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Valore restauro sostenibile

2015

Valore restauro sostenibile propone una «Italian way of doing restoration» nel più generale ambito del Made in Italy. Valore restauro sostenibile innova nei procedimenti l’operazione di conservazione del valore nel tempo, con particolare attenzione ai valori culturali del contesto in cui il bene monumentale è immerso. Valore restauro sostenibile opera sulla base di una governance che coniuga azioni dirette e interventi specialistici, in una perfetta sintesi di discipline molteplici e complementari. Valore restauro sostenibile sviluppa interventi di formazione per promuovere la professionalità e l’educazione alla conservazione programmata e preventiva. Valore restauro sostenibile promuove il partenariato pubblico privato, traducendo la responsabilitá sociale in sostenibilità economica e inanziaria. Valore restauro sostenibile considera la cultura un ingrediente fondamentale della creazione del valore e la gestione consapevole una condizione necessaria per la fruizione del patrimonio culturale. Valore restauro sostenibile è sinonimo di esperienze acquisite consolidate e insieme laboratorio sperimentale del restauro. Valore restauro sostenibile è un marchio Italiana Costruzioni Spa. Vincenzo D'Alba, Iconograia dell'Impresa Fratelli Navarra, china su carta, 2014; Courtesy A.A.M. Architettura Arte Moderna Collezione Francesco Moschini e Gabriel Vaduva. IL GRUPPO NAVARRA PER IL RESTAURO SOSTENIBILE LE IMPRESE DEDICATE Le imprese specialistiche del Gruppo Navarra — già protagoniste di importanti interventi nell’ambito del restauro, del recupero conservativo, della rivitalizzazione del territorio — hanno acquisito speciiche esperienze e sviluppato approfondite e uniche competenze per affrontare l’importante, attuale tema del «Valore Restauro Sostenibile». In questo campo, le più signiicative imprese del Gruppo sono: Italiana Costruzioni SpA Società leader del Gruppo, è caratterizzata da una particolare propensione alla governance, cioè al saper «governare» operatori specialisti e professionisti interni ed esterni, in particolare architetti fra i più importanti nel contesto mondiale, con una speciica capacità di «General Contractor» per le diverse attività imprenditoriali. Presenta una speciica propensione a generare nuove forme contrattuali per la promozione, la realizzazione, la conservazione e la futura gestione delle opere oggetto di intervento. Opera in tutti i principali settori dell’edilizia (opere pubbliche e private, sviluppo immobiliare, grandi infrastrutture, ristrutturazioni e restauri). Fratelli Navarra Srl Dal 1999 è presente intensamente e prestigiosamente nel settore del restauro monumentale, della manutenzione delle opere d’arte e dei beni architettonici. Si è così qualiicata nella corrispondente categoria dei lavori pubblici (OS2) e ha acquisito la relativa certiicazione di qualità ISO 9001. Na.Gest. Global Service Srl Specializzata in manutenzione programmata e in Global Service e Facility Management per la gestione di grandi patrimoni immobiliari ha svolto interventi manutentivi innovativi per la conservazione delle strutture edilizie, nonché azioni di recupero e di restauro sul tessuto urbano degradato, proponendosi come «impresa per la città» interpretata come «città - impresa». AFRICA ma Ro MARE MEDITERRANEO no la Mi va a nz Mo na ro Ve do Pa EUROPA MAPPA DEI PROGETTI DI RESTAURO SOMMARIO Premessa Gruppo Navarra e restauro sostenibile Le imprese dedicate 3 Dalla tradizione del passato: una storia di esperienze L'innovazione per il futuro: la sida del cambiamento 6 Piazza San Pietro — Roma 10 Basilica di Sant'Antonio — Padova 14 Palazzo della Ragione — Verona 18 Castello Sforzesco — Milano 22 Villa Reale — Monza 26 Fratelli Navarra, altri progetti di restauro 30 Appendice Cantieri archeologici 33 Nel passato sono stati numerosissimi gli interventi effettuati dalle imprese specialistiche del Gruppo Navarra. Interventi, tutti, molto diversiicati sia quanto a tipologie tecniche, sia per i relativi contesti territoriali, sia per le esigenze funzionali del dopo recupero (per esempio, Villa Scheibler a Milano; a Roma l’Hotel de Russie, il Palazzo Kock, il