We present a diplomatic transcription (and a photographic reproduction) of the autograph draft of... more We present a diplomatic transcription (and a photographic reproduction) of the autograph draft of a detailed memory about the historian Jules Michelet, written a few days after his death by a journalist and politician who had assiduously frequented him between 1859 and 1867. The author, Pierre Denis, who played a non-marginal role during the Paris Commune, proves to be an attentive observer able to capture the essential elements of the personality and the method of a man considered “father of the historiography of France”. He provides us a portrait of this man and his time, lively and rich in insights. It is particularly interesting the Denis’ appreciation of Balzac’s works, a judgment that has strong analogies with Marx’s and Engels’ opinion, (the Comedie humaine as a “realistic history of French society”). Keywords: Denis; Michelet; Balzac; Marx; French social history.
... 6 Córtese, op. cit., I, 240 ss. 7 V. mfra, § 3. 8 V. infra, §§ 4-5. 9 V. infra, § 4. 10 Emil ... more ... 6 Córtese, op. cit., I, 240 ss. 7 V. mfra, § 3. 8 V. infra, §§ 4-5. 9 V. infra, § 4. 10 Emil Landsberg, Die „Quaestiones" des Azo (Friburgi Brisigavorum 1888) q. V, p. 55: „... quia ubi in totum est sublata principalis et per consequentiam accessoria, ut ... [C.4.32.26; ...
Non sempre, per il solo fatto di essere rimasto inedito, un testo merita attenzione e, meno che m... more Non sempre, per il solo fatto di essere rimasto inedito, un testo merita attenzione e, meno che mai, la fatica di una edizione. Se non vogliamo perseverare nella tradizione positivista, che affida alla scoperta e alla stampa di nuove fonti ogni “avanzamento” della conoscenza storica, dobbiamo rassegnarci a lasciar godere il meritato riposo a molte centinaia (o migliaia) di volumi e fogli manoscritti che giacciono sugli scaffali di biblioteche pubbliche e private.
Per esemplificare, si possono menzionare i tantissimi corsi di lezioni di diritto, di filosofia e di teologia, dati nei secoli XVII e XVIII, amorevolmente raccolti dai reportatores e sopravvissuti a testimoniare una cultura in via di superamento o già superata nei tempi stessi in cui furono scritti. A prescindere dalla loro edizione, lo studio di simili materiali può essere prezioso per comprendere lo stato della “cultura media”, ancora largamente diffusa in momenti in
cui si stanno verificando profonde trasformazioni del pensiero. Questo articolo è lo studio di un manoscritto cartaceo di mm 185 x 115; pp. (10), 300, III; (6), 73, I, (6), anticamente numerate ad inchiostro dalla stessa mano che scrive il testo. Legatura coeva in cuoio
marrone con impressioni a freddo ai piatti, dorso a cinque nervi con impressioni in
oro e tassello, con forti tracce d’uso. Scrittura minuta, di un’unica mano del sec. XVIII,
abbastanza regolare e ordinata, ma con alcune cancellature e pochi ripensamenti che
consentono di ipotizzare l’autografia. Si tratta di due corsi di lezione, tenuti a Poitiers
dal gesuita Riviére e trascritti, forse da appunti, da Jacques Mathurin Brisson. Il primo è databile al dicembre 1742 (Anno MDCCXLII exeunte), il secondo al giugno 1743 (Anno MDCCXLIII mediante).
We present a diplomatic transcription (and a photographic reproduction) of the autograph draft of... more We present a diplomatic transcription (and a photographic reproduction) of the autograph draft of a detailed memory about the historian Jules Michelet, written a few days after his death by a journalist and politician who had assiduously frequented him between 1859 and 1867. The author, Pierre Denis, who played a non-marginal role during the Paris Commune, proves to be an attentive observer able to capture the essential elements of the personality and the method of a man considered “father of the historiography of France”. He provides us a portrait of this man and his time, lively and rich in insights. It is particularly interesting the Denis’ appreciation of Balzac’s works, a judgment that has strong analogies with Marx’s and Engels’ opinion, (the Comedie humaine as a “realistic history of French society”). Keywords: Denis; Michelet; Balzac; Marx; French social history.
