Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell'Università di Bologna nell’ambito del progetto "Inventari di libri nel Medioevo e nella prima età moderna. Ricerca di base e storia della cultura" (cofinanziato dalla S.I.S.M.E.L.).
Dottore di ricerca (Dottorato in Culture letterarie e filologiche, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, dipartimento FICLIT) con la tesi "La fortuna di Seneca tragico nella tradizione dei magistri dei secoli XIV e XV" (giudizio: Eccellente con lode).
Laurea Magistrale in Italianistica, Culture letterarie europee e Scienze linguistiche conseguita presso l'Università di Bologna discutendo la tesi: "I marginalia del manoscritto Escorialensis T III 11: Petrarca e Seneca tragico tra lettura, filologia e invenzione letteraria" (110/110 con lode).
Laurea in Lettere Moderne conseguita presso l'Università di Bologna discutendo la tesi "L'ekpyrosis in Seneca filosofo, scienziato e tragediografo: tra ortodossia e innovazione" (110/110 con lode).
Address: Bologna, Emilia-Romagna, Italy
Dottore di ricerca (Dottorato in Culture letterarie e filologiche, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, dipartimento FICLIT) con la tesi "La fortuna di Seneca tragico nella tradizione dei magistri dei secoli XIV e XV" (giudizio: Eccellente con lode).
Laurea Magistrale in Italianistica, Culture letterarie europee e Scienze linguistiche conseguita presso l'Università di Bologna discutendo la tesi: "I marginalia del manoscritto Escorialensis T III 11: Petrarca e Seneca tragico tra lettura, filologia e invenzione letteraria" (110/110 con lode).
Laurea in Lettere Moderne conseguita presso l'Università di Bologna discutendo la tesi "L'ekpyrosis in Seneca filosofo, scienziato e tragediografo: tra ortodossia e innovazione" (110/110 con lode).
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Books by Sara Fazion
La fortuna delle 'Tragoediae' di Seneca conobbe uno momento decisivo nel corso del Trecento e all’inizio del Quattrocento. In questo periodo l’opera, riscoperta da poco tempo e destinata a conoscere in seguito straordinaria circolazione in Europa durante il Rinascimento, attrasse l’attenzione di letterati e poeti, ma anche di commentatori attivi nelle Università e nelle scuole italiane. Tali vivaci ambienti rappresentarono un formidabile 'medium' di diffusione delle 'Tragoediae' e dei loro materiali esegetici. Infatti, se Petrarca e Boccaccio lessero i drammi latini e li rievocarono nei loro scritti, alcuni importanti esegeti-professori come Giovanni del Virgilio, Pietro da Moglio, Domenico Bandini, Bartolomeo del Regno e 'Petrus Parmensis' commentarono i versi di Seneca e li discussero a lezione. Questa esegesi continua, multiforme e aperta pure al dialogo con l’arte della miniatura costituì un imprescindibile punto di riferimento per gli allievi di tali maestri. Tra di essi figurano Coluccio Salutati, Francesco da Fiano e Francesco Piendibeni da Montepulciano, che diverranno i primi rappresentati dell’Umanesimo. I percorsi seguiti dall’esegesi e dalla fortuna delle 'Tragoediae' nel XIV secolo e agli albori del XV, analizzati nel presente volume, offrono dunque un esempio delle molteplici strade della tradizione del testo, e un efficace paradigma di quanto Medioevo e Umanesimo, lungi dall’essere concepite come categorie storiche, poterono in quest’epoca dialogare proficuamente sul piano dell’ermeneutica e della diffusione della conoscenza.
Papers by Sara Fazion
was made to apply Gianfranco Contini’s trans-Lachmannian diffraction theory; but the 'stemmata codicum' obtained were multiple, and characterized by ‘constellations’ of manuscripts rather than hierarchically structured families. Rejecting, therefore, any Lachmann-inspired logic, the 'restitutio textus' was based on Bédier’s method, particularly suited to the Argumenta tradition, which followed procedures typical of reportationes. So, to edit a text, it’s always useful to evaluate all methods that seem appropriate, considering them with a conciliatory perspective,
in order to find or create the most appropriate philological approach.
