I am a Germanist interested in intellectual history, Foucaultian history of subjectivity forms, Jungian psycology, Romanticism, Kulturkritik, and the literature of inner emigration.
Scopo del capitolo è dimostrare, attraverso un’indagine sull’opera completa di
Friedrich Georg J... more Scopo del capitolo è dimostrare, attraverso un’indagine sull’opera completa di Friedrich Georg Jünger, che uno dei suoi temi principali è l’esperienza alienante della vita nelle città moderne. Nella sua prima pubblicazione, il manifesto nazional-rivoluzionario Aufmarsch des Nationalismus (1926), lo scrittore tedesco diagnosticò l’estraniarsi delle masse urbane dal pulsare stesso della vita in termini che ricordano le riflessioni di Nietzsche e di Spengler sull’età moderna e diede espressione alla ricerca di una salvezza alla base della rinascita della gnosi. L’emigrazione interna di Jünger trovò espressione in saggi che attaccarono il culto moderno della tecnica, vedendo in esso una minaccia per il pieno sviluppo umano. Di conseguenza, i suoi racconti, sotto l’influsso dei suoi studi sulla mitologia greca, ruotarono attorno ai tentativi, da parte di una serie di figure pàniche, di evadere dalle città e di superare la condizione dissociata dei loro abitanti, pervenendo, così, all’interezza psichica
Recensione a Ferron "L'officina dello scrivere. Il carteggio di Alexander von Hu... more Recensione a Ferron "L'officina dello scrivere. Il carteggio di Alexander von Humboldt"
Lo scopo del saggio è proporre un'interpretazione di due opere di Joseph von Eichendorff: Ahn... more Lo scopo del saggio è proporre un'interpretazione di due opere di Joseph von Eichendorff: Ahnung und Gegenwart (1815) e Aus dem Leben eines Taugenichts (1826). La concezione della letteratura elaborata da Francesco Orlando è utilizzata per mostrare come in questi testi il fenomeno dell'anticapitalismo romantico trovi espressione nel ritorno di contenuti repressi incarnati dai due protagonisti dei testi in esame: Friedrich, un cavaliere medievaleggiante, ed un fannullone ribelle al principio di prestazione. Entrambe le figure vivono l'esperienza di una Bildung, che, in Aus dem Leben eines Taugenichts, tuttavia, si configura come un percorso di individuazione scandito dalla comparsa di immagini archetipiche e perciò ricostruibile tramite alcune categorie attinte dalla psicologia analitica. La psicoanalisi freudiana e la psicologia analitica di Jung sono impiegate, perciò, per mettere a fuoco, rispettivamente, la fisionomia antimoderna di tali personaggi e le caratteristich...
Ernst Jünger’s conception of authorship was closely related to a mode of writing designed to tran... more Ernst Jünger’s conception of authorship was closely related to a mode of writing designed to transform the reader’s mode of being. In the first phase of his literary activity, his war diaries were intended to teach readers the behaviour patterns enabling them to cope with the dangerous technology irrupting into their life sphere. In Der Arbeiter, he made use of political myths to induce readers to reshape themselves into the cogs of a totalitarian state machinery. After the Second World War, Jünger provided the readers of his books with ancient spiritual exercises in order that they might work on themselves and thereby attain the selfhood which would allow them to resist technological threats.
Scopo del capitolo è dimostrare, attraverso un’indagine sull’opera completa di
Friedrich Georg J... more Scopo del capitolo è dimostrare, attraverso un’indagine sull’opera completa di Friedrich Georg Jünger, che uno dei suoi temi principali è l’esperienza alienante della vita nelle città moderne. Nella sua prima pubblicazione, il manifesto nazional-rivoluzionario Aufmarsch des Nationalismus (1926), lo scrittore tedesco diagnosticò l’estraniarsi delle masse urbane dal pulsare stesso della vita in termini che ricordano le riflessioni di Nietzsche e di Spengler sull’età moderna e diede espressione alla ricerca di una salvezza alla base della rinascita della gnosi. L’emigrazione interna di Jünger trovò espressione in saggi che attaccarono il culto moderno della tecnica, vedendo in esso una minaccia per il pieno sviluppo umano. Di conseguenza, i suoi racconti, sotto l’influsso dei suoi studi sulla mitologia greca, ruotarono attorno ai tentativi, da parte di una serie di figure pàniche, di evadere dalle città e di superare la condizione dissociata dei loro abitanti, pervenendo, così, all’interezza psichica
Recensione a Ferron "L'officina dello scrivere. Il carteggio di Alexander von Hu... more Recensione a Ferron "L'officina dello scrivere. Il carteggio di Alexander von Humboldt"
Lo scopo del saggio è proporre un'interpretazione di due opere di Joseph von Eichendorff: Ahn... more Lo scopo del saggio è proporre un'interpretazione di due opere di Joseph von Eichendorff: Ahnung und Gegenwart (1815) e Aus dem Leben eines Taugenichts (1826). La concezione della letteratura elaborata da Francesco Orlando è utilizzata per mostrare come in questi testi il fenomeno dell'anticapitalismo romantico trovi espressione nel ritorno di contenuti repressi incarnati dai due protagonisti dei testi in esame: Friedrich, un cavaliere medievaleggiante, ed un fannullone ribelle al principio di prestazione. Entrambe le figure vivono l'esperienza di una Bildung, che, in Aus dem Leben eines Taugenichts, tuttavia, si configura come un percorso di individuazione scandito dalla comparsa di immagini archetipiche e perciò ricostruibile tramite alcune categorie attinte dalla psicologia analitica. La psicoanalisi freudiana e la psicologia analitica di Jung sono impiegate, perciò, per mettere a fuoco, rispettivamente, la fisionomia antimoderna di tali personaggi e le caratteristich...
