"Un Giudeo che visse a Roma: Flavio Giuseppe", in D. Garribba - M. Vitelli (eds.), Pozzuoli e Roma. Città del cristianesimo antico, Il Pozzo di Giacobbe, Trapani, 2023
La tesi storiografica tradizionale, che vedeva in Flavio Giuseppe un opportunista senza ideali, i... more La tesi storiografica tradizionale, che vedeva in Flavio Giuseppe un opportunista senza ideali, il quale, trasferitosi a Roma, sarebbe stato emarginato dalla locale comunità giudaica e avrebbe svolto il ruolo di storico ufficiale del regime imperiale, ottenendone in cambio cospicui benefici, non appare adeguatamente fondata. I benefici concessi a Giuseppe dai suoi patroni imperiali, a un attento esame, non risultano così significativi, e vanno messi verosimilmente in relazione ai servigi da lui resi ai romani durante la rivolta giudaica (dopo la sua resa ai romani) piuttosto che con la stesura della Guerra giudaica. Quest’ultima, infatti, per molti aspetti non appare in linea con la propaganda romana sulla recente guerra e manifesta chiari intenti apologetici in favore del popolo giudaico e del giudaismo. Probabilmente Giuseppe non occupò alcun posto speciale all’interno della corte flavia. Egli ne rimase piuttosto ai margini alla stregua di numerosi altri clienti della famiglia imperiale. In questa posizione egli fu capace di ritagliarsi uno spazio di relativa autonomia ma, allo stesso tempo, sfruttò presumibilmente i suoi contatti con la corte e con gli Erodi presenti allora a Roma, in primis Agrippa II – di cui probabilmente fu cliente – per svolgere a sua volta un ruolo patronale nei confronti di altri connazionali di più basso rango. Del resto, nonostante le accuse e le critiche rivoltegli, a Roma, da alcuni conterranei essenzialmente a motivo della sua condotta durante la guerra e della sua ricostruzione storica della stessa nella Guerra giudaica, vi è ragione di pensare che egli fosse più integrato nella comunità giudaica romana di quanto di solito non si ritenga. Questa integrazione non significò però una piena e incondizionata assimilazione del giudaismo della diaspora da parte del nostro autore. Giuseppe, nonostante un certo adattamento alla spiritualità diasporica, non recise mai le proprie radici nel giudaismo palestinese, plasticamente attestate dal mantenimento di terreni posseduti in Giudea, e continuò ad affermare con forza e orgoglio la propria identità sacerdotale e le proprie origini gerosolimitane. Nel corso degli anni trascorsi a Roma egli dunque conobbe sì un’evoluzione della sensibilità religiosa, aprendosi a varie istanze tipiche della diaspora, ma tale evoluzione, facilitata dal suo retaggio farisaico e resa necessaria dalla rovina attuale del tempio e della madrepatria, non comportò una “metamorfosi” spirituale, come qualche studioso suggerisce, ma si verificò come uno sviluppo senza cesure nette col passato.
in "Non uno itinere. Ebraismi, cristianesimi, modernità. Studi in onore di Mauro Pesce in occasione del suo ottantesimo compleanno", a cura di M. Rescio, C. Facchini, C. Gianotto, E. Lupieri, F. Motta ed E. Norelli, Humanitas anno LXXVI, Suppl. n. 1, Sett. 2021, pp. 433-442, 2021
Letters and documents that could be attributed to the family of Apollonios son of Heracles illust... more Letters and documents that could be attributed to the family of Apollonios son of Heracles illustrate the private and business life of wealthy Greeks in Egypt during the late 1 st and early 2 nd centuries ce. Based in Hermopolis Magna, the metropolis of the Hermopolite nome in Egypt, the family operated a large and flourishing weaving business from the time of the Ptolemies onward. During the period from which the letters and documents originate, Apollonios himself was the official head of the weaving workshop and at the same time held the highest office in another nome, far from home. Several members of the family, including Apollonios himself, may be compared to Paul of Tarsus in terms of their excellent level of education.
Il libro di Cloe Taddei Ferretti verte sul rapporto interculturale tra due personaggi di spicco ... more Il libro di Cloe Taddei Ferretti verte sul rapporto interculturale tra due personaggi di spicco della tarda antichità: Ipazia di Alessandria, insigne filosofa pagana, e Sinesio di Cirene, suo allievo poi divenuto vescovo cristiano. Da questo rapporto straordinario tra esponenti di culture a quel tempo in aspro conflitto scaturisce, per il nostro presente, un'utile lezione di convivenza armonica nella diversità.
Come è noto, i manoscritti a noi pervenuti delle Antiquitates Iudaicae di Flavio Giuseppe, conten... more Come è noto, i manoscritti a noi pervenuti delle Antiquitates Iudaicae di Flavio Giuseppe, contengono un breve passo su Gesù di Nazareth:
Mosaico, Rivista online del Liceo 'F. Quercia', Marcianise (CE), 2019
Resoconto delle attività messe in essere presso la Società di Scienze, Lettere e Arti di Napoli p... more Resoconto delle attività messe in essere presso la Società di Scienze, Lettere e Arti di Napoli per la preparazione ai certamina delle Olimpiadi Nazionali delle Lingue e delle Civiltà Classiche
Muovendo dalla convinzione ampiamente condivisa nella ricerca recente secondo cui i passi delle A... more Muovendo dalla convinzione ampiamente condivisa nella ricerca recente secondo cui i passi delle Antichità Giudaiche su Gesù e Giacomo sono autentici (il primo almeno parzialmente, il secondo integralmente) e riflettono un punto di vista non ostile nei confronti dei due leaders religiosi, il presente contributo si interroga sulla formazione di tale punto di vista. Per lo più gli studiosi che si sono occupati del problema hanno concentrato la loro indagine sul contesto storico in cui le Antichità hanno visto la luce, ovvero la Roma del tempo di Domiziano, e dietro la composizione dei passi su Gesù e Giacomo hanno sovente individuato motivazioni di natura politica. Nessuna delle loro ipotesi è tuttavia riuscita ad imporsi. Senza negare in linea di principio la bontà di questa pista di ricerca orientata in senso sincronico, l'autore di questo contributo ritiene produttivo, in un'ottica di complementarietà, sviluppare l'indagine anche in una prospettiva diacronica. L'ipotesi avanzata è che già nel periodo palestinese della sua biografia, e per motivazioni anche di ordine religioso, Giuseppe cominciò a maturare l'opinione su Gesù e Giacomo più tardi rispecchiata nel suo opus magnum.
