GRHTA
DOI: 10.5301/grhta.5000263
eISSN 2283-5733
ORIGINAL RESEARCH ARTICLE
Glob Reg Health Technol Assess 2017; 4(1): e122-e132
Analisi di impatto sul budget di empagliflozin nel
trattamento dei pazienti con diabete di tipo 2 e malattia
cardiovascolare accertata
Sergio Iannazzo1, Aldo Pietro Maggioni2, Edoardo Mannucci3
SIHS Health Economics Consulting, Torino - Italy
Centro Studi ANMCO, Firenze - Italy
3
Dipartimento di Scienze Biomediche, Sperimentali e Cliniche Mario Serio, Università degli Studi di Firenze, Firenze - Italy
1
2
Budget impact analysis of empagliflozin in T2D patients with a previous cardiovascular disease
Introduction: The EMPA-REG OUTCOME study demonstrated that empagliflozin is effective in reducing cardiovascular morbidity and mortality in T2D patients with high risk linked to a previous cardiovascular condition. The
objective of this study is the budget impact analysis of the use of empagliflozin in this population in Italy.
Methods: The analysis was conducted from the cost perspective of the Italian NHS with a 3-year time horizon.
The target population, defined as T2D patients with a known cardiovascular disease, was estimated based on
epidemiologic and market data. An uptake of empagliflozin growing from 10% to 30% was considered to add up
or substitute combinations of metformin, insulin, glitazones and DPP-4. The uptake of 80-100% was considered
to substitute sulfonylureas and repaglinide. Costs, including drugs, glycaemia monitoring, management of severe
hypoglycaemia events, and cardiovascular and renal events, were estimated based on published literature and
current tariffs.
Results: The target population was estimated in 243,693 in the first year. The incremental cost for drugs
(17.6 million Euro) is entirely offset by the savings in glycaemia monitoring (8.1 million Euro), cardiovascular and
renal events (8.8 million Euro) and severe hypoglycaemic events (3.1 million Euro), with a net saving of 2.3 million Euro, approximately corresponding to -0.7% of the total expenditure. The cumulative budget impact in the
3 years was 4.9 million Euro (-0.5%).
Conclusions: The progressive adoption of empagliflozin to treat T2D patients with known cardiovascular disease
in Italy, would provide significant clinical benefit without entailing additional expense for the Italian NHS.
Keywords: Budget impact, Cardiovascular risk, Type 2 diabetes
Introduzione e obiettivo
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) nel
2014 nel mondo l’8,5% degli adulti di età maggiore di 18 anni
era affetto da diabete, e nel 2012 globalmente 1,5 milioni di
persone sono morte a causa della malattia (1). In Italia nel 2014
l’Osservatorio ARNO per il Diabete ha identificato 550.000 persone con diabete, corrispondenti a una prevalenza del 6,2% (2).
Il diabete di tipo 2 (DT2) è la forma più comune di diabete
(con una prevalenza di circa il 90% dei casi), caratterizzata da
insulino-resistenza o insulino-deficienza relativa. L’aumentato
Accepted: April 20, 2017
Published online: June 1, 2017
Corresponding author:
Sergio Iannazzo
SIHS Health Economics Consulting
Via Sebastiano Caboto 45
10129 Torino, Italy
sergio.iannazzo@icloud.com
livello di glucosio nel sangue nel DT2 porta nel tempo a gravi
danni a cuore, vasi sanguigni, occhi, rene e nervi. Le cause
del DT2 sono principalmente l’obesità e l’inattività fisica, e si
prevede che nel 2030 la malattia diverrà la settima causa di
morte nel mondo (3). Il DT2 viene trattato con dieta, attività
fisica, farmaci antidiabetici e somministrazione di insulina, in
funzione della progressione della malattia.
Empagliflozin è un inibitore specifico e reversibile del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (sodium-glucose cotransporter 2, SGLT2) che ha bassa affinità ma alta capacità
di trasportare glucosio. Esso è altamente espresso nel tubulo prossimale renale ed è responsabile del 90% del riassorbimento di glucosio che avviene nel segmento contorto del
tubulo prossimale del rene (il restante 10% è riassorbito dagli
SGLT1 nel segmento rettilineo del tubulo prossimale). Questo meccanismo di riassorbimento del glucosio è alterato nel
paziente con DT2. Il co-trasportatore SGLT2, infatti, è sovraespresso a livello renale nei pazienti con DT2 rispetto ai soggetti senza diabete, e anche la sua attività di riassorbimento
del glucosio è aumentata. Questo determina nei pazienti con
DT2 e iperglicemia un aumento della quantità di glucosio che
© 2017 The Authors. This article is published by Wichtig Publishing and licensed under Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0
International (CC BY-NC-ND 4.0). Any commercial use is not permitted and is subject to Publisher’s permissions. Full information is available at www.wichtig.com
Iannazzo et al
viene riassorbita dal filtrato glomerulare e che interferisce negativamente con il raggiungimento del controllo metabolico.
Empagliflozin inibisce il SGLT2 provocando perdita di glucosio
con le urine (glicosuria) e di conseguenza riducendo la glicemia nel DT2 (4). Il suo meccanismo d’azione è indipendente
dalla funzione della cellula β pancreatica e dall’insulina, e ciò
contribuisce a ridurre il rischio di ipoglicemia.
Empagliflozin è attualmente autorizzato e rimborsato per
l’uso nei pazienti diabetici, tuttavia nuove evidenze cliniche
sono recentemente emerse a dimostrare un profilo di efficacia specifico nella riduzione degli eventi cardiovascolari (CV)
nel paziente ad alto rischio per malattia CV accertata. È infatti
noto che il DT2 è uno dei maggiori fattori di rischio per le malattie CV e che la presenza sia del DT2 che di malattie CV nei
pazienti aumenta il rischio di morbilità e mortalità CV.
