Talks by Costanza Paolillo
Società Italiana per lo Studio della Fotografia, 2022
La Sisf organizza un ciclo di cinque seminari dal titolo "Attualizzare il Patrimonio. Archivi fot... more La Sisf organizza un ciclo di cinque seminari dal titolo "Attualizzare il Patrimonio. Archivi fotografici nell’Italia contemporanea". Questa prima serie di appuntamenti online, su piattaforma Zoom, è finalizzata a esaminare lo stato dell’arte degli archivi fotografici nazionali e a stimolare l’interazione tra gli stessi.
Il format scelto è quello del dialogo tra istituzioni (tre per ogni appuntamento) per fare da un lato il punto sulla situazione attuale e dall’altro verificare insieme le prospettive future. Fedele ai suoi intenti statutari, la Sisf, nella veste di interlocutore culturale qualificato ed equidistante, vuole porsi come figura di mediazione tra le diverse istituzioni coinvolte con l’auspicio di offrire loro un’opportunità di valorizzazione dei patrimoni e al pubblico che parteciperà agli incontri un’occasione di conoscenza degli stessi e uno stimolo a rendere gli archivi luoghi vivi di scambio.
Seminari Online SISF - Attualizzare il patrimonio. Archivi fotografici nell'Italia contemporanea, 2022
Prosegue il ciclo di seminari online promosso e organizzato dalla SISF Attualizzare il patrimoni... more Prosegue il ciclo di seminari online promosso e organizzato dalla SISF Attualizzare il patrimonio. Archivi fotografici nell’Italia contemporanea, a cura di Enzo Gabriele Leanza e Costanza Paolillo.
Si tiene il 17 marzo alle ore 18 il secondo appuntamento dal titolo Archivi e Memoria. Gli archivi audiovisivi e fotografici per la storia. L’incontro sarà dedicato alla discussione di progetti e iniziative che rimettono in circolazione in modo critico e creativo i materiali e le competenze custodite negli archivi. Si discuterà di archiviazione ma anche di mostre, progetti per la scuola e per il territorio, documentari e piattaforme digitali.
Alla conversazione del 17 marzo, moderata da Serge Noiret (European University Institute presidente AIPH), partecipano i rappresentanti di tre istituzioni:
* Monika Ruga e Andrea Scappa - Archivio LUCE
* Paolo Simoni - Home Movies - Archivio Nazionale del film di famiglia
* Stefano Perulli - Ente Regionale per il Patrimonio culturale - Friuli Venezia Giulia
"Collezioni private come patrimonio pubblico. Politiche culturali e cura degli archivi" è il quar... more "Collezioni private come patrimonio pubblico. Politiche culturali e cura degli archivi" è il quarto incontro online di un ciclo intitolato "Attualizzare il patrimonio. Archivi fotografici nell'Italia contemporanea" organizzato dalla Società Italiana per lo Studio della Fotografia.
Saranno presenti:
ANTONIO CARLONI, GALLERIE D'ITALIA TORINO
https://www.gallerieditalia.com
BARBARA COSTA, ARCHIVIO STORICO INTESA SAN PAOLO - MILANO
https://asisp.intesasanpaolo.com/intesa-web/
MARIELLA CRUSCUOLO
FONDAZIONE MAST - BOLOGNA
CHIARA BARIALI
FONDAZIONE MAST - BOLOGNA
per iscrizioni inviare un'email a A INFO@SISF.EU
https://www.mast.org
Workshop/Ferrania a Memoria. MAST, Bologna, 9 novembre, 2019
Negli anni del boom economico, in Italia Ferrania era sinonimo di fotografia. L’azienda riuscì ad... more Negli anni del boom economico, in Italia Ferrania era sinonimo di fotografia. L’azienda riuscì ad imporsi sul piano commerciale grazie alla modernizzazione delle strategie di marketing e ad un’intelligente politica culturale. Il mensile «Ferrania», pubblicato dal 1947 al 1967, ne fu lo strumento principale in grado raggiungere il pubblico medio. Nonostante fosse nato per promuovere materiali e novità in casa Ferrania, sin dalla fondazione il periodico intese superare lo schema del bollettino industriale, fondendo insieme il modello della rivista aziendale e del notiziario da gruppo amatoriale.
«Ferrania» si propose come magazine dall’ampio spettro culturale dedicato alla fotografia, alla cinematografia e alle arti figurative rivolto ad un pubblico di dilettanti appartenenti ad una classe borghese in espansione. Poté contare sulla collaborazione di nomi di rilievo in molteplici settori delle arti visive come gli artisti Carlo Carrà, Domenico Cantatore, i critici d’arte e cinema Glauco Viazzi, Mario Verdone, Giuseppe Turroni, Fernaldo di Giammatteo, Ando Gilardi. In ogni numero gli amatori disponevano di articoli firmati da esperti divulgatori di tecnica fotografica come Alfredo Ornano, Guido Pellegrini, Mario Bellavista.
