Valore restauro sostenibile propone una «Italian way of
doing restoration» nel più generale ambito del Made in Italy.
Valore restauro sostenibile innova nei procedimenti l’operazione
di conservazione del valore nel tempo, con particolare attenzione ai
valori culturali del contesto in cui il bene monumentale è immerso.
Valore restauro sostenibile opera sulla base di una governance che
coniuga azioni dirette e interventi specialistici, in una perfetta
sintesi di discipline molteplici e complementari.
Valore restauro sostenibile sviluppa interventi di formazione
per promuovere la professionalità e l’educazione alla conservazione
programmata e preventiva.
Valore restauro sostenibile promuove il partenariato pubblico privato, traducendo la responsabilitá sociale in sostenibilità
economica e inanziaria.
Valore restauro sostenibile considera la cultura un ingrediente
fondamentale della creazione del valore e la gestione consapevole
una condizione necessaria per la fruizione del patrimonio culturale.
Valore restauro sostenibile è sinonimo di esperienze acquisite
consolidate e insieme laboratorio sperimentale del restauro.
Valore restauro sostenibile è un marchio Italiana Costruzioni Spa.
Vincenzo D'Alba, Iconograia
dell'Impresa Fratelli Navarra, china
su carta, 2014; Courtesy A.A.M.
Architettura Arte Moderna
Collezione Francesco Moschini
e Gabriel Vaduva.
IL GRUPPO NAVARRA PER IL RESTAURO SOSTENIBILE
LE IMPRESE DEDICATE
Le imprese specialistiche del Gruppo Navarra — già protagoniste
di importanti interventi nell’ambito del restauro, del recupero
conservativo, della rivitalizzazione del territorio — hanno
acquisito speciiche esperienze e sviluppato approfondite e uniche
competenze per affrontare l’importante, attuale tema del «Valore
Restauro Sostenibile». In questo campo, le più signiicative imprese
del Gruppo sono:
Italiana Costruzioni SpA
Società leader del Gruppo, è caratterizzata da una particolare
propensione alla governance, cioè al saper «governare» operatori
specialisti e professionisti interni ed esterni, in particolare
architetti fra i più importanti nel contesto mondiale, con una
speciica capacità di «General Contractor» per le diverse attività
imprenditoriali. Presenta una speciica propensione a generare
nuove forme contrattuali per la promozione, la realizzazione,
la conservazione e la futura gestione delle opere oggetto di
intervento. Opera in tutti i principali settori dell’edilizia
(opere pubbliche e private, sviluppo immobiliare, grandi
infrastrutture, ristrutturazioni e restauri).
Fratelli Navarra Srl
Dal 1999 è presente intensamente e prestigiosamente nel settore
del restauro monumentale, della manutenzione delle opere d’arte e
dei beni architettonici. Si è così qualiicata nella corrispondente
categoria dei lavori pubblici (OS2) e ha acquisito la relativa
certiicazione di qualità ISO 9001.
Na.Gest. Global Service Srl
Specializzata in manutenzione programmata e in Global Service e
Facility Management per la gestione di grandi patrimoni immobiliari
ha svolto interventi manutentivi innovativi per la conservazione
delle strutture edilizie, nonché azioni di recupero e di restauro
sul tessuto urbano degradato, proponendosi come «impresa per la
città» interpretata come «città - impresa».
AFRICA
ma
Ro
MARE MEDITERRANEO
no
la
Mi
va
a
nz
Mo
na
ro
Ve
do
Pa
EUROPA
MAPPA DEI PROGETTI DI RESTAURO
SOMMARIO
Premessa
Gruppo Navarra e restauro sostenibile
Le imprese dedicate
3
Dalla tradizione del passato:
una storia di esperienze
L'innovazione per il futuro:
la sida del cambiamento
6
Piazza San Pietro
— Roma
10
Basilica di Sant'Antonio
— Padova
14
Palazzo della Ragione
— Verona
18
Castello Sforzesco
— Milano
22
Villa Reale
— Monza
26
Fratelli Navarra,
altri progetti di restauro
30
Appendice
Cantieri archeologici
33
Nel passato sono stati numerosissimi gli interventi effettuati dalle imprese specialistiche del
Gruppo Navarra. Interventi, tutti, molto diversiicati sia quanto a tipologie tecniche, sia per
i relativi contesti territoriali, sia per le esigenze funzionali del dopo recupero (per esempio,
Villa Scheibler a Milano; a Roma l’Hotel de Russie, il Palazzo Kock, il Palazzo del Clementino
in Piazza Esedra e il Palazzo di Propaganda Fide;
a Bologna la Manifattura delle Arti al DAMS;
a Torino la Stazione di Porta Nuova; a Genova il
Palazzo Ducale; a Napoli il Real Albergo de’ Poveri; e, ancora, molteplici interventi conservativi
a L’Aquila). Fra le tante iniziative realizzate,
alcune sono state particolarmente signiicative per
l’importanza del loro contesto storico, tecnico,
territoriale, come per esempio:
Cantiere Piazza San Pietro a Roma, 2013 → È uno
fra i più signiicativi e delicati restauri mai
realizzati in ambito mondiale, non solo per l’importanza della Piazza e del suo celebre colonnato
ideato e realizzato da Gian Lorenzo Bernini fra
il 1656 e il 1667, coronato da 140 importanti statue di santi. Si è trattato infatti di un progetto
innovativo di restauro al quale hanno concorso
una molteplicità di esperti dell’impresa e di illustri consulenti esterni sulla base di importanti
e signiicative indagini preliminari che hanno
visto l’utilizzo di tecnologie d’avanguardia.
Sono state anche progettate nuove macchine per
la realizzazione di ponteggi mobili così da evitare qualsiasi intrusione sul terreno della piazza,
lasciata pertanto libera di vivere la sua quotidiana attività assembleare; sono state messe
in atto importanti innovazioni per preservare le
6
opere dal pericolo di futuri attacchi di agenti
in grado di modiicare lo stato della conservazione. Si è così restituita una corretta lettura
estetica dell’opera, grazie anche alla organizzazione di sponsorizzazioni effettuata con speciiche
azioni di comunicazione e informazione pubblicitaria del tutto innovative in grado di coinvolgere
molteplici partner.
Cantiere Basilica di Sant’Antonio a Padova, 1999
→ Si sono operate applicazioni di speciiche tecnologie innovative per la conservazione al ine di
preservare l’originalità degli elementi artistici
e architettonici presenti e si sono effettuate ricerche per coniugare le tecnologie con le esigenze
sociali presenti.
Cantiere Palazzo della Ragione a Verona, 2007 →
Si è trattato di un restauro artistico effettuato,
prevalentemente, mediante interventi sui materiali
dopo aver svolto indagini preliminari che hanno
consentito di rimuovere il degrado provocato anche
da numerosi e poco eficaci interventi antecedenti.
Cantiere Castello Sforzesco a Milano, 2013 → Il
delicato restauro innovativo ha consentito di riportare alla luce importanti scoperte artistiche
attraverso una preliminare accurata ricerca d’archivio. Il cantiere si è aperto alla città e al
pubblico attraverso innovative azioni di comunicazione utilizzate per la prima volta in operazioni
di restauro.
Concessione cantiere Villa Reale a Monza, 2014 →
Operazione complessa che si è potuta realizzare
grazie a un sistema innovativo introdotto nelle
Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra
opere pubbliche in Italia e utilizzato per la
prima volta per consentire l’apertura di questo
particolare cantiere — un Project Financing attuato in base a un contratto di «concessione» che
prevede per le imprese esecutrici la signiicativa
responsabilità di una futura gestione ventennale
dell’opera, mediante attività commerciali e di
coinvolgimento dei cittadini adeguate all’importanza storica e artistica del monumento. Si è così
impostata una innovativa collaborazione fra pubblico e privato utile come modello per salvaguardare l’importante patrimonio culturale e artistico
italiano. La dificile governance è stata attuata
organizzando le diverse e innovative attività
ausiliarie, anche promuovendo complessi processi
di comunicazione, di informazione e di coinvolgimento dei cittadini, in particolare dei giovani,
attraverso forme di sponsorizzazione e di attiva
partecipazione delle scuole del territorio. Ma
anche coordinando una molteplicità di professionalità impiegate nei tanti interventi specialistici
effettuati.
L’INNOVAZIONE PER IL FUTURO,
LA SFIDA DEL CAMBIAMENTO
I singoli esperimenti sul territorio, compiuti
dal Gruppo Navarra, hanno concorso ad accumulare
la ricca esperienza della tradizione che oggi si
proietta nel futuro per conquistare nuove frontiere nell’ambito della «sostenibilità» del restauro,
utilizzando procedure, metodi e tecniche volte
a realizzare un «Restauro Sostenibile» nel settore edilizio, sia su singole fabbriche o elementi
artistici sia, più in generale, sul tessuto urbano (contesti storici e periferie delle città).
L’obiettivo è perseguito coniugando l’esperienza
propria della tradizione con l’innovazione portata
da metodi acquisiti anche in forme di concessione
esclusiva, per rendere sostenibile la deinizione
classica di «restauro»: “per restauro si intende
l’intervento diretto sul bene attraverso un complesso di operazioni inalizzate all’integrità
materiale e al recupero del bene medesimo, alla
protezione e alla trasmissione dei suoi valori
culturali” — così come indicato da Cesare Brandi
nel suo saggio sulla Teoria del Restauro (Einaudi,
Torino 1977): “[…] l’opera d’arte condiziona il
restauro e non già l’opposto”.
