Ptilostemon
Ptilostemon | |
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Ptilostemon diacantha | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Campanulidi |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Carduoideae |
Tribù | Cardueae |
Sottotribù | Carduinae |
Genere | Ptilostemon Cass., 1816 |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Carduoideae |
Tribù | Cardueae |
Sottotribù | Carduinae |
Genere | Ptilostemon Cass., 1816 |
Sinonimi | |
Chamaepeuce DC. | |
Specie | |
vedi testo |
Ptilostemon Cass., 1816 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae.[1][2]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Le specie di questa voce sono piante annuali o perenni con portamenti erbacei di tipo monocarpico, spinose (raramente non lo sono) o arbustive. Nelle radici sono sempre presenti dei condotti resinosi, meno frequenti nelle parti aeree; mentre solamente nelle parti aeree sono presenti delle cellule latticifere.[3][4][5][6][7][8]
Le foglie sono picciolate (quelle basali) e sessili (quelle cauline); in molte specie le foglie sono decorrenti lungo il fusto e spesso quelle basali formano delle rosette. Lungo il caule sono disposte in modo alterno. La lamina nella maggioranza dei casi è divisa in segmenti con spina apicale divaricata ed ha delle forme da lanceolate a oblunghe. Raramente le foglie sono intere e senza spine. La superficie superiore è bianco-variegata, quella inferiore è bianca.
Le infiorescenze (composte da capolini) sono scapose o di tipo corimboso. I capolini, discoidi e omogami (talvolta funzionalmente eterogami), sono formati da un involucro a forma più o meno cilindrica composto da brattee (o squame) disposte su più serie all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori. Le squame dell'involucro, di tipo fogliaceo o membranoso, sono disposte in modo embricato e scalato; in genere all'apice sono spinose (quelle più interne possiedono delle appendici rudimentali e sono colorate) con bordi variamente sagomati (fimbriati, lacerati o pettinati). Il ricettacolo, provvisto di pagliette a protezione della base dei fiori, può essere rivestito di pula (come il chicco del grano o del riso), oppure può essere setoloso, raramente è nudo (senza pagliette).
I fiori in genere sono tubulosi (del tipo actinomorfi)[9], e sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi e fertili. Quelli periferici sono funzionalmente maschili e sterili.
- /x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[10]
- Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
- Corolla: la corolla in genere è colorata di porpora (ma anche rosso, rosa, violetto, bianco e raramente giallo) ed è formata da un tubo terminante in 5 lobi.
- Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi, papillosi o raramente glabri e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[11] Le antere in genere hanno una forma sagittata con base caudata. Il polline normalmente è tricolporato a forma sferica o schiacciata ai poli.
- Gineceo: lo stilo è filiforme con due stigmi divergenti. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. L'ovulo è unico e anatropo.
Il frutto è un achenio con un pappo. Le forme dell'achenio possono essere obovoidi-fusiformi, compresse lateralmente (oppure no), con areole a inserzione diritta o laterale-abassiale; la superficie è liscia e glabra. Il pericarpo dell'achenio possiede delle sclerificazioni radiali spesso provviste di protuberanze. Il pappo è inserito su una piastra apicale all'interno di una anello di tessuto parenchimatico. Le setole del pappo sono disposte su una o più serie e sono decidue come un pezzo unico e si presentano barbate o piumate. In alcune specie il pappo è formato da squame scabre.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Queste piante si trovano nell'areale del Mediterraneo con preferenza di habitat secchi e pietrosi.[2][6]
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[12], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[13] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[14]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][6][7]
La tribù Cardueae a sua volta è suddivisa in 12 sottotribù (la sottotribù Carduinae è una di queste). Il genere Ptilostemon elenca 15 specie con una distribuzione mediterranea occidentale, 6 delle quali sono presenti spontaneamente sul territorio italiano.[2][6][7][15][16]
Filogenesi
[modifica | modifica wikitesto]Il genere di questa voce è inserito nel gruppo tassonomico della sottotribù Carduinae. In precedenza provvisoriamente era inserito nel gruppo tassonomico informale "Cynara Group".[7] La posizione filogenetica di questo genere nell'ambito della sottotribù, è abbastanza centrale tra i generi Cynara e Cirsium.[15][16]
Il genere Ptilostemon è simile al genere Carduus, ma si distingue per il pappo formato da peli piumosi. Differisce anche dal genere Cirsium per le foglie non spinulose sulla pagina superiore. Inoltre, a differenza del genere Lamyropsis, non ha gli acheni compressi.[8]
Il numero cromosomico delle specie di questo genere è: 2n = 32 (raramente 24)[6]
Specie del genere
[modifica | modifica wikitesto]Comprende le seguenti 15 specie (e due ibridi):[2][17]
- Ptilostemon abylensis (Maire) Greuter
- Ptilostemon afer (Jacq.) Greuter
- Ptilostemon casabonae (L.) Greuter
- Ptilostemon chamaepeuce (L.) Less.