Per circa un ventennio le pagine della rivista ospitarono un dibattito vivo – a tratti aspro – sulla maturazione estetica e sociale dell’immagine fotografica con particolare attenzione al contesto italiano. Dal 1963 la medesima discussione venne promossa dall’azienda nel proprio centro culturale, il CiFe (Centro Informazioni Ferrania). Il centro condivideva a pieno con «Ferrania» le funzioni e ambizioni di incentivare la cultura amatoriale e incrementare la notorietà del marchio. A questi sforzi si mise fine verso la conclusione degli anni Sessanta, quando la multinazionale americana 3M prese controllo dell’azienda ed espanse il mercato oltre i confini nazionali.
NeMLA 49th Annual Convention, April 12-15 , 2018
In May 1936, the Italian Colonial Empire was established by proclaiming the viceroyalty of Italia... more In May 1936, the Italian Colonial Empire was established by proclaiming the viceroyalty of Italian Eastern Africa. At the time, the process of building a “colonial consciousness” was at its peak. For years, Italians had been subjected to widespread propaganda actions by the Fascist Regime on multiple levels: from popular newsreels to illustrated children’s magazines. Among commemorative publications for the results accomplished overseas, three photobooks stand out: "L’Impero Coloniale Fascista" (1936), "Italiani di Mussolini in A.O." (1937), "L’italia Imperiale" (1937). They are high-end coffee table books, designed to cultural elites and political establishment of the Regime.
These three books are crucial examples of interaction between words and pictures (photos, graphics, illustrations) in the Fascist propaganda. Moreover, although they are all edited under the Regime control, they show diverse representations of the conquering subject and of the conquered object. Lastly, these books are an unusual case of propaganda oriented to Fascist cultural elites instead of masses.
Giornata Archivi Aperti "L’immagine fa storia. Parliamo dell’Archivio Storico Ferrania di Fondazione 3M". 3M, Pioltello (MI). 6 giugno, 2017
Che cos’è il mensile "Ferrania"? Assimilata spesso ai bollettini delle società di fotografia amat... more Che cos’è il mensile "Ferrania"? Assimilata spesso ai bollettini delle società di fotografia amatoriale, "Ferrania" si distingue per origine e funzioni nel panorama dell'editoria fotografica italiana ad essa contemporanea. Il mesile nasce nel dopoguerra con il sottotitolo “rivista di cinema fotografia e arti visive” in seno all'ufficio commerciale dell'omonima ditta produttrice di pellicole Ferrania. Rivista aziendale promozionale ma anche strumento d'informazione amatoriale, "Ferrania" si prefigge di diventare un osservatorio sulla fotografia italiana dell'Italia del boom e un centro di promozione della cultura dell'immagine. Sin dall'inizio le sue pagine diventano un collettore di articoli promozionali, istruzioni pratiche, riflessioni estetiche, informazioni internazionali, articoli di critica cinematografica, notizie di libri, film e mostre, aggiornamenti sulle attività dei circoli amatoriali, raccolta di still frames da film famosi, ritratti di dive, fotoreportage. "Ferrania" è un prodotto culturale complesso nel quale confluiscono esigenze di mercato e di pensiero molto diverse, che per vent'anni si incrociano in nome di un obiettivo comune: l’armonizzazione tra cultura umanistica e cultura scientifica alla base dell'aspirazione al progresso.
Convegno internazionale "L’album fotografico: oggetto e narrazione". Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, Roma. 23 novembre, 2017
Nella Galleria milanese di Vittore e Alberto Grubicy la fotografia ebbe sin dagli esordi della lo... more Nella Galleria milanese di Vittore e Alberto Grubicy la fotografia ebbe sin dagli esordi della loro attività un ruolo centrale nella promozione degli artisti. Emulando le strategie commerciali dei più importanti mercanti europei, Vittore Grubicy puntava ad aumentare la notorietà dei suoi artisti facendo circolare cataloghi illustrati e vendendo riproduzioni fotografiche delle opere, sulle quali si garantiva l’esclusività dei diritti di riproduzione e dei conseguenti guadagni. Oltre a questi materiali ‘a grande diffusione’, Grubicy ha curato la realizzazione di alcuni preziosi album dedicati a pochi, sceltissimi artisti.
