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I-, I ,t (Estratto da: " Atti del 4' Convegno Internazionale della Ceramica , - Albisola 1971) := ,. HUGO BLAKE -.t fa G' I F- il l- DESCRIZIONE PROWISORIA DELLE, CERAMICHE, ASSISIANE E DISCUSSIONE SULLA MAIOLICA ARCAICA1 1. Riassunto. Descrivo provvisoriamente le ceramiche scoperte ad Assisi. Affermo che d la piir importante scoperta di ceramica medievale fino ad oru conosciuta in ltalia sia per la provenienza sia per la datazione sicura. Dopo un elenco dei trovamenti datati di maiolica arcaica, faccio I'ipotesi che la maiolica arcaica stessa si sia originata nell'Italia orientale nel primo Duecento, forse appresa dai protomaiolicari, e si sia diffusa nella Toscana e nella Romagna nel tardo Duecento, nella Liguria e nella Lombardia nel Trecento. Continua nel Quattrocento come un tipo comune. 2. Le ceramicbe. Nella nuova scoperta di ceramiche ad Assisi ci sono almeno 650 vasi rappresentati da frammenti, dei quali circa 330 sono abbastanza interi e utili per questo studio preliminare. Bench6 qualche maiolica seicentesca e settecentesca' sia stata trovata in uno strato superiore, il gruppo mi pare integro. Dall'impasto, fotme e coperta distinguo quattro gruppi (<< wares >>) 3: (i) ceramica grezza. Il primo gruppo consiste in ceramiche con impasto ad inclusioni dure, quasi tutte intere, coperte di fuliI Questa relazione preliminare d un lavoro di collaborazione. Ringrazio padre Palumbo per avermi invitato a studiate le ceramiche; il dr. Whitehouse per l'aiuto dei suoi assistenti, Giles Scholl (fotografo), Chemy e Nicola Kisch (disegnatrici); il professor Ward Perkins per avere tovato i fondi per 1o studio; la dr. Tongiorgi e il dr. Mannoni ber avere corretto e discusso il mio testo italiano. Includo nella seconda parte della relazione qualche risultato preliminare delle mie ricerche, che sto facendo con botse di studio del Ministero degli A{fari Esteri e della British School at Rome, sotto la direzione del pro{essor Cagiano de Azevedo, direttore dell'Istituto di Archeologia all'Universit) Cattolica, e del professor Ward Perkins, direttore della British School at Rome. 2 Piatti e ciotole invettiati bianchi con il segno e le iniziali del convento di S. Francesco, qualche volta portanti date. 3 Una descrizione ed un elenco delle forme si tova alla fine della relazione. 365 gine e spaccate, forse dall'usura, sul focolare di cucina, ma andi esemplari rotti senza segni di usura. (1i) cerarnica grande. Nel secondo gruppo ci sono boccali grandi, altezza 33 - 36 cm ca,, con impasto depurato lcome i gruppi (iii) e (iv) l, usati forse per la consetvazione. (ili) ceramica line. Il terzo gruppo consiste di vasi che non hanno confronti con le forme delle ceramiche invetriate. (iv) cerarnica inuetriata. Il quarto gruppo b coperto alf interno, sul piede e sulla base con una vetrina piombifera, e all'esterno con una vetrina stannifera di colore grigiastro, smeraldo o bianco decorato con colori metallici tamina e manganese (cosiddetta << maiolica arcaica >>). 3. Maiolica arcaica assisiana. L'ultimo tipo di ceramica invetriata d gi) ben conosciuta in ltalia centrale e settentrionale. Per questa relazione prowisoria tratto soltanto gli 82 pezzi gii restaurati e fotografati. Si conoscono gii tutte le forme dai ritrovamenti di altre regioni *, tranne la terza. La forma 29, il boccale con beccuccio bilobato e con piede svasato, ha confronti con un pezzo scoperto da tempo a Perugia s e negli affreschi ffecenteschi di Tolentino 6. Quindi d una forma nuova e distinta dell'Umbria e delle Marche. Ad Assisi mancano i grandi piatti orvietani?, i boccali del Lazio t e le forme rigide della pianura padana n. Quasi tutta la decorazione sulle forme che 4 Per esempio a Faenza (forma 30 - Faenza XLVII (1961) tav. XLIXC e XLVIIIa; Iorma 3l - Faenza XLVI (1960) tav. XVIIe), a Montalcino (forme 30 e 3I) - BELLINI M. e CONTI G., Maioliche italiane del rinascimento, Milano, 1964, p.48A) e ad Orvieto (forme 27,28,30 e 31 - \(HITEHOUSE D.B,, <The Medieval Glazed Pottery of Lazio >>, Papers ot' the Britisb Scbool at Rome, XXXY (1967), pp. 73-76. Nelle note seguenti abbrevio quest'articolo con <La7io>). s \(/ALLIS H., The Art ol the Prccursors: a study in tbe history ol early Italian majolica, London, 790I, fig. 44. Vedere anche il pezzo trov^to a Corinto: MORGAN C.H., Corintb XI: Tbe Byzantine Pottery, Cambridge (Mass.) 1942, n. 932. Perb i confronti del Lazio mi paiono pii vicini. 