... 6 Córtese, op. cit., I, 240 ss. 7 V. mfra, § 3. 8 V. infra, §§ 4-5. 9 V. infra, § 4. 10 Emil ... more ... 6 Córtese, op. cit., I, 240 ss. 7 V. mfra, § 3. 8 V. infra, §§ 4-5. 9 V. infra, § 4. 10 Emil Landsberg, Die „Quaestiones" des Azo (Friburgi Brisigavorum 1888) q. V, p. 55: „... quia ubi in totum est sublata principalis et per consequentiam accessoria, ut ... [C.4.32.26; ...
Non sempre, per il solo fatto di essere rimasto inedito, un testo merita attenzione e, meno che m... more Non sempre, per il solo fatto di essere rimasto inedito, un testo merita attenzione e, meno che mai, la fatica di una edizione. Se non vogliamo perseverare nella tradizione positivista, che affida alla scoperta e alla stampa di nuove fonti ogni “avanzamento” della conoscenza storica, dobbiamo rassegnarci a lasciar godere il meritato riposo a molte centinaia (o migliaia) di volumi e fogli manoscritti che giacciono sugli scaffali di biblioteche pubbliche e private.
Per esemplificare, si possono menzionare i tantissimi corsi di lezioni di diritto, di filosofia e di teologia, dati nei secoli XVII e XVIII, amorevolmente raccolti dai reportatores e sopravvissuti a testimoniare una cultura in via di superamento o già superata nei tempi stessi in cui furono scritti. A prescindere dalla loro edizione, lo studio di simili materiali può essere prezioso per comprendere lo stato della “cultura media”, ancora largamente diffusa in momenti in
cui si stanno verificando profonde trasformazioni del pensiero. Questo articolo è lo studio di un manoscritto cartaceo di mm 185 x 115; pp. (10), 300, III; (6), 73, I, (6), anticamente numerate ad inchiostro dalla stessa mano che scrive il testo. Legatura coeva in cuoio
marrone con impressioni a freddo ai piatti, dorso a cinque nervi con impressioni in
oro e tassello, con forti tracce d’uso. Scrittura minuta, di un’unica mano del sec. XVIII,
abbastanza regolare e ordinata, ma con alcune cancellature e pochi ripensamenti che
consentono di ipotizzare l’autografia. Si tratta di due corsi di lezione, tenuti a Poitiers
dal gesuita Riviére e trascritti, forse da appunti, da Jacques Mathurin Brisson. Il primo è databile al dicembre 1742 (Anno MDCCXLII exeunte), il secondo al giugno 1743 (Anno MDCCXLIII mediante).
Materialismo Storico. Rivista di filosofia, storia e scienze umane afferente al Dipartimento di s... more Materialismo Storico. Rivista di filosofia, storia e scienze umane afferente al Dipartimento di studi umanistici dell'Università di Urbino e con il patrocinio della Internationale Gesellschaft Hegel-Marx fuer dialektisches Denken.
Historical materialism occupied for a long time a central position in Italian philosophical debate: on the contrary, it seems to be neglected today in academic studies. Whereas in other countries there are a lot of publications and cultural enterprises that follow the profile of this tendency, in Italy it seems to be banished as a memory of a closed political and intellectual season. Our review is an attempt to rediscover and renew the most innovative Italian version of Marxism, strengthening pluralism in Italian cultural debate and inside university.
Keywords: Italian marxism; Historical materialism; Gramsci; Academic magazines.
Un incartamento processuale del secondo Quattrocento fa rivivere alcune vicende di scontri cittad... more Un incartamento processuale del secondo Quattrocento fa rivivere alcune vicende di scontri cittadini nella realtà messinese del tempo.
Una lettura delle vicende politico-istituzionali di un grande centro mercantile del mediterraneo:... more Una lettura delle vicende politico-istituzionali di un grande centro mercantile del mediterraneo: Messina dal XII al XVII secolo. The history of the Mediterranean city of Messina between XII and XVII centuries.
