FRANCESCO MAIOLO

This essay constitutes a politico-philosophical short inquiry into the presuppositions and implications of the reduction of Michel Foucault's research project to its bio-political dimension and of the coalescence of libertarian and progressive ideas that are at the heart of his understanding of liberal governamentality. The essay aims to shed light on the controversial relationship between the classical notion of liberty and its management within the liberal science of government as portrayed by the French philosopher. The basic assumption underlying our account is that such relationship is the ground for the intelligibility of the Foucauldian idea of liberalism as actualized utopia. Our main purpose is showing that the concept of sovereignty is not obliterated but rather reinforved by the risks inherent in the very functioning of liberal governamentality.

Come concepire il potere in termini concettuali, e come identifi-carlo e studiarlo in termini empirici, costituisce un insieme di problemi di non facile soluzione. Sul versante teorico, secondo una nota tesi di Ludwig Wittgenstein, il significato delle parole deve essere desunto dall'uso che se ne fa. Il linguaggio è una forma di vita il cui sviluppo consiste nella costante apparizione e sparizione di un'interminabile serie di giochi linguistici 1. Sulla base di questa premessa, fra gli storici delle idee e delle dottrine politiche alcuni ritengono che nell'esaminare le fonti in cui si so-no sedimentate le nozioni-chiave della politica si deve resistere alla tentazione di cercare una saggezza senza tempo, come se lo scopo principale dell'attività interpretativa fosse scoprire cosa dicono i testi canonici a proposito di temi ritenuti di rilevanza universale ab aeterno. Per Quentin Skinner, ad esempio, il rischio di produrre anacronismi si può ridurre solo nella misura in cui si riesce ad evitare di contaminare lo studio storico delle idee poli-tiche con aspettative che fanno correre il rischio di interpretare ciò che un autore ha detto in modo difforme rispetto a ciò che ha 1 L. WITTGENSTEIN, Philosophische Untersuchungen/

Come concepire il potere in termini concettuali, e come identifi-carlo e studiarlo in termini empirici, costituisce un insieme di problemi di non facile soluzione. Sul versante teorico, secondo una nota tesi di Ludwig Wittgenstein, il significato delle parole deve essere desunto dall'uso che se ne fa. Il linguaggio è una forma di vita il cui sviluppo consiste nella costante apparizione e sparizione di un'interminabile serie di giochi linguistici 1. Sulla base di questa premessa, fra gli storici delle idee e delle dottrine politiche alcuni ritengono che nell'esaminare le fonti in cui si so-no sedimentate le nozioni-chiave della politica si deve resistere alla tentazione di cercare una saggezza senza tempo, come se lo scopo principale dell'attività interpretativa fosse scoprire cosa dicono i testi canonici a proposito di temi ritenuti di rilevanza universale ab aeterno. Per Quentin Skinner, ad esempio, il rischio di produrre anacronismi si può ridurre solo nella misura in cui si riesce ad evitare di contaminare lo studio storico delle idee poli-tiche con aspettative che fanno correre il rischio di interpretare ciò che un autore ha detto in modo difforme rispetto a ciò che ha 1 L. WITTGENSTEIN, Philosophische Untersuchungen/

Axel Honneth's political philosophy is an attempt at grounding subjectivity in a relationality governed by principles derived from the ethical order of a society. Authentic liberty, that is, social liberty, can only be attained if moral subjectivity turns into adherence to the given ethical codes. If this merging fails, one is condemned to 'suffer from indeterminacy', crossing the threshold of the pathological. The passage to ethics must therefore be experienced as true liberation by the means of mutual recognition. Only adherence to socially sanctioned rights and duties can display the therapeutic power to which everyone in contemporary Western societies yearns. This essay, through the examination of the method of normative reconstruction, and its relationship with the evolutionary character of ethics, suggests that Honneth's Anerkennungsphilosophie is a critical theory that in fact does not harmonize the needs of individuation and those of socialization, and that the rationalization of ethics constitutes a philosophy of history which, avoiding the negative implications of the power relations inherent in ethics itself, is conducive of further homogenization in thought and further drying up of inter-subjectivity. Abstract La filosofia politica di Axel Honneth è un tentativo di radicare la soggettività nella relazionalità il cui corretto

The core of Michel Foucault’s micro-physics of power is anti-philosophy, that is, the will to
let historicity prevail over intellectual abstraction. The purpose of this article, at a moment in which
philosophy accepts being confined to the proclamation of its own undesirability or of its closure, is to
show that Foucault’s critical project has been pursued by philosophical means for philosophical
purposes, maintaining a dialogue with the theories of power that he ceaselessly sought to deconstruct.