MARCO VITELLI l tema che mi accingo ad affrontare è notoriamente un topos degli studi senecani. S... more MARCO VITELLI l tema che mi accingo ad affrontare è notoriamente un topos degli studi senecani. Si può dire che non esista antologia della letteratura latina che non selezioni almeno qualche paragrafo dell"epistola 47 ad Lucilium sulla schiavitù e non c"è manuale di storia letteraria latina che non dedichi almeno qualche riga ad illustrare la posizione del Cordovano sull"argomento. Tuttavia le pubblicazioni scolastiche offrono in genere trattazioni sommarie, poco o per nulla problematizzate, inclini a ripetere inveterati stereotipi, senza dare granché conto del dibattito critico. In questo articolo, rivolto a studenti e a colleghi di scuola liceale, mi propongo di offrire al lettore uno strumento di approfondimento e aggiornamento ad integrazione del materiale corrente di uso scolastico, senza però alcuna pretesa di completezza o di dire alcunché di definitivo sul tema. Tenterò innanzitutto di presentare in modo organico i principali testi senecani sulla schiavitù delineandone i tratti caratterizzanti ( § 1); mi interrogherò, poi, anche alla luce della recente discussione critica, se la posizione di Seneca sugli schiavi rifletta o meno un"ottica per così dire "progressista", come non di rado si è sostenuto ( § 2); infine proverò a contestualizzare tale posizione da un punto di vista biografico, storico e culturale ( § 3).
The contribution of Giorgio Jossa to the quest for the historical Jesus is analysed in this artic... more The contribution of Giorgio Jossa to the quest for the historical Jesus is analysed in this article by M. Vitelli and D. Garribba. They highlight the results of his studies and distinctive features of his academic production. They pay attention to the attitude of Jossa to the current lines of research, in particular to the Third Quest, and discuss, through two recent works of Jossa, his attempt to draw – using the historical method – a sketch of the public life of Jesus.
Vitelli -Fu Giuseppe un fariseo? 21 FU GIUSEPPE UN FARISEO? LA QUESTIONE DELL'IDENTITÀ RELIGIOSA ... more Vitelli -Fu Giuseppe un fariseo? 21 FU GIUSEPPE UN FARISEO? LA QUESTIONE DELL'IDENTITÀ RELIGIOSA DELLO STORICO GIUDEO NEL PERIODO ANTERIORE ALLA SUA RESA AI ROMANI La testimonianza dell'Autobiografi a MARCO VITELLI
Per un corretto approccio al problema affrontato in questo volume non si può prescindere da un at... more Per un corretto approccio al problema affrontato in questo volume non si può prescindere da un attento esame della situazione del giudaismo palestinese nel quale il movimento dei seguaci di Gesù è nato e col quale si è confrontato. In questo contributo intendo affrontare un aspetto specifico ma assolutamente centrale di questo tema, ovvero il ruolo del fariseismo nella società palestinese all'alba del cristianesimo: la storia della ricerca insegna che il modo in cui si ricostruisce questo ruolo costituisce un fattore determinante per l'interpretazione del giudaismo del Secondo Tempio e dunque del rapporto tra questo e il cristianesimo nascente.
Il libro si sviluppa in due sezioni. Nella prima viene ricostruita la vita e la storia dell’antic... more Il libro si sviluppa in due sezioni. Nella prima viene ricostruita la vita e la storia dell’antica Puteoli, porto di primaria importanza; punto di irradiazione della polìtica romana nel Mediterraneo; approdo obbligato per quanti provenivano dall’Oriente: qui soggiornò Paolo e sorse una delle più antiche comunità cristiane. Nella seconda l’attenzione si sposterà sulla città «Caput mundi», che aveva sottomesso l’intero Mediterraneo, che diventerà uno dei principali centri del cristianesimo nascente. A Roma predicano e vi trovano la morte Paolo e Pietro; qui nasce una comunità avversata e perseguitata, ma capace di divenire un autorevole punto di riferimento per i primi cristiani. Ripercorrendo la storia delle due città sarà possibile cogliere le dinamiche sociali e religiose entro cui i seguaci di Gesù costruirono e definirono la propria identità cristiana.