Analisi della visione maiestatica di Federico II, quale risulta dal Liber Augustalis, e della su... more Analisi della visione maiestatica di Federico II, quale risulta dal Liber Augustalis, e della sua strettissima connessione con la cultura giuridica di diritto comune nel Medioevo. This book is an analysis of the vision of Frederick II of the majesty, and its connction with Roman law.
Perché l'esplosione di irrazionalità costituita dalla caccia alle streghe si verifica a partire d... more Perché l'esplosione di irrazionalità costituita dalla caccia alle streghe si verifica a partire dal Rinascimento, sul nascere della modernità, quando inizia la Scienza sperimentale? Perché la Chiesa, dopo aver negato per secoli la realtà del volo notturno, ne accoglie la credenza e la sancisce con l'emanazione della Hexenbulle del 1484? Il passaggio dalla sorcery alla witchcraft comporta l'abbandono dei paradigmi razionali che caratterizzano il pensiero filosofico e la cultura giuridica del Basso Medioevo. I nuovi inquisitori non si limitano a colpire l'eresia e gli eretici, ma usano la paura del demoniaco per imporre il capovolgimento delle regole della logica e del diritto. Una società che ha iniziato a sperimentare nuove forme dell'economia e nuove relazioni tra gli uomini e che sta elaborando una nuova visione del mondo subisce l'egemonia di vecchi ceti che serrano le fila per arrestare le diaboliche trasformazioni in corso.
Nel corso d’uno studio sugli autografi del protonot
ario apostolico
cinquecentesco Tommaso Bell... more Nel corso d’uno studio sugli autografi del protonot
ario apostolico
cinquecentesco Tommaso Bellorusso, la cui opera è l
egata al secolare culto dei Sette
Angeli, lo storico del diritto Federico Martino inc
rocia, nel trattato
De duabus
Madalenis,
la citazione di un’opera di Agrippa.
Il prelato cita un
Mago
?
Reperita l’opera, trova in calce il testo delle
allegationes
tecnico-giuridiche che
Agrippa redige per un processo per stregoneria nel
quale è avvocato difensore.
Il
Mago
difende una strega?
Questi intriganti interrogativi sono stati
causa impulsiva
al viaggio intrapreso
dall’Autore per la costruzione del suo recente lavo
ro,
Il volo notturno delle streghe
1
, e
l’iniziale curiosità
,
strada facendo, è stata sostituita da una
causa finalis
: perché nel
Rinascimento, sul nascere della modernità, si verif
ica l’esplosione di irrazionalità
che la caccia alle streghe costituisce, mentre s’af
ferma la scienza sperimentale?
Ancora, perché la Chiesa dopo aver negato fino alla
Exenbulle
che il
volo notturno
sia reale, dismettendo il dato fondante dell’irreal
tà della stregoneria, ne recepisce la
credenza?