Il trial clinico EMPA-REG OUTCOME ha indagato l’impatto
di empagliflozin sugli esiti CV rispetto a placebo, in un totale di
7020 pazienti con DT2 ed eventi CV accertati (5). Lo studio, che
fa parte dell’insieme dei trial clinici che hanno studiato estensivamente il profilo di sicurezza di empagliflozin (EMPA-REG),
ha dimostrato che empagliflozin, in aggiunta allo standard
terapeutico, è superiore rispetto al placebo in termini di riduzione del 14% dell’endpoint primario CV composito (MACE a 3
punti), determinando inoltre una riduzione della mortalità CV
del 38%, riduzione della mortalità per tutte le cause del 32%,
riduzione delle ospedalizzazioni per scompenso cardiaco del
35% e riduzione della progressione del danno renale del 39%.
Pur essendo empagliflozin già disponibile in Italia per il trattamento dei pazienti con DT2, i risultati del nuovo trial clinico
lo rendono un’opzione particolarmente vantaggiosa dal punto
di vista clinico per i soggetti diabetici con complicanze CV. Si
noti che l’aggiornamento a seguito delle nuove evidenze cliniche della scheda tecnica, approvata lo scorso 19 gennaio 2017
dalla Commissione Europea, non comporta un’estensione
dell’indicazione con ampliamento della popolazione eleggibile,
in quanto i pazienti con diabete di tipo 2 e malattia CV accertata sono inclusi nella popolazione prevista dall’indicazione originaria di empagliflozin. La ragione del presente studio nasce
dall’aspettativa che empagliflozin possa essere un’opzione particolarmente utile per la prevenzione CV secondaria e dal fatto
che le implicazioni economiche dell’adozione di empagliflozin
in questi pazienti non sono al momento ancora note. Obiettivo
del presente studio è stata dunque l’analisi d’impatto economico del trattamento di pazienti con DT2 e malattia CV accertata,
attualmente in terapia con antidiabetici orali – in monoterapia
o in associazione con metformina e/o insulina – potenzialmente eleggibili al trattamento con empagliflozin secondo il piano
terapeutico attuale.
Materiali e metodi
L’analisi di budget impact è stata eseguita tramite un modello analitico sviluppato in MS Excel. È stata considerata la
prospettiva del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano con
un orizzonte temporale di 3 anni.
Disegno dell’analisi
Sono stati stimati i costi generati dai pazienti con DT2 e
malattia CV accertata potenzialmente eleggibili al tratta© 2017 The Authors. Published by Wichtig Publishing
e123
mento con empagliflozin (popolazione target), mettendo a
confronto una situazione di trattamento precedente all’introduzione di empagliflozin (situazione senza empagliflozin) con una situazione in cui una quota dei soggetti passa
al trattamento con lo stesso (situazione con empagliflozin).
Questo disegno di analisi costituisce chiaramente una semplificazione, in quanto è probabile che una quota di soggetti
diabetici con malattia CV accertata sia già oggi in trattamento con il farmaco. Nella nostra analisi abbiamo considerato
che l’inclusione di questa quota di consumo preesistente non
avrebbe influenzato la stima di impatto sul budget, in quanto
invariante tra le due situazioni messe a confronto. Di conseguenza, la quota di utilizzo di empagliflozin già oggi esistente
nella popolazione in studio è stata trascurata. L’analisi è stata
condotta nel rispetto delle linee guida metodologiche pubblicate dall’International Society for Pharmacoeconomics and
Outcomes Research (ISPOR) (6).
La popolazione target è stata individuata nei pazienti italiani con DT2 e malattia CV accertata ed eleggibili al trattamento con empagliflozin (Tab. I). La malattia CV accertata è
stata definita, secondo i criteri adottati nello studio EMPAREG OUTCOME (5), come:
1) Cardiopatia ischemica cronica, caratterizzata dalla presenza di almeno uno dei seguenti:
a) pregressa sindrome coronarica acuta (infarto del
miocardio di tipo STEMI, NSTEMI oppure Angina Instabile), oppure
b) pregressa rivascolarizzazione coronarica chirurgica o
percutanea, oppure
c) terosclerosi coronarica giudicata non rivascolarizzabile;
2) Pregresso ictus ischemico o emorragico;
3) Arteriopatia obliterante degli arti inferiori.
La stima della numerosità della popolazione è stata condotta sulla base di dati epidemiologici italiani, come descritto di
seguito. Secondo le previsioni dell’Istituto Nazionale di Statistica Italiano (ISTAT), la popolazione residente italiana aumenterà da circa 61,8 milioni nel 2016 a circa 62,2 milioni nel
2018 (7). Per ottenere il numero dei pazienti con DT2, si è
applicata alla popolazione residente la prevalenza del 5,2%
di diabete farmaco-trattato, così come stimata nel rapporto
2015 dall’Osservatorio ARNO Diabete (2), e la percentuale
dell’89,6% dei casi di DT2 sulla totalità dei diabetici (8).
Empagliflozin è attualmente prescrivibile da medici specialisti (internista, endocrinologo, geriatra); per individuare
la quota di soggetti potenzialmente eleggibili al trattamento
con SGLT2i si è considerato che il 64,3% dei pazienti con DT2
fosse in trattamento presso uno specialista (8). In base all’attuale piano terapeutico, empagliflozin non è raccomandato
nei pazienti con DT2 di età superiore ai 75 anni. Tali pazienti
possono presentare un rischio aumentato di deplezione volemica (Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto, RCP).
