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In seguito alla traumatica dissoluzione dell’Unione Sovietica, il discorso eurasista si è riaffermato come narrativa funzionale alla nostalgia della grandezza imperiale, nonché alla diminuita influenza geopolitica della Russia. Esso... more
In seguito alla traumatica dissoluzione dell’Unione Sovietica, il discorso eurasista si è riaffermato come narrativa funzionale alla nostalgia della grandezza imperiale, nonché alla diminuita influenza geopolitica della Russia. Esso riverberò non soltanto nella sfera politica, bensì anche nella letteratura popolare, nello specifico in opere utopico-fantascientifiche per un pubblico di massa. Gli studiosi, a tal proposito, parlano di “politically conservative utopian or science fiction”. D’altro canto, opere di maggiore levatura intellettuale si presentano come distopie, rivolte contro queste stesse visioni politiche conservatrici e neo-eurasiste, che ne rivelano il possibile sviluppo indesiderabile, o del tutto catastrofico.
L’obiettivo di questo elaborato è determinare se sia possibile parlare di una letteratura ‘neo-eurasista’ e, sul versante opposto ‘anti-eurasista’. L’analisi prenderà in considerazione quattro romanzi tra i più rappresentativi, valutandone le implicazioni ideologiche. Per quanto riguarda la letteratura ‘neo-eurasista’, si tratta di Delo žadnogo varvara (2000) di Chol’m van Zajčik, Ukus Angela (1999) di Pavel Krusanov e Marusja. Talisman bessmertija di Polina Vološina, primo volume del progetto letterario Etnogenez (2009-2015). Sul versante opposto, la distopia Den’ opričnika (2006) di Vladimir Sorokin.
Research Interests:
By examining Terzt’s main arguments for each of the three parts which
constitute his work, this essay will attempt to consider their persuasiveness, comparing them with the positions of other authors and scholars.
Research Interests:
By analysing Pomerantsev’s concept of sincerity and how his work heightened the already-existing debate on the inadequacy of language, this essay will attempt to prove that its “colossal resonance” was symptomatic of the state of... more
By analysing Pomerantsev’s concept of sincerity and how his work heightened the already-existing debate on the inadequacy of language, this essay will attempt to prove that its “colossal resonance” was symptomatic of the state of linguistic emergency, which wider society perceived to be in. In other words, the urgent need for radical changes in verbal and artistic expression was impressionistically conveyed by Pomerantsev and the public agreed unanimously.
Research Interests:
Nel diciannovesimo secolo, la prostituzione era un fenomeno pubblico estremamente diffuso. Nel 1866, Dostoevskij pubblica Delitto e castigo, un’opera magistrale nella quale assegna proprio ad una prostituta, Sonja Marmeladova, un ruolo... more
Nel diciannovesimo secolo, la prostituzione era un fenomeno pubblico estremamente diffuso. Nel 1866, Dostoevskij pubblica Delitto e castigo, un’opera magistrale nella quale assegna proprio ad una prostituta, Sonja Marmeladova, un ruolo fondamentale. In questo mio elaborato, il mio intento è quello di valutare in che modo la rappresentazione dostoevskiana di Sonja si possa collocare all’interno del panorama dei discorsi dell’epoca sulla prostituzione. La mia analisi prenderà avvio dalle due categorie di ‘madonne’ e ‘maddalene’, presenti nei discorsi sulla prostituzione dell’Inghilterra vittoriana e che in seguito si diffusero in tutta Europa e in Russia. Secondo la rappresentazione offertaci da Dostoevskij, Sonja è una ‘maddalena’, una peccatrice degradata? E qualora lo fosse, sarebbe salvabile o condannata? Si può definire Sonja una donna emancipata, che ha compiuto una scelta arbitraria o, come nella tragedia classica, ci troviamo davanti ad un oscuro disegno del fato? Tenendo in considerazione l’innovativa categoria analitica di agency, introdotta nell’ambito dello studio della prostituzione solamente negli anni ’90 del Novecento, la tesi si incaricherà di esaminare se essa si possa intravedere nell’opera ottocentesca di Dostoevskij.