...
L’articolo descrive i metodi seguiti per l’edizione critica degli 'Argumenta' delle 'Tragoediae' di Seneca composti da Pietro da Moglio, professore ed esegeta di fine Trecento a Bologna e Padova. Tali riassunti vennero trascritti nei codici non solo sulla base di un antigrafo, ma, in molte occasioni, sotto dettatura di un 'magister' o per via mnemonica. Poiché nella tradizione di questi testi sono presenti pochissimi errori monogenetici, un maggior numero di varianti adiafore e molte difformità grafico-fonetiche poligenetiche, in un primo momento è sembrato possibile applicare la teoria trans-lachamnniana della diffrazione di Gianfranco Contini. Ma si sono ottenuti 'stemmata codicum' plurimi, caratterizzati da ‘costellazioni’ di manoscritti e non da famiglie strutturate in modo gerarchico. Abbandonata dunque qualsiasi logica ispirata al Lachmann, per la 'restituito textus' si è seguito il metodo di Bédier, particolarmente adatto alla tradizione degli 'Argumenta', che seguì procedimenti tipici delle 'reportationes'. Per l’edizione di qualsiasi testo, è quindi utile soppesare tutti i metodi ecdotici che sembrino adeguati, valutandoli con ottica conciliativa, al fine di trovare o creare la strada filologica più appropriata.
Before the ‘Commedia’ : A New Quotation of the Latin Verses attributed to Dante and the Epistle of Friar Ilaro • The essay presents new insights into the querelle on the Epistle of friar Ilaro and some exegetical texts on Dante’s Commedia on the basis of unpublished materials from the ms. Napoli, Biblioteca Nazionale ‘Vittorio Emanuele III’, Fondo principale, IV D 41 ; a manuscript composed in the early 15th century, which transmits the Tragedies of Lucius Anneus Seneca accompanied by a probable transcription of a lecture given in Bologna. After the description of the manuscript, the article discusses the observations on the genre of the Commedia and the citation of the Latin hexameter in one of its unpublished texts, comparing it with the proem of Filippo Villani’s Expositio to Inferno, with passages from his De origine civitatis Florentie and Dante’s biographies of Domenico Bandini, Giannozzo Manetti and Gian Mario Filelfo, with a passage from the commentary of the Anonimo fiorentino and with the accessus of the Epistle to Cangrande della Scala. However, the parallels with Benvenuto da Imola’s Comentum to the Commedia and his first lectures on the poem given in Bologna are clear, and even more striking are the similarities with Boccaccio’s Esposizioni. Nevertheless, when compared to the sources, the text shows some original features. Finally, new hypotheses on the reliability of Ilaro’s epistle are considered.
Studente a Bologna dal 1320 al 1326, Petrarca ebbe qui modo di assistere alle lezioni di Giovanni del Virgilio sui classici: in particolare a quelle sulle Metamorfosi di Ovidio, di cui sopravvive memoria scritta nell’Expositio del magister al poema, intessuta di continui richiami a testi degli auctores. Tra questi, Giovanni conferisce grande rilievo alle Tragoediae di Seneca, già diffuse a inizio Trecento nell’ambiente di Bologna, in contatto anche con Padova, dove radicato era il culto dei drammi latini. Ascoltando Giovanni e disponendo dei suoi scritti, Petrarca ebbe dunque l’opportunità di approfondire il proprio interesse per le Tragoediae, già nato durante i primi anni avignonesi e in seguito coronato con la lettura dei drammi senecani nel ms. Escorialensis T III 11. L’ipotesi di una precoce ricezione petrarchesca delle Tragoediae mediata dall’esegesi di Giovanni del Virgilio è del resto avvalorata dalla presenza di analogie tra le allusioni all’opera rilevabili nell’Expositio del maestro – incentrate sulle vicende di Medea, Ercole, Fedra e Ippolito – e i brani del poeta connessi a questi miti, a Seneca tragico e alle postille dell’Escorialensis.