6 Eseguiti probabilmente nel 1340-8, Guida d'Italia: Touring Club ltaliano: Marche, Milano, 1962, p. 390; illustrati in << Tolentino: Santuario di S. Nicola >, Tesori d'Arte Cristiana, fasc. 60 (22 aptile 1967), p. 553. Ringrazio Anthony Luttrell Der avermi mostrato ouest'articolo. 7 SCAVIZZI G., Maioliche dell'Islan e del nedioeuo occidentale, Milano (coll. Elite), 1966, tav.67. 8 WHITEHOUSE D.B., Lazio, p. 76, forme 8, 9 e 10. e Per esempio, Milano: BARONI C., Ceranticbe italiane minori del castello sforzesco, Milano, 1934, n. 7 e 8; Padova: MOSCHETTI 4., Il museo cirtico d'i Padoua, Padova, 7938, figg. 136-8; Imola: pp. pp. 366 3-ll; Faenza'. LIVERANI 99-108 e 123-128. LIVERANI G., Faenza, G., Faenza, XLVI (1960), pp. 37-)5, XLII XLVII (1956), (1961), chiuse e delimitata da fasce con una treccia verde sopra . La fiorma 29 ha la decorazione chiusa lateralmente all'ansa da due o re righe verticali senza la fascia decorata che si trova nella maggior parte delle altre forme chiuse (cfr. fig. 16 con figg.21.,26 e 29). La decorazione stessa consiste in animali, rnotivi vegetali, lineari ed astratti. Ci sono confronti to abbastanza simili per quasi tutte le varianti della decorazione. La solita noviti assoluta d il fiore (variante 4) che si ritrova soltanto in Perugia ". Si pud dire che qualche esemplare con decorazione vegetale sia diverso da quelli degli altri centri gi) conosciuti. Suggerisco che i migliori confronti siano quelli con i bacini del chiostro duecentesco di S. Nicola da Tolentino t', dove si possono fare anche altri confronti relativi ad ahri particolari di Assisi. Anche cid tivela il carattere regionale di questo gruppo. Ad Assisi manca la decotazione sul ventre del vaso senza fasce delimitanti 13. 4. La produzione. Le ceramiche vengono ptobabilmente da fornaci locali. Vi sono scarti di fornace: boccali interi invetriati e dipinti totalmente deformi; biscotti ed anche I'esemplare (forma 31b) con un grifone dipinto sul biscotto stesso, ed infine tanti pezzi spaccati in forno. L'esistenza di due forme ben diverse di maiolica arcaica, con decorazione esclusiva'n, suggetisce due ttadizioni o due fornaci o due centri di produzione diversi tt. 5. La datazione della maiolica arcaica. La scoperta delle ceramiche ad Assisi ed anche altri nuovi ritrovamenti e ricerche, contribuiscono 10 Vedi gli articoli op. cit., n. 4. Altri pezzi montalcinesi si tovano illustrati in FANTI 5., Guida storico-artistica della citti di Montalcino, Montalcino, 1963. Ringrazio Whitehouse per il prestito delle fotografie e dei suoi disegni inediti dei pezzi del museo di Orvieto. 1r \(ALLIS H., op. cit., n. 5. 12 Il chiostro appartiene alla prima {ase della chiesa attuale, quindi E del Duecento (TCI op. cit., n. 6, pp. )89 e 392; RIVOSECCHI M., La basilica di Tolentino, Firenze, 7927, tav.2). Perb i bacini sono in una posizione abbastanzzi, bassa, favorevole ad inserimenti dopo la costtuzione. 