"Un Giudeo che visse a Roma: Flavio Giuseppe", in D. Garribba - M. Vitelli (eds.), Pozzuoli e Roma. Città del cristianesimo antico, Il Pozzo di Giacobbe, Trapani, 2023
La tesi storiografica tradizionale, che vedeva in Flavio Giuseppe un opportunista senza ideali, i... more La tesi storiografica tradizionale, che vedeva in Flavio Giuseppe un opportunista senza ideali, il quale, trasferitosi a Roma, sarebbe stato emarginato dalla locale comunità giudaica e avrebbe svolto il ruolo di storico ufficiale del regime imperiale, ottenendone in cambio cospicui benefici, non appare adeguatamente fondata. I benefici concessi a Giuseppe dai suoi patroni imperiali, a un attento esame, non risultano così significativi, e vanno messi verosimilmente in relazione ai servigi da lui resi ai romani durante la rivolta giudaica (dopo la sua resa ai romani) piuttosto che con la stesura della Guerra giudaica. Quest’ultima, infatti, per molti aspetti non appare in linea con la propaganda romana sulla recente guerra e manifesta chiari intenti apologetici in favore del popolo giudaico e del giudaismo. Probabilmente Giuseppe non occupò alcun posto speciale all’interno della corte flavia. Egli ne rimase piuttosto ai margini alla stregua di numerosi altri clienti della famiglia imperiale. In questa posizione egli fu capace di ritagliarsi uno spazio di relativa autonomia ma, allo stesso tempo, sfruttò presumibilmente i suoi contatti con la corte e con gli Erodi presenti allora a Roma, in primis Agrippa II – di cui probabilmente fu cliente – per svolgere a sua volta un ruolo patronale nei confronti di altri connazionali di più basso rango. Del resto, nonostante le accuse e le critiche rivoltegli, a Roma, da alcuni conterranei essenzialmente a motivo della sua condotta durante la guerra e della sua ricostruzione storica della stessa nella Guerra giudaica, vi è ragione di pensare che egli fosse più integrato nella comunità giudaica romana di quanto di solito non si ritenga. Questa integrazione non significò però una piena e incondizionata assimilazione del giudaismo della diaspora da parte del nostro autore. Giuseppe, nonostante un certo adattamento alla spiritualità diasporica, non recise mai le proprie radici nel giudaismo palestinese, plasticamente attestate dal mantenimento di terreni posseduti in Giudea, e continuò ad affermare con forza e orgoglio la propria identità sacerdotale e le proprie origini gerosolimitane. Nel corso degli anni trascorsi a Roma egli dunque conobbe sì un’evoluzione della sensibilità religiosa, aprendosi a varie istanze tipiche della diaspora, ma tale evoluzione, facilitata dal suo retaggio farisaico e resa necessaria dalla rovina attuale del tempio e della madrepatria, non comportò una “metamorfosi” spirituale, come qualche studioso suggerisce, ma si verificò come uno sviluppo senza cesure nette col passato.
in "Non uno itinere. Ebraismi, cristianesimi, modernità. Studi in onore di Mauro Pesce in occasione del suo ottantesimo compleanno", a cura di M. Rescio, C. Facchini, C. Gianotto, E. Lupieri, F. Motta ed E. Norelli, Humanitas anno LXXVI, Suppl. n. 1, Sett. 2021, pp. 433-442, 2021
Letters and documents that could be attributed to the family of Apollonios son of Heracles illust... more Letters and documents that could be attributed to the family of Apollonios son of Heracles illustrate the private and business life of wealthy Greeks in Egypt during the late 1 st and early 2 nd centuries ce. Based in Hermopolis Magna, the metropolis of the Hermopolite nome in Egypt, the family operated a large and flourishing weaving business from the time of the Ptolemies onward. During the period from which the letters and documents originate, Apollonios himself was the official head of the weaving workshop and at the same time held the highest office in another nome, far from home. Several members of the family, including Apollonios himself, may be compared to Paul of Tarsus in terms of their excellent level of education.
Il libro di Cloe Taddei Ferretti verte sul rapporto interculturale tra due personaggi di spicco ... more Il libro di Cloe Taddei Ferretti verte sul rapporto interculturale tra due personaggi di spicco della tarda antichità: Ipazia di Alessandria, insigne filosofa pagana, e Sinesio di Cirene, suo allievo poi divenuto vescovo cristiano. Da questo rapporto straordinario tra esponenti di culture a quel tempo in aspro conflitto scaturisce, per il nostro presente, un'utile lezione di convivenza armonica nella diversità.
Come è noto, i manoscritti a noi pervenuti delle Antiquitates Iudaicae di Flavio Giuseppe, conten... more Come è noto, i manoscritti a noi pervenuti delle Antiquitates Iudaicae di Flavio Giuseppe, contengono un breve passo su Gesù di Nazareth:
Mosaico, Rivista online del Liceo 'F. Quercia', Marcianise (CE), 2019
Resoconto delle attività messe in essere presso la Società di Scienze, Lettere e Arti di Napoli p... more Resoconto delle attività messe in essere presso la Società di Scienze, Lettere e Arti di Napoli per la preparazione ai certamina delle Olimpiadi Nazionali delle Lingue e delle Civiltà Classiche
Muovendo dalla convinzione ampiamente condivisa nella ricerca recente secondo cui i passi delle A... more Muovendo dalla convinzione ampiamente condivisa nella ricerca recente secondo cui i passi delle Antichità Giudaiche su Gesù e Giacomo sono autentici (il primo almeno parzialmente, il secondo integralmente) e riflettono un punto di vista non ostile nei confronti dei due leaders religiosi, il presente contributo si interroga sulla formazione di tale punto di vista. Per lo più gli studiosi che si sono occupati del problema hanno concentrato la loro indagine sul contesto storico in cui le Antichità hanno visto la luce, ovvero la Roma del tempo di Domiziano, e dietro la composizione dei passi su Gesù e Giacomo hanno sovente individuato motivazioni di natura politica. Nessuna delle loro ipotesi è tuttavia riuscita ad imporsi. Senza negare in linea di principio la bontà di questa pista di ricerca orientata in senso sincronico, l'autore di questo contributo ritiene produttivo, in un'ottica di complementarietà, sviluppare l'indagine anche in una prospettiva diacronica. L'ipotesi avanzata è che già nel periodo palestinese della sua biografia, e per motivazioni anche di ordine religioso, Giuseppe cominciò a maturare l'opinione su Gesù e Giacomo più tardi rispecchiata nel suo opus magnum.
MARCO VITELLI l tema che mi accingo ad affrontare è notoriamente un topos degli studi senecani. S... more MARCO VITELLI l tema che mi accingo ad affrontare è notoriamente un topos degli studi senecani. Si può dire che non esista antologia della letteratura latina che non selezioni almeno qualche paragrafo dell"epistola 47 ad Lucilium sulla schiavitù e non c"è manuale di storia letteraria latina che non dedichi almeno qualche riga ad illustrare la posizione del Cordovano sull"argomento. Tuttavia le pubblicazioni scolastiche offrono in genere trattazioni sommarie, poco o per nulla problematizzate, inclini a ripetere inveterati stereotipi, senza dare granché conto del dibattito critico. In questo articolo, rivolto a studenti e a colleghi di scuola liceale, mi propongo di offrire al lettore uno strumento di approfondimento e aggiornamento ad integrazione del materiale corrente di uso scolastico, senza però alcuna pretesa di completezza o di dire alcunché di definitivo sul tema. Tenterò innanzitutto di presentare in modo organico i principali testi senecani sulla schiavitù delineandone i tratti caratterizzanti ( § 1); mi interrogherò, poi, anche alla luce della recente discussione critica, se la posizione di Seneca sugli schiavi rifletta o meno un"ottica per così dire "progressista", come non di rado si è sostenuto ( § 2); infine proverò a contestualizzare tale posizione da un punto di vista biografico, storico e culturale ( § 3).
