TT292
TT292 Tomba di Pashedu | |
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Planimetria schematica della tomba TT292[N 1] | |
Civiltà | Antico Egitto |
Utilizzo | tomba |
Epoca | XIX dinastia |
Localizzazione | |
Stato | Egitto |
Località | Luxor |
Amministrazione | |
Patrimonio | Necropoli di Tebe |
Ente | Ministero delle Antichità |
Visitabile | no |
Mappa di localizzazione | |
TT292 (Theban Tomb 292) è la sigla che identifica una delle Tombe dei Nobili[N 2][1] ubicate nell'area della cosiddetta Necropoli Tebana, sulla sponda occidentale[N 3] del Nilo dinanzi alla città di Luxor[N 4][2], in Egitto. Destinata a sepolture di nobili e funzionari connessi alle case regnanti, specie del Nuovo Regno, l'area venne sfruttata, come necropoli, fin dall'Antico Regno e, successivamente, sino al periodo Saitico (con la XXVI dinastia) e Tolemaico.
Titolare
[modifica | modifica wikitesto]TT292 era la tomba di:
Titolare | Titolo | Necropoli[N 5] | Dinastia/Periodo | Note[N 6] |
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Pashedu[3] | Servo nel Luogo della Verità | Deir el-Medina | XIX dinastia (Sethy I - Ramses II) |
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Da una stele oggi presso il British Museum di Londra (cat. 262), è noto che il nome del padre era Hehnekhu; dalla sepoltura è invece ricavabile il nome della moglie Makhay[4].
La tomba
[modifica | modifica wikitesto]L'ingresso a TT292 si apre in un cortile in cui (n. 1 in planimetria) si trova una stele su due registri sovrapposti: in quello superiore due scene di adorazione degli dei Ptah e Ra-Horakhti affiancati da divinità femminili; in basso una coppia adora la dea Hathor in sembianza di vacca sacra. Dal cortile, un corridoio immette in una sala longitudinale che, a sua volta, dà accesso a una sala rettangolare, la cappella, in cui si apre il pozzo che immette nella camera funeraria. Sulle pareti: su tre registri (2) una barca e altari, dinanzi a una non meglio indicata divinità, nonché portatori di offerte. Su altra parete si apre una nicchia (3): sulla parete di sinistra la barca di Hathor; sulla destra parenti del defunto. Poco oltre (4), su tre registri, il defunto e la moglie offrono essenze e incensi, su un braciere, ad Amon-Ra, Khnum, Hathor, Satis e Anukis. Sulla parete opposta (5), il defunto e la moglie offrono libagioni ad Anubi e Hathor, nonché scene del corteo funebre che prosegue su altra parete (6) sormontata dal simbolo personificato dell'Occidente tra due Anubi rappresentati come sciacalli; più sotto, su due registri, la moglie (scena che prosegue dall'adiacente parete 7), scene del pellegrinaggio ad Abido e prosecuzione (dalla parete precedente 5) della processione funeraria. Sulla parete adiacente (7) il defunto adora Osiride e Hathor. Sul fondo della sala si apre una nicchia; sulle pareti: frammenti di scene (8) con il defunto e la moglie in adorazione di divinità non identificabili; su due registri (9) divinità assise adorano Thot[N 7]. Sulla parete opposta (10), su due registri, adorazione della Triade di Elefantina e della Triade di Menfi. Sul fondo della nicchia (11) Iside e Nefti adorano la testa di Hathor rappresentata come vacca sacra[N 8]. Il locale presenta soffitto a volta in cui sono rappresentate otto scene di cui alcune distrutte: un vitello trasporta Ra-Horakhti tra due sicomori; un gatto uccide un serpente; tre divinità femminili con alcuni ba alati; il defunto che apre le porte dell'Occidente[5].
La camera funeraria è costituita da un'unica sala rettangolare; sulle pareti: (12-13) il defunto e la moglie adorano Harsiesi (?) e Iside mentre Anubi accudisce la mummia in presenza di una dea inginocchiata. Su altre pareti (14-15) in due scene, un uomo (?) dinanzi al defunto e alla moglie seduti e tre alberi rappresentanti divinità femminili con ba che si abbeverano. Sul lato lungo della sala (16) il defunto e la moglie presentati da Anubi a Osiride. Sul soffitto a volta, nella fascia esterna lo sciacallo Anubi e due demoni; nella fascia più interna il defunto dinanzi a Osiride, Anubi e Hapy[6].
Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La numerazione dei locali e delle pareti segue quella di Porter e Moss 1927, p. 370.