Lo studio storico di Federico Martino appartiene a quella categoria di libri (non molto
numer
osi... more Lo studio storico di Federico Martino appartiene a quella categoria di libri (non molto numer osi invero) che uniscono il rigore scientifico nell’utilizzazione delle fonti ad una esposizione gradevole e intrigante. Siamo in presenza di una trattazione molto dotta, ma sviluppata con grande chiarezza e coerenza attorno ai temi centrali del rapporto t ra potere e cultura, da una parte, e tra politica e diritto, dall’altra. Dalle pagine di questo libro emergono problemi che ancora oggi, in un contesto storico molto diverso, si impongono alla riflessione non solo degli storici e dei giuristi, ma, più in generale, di tutti coloro che si interrogano sulla complessa, e per niente lineare, formazione dell’egemonia – per usare un linguaggio gramsciano caro a Martino – intesa come intreccio profondo di forza e consenso. Non sempre le classi sociali, che tendono a trasformare un dato assetto di potere economico e politico, riescono a creare, in sincronia con la loro ascesa, un comune sentire adeguato ai mutamenti che esse stesse contribuiscono a determinare. All’interno di quelle che potremmo chiamare le “asimmet rie” della storia, si svolgono vicende di massa, anche tragiche, frutto di contrasti drammatici tra componenti diverse della società non coerenti tra loro, perché influenzate da condizioni, economiche e culturali, specifiche di gruppi sociali, di terr itori , di apparati di potere che si trasformano in tempi, luoghi e modi anche molto distanti e differenti. La sconnessione tra cultura e politica messa in luce da Martino nel suo contributo scientifico è quella tra l’apertura alla laicità, di cui si fanno porta tori, tra XV e XVI secolo, l’Umanesimo e il Rinascimento, e l’eterno timore dei ceti dominanti nei confronti delle “novità”, che possono erodere i vincoli, materiali e spirituali, da cui deriva la perpetuazione del loro potere. La “caccia alle streghe” è i l prodotto della paura irrazionale dei detentori del potere di perdere gli strumenti di controllo della società, proprio in un passaggio storico in cui si manifestavano i fermenti che avrebbero portato, nei secoli successivi, a rivolgimenti sempre più radi cali nell’economia, nella cultura e nella politica
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Papers by Federico Martino
Per esemplificare, si possono menzionare i tantissimi corsi di lezioni di diritto, di filosofia e di teologia, dati nei secoli XVII e XVIII, amorevolmente raccolti dai reportatores e sopravvissuti a testimoniare una cultura in via di superamento o già superata nei tempi stessi in cui furono scritti. A prescindere dalla loro edizione, lo studio di simili materiali può essere prezioso per comprendere lo stato della “cultura media”, ancora largamente diffusa in momenti in
cui si stanno verificando profonde trasformazioni del pensiero. Questo articolo è lo studio di un manoscritto cartaceo di mm 185 x 115; pp. (10), 300, III; (6), 73, I, (6), anticamente numerate ad inchiostro dalla stessa mano che scrive il testo. Legatura coeva in cuoio
marrone con impressioni a freddo ai piatti, dorso a cinque nervi con impressioni in
oro e tassello, con forti tracce d’uso. Scrittura minuta, di un’unica mano del sec. XVIII,
abbastanza regolare e ordinata, ma con alcune cancellature e pochi ripensamenti che
consentono di ipotizzare l’autografia. Si tratta di due corsi di lezione, tenuti a Poitiers
dal gesuita Riviére e trascritti, forse da appunti, da Jacques Mathurin Brisson. Il primo è databile al dicembre 1742 (Anno MDCCXLII exeunte), il secondo al giugno 1743 (Anno MDCCXLIII mediante).
Per esemplificare, si possono menzionare i tantissimi corsi di lezioni di diritto, di filosofia e di teologia, dati nei secoli XVII e XVIII, amorevolmente raccolti dai reportatores e sopravvissuti a testimoniare una cultura in via di superamento o già superata nei tempi stessi in cui furono scritti. A prescindere dalla loro edizione, lo studio di simili materiali può essere prezioso per comprendere lo stato della “cultura media”, ancora largamente diffusa in momenti in
cui si stanno verificando profonde trasformazioni del pensiero. Questo articolo è lo studio di un manoscritto cartaceo di mm 185 x 115; pp. (10), 300, III; (6), 73, I, (6), anticamente numerate ad inchiostro dalla stessa mano che scrive il testo. Legatura coeva in cuoio
marrone con impressioni a freddo ai piatti, dorso a cinque nervi con impressioni in
oro e tassello, con forti tracce d’uso. Scrittura minuta, di un’unica mano del sec. XVIII,
abbastanza regolare e ordinata, ma con alcune cancellature e pochi ripensamenti che
consentono di ipotizzare l’autografia. Si tratta di due corsi di lezione, tenuti a Poitiers
dal gesuita Riviére e trascritti, forse da appunti, da Jacques Mathurin Brisson. Il primo è databile al dicembre 1742 (Anno MDCCXLII exeunte), il secondo al giugno 1743 (Anno MDCCXLIII mediante).