Ernst Jünger’s conception of authorship was closely related to a mode of writing designed to tran... more Ernst Jünger’s conception of authorship was closely related to a mode of writing designed to transform the reader’s mode of being. In the first phase of his literary activity, his war diaries were intended to teach readers the behaviour patterns enabling them to cope with the dangerous technology irrupting into their life sphere. In Der Arbeiter, he made use of political myths to induce readers to reshape themselves into the cogs of a totalitarian state machinery. After the Second World War, Jünger provided the readers of his books with ancient spiritual exercises in order that they might work on themselves and thereby attain the selfhood which would allow them to resist technological threats.
Decadence in Literature and Intellectual Debate since 1945, 2014
In 1878, Friedrich Nietzsche (1988) spoke of a Cultur-Herbst-gefuhl (sense of the autumn of cultu... more In 1878, Friedrich Nietzsche (1988) spoke of a Cultur-Herbst-gefuhl (sense of the autumn of culture) (504) that also oppressed his contemporaries in the face of the specter of the decadence of Western civilization haunting Europe.1 Quite noteworthy is that he traced back the causes of deca-dence to a dynamic inherent in the development of European society itself. As he (1997) remarked in On the Genealogy of Morality, “the civilization and taming of man” has reduced him to “the sick animal” (88) since “the ascetic priest has ruined spiritual health wherever he has come to rule” (107). Nevertheless, “the sickliness of the type of man who has lived up till now” (88) was to be ascribed to a further phenomenon. In Beyond Good and Evil, Nietzsche (2002) defined “the democratic movement” as “a mediocritization and depreciation of humanity in value” (91) leading to the “degeneration and diminution of humanity into the perfect herd animal” and into “stunted little animals with equal rights and equal claims” (92). In view of such degeneration processes, he (1967) conceived of his “ecstatic nihilism” as “a mighty pressure and hammer” with which the philosopher “breaks and removes degenerate and decaying races to make way for a new order of life” (544).
Germania, 1943: nel cuore del Terzo Reich Friedrich Georg Jünger pubblica uno studio su Apollo, P... more Germania, 1943: nel cuore del Terzo Reich Friedrich Georg Jünger pubblica uno studio su Apollo, Pan e Dioniso che eserciterà un’influenza decisiva sul fratello Ernst. “Da tempo mio fratello Friedrich Georg ed io”, scriverà, infatti, Ernst Jünger nel 1982, “ci siamo occupati, sia soffrendone che essendone spettatori, del ritirarsi degli dèi e dell’avvento dei titani”. Anticipando gli esiti delle ricerche di Hillman, Friedrich Georg Jünger mostra come l’uomo moderno sia un soggetto ‘mitopatico’ che soffre l’azione degli dèi e che ripete lo schema del loro agire. Ecco, allora, che “l’epoca della pianificazione razionale che vorrebbe abbracciare e racchiudere tutto” è ricondotta all’azione intrapsichica di Prometeo, il modello dell’homo faber nazista e della sua hybris tecnologica che viola e saccheggia la natura. Tracciando una fenomenologia di tre archetipi divini, Apollo, Pan e Dioniso, lo scrittore assume, quindi, il ruolo di una guida chiamata ad additare ai lettori la via della loro integrazione psichica al fine di liberarli dalla forma di soggettività fanatica, tecnolatrica, distruttiva e sofferente dominante nella Germania hitleriana – e nella nostra contemporaneità – e di dischiudere loro l’accesso a stili esistenziali alternativi. Si profila, così, l’ideale di un soggetto capace di contemplazione apollinea, pieno di timore reverenziale per la Madre Terra ed in grado di vibrare all’unisono con la Vita. Poiché “dionisiaco è il traboccare del calice e lo spezzarsi del vetro”.
