Vicariato di Binasco
Vicariato di Binasco | |||||
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Informazioni generali | |||||
Capoluogo | Binasco 598 abitanti (1751) | ||||
Dipendente da | Provincia di Milano | ||||
Suddiviso in | 29 comuni | ||||
Amministrazione | |||||
Forma amministrativa | Pieve | ||||
Podestà | lista sconosciuta | ||||
Organi deliberativi | Consiglio generale | ||||
Evoluzione storica | |||||
Inizio | XVI secolo | ||||
Causa | guerre con Pavia | ||||
Fine | 1797 | ||||
Causa | Invasione napoleonica | ||||
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Cartografia | |||||
Il Vicariato di Binasco era il nome di una speciale pieve amministrativa di confine del Ducato di Milano con capoluogo Binasco. La sua particolarità era quella di essere stata istituita a prescindere dall'aspetto religioso.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il Vicariato di Binasco fu una terra di confine, frutto delle lunghe guerre fra Milano e Pavia, e si estese su un insieme di territori ecclesiasticamente molto diversi, a partire dal capoluogo che religiosamente dipendeva da Pavia.[1] La ricerca storiografica non è ancora riuscita ad identificare con precisione quale fosse la struttura amministrativa della zona prima del Rinascimento, mentre dal punto di vista ecclesiastico i territori afferenti all'Arcidiocesi di Milano si ripartivano intorno a due chiese prepositurali, quella di Decimo di Mettone e quella di Casorate. Proprio quest'ultima dava luogo alla prima complicanza, essendo il paese incluso viceversa nel Principato di Pavia per antica tradizione, e quindi intorno ad esso non poté svilupparsi una pieve amministrativa, in una situazione inversa rispetto a quella già accennata di Binasco.[2]
La Pieve di Decimo fu l'unica pieve milanese a venire soppressa entro la fine del medioevo. Nella sua versione religiosa comprese, oltre alla chiesa madre in aperta campagna, le chiese dipendenti di Zibido San Giacomo, Casirate Olona, San Pietro Cusico, Lacchiarella, Campomorto, Badile, Siziano, San Giacomo e Basiglio, prima di essere praticamente abbandonata col clero che si trasferì nel vicino abitato di Mettone nel 1568, salvo poi l'intervento di San Carlo Borromeo che nel 1584 ritenne più idonea Lacchiarella come nuova capofila spirituale. Nella versione civile che si era nel frattempo creata sopravvisse ancor meno, dato che il Vicariato di Binasco risultava che al suo posto a metà del Cinquecento.
Il Vicariato di Binasco si sviluppò quindi su un insieme di comuni provenienti da riferimenti religiosi diversi. Il nucleo principale fu quello delle comunità della pieve cattolica di Lacchiarella, dove si era trasferito il prevosto di Mettone, che venne ricompresa in blocco. La porzione più occidentale faceva ecclesiasticamente capo a Casorate, anche l'influenza di questa prepositurale si estendeva ben oltre a nord, su comuni compresi nella Pieve di Corbetta. Ad un gruppo marginale appartenevano Zibido al Lambro, orfano della soppressione della prepositurale di Vigonzone, e Basiglio. Completavano l'insieme i comuni religiosamente pavesi, tra cui appunto il capoluogo del vicariato.[3]
L'ambito territoriale di Binasco sopravvisse nei secoli, perdendo solo Basiglio e Motta Visconti nel 1757 su rettifica confinaria di Maria Teresa d'Austria. Nel 1786 l'imperatore Giuseppe II deliberò una storica riforma spostando tutto il vicariato sotto la Provincia di Pavia, e anche se tale provvedimento fu revocato già nel 1791 da suo fratello l'imperatore Leopoldo II, tale misura verrà poi riproposta nell'Ottocento quando ormai il vicariato non esisteva più, dato che nel 1797 gli invasori francesi decisero la modernizzazione delle strutture amministrative creando al suo posto nuovi distretti.[2]
Territorio
[modifica | modifica wikitesto]Nella seconda metà del XVIII secolo, dopo l'aggregazione della Cassina Pelucca a Badile, di Femegro a Mandrugno, di Granzetta a Gnignano, di Pioltino a Vigonzino, delle due Bettola a Calvignasco, di Birolo a Casirate, di Merlate a Vernate, e di Porchera a Casarile, oltre all'inserimento della pavese Pontelungo per ordine imperiale, il territorio della pieve era così suddiviso:
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Oggigiorno sono passati alla provincia di Pavia vari comuni e frazioni dell'antico vicariato binaschese, ossia Campomorto, Gnignano, Mandrino, Zibido al Lambro con Cassinabianca, e Vidigulfo con Cavagnera, Pontelungo e Vairano.