Historical materialism occupied for a long time a central position in Italian philosophical debate: on the contrary, it seems to be neglected today in academic studies. Whereas in other countries there are a lot of publications and cultural enterprises that follow the profile of this tendency, in Italy it seems to be banished as a memory of a closed political and intellectual season. Our review is an attempt to rediscover and renew the most innovative Italian version of Marxism, strengthening pluralism in Italian cultural debate and inside university.
Keywords: Italian marxism; Historical materialism; Gramsci; Academic magazines.
The history of the Mediterranean city of Messina between XII and XVII centuries.
This book is an analysis of the vision of Frederick II of the majesty, and its connction with Roman law.
ario apostolico
cinquecentesco Tommaso Bellorusso, la cui opera è l
egata al secolare culto dei Sette
Angeli, lo storico del diritto Federico Martino inc
rocia, nel trattato
De duabus
Madalenis,
la citazione di un’opera di Agrippa.
Il prelato cita un
Mago
?
Reperita l’opera, trova in calce il testo delle
allegationes
tecnico-giuridiche che
Agrippa redige per un processo per stregoneria nel
quale è avvocato difensore.
Il
Mago
difende una strega?
Questi intriganti interrogativi sono stati
causa impulsiva
al viaggio intrapreso
dall’Autore per la costruzione del suo recente lavo
ro,
Il volo notturno delle streghe
1
, e
l’iniziale curiosità
,
strada facendo, è stata sostituita da una
causa finalis
: perché nel
Rinascimento, sul nascere della modernità, si verif
ica l’esplosione di irrazionalità
che la caccia alle streghe costituisce, mentre s’af
ferma la scienza sperimentale?
Ancora, perché la Chiesa dopo aver negato fino alla
Exenbulle
che il
volo notturno
sia reale, dismettendo il dato fondante dell’irreal
tà della stregoneria, ne recepisce la
credenza?
numer
osi invero) che uniscono il rigore scientifico nell’utilizzazione delle fonti ad una
esposizione gradevole e intrigante. Siamo in presenza di una trattazione molto dotta, ma
sviluppata con grande chiarezza e coerenza attorno ai temi centrali del rapporto t
ra potere
e cultura, da una parte, e tra politica e diritto, dall’altra.
Dalle pagine di questo libro emergono problemi che ancora oggi, in un contesto
storico molto diverso, si impongono alla riflessione non solo degli storici e dei giuristi,
ma, più in
generale, di tutti coloro che si interrogano sulla complessa, e per niente lineare,
formazione dell’egemonia
–
per usare un linguaggio gramsciano caro a Martino
–
intesa
come intreccio profondo di forza e consenso. Non sempre le classi sociali, che tendono
a
trasformare un dato assetto di potere economico e politico, riescono a creare, in sincronia
con la loro ascesa, un comune sentire adeguato ai mutamenti che esse stesse
contribuiscono a determinare. All’interno di quelle che potremmo chiamare le
“asimmet
rie” della storia, si svolgono vicende di massa, anche tragiche, frutto di contrasti
drammatici tra componenti diverse della società non coerenti tra loro, perché influenzate
da condizioni, economiche e culturali, specifiche di gruppi sociali, di terr
itori
, di
apparati
di potere che si trasformano in tempi, luoghi e modi anche molto distanti e differenti.
La sconnessione tra cultura e politica messa in luce da Martino nel suo contributo
scientifico è quella tra l’apertura alla laicità, di cui si fanno porta
tori, tra XV e XVI secolo,
l’Umanesimo e il Rinascimento, e l’eterno timore dei ceti dominanti nei confronti delle
“novità”, che possono erodere i vincoli, materiali e spirituali, da cui deriva la
perpetuazione del loro potere. La “caccia alle streghe” è i
l prodotto della paura irrazionale
dei detentori del potere di perdere gli strumenti di controllo della società, proprio in un
passaggio storico in cui si manifestavano i fermenti che avrebbero portato, nei secoli
successivi, a rivolgimenti sempre più radi
cali nell’economia, nella cultura e nella politica