Inoltre, nei pazienti di età pari o superiore a 85 anni non è
raccomandato iniziare la terapia con empagliflozin in quanto l’esperienza terapeutica è limitata (RCP). Empagliflozin,
inoltre, è raccomandato in pazienti con funzionalità renale non alterata (eGFR >60 ml/min/1,73 m², 84,1% dei casi
(8)). Infine, è stata applicata la prevalenza di 19,3% relativa
BIA of empagliflozin in T2D patients with CV disease
e124
TABELLA I - Stima della popolazione target nello scenario base
Popolazione italiana
Prevalenza del diabete farmaco-trattato
Pazienti con diabete
Percentuale con DT2
Pazienti con DT2
Pazienti DT2 trattati da uno specialista
Pazienti con DT2 trattati
Pazienti DT2 con malattia CV stabilita
Anno 1
Anno 2
Anno 3
Fonte
61.838.227
62.023.422
62.194.033
(7)
5,2%
5,2%
5,2%
(2)
3.215.588
3.225.218
3.234.090
89,6%
89,6%
89,6%
2.879.592
2.888.216
2.896.161
64,3%
64,3%
64,3%
1,850,877
1,856,420
1,861,527
19,3%
19,3%
19,3%
(9)
(8)
(8)
Pazienti DT2 con età <75 anni
81,1%
81,1%
81,1%
(8)
Pazienti DT2 con eGFR ≥60
84,1%
84,1%
84,1%
(8)
243,693
244,422
245,095
Pazienti DT2 con malattia CV accertata eleggibili
al trattamento con EMPA
CV = cardiovascolare; DT2 = diabete di tipo 2; eGFR = tasso di filtrazione glomerulare stimato; EMPA = empagliflozin.
ai pazienti con DT2 con malattia CV accertata, derivata dallo
studio DAI (9).
Il “mix” dei trattamenti che definisce la situazione senza
empagliflozin (Tab. II) è stato valutato con l’ausilio del servizio
QuintilesIMS Patient Analyzer, basato sulla raccolta di schede
pazienti anonime (non è richiesta la consultazione di cartelle
cliniche) derivanti dalla collaborazione trimestrale di un panel
di 140 diabetologi (dati proiettati all’universo di riferimento,
aggiornati a MAT marzo 2016) (8). Al fine di semplificare il
modello, sono state trascurate le combinazioni di trattamenti
con una percentuale d’uso inferiore allo 0,5% e le percentuali
sono state ricalcolate proporzionalmente.
Nei 3 anni di analisi è stato assunto (secondo la stima degli autori) un tasso di penetrazione crescente di empagliflozin
dal 10% al 20% e 30% nei confronti di metformina in monoterapia, insulina con o senza metformina e combinazioni di
glitazoni, e DPP-4 (inibitori dell’enzima DPP-4). Per quanto riguarda i GLP-1 (agonisti recettoriali del GLP-1) è stato assunto
un tasso di penetrazione leggermente ridotto (5%, 10% e
15%) in quanto anche liraglutide, tramite lo studio LEADER,
ha dimostrato di avere dei benefici clinici nei pazienti con pregressi eventi CV (10). Rispetto alle combinazioni di sulfaniluree e repaglinide, si è considerato un tasso di penetrazione di
empagliflozin più alto, a partire da 80% al primo anno per arrivare a 100% al terzo anno, sulla base delle più recenti raccomandazioni cliniche delle Società Scientifiche Diabetologiche
italiane, che indicano che nei pazienti con pregressi eventi CV
maggiori non sufficientemente controllati con la metformina,
o con intolleranza o controindicazioni alla metformina, gli inibitori SGLT2 dovrebbero essere considerati farmaci di prima
scelta (Livello della prova II, Forza della raccomandazione B)
e nell’insufficienza cardiaca anche le sulfaniluree e le glinidi
dovrebbero essere usate con molta cautela (Livello della prova III, Forza della raccomandazione B) (11). In tutte le combinazioni di farmaci considerate nello studio si è assunto che
l’adozione di empagliflozin avvenga per sostituzione di un antidiabetico orale, con l’eccezione dei pazienti in trattamento
con metformina, insulina e insulina associata a metformina.
Per questi casi si è ipotizzata un’aggiunta di empagliflozin in
TABELLA II - Stima del “mix” di trattamenti nella situazione senza empagliflozin, nei pazienti con DT2 e malattia CV accertata
Trattamento
Percentuali di trattamento
MET
MET + INS
INS
SU
SU + MET
SU + TZD + MET
SU + DPP-4
SU + DPP-4 + MET
SU + (DPP-4-MET)
SU + GLP-1 + MET
SU + INS
SU + MET + INS
TZD + MET
Repaglinide
Repaglinide + MET
Repaglinide + DPP-4
Repaglinide + INS
Repaglinide + MET + INS
DPP-4
DPP-4 + MET
DPP-4 + MET + INS
GLP-1
GLP-1 + MET
GLP-1 + INS
GLP-1 + MET + INS
(DPP-4-MET)
(DPP-4-MET) + INS
Totale
16,4%
8,6%
22,8%
2,1%
9,9%
0,6%
0,8%
1,1%
2,0%
0,5%
1,1%
2,9%
0,9%
1,4%
0,9%
0,6%
1,2%
0,5%
1,3%
3,7%
0,9%
2,3%
4,7%
0,5%
0,8%
9,8%
1,6%
100,0%
MET = metformina; INS = insulina; SU = sulfaniluree; TZD = glitazoni; DPP-4 =
inibitori della dipeptidil-peptidasi 4; GLP-1 = agonisti del peptide-1 glucagonesimile; (DPP-4-MET) indica la combinazione fissa di DPP-4 e metformina.