13 Per esempio, aFaenza (Faenza XLVI (1960), tav. XVd-f, XVIa-b, XVIIa-c), Firenze (BARGELLINI, MOROZZI, BATINI, S. Reparata: La cattedrale risorta, Florence 1970, p. 115) e Montalcino (Museo Civico, inedito). Ci sono frammenti, non ancora studiati, con decorazione in scompatti, cfr. Faenza XLVI (1950), tav. XII; BELLINI M. e CONTI G. op. cit., n. 4. ra Vedi fig. 1. Gli animali (varianti 1-l) si trovano soltanto sulla forma 30; i fiori (variante 4) soltanto sulla forma 29. ls Palumbo mostta soDra. che ad Assisi fin dal 1348 ci furono domande sttaordinarie per la festa del perdono e per I'occasione venneto otdinati boccali dai ceramisti di Deruta. Forse ceramiche furono importate anche pdma. 367 alla datazione della maiolica arcaica gi) suggerita dal \X/hitehouse nel t967 tu. Faccio un riassunto aggiornato e selezionato delle maioliche de*s$e tt. elqhliC 1. Pauia, S. Maria del Popolo: rnattoni, prima del 1130. I mattoni della facciata della chiesa erano invetriati, bianchi, verdi ed azzurri senza decorazione. Le analisi mostrano che lo stagno b presente nei campioni bianco ed azzurro in percentuale variabile dal 3,1. al 3,9 ". 2. Lucera castello: prima del 1223 - 1240. Durante gli scavi fatti dai tedeschi nell'estate del 1970, si b scoperto un pozzo probabilmente sotto il castello costruito da Federico II nel 1230 ca. In questo pozzo sono state trovate: (a) maiolica di pinta in verde e bruno, (b) maiolica dipinta in verde, bruno e giallo, (c) ceramiche invetriate al piombo le. 3. Assisi, S. Francesco: ntattonelle, prirna del 1253. Le mattonelle, che ornavano gli scalini dell'altare della chiesa superiore nella basilica, sono di maiolica dipinta in verde, bruno e talvolta anche in ferraccia e porpora. L'altare fu consacrato neI L253 20. 4. Oruieto: piatto con stemrna, 7268 - 1272/3. < Un piatto con 1o stemma di Carlo d'Angid con quello dei Monaldeschi, e dunque anteriore al 1272, perch6, con quell'anno, gli angioini in Italia accoppiarono al loro, lo stemma di Gerusalemme >> ". 16 17 \trHITEHOUSE D.B., Lazio, pp. 66-70. Ometto la ciotola, cfr. forma 28, cosidetta di S. Francesco (1182-1226), conservata nella chiesa dei frati minori di Kiiln (WALLIS H., op. cit., n.5, pp.35-6, figg. 45, 45a). Mi limito per il Trecento ai primi ritrovamenti in ogni regione. 18 AGUZZI F., < La decorazione ceramica dell'antica cattedrale di Pavia ed il problema delle prime tracce della maiolica nell'occidente cristiano >>, Atti III Conuegno Internazionale della Ceramica (1970), pp.283-8, nota che <la critica pit aggiomata suggerisce una data verso I'ultimo decennio del sec. XI >. 1e Ringrazio \il/hitehouse pet avermi gentilmente informato di questi nuovi scavi inediti. Vedi anche: \(HITEHOUSE D.B., Ceramiche e vetri medioevali provenienti dal castello di Lucera >>, Bollettino d'Arte LI (1966), pp. 171-8. << 20 Vedi sopra la comunicazione di Palumbo e le figg. 8-10. Ringtazio \flhitehouse per avere attirato 7a mia attenzione sulla ferraccia. 21 LIVERANI G., La maiolica italiana sino alla conaparsa della porcellana europed, Milano, 1958, p. 13. Proveniente da Orvieto, ora nel museo di Capodimonte, Napoli (DONATONE G., < Contributo alla conoscenza della maiolica napoletana>, Faenza LIII (1967), p. 104, tav. LXXXVII). 368 5. Bologna, S. Francesco: 7274. << Un boccale rinvenuto nei vecchi muri della chiesa.., databile con l'anno 1274 >>22. 6. Gaeta, cattedrale: 1279. Ciotole di maiolica atcaica sul campanile, costruito nel 1.2792'. 7. Museo internazionale delle ceranaicbe a Faenza: ciotola con steTnfna, 1251/2. << Ciotola con 1o stemmo di Carlo I d'Angid, re di Napoli e di Gerusalemme, databile 7281f 2 >> 24. B. Assisi, relettorio del conuento di S. Francesco: prima del 1282. Le ceramiche, oggetto di questa rclazione, trovate nelle volte sotto il refettorio del convento, costruito prima del 1282tt. 9. Firenze, Duomo: prirna del 1302. Nel Duomo, sotto il pavi mento prowisorio del 7302, nell'unica zona scavata, dove il pa- vimento non b interrotto da intrusioni posteriori, si sono trovati tre piccoli frammenti di maiolica arcaica tra la ceramica romana'u. 10. Pisa, S. Martino: 1332 - 7372. Bacini di maiolica arcaica ( con f impasto rosso pisano ) sui muri alti, quasi inaccessibili dopo la costruzione, risalenti al 1332'7. 11. Montalcino, palazzo cornunale: 1350 ca. Le ceramiche medievali conservate nel museo civico di Montalcino, sono state trovate nelle volte della loggia del palazzo comunale, datablle al secondo quarto del Trecento, per il Paul, e fra il 1340 e 1360 per il Toker ". 