The contribution of Giorgio Jossa to the quest for the historical Jesus is analysed in this artic... more The contribution of Giorgio Jossa to the quest for the historical Jesus is analysed in this article by M. Vitelli and D. Garribba. They highlight the results of his studies and distinctive features of his academic production. They pay attention to the attitude of Jossa to the current lines of research, in particular to the Third Quest, and discuss, through two recent works of Jossa, his attempt to draw – using the historical method – a sketch of the public life of Jesus.
Vitelli -Fu Giuseppe un fariseo? 21 FU GIUSEPPE UN FARISEO? LA QUESTIONE DELL'IDENTITÀ RELIGIOSA ... more Vitelli -Fu Giuseppe un fariseo? 21 FU GIUSEPPE UN FARISEO? LA QUESTIONE DELL'IDENTITÀ RELIGIOSA DELLO STORICO GIUDEO NEL PERIODO ANTERIORE ALLA SUA RESA AI ROMANI La testimonianza dell'Autobiografi a MARCO VITELLI
Per un corretto approccio al problema affrontato in questo volume non si può prescindere da un at... more Per un corretto approccio al problema affrontato in questo volume non si può prescindere da un attento esame della situazione del giudaismo palestinese nel quale il movimento dei seguaci di Gesù è nato e col quale si è confrontato. In questo contributo intendo affrontare un aspetto specifico ma assolutamente centrale di questo tema, ovvero il ruolo del fariseismo nella società palestinese all'alba del cristianesimo: la storia della ricerca insegna che il modo in cui si ricostruisce questo ruolo costituisce un fattore determinante per l'interpretazione del giudaismo del Secondo Tempio e dunque del rapporto tra questo e il cristianesimo nascente.
Il libro si sviluppa in due sezioni. Nella prima viene ricostruita la vita e la storia dell’antic... more Il libro si sviluppa in due sezioni. Nella prima viene ricostruita la vita e la storia dell’antica Puteoli, porto di primaria importanza; punto di irradiazione della polìtica romana nel Mediterraneo; approdo obbligato per quanti provenivano dall’Oriente: qui soggiornò Paolo e sorse una delle più antiche comunità cristiane. Nella seconda l’attenzione si sposterà sulla città «Caput mundi», che aveva sottomesso l’intero Mediterraneo, che diventerà uno dei principali centri del cristianesimo nascente. A Roma predicano e vi trovano la morte Paolo e Pietro; qui nasce una comunità avversata e perseguitata, ma capace di divenire un autorevole punto di riferimento per i primi cristiani. Ripercorrendo la storia delle due città sarà possibile cogliere le dinamiche sociali e religiose entro cui i seguaci di Gesù costruirono e definirono la propria identità cristiana.
Negli ultimi anni allo schema tradizionale che faceva della storia del primo cristianesimo un pro... more Negli ultimi anni allo schema tradizionale che faceva della storia del primo cristianesimo un processo lineare ed inequivocabile, fondato su un suo sviluppo regolare e quasi necessario, si è sostituita l'esigenza di guardare a tale sviluppo come ad un processo complesso, di cui aspetto fondamentale è la coesistenza di forme e modalità diverse di conservare, rielaborare e tramandare la memoria di Gesù. La convinzione che il Vangelo, inteso quale forma letteraria, fosse l'esito naturale al finire della prima generazione dei seguaci di Gesù ha rappresentato per lungo tempo il presupposto ermeneutico attraverso cui leggere l'intera storia delle tradizioni su Gesù, ma tale esito non solo non è dato sin dalle origini, ma trascura -se non addirittura cancella -la dimensione prevalentemente orale della storia del primo cristianesimo. È in un quadro completamente nuovo che deve porsi la nascita del Vangelo e il confronto con altre coesistenti tradizioni su Gesù. Il volume si interroga su quello che accadde prima che emergesse in via esclusiva l'opzione scritturistica e si affermasse la forma-Vangelo, facendo luce sulle modalità in cui nella prima storia cristiana furono trasmessi gli insegnamenti, le parole e le azioni di Gesù, sul Sitz im Leben delle diverse tradizioni e sul dibattito che intorno ad esse andò sviluppandosi.
Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2006 Qual era il quadro delle speranze messianiche al tempo di Gesù... more Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2006 Qual era il quadro delle speranze messianiche al tempo di Gesù? Quanto ad esse è debitrice la riflessione cristologica dei seguaci del Maestro di Nazareth e in che misura, invece, se ne distacca? Gesù ha realmente rivendicato per se stesso un'identità messianica? La necessità di ripensare la questione messianica tra II secolo a.C. e I secolo d.C. si è fatta più forte alla luce degli studi sui manoscritti qumranici e della rivalutazione della letteratura apocrifa. La nuova documentazione ha fatto emergere una realtà giudaica estremamente variegata anche sul piano delle concezioni messianiche. Di qui l'abbandono dell'idea tradizionale di un messianismo giudaico monolitico con cui la fede in Cristo sarebbe entrata da subito in rotta di collisione e l'esigenza di reimpostare ab imis il problema delle origini della cristologia. Sorge, dunque, una domanda che attraversa la storia per investire il presente delle relazioni tra ebrei e cristiani: la questione messianica costituisce realmente l'oggetto dell'eterno conflitto tra giudaismo e cristianesimo o, piuttosto, la sua amplificazione non è altro che un cliché occidentale, radicato nelle scelte teologiche ed apologetiche della cristologia primitiva e del giudaismo rabbinico? Il volume raccoglie i contributi della "II Giornata di studio sulla storia del Cristianesimo" organizzata dalla Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale (sez. San Luigi) in collaborazione con l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e con il Dipartimento di Discipline storiche dell'Università "Federico II".