Tornato in Sardegna nel giugno del 1955, Ernst Jünger espresse gratitudine nei confronti della su... more Tornato in Sardegna nel giugno del 1955, Ernst Jünger espresse gratitudine nei confronti della sua «seconda grande madre, il Mediterraneo», trasfigurando così il viaggio nell’estatica regressione verso una dimensione mitica, numinosa ed archetipica. «Io e Terra – Madre e Figlio»: con queste parole si può riassumere lo spirito tellurico che anima le annotazioni diaristiche sui suoi itinerari nel Mediterraneo, offerte per la prima volta al lettore italiano e gremite di epifanie che mostrano che «ovunque la terra è sacra, ovunque è un sepolcro, ovunque è un luogo di resurrezione». Di qui anche l’inquietudine crescente suscitata dall’hybris distruttiva dell’uomo moderno nei confronti degli ecosistemi. «È come se un’esplosione avesse investito il pianeta intero», scrisse Jünger nel 1978 in occasione del suo ultimo soggiorno in Sardegna: «più passa il tempo, più una luce abbagliante raggiunge ogni suo angolo». Lo scrittore registrò, pertanto, l’avanzata inarrestabile della tecnica quale strumento di una nuova forma di schiavitù (memorabile la descrizione dei primi, ipnotici, televisori) che strappa la vita dal suo fondo ctònio. Ecco, allora, la sua presaga riflessione sul fato dell’homo faber: «il nostro ruolo potrebbe essere simile a quello dello scorpione che si toglie di mezzo col suo stesso aculeo». Resta, quale fonte di consolazione nelle meditazioni saggistiche conclusive, la fiducia nell’eterna fecondità della natura: «il frassino del mondo, l’Yggdrasill, sotto la cui ombra si riunisce ogni giorno il consiglio degli dèi, non perirà assieme ad essi: sopravviverà al loro crepuscolo».
Il volume raccoglie tre testi, San Pietro, Serpentara e Autunno in Sardegna, uniti da un filo ros... more Il volume raccoglie tre testi, San Pietro, Serpentara e Autunno in Sardegna, uniti da un filo rosso agli scritti dedicati alla Prima guerra mondiale che hanno reso famoso Ernst Jünger. Egli approda in Sardegna ani-mato da quella stessa volontà di rinnovarsi interior-mente tramite la fuga da una civiltà moderna "lon-tana dalla terra" che lo aveva condotto sui campi di battaglia. Certo, Jünger è un testimone del suo tempo troppo lucido per non accorgersi che la Sardegna è un microcosmo arcaico prossimo al tramonto, in cui si vanno già moltiplicando i segni della moderni-tà e dunque dell'"annessione alla tecnica planetaria". Tuttavia, l'Isola offre ancora la possibilità di aprirsi un varco verso la pienezza di vita della natura: Sar-dinia sive natura, si potrebbe quindi dire, dato che l'Isola è vissuta come un tripudio di forme e colori in cui si manifestano la potenza e la fecondità di una natura risacralizzata nel segno dell'immagine arche-tipica della Grande Madre. Uomini e fiere perdono, così, sotto gli occhi di Jünger, contorni netti per prendere parte ai "ludi bellici ed amorosi di partner animali nel sogno della vita". Mario Bosincu è ricercatore in Letteratura tedesca presso l'Università di Sassari. Formatosi in Italia e Germania, si è dedicato allo studio delle opere di Ernst Jünger nel contesto del fenomeno della cri-tica alla civiltà e della rinascita di interesse per gli esercizi spirituali antichi in epoca moderna. Tra le sue principali pubblicazioni: Sulle posizioni perdute. Forme della soggettività moderna dall'anticapitalismo romantico a Ernst Jünger (2014) e Autorschaft als Wi-derstand gegen die Moderne. Über die Wende Ernst Jüngers (2013). € 14,00 "Vita Nova" è una collana di filosofia diretta da Daniela Calabrò (Università di Salerno), Rosalia Peluso (Università di Napoli Federico II) e Renata Viti Cavaliere (Università di Napoli Federico II). Accoglie studi originali e innovativi che promuovano un rinascimento della filosofia italiana proficuamente in dialogo con il mondo contemporaneo. L'impronta di italianità qui richiamata non si risolve nella salvaguardia di un'identità nazionale giacché essa è pratica umanistica di dialogo tra le culture e intermediazione tra i saperi, consapevole però della specificità e autonomia del discorso filosofico. La collana incoraggia lavori improntati a uno stile filosofico solido e al tempo stesso aereo, risolutamente post-sistematico ma mai succube dell'inconcludenza del frammento, progettuale e propositivo, perciò genuinamente critico e non sterilmente polemico, che esprime la grazia e il coraggio della prosa contro gli incantamenti del verso, sostiene la chiarezza della ragione che ha attraversato tutte le tenebre della passione. L'idea di rinascita-cui il titolo allude-si riferisce tuttavia anche ad una letterale chance di ridare 'vita nuova' a opere della tradizione filosofica ingiustamente dimenticate che, nelle intenzioni dei direttori, saranno volte a guidare un più incisivo rinnovamento filosofico dell'Italia. La Collana prevede un comitato scientifico e sottopone i lavori destinati alla pubblicazione alla procedura peer-review anonima. N VITANOVA VITANOVA AUTUNNO IN SARDEGNA ERNST JÜNGER AUTUNNO IN SARDEGNA
Quali valenze disvela, nell’attuale “dis-orientamento” di un tempo sospeso, in cui la categoria d... more Quali valenze disvela, nell’attuale “dis-orientamento” di un tempo sospeso, in cui la categoria di secolarizzazione sembra aver perduto la capacità di articolare un rapporto lineare tra i tempi, quell’opera di “secolarizzazione riflessiva” che è stata attribuita ad alcuni dei rappresentanti più consapevoli della tradizione del messianismo filosofico? In quale misura la loro riflessione può aiutarci a far fronte a quella “riformulazione radicale” del teorema della secolarizzazione cui siamo invitati da più parti? Che ne è oggi, che viviamo in un tempo, come spesso si afferma, del compimento e della fine, dell’antica disputa sulla relazione tra messianismo ed escatologia? Quali tradizioni all’interno dell’articolato panorama del messianismo possono restituirci ancora, forse al di là di ogni “orizzonte di aspettativa”, l’apertura di un futuro non predeterminato? Nelle pagine di questo libro filosofi, politologi, storici delle religioni e germanisti si interrogano sulle possibili declinazioni contemporanee del rapporto, da sempre teso e problematico, tra messianismo e secolarizzazione.