12. Faenza: boccale con sternrna, 1353-67. Nel museo di Faenza c'd un boccale con lo stemma, probabilmente, del cardi22 e BALLARDINI G., <r La maiolica italiana: le origini tecnica della ceramica, Faenza 23 24 XXV (1917), p. ), il X corso di storia 96. WHITEHOUSE D,B., Lazio, pp. 8l-2. LIVERANI G., < Sull'origini della maiolica italiana>>, Faenza XXV (19i7), -p. 13. 2s Vedi soora la comunicazione di Palumbo qudst'informazione inedita ringrazio Frank Toker, che collabora agli scavi- nel Duomo eseguiti dalla Soprintendenza ai Monumenti di Firenze. 27 Vedi sopra la comunicazione della Tongiorgi. 28 PAUL J,, Die ntittelalterlicben Komunalpaliiste in Italien (inargural-disseitation, Albert:Ludwigs-Universitlt, Freiburg-in-Breisgau) K6ln 7963, p. 106 (nella biblioteca dell'Istituto tedesco di Storia dell'Arte a Firenze). Comunicazione personale di Fiank Toker dell'Universiti di Harvard. Pet una descrizione del palazzo, vedi RODOLICO N. e MARCHINI G., I palazzi del popolo nei cortuni toscani del widioeao, Milano, 7962, p. 761, taw. 52-3. 26 Per 369 nale Albornoz, che era vicario e legato pontificio in Romagna daI 1353 alla sua morte, nel 7367. Egli ha costruito il < Collegio di Spagna >> a Bologna ed b possibile che si siano prodotti boccali in rnemoria per I'uso del collegio dopo il L369 2e. 13. Faenza: boccale con steftzma, 1378 - 1.405. Un alto boccale con stemma, nel museo diFaenza, ha le armi di Astorgio I Manfredi, signore della citt) dal I37B aI 140530. 74. Faenza, iI cinitero: prima o dopo il 1369 - 82. Ceramiche trovate con un gruppo di scudi di rame di Ludovico Gonzaga, terzo capitano del popolo di N{antova dal 1369 aI 1.382 31. 15. Liguria: 7300 - 1450 ca. Sette scavi testimoniano la presenza di maiolica arcaica nella prima med del Quattrocento o nel Trecento 32. Il tipo di maiolica arcaica in Liguria b molto vicino a quello pisano - importato o imitato 33. Altri 34, rappresentazioni nei quadri " e documenti 36, confermano che la maiolica arcaica era ben conosciuta in Italia centrale nel bacini Trecento. Di un boccale arcaico faentino, Forli, 1910. Illustrato XXY (1937), tav. XVIIb. 30BALLARDINI G., Le cerumicbe di Faenza, Roma 1913. ARGNANI F., 2e anche in BALLARDINI G., Faenza Le ceranicbe e maioliche faentine, Faenza 1889, p. 58, tav. V, fig. III. 31 LIVERANI G., < LTn recente ritrovamento di ceramiche ttecentesche a Faen' XLVI (1960), pp. 37-5L MANNONI T., <<La ceramica in Liguria dal secolo VI al secolo XVI >, Atti della Societi ligwe di Storia Patria LXXXII (1968), pp.222-5; MANNONI T., < Gli scarti di fornace e 7a cava del XVI secolo in via S. Vincenzo a Genova iden LXXXIII (1969), pp. 249-272; CAMEIRANA A., <Contributo per una topografia delle antiche fotnaci ceramiche savonesi >, idern, pp. 63-72. Mannoni m'ha gentilmente informato che la maiolica atcaica E presente a Priamar (la forza>>, Faenza 32 >>, tezza di Savona) sotto un pavimento del 1416 o del 1430, alla cattedrale di Albenga sotto un pavimento del 1450-60, e in via S. Vincenzo fino al 1450. 33 TONGIORGI L., <<Pisa nella storia della ceramica>>, Faenza (L964), pp. 3-24. g Per esempio: Casa Bacinelli a S. Gimignano (Toscana); S. Ambrogio Nuovo a Yarazze (Liguria); S. Eustorgio a Milano. 3s Per esempio: Duccio (Museo dell'Opera del Duomo, Siena); Giotto (S. 370 6. L'importanza del ritrouamento assisiano. Dalla quantitd di pezzi rovati insieme, si deduce che sia la pii grande scoperta di ceramiche medievali fino ad ora conosciuta in ItaIia, pit grande anche del ritrovamento del Lacus Iuturnae 3' . Dal tiassunto fatto sopra si vede che vi sono soltanto tre gruppi di maiolica arcaica ben provenienti e datati: 8, Assisi; L1, Montalcino; L4, Faenza. Assisi d anteriore agli altri due di 70 anni ca. Si avevano prove sparse dell'esistenza di maiolica arcaica nel Duecento. Ora si sa che essa era ben sviluppata gi) prima del 1280. La somiglianza fra i repertori di motivi decotati