Divise tra numerose collezioni, si conservano tre serie di album, realizzate in un arco cronologico che va dal 1878 al 1915: la prima serie è dedicata a Tranquillo Cremona, artista molto amato scomparso prematuramente; la seconda è dedicata a Giovanni Segantini, pittore di punta della galleria; la terza invece racchiude la produzione pittorica dello stesso Grubicy fino agli ultimi anni della sua vita. Ciascuna serie è composta da diversi album che raccolgono riproduzioni dell’intero percorso dell’artista in preziosi contenitori progettati appositamente.
La lettura comparata dei numerosi esemplari consente un’analisi a vari livelli: il confronto tra bozze annotate e versioni definitive permette uno sguardo interno alla costruzione delle sequenze di immagini, che rappresentava per Grubicy un vero problema di poetica. D’altro canto è possibile mettere a paragone le strategie narrative da lui utilizzate per raccontare da un lato il percorso dei pittori a lui più cari e dall’altro per costruire un’immagine da tramandare della propria identità d’artista. Infine questo gruppo di album permette una riflessione sulla funzione e sui destinatari delle raccolte fotografiche d’artista.
International Conference "Italy and East Asia: Exchanges and Parallels". Stony Brook University, Center for Italian Studies with Confucius Institute and China Center. October 11, 12, 13, 2018
Turin hosts one of the main Oriental Art museum in Europe, the MAO, which is a tangible sign of t... more Turin hosts one of the main Oriental Art museum in Europe, the MAO, which is a tangible sign of the Turinese connection with Asian cultures. In my paper, I will illuminate the widespread interest in Himalayan culture in Turin around the Seventies through the case of the travelers and collectors Italo and Mariella Gilardi.
Italo Gilardi was born in Turin from a Swiss family with a long artistic tradition. Until the early Seventies, Gilardi leaded a life divided between his family and his business, increased in volume during the economic miracle years.
In 1973, Italo and his wife Mariella arrived at a turning point: they sold their factory and had to reset their priorities, after a whole life devoted to work. They began to travel and trek in Asia on a regular basis, and in 1976 they reached the Himalayan Region for the first time. For the next ten years, they went back there frequently with prestigious guides, such as Fosco Maraini on the trail of Giuseppe Tucci, father of the modern Tibetology.
Their travels turned into an interest in Himalayan culture, language and art. They joined several Turinese cultural circles opened to Himalayan culture: scholars, painters, and explorers. Soon, they started to purchase Asian artworks from the main European dealers.
While Italo and Mariella Gilardi were trying to reshape their identity in an industrial city, they met the familiar otherness of Asia thanks to a network rooted in Turin. Their collection is the result of the encounter between a bourgeoise family strongly educated in art and the Himalayan culture, style and imagery.
Posters by Costanza Paolillo
Convegno "Intorno al Ritratto. Origini, sviluppi trasformazioni". Università di Torino, Torino. 1-2 dicembre, 2016
Per la dittatura fascista l’immagine di Mussolini è l’immagine del potere. Il suo ritratto è il... more Per la dittatura fascista l’immagine di Mussolini è l’immagine del potere. Il suo ritratto è il ritratto dell’Autorità, ma anche del Capo carismatico delle masse e, secondo le esigenze, si declina per essere aggressivo o accondiscendente, regale o popolare. Tale duplicità ha generato una grande quantità e varietà di raffigurazioni di Mussolini, differenti per stile, formato e destinazione.
Tra le tante effigi offrono spunti di grande interesse due teste ritratto intitolate Dux, ideate tra il 1928 e il 1933 l’una da Ernesto Michahelles - detto Thayaht - e l’altra da Renato Bertelli. Seppur in condizioni assai differenti, le due opere nascono a Firenze in clima di simpatie futuriste e si distinguono per una spiccata sperimentazione plastica che smorza i riferimenti somatici a Mussolini, ne attenua i tratti espressivi e priva il ritratto dei più tipici attributi del potere. Ciononostante le due sculture trovano il favore ufficiale del regime, che ne promuove la diffusione per mezzo stampa su giornali e cartoline. L’opera di Thayaht, per esempio, circola su una cartolina che riproduce il profilo della scultura con una scritta autografa del Duce: "Questo è Benito Mussolini così come piace a Benito Mussolini". Delle sculture vengono realizzate decine di multipli, anche di dimensioni differenti e di materiali meno preziosi: delle teste ritratto vengono fatti soprammobili, in qualche caso vengono trasformate addirittura in oggetti d’uso come lampade. Bertelli giunge a brevettare la ‘forma’ della sua testa ritratto, vendendone in seguito i diritti.
La riproduzione delle immagini corrisponde alla moltiplicazione degli oggetti, mettendo in discussione lo status tradizionale del ritratto opera d’arte. Seguendo le storie parallele di queste due opere è possibile evidenziare una mutazione avvenuta sia nell’ideazione che nella funzione del ritratto ufficiale, un percorso che giunge alla trasformazione del ritratto in icona del potere e dell’opera d’arte in oggetto di design moltiplicabile.