Gli incontri si svolgeranno in presenza, nella sede della PFTIM - sez. S. Luigi, in via Petrarca... more Gli incontri si svolgeranno in presenza, nella sede della PFTIM - sez. S. Luigi, in via Petrarca 115, Napoli, e online (il link sarà comunicato agli iscritti la settimana precedenti gli incontri) secondo il calendario riportato.
Il ciclo di incontri sulla città di Pozzuoli rientra nel progetto "Le città del cristianesimo ant... more Il ciclo di incontri sulla città di Pozzuoli rientra nel progetto "Le città del cristianesimo antico" dell'Istituto di Storia del Cristianesimo "Cataldo Naro" della PFTIM, sez. S. Luigi, e si propone di esaminare la storia e l'archeologia di questa importante realtà urbana del territorio campano in età antica
Città di antichissima fondazione, per secoli centro di primaria importanza della costa anatolica,... more Città di antichissima fondazione, per secoli centro di primaria importanza della costa anatolica, Efeso assunse contorni da metropoli con Augusto, divenendo capitale della provincia romana d'Asia. Sede di uno dei più importanti santuari del mondo mediterraneo - il tempio di Artemide - Efeso fu luogo di incontro tra confessioni e credi diversi. Qui predicò Paolo e qui la tradizione cristiana pone l'operato di Giovanni, nel nome del quale fiorì una delle più importanti comunità del primo cristianesimo. Ad Efeso è dedicato un ciclo di lezioni che cerca di far luce su una delle più influenti città del cristianesimo antico.
_________________________________________________________________________________________________... more _________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ 23 marzo 2021-ore 16.30 BRUNA PIERI (Università Alma mater studiorum di Bologna) Vita, morte (e miracoli) della traduzione dal latino a scuola e all'università _________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ 29 marzo 2021-ore 15.30 FILIPPOMARIA PONTANI (Università Ca' Foscari di Venezia) I traduttor de' traduttor di Omero: rendere e proporre l'esegesi antica _________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ 9 aprile 2021-ore 16.30 PIETRO CAPPELLETTO (Liceo B. Zucchi di Monza) Il mio latino: spunti e proposte per una tradizione viva dei classici _________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ 12 aprile 2021-ore 16.30 GIOVANNI INDELLI (Università degli Studi di Napoli Federico II) Tradurre Plutarco _________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ 21 aprile 2021-ore 16.30 ENRICO RENNA (Liceo A. Pansini di Napoli) Le parole della traduzione. Specimina di testi scientifici dal greco e dal latino _________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ 6 maggio 2021-ore 16.30 La traduzione nella didattica a distanza: come non rendere inutile una pratica necessaria ________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ 17 maggio 2021-ore 16.30 WALTER LAPINI (Università di Genova) Uso del vocabolario e traduzione creativa _________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________-
L'incontro si svolgerà online al link: https://meet.google.com/ndv-jfrz-eoa Martedì 23 febbraio 2... more L'incontro si svolgerà online al link: https://meet.google.com/ndv-jfrz-eoa Martedì 23 febbraio 2021, ore 16.30 presentazione del volume di Dario Garribba
Il progetto intende presentare, in più anni accademici, le realtà urbane e/o regionali entro cui ... more Il progetto intende presentare, in più anni accademici, le realtà urbane e/o regionali entro cui nacquero e fiorirono nel corso del I-II secolo le comunità cristiane. L’intenzione è di offrire non solo la ricostruzione della vita e della storia delle diverse comunità cristiane, ma anche un’immagine complessiva delle città, illustrandone gli aspetti geografici, sociali, politici, economici e cultuali più rilevanti, per poi riflettere sul modo in cui il cristianesimo venne a relazionarsi, definirsi, ed eventualmente affermarsi, in tali realtà.
Il progetto intende presentare, in più anni accademici, le realtà urbane e/o regionali entro cui ... more Il progetto intende presentare, in più anni accademici, le realtà urbane e/o regionali entro cui nacquero e fiorirono nel corso del I-II secolo le comunità cristiane.
L’intenzione è di offrire non solo la ricostruzione della vita e della storia delle diverse comunità cristiane, ma anche un’immagine complessiva delle città, illustrandone gli aspetti geografici, sociali, politici, economici e cultuali più rilevanti, per poi riflettere sul modo in cui il cristianesimo venne a relazionarsi, definirsi, ed eventualmente affermarsi, in tali realtà.
Il progetto intende presentare, in più anni accademici, le realtà urbane e/o regionali entro cui ... more Il progetto intende presentare, in più anni accademici, le realtà urbane e/o regionali entro cui nacquero e fiorirono nel corso del I-II secolo le comunità cristiane. L’intenzione è di offrire non solo la ricostruzione della vita e della storia delle diverse comunità cristiane, ma anche un’immagine complessiva delle città, illustrandone gli aspetti geografici, sociali, politici, economici e cultuali più rilevanti, per poi riflettere sul modo in cui il cristianesimo venne a relazionarsi, definirsi, ed eventualmente affermarsi, in tali realtà.
Intervento alla tavola rotonda organizzata dall'Enoch Seminar Italia sul libro di Crossley e Myles, "Jesus: A Life in Class Conflict", 2023
L'intervento si è articolato in due momenti: nel primo si è presa in esame la ricostruzione della... more L'intervento si è articolato in due momenti: nel primo si è presa in esame la ricostruzione della Galilea offerta da J. Crossley ed R.J. Myles nel loro recente libro "Jesus: A Life in Class Conflict", mettendone a fuoco meriti e criticità; nel secondo momento sono stati evidenziati alcuni aspetti problematici dell'approccio metodologico dei due autori
Galilee in the time of Jesus: was it a hotbed of revolutionaries? Traditionally first century Gal... more Galilee in the time of Jesus: was it a hotbed of revolutionaries? Traditionally first century Galilee was regarded as a hotbed of revolutionaries. This image of the region was obviously functional to the thesis of the revolutionary Jesus, but it was also supported by those scholars who, interpreting Jesus in a pacifist key, believed that his Galilean origin was at the origin of a misunderstanding that helps explain his death on the cross. This traditional image of the Galilee has begun to be contested especially since the studies of S. Freyne. It, however, still has its supporters today. This paper aims to examine the problem, focusing in particular on the years of the tetrarchy of Herod Antipas.