di Montalcino e di Assisi, indica che questa maiolica nell'Italia centrale ha avuto una vita lunga e costante. Il primo ritrovamento di maiolica arcaica verso la parte orientale d'Italia, mi suggerisce nuovi ipotesi sulla sua origine e sul suo sviluppo. . Le origini e lo suiluppo della nzaiolica arcaica. Ci sono diverse opinioni pubblicate sull'origine della maiolica arcaica. Alcuni studiosi hanno suggerito un'evoluzione locale in Italia ", altri l'ipotesi di un'introduzione attraverso le porte del mare tirreno e le citt) poste sul fiume Arno 3e. Ora abbiamo nuove scoperte e offro Ia mia opinione, anche se le prove sono ancora poche. Non b il momento di affermare una origine n6. a Pavia, nd a Lucera. Qualche fatto b 7 significativo: (i) 36 di La differcnza fra i colori impiegati sulla maiolica atcaica e di piastrelle cerarnista dell'antico nzondo Ballatdini ha citato due documenti che mostrano la presenza maiolica nel duomo di Orvieto nel 1321 (L'ereiliti \(IHITEHOUSE D.B., Lazio, p. 48. LIVERANI G, op. cit., t. 2I, p. 12. BALLARDINI G., << La maiolica italiana: 1o stile arcaico - Italia meridionale >>, op. cit., n. 22, p. 97. 3e !trHITEHOUSE D.B., Lazio,p. 70. RACKT{AM 8., Italian Maiolica, London 1952, pp. 9-11. 37 38 371 la proto-maiolica non b cosl forte '0, e si ha presenza di blu (e talvolta di ferraccia ) anche nel tepertorio della maiolica arcaicaot. (Accetto la conclusione di \Whitehouse (vedi sopra) e suggerisco che la tecnica delf invetriatura stannifera forse sia stata appresa dai proto-maiolicari ) . (ii) Pisa e Ligtria, come suggerisce \Whitehouse (vedi sopra) per la graffita medievale tirrenica, mi pare una regione abbastanza staccata dallo sviluppo della ceramica dell'Italia centrale. Non si trova negli scavi liguri o' maiolica arcaica del tipo dell'Italia centrale, e la ceramica pisana, come si vede a S. Martino e S. Cecilia, ha la decorazione su una forma, la ciotola con piede ad anello, sconosciuta nell'Italia centrale 43. (iii) N6 Whitehouse, nd Mazzucato, affetmano una origine 1ocale della maiolica in Lazio aa. Dato quanto premesso sopra, ci rimangono soltanto due aree possibili dove si poteva originare o intodurre la maiolica arcaica: la pianura padana e la parte orientale dell'Italia: le Puglie, le Marche e I'Umbria. Per la prima c'b una mancanza di prove prima del tardo Trecento ed anche una mancanza di probabilit), perch6 nei paesi vicini, il mondo bizantino ) manca una tradizione di produzione della maiolica. In questo momento mi pare pir) probabile che la produzione in ltalia sia cominciata nella parte orientale, forse appresa dai produttori della proto-maiolica, nel primo Duecento ( o probabilmente nel dodicesimo secolo ) . La produzione si propagd nella Toscana e 4 In contrasto con (op. cit., n. 39, n. 9). Ie affermazioni di \(hitehouse (Lazio, p.70) e Rackham al AFaenza (FaenzaV (I9L7), tav. III, n. 8,9, IL,72; Faenza XLVI (1960) XVIII a-f; illustrazione in colore: Enciclopedia Uniuersale dell'Arte, Firenze, Sansoni, 1958, vol. III, tav. 181 (ringrazio Palumbo per quest'informazione); a Firenze (scavi nel Duomo, inedito, ringrazio il Soprintendente ai monumenti professor Motozzi, per il permesso di pubblicare queste ceramiche); ed a Montalcino tav. (nel Museo Civico, inedito). a2 Yedi n. 32. a3 Vedi sopra la comunicazione della Tongiorgi e di Tongiorgi L., op. cit., n. 33. L'assenza neg[ scavi Iiguri (tranne un pezzo della Catalogna nel museo del Cenuo ligure ad Albisola) e pisani della maiolica spagnuola dipinta in brurio e mi suggerisce che gli italiani non abbiano imparato n6 la tecnica n6'la decorazione della maiolica arcaica della Spagna. Perb mi sembra che ci sia a Pisa una tradizione estranea al repertorio decorativo dell'Italia centrale. Da dove viene? 44 \(HITEHOUSE D.B., Lazio, p. 82. M.^ZZUCATO O., La raccolta di cerarticbe nel Museo di Rorua, Roma 1968, n. 14. verde 372 nella Romagna nel tardo Duecento e arrivb finalmente nella Lombardia os e in Ligvia nel Trecento. 