L'articolo è stato scritto assieme a Giacomo Ventura, e fa parte della sezione "L'imaging multispettrale sui manoscritti. Casi di studio da Petrarca a Carlo Levi" (di Sara Fazion; Riccardo Gasperina Geroni; Sara Obbiso; Carolina Rossi; Giacomo Ventura) di <<Umanistica digitale>>, a. XX (2022)
The article aims to outline, albeit in brief, the panorama of translations of Francesco Petrarca's works around the world. Particular attention is paid to translations into French, Spanish, German, Czech, Danish, English, Chinese and Japanese.
degne dei foschi scenari del teatro senecano.
Book Reviews by Sara Fazion
Conference Presentations by Sara Fazion
La fortuna delle 'Tragoediae' di Seneca conobbe uno momento decisivo nel corso del Trecento e all’inizio del Quattrocento. In questo periodo l’opera, riscoperta da poco tempo e destinata a conoscere in seguito straordinaria circolazione in Europa durante il Rinascimento, attrasse l’attenzione di letterati e poeti, ma anche di commentatori attivi nelle Università e nelle scuole italiane. Tali vivaci ambienti rappresentarono un formidabile 'medium' di diffusione delle 'Tragoediae' e dei loro materiali esegetici. Infatti, se Petrarca e Boccaccio lessero i drammi latini e li rievocarono nei loro scritti, alcuni importanti esegeti-professori come Giovanni del Virgilio, Pietro da Moglio, Domenico Bandini, Bartolomeo del Regno e 'Petrus Parmensis' commentarono i versi di Seneca e li discussero a lezione. Questa esegesi continua, multiforme e aperta pure al dialogo con l’arte della miniatura costituì un imprescindibile punto di riferimento per gli allievi di tali maestri. Tra di essi figurano Coluccio Salutati, Francesco da Fiano e Francesco Piendibeni da Montepulciano, che diverranno i primi rappresentati dell’Umanesimo. I percorsi seguiti dall’esegesi e dalla fortuna delle 'Tragoediae' nel XIV secolo e agli albori del XV, analizzati nel presente volume, offrono dunque un esempio delle molteplici strade della tradizione del testo, e un efficace paradigma di quanto Medioevo e Umanesimo, lungi dall’essere concepite come categorie storiche, poterono in quest’epoca dialogare proficuamente sul piano dell’ermeneutica e della diffusione della conoscenza.
was made to apply Gianfranco Contini’s trans-Lachmannian diffraction theory; but the 'stemmata codicum' obtained were multiple, and characterized by ‘constellations’ of manuscripts rather than hierarchically structured families. Rejecting, therefore, any Lachmann-inspired logic, the 'restitutio textus' was based on Bédier’s method, particularly suited to the Argumenta tradition, which followed procedures typical of reportationes. So, to edit a text, it’s always useful to evaluate all methods that seem appropriate, considering them with a conciliatory perspective,
in order to find or create the most appropriate philological approach.
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L’articolo descrive i metodi seguiti per l’edizione critica degli 'Argumenta' delle 'Tragoediae' di Seneca composti da Pietro da Moglio, professore ed esegeta di fine Trecento a Bologna e Padova. Tali riassunti vennero trascritti nei codici non solo sulla base di un antigrafo, ma, in molte occasioni, sotto dettatura di un 'magister' o per via mnemonica. Poiché nella tradizione di questi testi sono presenti pochissimi errori monogenetici, un maggior numero di varianti adiafore e molte difformità grafico-fonetiche poligenetiche, in un primo momento è sembrato possibile applicare la teoria trans-lachamnniana della diffrazione di Gianfranco Contini. Ma si sono ottenuti 'stemmata codicum' plurimi, caratterizzati da ‘costellazioni’ di manoscritti e non da famiglie strutturate in modo gerarchico. Abbandonata dunque qualsiasi logica ispirata al Lachmann, per la 'restituito textus' si è seguito il metodo di Bédier, particolarmente adatto alla tradizione degli 'Argumenta', che seguì procedimenti tipici delle 'reportationes'. Per l’edizione di qualsiasi testo, è quindi utile soppesare tutti i metodi ecdotici che sembrino adeguati, valutandoli con ottica conciliativa, al fine di trovare o creare la strada filologica più appropriata.