Papers by Costanza Paolillo
Intorno al ritratto Origini, sviluppi e trasformazioni, 2019
aA «Ho sempre pensato che la storia dell'arte, pur mantenendo tutte le sue specificità, dovesse d... more aA «Ho sempre pensato che la storia dell'arte, pur mantenendo tutte le sue specificità, dovesse dialogare con la storia tout court, sociale, politica, religiosa, e l'esperienza del ritratto -nella variazione delle sue modalità, ma anche nella persistenza nel tempo di alcune delle sue funzioni essenzialipuò offrire una eccellente testimonianza».
PhD Dissertation by Costanza Paolillo
My dissertation "Ferrania. Un’impresa, una rivista" deals with the Italian photographic company F... more My dissertation "Ferrania. Un’impresa, una rivista" deals with the Italian photographic company Ferrania and its cultural policies throughout the first half of the XX century, with a strong focus on contemporary published matters such as the amateur magazine «Ferrania». It aims at analyzing the intertwined relationship between the company’s technological development, its marketing strategies, its production of cultural contents, and the Italian amateur scene from the 1910s to the 1950s.
The dissertation includes two parts: in the first half, I track down the making of the most prominent Italian company in the field of film and photographic supplies. In the first chapter, I follow its history from the birth of SIPE’s explosive plants in Cengio and Cairo Montenotte (Savona) in 1915 to its takeover of other large companies in the 1930s, such as the Società Anonima Tensi and Società Anonima Cappelli, which led to the birth of Ferrania. In the second chapter, I reconnect Ferrania’s technological advancement to the turmoil that shook the European photographic industry after World War II. I also retrace how the dismantlement of the German production system, of which Agfa was part, had a key role in the development of the Italian photo industry. After the war, Ferrania was able to restart its production immediately to provide the Italian professional movie industry, hospitals, and printing workshops with photosensitive supplies. Moreover, I discuss the evolution of Ferrania communication strategies conceived to tackle new potential customers in the national market. The company undertook intense marketing campaigns to reach its new target – amateurs who were once Agfa buyers – by updating its visual style and tone of voice, and by establishing a new illustrated magazine called «Ferrania». As it strengthened its position in the national amateur market, Ferrania contributed to the photographic debate with a new cultural center, the Centro Informazione Ferrania in 1963. Simultaneously, sudden shifts and expansions in the global photographic industry brought the company to financial struggle and managing uncertainness, resulting in the transfer of the holding to the American company 3M in 1964. That was the end of an era and of a decade of cultural policies aimed at strengthening Ferrania’s reputation.
In the second part of the dissertation, I illuminate the relationship between industrial photographic magazines and amateur photographers and home movie makers, zooming on the Italian scene from the 1910s to the 1950s. In chapter three, I discuss the notion of industrial photographic literature, which includes every kind of printed matters by photographic supplies manufacturers both as promotional materials and as technical support. I outline stereotypes and models of a technical but literary genre, well spread from side to side on the Atlantic Ocean by the Eastman Kodak Company and the Agfa. In chapters four and five, I analyze a group of industrial photographic magazines for amateurs, such as: «Note fotografiche» Agfa (1924-1942), «Notiziario fotografico» Olivetti (1940-1946) and the early issues of «Ferrania» (1947-1949). By showing the continuous thread that connects aesthetics, technics, and visual practices throughout those pages, I highlight the connection between industry, amateur clubs, workers’ leisure time organizations, and intellectuals and artists in the Italian photographic scene from 1925 to 1949.
Courses by Costanza Paolillo
J-Term Italian Studies Course
Uploads
Talks by Costanza Paolillo
Il format scelto è quello del dialogo tra istituzioni (tre per ogni appuntamento) per fare da un lato il punto sulla situazione attuale e dall’altro verificare insieme le prospettive future. Fedele ai suoi intenti statutari, la Sisf, nella veste di interlocutore culturale qualificato ed equidistante, vuole porsi come figura di mediazione tra le diverse istituzioni coinvolte con l’auspicio di offrire loro un’opportunità di valorizzazione dei patrimoni e al pubblico che parteciperà agli incontri un’occasione di conoscenza degli stessi e uno stimolo a rendere gli archivi luoghi vivi di scambio.
Si tiene il 17 marzo alle ore 18 il secondo appuntamento dal titolo Archivi e Memoria. Gli archivi audiovisivi e fotografici per la storia. L’incontro sarà dedicato alla discussione di progetti e iniziative che rimettono in circolazione in modo critico e creativo i materiali e le competenze custodite negli archivi. Si discuterà di archiviazione ma anche di mostre, progetti per la scuola e per il territorio, documentari e piattaforme digitali.
