Location via proxy:   [ UP ]  
[Report a bug]   [Manage cookies]                
Skip to main content
Riflessioni a margine di T. Amico di Meane, “Sulle spalle dei giganti”. La questione metodologica del diritto comparato e il suo racconto, Napoli, 2022.
This article embraces comparative law to consider some of the moments that, in over 70 years, led from the granting to the revocation of the autonomy of the Indian State of Jammu and Kashmir (J&K). It argues that the epilogue of this... more
This article embraces comparative law to consider some of the moments that, in over 70 years, led from the granting to the revocation of the autonomy of the Indian State of Jammu and Kashmir (J&K). It argues that the epilogue of this path, that is, the controversial move by the Indian Government on 5th August 2019, is not at all surprising, as often described. Rather, it represents only the last and foretold moment of the progressive erosion of Kashmir's federal asymmetry, crystallized in Article 370 of the Indian Constitution, and carried out by governments of different political colours, with the endorsement of the Supreme Court. Ultimately, the trajectory of J&K does not resemble that of Indian federalism, proving to be a different story important to be recorded.
The legal ambiguities of an undeclared state of emergency-The management of Covid-19 has brought India to a de facto state of emergency, characterized by a significant alteration of its form of state, form of government, together with a... more
The legal ambiguities of an undeclared state of emergency-The management of Covid-19 has brought India to a de facto state of emergency, characterized by a significant alteration of its form of state, form of government, together with a strong compression of fundamental rights. Yet, in adopting this posture, the Indian government has not resorted to the emergency provisions established by the Constitution, nor to those that allow the Central Union to exercise "centrifugal" powers in specific circumstances. In turn, the Indian states, among the various options, preferred to invoke a colonial law of 1897. The article in question seeks to investigate the reasons for these choices, placing them within the complex matrix of Indian legal culture.
Il mondo globale sta sollecitando la curiosità del giuscomparatista ad intraprendere “viaggi” verso destinazioni lontane (in primis Africa e Asia) tradizionalmente considerate secondarie dall’accademia occidentale. Una tensione... more
Il mondo globale sta sollecitando la curiosità del giuscomparatista ad intraprendere “viaggi” verso destinazioni lontane (in primis Africa e Asia) tradizionalmente considerate secondarie dall’accademia occidentale. Una tensione intellettuale che ha tuttavia messo in luce l’inadeguatezza degli equipaggiamenti metodologici di cui dispone il giurista occidentale per stabilire una comunicazione empatica con l’alterità giuridica. Tali limiti hanno radici ben salde nella modernità positivista e possono essere declinati con riferimento sia alla strumentazione metodologica che alla sua narrazione fortemente semplificata. Occorrono nuovi percorsi creativi che facciano della consapevolezza metodologica un obiettivo centrale nella formazione del giurista globale, stimolandone così un’identità accademica che sappia prescindere dalla mera strumentalità della propria ricerca.
Un viaggio attraverso la storia moderna del diritto comparato e i suoi metodi. Come itinerario quello di centocinquant’anni di comparazione giuridica (1850-2000), ripercorsi consultando la letteratura metodologica, ma anche gli atti di... more
Un viaggio attraverso la storia moderna del diritto comparato e i suoi metodi. Come itinerario quello di centocinquant’anni di comparazione giuridica (1850-2000), ripercorsi consultando la letteratura metodologica, ma anche gli atti di alcune delle più note conferenze della disciplina, a partire dal Congresso “fondativo” di Parigi del 1900, nonché i verbali delle prime associazioni di comparatisti e le loro vivaci corrispondenze epistolari. Ne emerge un affresco sugli entusiasmi, le speranze, ma anche i dubbi e le molte frustrazioni di una disciplina nata nel segno della “sovversione” verso le altre (e ben più antiche) scienze giuridiche, e che sceglie il metodo come via per ottenere la sua emancipazione. Da allora, si assiste alla progressiva maturazione di una comunità di studiosi, inizialmente di origine europea, borghese, e declinata al maschile. Ma che, con il tempo, estende i propri confini al mondo non occidentale (beyond the West), facendo dell’esigenza di comprendere quella radicale diversità un poderoso stimolo per l’innovazione metodologica. La storia dei metodi del diritto comparato è qui ricostruita dunque, come la storia dei suoi protagonisti, non solo quelli occidentali, e delle rispettive biografie che si intrecciano con gli eventi politici, economici e sociali dell’epoca. Impossibile comprendere, ad esempio, l’irrequietezza metodologica di Raymond Saleilles (1855-1912), se non lo si colloca all’interno delle insicurezze della Terza Repubblica francese; la sensibilità di Ernst Rabel (1974-1955), se non si pensa alla Germania sconfitta della Prima guerra mondiale; la vitalità metodologica di Gino Gorla (1906-1992), se non in relazione all’afflato dell’Italia del secondo dopoguerra. Un approccio interdisciplinare che offre spunti non solo sulla genesi dei metodi della comparazione giuridica, ma anche sul modo in cui essi vengono tramandati alle generazioni successive, e spesso da queste sovvertiti, mostrando tutta la complessità del rapporto dei comparatisti con i loro maestri e “giganti” del passato.