Il Gruppo Navarra pone, quindi, come prioritario
un approccio «sostenibile» al classico restauro:
un approccio che, tutelando le aspettative e i bisogni delle future generazioni, integri in un perfetto equilibrio i tre aspetti fondamentali della
sostenibilità: ambientale, economico, sociale.
La sostenibilità economica garantita dall’azione di governance tesa alla migliore salvaguardia
dell’oggetto su cui si interviene, realizzando
nello stesso tempo sinergie economiche e inanziarie, in particolare nei rapporti fra pubblico
e privato.
La sostenibilità sociale perseguita attraverso
attività ausiliarie di formazione al lavoro,
di educazione civile e del pieno coinvolgimento
di tutti coloro che partecipano direttamente
o indirettamente all’evento.
Si ritiene così di poter anche impostare una innovativa collaborazione fra pubblico e privato, allo
scopo di meglio salvaguardare il patrimonio culturale e artistico del territorio mediante l’utilizzo di processi in grado di assicurare al restauro
un futuro «sostenibile». Con questo obiettivo, la
tradizione consolidata attraverso gli esperimenti
compiuti dalle imprese del Gruppo Navarra è stata
potenziata ricercando rapporti di collaborazione
con Comitati addetti ai lavori (per esempio LEEd/
GBC Italia), utilizzando ricerche realizzate con
Istituti universitari e Centri specialistici,
avvalendosi delle conoscenze speciiche nel settore maturate dalla Fondazione Dioguardi con la sua
collegata imprenditoriale DNORD, istituzioni con
le quali il gruppo già da tempo collabora.
Il Gruppo Navarra ha, quindi, avviato processi
innovativi di intervento «sostenibile» nel settore
edilizio, utilizzando metodi acquisiti o ideati
nell’ambito della propria funzione di «Ricerca &
Sviluppo», particolarmente orientati anche all’esportazione, esprimendo così una nuova Italian
way of doing restoration che amplia il tradizionale ambito del Made in Italy. Il nuovo marchio
del Gruppo Navarra per il «Restauro sostenibile»,
che si ispira a un disegno ritrovato su un antico
mosaico di epoca romana durante operazioni di
recupero attuate dalle sue imprese, esprime la
sintesi fra la tradizione riveniente dalla Storia
e l’innovazione che si proietta in un futuro
da rendere sempre più «sostenibile».
L’aspetto ambientale, che limita il ricorso a nuove ediicazioni sul territorio nel rispetto della
tradizione, privilegiando il recupero, un più eficiente uso delle risorse e il risparmio energetico
grazie all’uso di tecnologie alternative.
7
Gianfranco Dioguardi
Prospettive aziendali
Vincenzo D'Alba, Restauro,
china su carta, 2014; Courtesy
A.A.M. Architettura Arte Moderna
Collezione Francesco Moschini
e Gabriel Vaduva.
A fronte: Piazza San Pietro,
vista dall’interno del colonnato
con l’obelisco e la fontana,
fotograia di Alessandro Montanari
Oggetto
Restauro di tutti gli elementi
architettonici, decorativi
e monumentali di Piazza
San Pietro.
Committente
Governatorato dello Stato
della Città del Vaticano.
Progettisti, responsabili
Capo commessa: Ingg. Marco
Odoardi, Fabio Brunori.
Direttore di cantiere: Ingg.
Alessandro Paglia, Daniele
Centurioni, Sergio Di Paolo,
Massimiliano Agostinelli.
Direttore tecnico dei restauri:
10
Dott. Fabio Porzio. Direttore
di produzione: Dott. Leonida
Pelagalli. Progetto
strutturale: Studio Croci.
Importo lavori
€ 16.093.747,63
Data inizio e ine lavori
Novembre 2008 – maggio
2009 cantiere pilota
(due statue, otto colonne);
maggio 2009 – febbraio 2014
restauro del colonnato
e della fontana sud; giugno
– settembre 2014 restauro
della fontana nord.
Numeri interessanti
40.000 mq. di supericie
di travertino; 140 statue;
6 stemmi; 284 colonne; 60
restauratori, ponteggisti e
operai: 90 persone coinvolte.
Elenco conciso interventi
Ricerca di documenti
d'archivio; studio autoptico
e mappatura dello stato
di fatto e degli interventi
precedenti; documentazione
fotograica; indagini
non invasive; analisi di
laboratorio; applicazione
di prodotto biocida; pulitura
delle superici sia chimica
che meccanica; rimozione
dei vecchi restauri e delle
vecchie stuccature non
idonee; consolidamento
della supericie in travertino;
trattamento dei vecchi perni
e staffe ancora idonei
o rimozione e sostituzione
degli stessi con elementi
in titanio, in ibra aramidica
e in acciao inox; stuccatura
di profondità e di supericie;
accordo cromatico
con le vecchie stuccature;
protezione inale.
Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra
la storia Nel 1657 Gian Lorenzo
Bernini presenta il progetto per
Piazza San Pietro conciliando esigenze
liturgiche, simboliche e urbanistiche.
Progetta un “triplo portico” che,
metaforicamente, raffigura l’abbraccio
materno della chiesa ai fedeli.
La piazza si compone di due parti
geometricamente distinte ma unificate
planimetricamente dall’imponente
perimetro colonnato calcidico:
11
la prima, detta la piazza “Retta”, è a
forma di trapezio con il lato più lungo
coincidente con il prospetto della
Basilica; la seconda, la piazza “Obliqua”,
è di forma ovale, avente nei tre centri
l’obelisco Vaticano e simmetricamente
disposte due fontane. Il susseguirsi
di tre progettisti come Maderno,
Bernini e Matthia De’ Rossi garantisce
un controllo inedito degli spazi e della
percezione urbana. Il porticato, composto
Piazza San Pietro — Roma
da 284 colonne e 88 pilastri di ordine
dorico, semplificato nella trabeazione
con l’assenza di metope e triglifi, è
sormontato da una teoria di 162 statue
di santi. Le colonne in travertino
formano un colonnato tetrastilo e
tracciano un triplice percorso pedonale
nei lati e carrabile al centro. Alle testate
dei due portici, allineati con l’attuale
Via della Conciliazione, sono posizionati
gli ingressi monumentali.
La piazza vista dall’interno del Colonnato
1. Veduta dell’emiciclo sud del
colonnato Berniniano: si notano la
testata sormontata da timpano e il
fronte interno, rivolto sulla piazza,
scandito dalle colonne di ordine
dorico che costituiscono il triplo
portico meridionale del colonnato.
2. Statua di Santa Costanza,
sequenza di tre immagini che
documenta le fasi dell’intervento
di recupero e lo stato dei lavori
prima e dopo il restauro.
3. Restauratrice impegnata
nel ritocco pittorico dello stemma
che sormonta il cardine nord
del colonnato.
1
2
Il restauro del colonnato del Bernini in Piazza
San Pietro comprende anche il restauro delle due
fontane.
3
Si è adoperata la migliore tecnologia a disposizione, mettendo in atto un cantiere non tradizionale per salvaguardare la fruibilità della piazza.
Tale obiettivo è stato raggiunto mediante un sistema di ponteggi, coprendo in maniera continuata
e sequenziale solo segmenti del colonnato; ciò ha
garantito ai restauratori di lavorare in modo sicuro e isolato rispetto alla piazza. Per l’intero
colonnato è stata condotta un’analisi strutturale
con la ricostruzione di un modello matematico, al
ine di effettuare tutte le veriiche di stabilità,
anche alla luce della nuova classiicazione sismica nazionale. Preliminarmente è stato effettuato,
mediante la tecnologia del Sistema Laser Scan,
il rilievo della geometria dei materiali lapidei
da trattare. La metodologia utilizzata ha consentito la fedele riproduzione del sito, sia per
misure sia per colore. Parallelamente, è stata
effettuata una campagna fotograica ad alta risoluzione che ha permesso di evidenziare tutti gli
stati di degrado.
4. Gruppo di restauratori
e di tecnici impegnati in indagini
diagnostiche sulla statua
in travertino di Sant’Alessandro.
5. Sistema di ponteggi
adoperato per il restauro
del gruppo statuario posto
al centro dell’emiciclo del braccio
meridionale del colonnato.
La fase iniziale del restauro ha previsto le seguenti attività: prove sui materiali; selezione
dei metodi di lavoro; selezione di strumenti di
lavoro; indagini con georadar. Alcuni test stratigraici sono stati effettuati anche per conoscere l'esatta sequenza delle ristrutturazioni
sugli intonaci e per deinire il colore originale.
I primi interventi hanno previsto la protezione
delle statue e degli stemmi attraverso l’utilizzo
di una piattaforma di lavoro aereo che ha permesso
12
Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra
di issare gli elementi distaccati e in probabile pericolo di caduta. Il principio guida seguito
nella fase di reintegrazione è stato "non-ricostruttivo"; laddove nelle statue mancava un dito,
una mano o anche un intero braccio, si è deciso di
non ricostruire le parti mancanti. La ricostruzione è stata limitata ai proili geometrici verticali
e orizzontali degli elementi architettonici.
Le superici di travertino hanno mostrato differenti fenomeni di degrado a seconda della loro
posizione all'interno del colonnato. La balaustra
è stata la parte più intaccata dagli agenti atmosferici. Molti dei perni di ferro erano ossidati,
perdendo la loro funzione di sostegno. La balaustra e la trabeazione sono stati puliti con il
sistema meccanico di pulitura a pressione controllata con getto elicoidale "JOS"; la riinitura
della pulitura è stata effettuata utilizzando la
micro sabbiatura. Impegnativa è stata la rimozione
dei vecchi stucchi, utilizzando scalpelli a mano
e vibroincisori elettrici. Solo gli stucchi non
idonei sono stati rimossi, tutti gli altri sono
stati recuperati rimuovendone gli eccessi.