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TABELLA III - Stima dei tassi di penetrazione di empagliflozin nei 3
anni dell’analisi
MET ± INS (*)
TABELLA IV - Costo medio giornaliero dei farmaci
Antidiabetici orali
Costo giornaliero
(Euro)
Anno 1
Anno 2
Anno 3
10,0%
20,0%
30,0%
EMPA e (EMPA-MET)
1,28
SU
0,15
INS mono (*)
10,0%
20,0%
30,0%
SU ± altri OAD ± MET ± INS
80,0%
90,0%
100,0%
TZD ± MET
10,0%
20,0%
30,0%
Repaglinide ± altri OAD ± MET ± INS 80,0%
90,0%
100,0%
DPP4 ± altri OAD ± MET ± INS
10,0%
20,0%
30,0%
GLP-1 ± MET ± INS
5,0%
10,0%
15,0%
(*) empagliflozin è considerato in aggiunta al trattamento attuale.
MET = metformina; INS = insulina; SU = sulfaniluree; TZD = glitazoni; DPP-4 =
inibitori della dipeptidil-peptidasi-4; GLP-1 = agonisti del peptide-1 glucagone-simile; OAD = antidiabetici orali.
add-on alla combinazione corrente in linea con quanto avvenuto nello studio EMPA-REG OUTCOME e con la pratica clinica
attuale (ossia il trattamento con empagliflozin + metformina,
empagliflozin + insulina ed empagliflozin + insulina + metformina, rispettivamente). Per gli altri trattamenti non è stata
considerata l’aggiunta di empagliflozin in add-on poiché non
prevista dagli attuali criteri di rimborsabilità (Tab. III).
TZD
0,67
Repaglinide
0,35
DPP-4
1,34
GLP-1
2,70
MET
0,09
(DPP-4-MET)
1,34
Regimi insulinici
Costo giornaliero
dell’insulina (Euro)
INS mono
1,687
MET + INS
1,296
Associazioni con SU, DPP-4 e GLP-1
0,667
Repaglinide + INS
0,922
Repaglinide + MET + INS
1,241
EMPA + INS (passaggio da INS mono)
1,457
EMPA = empagliflozin; MET = metformina; INS = insulina; SU = sulfaniluree;
TZD = glitazoni; DPP-4 = inibitori della dipeptidil-peptidasi 4; GLP-1 = agonisti
del peptide-1 glucagone-simile; (EMPA-MET) e (DPP4-MET) indicano la combinazione fissa di empagliflozin o DPP-4 con metformina.
Dati dell’analisi
I costi diretti sanitari considerati nell’analisi sono quelli relativi ad acquisizione dei farmaci, automonitoraggio della glicemia, gestione degli eventi ipoglicemici severi e degli eventi
CV e renali.
I costi per l’acquisizione dei farmaci (Tab. IV) sono stati
stimati considerando la dose giornaliera raccomandata, derivata dall’RCP, e il prezzo ex-factory (12) o dalla lista di trasparenza per i prodotti equivalenti (13). Nel caso di trattamenti
presenti sul mercato con varie confezioni, il prezzo unitario
è stato calcolato pesando il costo dei singoli prodotti per le
quote relative di mercato (14). Per valorizzare il costo/die dei
trattamenti insulinici in monoterapia o in associazione con
antidiabetici orali, è stato assunto un fabbisogno medio pari
a 20 UI/die in caso di insulina basale e a 50 UI/die in caso
di regimi basal-bolus. L’utilizzo di insulina basale è stato stimato del 100% in caso di associazione con sulfaniluree, GLP1 e DPP-4, del 75% se associata a repaglinide e del 38% se
associata a metformina (8). Nel caso di insulina associata a
empagliflozin, per quei pazienti che passano a questa combinazione dalla monoterapia insulinica si è stimato che per circa
il 22% fossero in insulina basale (8). In tutti gli altri casi che
prevedono lo switch o l’aggiunta di empagliflozin a un regime
con insulina, si è conservativamente assunto che la percentuale di insulina basale e il fabbisogno giornaliero della stessa
rimangano invariati.
La frequenza annuale del monitoraggio della glicemia è
stata calcolata a partire dalle attuali raccomandazioni cliniche (15). La frequenza di monitoraggio raccomandata varia
in base al trattamento antidiabetico, a partire da 125 misurazioni/mese per pazienti in terapia insulinica basal-bolus, 40
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misurazioni/mese con insulina basale e 25-50 misurazioni/
mese con sulfaniluree o glinidi. In quest’ultimo caso è stato
considerato l’estremo inferiore della raccomandazione (ossia
25 misurazioni/mese) alla luce della bassa compliance dei
pazienti riscontrata nell’attuale pratica clinica. In tutti gli altri
casi, dati da combinazioni di trattamenti che non includono
sulfaniluree o insulina, si è assunto che non si eseguisse alcun controllo della glicemia. Il costo unitario per l’automisurazione della glicemia è stato considerato pari a €0,622, di
cui €0,519 per la lancetta pungidito ed €0,103 per la striscia
reattiva, sulla base dei risultati di un’analisi di questi costi a
livello regionale (16).