The Historian as Outsider: The early Nietzsche’s Confrontation with the Past (1862-1872)
Mario Bo... more The Historian as Outsider: The early Nietzsche’s Confrontation with the Past (1862-1872) Mario Bosincu (University of Sassari)
The goal of my paper is to shed light on the way in which the early Nietzsche developed into an outsider, i.e. into an intellectual estranged from his historical and religious heritage and drawing on a different one. The genesis of his self-understanding as a Fremdling (“stranger”, “alien”) is to be traced back to his break with the Christian legacy in 1862 and its culture of the self. From that moment on, Nietzsche saw the Christian past – under Feuerbach’s influence and thanks to his reading of De imitatione Christi – as a poisonous legacy. At the same time, while studying Tacitus, he came to the conclusion that the cause of the decadence of the Western civilization was the reversal of the ancient aristocratic values triggered by Christianity. Hence, his turn to the pre-Platonic Greek civilization in search of a psychic style totally different from the modern one. He therefore played in his early essays the role of a heterochronic outsider, i.e. of a historian overcoming the boundaries of his age, providing his readers with a worldview drawn from an ‘alienʼ civilization such as the Dionysian Greece and turning the via purgativa of the Christian mystical tradition into a set of life-affirming technologies of the self.
Zealos: Studies in the Humanities, Social Sciences, Arts & Design is an annual peer-reviewed and ... more Zealos: Studies in the Humanities, Social Sciences, Arts & Design is an annual peer-reviewed and open-access journal published by the School of Humanities and Social Sciences of the University of Nicosia (UNIC).
Germania, 1943: nel cuore del Terzo Reich Friedrich Georg Jünger pubblica uno studio su Apollo, P... more Germania, 1943: nel cuore del Terzo Reich Friedrich Georg Jünger pubblica uno studio su Apollo, Pan e Dioniso che eserciterà un’influenza decisiva sul fratello Ernst. “Da tempo mio fratello Friedrich Georg ed io”, scriverà, infatti, Ernst Jünger nel 1982, “ci siamo occupati, sia soffrendone che essendone spettatori, del ritirarsi degli dèi e dell’avvento dei titani”. Anticipando gli esiti delle ricerche di Hillman, Friedrich Georg Jünger mostra come l’uomo moderno sia un soggetto ‘mitopatico’ che soffre l’azione degli dèi e che ripete lo schema del loro agire. Ecco, allora, che “l’epoca della pianificazione razionale che vorrebbe abbracciare e racchiudere tutto” è ricondotta all’azione intrapsichica di Prometeo, il modello dell’homo faber nazista e della sua hybris tecnologica che viola e saccheggia la natura. Tracciando una fenomenologia di tre archetipi divini, Apollo, Pan e Dioniso, lo scrittore assume, quindi, un ruolo guida. Il suo compito è additare ai lettori la via della loro integrazione psichica al fine di liberarli dalla forma di soggettività fanatica, tecnolatrica, distruttiva e sofferente dominante nella Germania hitleriana – e nella nostra contemporaneità – e di dischiudere loro l’accesso a stili esistenziali alternativi. Si profila, così, l’ideale di un soggetto capace di contemplazione apollinea, pieno di timore reverenziale per la Madre Terra ed in grado di vibrare all’unisono con la Vita. Poiché “dionisiaco è il traboccare del calice e lo spezzarsi del vetro”.
Ernst Jünger’s conception of authorship was closely related to a mode of
writing designed to tra... more Ernst Jünger’s conception of authorship was closely related to a mode of writing designed to transform the reader’s mode of being. In the first phase of his literary activity, his war diaries were intended to teach readers the behaviour patterns enabling them to cope with the dangerous technology irrupting into their life sphere. In Der Arbeiter, he made use of political myths to induce readers to reshape themselves into the cogs of a totalitarian state machinery. After the Second World War, Jünger provided the readers of his books with ancient spiritual exercises in order that they might work on themselves and thereby attain the selfhood which would allow them to resist technological threats
Ernst Jünger's conception of authorship was closely related to a mode of writing designed to tran... more Ernst Jünger's conception of authorship was closely related to a mode of writing designed to transform the reader's mode of being. In the first phase of his literary activity, his war diaries were intended to teach readers the behaviour patterns enabling them to cope with the dangerous technology irrupting into their life sphere. In Der Arbeiter, he made use of political myths to induce readers to reshape themselves into the cogs of a totalitarian state machinery. After the Second World War, Jünger provided the readers of his books with ancient spiritual exercises in order that they might work on themselves and thereby attain the selfhood which would allow them to resist technological threats.