Before the ‘Commedia’ : A New Quotation of the Latin Verses attributed to Dante and the Epistle of Friar Ilaro • The essay presents new insights into the querelle on the Epistle of friar Ilaro and some exegetical texts on Dante’s Commedia on the basis of unpublished materials from the ms. Napoli, Biblioteca Nazionale ‘Vittorio Emanuele III’, Fondo principale, IV D 41 ; a manuscript composed in the early 15th century, which transmits the Tragedies of Lucius Anneus Seneca accompanied by a probable transcription of a lecture given in Bologna. After the description of the manuscript, the article discusses the observations on the genre of the Commedia and the citation of the Latin hexameter in one of its unpublished texts, comparing it with the proem of Filippo Villani’s Expositio to Inferno, with passages from his De origine civitatis Florentie and Dante’s biographies of Domenico Bandini, Giannozzo Manetti and Gian Mario Filelfo, with a passage from the commentary of the Anonimo fiorentino and with the accessus of the Epistle to Cangrande della Scala. However, the parallels with Benvenuto da Imola’s Comentum to the Commedia and his first lectures on the poem given in Bologna are clear, and even more striking are the similarities with Boccaccio’s Esposizioni. Nevertheless, when compared to the sources, the text shows some original features. Finally, new hypotheses on the reliability of Ilaro’s epistle are considered.
Studente a Bologna dal 1320 al 1326, Petrarca ebbe qui modo di assistere alle lezioni di Giovanni del Virgilio sui classici: in particolare a quelle sulle Metamorfosi di Ovidio, di cui sopravvive memoria scritta nell’Expositio del magister al poema, intessuta di continui richiami a testi degli auctores. Tra questi, Giovanni conferisce grande rilievo alle Tragoediae di Seneca, già diffuse a inizio Trecento nell’ambiente di Bologna, in contatto anche con Padova, dove radicato era il culto dei drammi latini. Ascoltando Giovanni e disponendo dei suoi scritti, Petrarca ebbe dunque l’opportunità di approfondire il proprio interesse per le Tragoediae, già nato durante i primi anni avignonesi e in seguito coronato con la lettura dei drammi senecani nel ms. Escorialensis T III 11. L’ipotesi di una precoce ricezione petrarchesca delle Tragoediae mediata dall’esegesi di Giovanni del Virgilio è del resto avvalorata dalla presenza di analogie tra le allusioni all’opera rilevabili nell’Expositio del maestro – incentrate sulle vicende di Medea, Ercole, Fedra e Ippolito – e i brani del poeta connessi a questi miti, a Seneca tragico e alle postille dell’Escorialensis.
L'articolo è stato scritto assieme a Giacomo Ventura, e fa parte della sezione "L'imaging multispettrale sui manoscritti. Casi di studio da Petrarca a Carlo Levi" (di Sara Fazion; Riccardo Gasperina Geroni; Sara Obbiso; Carolina Rossi; Giacomo Ventura) di <<Umanistica digitale>>, a. XX (2022)
The article aims to outline, albeit in brief, the panorama of translations of Francesco Petrarca's works around the world. Particular attention is paid to translations into French, Spanish, German, Czech, Danish, English, Chinese and Japanese.
degne dei foschi scenari del teatro senecano.