Marco Vitelli dialoga col prof. Giorgio Jossa sul tema del Gesù storico: incontro tenutosi marted... more Marco Vitelli dialoga col prof. Giorgio Jossa sul tema del Gesù storico: incontro tenutosi martedì 5 aprile presso la Pontificia Facoltà teologica dell'Italia Meridionale - sez. S. Luigi e organizzato dall'Istituto di Storia del cristianesimo Cataldo Naro. La registrazione dell'incontro può essere reperita al link https://www.youtube.com/watch?v=Fb9zoVRqe5Y
Si tratta di un percorso articolato in tre videolezioni sul tema di "Flavio Giuseppe e le origini... more Si tratta di un percorso articolato in tre videolezioni sul tema di "Flavio Giuseppe e le origini cristiane" promosso dal gruppo FB "Kairòs - Storia del Cristianesimo".
La prima videolezione si prefigge lo scopo di tracciare un profilo biografico e letterario di Flavio Giuseppe, nella convinzione che una conoscenza adeguata dell’autore gerosolimitano e delle sue opere sia la condizione imprescindibile per interpretare correttamente i passi flaviani rilevanti per lo studio del tema oggetto del percorso proposto. La trattazione della biografia e degli scritti dello storico ebreo è preceduta da una breve riflessione di natura metodologica sull’uso di Flavio Giuseppe come fonte storica per l’indagine sul cristianesimo nascente. Link della registrazione: https://www.youtube.com/watch?v=eawPDwut__I.
La seconda videolezione verte essenzialmente sui passi delle Antichità Giudaiche relativi a Giovanni il Battista e a Giacomo “il fratello di Gesù”. I due testi sono discussi in merito ai loro principali problemi interpretativi ed al loro valore come testimonianze storiche. La parte iniziale del video è dedicata, a mo’ di preambolo, al tema dell’uso e dell’abuso di Flavio Giuseppe nel cristianesimo antico. Link della registrazione: https://www.youtube.com/watch?v=RzqKcn5gAh4.
La terza videolezione è interamente dedicata al passo delle Antichità Giudaiche su Gesù di Nazareth. Di questo testo straordinariamente controverso si prendono in considerazione il problema dell’autenticità e quello dell’interpretazione, nonché la questione del valore come fonte per l’indagine sul Gesù storico. Link della registrazione: https://www.youtube.com/watch?v=j64ol_h3kLA.
Ipazia di Alessandria e Sinesio di Cirene: un rapporto interculturale
Il video della presentazione è reperibile al seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=BfN... more Il video della presentazione è reperibile al seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=BfNMVXjmxiI
Le città del Cristianesimo antico -PFTIM sez. San Luigi -8 marzo 2017 Marco Vitelli 1. INTRODUZIO... more Le città del Cristianesimo antico -PFTIM sez. San Luigi -8 marzo 2017 Marco Vitelli 1. INTRODUZIONE ! Il ruolo "ancillare" dello studio della Galilea nella storia della ricerca ! Condizionamenti e precomprensioni nella storia della ricerca sulla Galilea 2. LE FONTI ! Flavio Giuseppe ! I Vangeli ! la letteratura rabbinica ! le fonti archeologiche 3. ORIENTAMENTI DELLA RICERCA ! La tesi tradizionale: una Galilea poco integrata nel giudaismo ! Rivisitazioni recenti della tesi tradizionale: o la Galilea "carismatica" di G. Vermes; o la Galilea ellenizzata del Jesus Seminar; o la Galilea "israelitica" di R. Horsley; ! La tesi emergente: una Galilea integrata nel giudaismo 4. PROFILO ETNICO E CULTURALE DELLA GALILEA
I VANGELI APOCRIFI E IL GESU’ STORICO
INTRODUZIONE
1. COSA SONO I VANGELI APOCRIFI?
- Chiarif... more I VANGELI APOCRIFI E IL GESU’ STORICO
INTRODUZIONE
1. COSA SONO I VANGELI APOCRIFI? - Chiarificazione terminologica - Esclusione dal Canone - Dispersione, oblio e latenza
2. GLI APOCRIFI NELLA STORIA DELLA RICERCA SUL GESU’ STORICO 2.1. Il disprezzo degli apocrifi nella storiografia tradizionale 2.2. La “rivincita” degli apocrifi: dalle scoperte archeologiche al Jesus Seminar 2.3. Reazioni apologetiche ed esigenza di una valutazione equanime delle fonti apocrife
3. I VANGELI APOCRIFI COME FONTI STORICHE: RIFLESSIONI METODOLOGICHE 3.1. I Vangeli apocrifi come testimonianza del pluralismo cristiano dei primi secoli. 3.2. “Canonico” e “apocrifo” nella ricerca storica: due categorie equivoche. Varietà dei vangeli “apocrifi”. 3.3. I vangeli apocrifi come fonti storiche per l’indagine sulle origini cristiane - Luso dei vangeli apocrifi per lo studio della tradizione - L’uso dei vangeli apocrifi nell’indagine sul Gesù storico
4. FOCUS: TRE VANGELI APOCRIFI AL CENTRO DEL DIBATTITO SUL GESU’ STORICO 4.1. Il Vangelo di Tommaso La scoperta e il genere letterario; il rapporto con i Sinottici; l’orientamento ideologico; la datazione; ipotesi di stratificazione; un Gesù sapienziale? 4.2. Il Vangelo segreto di Marco La scoperta e i contenuti dei frammenti; l’interpretazione di M. Smith; dubbi sulla genuinità dell’opera e della sua scoperta; un’interpretazione alternativa 4.3. Vangelo di Pietro La scoperta e i contenuti dell’opera; la notizia di Eusebio sulla condanna del Vangelo di Pietro da parte del vescovo Serapione; l’ipotesi di J.D. Crossan e il rapporto con i vangeli canonici; un testo eterodosso?