L’incidenza annuale degli eventi ipoglicemici severi (definiti come eventi che richiedono assistenza da parte di terzi) in funzione dei trattamenti nei pazienti con DT2 è stata
derivata dalla letteratura (Tab. V). L’incidenza annuale degli
eventi ipoglicemici severi nel trattamento con sulfaniluree in
monoterapia o in combinazione con insulina e/o metformina
è stata derivata da un recente studio osservazionale, che ha
studiato questi eventi in una coorte di 29.485 pazienti con
DT2 trattati con sulfaniluree, del database tedesco/austriaco DPV–Wiss (anni 1995-2013) (17). È stato dimostrato che
il profilo di rischio ipoglicemico legato al trattamento con
glinidi è sostanzialmente sovrapponibile a quello legato alle
sulfaniluree (18). Per questa ragione, per il trattamento con
repaglinide in monoterapia o in combinazione con insulina
e/o metformina, sono stati assunti gli stessi valori considerati
per il trattamento con sulfaniluree. Per il trattamento con insulina in monoterapia o insulina combinata con gli altri antidiabetici orali è stata stimata un’incidenza annuale di eventi
BIA of empagliflozin in T2D patients with CV disease
e126
TABELLA V - Incidenza annuale di eventi ipoglicemici severi associati ai trattamenti antidiabetici
Trattamento
Incidenza
(eventi/paziente/anno)
Fonte
3,81%
3,10%
6,67%
4,86%
3,81%
3,10%
6,67%
4,86%
0,00%
(17)
(17)
(17)
(17)
Assunto pari a SU, basato su (18)
Assunto pari a SU, basato su (18)
Assunto pari a SU, basato su (18)
Assunto pari a SU, basato su (18)
Assunzione, basata su (18, 19, 20)
2,44%
5,04%
Derivato da (17, 18)
Derivato da (17, 18)
SU mono
SU + MET
SU + INS
SU + MET + INS
Repaglinide mono
Repaglinide + MET
Repaglinide + INS
Repaglinide + MET + INS
Altri antidiabetici non
associati a SU, repaglinide o INS
INS basale
INS basal-bolus
MET = metformina; INS = insulina; SU = sulfaniluree.
TABELLA VI - Incidenza e costi degli eventi cardiovascolari e renali
Incidenza con
EMPA (eventi/
paziente/anno)
Incidenza con altri
trattamenti (eventi/
paziente/anno)
Fonte
Costo
unitario
(Euro)
Fonte
Infarto del
miocardio
1,68%
1,93%
(5)
3.908,93
Ictus
1,23%
1,05%
(5)
6.073,00
Insufficienza
cardiaca
0,94%
1,45%
(5)
3.052,00
Attacco ischemico
transitorio
0,29%
0,35%
(5)
2.543,00
Rivascolarizzazione
coronarica
2,51%
2,91%
(5)
8.080,55
Progressione a
macroalbuminuria
4,18%
6,49%
(22)
1.356,72
Raddoppio del livello della
creatinina sierica con
eGFR di 45 ml/min/1,73 m2
Inizio della terapia di
sostituzione renale
0,55%
0,97%
(22)
1.381,00
DRG 121, DRG 122, DRG 123
(23, 24)
DRG 559
(23)
DRG 127
(23)
DRG 524
(23)
DRG 547, DRG 549, DGR 553,
DRG 555, DRG 557
(23, 24)
DRG 325, DRG 326
(23, 24)
DRG 317
(23)
0,10%
0,21%
(22)
41.027,00
(25)
eGFR = tasso di filtrazione glomerulare stimato; EMPA = empagliflozin.
ipoglicemici severi pari a 2,44% nel caso di insulina basale e a
5,04% per l’insulina basal-bolus (17, 18). Per i trattamenti con
gli altri antidiabetici orali senza associazione a insulina, sulfaniluree o repaglinide, è stata assunta un’incidenza annuale
di eventi ipoglicemici severi pari a zero (18-20). Il costo unitario per la gestione di un evento ipoglicemico severo è stato
considerato pari a €1.911,18 sulla base di uno studio osservazionale italiano in cui sono stati analizzati 3516 eventi di
ipoglicemia grave, di cui il 33,1% aveva richiesto ospedalizzazione (21). Si è inoltre considerata, come analisi esplorativa,
l’ipotesi in cui tutti gli eventi di ipoglicemia severa potessero
comportare un ricovero ospedaliero. In questo caso il costo di
ogni evento è stato considerato pari a €5.317 (21).
L’incidenza annuale degli eventi CV e renali (Tab. VI) è
stata derivata dallo studio EMPA-REG OUTCOME (5, 22). Detti
eventi sono stati valorizzati con costi di ricovero ospedaliero
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Iannazzo et al
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TABELLA VII - Popolazione (numero di pazienti) trattati con le varie combinazioni di antidiabetici nella situazione senza e con empagliflozin
Situazione senza EMPA
Anno 1
Anno 2
Situazione con EMPA
Anno 3
Anno 1
Anno 2
Anno 3
EMPA mono
-
-
-
20.118
28.156
36.233
EMPA combo
-
-
-
46.972
62.568
78.237
MET ± INS
60.868
61.050
61.218
54.781
48.840
42.853
INS mono
55.554
55.721
55.874
49.999
44.577
39.112
SU ± altri OAD ± MET ± INS
51.310
51.464
51.605
10.262
5.146
-
TZD ± MET
2.268
2.275
2.281
2.041
1.820
1.597
Repaglinide ± altri OAD ± MET ± INS
11.158
11.191
11.222
2.232
1.119
-
DPP4 ± altri OAD ± MET ± INS
42.405
42.532
42.649
38.164
34.026
29.854
GLP-1 ± MET ± INS
20.129
20.190
20.245
19.123
18.171
17.208
Totale
243.693
244.422
245.095
243.693
244.422
245.095
EMPA = empagliflozin; MET = metformina; INS = insulina; SU = sulfaniluree; TZD = glitazoni; DPP-4 = inibitori della dipeptidil-peptidasi 4; GLP-1 = agonisti del
peptide-1 glucagone-simile.
stimati a partire dalle tariffe nazionali italiane di prestazione
di assistenza ospedaliera per acuti. Quando più codici DRG
potevano essere considerati per lo stesso evento, è stata considerata la media dei relativi costi pesata per le frequenze
relative di ricovero, secondo il database delle schede di dimissione ospedaliera nazionale (23, 24). L’ insufficienza renale
acuta è stata valorizzata al costo di €41.027, corrispondente
al costo della dialisi renale per paziente per anno (25).