4
La parte più rilevante di questo lavoro riguarda
gli interventi effettuati sulle aree intonacate
che erano state ridipinte in giallo e marrone
nel XIX secolo. Sotto quel colore è stato trovato quello originale che gli architetti del XVII
secolo avevano chiamato "colla brodata". Dopo aver
rimosso la nuova pittura, è stata ri-applicata
la cosiddetta "colla brodata" o il "travertino
colore", come veniva chiamato dallo stesso Bernini, che si compone di calce e pozzolana, Terra
di Siena e nero avorio.
5
13
Piazza San Pietro — Roma
Il restauro
A fronte: Basilica di Sant’Antonio,
vista del prospetto principale,
fotograia di Giuseppe De Mattia
Oggetto
Lavori di restauro
e consolidamento sia delle
cupole, sia del complesso
conventuale della Basilica
di Sant’Antonio di Padova.
Committente
Veneranda Arca di
Sant’Antonio di Padova.
Progettisti, responsabili
Direttore scientiico: Prof.
Giorgio Croci. Direzione
generale dei lavori: Arch.
Marco Silvestri. Progettista
architettonico: Arch. Borghi
e Ing. Falini.
14
Importo lavori
€ 5.042.685,16
Data inizio e ine lavori
Dicembre 1998 – dicembre 1999
Numeri interessanti
Risanamento di otto
cupole lignee.
Elenco conciso interventi
Analisi geologica e studio
statico delle murature;
realizzazione di un articolato
sistema di ponteggi
multidirezionali; liberazione
dei vani da sedimenti
organici; disinfestazione
e pulizia effettuata
con spazzolatura a mano;
segnatura e catalogazione
dei singoli elementi prima
dello smontaggio; indagine
statico - meccanica e
consolidamento della cortina
muraria a basamento delle
cupole; consolidamento
con “spinottamento” alla
base con barre di acciaio
inox; intervento di restauro
sulle strutture lignee e
sul rivestimento in piombo;
studio delle proprietà
meccaniche del rivestimento
del piombo; pulizia con
solventi e consolidamento
con resine; pulitura e
disinfestazione del tavolato
ligneo; cerchiatura
delle calotte tramite cavo
di acciaio; placcaggio
di consolidamento
con barrature; stesura
di un idrorepellente per
la protezione dagli agenti
atmosferici; ripristino
del tetto a capriate;
inserimento di catene
di controventamento;
consolidamento dei timpani
di sostegno al tetto.
Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra
la storia La costruzione della
basilica ha inizio nel 1238; essa ingloba
la preesistente Chiesa di Santa Maria
“Mater Domini” dove sono custodite
le reliquie di Sant'Antonio di Padova.
La sua costruzione, in stile romanico
e gotico con elementi di influenza
bizantina e moresca, si protrae fino al
1310. Consistenti modifiche si hanno
nel corso del tempo: nel 1394, a seguito
di un incendio, si ha il crollo del
15
campanile e nel XV secolo l’intervento
sul deambulatorio e il riassetto del coro.
L’impianto a croce latina è suddiviso
in tre navate che si raccordano in
semicerchio in corrispondenza della
tribuna da cui si irradiano nove
cappelle a pianta quadrangolare dove
sono custoditi numerosi capolavori,
tra gli altri, di Donatello, Tiziano,
Sansovino. La facciata, alta 28 metri,
è a capanna e si caratterizza per la
Basilica di Sant'Antonio — Padova
Veduta d'insieme
presenza di cinque arcate, delle quali
la più piccola centrale segna l’ingresso.
La basilica è sormontata da due
campanili sottili, memoria dei minareti,
a pianta ottagonale, e da otto cupole
lignee ricoperte da lastre di piombo, di
altezze e dimensioni differenti. Fa parte
del complesso basilicale la biblioteca
Antoniana, situata al primo piano,
luogo ricco di decorazioni oltre che
di documenti rari e preziosi.
1
Il restauro di tipo conservativo è stato attuato
secondo un'ottica ilologica. L'intervento ha
interessato il consolidamento e il restauro delle
otto cupole lignee della basilica, il restauro
e l’adeguamento funzionale della penitenzieria,
il restauro della biblioteca, in particolare il
riassetto statico della copertura. L’intervento
si è sviluppato in due ambiti: il ”cantiere alto”
relativo all’intervento sulle cupole, sui campanili e sulla copertura della biblioteca, e il
“cantiere basso” che ha riguardato il restauro
e l’adeguamento funzionale dell’ex refettorio
a penitenzieria.
Il restauro delle cupole è stato suddiviso in due
fasi: l'intervento sulla struttura lignea interna
e sul rivestimento esterno in lastre di piombo.
Per effettuare i lavori in quota, si è reso necessario realizzare un complesso e imponente sistema
di opere provvisionali di tipo multidirezionale
opportunamente progettato su modello matematico.
L’opera ha interessato sia le superici esterne che
quelle interne alle cupole ed è stato perfettamente sagomato sulla forma delle stesse. Considerata
la scarsa portanza degli appoggi sui tetti bassi
della basilica, tutti i ponteggi sono stati sospesi con tiranti diagonali ai “tamburi” in laterizio
su cui le cupole poggiano. La conigurazione delle
cupole e la loro tendenza allo "spanciamento" ha
reso necessaria una cerchiatura interna delle calotte lignee con un sistema di sensori di controllo computerizzato. Particolare attenzione è stata
prestata alla preventiva segnatura e catalogazione
dei singoli elementi in piombo prima dello smontaggio; in fase di rimontaggio sono state utiliz-
16
zate grappe in rame, identiche alle originali.
Il restauro ha interessato anche la cortina muraria dei tamburi. L'intervento sull’antico refettorio ha avuto un duplice intento, il restauro
dell’esistente e l’adeguamento alla nuova destinazione di penitenzieria. Il consolidamento della muratura è avvenuto tramite una ”ricucitura”
alla base con barre di acciaio inossidabile issate
con miscele leganti a ritiro controllato. Tutti i
setti verticali sono stati collegati alla base con
una soletta su cui poggia sia il sistema degli impianti che la nuova pavimentazione. Durante l'operazione di rimozione degli intonaci preesistenti,
sono afiorati affreschi risalenti al XVI secolo
che sono stati oggetto di restauro. La pregiata
copertura della penitenzieria è stata restaurata
nella grossa e media orditura con l'applicazione
di alcune protesi; la piccola orditura, non più
recuperabile, è stata integralmente sostituita
utilizzando materiali e tecniche di lavorazione
identiche all’originale; il manto in coppi veneti
è stato rimontato con il materiale originale. Le
tavole lignee dipinte sono state catalogate, smontate, consolidate e trattate con antiparassitari.
Il restauro della biblioteca, interessata da un
consistente degrado, ha coinvolto la parte sommitale delle pareti. Le capriate composite, sbandate
lateralmente, sono state raddrizzate e le testate
ammalorate delle “catene” sono state ricostruite
con betoncino armato con barre ilettate in acciaio
inossidabile. I nodi di capriata sono stati rinforzati con gattelli lignei, in aggiunta sono state posizionate barre dywidag su tutto il perimetro
della copertura come cordolo di contenimento.
Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra
1. Veduta d’insieme della
basilica durante i lavori di restauro.
2. Per i ponteggi è stato
utilizzato un sistema multi direzionale la cui versatilità
di montaggio e smontaggio
ha permesso di impegnare lotti
di materiale a rotazione
consentendo di limitare l’accumulo
in quota di notevoli carichi.
3. La pigmentazione del manto
plumbeo di copertura è stata
effettuata al ine di raccordare
cromaticamente le aree che
conservavano il colore originario,
le aree dove è stata necessaria
la sostituzione di alcuni elementi
non recuperabili, e le aree dove
la colorazione originale era andata
completamente persa.
2
4
17
4. L’antico refettorio ha richiesto
sia una revisione a livello statico
sia un adeguamento per adibirlo
alla nuova funzione di penitenzieria.
Particolare cura è stata riservata
alla copertura che presentava
diffusi problemi di degrado. Sono
stati accuratamente restaurati gli
affreschi rinvenuti durante i lavori e
le tavole lignee dipinte già presenti.
3
5
Basilica di Sant'Antonio — Padova
6
Il restauro
5—6. Il restauro del manto
delle lastre in piombo poste
a copertura delle cupole, ha
comportato la numerazione di tutti
gli elementi in fase di smontaggio,
l’ applicazione delle “sottotegole”
di sicurezza, la sostituzione di
tutte le grappe di sostegno, inine
il riposizionamento delle lastre
nella posizione originale.
A fronte: Palazzo della Ragione,
scalinata del cortile interno,
fotograia di Giuseppe De Mattia
Oggetto
Lavori di restauro
conservativo per la
realizzazione di un centro
espositivo polivalente
del Palazzo della Ragione o
del Mercato Vecchio e lavori
complementari di restauro
della Torre dei Lamberti,
della Torre del Capitanio
e della Cappella dei Notari.
Committente
Comune di Verona.
Progettisti, responsabili
Direzione lavori strutture:
Ing. Giandomenico Cocco.
18
Progetto architettonico:
Arch. Tobia Scarpa, Arch. Afra
Bianchin Scarpa. Direttore
di cantiere: Ing. Vittorio
Scazzocchio. Direttore
tecnico dei restauri: Dott.