Palazzo del Clementino in Piazza Esedra e il Palazzo di Propaganda Fide; a Bologna la Manifattura delle Arti al DAMS; a Torino la Stazione di Porta Nuova; a Genova il Palazzo Ducale; a Napoli il Real Albergo de’ Poveri; e, ancora, molteplici interventi conservativi a L’Aquila). Fra le tante iniziative realizzate, alcune sono state particolarmente signiicative per l’importanza del loro contesto storico, tecnico, territoriale, come per esempio: Cantiere Piazza San Pietro a Roma, 2013 → È uno fra i più signiicativi e delicati restauri mai realizzati in ambito mondiale, non solo per l’importanza della Piazza e del suo celebre colonnato ideato e realizzato da Gian Lorenzo Bernini fra il 1656 e il 1667, coronato da 140 importanti statue di santi. Si è trattato infatti di un progetto innovativo di restauro al quale hanno concorso una molteplicità di esperti dell’impresa e di illustri consulenti esterni sulla base di importanti e signiicative indagini preliminari che hanno visto l’utilizzo di tecnologie d’avanguardia. Sono state anche progettate nuove macchine per la realizzazione di ponteggi mobili così da evitare qualsiasi intrusione sul terreno della piazza, lasciata pertanto libera di vivere la sua quotidiana attività assembleare; sono state messe in atto importanti innovazioni per preservare le 6 opere dal pericolo di futuri attacchi di agenti in grado di modiicare lo stato della conservazione. Si è così restituita una corretta lettura estetica dell’opera, grazie anche alla organizzazione di sponsorizzazioni effettuata con speciiche azioni di comunicazione e informazione pubblicitaria del tutto innovative in grado di coinvolgere molteplici partner. Cantiere Basilica di Sant’Antonio a Padova, 1999 → Si sono operate applicazioni di speciiche tecnologie innovative per la conservazione al ine di preservare l’originalità degli elementi artistici e architettonici presenti e si sono effettuate ricerche per coniugare le tecnologie con le esigenze sociali presenti. Cantiere Palazzo della Ragione a Verona, 2007 → Si è trattato di un restauro artistico effettuato, prevalentemente, mediante interventi sui materiali dopo aver svolto indagini preliminari che hanno consentito di rimuovere il degrado provocato anche da numerosi e poco eficaci interventi antecedenti. Cantiere Castello Sforzesco a Milano, 2013 → Il delicato restauro innovativo ha consentito di riportare alla luce importanti scoperte artistiche attraverso una preliminare accurata ricerca d’archivio. Il cantiere si è aperto alla città e al pubblico attraverso innovative azioni di comunicazione utilizzate per la prima volta in operazioni di restauro. Concessione cantiere Villa Reale a Monza, 2014 → Operazione complessa che si è potuta realizzare grazie a un sistema innovativo introdotto nelle Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra opere pubbliche in Italia e utilizzato per la prima volta per consentire l’apertura di questo particolare cantiere — un Project Financing attuato in base a un contratto di «concessione» che prevede per le imprese esecutrici la signiicativa responsabilità di una futura gestione ventennale dell’opera, mediante attività commerciali e di coinvolgimento dei cittadini adeguate all’importanza storica e artistica del monumento. Si è così impostata una innovativa collaborazione fra pubblico e privato utile come modello per salvaguardare l’importante patrimonio culturale e artistico italiano. La dificile governance è stata attuata organizzando le diverse e innovative attività ausiliarie, anche promuovendo complessi processi di comunicazione, di informazione e di coinvolgimento dei cittadini, in particolare dei giovani, attraverso forme di sponsorizzazione e di attiva partecipazione delle scuole del territorio. Ma anche coordinando una molteplicità di professionalità impiegate nei tanti interventi specialistici effettuati. L’INNOVAZIONE PER IL FUTURO, LA SFIDA DEL CAMBIAMENTO I singoli esperimenti sul territorio, compiuti dal Gruppo Navarra, hanno concorso ad accumulare la ricca esperienza della tradizione che oggi si proietta nel futuro per conquistare nuove frontiere nell’ambito della «sostenibilità» del restauro, utilizzando procedure, metodi e tecniche volte a realizzare un «Restauro Sostenibile» nel settore edilizio, sia su singole fabbriche o elementi artistici sia, più in generale, sul tessuto urbano (contesti storici e periferie delle città). L’obiettivo è perseguito coniugando l’esperienza propria della tradizione con l’innovazione portata da metodi acquisiti anche in forme di concessione esclusiva, per rendere sostenibile la deinizione classica di «restauro»: “per restauro si intende l’intervento diretto sul bene attraverso un complesso di operazioni inalizzate all’integrità materiale e al recupero del bene medesimo, alla protezione e alla trasmissione dei suoi valori culturali” — così come indicato da Cesare Brandi nel suo saggio sulla Teoria del Restauro (Einaudi, Torino 1977): “[…] l’opera d’arte condiziona il restauro e non già l’opposto”. Il Gruppo Navarra pone, quindi, come prioritario un approccio «sostenibile» al classico restauro: un approccio che, tutelando le aspettative e i bisogni delle future generazioni, integri in un perfetto equilibrio i tre aspetti fondamentali della sostenibilità: ambientale, economico, sociale. La sostenibilità economica garantita dall’azione di governance tesa alla migliore salvaguardia dell’oggetto su cui si interviene, realizzando nello stesso tempo sinergie economiche e inanziarie, in particolare nei rapporti fra pubblico e privato. La sostenibilità sociale perseguita attraverso attività ausiliarie di formazione al lavoro, di educazione civile e del pieno coinvolgimento di tutti coloro che partecipano direttamente o indirettamente all’evento. Si ritiene così di poter anche impostare una innovativa collaborazione fra pubblico e privato, allo scopo di meglio salvaguardare il patrimonio culturale e artistico del territorio mediante l’utilizzo di processi in grado di assicurare al restauro un futuro «sostenibile». Con questo obiettivo, la tradizione consolidata attraverso gli esperimenti compiuti dalle imprese del Gruppo Navarra è stata potenziata ricercando rapporti di collaborazione con Comitati addetti ai lavori (per esempio LEEd/ GBC Italia), utilizzando ricerche realizzate con Istituti universitari e Centri specialistici, avvalendosi delle conoscenze speciiche nel settore maturate dalla Fondazione Dioguardi con la sua collegata imprenditoriale DNORD, istituzioni con le quali il gruppo già da tempo collabora. Il Gruppo Navarra ha, quindi, avviato processi innovativi di intervento «sostenibile» nel settore edilizio, utilizzando metodi acquisiti o ideati nell’ambito della propria funzione di «Ricerca & Sviluppo», particolarmente orientati anche all’esportazione, esprimendo così una nuova Italian way of doing restoration che amplia il tradizionale ambito del Made in Italy. Il nuovo marchio del Gruppo Navarra per il «Restauro sostenibile», che si ispira a un disegno ritrovato su un antico mosaico di epoca romana durante operazioni di recupero attuate dalle sue imprese, esprime la sintesi fra la tradizione riveniente dalla Storia e l’innovazione che si proietta in un futuro da rendere sempre più «sostenibile». L’aspetto ambientale, che limita il ricorso a nuove ediicazioni sul territorio nel rispetto della tradizione, privilegiando il recupero, un più eficiente uso delle risorse e il risparmio energetico grazie all’uso di tecnologie alternative. 7 Gianfranco Dioguardi Prospettive aziendali Vincenzo D'Alba, Restauro, china su carta, 2014; Courtesy A.A.M. Architettura Arte Moderna Collezione Francesco Moschini e Gabriel Vaduva. A fronte: Piazza San Pietro, vista dall’interno del colonnato con l’obelisco e la fontana, fotograia di Alessandro Montanari Oggetto Restauro di tutti gli elementi architettonici, decorativi e monumentali di Piazza San Pietro. Committente Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Progettisti, responsabili Capo commessa: Ingg. Marco Odoardi, Fabio Brunori. Direttore di cantiere: Ingg. Alessandro Paglia, Daniele Centurioni, Sergio Di Paolo, Massimiliano Agostinelli. Direttore tecnico dei restauri: 10 Dott. Fabio Porzio. Direttore di produzione: Dott. Leonida Pelagalli. Progetto strutturale: Studio Croci. Importo lavori € 16.093.747,63 Data inizio e ine lavori Novembre 2008 – maggio 2009 cantiere pilota (due statue, otto colonne); maggio 2009 – febbraio 