8. La fine della maiolica arcaica. Quasi tutti gli studiosi hanno parlato dell'arrivo di nuovi stjli di decorazione dopo iI 1425 ca'ou, ed hanno dato I'impressione che la maiolica dipinta in verde e bruno a7 sia sparita. Ma in gruppi di ceramiche sicuramente quattrocenteschi si trova aflcora Ia ttadizione della maiolica arcaicaas: Liguria. Nel castello di Molassana si trovano insieme maioliche pisane, ispano-moresche e policrome toscane ae. Romagna. Nell'ex palazzo Lettimi a Rimini si trovano boccali alti e carenati con inizialiso. Toscana. A parte la < famiglia verde ,, tt, si trovano ciotole e bacini profondi a Figline di Prato (S. Pietro), Firenze (S. Monaca) , Montalcino (Bar Caporali ) , Pratolino ( Villa Demidoff ) ". [Jmbria. Nel museo di Orvieto si trovano boccali globulari e piccoli decorati nel modo medievale tt. In un saggio fatto vicino alla porta etrusca di Perugia si trovano bacini profondi, come as Vedi n. 9: Baroni. Sono dell'opinione che forte) della maiolica arcaica in Lombardia nel esistesse Trecento. una produzione (non a6 Gli atgomenti per 7a datazione delf introduzione del blu sono stati riassunti da Vrhitehouse (Lazio, pp.82-3) che citd, come primo vaso datato, il piatto araldico del 1455-8. Probabilmente abbastanza pii antico b l'esemplare seguente: nella parte centrale (1'Annunciazione) del Trittico <Mbrode>> nei <<chiosui> del Metropolitan Museum, New York, E dipinto un boccale globulare con ansa a nasffo, decorato in blu con foglie di quercia, forma e decorazione sicuramente rinascimentali. Nd l'atttibuzione (a Roger Campin L375/8 - 1444), n6:\a d.ata (1427-8) sono sicure; ma le autoriti pii competenti sono concordi (PANOFSKY 8., Early Netberlandish Painting: its origin and charucter, Cambtidge (Mass.) 1953, vol. I, pp. 165 e 167). 47 Nel senso che tutti i pezzi del tiuovamento sono di tipo rinascimentale, tranne pochi frammenti rimaneggiati di tipo normalmente desctitto << medievale 48 Ho visto soltanto il materiale della Liguria, Lombardia, Toscana, Umbtia >>. e di Rimini. 4e 50 MANNONI T., op. cit., n. 32, (1968), p. il 224. professor Ztffa, dttettore degli Istituti Culturali del Comune di Rimini, pet il permesso di studiare questo materiale. s1 BALLARDINI G., La ruaiolica italiana dalle origini alla line del Cinquecento, Firenze 7938, p. 20. pe ai la Ringrazio alle Antichiti d'Etruia. e pef il suo permesso a_ che i via S. s3 signori Caporali per Monaca. \THITEHOUSE D.B., Lazio, fig. 10, n. 4, tig. Ll, totrna 72. 373 Toscana, insieme ad altre forme, tazze (cft. forma 28) e boccali di forma tardasa. Queste varianti tarde della maiolica arcaica sono di uso comune, in in contfasto coll'uso medievale. Breae descrizione prouuisoria delle cerarniche medieuali troaate nel ettorio ad Assisi 5s. (i) Ceramica grezza. Vasi, quasi tutti interi, coperti di fuliggine e spaccati, forse dall'usura nel focolare di cucina e pezzi rotti senza tfacce di usura. Impasto: inclusioni costituite da piccoli grani e frammenti bianchi teneri; ruvido e foruncoloso al tatto; quasi-duro; colote bruno rossastro smorto, con superfici pii chiare e talvolta anima gtigia. Tecnica: buona fattura a tornio veloce con tfacce all'interno; l'esterno finito liscio o con scanalature superficiali; poco sonante. Forme: 1. Coperchio con ansa a nastro (unico esempio incompleto con diametro 17 cm ca,). Fig. 2 2. Laryo tegame con fianco curvato ed orlo appiattito. Fig. 2 3. Tegame con tre piedi a fianco svasato ed orlo appiattito. Fig. 2 4. Pentola biconicheggiante ad orlo espanso appiattito con ansa a nastfo. Fig. 2 5. Pentola (come 4) con grande manico verticale (forse per la sospensione ) . Fig. 2 6. Boccale sferoidale su larga base piana, con bocca trilobata ed ansa a nastro attaccata sull'orlo. ref (ii) Cerarzica grande. A) Dello stesso impasto come sopra, ma pii resistente: Fig. 3 7. Larga pentola tronco-conica con orlo ripiegato in fuori, due anse a nastfo sui fianchi e due costolature verticali di rinforzo. Un esemplare di 8a. (vedi sotto). s << Pincetto >>, scavo fatto nell'aprile 7962. Ringrazio il professor Ciotti, Soprintendente alle Antichiti dell'Umbria per avermi dato il permesso di studiare e pubblicare questa cetdmica. 