Analisi di sensibilità e scenari
L’analisi di sensibilità univariata è stata condotta per stimare l’impatto dell’incertezza dei parametri sui risultati prodotti
dal modello. In quest’analisi tutti i dati di input del modello
sono stati fatti variare in un intervallo d’incertezza e l’effetto sul risultato di budget impact è stato analizzato mediante
una rappresentazione grafica a tornado. Questo diagramma
permette di stabilire un ranking tra i parametri, evidenziando
quelli che influenzano maggiormente il risultato. L’intervallo
di variazione per ciascun parametro è stato determinato sulla
base dell’errore standard o dell’IC95%, laddove questi valori erano riportati nelle fonti originali. Per parametri derivati
o per cui le informazioni sull’incertezza dei valori puntuali
non erano disponibili nella letteratura, è stato considerato
un intervallo di variabilità pari a ±10% del valore centrale,
nell’assunzione che questo possa rappresentare un range
ragionevolmente ampio. Maggiori dettagli sugli intervalli
di variazione applicati su ciascuno dei parametri del modello
sono disponibili Maggiori dettagli sugli intervalli di variazione applicati su ciascuno dei parametri del modello sono disponibili nelle Tabelle Supplementari S1 e S2 (Tabella Suppl.
S1 – Range dei parametri considerati nell’analisi di sensibilità;
Tabella Suppl. S2 – Confronto tra il “mix” di trattamenti antidiabetici emerso durante il trial EMPA-REG OUTCOME e la
popolazione diabetica italiana con patologia cardiovascolare
accertata. Disponibili online su www.grtha.com).
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Risultati
Il numero dei pazienti con DT2 e malattia CV accertata
in Italia è stato stimato essere di 243.693 nel primo anno,
244.422 nel secondo anno e 245.095 nel terzo anno (Tab.
VII). La ripartizione di questi pazienti nella situazione con e
senza empagliflozin è presentata nella Tabella VIII. Complessivamente i risultati dell’analisi di impatto sul budget evidenziano che la progressiva sostituzione degli antidiabetici orali con
empagliflozin può comportare una riduzione dei costi a carico
del SSN. L’impatto sul budget è infatti pari a -0,7% al primo
anno, -0,5% al secondo anno e -0,3% al terzo anno (Tab. IX).
Sostanzialmente il maggior costo farmaceutico viene più che
compensato dal risparmio di costi per l’automisurazione della
glicemia, per la gestione degli eventi ipoglicemici severi e degli eventi di natura CV e renale (Fig. 1).
I costi per la gestione degli eventi CV e renali e per l’acquisizione dei farmaci hanno il peso maggiore in entrambe
le situazioni (senza e con empagliflozin), seguiti dal costo per
l’automonitoraggio. Al primo anno, nella situazione in cui i
pazienti sono trattati con empagliflozin, il costo per l’acquisizione dei farmaci è complessivamente maggiore rispetto alla
situazione in cui i pazienti sono trattati senza empagliflozin
(124,4 milioni di Euro vs 106,8 milioni di Euro con un incremento di circa 17,6 milioni di Euro). Tuttavia, nella situazione in cui i pazienti sono trattati con empagliflozin, i costi per
l’automonitoraggio (75,1 milioni di Euro), per gli eventi CV e
renali (141,1 milioni di Euro) e per gli eventi ipoglicemici (8,8
milioni di Euro) sono risultati minori rispetto a quelli della situazione in cui i pazienti sono trattati con gli altri antidiabetici, con una differenza pari a -8,1, -8,8 e -3,1 milioni di Euro,
rispettivamente). Complessivamente il bilancio al primo anno
è risultato in un risparmio di 2,3 milioni di Euro. L’impatto cumulativo di empagliflozin sul budget risulta in un risparmio
complessivo di circa 4,9 milioni di Euro, corrispondente a circa lo 0,5%, nei 3 anni di analisi.
BIA of empagliflozin in T2D patients with CV disease
e128
TABELLA VIII - Numero degli eventi cardiovascolari e renali simulati nei 3 anni dell’analisi
Situazione senza EMPA
Anno 1
Anno 2
Anno 3
Cumulativo 3 anni
Infarto del miocardio
4.703
4.717
4.730
14.151
Ictus
2.559
2.566
2.573
7.699
Insufficienza cardiaca
3.534
3.544
3.554
10.632
Attacco ischemico transitorio
853
855
858
2.566
Rivascolarizzazione coronarica
7.091
7.113
7.132
21.336
Progressione a macroalbuminuria
15.816
15.863
15.907
47.585
Raddoppio del livello della creatinina
sierica con eGFR di 45 ml/min/1,73 m2
2.364
2.371
2.377
7.112
512
513
515
1.540
Eventi totali
37.431
37.543
37.647
112.621
Situazione con EMPA
Anno 1
Anno 2
Anno 3
Cumulativo 3 anni
Infarto del miocardio
4.536
4.491
4.444
13.470
Ictus
2.680
2.730
2.780
8.189
Insufficienza cardiaca
3.191
3.081
2.970
9.243
Attacco ischemico transitorio
813
801
789
2.403
Rivascolarizzazione coronarica
6.823
6.750
6.674
20.247
Progressione a macroalbuminuria
14.266
13.767
13.262
41.296
Raddoppio del livello della creatinina
sierica con eGFR di 45 ml/min/1,73 m2
2.082
1.990
1.897
5.969
438
413
389
1.240
Eventi totali
34.828
34.023
33.205
102.056
Differenza (con EMPA – senza EMPA)
Anno 1
Anno 2
Anno 3
Cumulativo 3 anni
Infarto del miocardio
-168
-227
-286
-681
Ictus
121
163
206
490
Insufficienza cardiaca
-342
-463
-584
-1.389
Attacco ischemico transitorio
-40
-54
-69
-163
Rivascolarizzazione coronarica
-268
-363
-458
-1.089
-1.550
-2.096
-2.644
-6.290
Raddoppio del livello della creatinina
sierica con eGFR di 45 ml/min/1,73 m2
-282
-381
-481
-1.144
Inizio della terapia di sostituzione renale
-74
-100
-126
-300
-2.603
-3.520
-4.441
-10.565
Inizio della terapia di sostituzione renale
Inizio della terapia di sostituzione renale
Progressione a macroalbuminuria
Eventi totali
eGFR = tasso di filtrazione glomerulare stimato; EMPA = empagliflozin.