2014 restauro del colonnato e della fontana sud; giugno – settembre 2014 restauro della fontana nord. Numeri interessanti 40.000 mq. di supericie di travertino; 140 statue; 6 stemmi; 284 colonne; 60 restauratori, ponteggisti e operai: 90 persone coinvolte. Elenco conciso interventi Ricerca di documenti d'archivio; studio autoptico e mappatura dello stato di fatto e degli interventi precedenti; documentazione fotograica; indagini non invasive; analisi di laboratorio; applicazione di prodotto biocida; pulitura delle superici sia chimica che meccanica; rimozione dei vecchi restauri e delle vecchie stuccature non idonee; consolidamento della supericie in travertino; trattamento dei vecchi perni e staffe ancora idonei o rimozione e sostituzione degli stessi con elementi in titanio, in ibra aramidica e in acciao inox; stuccatura di profondità e di supericie; accordo cromatico con le vecchie stuccature; protezione inale. Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra la storia Nel 1657 Gian Lorenzo Bernini presenta il progetto per Piazza San Pietro conciliando esigenze liturgiche, simboliche e urbanistiche. Progetta un “triplo portico” che, metaforicamente, raffigura l’abbraccio materno della chiesa ai fedeli. La piazza si compone di due parti geometricamente distinte ma unificate planimetricamente dall’imponente perimetro colonnato calcidico: 11 la prima, detta la piazza “Retta”, è a forma di trapezio con il lato più lungo coincidente con il prospetto della Basilica; la seconda, la piazza “Obliqua”, è di forma ovale, avente nei tre centri l’obelisco Vaticano e simmetricamente disposte due fontane. Il susseguirsi di tre progettisti come Maderno, Bernini e Matthia De’ Rossi garantisce un controllo inedito degli spazi e della percezione urbana. Il porticato, composto Piazza San Pietro — Roma da 284 colonne e 88 pilastri di ordine dorico, semplificato nella trabeazione con l’assenza di metope e triglifi, è sormontato da una teoria di 162 statue di santi. Le colonne in travertino formano un colonnato tetrastilo e tracciano un triplice percorso pedonale nei lati e carrabile al centro. Alle testate dei due portici, allineati con l’attuale Via della Conciliazione, sono posizionati gli ingressi monumentali. La piazza vista dall’interno del Colonnato 1. Veduta dell’emiciclo sud del colonnato Berniniano: si notano la testata sormontata da timpano e il fronte interno, rivolto sulla piazza, scandito dalle colonne di ordine dorico che costituiscono il triplo portico meridionale del colonnato. 2. Statua di Santa Costanza, sequenza di tre immagini che documenta le fasi dell’intervento di recupero e lo stato dei lavori prima e dopo il restauro. 3. Restauratrice impegnata nel ritocco pittorico dello stemma che sormonta il cardine nord del colonnato. 1 2 Il restauro del colonnato del Bernini in Piazza San Pietro comprende anche il restauro delle due fontane. 3 Si è adoperata la migliore tecnologia a disposizione, mettendo in atto un cantiere non tradizionale per salvaguardare la fruibilità della piazza. Tale obiettivo è stato raggiunto mediante un sistema di ponteggi, coprendo in maniera continuata e sequenziale solo segmenti del colonnato; ciò ha garantito ai restauratori di lavorare in modo sicuro e isolato rispetto alla piazza. Per l’intero colonnato è stata condotta un’analisi strutturale con la ricostruzione di un modello matematico, al ine di effettuare tutte le veriiche di stabilità, anche alla luce della nuova classiicazione sismica nazionale. Preliminarmente è stato effettuato, mediante la tecnologia del Sistema Laser Scan, il rilievo della geometria dei materiali lapidei da trattare. La metodologia utilizzata ha consentito la fedele riproduzione del sito, sia per misure sia per colore. Parallelamente, è stata effettuata una campagna fotograica ad alta risoluzione che ha permesso di evidenziare tutti gli stati di degrado. 4. Gruppo di restauratori e di tecnici impegnati in indagini diagnostiche sulla statua in travertino di Sant’Alessandro. 