We are now accepting contributions for the inaugural volume of Zealos due to be published in Summ... more We are now accepting contributions for the inaugural volume of Zealos due to be published in Summer 2022. Zealos welcomes original and previously unpublished articles that fall within the scope of the journal and follow internationally sanctioned scientific standards. Submissions are free of charge. We welcome contributions in Greek or English. Zealos is a fully open access journal issued annually. Each volume is published electronically as a PDF file. All papers are available on the Internet to all users immediately upon publication and free of charge, according to the Creative Commons CC BY-NC-ND 4.0. Under this license, authors agree that others can copy and distribute the article for free as long as appropriate credit is given and the article is not modified and not used for commercial purposes.
We are now accepting contributions for the inaugural volume of Zealos due to be published in Summ... more We are now accepting contributions for the inaugural volume of Zealos due to be published in Summer 2022. Zealos welcomes original and previously unpublished articles that fall within the scope of the journal and follow internationally sanctioned scientific standards. Submissions are free of charge. We welcome contributions in Greek or English. Zealos is a fully open access journal issued annually. Each volume is published electronically as a PDF file. All papers are available on the Internet to all users immediately upon publication and free of charge, according to the Creative Commons CC BY-NC-ND 4.0. Under this license, authors agree that others can copy and distribute the article for free as long as appropriate credit is given and the article is not modified and not used for commercial purposes.
Zuhörerin: Sabine Ziethen Prof. Borsche eröffnet die Disputation und erteilt dem Kandidaten das W... more Zuhörerin: Sabine Ziethen Prof. Borsche eröffnet die Disputation und erteilt dem Kandidaten das Wort für seinen einleitenden Vortrag. M. Bosincu erläutert seinen methodischen Ansatz: Ernst Jüngers Werk wird mit Michel Foucault in subjektgeschichtlicher Perspektive gelesen. Dabei falle (v.a. im späteren Werk) das Projekt eines "ethopoetischen Wider-standes gegen die Moderne" ins Auge, während im früheren Werk bis etwa Mitte der 1930er Jahre eher eine "mythopoetische" "totalitäre Politik des Selbst" zu beobachten sei. Insgesamt handle es sich bei dem schriftstellerischen Werk Jüngers um eine Strategie moderner geistiger Exerzitien, wie sie seit dem 19. Jahrhundert von Schriftstellern wie Thoreau, Emerson und Nietzsche-unter Rückgriff auf ältere, u.a. jesuitische Modelle-entwickelt worden waren, um eine widerstandsfähige Subjektivität auszubilden, die sie befähigen sollte, sich gegen die Bedrohungen der Moderne zu verteidigen. Jünger habe (In Stahlgewittern) als Mythenkonstrukteur begonnen, als Exponent des modernen politischen Antirationalismus (vgl. Emilio Gentile). Mit Hilfe der Kategorie einer "Ästhetik der Politik" (vgl. George L. Mosse, Masses and Man) sowie Georges Sorels "politischer Mythologie" lasse sich die Figur des "Arbeiters" bei Jünger analy-sieren. Dabei kommen auch vortotalitäre Machttechnologien aus den revolutionären Bewegungen des 19. Jahrhunderts (Bakunin, Netschajew) in den Blick. Die Selbst-instrumentalisierung der Revolutionäre sei ihrerseits dem Modell der jesuitischen Exer-zitien verpflichtet. Auch Lenins Konzept der bolschewistischen Kaderpartei als eines säkularisierten politischen Ordens, der nach dem Vorbild des Jesuitenordens die Beherr-schung der Lebens-und Seelenführung der Menschen anstrebte, sei für Jüngers Konzept der Nationalrevolutionäre wegweisend gewesen. Das Ziel des mythopoetischen Projekts des frühen Jünger sei die Schaffung eines neuen, staatsfrommen homo totalitarius nach sowjetischem Modell gewesen: Dem Stoff der Jugend sollte die Form verliehen werden, die zur Steigerung der Staatsmacht diente. Durch "Arbeit am Ich" sollte der einzelne sich zu einem Instrument umschaffen, mit dem der kommende Führer würde arbeiten können.