Fabio Porzio.
Importo lavori
€ 14.508.281,36
Data inizio e ine lavori
Settembre 2004 – settembre
2007; per la Torre dei
Lamberti settembre 2006 –
novembre 2008.
Numeri interessanti
Sono stati restaurati
circa 7.000 mq. di superici
esterne; circa 450 mq.
di affreschi; circa 6.000 mq.
di intonaci storici; circa 1.150
mq. di sofitti lignei dipinti;
circa 450 mq. di materiale
lapideo; impiegati 18
restauratori.
Elenco conciso interventi
Ricerca d'archivio; indagini
non distruttive; rilievo della
consistenza statica; per le
murature, indagini georadar,
indagini endoscopiche,
carotaggi diretti; per le
strutture in legno, indagini
con georadar; rilevamento
del grado di marciscenza;
indagini endoscopiche;
costruzione del modello
numerico a elementi initi
di tutto l’ediicio; indagini
geologico tecniche; indagini
sulle fondazioni; indagini
sui solai e coperture;
i principali interventi sono:
consolidamento solai;
consolidamento della
copertura; consolidamento
e ripristino muratura.
Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra
la storia Il Palazzo, originariamente
detto “del Comune” o “del Mercato
Vecchio”, viene edificato nel XII secolo
tra Piazza delle Erbe e Piazza dei
Signori, sulle preesistenze dell’antico
foro romano. La pianta, pressoché
quadrangolare, si ipotizza contasse
quattro torri angolari; oggi, delle due
torri rimaste, la Torre dei Lamberti
accoglie l’orologio. L’edificio si articola
su quattro piani. Nel XIII secolo viene
19
costruita una nuova ala che si affaccia
su Piazza dei Signori e vengono
aggiunte due torri per la fortificazione.
Nel ‘400 la corte interna è destinata
a ospitare il mercato, nella metà dello
stesso secolo viene realizzata la “Scala
della Ragione” e allestita la Cappella
dei Notari. Sul finire dell’800 il Palazzo è
interessato da un importante intervento
di restauro a cura di Camillo Boito che
rimuove ogni superfetazione ereditate
Palazzo della Ragione — Verona
nei quattro secoli precedenti. La storia
di questo edificio è segnata da numerose
vicende: nel 1218, nel 1541 e nel 1723
subisce tre incendi; nel 1650 un grave
crollo; nel corso dei secoli assolve
a svariate destinazioni d’uso, da sede
di tribunale civile e penale a prigione,
da deposito per grano e per botteghe
artigiane a sede, nell’800, dell’Accademia
di Belle Arti. Infine, nel ‘900 ospita la
Pretura, oggi la Galleria d’Arte Moderna.
Particolare della Scala della Ragione
1. Sistema di ponteggi
impiegati per il restauro della Torre
dei Lamberti, alta 84 m e realizzata
nel 1172 in tufo e laterizio.
2. Cantiere in allestimento,
fase relativa alla realizzazione
dei ponteggi per il restauro
delle facciate del cortile interno
del Palazzo della Ragione,
1
caratterizzato da rivestimenti
in mattoni, marmi rosso e bianco
di Verona.
3. Restauro pittorico degli
affreschi risalenti alla prima metà
del 1500 ritrovati sotto numerosi
strati di intonaco sulla facciata del
palazzo rivolta verso Piazza Dante
(Piazza dei Signori).
2
Il restauro è stato realizzato su progetto di
Afra e Tobia Scarpa. Dal punto di vista tecnico ha
comportato interventi di restauro e consolidamento
statico delle murature e delle strutture lignee
dei solai e delle coperture, ma anche l’adeguamento tecnologico di tutti gli impianti e l’eliminazione delle barriere architettoniche. Le premesse
al restauro sono state il rilievo geometrico e il
rilievo del degrado statico. Parallelamente, sono
state effettuate numerose indagini: con georadar,
endoscopiche, ispettive dirette, carotaggi, ricerche magnetometriche.
Salvo alcuni casi particolari di testate non
aerate e sottodimensionamenti, il grado di consistenza, soprattutto delle strutture lignee, si
è rivelato mediamente discreto. Ciò ha permesso
di adeguare le strutture lignee esistenti ai nuovi
sovraccarichi di esercizio, con l’applicazione
rigida di doppio tavolato in legno incrociato
e issato alle travi con viti speciali, messe in
opera con preforo per eliminare il pericolo di
spaccatura lungo le ibre oltre all’ancoraggio con
“chiavarde” per la ritenuta sismica. Il rinforzo,
staticamente eficiente, ha permesso di ridurre
sensibilmente i carichi permanenti aggiunti con
il contemporaneo risultato di un buon adeguamento
statico alle esigenze di progetto. La parte più
esterna dell’ediicio, dopo più di venticinque anni
di abbandono, è risultata gravemente degradata.
Le iniltrazioni d’acqua, l’umidità e le vicissitudini storiche (incendi e restauri vari) hanno
compromesso rivestimenti e superici esterne. Sotto
i diversi strati di intonaco, ereditati da prece-
20
3
denti interventi di restauro, sono stati ritrovati
affreschi databili al 1530; tali affreschi,
con motivi decorativi, sono stati ripristinati
e, sebbene frammentari, sono oggi ben visibili
in facciata.
Un importante ritrovamento è stato fatto nella
Cappella dei Notari dove, rifacendo le volte,
a seguito della rimozione della terra di riporto
che riempiva l’estradosso della volta, è stato
ritrovato il frammento di un grande affresco di
tre metri di diametro databile al ‘300. Un’ulteriore scoperta è stata fatta sotto il rifacimento in stile effettuato da Camillo Boito: un tondo
affrescato di circa un metro di diametro rafigurante Verona come igura allegorica che cavalca un
animale mitologico. Le sale sono state riportate
all’originaria conigurazione, eliminando il frazionamento che negli anni avevano subito a causa
delle varie destinazioni d’uso. Inoltre, gli ambienti sono stati liberati dalle controsofittature
e così riportati alle altezze originarie lasciando
a vista le antiche travi seicentesche e le decorazioni ad affresco.
Il progetto di restauro ha puntato al completo riutilizzo del complesso, così da dotare la città di
un nuovo spazio espositivo di grande valenza culturale, provvisto di tutti i servizi necessari, in
grado, quindi, di attrarre visitatori alla ricerca
di mostre di altissimo livello. Le sale espositive
diventano la parte centrale, fulcro del complesso
che ritorna a partecipare così alla vita collettiva di questo luogo privilegiato della città.
Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra
4. Allestimento della mostra
inaugurale tenutasi dopo il restauro
con sculture di Canova all’interno
della Cappella dei Notari.
5. Allestimento della mostra
inaugurale tenutasi dopo il restauro
nella Sala delle Colonne.
6. Veduta dall’alto del cantiere
del Palazzo della Ragione.
7. Prospetto su Piazza Dante,
caratterizzato dalla peculiare
bicromia a ricorsi orizzontali,
dove si fondono elementi romanici
con sovrastrutture rinascimentali.
4
5
6
7
21
Palazzo della Ragione — Verona
Il restauro
A fronte: Cortile del Castello
Sforzesco, vista verso la torre,
fotograia di Allegra Martin
Oggetto
Restauro delle facciate della
Corte Ducale, del Cortile
della Rocchetta, della
cortina sud e revisione della
copertura di Corte Ducale.
Committente
Comune di Milano.
Progettisti, responsabili
Capo commessa: Ing.
Massimo Saporiti. Direttore
di cantiere: Arch. Alessandro
Miglio, Ing. Giuseppe Colini.
Direttore tecnico dei restauri:
Dott. Fabio Porzio. Restauro
strutturale: Resin Project
22
Importo lavori
€ 6.640.000,00
Data inizio e ine lavori
Novembre 2010 – marzo 2013
Numeri interessanti
Restaurati circa 7.500 mq.
di superici; circa 500 mq.
di affreschi; circa 600 mq.
di superici dipinte a grafito;
circa 4.000 mq. di tetti lignei
e coperture in cotto; 50
inestre con cornici in cotto
scolpito e dipinto; opere
in materiale lapideo: 50
colonne di pietre, 8 stemmi
in bassorilievo, 2 fontane,
14 statue, 2 portali e
l'orologio storico della Torre
del Filarete; 30 restauratori.
Elenco conciso interventi
Ricerche d'archivio; studio
autoptico e mappatura
dello stato di fatto e degli
interventi precedenti;
documentazione fotograica;
analisi di laboratorio; test
dei materiali; applicazione
di prodotto biocida; pulitura
delle superici sia chimica
che meccanica; rimozione
dei vecchi restauri e delle
vecchie stuccature non
idonee; consolidamento
di profondità e di supericie;
ricoesione del materiale
lapideo e degli intonaci
decoesi; stuccatura di
profondità e di supericie;
accordo cromatico delle
vecchie stuccature;
reintegrazione pittorica ad
acquarello per gli affreschi;
reintegrazione pittorica con
colori a calce per i dipinti
a grafito; protezione inale.
Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra
la storia Il primo nucleo del 1365
viene costruito per volere di Galeazzo
II Visconti. Nasce come rocca difensiva
e diviene la residenza di corte dei
Visconti. Nel 1447 subisce una parziale
demolizione ma già nel 1450 con
Francesco I Sforza e la caduta della
Repubblica viene ricostruito e diviene
residenza signorile. L’impianto è
quadrangolare con lati di circa 200 m.