Alla conversazione del 17 marzo, moderata da Serge Noiret (European University Institute presidente AIPH), partecipano i rappresentanti di tre istituzioni:
* Monika Ruga e Andrea Scappa - Archivio LUCE
* Paolo Simoni - Home Movies - Archivio Nazionale del film di famiglia
* Stefano Perulli - Ente Regionale per il Patrimonio culturale - Friuli Venezia Giulia
Saranno presenti:
ANTONIO CARLONI, GALLERIE D'ITALIA TORINO
https://www.gallerieditalia.com
BARBARA COSTA, ARCHIVIO STORICO INTESA SAN PAOLO - MILANO
https://asisp.intesasanpaolo.com/intesa-web/
MARIELLA CRUSCUOLO
FONDAZIONE MAST - BOLOGNA
CHIARA BARIALI
FONDAZIONE MAST - BOLOGNA
per iscrizioni inviare un'email a A INFO@SISF.EU
https://www.mast.org
«Ferrania» si propose come magazine dall’ampio spettro culturale dedicato alla fotografia, alla cinematografia e alle arti figurative rivolto ad un pubblico di dilettanti appartenenti ad una classe borghese in espansione. Poté contare sulla collaborazione di nomi di rilievo in molteplici settori delle arti visive come gli artisti Carlo Carrà, Domenico Cantatore, i critici d’arte e cinema Glauco Viazzi, Mario Verdone, Giuseppe Turroni, Fernaldo di Giammatteo, Ando Gilardi. In ogni numero gli amatori disponevano di articoli firmati da esperti divulgatori di tecnica fotografica come Alfredo Ornano, Guido Pellegrini, Mario Bellavista.
Per circa un ventennio le pagine della rivista ospitarono un dibattito vivo – a tratti aspro – sulla maturazione estetica e sociale dell’immagine fotografica con particolare attenzione al contesto italiano. Dal 1963 la medesima discussione venne promossa dall’azienda nel proprio centro culturale, il CiFe (Centro Informazioni Ferrania). Il centro condivideva a pieno con «Ferrania» le funzioni e ambizioni di incentivare la cultura amatoriale e incrementare la notorietà del marchio. A questi sforzi si mise fine verso la conclusione degli anni Sessanta, quando la multinazionale americana 3M prese controllo dell’azienda ed espanse il mercato oltre i confini nazionali.
These three books are crucial examples of interaction between words and pictures (photos, graphics, illustrations) in the Fascist propaganda. Moreover, although they are all edited under the Regime control, they show diverse representations of the conquering subject and of the conquered object. Lastly, these books are an unusual case of propaganda oriented to Fascist cultural elites instead of masses.
Divise tra numerose collezioni, si conservano tre serie di album, realizzate in un arco cronologico che va dal 1878 al 1915: la prima serie è dedicata a Tranquillo Cremona, artista molto amato scomparso prematuramente; la seconda è dedicata a Giovanni Segantini, pittore di punta della galleria; la terza invece racchiude la produzione pittorica dello stesso Grubicy fino agli ultimi anni della sua vita. Ciascuna serie è composta da diversi album che raccolgono riproduzioni dell’intero percorso dell’artista in preziosi contenitori progettati appositamente.
La lettura comparata dei numerosi esemplari consente un’analisi a vari livelli: il confronto tra bozze annotate e versioni definitive permette uno sguardo interno alla costruzione delle sequenze di immagini, che rappresentava per Grubicy un vero problema di poetica. D’altro canto è possibile mettere a paragone le strategie narrative da lui utilizzate per raccontare da un lato il percorso dei pittori a lui più cari e dall’altro per costruire un’immagine da tramandare della propria identità d’artista. Infine questo gruppo di album permette una riflessione sulla funzione e sui destinatari delle raccolte fotografiche d’artista.
Italo Gilardi was born in Turin from a Swiss family with a long artistic tradition. Until the early Seventies, Gilardi leaded a life divided between his family and his business, increased in volume during the economic miracle years.
In 1973, Italo and his wife Mariella arrived at a turning point: they sold their factory and had to reset their priorities, after a whole life devoted to work. They began to travel and trek in Asia on a regular basis, and in 1976 they reached the Himalayan Region for the first time. For the next ten years, they went back there frequently with prestigious guides, such as Fosco Maraini on the trail of Giuseppe Tucci, father of the modern Tibetology.
Their travels turned into an interest in Himalayan culture, language and art. They joined several Turinese cultural circles opened to Himalayan culture: scholars, painters, and explorers. Soon, they started to purchase Asian artworks from the main European dealers.
While Italo and Mariella Gilardi were trying to reshape their identity in an industrial city, they met the familiar otherness of Asia thanks to a network rooted in Turin. Their collection is the result of the encounter between a bourgeoise family strongly educated in art and the Himalayan culture, style and imagery.