- ^ a b Vicariato di Binasco
- ^ Comune di Binasco
- ^ In questo caso c'era radicale discrasia fra pieve civile ed ecclesiastica, dato che il comune corrispondeva alla Parrocchia di San Giovanni Battista, compresa ecclesiasticamente nell'antica Pieve di Sant'Ambrogio di Baselica appartenente alla Diocesi di Pavia.
- ^ In questo caso c'era radicale discrasia fra pieve civile ed ecclesiastica, dato che le due località erano a quell'epoca un territorio periferico della parrocchiale pavese di Sant'Ambrogio di Baselica.
- ^ In questo caso c'era radicale discrasia fra pieve civile ed ecclesiastica, dato che i due comuni corrispondevano alla Parrocchia della Natività di Maria, chiesa già capopieve compresa ecclesiasticamente nella Diocesi di Pavia.
- ^ In questo caso c'era radicale discrasia fra pieve civile ed ecclesiastica, dato che il comune corrispondeva alla Parrocchia di San Siro vescovo, compresa ecclesiasticamente nell'antica Pieve della natività di Maria di Vidigulfo appartenente alla Diocesi di Pavia.
- ^ La parrocchia aveva in realtà sede nell'omonimo quartiere di Zibido San Giacomo, sul quale esercitava autorità a discapito della Parrocchia dell'Assunta, ma non comprendeva tutto il territorio comunale di Vigonzino, dato che la cascina Pioltino era sottoposta alla Parrocchia della Natività di Maria di Badile.
- ^ Calvignasco e Moncucco erano un territorio periferico della prepositurale di San Vittore di Casorate da cui il secondo comune si renderà autonomo solo nel 1900.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Liber notitiae sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero. Manoscritto della Biblioteca Capitolare di Milano, a cura di M. Magistretti, U. Monneret de Villard, Milano, 1917.
- M. Magistretti, Liber seminarii mediolanensis ossia “Catalogus totius cleri civitatis et dioecesis mediolanensis cum taxa a singulis solvenda pro sustentatione seminarii inibi erigendi” compilato l'anno 1564, in «Archivio Storico Lombardo», a. XLIII, 1916, p. 509-561.
- Notitia cleri mediolanensis de anno 1398 circa ipsius immunitatem, in «Archivio Storico Lombardo», XXVII, 1900, p. 257-304.
- A. Palestra, Visite pastorali alle pievi milanesi (1423-1856). I, Inventario, Firenze, 1977, Monumenta Italiae Ecclesiastica. Visitationes 2.
- Rivista Diocesana Milanese. Ufficiale per gli Atti Arcivescovili e della Curia, Milano, Curia arcivescovile, 1911-.
- Diocesi di Milano. Sinodo 46°, Milano, 1972, Pubblicazione curata dall'ufficio stampa della Curia arcivescovile di Milano.
- G. Vigotti, La diocesi di Milano alla fine del secolo XIII. Chiese cittadine e forensi nel “Liber Sanctorum” di Goffredo da Bussero, Roma, 1974.
- Istituzione dei nuovi vicariati urbani e foranei, 11 marzo 1971, Giovanni Colombo, arcivescovo di Milano, Rivista Diocesana Milanese, 1971.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Storia del Vicariato di Binasco, su lombardiabeniculturali.it.