opinione storiografica oggi prevalente, il giudaismo del Secondo Tempio era incentrato essenzialm... more opinione storiografica oggi prevalente, il giudaismo del Secondo Tempio era incentrato essenzialmente sulla legge rituale e sul tempio; di conseguenza la distruzione di quest'ultimo nel 70 d.C. fu un evento catastrofico che determinò lo scioglimento dei gruppi religiosi tradizionali e una profonda e duratura crisi teologica. J. Klawans contesta tale ricostruzione e ritiene che essa dipenda in gran parte dall'indebita svalutazione della testimonianza di Flavio Giuseppe sulle haireseis giudaiche e della sua teologia. Fondamentalmente sono tre i punti su cui insiste lo studioso: (1) il quadro delle "scuole" religiose offerto da Giuseppe, dove a prevalere sono gli aspetti teologico--dottrinali, trova conferma in altro materiale documentario; nell'interpretazione complessiva del giudaismo del Secondo Tempio occorre pertanto valorizzare maggiormente la componente teologica rispetto a quella rituale; (2) dal punto di vista teologico Flavio Giuseppe può essere considerato un fariseo; (3) la sua teologia mostra un notevole spessore e attesta la capacità del giudaismo di rispondere efficacemente e in breve tempo alla crisi del 70 d.C., il cui impatto fu perciò meno drammatico di quanto generalmente si pensa.
Il cristianesimo è sin dalle sue origini un fenomeno urbano dell’area del Mediterraneo: nelle cit... more Il cristianesimo è sin dalle sue origini un fenomeno urbano dell’area del Mediterraneo: nelle città operano i primi predicatori e prevalentemente nelle città nascono i primi gruppi di credenti in Gesù. Comprendere il cristianesimo significa allora far luce sulla realtà sociale, politica ed economica in cui si costituiscono le prime comunità e sui modi in cui la nuova realtà sociale cristiana si innesta nel tessuto cittadino. Non si tratta di ricostruire semplicemente il contesto storico che fa da corona al cristianesimo delle origini. Le prime comunità non vanno infatti intese come corpi sociali da subito definiti e distinti, dotati di un profilo già compiutamente delineato, quanto come organismi in divenire su cui differenti fattori agiscono dinamicamente, contribuendo a plasmarne e a formarne le specifiche identità. È questo lo spirito da cui nasce il presente volume a più voci che raccoglie gli interventi tenuti tra 2016 e il 2018 presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale – Sezione San Luigi nell’ambito del ciclo di lezioni “Le città del cristianesimo antico”, promosso dall’Istituto di Storia del Cristianesimo “Mons. Cataldo Naro”.
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Papers by Marco Vitelli
I benefici concessi a Giuseppe dai suoi patroni imperiali, a un attento esame, non risultano così significativi, e vanno messi verosimilmente in relazione ai servigi da lui resi ai romani durante la rivolta giudaica (dopo la sua resa ai romani) piuttosto che con la stesura della Guerra giudaica. Quest’ultima, infatti, per molti aspetti non appare in linea con la propaganda romana sulla recente guerra e manifesta chiari intenti apologetici in favore del popolo giudaico e del giudaismo. Probabilmente Giuseppe non occupò alcun posto speciale all’interno della corte flavia. Egli ne rimase piuttosto ai margini alla stregua di numerosi altri clienti della famiglia imperiale. In questa posizione egli fu capace di ritagliarsi uno spazio di relativa autonomia ma, allo stesso tempo, sfruttò presumibilmente i suoi contatti con la corte e con gli Erodi presenti allora a Roma, in primis Agrippa II – di cui probabilmente fu cliente – per svolgere a sua volta un ruolo patronale nei confronti di altri connazionali di più basso rango. Del resto, nonostante le accuse e le critiche rivoltegli, a Roma, da alcuni conterranei essenzialmente a motivo della sua condotta durante la guerra e della sua ricostruzione storica della stessa nella Guerra giudaica, vi è ragione di pensare che egli fosse più integrato nella comunità giudaica romana di quanto di solito non si ritenga.
Questa integrazione non significò però una piena e incondizionata assimilazione del giudaismo della diaspora da parte del nostro autore. Giuseppe, nonostante un certo adattamento alla spiritualità diasporica, non recise mai le proprie radici nel giudaismo palestinese, plasticamente attestate dal mantenimento di terreni posseduti in Giudea, e continuò ad affermare con forza e orgoglio la propria identità sacerdotale e le proprie origini gerosolimitane. Nel corso degli anni trascorsi a Roma egli dunque conobbe sì un’evoluzione della sensibilità religiosa, aprendosi a varie istanze tipiche della diaspora, ma tale evoluzione, facilitata dal suo retaggio farisaico e resa necessaria dalla rovina attuale del tempio e della madrepatria, non comportò una “metamorfosi” spirituale, come qualche studioso suggerisce, ma si verificò come uno sviluppo senza cesure nette col passato.
– a sketch of the public life of Jesus.
Books by Marco Vitelli
I benefici concessi a Giuseppe dai suoi patroni imperiali, a un attento esame, non risultano così significativi, e vanno messi verosimilmente in relazione ai servigi da lui resi ai romani durante la rivolta giudaica (dopo la sua resa ai romani) piuttosto che con la stesura della Guerra giudaica. Quest’ultima, infatti, per molti aspetti non appare in linea con la propaganda romana sulla recente guerra e manifesta chiari intenti apologetici in favore del popolo giudaico e del giudaismo. Probabilmente Giuseppe non occupò alcun posto speciale all’interno della corte flavia. Egli ne rimase piuttosto ai margini alla stregua di numerosi altri clienti della famiglia imperiale. In questa posizione egli fu capace di ritagliarsi uno spazio di relativa autonomia ma, allo stesso tempo, sfruttò presumibilmente i suoi contatti con la corte e con gli Erodi presenti allora a Roma, in primis Agrippa II – di cui probabilmente fu cliente – per svolgere a sua volta un ruolo patronale nei confronti di altri connazionali di più basso rango. Del resto, nonostante le accuse e le critiche rivoltegli, a Roma, da alcuni conterranei essenzialmente a motivo della sua condotta durante la guerra e della sua ricostruzione storica della stessa nella Guerra giudaica, vi è ragione di pensare che egli fosse più integrato nella comunità giudaica romana di quanto di solito non si ritenga.