Posters by Costanza Paolillo
Tra le tante effigi offrono spunti di grande interesse due teste ritratto intitolate Dux, ideate tra il 1928 e il 1933 l’una da Ernesto Michahelles - detto Thayaht - e l’altra da Renato Bertelli. Seppur in condizioni assai differenti, le due opere nascono a Firenze in clima di simpatie futuriste e si distinguono per una spiccata sperimentazione plastica che smorza i riferimenti somatici a Mussolini, ne attenua i tratti espressivi e priva il ritratto dei più tipici attributi del potere. Ciononostante le due sculture trovano il favore ufficiale del regime, che ne promuove la diffusione per mezzo stampa su giornali e cartoline. L’opera di Thayaht, per esempio, circola su una cartolina che riproduce il profilo della scultura con una scritta autografa del Duce: "Questo è Benito Mussolini così come piace a Benito Mussolini". Delle sculture vengono realizzate decine di multipli, anche di dimensioni differenti e di materiali meno preziosi: delle teste ritratto vengono fatti soprammobili, in qualche caso vengono trasformate addirittura in oggetti d’uso come lampade. Bertelli giunge a brevettare la ‘forma’ della sua testa ritratto, vendendone in seguito i diritti.
La riproduzione delle immagini corrisponde alla moltiplicazione degli oggetti, mettendo in discussione lo status tradizionale del ritratto opera d’arte. Seguendo le storie parallele di queste due opere è possibile evidenziare una mutazione avvenuta sia nell’ideazione che nella funzione del ritratto ufficiale, un percorso che giunge alla trasformazione del ritratto in icona del potere e dell’opera d’arte in oggetto di design moltiplicabile.
Papers by Costanza Paolillo
PhD Dissertation by Costanza Paolillo
The dissertation includes two parts: in the first half, I track down the making of the most prominent Italian company in the field of film and photographic supplies. In the first chapter, I follow its history from the birth of SIPE’s explosive plants in Cengio and Cairo Montenotte (Savona) in 1915 to its takeover of other large companies in the 1930s, such as the Società Anonima Tensi and Società Anonima Cappelli, which led to the birth of Ferrania. In the second chapter, I reconnect Ferrania’s technological advancement to the turmoil that shook the European photographic industry after World War II. I also retrace how the dismantlement of the German production system, of which Agfa was part, had a key role in the development of the Italian photo industry. After the war, Ferrania was able to restart its production immediately to provide the Italian professional movie industry, hospitals, and printing workshops with photosensitive supplies. Moreover, I discuss the evolution of Ferrania communication strategies conceived to tackle new potential customers in the national market. The company undertook intense marketing campaigns to reach its new target – amateurs who were once Agfa buyers – by updating its visual style and tone of voice, and by establishing a new illustrated magazine called «Ferrania». As it strengthened its position in the national amateur market, Ferrania contributed to the photographic debate with a new cultural center, the Centro Informazione Ferrania in 1963. Simultaneously, sudden shifts and expansions in the global photographic industry brought the company to financial struggle and managing uncertainness, resulting in the transfer of the holding to the American company 3M in 1964. That was the end of an era and of a decade of cultural policies aimed at strengthening Ferrania’s reputation.
In the second part of the dissertation, I illuminate the relationship between industrial photographic magazines and amateur photographers and home movie makers, zooming on the Italian scene from the 1910s to the 1950s. In chapter three, I discuss the notion of industrial photographic literature, which includes every kind of printed matters by photographic supplies manufacturers both as promotional materials and as technical support. I outline stereotypes and models of a technical but literary genre, well spread from side to side on the Atlantic Ocean by the Eastman Kodak Company and the Agfa. In chapters four and five, I analyze a group of industrial photographic magazines for amateurs, such as: «Note fotografiche» Agfa (1924-1942), «Notiziario fotografico» Olivetti (1940-1946) and the early issues of «Ferrania» (1947-1949). By showing the continuous thread that connects aesthetics, technics, and visual practices throughout those pages, I highlight the connection between industry, amateur clubs, workers’ leisure time organizations, and intellectuals and artists in the Italian photographic scene from 1925 to 1949.
Courses by Costanza Paolillo
Il format scelto è quello del dialogo tra istituzioni (tre per ogni appuntamento) per fare da un lato il punto sulla situazione attuale e dall’altro verificare insieme le prospettive future. Fedele ai suoi intenti statutari, la Sisf, nella veste di interlocutore culturale qualificato ed equidistante, vuole porsi come figura di mediazione tra le diverse istituzioni coinvolte con l’auspicio di offrire loro un’opportunità di valorizzazione dei patrimoni e al pubblico che parteciperà agli incontri un’occasione di conoscenza degli stessi e uno stimolo a rendere gli archivi luoghi vivi di scambio.