55 La numerazione impiegata non ha scopo di classificazione definitiva, ma serve solo ai fini del presente lavoro. 374 impasto: depurato con tracce di mica e pochi inclusi piccoli, teneri e bianchi (o neri sulle superfici); liscio altatto; quasiduro/duro; colore fra cuoio sporco, bruno smorto e aranciato. Tecnica: buona fattuta al tornio. 8. Brocca grossa ovoidale con ansa a nastro partente Fig. 3 dal bordo e beccuccio applicato: a. con o seflza attacchi prolungati fino all'ansa b. ottenuto da un nastro riPiegato c. bilobato (a cannone premuto sul bordo ). (iii) Ceramica fine. fmpasto: depurato con tracce di mica e pochi inclusi piccoli, teneri e bianchi (o neri sulle superfici); un po'aspro al tatto; quasi-duro/duro; colore fra cuoio sporcg, bruno smotto e un po' atanciato, con super{ici tendenti al bruno smorto' Tecnica: buona fattura al tornio; qualche esemplare mal finito' 9. Bacino tronco-conico a breve tesa inclinata e base Fis. 4 piana. 10. Bacino tronco-conico con gola sotto la breve tesa Fis. 4 inclinata a base piana. 11. Ciotola con bordo rientrante, anse a sezione quaFig. 4 dra e stretta base piana. 12. Albarello cilindrico con gola superiore e base raFis. 4 B) Altro stremata. Fig. 4 13. Olla ovoidale con alto bordo lievemente svasato e base piana. 4 4 14. Boccale incompleto con beccuccio a cannone' L5. Boccale biconico con beccuccio bilobato applicato, ansa a nastro, parte inferiote scanalata al tornio e Fig. 5 Fig. 5 Fig. 5 16. Boccale ovoidale con breve collo, beccuccio bilobato applicato ed ansa a nastfo partente)dal bordo. a 17. Boccale globulare a stretta bocca trilobtata, ^nsa all'odo e latga base piana. nastro sferoidale con stretta bocca uilobata su 18. Boccale^ttaccata collo svasata, ansa a nastro attaccata sotto I'orlo e Fig. Fig. base piana. base Piana allargata' (iv) Ceramica inuetriata. Impasto: depurato con pochi inclusi teneri e bianchi (o neti sulle superfici); un po' aspro al tatto; quasi- duro/duro; colore fra bianco sporco, cuoio, bruno chiaro e rosa di salmone con superfici tendenti al bruno smorto. Tecnica: buona fattura al tornio; segni sulla base di staccatura mediante un filo. Invetriatura al piombo sulla base, sul piede e nell'interno: sparsa o ben applicata; trasparente; liscia (o un po' aspra quando b sparsa); colore fra bruno pallido o smorto e verde quasi-oliva. Invetriatura stannifera sull'esterno: opaca, liscia e ben applicata, di ffe colori diversi: A) Grigiastra, talvolta con una banda diagonale verde sul cor(accidentale?). po Fig. 6 19. Boccale ovoidale a bocca trllobata, ansa a nastro e piede svasato. B\ Fig. 6 Smeralda lucente s6. 20. Boccale a corpo sferoidale con piede svasato, bocca trilobata, alto collo cilindrico con bordo estroflesso e sagomato con ansa: a. a nastfo con nefvatuta mediana b. ottenuta da due cordoni affiancati. 21. Piccolo boccale biconico con piede e botdo svasati ed ansa a sella. Forme incomplete: 22. Piccola ciotola tronco-conica con bordo appiattito ' 23. 24. 25. 26. C) s6 376 e base piana. Piccola ciotola tronco-conica con bordo verticale. Ciotola con alto bordo verticale, orlo appiattito ed ansa a nastro. Frammento di un grande beccuccio bilobato. Fnmmenti di lampade. Bianca, un po' grigiastra (talvolta, forse per stracottuta, tendente al colore tiglio); decorata da linee ben definite di << manganese )> (da bruno scuro a nero-porpora) e da linee indefinite o riempimenti di < ramina >> ( verde lucente o sparso o tendente al blu ) . In un esemplate il grigio sosti E' uno smalto, vedi sotto la comunicazione di Mannoni. Fig. 6 Fig. 6 tuisce la ramina, e in un altro c'E solo il manganese. Un bacino ha lo smalto color smeraldo all'esterno e sulla base. 21. Bacino a tesa breve inclinata, fianco lievemente curvato e base piana. 