(1) Der Fachbereich II Kulturwissenschaften und Ästhetische Kommunikation der Universität Hildesh... more (1) Der Fachbereich II Kulturwissenschaften und Ästhetische Kommunikation der Universität Hildesheim verleiht den Grad einer Doktorin oder eines Doktors der Philoso-phie (Dr. phil.). (2) Die Promotion dient dem Nachweis der Befähigung zu vertiefter selbständiger wissen-schaftlicher Arbeit. Dieser Nachweis wird erbracht durch eine als Dissertation anerkannte wissenschaftliche Abhandlung und eine bestandene mündliche Prüfung. (3) Die wissenschaftlichen Leistungen sind in den im Fachbereich vertretenen Fachgebieten zu erbringen. (4) Für hervorragende wissenschaftliche Leistungen und kulturelle Verdienste kann der Fachbereich den Doktorgrad auch ehrenhalber (Dr. phil. h. c.) verleihen. Die Entschei-dung darüber trifft der Fachbereichsrat mit einer Mehrheit von zwei Dritteln seiner Mit-glieder und der Mehrheit der Stimmen der Professorinnen und Professoren des Fach-bereichsrates. Die Entscheidung über eine Ehrenpromotion bedarf der Zustimmung des Senats. § 2 Promotionsausschuss und Prüfungskommission (1) Das für die Durchführung des Promotionsverfahrens zuständige Organ ist der Promoti-onsausschuss. Der Vorsitz liegt beim jeweils amtierenden Dekan oder der Dekanin. Dem Ausschuss gehören weiterhin aus dem Kreis der Mitglieder/Angehörigen des Fachbe-reichs an: drei Professorinnen/Professoren/Habilitierte sowie eine wissenschaftliche Mit-arbeiterin/ein wissenschaftlicher Mitarbeiter mit Promotion, die von den jeweiligen Grup-penmitgliedern im Fachbereichsrat auf zwei Jahre gewählt werden. (2) Der Promotionsausschuss bildet für jedes Promotionsverfahren eine Prüfungskommissi-on, bestimmt aus dem Kreis der Professorinnen/Professoren/Habilitierten des Promoti-onsausschusses den Kommissionsvorsitz und bestellt zur Prüfung der vorgelegten Ab-handlung die Gutachterinnen/Gutachter gem. § 7 Abs. 1. Der Prüfungskommission gehö-ren weiterhin zwei der bestellten Gutachterinnen/Gutachter sowie zwei Professori-nen/Professoren/Habilitierte an. Ist die wissenschaftliche Abhandlung betreut worden i. S. von § 5, soll die Betreuerin/der Betreuer zur Begutachtung bestellt werden. (3) Die Prüfungskommission entscheidet mit der Mehrheit der abgegebenen gültigen Stim-men. § 3 Voraussetzungen für Annahme und Zulassung zur Promotion (1) Die Bewerberinnen/der Bewerber muss in der Regel einen Abschluss in einem wissen-schaftlichen Studiengang in Form eines Diplom-oder Magisterzeugnisses oder eines Zeugnisses über die erste Staatsprüfung für das höhere Lehramt nachweisen. Die abge-schlossene Studienrichtung soll einen Bezug zu einem in Anlage 3 aufgeführten Fachge-biet haben. Über Ausnahmen entscheidet der Promotionsausschuss.
In caso si citino più pagine: pp. 21-123; se si cita una pagina e la seguente: pp. 21 s; se si ci... more In caso si citino più pagine: pp. 21-123; se si cita una pagina e la seguente: pp. 21 s; se si cita una pagina e seguenti: pp. 21 ss. 2. Se si tratta di un volume con curatela: Thomas Mann e le arti. Nuove prospettive della ricerca-Thomas Mann un die Künste. Neue Perspektiven der Forschung, a cura di Reinhard Mehring-Francesco Rossi, Istituto Italiano di Studi Germanici, Roma 2014. 3. Se si tratta di un contributo in un volume miscellaneo: Domenico Conte, Mutilazioni di guerra. Arte, politica e 'umanità' in Thomas Mann, in Thomas Mann e le arti. Nuove prospettive della ricerca-Thomas Mann und die Künste. Neue Perspektiven der Forschung, a cura di Reinhard Mehring-Francesco Rossi, Istituto Italiano di Studi Germanici, Roma 2014, pp. 149-182. 4. Se si tratta di un articolo di rivista: Opere già citate in precedenza 1.Ripetere il nome dell'autore e il titolo, tralasciando solo le indicazioni bibliografiche che vengono sostituite con cit. 2.Abbreviare, se possibile, in caso di titolo lungo e tralasciare sempre il sottotitolo: Anna Maria Voci, Karl Hillebrand, cit. 3.Si usa ibidem per indicare la stessa opera, citata nella nota immediatamente precedente, alla/e stessa/e pagina/e; si usa ivi per indicare la stessa opera, citata nella nota immediatamente precedente in una pagina diversa. In entrambi i casi è necessario che nelle note venga indicata una sola opera e non si generi confusione:
The Historian as Outsider: The early Nietzsche’s Confrontation with the Past (1862-1872)
Mario Bo... more The Historian as Outsider: The early Nietzsche’s Confrontation with the Past (1862-1872) Mario Bosincu (University of Sassari)
Entro il Corso di laurea triennale (D.M. 270/04) in "Lingue e culture straniere" (L-11), dell'AA.... more Entro il Corso di laurea triennale (D.M. 270/04) in "Lingue e culture straniere" (L-11), dell'AA. 2021-2022, e all'interno del corso di "Letteratura Tedesca II", dal titolo "Resistenza spirituale e nazionalsocialismo: la letteratura tedesca tra le due guerre mondiali tra denuncia metaforico-simbolica ed innere Emigration", si terrà il seguente ciclo di seminari on-line, a cura del Dr. Andrea Benedetti: 1) Prof. Francesco Rossi (Uni Pisa): 01/04/2022, ore 14:00-16:00 ("Thomas Mann, politica e letteratura negli anni dell'esilio"). Link zoom: https://uniurb-it.zoom.us/j/83551633794?pwd=eVlwTlNXUEltTGNySzFHMFNVcW0ydz09 2) Prof. Andrea D'Onofrio (Uni Napoli Federico II): 11/04/2022, ore 16:00-18:00 ("La resistenza giovanile nel Terzo Reich tra non conformismo, opposizione e Widerstand").
