) rispettivamente in rosso, blu e verde, i medesimi colori del precedente. È un simbolo in movimento attorno a un punto centrale, il che enfatizza il ruolo dell'IPC come raggruppatore degli atleti da ogni parte del mondo.

L'ultima edizione estiva dei Giochi paralimpici si è tenuta a Parigi nel 2024 mentre l'ultima dei Giochi invernali si è tenuta a Pechino in Cina nel 2022.

I prossimi Giochi paralimpici invernali si svolgeranno a Milano e Cortina d'Ampezzo, dal 6 al 15 marzo 2026, mentre quelli estivi a Los Angeles nel 2028

Edizioni e sedi dei Giochi paralimpici

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La tabella seguente riporta tutte le edizioni dei Giochi paralimpici estivi e invernali fino al 2032.

Giochi paralimpici
Giochi paralimpici estivi Giochi paralimpici invernali
Anno Edizione Sede Anno Edizione Sede
1960 I Giochi paralimpici estivi Italia (bandiera) Roma, Italia
1964 II Giochi paralimpici estivi Giappone (bandiera) Tokyo, Giappone
1968 III Giochi paralimpici estivi Israele (bandiera) Tel Aviv, Israele
1972 IV Giochi paralimpici estivi Germania Ovest (bandiera) Heidelberg, Germania Ovest
1976 V Giochi paralimpici estivi Canada (bandiera) Toronto, Canada 1976 I Giochi paralimpici invernali Svezia (bandiera) Örnsköldsvik, Svezia
1980 VI Giochi paralimpici estivi Paesi Bassi (bandiera) Arnhem, Paesi Bassi 1980 II Giochi paralimpici invernali Norvegia (bandiera) Geilo, Norvegia
1984 VII Giochi paralimpici estivi Stati Uniti (bandiera) New York, Stati Uniti / Regno Unito (bandiera) Stoke Mandeville, Regno Unito 1984 III Giochi paralimpici invernali Austria (bandiera) Innsbruck, Austria
1988 VIII Giochi paralimpici estivi Corea del Sud (bandiera) Seul, Corea del Sud 1988 IV Giochi paralimpici invernali Austria (bandiera) Innsbruck, Austria
1992 IX Giochi paralimpici estivi Spagna (bandiera) Barcellona e Madrid, Spagna 1992 V Giochi paralimpici invernali Francia (bandiera) Tignes e Albertville, Francia
A partire dalla VI edizione, i Giochi paralimpici invernali sono sfalsati di due anni rispetto ai Giochi paralimpici estivi.
1996 X Giochi paralimpici estivi Stati Uniti (bandiera) Atlanta, Stati Uniti 1994 VI Giochi paralimpici invernali Norvegia (bandiera) Lillehammer, Norvegia
2000 XI Giochi paralimpici estivi Australia (bandiera) Sydney, Australia 1998 VII Giochi paralimpici invernali Giappone (bandiera) Nagano, Giappone
2004 XII Giochi paralimpici estivi Grecia (bandiera) Atene, Grecia 2002 VIII Giochi paralimpici invernali Stati Uniti (bandiera) Salt Lake City, Stati Uniti
2008 XIII Giochi paralimpici estivi Cina (bandiera) Pechino, Cina 2006 IX Giochi paralimpici invernali Italia (bandiera) Torino, Italia
2012 XIV Giochi paralimpici estivi Regno Unito (bandiera) Londra, Regno Unito 2010 X Giochi paralimpici invernali Canada (bandiera) Vancouver, Canada
2016 XV Giochi paralimpici estivi Brasile (bandiera) Rio de Janeiro, Brasile 2014 XI Giochi paralimpici invernali Russia (bandiera) Soči, Russia
2021 XVI Giochi paralimpici estivi Giappone (bandiera) Tokyo, Giappone 2018 XII Giochi paralimpici invernali Corea del Sud (bandiera) Pyeongchang, Corea del Sud
2024 XVII Giochi paralimpici estivi Francia (bandiera) Parigi, Francia 2022 XIII Giochi paralimpici invernali Cina (bandiera) Pechino, Cina
2028 XVIII Giochi paralimpici estivi Stati Uniti (bandiera) Los Angeles, Stati Uniti 2026 XIV Giochi paralimpici invernali Italia (bandiera) Milano e Cortina d'Ampezzo, Italia
2032 XIX Giochi paralimpici estivi Australia (bandiera) Brisbane, Australia 2030 XV Giochi paralimpici invernali Francia (bandiera) Alpi francesi, Francia
2036 XX Giochi paralimpici estivi TBA 2034 XVI Giochi paralimpici invernali Stati Uniti (bandiera) Salt Lake City-Utah, Stati Uniti

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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