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Liv Ullmann

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Liv Ullmann nel 2014
Statuetta dell'Oscar Oscar alla carriera 2022

Liv Ullmann (Tokyo, 16 dicembre 1938[1]) è un'attrice, regista e sceneggiatrice norvegese, vincitrice dell'Oscar alla carriera nel 2022.

Figlia di un ingegnere aeronautico, Erik Viggo Ullmann (1907–1945), e di Janna Erbe Lund (1910–1996), la sua famiglia emigrò in Canada e poi negli Stati Uniti per sfuggire all'invasione nazista della Norvegia durante la seconda guerra mondiale. Dopo la morte accidentale del padre, ucciso da un'elica d'aereo[2], ritornò in Norvegia nella città natale della madre a Trondheim, dove trascorse la sua infanzia. Liv Ullmann iniziò la sua carriera teatrale, sembra contro la volontà della famiglia. Dopo aver seguito corsi di teatro, prima a Londra poi a Oslo, si fece notare per la sua interpretazione in un adattamento teatrale de Il diario di Anna Frank, nel quale ebbe il ruolo di protagonista. Interpretò anche dei drammi di Bertolt Brecht, Goethe, Henrik Ibsen.

Nel cinema, dopo alcuni film che le permisero di acquistare una certa esperienza, la Ullmann iniziò una lunga e fruttuosa collaborazione con il regista svedese Ingmar Bergman, che scrisse per lei la sceneggiatura di Persona (1966), film nel quale diresse anche Bibi Andersson. Il sodalizio artistico proseguì con i film L'ora del lupo (1968), Passione (1969), Scene da un matrimonio (1973) e soprattutto Sussurri e grida (1972), dove il talento del regista e l'interpretazione dell'attrice diedero i risultati migliori. La Ullmann e Bergman vissero insieme fino al 1970 ed ebbero una figlia, Linn Ullmann, che ancora bambina apparve in alcuni film di suo padre. Nel 1978 affiancò Ingrid Bergman (in una delle sue ultime interpretazioni) in Sinfonia d'autunno. Nel 2003 il regista e l'attrice lavorarono ancora una volta insieme nel film Sarabanda. Recitò anche in un paio di film del regista svedese Jan Troell, ovvero Karl e Kristina (1970) e Una donna chiamata moglie (1974).

Nella sua carriera la Ullmann ha preso parte anche a diversi film americani, tra cui La papessa Giovanna (1971) di Michael Anderson, La signora a 40 carati (1973) di Milton Katselas, La rinuncia (1974) di Anthony Harvey, Quell'ultimo ponte (1977) di Richard Attenborough e Mosse pericolose (1984) di Richard Dembo. In Italia è stata diretta da Mario Monicelli in Speriamo che sia femmina (1985) e da Mauro Bolognini in Mosca addio (1986).

Liv Ullmann passò anche lei alla regia e ottenne un certo successo con Sofie (1992) e un buon risultato di cassetta in Norvegia con l'adattamento di una trilogia romanzata della scrittrice premio Nobel Sigrid Undset: Kristin Lavransdatter. Nel 1996 diresse Conversazioni private, scritto da Ingmar Bergman, e nel 2000 L'infedele, con la sceneggiatura del suo ex compagno. Ha scritto due libri autobiografici che sono stati tradotti anche in italiano, Cambiare (1976)[3] e Scelte (1984).[4]

Liv Ullmann ospite del Giffoni Film Festival nel 1990

Searching for Ingmar Bergman, documentario, regia di Margarethe Von Trotta (2018)

Riconoscimenti

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Doppiatrici italiane

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Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, Liv Ullmann è stata doppiata da:

  • Vittoria Febbi in L'ora del lupo, Sussurri e grida, Scene da un matrimonio, Una donna chiamata moglie, L'immagine allo specchio, Quell'ultimo ponte, L'uovo del serpente, Sinfonia d'autunno, Speriamo che sia femmina, Mosca addio, Gaby - Una storia vera, Gli indifferenti, Sarabanda
  • Maria Pia Di Meo in La vergogna, Passione, Karl e Kristina
  • Dhia Cristiani in Persona
  • Rita Savagnone in L'uomo dalle due ombre
  • Melina Martello ne La signora a 40 carati
  • Daniela Nobili in Prigioniero senza nome
  • Aurora Cancian ne Il ragazzo della baia

Onorificenze straniere

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore David di Donatello per la migliore attrice protagonista Successore
Ángela Molina
per Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti
1987
per Mosca addio
Elena Safonova
per Oci ciornie
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