Si tiene il 17 marzo alle ore 18 il secondo appuntamento dal titolo Archivi e Memoria. Gli archivi audiovisivi e fotografici per la storia. L’incontro sarà dedicato alla discussione di progetti e iniziative che rimettono in circolazione in modo critico e creativo i materiali e le competenze custodite negli archivi. Si discuterà di archiviazione ma anche di mostre, progetti per la scuola e per il territorio, documentari e piattaforme digitali.
Alla conversazione del 17 marzo, moderata da Serge Noiret (European University Institute presidente AIPH), partecipano i rappresentanti di tre istituzioni:
* Monika Ruga e Andrea Scappa - Archivio LUCE
* Paolo Simoni - Home Movies - Archivio Nazionale del film di famiglia
* Stefano Perulli - Ente Regionale per il Patrimonio culturale - Friuli Venezia Giulia
Saranno presenti:
ANTONIO CARLONI, GALLERIE D'ITALIA TORINO
https://www.gallerieditalia.com
BARBARA COSTA, ARCHIVIO STORICO INTESA SAN PAOLO - MILANO
https://asisp.intesasanpaolo.com/intesa-web/
MARIELLA CRUSCUOLO
FONDAZIONE MAST - BOLOGNA
CHIARA BARIALI
FONDAZIONE MAST - BOLOGNA
per iscrizioni inviare un'email a A INFO@SISF.EU
https://www.mast.org
«Ferrania» si propose come magazine dall’ampio spettro culturale dedicato alla fotografia, alla cinematografia e alle arti figurative rivolto ad un pubblico di dilettanti appartenenti ad una classe borghese in espansione. Poté contare sulla collaborazione di nomi di rilievo in molteplici settori delle arti visive come gli artisti Carlo Carrà, Domenico Cantatore, i critici d’arte e cinema Glauco Viazzi, Mario Verdone, Giuseppe Turroni, Fernaldo di Giammatteo, Ando Gilardi. In ogni numero gli amatori disponevano di articoli firmati da esperti divulgatori di tecnica fotografica come Alfredo Ornano, Guido Pellegrini, Mario Bellavista.
Per circa un ventennio le pagine della rivista ospitarono un dibattito vivo – a tratti aspro – sulla maturazione estetica e sociale dell’immagine fotografica con particolare attenzione al contesto italiano. Dal 1963 la medesima discussione venne promossa dall’azienda nel proprio centro culturale, il CiFe (Centro Informazioni Ferrania). Il centro condivideva a pieno con «Ferrania» le funzioni e ambizioni di incentivare la cultura amatoriale e incrementare la notorietà del marchio. A questi sforzi si mise fine verso la conclusione degli anni Sessanta, quando la multinazionale americana 3M prese controllo dell’azienda ed espanse il mercato oltre i confini nazionali.
These three books are crucial examples of interaction between words and pictures (photos, graphics, illustrations) in the Fascist propaganda. Moreover, although they are all edited under the Regime control, they show diverse representations of the conquering subject and of the conquered object. Lastly, these books are an unusual case of propaganda oriented to Fascist cultural elites instead of masses.
Divise tra numerose collezioni, si conservano tre serie di album, realizzate in un arco cronologico che va dal 1878 al 1915: la prima serie è dedicata a Tranquillo Cremona, artista molto amato scomparso prematuramente; la seconda è dedicata a Giovanni Segantini, pittore di punta della galleria; la terza invece racchiude la produzione pittorica dello stesso Grubicy fino agli ultimi anni della sua vita. Ciascuna serie è composta da diversi album che raccolgono riproduzioni dell’intero percorso dell’artista in preziosi contenitori progettati appositamente.
La lettura comparata dei numerosi esemplari consente un’analisi a vari livelli: il confronto tra bozze annotate e versioni definitive permette uno sguardo interno alla costruzione delle sequenze di immagini, che rappresentava per Grubicy un vero problema di poetica. D’altro canto è possibile mettere a paragone le strategie narrative da lui utilizzate per raccontare da un lato il percorso dei pittori a lui più cari e dall’altro per costruire un’immagine da tramandare della propria identità d’artista. Infine questo gruppo di album permette una riflessione sulla funzione e sui destinatari delle raccolte fotografiche d’artista.
Italo Gilardi was born in Turin from a Swiss family with a long artistic tradition. Until the early Seventies, Gilardi leaded a life divided between his family and his business, increased in volume during the economic miracle years.