Questa integrazione non significò però una piena e incondizionata assimilazione del giudaismo della diaspora da parte del nostro autore. Giuseppe, nonostante un certo adattamento alla spiritualità diasporica, non recise mai le proprie radici nel giudaismo palestinese, plasticamente attestate dal mantenimento di terreni posseduti in Giudea, e continuò ad affermare con forza e orgoglio la propria identità sacerdotale e le proprie origini gerosolimitane. Nel corso degli anni trascorsi a Roma egli dunque conobbe sì un’evoluzione della sensibilità religiosa, aprendosi a varie istanze tipiche della diaspora, ma tale evoluzione, facilitata dal suo retaggio farisaico e resa necessaria dalla rovina attuale del tempio e della madrepatria, non comportò una “metamorfosi” spirituale, come qualche studioso suggerisce, ma si verificò come uno sviluppo senza cesure nette col passato.
– a sketch of the public life of Jesus.
Sede di uno dei più importanti santuari del mondo mediterraneo - il tempio di Artemide - Efeso fu luogo di incontro tra confessioni e credi diversi. Qui predicò Paolo e qui la tradizione cristiana pone l'operato di Giovanni, nel nome del quale fiorì una delle più importanti comunità del primo cristianesimo.
Ad Efeso è dedicato un ciclo di lezioni che cerca di far luce su una delle più influenti città del cristianesimo antico.
L’intenzione è di offrire non solo la ricostruzione della vita e della storia delle diverse comunità cristiane, ma anche un’immagine complessiva delle città, illustrandone gli aspetti geografici, sociali, politici, economici e cultuali più rilevanti, per poi riflettere sul modo in cui il cristianesimo venne a relazionarsi, definirsi, ed eventualmente affermarsi, in tali realtà.
L’intenzione è di offrire non solo la ricostruzione della vita e della storia delle diverse comunità cristiane, ma anche un’immagine complessiva
delle città, illustrandone gli aspetti geografici, sociali, politici, economici e cultuali più rilevanti, per poi riflettere sul modo in cui il cristianesimo
venne a relazionarsi, definirsi, ed eventualmente affermarsi, in tali realtà.
La prima videolezione si prefigge lo scopo di tracciare un profilo biografico e letterario di Flavio Giuseppe, nella convinzione che una conoscenza adeguata dell’autore gerosolimitano e delle sue opere sia la condizione imprescindibile per interpretare correttamente i passi flaviani rilevanti per lo studio del tema oggetto del percorso proposto. La trattazione della biografia e degli scritti dello storico ebreo è preceduta da una breve riflessione di natura metodologica sull’uso di Flavio Giuseppe come fonte storica per l’indagine sul cristianesimo nascente. Link della registrazione: https://www.youtube.com/watch?v=eawPDwut__I.
La seconda videolezione verte essenzialmente sui passi delle Antichità Giudaiche relativi a Giovanni il Battista e a Giacomo “il fratello di Gesù”. I due testi sono discussi in merito ai loro principali problemi interpretativi ed al loro valore come testimonianze storiche. La parte iniziale del video è dedicata, a mo’ di preambolo, al tema dell’uso e dell’abuso di Flavio Giuseppe nel cristianesimo antico. Link della registrazione: https://www.youtube.com/watch?v=RzqKcn5gAh4.
La terza videolezione è interamente dedicata al passo delle Antichità Giudaiche su Gesù di Nazareth. Di questo testo straordinariamente controverso si prendono in considerazione il problema dell’autenticità e quello dell’interpretazione, nonché la questione del valore come fonte per l’indagine sul Gesù storico. Link della registrazione: https://www.youtube.com/watch?v=j64ol_h3kLA.
INTRODUZIONE
1. COSA SONO I VANGELI APOCRIFI?
- Chiarificazione terminologica
- Esclusione dal Canone
- Dispersione, oblio e latenza
2. GLI APOCRIFI NELLA STORIA DELLA RICERCA SUL GESU’ STORICO
2.1. Il disprezzo degli apocrifi nella storiografia tradizionale
2.2. La “rivincita” degli apocrifi: dalle scoperte archeologiche al Jesus Seminar
2.3. Reazioni apologetiche ed esigenza di una valutazione equanime delle fonti apocrife
3. I VANGELI APOCRIFI COME FONTI STORICHE: RIFLESSIONI METODOLOGICHE
3.1. I Vangeli apocrifi come testimonianza del pluralismo cristiano dei primi secoli.
3.2. “Canonico” e “apocrifo” nella ricerca storica: due categorie equivoche. Varietà dei vangeli “apocrifi”.
3.3. I vangeli apocrifi come fonti storiche per l’indagine sulle origini cristiane
- Luso dei vangeli apocrifi per lo studio della tradizione
- L’uso dei vangeli apocrifi nell’indagine sul Gesù storico
4. FOCUS: TRE VANGELI APOCRIFI AL CENTRO DEL DIBATTITO SUL GESU’ STORICO
4.1. Il Vangelo di Tommaso
La scoperta e il genere letterario; il rapporto con i Sinottici; l’orientamento ideologico; la datazione; ipotesi di stratificazione; un Gesù sapienziale?
4.2. Il Vangelo segreto di Marco
La scoperta e i contenuti dei frammenti; l’interpretazione di M. Smith; dubbi sulla genuinità dell’opera e della sua scoperta; un’interpretazione alternativa
4.3. Vangelo di Pietro
La scoperta e i contenuti dell’opera; la notizia di Eusebio sulla condanna del Vangelo di Pietro da parte del vescovo Serapione; l’ipotesi di J.D. Crossan e il rapporto con i vangeli canonici; un testo eterodosso?
CONCLUSIONI