Anlässlich der Veröffentlichung des Buches von Simonetta Sanna, Gegen die Feindschaft. Ein Übungs... more Anlässlich der Veröffentlichung des Buches von Simonetta Sanna, Gegen die Feindschaft. Ein Übungsbuch. Hans Keilsons "Der Tod des Widersachers", diskutieren wir über Vorurteile, Feindschaft, Neid und Hass, die in unseren digitalisierten, neokonstruktivistischen Gesellschaften immer weiter um sich greifen. Das Buch von Simonetta Sanna geht genau diesen Themen und Fragestellungen auf den Grund.
LA CITTÀ E L’INCONSCIO NELL’ERA GLOBALE
PROSPETTIVE, VERTICI, PROPOSTE
Nel XXI secolo l’umanità... more LA CITTÀ E L’INCONSCIO NELL’ERA GLOBALE
PROSPETTIVE, VERTICI, PROPOSTE
Nel XXI secolo l’umanità si trova a fronteggiare nuove, inattese sfide. Il divario natura / cultura è aggravato dalle ferite inferte dall’uomo che abita in megalopoli, dove a dominare è la tecnologia più avanzata e l’impensato sociale si addensa in rifiuti dematerializzati che fluttuano indigeriti nelle maglie del WWW. Se l’emergenza pandemica, che dura oramai da due anni, ha ulteriormente penalizzato le giovani generazioni e gli esclusi, coloro che vivono ai margini della città e sono destituiti di qualsiasi diritto, è pensabile la transizione verso una “mutazione antropologica” che veda l’esperienza urbana, immersa nella rivoluzione digitale, accogliere la fragilità connaturata al vivente? Se è lecito parlare di “tecnocene”, quale ruolo ricopre la cultura in un’epoca in cui la divisione tra scienza e umanesimo si vuole superata da una struttura della complessità? È possibile affrontare il processo di globalizzazione senza soccombere alle logiche di un mercato sempre più selvaggiamente liberista e incurante del vivente, ridotto a oggetto di consumo e surrogato? In un’ottica solidale e sostenibile la città odierna è in grado di consegnare ai giovani un sapere che consenta loro di capire che NOI siamo precede IO sono? Il presente Convegno ospita molte più domande di quanto non sia qui possibile enunciare e cerca risposte che introducano un’etica della cittadinanza per il terzo millennio, dove le finalità dell’Europa unita e di Agenda 2030 non restino gusci vuoti, slogan che evacuano il pensare e dove al movimentismo, strumentalizzato dai potenti della terra, si sostituiscano contenuti e consapevolezza da tradurre in una prassi comune nel riconoscimento delle differenze e dell’Altro.
An on-line presentation of "APOLLO, PAN, DIONISO" by Friedrich Georg Jünger with Marco Maculotti ... more An on-line presentation of "APOLLO, PAN, DIONISO" by Friedrich Georg Jünger with Marco Maculotti and Mario Bosincu
Although Ernst Jünger is widely recognized as the war writer par excellence, the psychological an... more Although Ernst Jünger is widely recognized as the war writer par excellence, the psychological and even religious meaning he ascribed to his battlefield experiences is yet to be fully appreciated. In this sense, his essay on Battle as inner Experience (1922) is particularly remarkable. As suggested by the title itself, Jünger analyzes war as an inward, ego-shattering experience in terms that bear striking affinities with Jung’s reconceptualization of Otto’s category of the holy. The First Worls War is described as the hierophany of a “godhead” acting upon soldiers as a “devouring fire” (see Deuteronomy 4:24), i.e. as a mysterium fascinans taking hold of them. The war experience thus assumes the character of an initiation process transfiguring soldiers into Antaeus-like and instinct-driven beings thanks to their contact with energy-laden archetypal forces. Therefore, the war offers the first example of the liminal experiences breaking the limits of subjectivity Jünger thematizes throughout his oeuvre.
Entro il Corso di laurea triennale (D.M. 270/04) in "Lingue e culture straniere" (L-11), dell'AA.... more Entro il Corso di laurea triennale (D.M. 270/04) in "Lingue e culture straniere" (L-11), dell'AA. 2021-2022, e all'interno del corso di "Letteratura Tedesca II", dal titolo "Resistenza spirituale e nazionalsocialismo: la letteratura tedesca tra le due guerre mondiali tra denuncia metaforico-simbolica ed innere Emigration", si terrà il seguente ciclo di seminari on-line, a cura del Dr. Andrea Benedetti: 1) Prof. Francesco Rossi (Uni Pisa): 01/04/2022, ore 14:00-16:00 ("Thomas Mann, politica e letteratura negli anni dell'esilio"). Link zoom: https://uniurb-it.zoom.us/j/83551633794?pwd=eVlwTlNXUEltTGNySzFHMFNVcW0ydz09 2) Prof. Andrea D'Onofrio (Uni Napoli Federico II): 11/04/2022, ore 16:00-18:00 ("La resistenza giovanile nel Terzo Reich tra non conformismo, opposizione e Widerstand").