In 1973, Italo and his wife Mariella arrived at a turning point: they sold their factory and had to reset their priorities, after a whole life devoted to work. They began to travel and trek in Asia on a regular basis, and in 1976 they reached the Himalayan Region for the first time. For the next ten years, they went back there frequently with prestigious guides, such as Fosco Maraini on the trail of Giuseppe Tucci, father of the modern Tibetology.
Their travels turned into an interest in Himalayan culture, language and art. They joined several Turinese cultural circles opened to Himalayan culture: scholars, painters, and explorers. Soon, they started to purchase Asian artworks from the main European dealers.
While Italo and Mariella Gilardi were trying to reshape their identity in an industrial city, they met the familiar otherness of Asia thanks to a network rooted in Turin. Their collection is the result of the encounter between a bourgeoise family strongly educated in art and the Himalayan culture, style and imagery.
Tra le tante effigi offrono spunti di grande interesse due teste ritratto intitolate Dux, ideate tra il 1928 e il 1933 l’una da Ernesto Michahelles - detto Thayaht - e l’altra da Renato Bertelli. Seppur in condizioni assai differenti, le due opere nascono a Firenze in clima di simpatie futuriste e si distinguono per una spiccata sperimentazione plastica che smorza i riferimenti somatici a Mussolini, ne attenua i tratti espressivi e priva il ritratto dei più tipici attributi del potere. Ciononostante le due sculture trovano il favore ufficiale del regime, che ne promuove la diffusione per mezzo stampa su giornali e cartoline. L’opera di Thayaht, per esempio, circola su una cartolina che riproduce il profilo della scultura con una scritta autografa del Duce: "Questo è Benito Mussolini così come piace a Benito Mussolini". Delle sculture vengono realizzate decine di multipli, anche di dimensioni differenti e di materiali meno preziosi: delle teste ritratto vengono fatti soprammobili, in qualche caso vengono trasformate addirittura in oggetti d’uso come lampade. Bertelli giunge a brevettare la ‘forma’ della sua testa ritratto, vendendone in seguito i diritti.
La riproduzione delle immagini corrisponde alla moltiplicazione degli oggetti, mettendo in discussione lo status tradizionale del ritratto opera d’arte. Seguendo le storie parallele di queste due opere è possibile evidenziare una mutazione avvenuta sia nell’ideazione che nella funzione del ritratto ufficiale, un percorso che giunge alla trasformazione del ritratto in icona del potere e dell’opera d’arte in oggetto di design moltiplicabile.
The dissertation includes two parts: in the first half, I track down the making of the most prominent Italian company in the field of film and photographic supplies. In the first chapter, I follow its history from the birth of SIPE’s explosive plants in Cengio and Cairo Montenotte (Savona) in 1915 to its takeover of other large companies in the 1930s, such as the Società Anonima Tensi and Società Anonima Cappelli, which led to the birth of Ferrania. In the second chapter, I reconnect Ferrania’s technological advancement to the turmoil that shook the European photographic industry after World War II. I also retrace how the dismantlement of the German production system, of which Agfa was part, had a key role in the development of the Italian photo industry. After the war, Ferrania was able to restart its production immediately to provide the Italian professional movie industry, hospitals, and printing workshops with photosensitive supplies. Moreover, I discuss the evolution of Ferrania communication strategies conceived to tackle new potential customers in the national market. The company undertook intense marketing campaigns to reach its new target – amateurs who were once Agfa buyers – by updating its visual style and tone of voice, and by establishing a new illustrated magazine called «Ferrania». As it strengthened its position in the national amateur market, Ferrania contributed to the photographic debate with a new cultural center, the Centro Informazione Ferrania in 1963. Simultaneously, sudden shifts and expansions in the global photographic industry brought the company to financial struggle and managing uncertainness, resulting in the transfer of the holding to the American company 3M in 1964. That was the end of an era and of a decade of cultural policies aimed at strengthening Ferrania’s reputation.
In the second part of the dissertation, I illuminate the relationship between industrial photographic magazines and amateur photographers and home movie makers, zooming on the Italian scene from the 1910s to the 1950s. In chapter three, I discuss the notion of industrial photographic literature, which includes every kind of printed matters by photographic supplies manufacturers both as promotional materials and as technical support. I outline stereotypes and models of a technical but literary genre, well spread from side to side on the Atlantic Ocean by the Eastman Kodak Company and the Agfa. In chapters four and five, I analyze a group of industrial photographic magazines for amateurs, such as: «Note fotografiche» Agfa (1924-1942), «Notiziario fotografico» Olivetti (1940-1946) and the early issues of «Ferrania» (1947-1949). By showing the continuous thread that connects aesthetics, technics, and visual practices throughout those pages, I highlight the connection between industry, amateur clubs, workers’ leisure time organizations, and intellectuals and artists in the Italian photographic scene from 1925 to 1949.