- ^ La prima numerazione delle tombe, dalla numero 1 alla 252, risale al 1913 con l'edizione del "Topographical Catalogue of the Private Tombs of Thebes" di Alan Gardiner e Arthur Weigall. Le tombe erano numerate in ordine di scoperta e non geografico; ugualmente in ordine cronologico di scoperta sono le tombe dalla 253 in poi.
- ^ I campi della Duat, ovvero l'aldilà egizio, si trovavano, secondo le credenze, proprio sulla riva occidentale del grande fiume.
- ^ Nella sua epoca di utilizzo, l'area era nota come "Quella di fronte al suo Signore" (con riferimento alla riva orientale, dove si trovavano le strutture dei Palazzi di residenza dei re e i templi dei principali dei) o, più semplicemente, "Occidente di Tebe".
- ^ le Tombe dei Nobili, benché raggruppate in un'unica area, sono di fatto distribuite su più necropoli distinte.
- ^ Le note, sovente di inquadramento topografico della tomba, sono tratte, fino alla TT252, dal "Topographical Catalogue" di Gardiner e Weigall, ed. 1913 e fanno perciò riferimento alla situazione dell'epoca.
- ^ Frammenti con Ra-Horakhti e Harsiesi, un uomo e un bambino in offertorio provenienti da questa parete e dalla n.ro 10, sono oggi al Museo Egizio di Torino (cat. 6150)
- ^ Frammenti provenienti da questa parete sono oggi al Museo Egizio di Torino (cat. 6155-6156)
Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Gardiner e Weigall 1913.
- ^ Donadoni 1999, p. 115.
- ^ Porter e Moss 1927, p. 374.
- ^ Porter e Moss 1927, p. 374.
- ^ Porter e Moss 1927, p. 375.
- ^ Porter e Moss 1927, p. 376.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Sergio Donadoni, Tebe, Milano, Electa, 1999, ISBN 88-435-6209-6.
- Mario Tosi, Dizionario enciclopedico delle divinità dell'antico Egitto - 2 voll.-, Torino, Ananke, 2005, ISBN 88-7325-115-3.
- (EN) Alexander Henry Rhind, Thebes, its Tombs and their tenants, Londra, Longman, Green, Longman & Roberts, 1862.
- (EN) Nicholas Reeves e Araldo De Luca, Valley of the Kings, Friedman/Fairfax, 2001, ISBN 978-1-58663-295-3.
- (EN) Nicholas Reeves e Richard Wilkinson, The complete Valley of the Kings, New York, Thames & Hudson, 2000, ISBN 0-500-05080-5.
- (EN) Alan Gardiner e Arthur E.P. Weigall, Topographical Catalogue of the Private Tombs of Thebes, Londra, Bernard Quaritch, 1913.
- (EN) Donald Redford, The Oxford Encyclopedia of Ancient Egypt, Oxford, Oxford University Press, 2001, ISBN 978-0-19-513823-8.
- (EN) John Gardner Wilkinson, Manners and Customs of the Ancient Egyptians, Londra, John Murray, 1837.
- (EN) Bertha Porter e Rosalind L.B. Moss, Topographical Bibliography of Ancient Egyptian hierogliphic texts, reliefs, and paintings. Vol. 1, Oxford, Oxford at the Clarendon Press, 1927.
- (EN) David O'Connor e Eric H. Cline, Thutmose III: A New Biography, Ann Arbor (Michigan), University of Michigan Press, 2006, ISBN 978-0472114672.
- (EN) William J. Murnane, Texts from the Amarna Period in Egypt, New York, Society of Biblical Literature, 1995, ISBN 1-55540-966-0.
- (EN) Lyla Pinch Brock, The Tomb of Userhat in The Tombs and the Funerary Temples of Thebes West, pp. 414-417, il Cairo, American University in Cairo Press, 2001.
- (EN) Norman de Garis Davies, Two Ramesside Tombs at Thebes, pp. 3-30, New York, 1927.
- (EN) Norman de Garis Davies, The Tomb of Nakht at Thebes, New York, Metropolitan Museum of Art, 1917.
- (EN) Jiro Kondo, The Re-use of the Private Tombs on the Western Bank of Thebes and Its Chronological Problem: The Cases of the Tomb of Hnsw (no. 31) and the Tomb of Wsr-h3t (no. 51), in Orient n.ro 32, pp. 50-68, 1927.
- (EN) Kent R. Weeks, The Treasures of Luxor and the Valley of the Kings, pp. 478-483, il Cairo, American University in Cairo Press, 2005.