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Caterina Malavolti

    Caterina Malavolti

    Il diritto alla secessione nel costituzionalismo moderno: un’analisi dei movimenti indipendentisti di Quebec, Scozia e Catalogna. Quando sentiamo parlare di ‘secessione’ la nostra mente quasi immediatamente va alla Guerra Civile... more
    Il diritto alla secessione nel costituzionalismo moderno:
    un’analisi dei movimenti indipendentisti di Quebec, Scozia e Catalogna.

    Quando sentiamo parlare di ‘secessione’ la nostra mente quasi immediatamente va alla Guerra Civile Americana, oppure alle lotte per l’indipendenza di ex paesi coloniali. In altre parole, tendiamo a pensare alla secessione come ad un fenomeno del passato, di scarsa attualità. Niente di più falso. Negli ultimi trent’anni la secessione è entrata a far parte del dibattito politico e giuridico contemporaneo di numerosi stati democratici, ad esempio Canada, Spagna e Regno Unito. Originariamente giustificata come espressione ultima del diritto all’autodeterminazione dei popoli, di recente la secessione è stata invocata come corollario del principio di democrazia partecipativa, segnando anche un ritorno dei relativi strumenti di deliberazione diretta. Al di là delle motivazioni sottostanti e delle modalità con cui queste istanze vengano espresse, si tratta di un fenomeno a prima vista indesiderabile, in grado di danneggiare la stabilità politica interna ed internazionale. La secessione, infatti, mette in discussione le tradizionali fondamenta dello Stato, quali sovranità e integrità territoriale, ma al tempo stesso ha come obiettivo ultimo quello di creare un’entità che possegga le stesse caratteristiche.
    La palese impossibilità della dottrina tradizionale di spiegare e giustificare un fenomeno tanto contraddittorio, impone di procedere all’analisi empirica dei movimenti indipendentisti recenti e di tentare, per quanto possibile, di dare risposta agli interrogativi più impellenti, ovvero: esiste un diritto alla secessione? È compatibile con il concetto contemporaneo di costituzione? Ma soprattutto, che implicazioni potrebbe avere riconoscerlo? Alla luce della più recente dottrina, sempre più orientata verso una concezione democratica di secessione, mi sono ripromessa di fornire delle risposte convincenti alle suddette domande.
    Il mio lavoro sarà diviso in tre parti. La prima, Diritti a confronto e questioni terminologiche, sarà innanzitutto dedicata all’analisi delle teorie tradizionali riguardanti la secessione, nello specifico al suo rapporto con il controverso diritto all’autodeterminazione dei popoli, e con l’attuale regime di tutela delle minoranze. In seguito considererò il problema della secessione dal punto di vista del diritto internazionale, riportando quanto stabiliscono a riguardo i principali strumenti giuridici. Infine cercherò di stabilire, attraverso l’analisi comparata di diversi testi costituzionali, se vi sia spazio per la secessione nel costituzionalismo moderno.
    Nella seconda parte, Costituzionalizzare la secessione, sosterrò l’importanza di ‘normalizzare’ il fenomeno della secessione sottoponendolo alle regole del diritto e riportandolo dentro i limiti della dialettica costituzionale. A tal proposito presenterò l’innovativa tesi di Wayne Norman secondo la quale inserire il diritto alla secessione in costituzione potrebbe eventualmente servire a ‘domare’ i movimenti indipendentisti. Sebbene l’assunto di base sia affascinante, sono state opposte numerose obiezioni di ordine filosofico e giuridico, che tenterò di confutare per quanto possibile. Affronterò brevemente anche il complesso tema delle sub-minoranze.
    Nella terza ed ultima parte, L’analisi dei movimenti separatisti di Quebec, Scozia e Catalogna,  confronterò le esperienze di Canada, Regno Unito e Spagna relative alla gestione delle rivendicazioni indipendentiste interne. Concluderò che a fronte di una maggiore legittimazione e regolamentazione  —come nel caso di Quebec e Scozia— le aspirazioni nazionaliste dei diversi movimenti hanno finito per ridimensionarsi, e trovare espressione entro il pre-esistente contesto costituzionale. Al contrario, il persistente rifiuto delle istituzioni spagnole di riconoscere spazio alle istanze catalane, ha avuto, ad oggi, l’unico risultato di inasprire le pretese secessioniste.
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