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Iannazzo et al
TABELLA IX - Risultati dell’analisi di impatto sul budget
Situazione senza EMPA (Euro)
Anno 1
Anno 2
Anno 3
Cumulativo 3 anni
Farmaci
106.770.577
107.090.337
107.384.916
321.245.829
Automonitoraggio glicemia
83.166.416
83.415.485
83.644.940
250.226.841
Eventi ipoglicemici severi
11.919.786
11.955.483
11.988.370
35.863.639
Eventi CV e renali
149.897.864
150.346.783
150.760.350
451.004.997
Costi totali
351.754.643
352.808.088
353.778.576
1.058.341.307
Anno 1
Anno 2
Anno 3
Cumulativo 3 anni
Farmaci
124.399.745
130.628.155
136.859.443
391.887.343
Automonitoraggio glicemia
75.110.003
73.631.997
72.126.909
220.868.909
Eventi ipoglicemici severi
8.816.785
8.400.019
7.978.736
25.195.541
Eventi CV e renali
141.140.939
138.505.091
135.819.130
415.465.160
Costi totali
349.467.471
351.165.263
352.784.219
1.053.416.953
Anno 1
Anno 2
Anno 3
Cumulativo 3 anni
Farmaci
17.629.168
23.537.819
29.474.528
70.641.514
Automonitoraggio glicemia
-8.056.413
-9.783.488
-11.518.031
-29.357.931
Eventi ipoglicemici severi
-3.103.001
-3.555.464
-4.009.634
-10.668.099
Eventi CV e renali
-8.756.926
-11.841.692
-14.941.220
-35.539.837
Costi totali
-2.287.172
-1.642.825
-994.357
-4.924.354
-0,7%
-0,5%
-0,3%
-0,5%
Situazione con EMPA (Euro)
Budget Impact (Euro)
Impatto sul budget
CV = cardiovascolare; EMPA = empagliflozin.
Fig. 1 - Costi incrementali tra la
situazione con empagliflozin e la
situazione senza empagliflozin.
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BIA of empagliflozin in T2D patients with CV disease
e130
_
Estremo superiore
Estremo inferiore
Budget impact cumulativo a 3 anni (Euro)
Fig. 2 - Diagramma tornado dell’analisi di sensibilità a una via. Il valore base di impatto sul budget cumulativo a 3 anni corrisponde a Euro
-4.924.354.
Nello scenario di analisi in cui si sono considerati ospedalizzati tutti gli eventi di glicemia severa, il risparmio legato alla
gestione degli eventi ipoglicemici sale a 8,6 milioni di Euro, con
un risparmio complessivo al primo anno di 7,8 milioni di Euro
(-2,1%). In questo scenario l’impatto cumulativo sul budget
di empagliflozin risulta in un risparmio di circa 23,9 milioni di
Euro, pari a circa il 2,1% della spesa complessiva per questo
tipo di pazienti.
L’analisi di sensibilità univariata è stata condotta considerando come indicatore di risultato il valore dell’impatto
cumulativo sul budget a 3 anni (valore base -4,9 milioni di
Euro). L’impatto su questo risultato prodotto dalla variazione di ciascun input del modello è riportato nel diagramma
tornado (Fig. 2) in cui sono rappresentati i primi parametri
per magnitudine di impatto.
Complessivamente, i parametri che influenzano maggiormente il risultato sono rappresentati dal costo di empagliflozin (in monoterapia e in associazione con metformina),
dall’incidenza degli eventi di rivascolarizzazione coronarica
(sia per i pazienti trattati con empagliflozin sia per quelli che
ricevono altri trattamenti), dalla frequenza di monitoraggio
della glicemia nei soggetti trattati con sulfaniluree e dal costo
delle strisce reattive. Tuttavia, soltanto i primi tre parametri
sono potenzialmente in grado di determinare un cambia-
mento del segno del risultato principale (un aggravio di costi
invece che un risparmio), dimostrando così una sostanziale
stabilità delle conclusioni che si possono trarre dall’analisi.
Discussione
È riconosciuto come nei pazienti con DT2 vi sia un
implicito rischio CV e come viceversa la presenza della complicanza CV possa amplificare l’impatto del diabete al di là
della problematica del controllo glicemico. I soggetti diabetici
hanno un’elevata incidenza di eventi CV e il rischio pare aumentare con la mancanza di controllo glicemico. Data la grande disponibilità di trattamenti antidiabetici, i clinici devono
considerare l’insieme delle problematiche concomitanti, tra
cui il profilo di rischio CV di ogni regime.
In seguito alla pubblicazione dei risultati degli studi EMPAREG OUTCOME per empagliflozin (5), LEADER per liraglutide
(10) e SUSTAIN-6 per semaglutide (prodotto non disponibile in
Italia alla stesura del presente articolo) (26), alcuni diabetologi
hanno iniziato a parlare di una nuova era per il trattamento
del DT2. Benché gli incoraggianti risultati di questi due studi
siano limitati alla sola popolazione di soggetti con DT2 ad alto
rischio dovuto a una malattia CV accertata, un nuovo profilo di
trattamento appare motivato dal punto di vista clinico.