Lungo il perimetro corre il fossato e nei
23
quattro angoli sono posizionate le torri,
due delle quali, sud e nord, di forma
cilindrica. Nel 1452 viene incaricato
il Filarete di progettare la torre
mediana. Alla fine del Quattrocento,
con Ludovico il Moro, il Castello
vive un momento di splendore per
il coinvolgimento di artisti, tra i quali
Leonardo da Vinci che realizza degli
affreschi al suo interno. Nei secoli sotto
la dominazione francese, spagnola e
Castello Sforzesco — Milano
Torre d’angolo
poi austro-ungarica il castello subisce
molteplici mutazioni. In seguito
all’unità d’Italia e alla consegna
del monumento alla città di Milano
si apre, tra il 1890 e il 1900, la fase
della rinascita per opera dell’architetto
Luca Beltrami che destina il Castello
a sede dei musei cittadini. L’edificio
bombardato nella Seconda Guerra
Mondiale viene ristrutturato dallo
Studio B.B.P.R. e destinato a museo.
1. Ponteggi per il restauro delle
facciate cinquecentesche dipinte
a grafito presenti nel Cortile della
Rocchetta.
2. Ponteggi e gru impiegati per
il restauro della facciata Bertarelli
all’interno del Cortile delle Armi.
3. Ponteggi per il restauro della
facciata della Biblioteca posta sulla
cortina sud del Cortile delle Armi.
1
4. Ripresa delle decorazioni,
con la tecnica dello spolvero, di una
iscrizione della ine del XIX secolo
sulla Loggia del Galeazzo
nella Corte Ducale del castello.
5. Restauro del volto di una
statua d’angelo in pietra d’Angera
che costituisce lo stemma che
sormonta il portale seicentesco
all’interno della Corte Ducale.
2
3
24
Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra
6—7. Dettaglio di due capitelli
in marmo di Candoglia presenti
sulle colonne in granito e sulle
semicolonne in mattoni che
caratterizzano lo spazio del Portico
dell’Elefante nella Corte Ducale
del Castello Sforzesco.
4
5
Il restauro si è posto l’obiettivo di restituire
una corretta e completa lettura storica e architettonica del Castello Sforzesco. Prima dell’intervento si è compiuta un’accurata e preliminare
ricerca, sia d’archivio con lo studio di fonti,
disegni e fotograie, sia sul campo attraverso
carotaggi e analisi dirette sul manufatto. Si è
puntato a mettere in luce e ad accostare i differenti linguaggi artistici risalenti alle diverse
epoche storiche.
La prima fase di lavorazione ha previsto il consolidamento e la messa in sicurezza delle parti
fortemente a rischio. Nel Cortile delle Armi,
il primo lotto interessato dal restauro, sono presenti le decorazioni del Beltrami nell’ala Bertarelli: nel corpo centrale sono stati mantenuti
i grafiti degli anni Settanta, mentre la facciata
della Biblioteca d’Arte - bombardata nella Seconda
Guerra Mondiale - è stata solamente divisa in due
registri cromatici di colori differenti in maniera
da uniformare la cortina muraria. È stato eseguito il rifacimento della copertura dei tre bracci
della Corte Ducale e si è intervenuti nella
Loggia del Galeazzo, sempre a livello strutturale,
mediante perni e tiranti per evitare la minaccia
di apertura delle arcate.
Sono stati riscontrati diffusi fenomeni di degrado del materiale lapideo e dei laterizi con gravi
elementi di distacco, decoesione, sfogliamento e
caduta d’intere parti. Sugli intonaci dipinti delle facciate si sono riscontrati, oltre ai fenomeni
di distacco, anche abrasioni e lacune della supericie dipinta e perdita degli strati d’intonaco a
grafito e a sgrafio. Prima di iniziare la fase di
25
Castello Sforzesco — Milano
6
7
pulitura, è stato effettuato un meticoloso lavoro
di sigillatura di tutti gli ambienti interni e,
in particolare, dei saloni dell’archivio, per evitare che polveri e prodotti utilizzati esternamente potessero entrare e danneggiare volumi e opere
d’arte. È stato necessario intervenire con opere
di boniica, attraverso appositi prodotti biocida,
in grado di neutralizzare gli attacchi biologici
e impedirne la ricrescita.
Terminata questa prima operazione si è proceduti
con la fase della pulitura che è stata selezionata
a seconda del manufatto e del tipo di sporco.
Si è, quindi, proceduto con un tipo di pulitura
meccanica aeroabrasiva a pressione controllata
mediante l’utilizzo di un inerte meno abrasivo:
il Garnet. Sono stati anche utilizzati dei sistemi
di pulitura chimici mediante impacchi imbevuti di
miscele di sali e di solventi testati di volta in
volta con tempi di contatto campionati. Terminate
le operazioni di pulitura si è passati alla fase
di consolidamento degli strati d’intonaco a più
livelli: da quelli più profondi sino agli strati
più supericiali e decorati. Per questa fase sono
state utilizzate delle iniezioni di consolidanti
campionati a seconda dei livelli di profondità
e dei materiali interessati. Nel Cortile della
Rocchetta, sotto l’intonaco degli anni Cinquanta
che ricopriva tutte le volte del porticato, sono
emersi gli intonaci affrescati dell’Ottocento risalenti all’intervento di Luca Beltrami, dipinti
con la tecnica quattrocentesca del “buon fresco”.
Per arrivare a questa scoperta, l’equipe di restauratori ha fatto saggi su piccolissime porzioni
di intonaco e mandato ad analizzare i pigmenti
in laboratorio.
Il restauro
A fronte: veduta d’insieme
della Villa Reale di Monza,
fotograia di Allegra Martin
Oggetto
Intervento di recupero
e valorizzazione della Villa
e dei giardini di pertinenza,
I lotto funzionale.
Committente
Infrastrutture Lombarde Spa,
per il restauro; Consorzio
Parco e Villa Reale di Monza,
per la gestione.
Progettisti, responsabili
Progettazione architettonica
e del restauro: Arch. Ing.
Massimo Mazzoleni, Arch.
Maria Signorelli, Prof. Arch.
Francesco Augelli, Dott.ssa
26
Giuseppina Suardi. Progetto
delle nuove strutture e dei
consolidamenti: Prog. Ing.
Giorgio Croci, Arch. Ajmen
Herzalla. Progettazione
impiantistica: Ing. Virgilio
Brocajoli. Progetto di
restauro del Belvedere: aMDL
Studio Michele De Lucchi.
Importo lavori
€ 18.420.728,00
Data inizio e ine lavori
Marzo 2012 – maggio 2014
Numeri interessanti
Circa 400 mq. di grafiti; oltre
9.000 mq. di intonaci; 2.600
mq. di pavimenti; 2.700 mq.
di copertura; 1.100 mq. di
volte; circa 700 mq. di cornici
lignee; oltre 700 mq.
di rivestimento in pietra
granito; 10.000 mq. di
ponteggi esterni e interni;
impiegati 32 restauratori,
37 operai tra edili, elettrici
e meccanici.
Elenco conciso interventi
Indagini diagnostiche;
interventi strutturali
di risanamento e
consolidamento delle
murature; rifacimento degli
impianti; restauro dell’intero
apparato decorativo; sui
pilastri dell’ingresso sono
state apposte speciali
fasciature in ibre aramidiche;
nelle murature sono state
inserite piastre e barre
di acciaio; puliture,
consolidamenti, ricostruzioni
di parti mancanti e velature
di colore; pulitura dei marmi
delle pareti e recupero degli
stucchi in corrispondenza
della volta; interventi
di carattere conservativo
per boiserie, tappezzerie
e pavimenti lignei.
Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra
la storia La Villa Reale di Monza
è un complesso monumentale costruito,
nel 1777, per volere dell’Imperatrice
Maria Teresa d’Austria, come residenza
di campagna del penultimo figlio,
l’arciduca Ferdinando d’Asburgo.
Il progetto è dell’architetto imperiale
Giuseppe Piermarini, allievo del
Vanvitelli, che realizza, in soli tre
anni, una reggia in stile neoclassico,
rappresentando con magnificenza
27
Villa Reale — Monza
e fasto il potere della committenza.
L’impianto a “U”, simmetrico e a corte
aperta, deriva dalla tradizionale tipologia
delle importanti residenze reali d’Europa,
come la reggia di Versailles, di Caserta
o il Castello di Schönbrunn. Attraverso
la composizione delle facciate, non
allineate rispetto al prospetto principale
ma digradanti secondo una gerarchia
funzionale dal corpo nobile fino
alle ali, il complesso si materializza
Corte interna
in una immagine solenne e armoniosa,
addolcita soltanto da un sobrio
apparato decorativo. La villa nel 1796
viene abbandonata dagli austriaci
a causa delle invasioni napoleoniche e,
nella seconda metà dell’800, rinnovata
con alcune declinazioni umbertine.
Nel 1996 viene ceduta ai Comuni di
Monza e Milano, adattata a molteplici
destinazioni d’uso, subendo numerose
trasformazioni.
1. Scalone d’Onore, interamente
realizzato in marmo, presenta due
grandi lampioni in bronzo e ferro
dorato con i simboli di casa Savoia.
2. Restauratrice impegnata
in un intervento di ritocco pittorico
su un affresco dell’Appartamento
degli Imperatori di Germania.
3. Sofitto della sala
dell’Appartamento del Principe
di Napoli; il salone è caratterizzato
dall’armadiatura in legno coronata
da vasi e ghirlande loreali scolpite
che rappresenta l’unico arredo isso
degli appartamenti del secondo
piano della residenza reale.