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Books by Mario Bosincu
Papers by Mario Bosincu
Friedrich Georg Jünger, che uno dei suoi temi principali è l’esperienza alienante della vita nelle città moderne. Nella sua prima pubblicazione, il manifesto
nazional-rivoluzionario Aufmarsch des Nationalismus (1926), lo scrittore tedesco
diagnosticò l’estraniarsi delle masse urbane dal pulsare stesso della vita in termini che ricordano le riflessioni di Nietzsche e di Spengler sull’età moderna e
diede espressione alla ricerca di una salvezza alla base della rinascita della gnosi.
L’emigrazione interna di Jünger trovò espressione in saggi che attaccarono il
culto moderno della tecnica, vedendo in esso una minaccia per il pieno sviluppo
umano. Di conseguenza, i suoi racconti, sotto l’influsso dei suoi studi sulla mitologia greca, ruotarono attorno ai tentativi, da parte di una serie di figure pàniche,
di evadere dalle città e di superare la condizione dissociata dei loro abitanti, pervenendo, così, all’interezza psichica
Friedrich Georg Jünger, che uno dei suoi temi principali è l’esperienza alienante della vita nelle città moderne. Nella sua prima pubblicazione, il manifesto
nazional-rivoluzionario Aufmarsch des Nationalismus (1926), lo scrittore tedesco
diagnosticò l’estraniarsi delle masse urbane dal pulsare stesso della vita in termini che ricordano le riflessioni di Nietzsche e di Spengler sull’età moderna e
diede espressione alla ricerca di una salvezza alla base della rinascita della gnosi.
L’emigrazione interna di Jünger trovò espressione in saggi che attaccarono il
culto moderno della tecnica, vedendo in esso una minaccia per il pieno sviluppo
umano. Di conseguenza, i suoi racconti, sotto l’influsso dei suoi studi sulla mitologia greca, ruotarono attorno ai tentativi, da parte di una serie di figure pàniche,
di evadere dalle città e di superare la condizione dissociata dei loro abitanti, pervenendo, così, all’interezza psichica
Mario Bosincu (University of Sassari)
The goal of my paper is to shed light on the way in which the early Nietzsche developed into an outsider, i.e. into an intellectual estranged from his historical and religious heritage and drawing on a different one. The genesis of his self-understanding as a Fremdling (“stranger”, “alien”) is to be traced back to his break with the Christian legacy in 1862 and its culture of the self. From that moment on, Nietzsche saw the Christian past – under Feuerbach’s influence and thanks to his reading of De imitatione Christi – as a poisonous legacy. At the same time, while studying Tacitus, he came to the conclusion that the cause of the decadence of the Western civilization was the reversal of the ancient aristocratic values triggered by Christianity. Hence, his turn to the pre-Platonic Greek civilization in search of a psychic style totally different from the modern one. He therefore played in his early essays the role of a heterochronic outsider, i.e. of a historian overcoming the boundaries of his age, providing his readers with a worldview drawn from an ‘alienʼ civilization such as the Dionysian Greece and turning the via purgativa of the Christian mystical tradition into a set of life-affirming technologies of the self.
writing designed to transform the reader’s mode of being. In the first phase of his literary activity, his war diaries were intended to teach readers the behaviour patterns
enabling them to cope with the dangerous technology irrupting into their life sphere.
In Der Arbeiter, he made use of political myths to induce readers to reshape themselves
into the cogs of a totalitarian state machinery. After the Second World War, Jünger provided the readers of his books with ancient spiritual exercises in order that they might
work on themselves and thereby attain the selfhood which would allow them to resist
technological threats
Mario Bosincu (University of Sassari)
PROSPETTIVE, VERTICI, PROPOSTE
Nel XXI secolo l’umanità si trova a fronteggiare nuove, inattese sfide. Il divario natura / cultura è aggravato dalle ferite inferte dall’uomo che abita in megalopoli, dove a dominare è la tecnologia più avanzata e l’impensato sociale si addensa in rifiuti dematerializzati che fluttuano indigeriti nelle maglie del WWW. Se l’emergenza pandemica, che dura oramai da due anni, ha ulteriormente penalizzato le giovani generazioni e gli esclusi, coloro che vivono ai margini della città e sono destituiti di qualsiasi diritto, è pensabile la transizione verso una “mutazione antropologica” che veda l’esperienza urbana, immersa nella rivoluzione digitale, accogliere la fragilità connaturata al vivente? Se è lecito parlare di “tecnocene”, quale ruolo ricopre la cultura in un’epoca in cui la divisione tra scienza e umanesimo si vuole superata da una struttura della complessità? È possibile affrontare il processo di globalizzazione senza soccombere alle logiche di un mercato sempre più selvaggiamente liberista e incurante del vivente, ridotto a oggetto di consumo e surrogato? In un’ottica solidale e sostenibile la città odierna è in grado di consegnare ai giovani un sapere che consenta loro di capire che NOI siamo precede IO sono? Il presente Convegno ospita molte più domande di quanto non sia qui possibile enunciare e cerca risposte che introducano un’etica della cittadinanza per il terzo millennio, dove le finalità dell’Europa unita e di Agenda 2030 non restino gusci vuoti, slogan che evacuano il pensare e dove al movimentismo, strumentalizzato dai potenti della terra, si sostituiscano contenuti e consapevolezza da tradurre in una prassi comune nel riconoscimento delle differenze e dell’Altro.