- Ptilostemon diacanthus (Labill.) Greuter
- Ptilostemon dyricola (Maire) Greuter
- Ptilostemon echinocephalus (Willd.) Greuter
- Ptilostemon gnaphaloides Soják
- Ptilostemon × grandei (Petr.) Greuter
- Ptilostemon greuteri Raimondo e Domina[17]
- Ptilostemon hispanicus (Lam.) Greuter
- Ptilostemon leptophyllus (Pau & Font Quer) Greuter
- Ptilostemon niveus (Presl) Greuter
- Ptilostemon rhiphaeus (Pau & Font Quer) Greuter
- Ptilostemon stellatus (L.) Greuter
- Ptilostemon strictus (Ten.) Greuter
- Ptilostemon × tauricola (Boiss. & Hausskn.) Greuter
Flora italiana: visione sinottica del genere
[modifica | modifica wikitesto]Per meglio comprendere ed individuare le varie specie del genere (solamente per le specie spontanee della flora italiana) l'elenco seguente, tratto dalla ”Flora d'Italia” di Sandro Pignatti del 1982 e 2018 (2ª ed.) con relativi aggiornamenti, utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche (vengono cioè indicate solamente quelle caratteristiche utili a caratterizzare e distingue una specie dall'altra).
- 1A: il portamento delle piante è suffruticoso; il margine delle foglie è privo di spine;
- Ptilostemon gnaphaloides Soják - Cardo lineare: la forma delle foglie è lineare; le infiorescenze sono di tipo racemoso. L'altezza della pianta varia da 3 a 6 dm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è camefita fruticosa ("Ch frut"); il tipo corologico è Est Steno-Mediterraneo; l'habitat tipico sono le rupi calcaree; è una specie molto rara e in Italia è presente in Calabria fino ad una altitudine di 600 m s.l.m.
- Ptilostemon greuteri Raimondo e Domina - Cardo di Greuter: la forma delle foglie è lanceolata; le infiorescenze sono di tipo corimboso. L'altezza della pianta varia da 5 a 10 dm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è camefita fruticosa ("Ch frut"); il tipo corologico è Endemico (Sicilia); l'habitat tipico sono le rupi; è una specie molto rara e in Italia è presente in Sicilia (occidentale) fino ad una altitudine compresa tra 250 - 500 m s.l.m.
- 1B: il portamento delle piante è erbaceo; le foglie sono provviste di spine;
- 2A: le foglie sono decorrenti lungo il fusto alato;
- Ptilostemon strictus (Ten.) Greuter - Cardo stretto: l'altezza della pianta varia da 3 a 9 dm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita scaposa ("H scap"); il tipo corologico è Sud Est Europeo; l'habitat tipico sono i boschi cedui, le selve, tra gli incolti e lungo le vie; è una specie comune e in Italia è presente al Centro e nel Meridione fino ad una altitudine compresa tra 300 - 1.300 m s.l.m.
- 2B: le foglie non sono decorrenti e i fusti non sono alati:
- Ptilostemon stellatus (L.) Greuter - Cardo stellato: il ciclo biologico di queste piante è annuo; le foglie hanno poche spine basali. L'altezza della pianta varia da 8 a 15 cm; la forma biologica è terofita scaposa (T scap); il tipo corologico è Nord Steno-Mediterraneo; l'habitat tipico sono i pascoli e gli incolti aridi; è una specie rara e in Italia è presente solamente nel Meridione (Calabria e Sicilia) fino ad una altitudine di 1.200 m s.l.m.
- Ptilostemon casabonae (L.) Greuter - Cardo di Casabona: i margini delle foglie con lamina intera sono spinosi; i capolini sono subsessili. L'altezza della pianta varia da 8 a 20 dm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita scaposa ("H scap"); il tipo corologico è Subendemico; l'habitat tipico sono gli incolti aridi; è una specie comune e in Italia è presente al Centro e Sardegna fino ad una altitudine di 1.200 m s.l.m.
- Ptilostemon niveus (Presl) Greuter - Cardo niveo: i margini delle foglie con lamina partito-dentata sono spinosi; i capolini sono peduncolati. L'altezza della pianta varia da 2 a 5 dm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita scaposa ("H scap"); il tipo corologico è Endemico; l'habitat tipico sono i macereti aridissimi; è una specie molto rara e in Italia è presente solamente al Sud fino ad una altitudine compresa tra 1.200 e 1.900 m s.l.m.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1-20.
- ^ a b c d World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 4 febbraio 2021.
- ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.152.
- ^ Strasburger 2007, pag. 860.
- ^ Judd 2007, pag.517.
- ^ a b c d e Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 133.
- ^ a b c d Funk & Susanna 2009, pag. 300.
- ^ a b Pignatti 2018, vol.3 pag.944.
- ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 9.
- ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
- ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
- ^ Judd 2007, pag. 520.
- ^ Strasburger 2007, pag. 858.
- ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
- ^ a b Barres et al. 2013.
- ^ a b Herrando et al. 2019.
- ^ a b (EN) Raimondo, F. M. & Domina, G., Ptilostemon greuteri (Compositae), a new species from Sicily, in Willdenowia, 36 (Special Issue), 2006, pp. 169-175.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 1, 1960, pag. 457.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 3, Bologna, Edagricole, 1982, pag. 142-151, ISBN 88-506-2449-2.
- 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
- Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
- V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
- Laia Barres et al., Reconstructing the Evolution and Biogeograpnic History of Tribe Cardueae (Compositae), in Botany, vol. 100, n. 5, 2013, pp. 1-16.
- Sonia Herrando-Morairaa et al., Nuclear and plastid DNA phylogeny of the tribe Cardueae (Compositae) with Hyb-Seq data: A new subtribal classification and a temporal framework for the origin of the tribe and the subtribes, in Molecular Phylogenetics and Evolution, vol. 137, 2019, pp. 313-332.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Seconda edizione. Volume 3, Bologna, Edagricole, 2018, pag. 738-1196.
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- Wikispecies contiene informazioni su Ptilostemon
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Ptilostemon Royal Botanic Gardens KEW - Database