1
2
Lo stato generale in cui versa la Reggia, antecedente agli interventi di restauro, è di forte
degrado. Prima dell’avvio dei lavori è stato fatto
uno studio storico-architettonico sul manufatto
e, contestualmente, un’approfondita campagna di
indagine diagnostica per comprendere la situazione
conservativa e per formulare un progetto di intervento basato sulla conoscenza storica e su dati
tecnico-scientiici.
di restauro dell’intero apparato decorativo
che comprende stucchi sulle volte, intonaci delle
pareti, tappezzerie, boiserie e pavimenti lignei.
Il restauro ha riguardato l’impianto decorativo
di ine ‘800 voluto dai Savoia, che era andato
a sovrapporsi a quello settecentesco del Piermarini. Si è scelto un intervento, il più possibile
rispettoso del passato, che tenesse conto dello
stato della Reggia alla ine del 1800, rimuovendo
i segni dell’incuria, e restituendo l’impianto
decorativo nelle sue parti mancanti per dare unità
di lettura alle sale che compongono la Villa.
A seguito di varie vicissitudini storiche, molte
parti della Villa sono state abbandonate e dismesse. Per alcune zone si sono resi necessari interventi di risanamento strutturale: la prima azione
attuata è stata la messa in sicurezza dell’intero
ediicio. Obiettivo del restauro, oltre al consolidamento strutturale, è stato l’adeguamento di
tutti gli impianti, la salvaguardia del patrimonio
conservato e, inine, la ricostruzione delle parti
danneggiate o mancanti. Nell’organizzazione
dei lavori, uno degli aspetti di maggiore criticità è stata la convivenza in cantiere delle diverse
maestranze: operai edili, meccanici, elettrici,
falegnami e restauratori. Tutti hanno lavorato
a stretto contatto, perseguendo con passione,
rispetto e responsabilità la stessa inalità.
4. Sala da ballo, ambiente
a doppia altezza che presenta
decorazioni sulle volte e sulle
pareti, specchiature a into marmo,
ricchi lampadari e pavimento
in seminato veneziano.
5. Grafiti presenti al piano
terra risalenti agli anni ‘20.
Gli interventi di recupero e valorizzazione della Villa si sono concentrati su quello che viene
denominato il “primo lotto” dell’immobile e, precisamente, sul corpo centrale: piano terra, primo
piano nobile, secondo piano nobile e belvedere.
Si è trattato sia di interventi strutturali
di risanamento e consolidamento delle murature
e rifacimento degli impianti, sia di interventi
Il progetto di restauro del corpo centrale della
Villa Reale di Monza è stato realizzato attraverso
una procedura di concessione di lavori pubblici
ex art. 144 D.Lgs. 163/2006, un modello innovativo
– soprattutto nel settore dei beni culturali –
che consente la realizzazione di opere pubbliche
avvalendosi del contributo economico del soggetto
privato, a vantaggio della pubblica amministrazione. Il soggetto privato sostiene parte dei costi
per la realizzazione dell’intervento, recuperando
l’investimento iniziale nella fase di gestione,
all’interno delle aree oggetto della concessione,
per un periodo di tempo determinato. Sono, inoltre, issati contrattualmente gli standard qualitativi e quantitativi e i parametri di controllo
vigenti per tutto il periodo della concessione.
Nel caso della Villa Reale di Monza il contratto
di concessione ha una durata di 22 anni dalla stipula del contratto stesso. Il restauro della Villa
rappresenta il primo caso in Italia di ricorso
alla concessione di costruzione e gestione applicato ai beni culturali.
28
Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra
6. Restauratrice impegnata
nella pulitura di un dettaglio di un
dipinto situato nell’Appartamento
del Principe di Napoli.
7. Una sala dell’Appartamento
degli Imperatori di Germania, che
si caratterizza per la particolarità
di avere le geometrie e le forme
del pavimento speculari a quelle
del sofitto.
4
3
5
6
29
7
Villa Reale — Monza
Il restauro
Fratelli
Navarra,
altri progetti
di restauro
Palazzo Propaganda Fide — Roma
nel 2009 subisce gravi danni
a seguito di un evento sismico.
il recupero dell’edificio intende
restituire alla città la fabbrica
religiosa senza tradirne la natura
materiale e costruttiva.
Oggetto: progettazione esecutiva,
opere di consolidamento strutturale,
miglioramento sismico, restauro,
rifunzionalizzazione impiantistica;
in particolare, sono interessate
dall’intervento la facciata, la navata
e il transetto. Committente: Direzione
Regionale per i beni culturali e
paesaggistici dell'Abruzzo. Progettazione
esecutiva: Studio Ambrosi. Direzione
lavori: Arch. Franco De Vitis. Importo
lavori: € 4,5 milioni. Data inizio / ine
lavori: feb 2014 / ine lavori mar 2016.
Villa Scheibler — Milano
il palazzo è realizzato nel 1665 da
francesco borromini, che subentra
al primo architetto bernini.
il restauro si è reso necessario
a seguito del cedimento delle
strutture lignee di copertura.
la villa viene costruita nella
seconda metà del '400 e ampliata
nel '700. fu progettata come tenuta
di caccia per ludovico il moro e
prende il nome dai suoi proprietari.
le sale presentano soffitti
a cassettoni affrescati. alla villa
sono annessi un parco, sul fronte
posteriore, e una scuderia.
Chiesa Anime Sante — L'Aquila
Oggetto: restauro e risanamento
conservativo della villa, recupero edilizio
e impiantistico delle scuderie. Recupero
delle strutture portanti con interventi
sui solai, sulle murature e sul tetto.
Il restauro prevede anche la sistemazione
esterna a verde del comprensorio
con elementi di arredo e nuove
piantumazioni. Committente: Comune
di Milano. Direzione lavori: Ing. Enrico
Boccardo. Direttore operativo delle opere
di restauro e impianti: Arch. Luigi Paolo
Bellocchio. Progetto architettonico: Arch.
M. Nardone. Progetto deinitivo restauro
e impianti: Studio Bertonazzi & Associati
srl. Importo lavori: € 10,8 milioni. Data
inizio / ine lavori: ott 2006 / giu 2008.
30
l’hotel de russie, storico
riferimento di illustri personaggi
tra ’800 e ’900, è realizzato
da giuseppe valadier nel 1814.
Oggetto: ristrutturazione architettonica e
impiantistica, consolidamento strutturale.
Committente: Sir Rocco Forte & family,
Roma Spa. Progetto architettonico: Arch.
Julio LaFuente e Clara Garcia LaFuente,
Arch. Tommaso Ziffer. Direzione lavori:
Ing. Domenico Baudille. Importo lavori:
€ 13 milioni. Data inizio / ine lavori:
mar 1999 / dic 2000.
Palazzo Koch e Clementino — Roma
Oggetto: lavori di adeguamento
statico e conservativo. Committente:
Congregazione per l’evangelizzazione dei
popoli. Progetto esecutivo: Ing. Gabriele
Novembri. Direzione lavori: Ing. Roberto
Franchin. Importo lavori: € 15 milioni.
Data inizio / ine lavori: dic 2004 / giu 2008.
la chiesa di santa maria del
suffragio, detta delle anime sante,
è stata edificata nel xviii secolo.
Hotel de Russie — Roma
l’edificio è progettato da gaetano
koch nel 1886. si compone di due
blocchi contigui ma distinti per
epoca, stile e tecniche costruttive.
Oggetto: riqualiicazione per nuova
destinazione d’uso. Committente: Esedra
gestioni alberghiere Srl (Boscolo group).
Progetto architettonico: Studio
Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra
InterProgetti, Arch. Giorgio Cocco, Arch.
Papiri. Direzione lavori: Arch. Giannandrea
Cocciò. Importo lavori: € 11,8 milioni.
Data inizio / ine lavori: mar 2001 / ago 2002.
Ex Manifattura tabacchi — Bologna
’700 per accogliere i poveri del
regno, è un imponente edificio che
occupa una posizione strategica
nel centro di napoli.
Oggetto: recupero edilizio e
consolidamento strutturale. Committente:
Sviluppo Italia, Comune di Napoli.
Progetto Architettonico: Mecenate 90 –
Arch. E. Pesto, Studio architettura Filippo
Spaini. Direzione lavori: Ing. Renato
Sparacio. Importo lavori: € 9 milioni. Data
inizio / ine lavori: mar 2000 / giu 2002.
Palazzo Ducale — Genova
l’edificio, a pianta rettangolare,
è strutturato su tre livelli. è stato
realizzato in due fasi: il piano
terra nei sec. xvii e xviii, mentre
il secondo e terzo piano nel xix sec.
Oggetto: interventi di restauro
e consolidamento. Committente: Comune
di Capitignano (AQ). Progettista, direttore
dei lavori e coordinatore della sicurezza:
Arch. Livia De Andreis. Responsabile
del procedimento in rappresentanza
delle famiglie Nervegna e Ciani: Avv. Luigi
Giuliano. Capo commessa: Ing. Antonio
Asta. Capo cantiere: Geom. Massimiliano
Ambrogio. Contabilizzatore: Arch. Enrico
Bottacchiari. Superici totali: 750 mq.
Importo lavori: € 2 milioni. Data inizio /
ine lavori: set 2012 / apr 2014.
Palazzo Ciavoli — L'Aquila
il recupero dell’ex macello fa
parte dell'operazione “manifattura
delle arti” che prevede numerosi
interventi di recupero.
Oggetto: conversione della manifattura
delle arti in un grande polo culturale.