28. Ciotola a fianco carenato e piede solido con anse: a. a nastro b. a sezione circolare. Fig. 6 29. Fig. 6 30. Fig. 7 J Boccale con beccuccio bilobato applicato, corpo sferoidale, ansa a nastro e piede svasato. Boccale a bocca tilobata, corpo ovale, ansa a sezio- ne circolare e piede svasato. 1. Boccale a bocca rilobata o circolare, alto collo lindrico, corpo sferoidale e piede svasato con a. a ci- ansa: nastro b. a sezione circolare ambedue a nefvatura mediana. (iv) C) Varianti d,ella decorazione. Animali Figg. 11-13 1. Uccello Fig. Fig. 1,4 15 2. Leone 3. Grifone Vegetali Fig. 16 4. Fiore Figg. 17-18 5. Foglie Fig. 19 6. Ramoscello con foglie Figg. 20-22 7. Trulcio corrente che racchiude foglie Astratti Figg. 23-24 8. Fasce sinuose o semplici linee Figg. 25-27 9. Largo graticcio a losanghe Fig. 28 10. Stisce a graticcio delimitate da fasce ondulate Fig. 29 11. Linee sinuose che tacchiudono rombi decorati Fig. 30 12. A larghe scaglie embricate parzialmente decorate Miscelata Figg. 37-33 73. 377 Forme 27 28 29 30 31 Decorazioni I 10 ,| L 2 J T 5 5 1 6 1 7 2 I 7 3 6 I 5 C) 6 4 10 4 5 3 8 t1 7 2 J J 72 73 A 1 2 J 25' 1 46 6 Fig. 1 Conelazione quantitativa tra forme e decorazioni della maiolica atcaica studiata 378 L -9, Fig. 2 - (i) Ceramica grezza. Scala 1 ;4. Le fotografie sono di Sholl, tranne Ia fig. l0 di De Giovanni; di Kisch e Blake. i disegi sono 7 1_ cy \ -+{ Fig. 3. (ii) Ceramica grande. Scala 1 :8. Fig. 4 - (iii) Ceramica fine. Scala 1 : 4. (- - Fig. 5 - (iii) Ceramica fine. Scala a- rD Fig. 6 - (iv) Ceramica invetriata. Scala 1 :4. 31a Fig. 7 - (iv) - Ceramica invetriata. Scala I : 4. Fis. 8 - Mattonelle dalla chiesa pe-riore. 18 cm x 18 cm ca. su- Fig. 10 - Mattonelle della chiesa cm x 18 cm ca. superrore. 18 Fis. 9 - Mattonelle dalla chiesa su-periore. 18 cm x 18 cm ca. Fig. 1l - Boccale, forma 30. Altezza 30 cm ca. Fig. 12 - Boccale, forma 30. Altezza Fig. 13 - Boccale, forma 30. Altezza Fig. 14 - Boccale, forma 30. Altezza incompleta 20 cm ca. Fig. 15 - Boccale, forma 31. Altezza incompleta 20 cm ca. 20,5 cm ca. incompleta 26 cm ca. Fig. 16 - Boccale, forma 29. Altezza 18 cm ca. Fig. 17 - Boccale, forrna 29, decorato solo in manganese. Altezza incompleta 21,5 cm ca. Fig. 18 - Bocca1e, forma 30. Altezza Fig. 19 - Bacino, forma 27. Diametro della base 16 cm ca. 28 cm ca. Fig. 20 - Boccale, forma 29. Altezza Fig.2l - Boccale, forma 30. Altezza Fig. 22 - Boccale, forma 31. Altezza incomoleta 23 cm ca. Fie. 23 - Ciotola, forma 28. Altezza 17 cm ca. incompleta 25 cm ca. 5 cm ca. Fig. 24 - Boccale, forma 29. Altezza 13,5 cm ca. Fig. 26 - Boccale, forma 30. Altezza 20,5 cm ca. Fig. 25 - Boccale, forma 29. Altezza 17.5 cm Fis.. 27 ca. - Boccale, forma 30. indompleta 21,5 cm ca. Altezza Fig. 28 - Boccale ,forma 29. Altezza 2l crn ca. Fig. 29 - Boccale, forma 30. Altezza incompleta 25 cm ca. Fig. 30 - Boccale, forma 30. Altezza incompleta 18,5 cm ca. Fig. 31 - Bacino, forma 27 9.5 cm ca. - Altezza Fig. 33 - Boccale, forma 31. Altezza incornpleta 20,5 cm ca. Fig. 32 - Boccale, forma 29. Altezza 20 cm ca. INTERVENTI '1 '.L G. LIVERANI; nota la parentela trala tematica di Assisi e quella di Faenza. 'f V O. MAZZUCATO: si domanda se il riempimento della volta, e quindi le ceramiche contenute, non possa essere stato messo in opera in un secondo tempo data la sua scarsa funzione statica. sostiene che il refettorio non poteva essere finito senza 7l pavimento e quindi senza il riempimento che 1o sostiene; d'altra patte, nel caso di sostituzione del pavimento, non si sarebbe G. PALUMBO: cettamente asportato il riempimento per rimpiazzarlo con un altro. G. REBORA. chiede se esistono ricerche archeologiche in Puglia, e in caso positivo se hanno fornito elementi in appoggio alla tesi sostenuta da Blake sull'oriqine nell'Italia orientale della maiolica medievale, G. LIVERANI: risponde che reperti esistono aBari ma ancora poco chiari. Jz - i-" 392