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Iannazzo et al
Tuttavia la valutazione completa di una nuova tecnologia
sanitaria non può oggi prescindere anche da una valutazione
di tipo economico. Di fronte all’introduzione di nuove tecnologie, infatti, le autorità sanitarie e le aziende produttrici
si trovano nella necessità di misurare se e a quali condizioni
queste tecnologie siano economicamente sostenibili. L’analisi
di costo-efficacia è generalmente considerata il gold standard
delle valutazioni economiche in ambito sanitario. Questo tipo
di analisi è generalmente condotto su un orizzonte temporale
di medio-lungo periodo, con l’obiettivo di stimare l’efficienza
dell’allocazione delle risorse sanitarie a una tecnologia piuttosto che a un’altra. L’analisi però non risponde alla domanda
più immediata e frequente del decisore sulla sostenibilità finanziaria nel breve termine. Per questo specifico obiettivo è
stata definita l’analisi di impatto sul budget, che si propone
di stimare nel breve periodo le conseguenze puramente finanziarie dell’adozione e diffusione di una nuova tecnologia
sanitaria (6).
Il presente studio si è occupato di valutare questo tipo di
impatto stimando, sulla base dei dati epidemiologici disponibili, la popolazione dei soggetti con DT2 e malattia CV accertata in Italia, e valutando il differente consumo di risorse sanitarie a essa associato nell’ipotesi che il trattamento venga in
parte effettuato con empagliflozin. Lo studio dimostra che, se
si considera la totalità dei costi diretti sanitari associati ai soggetti con DT2 e malattia CV e non unicamente i costi farmaceutici, l’adozione di empagliflozin potrebbe avvenire senza
aggravio del budget o addirittura indurre un lieve risparmio. Il
risparmio dei costi concomitanti, legati al monitoraggio della
glicemia, alla gestione degli eventi ipoglicemici severi e degli
eventi di natura CV e renale, può infatti compensare il maggiore costo farmaceutico. L’analisi è stata condotta nel rispetto delle linee guida metodologiche internazionali (6), tuttavia
alcuni limiti vanno discussi. In primo luogo, il ruolo dei pattern di trattamento ipotizzato per la popolazione diabetica a
rischio CV senza l’impiego di empagliflozin riveste un ruolo
cruciale. Idealmente la descrizione dei trattamenti dovrebbe
provenire da dati di natura epidemiologica. Tuttavia appare
arduo l’ottenimento di informazioni così specifiche senza la
predisposizione di uno specifico studio osservazionale. In
assenza di queste informazioni abbiamo dovuto dunque affidarci al dato stimato, anche se sulla base di un campione di
medici diabetologi, mediante lo strumento IMSQuintiles Patient Analyzer. Un secondo importante aspetto di discussione
riguarda il possibile impatto di un farmaco come empagliflozin sulla mortalità dei pazienti. I dati dello studio EMPA-REG
OUTCOME hanno infatti mostrato un significativo beneficio
nella riduzione della mortalità CV. Questo tipo di effetto non
è tipicamente catturato dall’analisi di budget impact, che si
focalizza unicamente sugli aspetti economici e finanziari. Tuttavia, nel periodo medio-lungo l’uso di un farmaco che migliora la sopravvivenza dei pazienti potrebbe portare a un
ampliamento della coorte, con un conseguente aumento dei
costi. La stima quantitativa di questo effetto esula dal presente studio e richiederebbe un complesso modello di simulazione o la disponibilità di dati osservati. Deve tuttavia essere
considerato il possibile effetto che, su una patologia già di per
sé cronica, potrebbe diventare rilevante nel giro di qualche
anno. Future considerazioni potranno confermare o meno
questo punto di vista.
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e131
Una seconda considerazione è da farsi relativamente all’utilizzo delle incidenze degli eventi CV e renali derivate dallo studio EMPA-REG OUTCOME. In questo trial tutti i pazienti hanno
ricevuto una terapia antidiabetica di “background”, aggiustata secondo le necessità dei singoli pazienti. L’assunzione che
l’incidenza degli eventi del ramo di controllo del trial si possa
applicare alla popolazione italiana di diabetici con malattia CV
accertata implica l’assunzione che il “mix” di trattamenti nel
trial e nella realtà clinica italiana siano sostanzialmente sovrapponibili. Questa assunzione è verificata con un certo livello di
approssimazione (le percentuali dei “mix” messe a confronto
sono riportate nella Tabella Supplementare S2, disponibile on
line su www.grtha.com), ma esistono alcune differenze, presumibilmente legate alle pratiche cliniche afferenti alle differenti
realtà geografiche in cui sono stati arruolati i pazienti del trial.
Altri limiti della nostra valutazione sono inerentemente
legati all’uso di dati di costo disponibili nella letteratura e, in
qualche caso, basati su tariffe DRG invece che su costi reali,
e alla mancanza di un riferimento oggettivabile per la stima
della penetrazione del nuovo farmaco, che è stata basata
sull’opinione degli autori. Infine alcuni dati, come ad esempio
la prevalenza di malattia CV accertata nei pazienti con DT2,
derivata dallo studio DAI, sono alquanto datati. Il loro uso,
pur necessario in assenza di informazioni più recenti, è dunque da considerarsi con cautela. Va comunque considerato
che l’analisi di sensibilità condotta ha affrontato sistematicamente il problema dell’incertezza sui dati di input, mostrando
una sostanziale stabilità dei risultati prodotti. Alla luce degli
stessi possiamo dunque concludere che empagliflozin possa
essere una valida opzione terapeutica nei soggetti con diabete e malattia CV accertata, sia dal punto di vista clinico che
economico. L’adozione di empagliflozin può permettere l’ottimizzazione della gestione del diabete di tipo 2 in Italia con
una riduzione della spesa a carico del SSN.
Disclosures
Financial support: The study has been supported by an unconditional research grant from Boehringer Ingelheim Italia.
Conflict of interest: The authors declare that they have no conflicts
of interest in this research.
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