Committente: Comune di Bologna.
Progetto architettonico: Ing. G. Gaddi,
G. Miti, L. Begani, F. Tassoni, Studio
Architettura Aldo Rossi Associati.
Direzione lavori: Ing. Roberto Pirazzi.
Importo lavori: € 6 milioni. Data inizio /
ine lavori: mar 1999 / mag 2002.
Real Albergo dei poveri — Napoli
attualmente è sede museale
e degli uffici dei beni culturali.
storicamente è stato sede della
repubblica marinara e residenza
del doge.
Oggetto: adeguamento strutturale
e impiantistico, restauro degli affreschi
della cappella ducale, facciate, statue,
balaustre e colonne dei porticati interni.
Committente: Provveditorato alle OO.PP.
per la Liguria. Direzione lavori: Ing.
Raffaele Vedova. Importo lavori: € 318
mila. Data inizio / ine lavori: dic 2000 /
giu 2001.
Palazzo Nervegna — Capitignano
palazzo ciavoli cortelli, tra
gli edifici di maggior pregio
dell’aquila, viene gravemente
danneggiato dal sisma del 6 aprile
2009. l’aggregato di palazzo ciavoli
cortelli-bonjour, già palazzo
porcinari, è costituito da due
volumi. gli interventi previsti
vanno nella direzione della
ricostruzione-integrazione delle
parti crollate.
Oggetto: consolidamento strutturale
e ripristino funzionale. Committente:
Consorzio Ciavoli Cortelli. Progettazione
esecutiva: Studio Croci & Associati.
Direzione lavori: Arch. Aymen Herzalla.
Importo lavori: € 4,2 milioni. Data
inizio / ine lavori: lug 2014 / ine lavori
lug 2015.
l’edificio, realizzato da ferdinando
fuga su volere di carlo iii di
borbone nella seconda metà del
31
Altri progetti di restauro
Regesto degli interventi
Vincenzo D'Alba, Archeologia,
china su carta, 2015; Courtesy
A.A.M. Architettura Arte Moderna
Collezione Francesco Moschini
e Gabriel Vaduva.
Cantieri
archeologici
Le imprese del Gruppo Navarra specializzate negli interventi
di restauro si distinguono anche nell’ambito dell’indagine
e del recupero di siti archeologici. In questo campo vantano
speciiche competenze ed esperienze, maturate negli anni,
attraverso ritrovamenti spesso emersi nel corso di lavori
di riqualiicazione o di nuova costruzione. In queste circostanze
si sono portate alla luce importanti tracce del passato. Il
Gruppo Navarra opera in questo settore con tecnici specializzati
e tecnologie all’avanguardia, sia nelle procedure di scavo,
sia nell’interpretazione storico-artistica. Due tra i più recenti
e rilevanti interventi operati dal Gruppo sono qui presentati;
si tratta di scavi realizzati a Roma, in via Urbana e in via dei
Villini, dai quali sono emerse articolate sequenze stratigraiche
e preziosi reperti databili all’epoca della tarda repubblica ino
all’età moderna, che si rivelano di estremo interesse non solo
storico artistico e archeologico, ma anche scientiico. L’impegno
del Gruppo Navarra nell’archeologia e, più in generale, nella
protezione, conservazione e salvaguardia della storia rappresenta
sia una vocazione dell’Impresa, sia un messaggio culturale in
linea con la più illuminata tradizione imprenditoriale italiana.
DATA INIZIO E FINE LAVORI
DICEMBRE 2010 / GIUGNO 2013
A1.
Via Urbana
— Roma
In occasione della riqualiicazione dello stabile sito in via Urbana
152 sono state condotte indagini di archeologia preventiva che
hanno portato alla luce un’articolata sequenza stratigraica: dalla
tarda repubblica all’epoca moderna.
Il progetto interessa un’area posta lungo le pendici orientali del
Viminale. A partire dal 1876 la zona ha ospitato il teatro Manzoni,
nel 1934 il cinema Italia, nel 1960 è seguita l’installazione
della tipograia del Messaggero. Quest’ultima trasformazione,
di cui sono state rinvenute ampie tracce, è la causa principale
dell’asportazione di consistenti porzioni di stratigraia
soprattutto di epoca medievale e post-medievale. L’installazione
delle rotative e delle vasche per l’inchiostro hanno infatti
comportato lo scavo di consistenti volumi di terreno, impedendo
così di giungere ad una esaustiva decodiicazione dell’assetto
dell’area soprattutto in relazione alle fasi più tarde. Il quadro
emerso è risultato di estremo interesse. Di particolare rilevanza
sono sia i resti dell’insula di età imperiale sia gli ambienti di
epoca moderna dell’incisore e ceramista Giovanni Volpato.
L’indagine effettuata ha portato alla luce tratti di un caseggiato
di epoca romana. Sono percepibili due differenti corpi di fabbrica
separati da un ampio spazio con probabile funzione di cortile.
Dall’analisi delle murature e dei bolli laterizi conservati in
situ è verosimile ritenere che ci si trovi di fronte ad un ediicio
frutto dell’assemblaggio di differenti unità edilizie. All’epoca
adrianea dovrebbero appartenere gli ambienti situati in prossimità
del vicus. Immediatamente a ridosso della pendice del Viminale
vengono invece a collocarsi i vani di età severiana. Il complesso
presenta connotati architettonici tipici dell’insula romana.
In altre parole si è in presenza di un fabbricato a più piani
destinato ad ospitare il ceto medio-basso della popolazione.
È stato possibile tratteggiare lo sviluppo del piano terra e
del primo piano, e ciò ha consentito di inserire il fabbricato
nell’ambito della tipologia degli appartamenti a medianum
ampiamente attestata ad Ostia ma sinora poco conosciuta a Roma.
34
Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra
1. Sezione prospettica
renderizzata che ricostruisce
gli ambienti del piano terra
e del primo piano al termine
degli interventi di scavo
archeologico e di riqualiicazione
dello stabile di Via Urbana.
2. Resa graica virtuale
che restituisce l’ambiente del
piano terra al termine dei lavori.
3. Tecnici a lavoro negli
ambienti del vano situato al piano
terra dell’insula adrianea. Si tratta
di ambienti planimetricamente
elementari, caratterizzate da stanze
contigue quadrangolari dotate
di una capillare percorrenza interna.
1
2
3
35
Cantieri archeologici
Via Urbana — Roma
La porzione di insula rinvenuta costituisce inoltre un elemento
d’interesse, oltre che per le caratteristiche architettoniche, per
essere parzialmente sovrapponibile alla pianta marmorea severiana
di cui integra alcune lacune. Si può notare come nell’esemplare
marmoreo venga privilegiata la rappresentazione del piano terra
dell’ediicio. Rispetto infatti a quanto documentato sul terreno,
la pianta marmorea ci restituisce un’immagine dei diversi ambienti
che non tiene conto dell’effettiva disposizione delle porte e delle
percorrenze interne. Sorprende inoltre l’assenza di comunicazione
tra il cortile ed il corpo di fabbrica prospiciente il vicus
Patricius, così come, la non perfetta corrispondenza degli elementi
del portico effettivamente rilevati e la scansione riprodotta
nell’esemplare marmoreo.
4
4. Frammento della Forma
Urbis Severiana detta anche “Pianta
marmorea severiana”. Si tratta
di una porzione della pianta della
città di Roma antica incisa su lastre
di marmo, realizzata tra il 203 e il
211. Il ritrovamento della porzione
di insula rinvenuta costituisce
un documento di eccezionale
interesse, oltre che per le sue
caratteristiche architettoniche,
per il fatto di essere parzialmente
sovrapponibile alla lastra marmorea
di cui integra alcune lacune.
5. Ambiente a sviluppo
longitudinale rinvenuto al piano
terra, da cui afiorano i resti
di fondazioni di età adrianea.
Un ulteriore elemento che conferisce rilevanza all’indagine
archeologica è rappresentato dal ritrovamento di vani cantinati
di pertinenza della casa / bottega di Giovanni Volpato, incisore
e ceramista della ine del ‘700. Gli ambienti si concentrano
in prossimità del limite di scavo orientale, nella zona occupata,
in epoca romana, dallo spazio porticato situato a lato del vicus
Patricius. Altimetricamente ci troviamo a circa tre metri
e mezzo al di sotto della quota di calpestio dell’ex tipograia
del Messaggero.
Si tratta di una scoperta di eccezionale interesse perché getta
luce su uno dei personaggi principali cui si deve la diffusione
della “industria dell’antico”. Tra il numeroso materiale rinvenuto
nello scavo, si segnalano alcune matrici in gesso e numerosi
distanziatori per fornaci. L’entità dei reperti, la loro
diversiicazione unitamente al contesto di ritrovamento consentono
di “guardare” a tutto tondo la produzione di questo artista,
conoscendone inalmente non solo le opere di maggior pregio ma
anche gli aspetti, non meno importanti, dell’attività “minore”,
rivolta cioè ad un pubblico più ampio e sicuramente meno abbiente
rispetto ai destinatari dei famosi “Surtout de dessert” con la
rappresentazione del Trionfo di Bacco e Arianna o del iume Nilo.
5
36
Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra
DATA INIZIO E FINE LAVORI
APRILE 2014 / NOVEMBRE 2014
A2.
Via dei Villini
— Roma
Le indagini archeologiche hanno portato all’identiicazione di
preesistenze archeologiche di età romana. Si è quindi proceduto
alla demolizione di strutture accessorie al corpo di fabbrica. La
stratigraia rimossa sul fronte della proprietà è di epoca moderna,
pertinente alla ristrutturazione degli anni ’60 del secolo scorso.
La rimozione degli strati terrosi ha permesso l’immediata
identiicazione del bacino stratigraico antico. Al di sotto della
stratigraia moderna sono stati indagati gli strati di crollo
delle strutture murarie antiche. Tali strutture possono essere
considerate pertinenti ad un complesso abitativo di grande
rilevanza che doveva estendersi sino all’antica Via Nomentana.
La più antica testimonianza è data da muri in opera reticolata
utilizzanti cubilia di tufo giallo, discretamente messi in opera
con una malta pozzolanica grigio-violacea. I muri formano un grande
ambiente rettangolare (circa 14x7 metri) databile all’incirca
al I sec. d.C.
Il grande ambiente venne ampliato e attraverso un setto murario
in opera laterizia venne separato in due ambienti distinti: uno
dotato di mosaico a tessere bianche e nere, l’altro caratterizzato
da un pavimento in opus sectile di marmi policromi; è possibile
datare questa fase edilizia all’incirca al III sec. d.C. Il
complesso abitativo subì un nuovo radicale riassetto che interessò
la porzione occidentale della struttura. Allo stato attuale non
è escluso che l’ambiente fosse dotato di un ingresso da Ovest già
nella fase precedente; è probabile che questo fosse di dimensioni
ridotte consone ad un ingresso di servizio. Il nuovo accesso
presenta una soglia di marmo, tre bipedali messi in opera su
battuti terrosi e due piccoli setti murari collocati lateralmente
all’apertura. Attualmente la struttura muraria prosegue oltre
il limite di scavo verso la proprietà presente ad Ovest del lotto.
Con i numerosi materiali antichi rinvenuti è possibile datare
questa fase edilizia all’incirca al IV sec. d.C. Il lungo muro
in opera laterizia intercettato durante le indagini è stato
interessato da pesantissime attività di spoliazione che hanno
37
Cantieri archeologici
Via dei Villini — Roma
1. Dettaglio di un pavimento
in Opus sectile di marmi policromi
presente nell’ambiente del
grande salone. Sulla base di tale
ritrovamento, è possibile datare
questa fase edilizia all’incirca
al III sec. d. C.
2. La fondazione quadrata,
probabilmente pertinente
ad un ambiente quadrangolare.
3. Ambiente con mosaico il cui
accesso è rimarcato dalla presenza
di una soglia di marmo e da tre
bipedali messi in opera su battuti
terrosi, e da due piccoli setti murari
collocati lateralmente all’apertura.
4. Dettaglio dei resti rinvenuti
nella tomba di una sepoltura
ad inumazione di un individuo
adulto, in posizione supina, dotata
di una copertura di tegole piane.
La tipologia di questa tomba
è riconducibile al periodo compreso
tra la ine del III secolo e l’inizio
del IV secolo.
5. Particolare del disegno
del mosaico pavimentale rinvenuto
negli scavi, motivo utilizzato
per identiicare il nuovo marchio
“Valore Restauro Sostenibile”.
6. Pulitura del mosaico
pavimentale secondo il metodo
del consolidamento in situ
e riinitura meccanica manuale.
1
2
3
4
5
6
38
Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra
riguardato i laterizi che costituivano il paramento. È possibile
visionare che la struttura è conservata per circa 1,80 metri di
altezza. Nell’estrema porzione settentrionale di questa limitata
area di scavo è stata identiicata una struttura muraria dotata di
paramenti in opera reticolata, orientata sull’asse E-W. Sul limite
settentrionale del muro vi era una sepoltura ad inumazione di un
individuo adulto dotata di una copertura di tegole piane. L’intero
complesso abitativo venne messo fuori uso da un rovinoso incendio
che portò al crollo dell’ediicio. Sugli strati di crollo sono
state indagate due fosse di scarico contenenti manufatti ceramici.
Le fosse risultano proseguire oltre l’attuale limite di scavo,
al di sotto del muro di delimitazione della proprietà verso Ovest.
Le indagini archeologiche hanno visto la materializzazione di 8
trincee. La stratigraia messa in mostra dai saggi si è presentata
piuttosto omogenea. Gli stessi strati di colmata sono stati
identiicati durante un saggio eseguito sulla parte frontale del
lotto; date le loro caratteristiche e soprattutto considerata la
loro estensione, tali colmate sembrano essere la testimonianza di
una precisa e volontaria azione di livellamento e sopraelevazione
di tutta l’area. Una campagna di carotaggi ha rivelato interessanti
informazioni anche archeologiche. Le perforazioni eseguite hanno
identiicato la presenza di cavità sotterranee fra -4,30 e -7,00
metri rispetto l’attuale piano di calpestio. Grazie a tre distinte
videoispezioni è stato possibile identiicare una porzione di
un complesso sistema di corridoi scavati direttamente nel banco
pozzolanico-tufaceo. Con buona probabilità successivamente gli
ambienti ipogei vennero utilizzati per usi funerari così come
testimoniato dalla presenza di nicchie e loculi che caratterizzano
tutte le pareti dei corridoi ipogei.
39
Cantieri archeologici
Via dei Villini — Roma
Volume a cura di
Vincenzo D’Alba, Francesco Maggiore
Sede legale
Via dei Villini, 5
00161 – Roma
T +39 06802161
italianacostruzionispa.it
Testi
Gianfranco Dioguardi, Francesco Maggiore
Sede amministrativa
Via Antonio Stoppani, 15
00197 – Roma
T +39 06802161
Progetto graico
Ivan Abbattista
Sede operativa
Piazza della Repubblica, 30
20124 – Milano
T +39 02910991
Sede legale
Via Giosuè Carducci, 32
67100 – L’Aquila
T +39 0862312975
fratellinavarra.it
Sede amministrativa
Via Antonio Stoppani, 15
00197 – Roma
T +39 06802161
Sede operativa
Piazza della Repubblica, 30
20124 – Milano
T +39 026592082
ITALIANA COSTRUZIONI
BALCANI D.O.O.
Kralja Milana, 7/ 5
PIB: SR106779358
11000 Beograd – Srbija
Matični broj: 20679328
T +381 113237403
beograd@
italianacostruzionispa.it
Coordinamento scientiico e culturale
Gianfranco Dioguardi, Francesco Moschini
Fotograie
pag. 11 © 2014 — Alessandro Montanari
pp. 12 - 13 © Archivio Italiana Costruzioni
pag. 15 © 2014 — Giuseppe De Mattia
pp. 16 - 17 © Archivio Italiana Costruzioni
pag. 19 © 2014 — Giuseppe De Mattia
pp. 20 - 21 © 2014 — Sergio Albelli,
Stefano Saccomani
pag. 23 © 2014 — Allegra Martin
pp. 24 - 25 © 2014 — Fabio Porzio
pag. 27 © 2014 — Allegra Martin
pp. 28 - 29 © 2014 — Matteo Engolli
Finito di stampare
nel mese di marzo 2015
presso lo stabilimento
Typographis – Corato (BA)
Stampato su carte
Favini Burano A. Grigio 140 gr
Fedrigoni Arcoset 190 gr
Polyedra Fizz Lilium 200 gr
Testi composti in
PT, ParaType, 2009
Archer, Hoeler & Frere-Jones, 2001
Ottimizzazione digitale
delle immagini e postproduzione
Orlando Lacarbonara
ISBN 978-88-6922-026-5
Consulenza artistica
A.A.M. Architettura Arte Moderna
Imprese ad Arte
La copertina del presente
catalogo è stata realizzata
e assemblata in modo artigianale.
Eventuali imperfezioni
rendono ogni esemplare unico.
Catalogo realizzato in 700
copie numerate a mano.
/
A.A.M. Architettura Arte Moderna
Restauro
di Piazza
San Pietro
— Roma
Restauro
della Basilica
di Sant'Antonio
— Padova
Restauro
del Palazzo
della Ragione
— Verona
Restauro
del Castello
Sforzesco
— Milano
Restauro
della
Villa Reale
— Monza
Ringraziamenti
Il primo sentimento di gratitudine è rivolto al Dott. Attilio Maria Navarra,
le sue qualità umane e intellettuali hanno rappresentato un'esortazione
a dare il meglio. Si ringrazia per l'indispensabile supporto la Dott.ssa
Valentina Sbaraglia: alla sua pazienza e competenza si deve l'esito
di questa pubblicazione. Un doveroso ringraziamento è rivolto all'Arch.
Fabio Porzio. Inine per i preziosi consigli e suggerimenti si ringraziano
il Prof. Gianfranco Dioguardi e il Prof. Francesco Moschini, irrinunciabili
punti di riferimento e di ispirazione.
İTALİANA COSTRUZİONİ MİMARLIK
Harbiye Mah. Cumhuriyet
Cad. Dağ Apt. No: 34 Kat: 1
34367 Elmadağ-Şişli
İstanbul – Turkey
T +90 212 2961704
istanbul@
italianacostruzionispa.com
Le illustrazioni di pagina 4
sono di Vincenzo D'Alba © 2014 —
Courtesy A.A.M. Architettura
Arte Moderna, Collezione
Francesco Moschini e Gabriel
Vaduva
© 2014 – Fratelli Navarra srl
Tutti i diritti sono riservati agli autori. Nessuna parte
di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcuna
forma o in alcun modo – graico, elettronico o meccanico,
includendo fotocopie, registrazioni, riproduzioni, o accumulo
di informazioni e sistemi di recupero – senza il consenso
scritto degli autori.