5. Sistema di ponteggi adoperato per il restauro del gruppo statuario posto al centro dell’emiciclo del braccio meridionale del colonnato. La fase iniziale del restauro ha previsto le seguenti attività: prove sui materiali; selezione dei metodi di lavoro; selezione di strumenti di lavoro; indagini con georadar. Alcuni test stratigraici sono stati effettuati anche per conoscere l'esatta sequenza delle ristrutturazioni sugli intonaci e per deinire il colore originale. I primi interventi hanno previsto la protezione delle statue e degli stemmi attraverso l’utilizzo di una piattaforma di lavoro aereo che ha permesso 12 Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra di issare gli elementi distaccati e in probabile pericolo di caduta. Il principio guida seguito nella fase di reintegrazione è stato "non-ricostruttivo"; laddove nelle statue mancava un dito, una mano o anche un intero braccio, si è deciso di non ricostruire le parti mancanti. La ricostruzione è stata limitata ai proili geometrici verticali e orizzontali degli elementi architettonici. Le superici di travertino hanno mostrato differenti fenomeni di degrado a seconda della loro posizione all'interno del colonnato. La balaustra è stata la parte più intaccata dagli agenti atmosferici. Molti dei perni di ferro erano ossidati, perdendo la loro funzione di sostegno. La balaustra e la trabeazione sono stati puliti con il sistema meccanico di pulitura a pressione controllata con getto elicoidale "JOS"; la riinitura della pulitura è stata effettuata utilizzando la micro sabbiatura. Impegnativa è stata la rimozione dei vecchi stucchi, utilizzando scalpelli a mano e vibroincisori elettrici. Solo gli stucchi non idonei sono stati rimossi, tutti gli altri sono stati recuperati rimuovendone gli eccessi. 4 La parte più rilevante di questo lavoro riguarda gli interventi effettuati sulle aree intonacate che erano state ridipinte in giallo e marrone nel XIX secolo. Sotto quel colore è stato trovato quello originale che gli architetti del XVII secolo avevano chiamato "colla brodata". Dopo aver rimosso la nuova pittura, è stata ri-applicata la cosiddetta "colla brodata" o il "travertino colore", come veniva chiamato dallo stesso Bernini, che si compone di calce e pozzolana, Terra di Siena e nero avorio. 5 13 Piazza San Pietro — Roma Il restauro A fronte: Basilica di Sant’Antonio, vista del prospetto principale, fotograia di Giuseppe De Mattia Oggetto Lavori di restauro e consolidamento sia delle cupole, sia del complesso conventuale della Basilica di Sant’Antonio di Padova. Committente Veneranda Arca di Sant’Antonio di Padova. Progettisti, responsabili Direttore scientiico: Prof. Giorgio Croci. Direzione generale dei lavori: Arch. Marco Silvestri. Progettista architettonico: Arch. Borghi e Ing. Falini. 14 Importo lavori € 5.042.685,16 Data inizio e ine lavori Dicembre 1998 – dicembre 1999 Numeri interessanti Risanamento di otto cupole lignee. Elenco conciso interventi Analisi geologica e studio statico delle murature; realizzazione di un articolato sistema di ponteggi multidirezionali; liberazione dei vani da sedimenti organici; disinfestazione e pulizia effettuata con spazzolatura a mano; segnatura e catalogazione dei singoli elementi prima dello smontaggio; indagine statico - meccanica e consolidamento della cortina muraria a basamento delle cupole; consolidamento con “spinottamento” alla base con barre di acciaio inox; intervento di restauro sulle strutture lignee e sul rivestimento in piombo; studio delle proprietà meccaniche del rivestimento del piombo; pulizia con solventi e consolidamento con resine; pulitura e disinfestazione del tavolato ligneo; cerchiatura delle calotte tramite cavo di acciaio; placcaggio di consolidamento con barrature; stesura di un idrorepellente per la protezione dagli agenti atmosferici; ripristino del tetto a capriate; inserimento di catene di controventamento; consolidamento dei timpani di sostegno al tetto. Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra la storia La costruzione della basilica ha inizio nel 1238; essa ingloba la preesistente Chiesa di Santa Maria “Mater Domini” dove sono custodite le reliquie di Sant'Antonio di Padova. La sua costruzione, in stile romanico e gotico con elementi di influenza bizantina e moresca, si protrae fino al 1310. Consistenti modifiche si hanno nel corso del tempo: nel 1394, a seguito di un incendio, si ha il crollo del 15 campanile e nel XV secolo l’intervento sul deambulatorio e il riassetto del coro. L’impianto a croce latina è suddiviso in tre navate che si raccordano in semicerchio in corrispondenza della tribuna da cui si irradiano nove cappelle a pianta quadrangolare dove sono custoditi numerosi capolavori, tra gli altri, di Donatello, Tiziano, Sansovino. La facciata, alta 28 metri, è a capanna e si caratterizza per la Basilica di Sant'Antonio — Padova Veduta d'insieme presenza di cinque arcate, delle quali la più piccola centrale segna l’ingresso. La basilica è sormontata da due campanili sottili, memoria dei minareti, a pianta ottagonale, e da otto cupole lignee ricoperte da lastre di piombo, di altezze e dimensioni differenti. Fa parte del complesso basilicale la biblioteca Antoniana, situata al primo piano, luogo ricco di decorazioni oltre che di documenti rari e preziosi. 1 Il restauro di tipo conservativo è stato attuato secondo un'ottica ilologica. L'intervento ha interessato il consolidamento e il restauro delle otto cupole lignee della basilica, il restauro e l’adeguamento funzionale della penitenzieria, il restauro della biblioteca, in particolare il riassetto statico della copertura. L’intervento si è sviluppato in due ambiti: il ”cantiere alto” relativo all’intervento sulle cupole, sui campanili e sulla copertura della biblioteca, e il “cantiere basso” che ha riguardato il restauro e l’adeguamento funzionale dell’ex refettorio a penitenzieria. Il restauro delle cupole è stato suddiviso in due fasi: l'intervento sulla struttura lignea interna e sul rivestimento esterno in lastre di piombo. Per effettuare i lavori in quota, si è reso necessario realizzare un complesso e imponente sistema di opere provvisionali di tipo multidirezionale opportunamente progettato su modello matematico. L’opera ha interessato sia le superici esterne che quelle interne alle cupole ed è stato perfettamente sagomato sulla forma delle stesse. Considerata la scarsa portanza degli appoggi sui tetti bassi della basilica, tutti i ponteggi sono stati sospesi con tiranti diagonali ai “tamburi” in laterizio su cui le cupole poggiano. La conigurazione delle cupole e la loro tendenza allo "spanciamento" ha reso necessaria una cerchiatura interna delle calotte lignee con un sistema di sensori di controllo computerizzato. Particolare attenzione è stata prestata alla preventiva segnatura e catalogazione dei singoli elementi in piombo prima dello smontaggio; in fase di rimontaggio sono state utiliz- 16 zate grappe in rame, identiche alle originali. Il restauro ha interessato anche la cortina muraria dei tamburi. L'intervento sull’antico refettorio ha avuto un duplice intento, il restauro dell’esistente e l’adeguamento alla nuova destinazione di penitenzieria. Il consolidamento della muratura è avvenuto tramite una ”ricucitura” alla base con barre di acciaio inossidabile issate con miscele leganti a ritiro controllato. Tutti i setti verticali sono stati collegati alla base con una soletta su cui poggia sia il sistema degli impianti che la nuova pavimentazione. Durante l'operazione di rimozione degli intonaci preesistenti, sono afiorati affreschi risalenti al XVI secolo che sono stati oggetto di restauro. La pregiata copertura della penitenzieria è stata restaurata nella grossa e media orditura con l'applicazione di alcune protesi; la piccola orditura, non più recuperabile, è stata integralmente sostituita utilizzando materiali e tecniche di lavorazione identiche all’originale; il manto in coppi veneti è stato rimontato con il materiale originale. Le tavole lignee dipinte sono state catalogate, smontate, consolidate e trattate con antiparassitari. Il restauro della biblioteca, interessata da un consistente degrado, ha coinvolto la parte sommitale delle pareti. Le capriate composite, sbandate lateralmente, sono state raddrizzate e le testate ammalorate delle “catene” sono state ricostruite con betoncino armato con barre ilettate in acciaio inossidabile. I nodi di capriata sono stati rinforzati con gattelli lignei, in aggiunta sono state posizionate barre dywidag su tutto il perimetro della copertura come cordolo di contenimento. Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra 1. Veduta d’insieme della basilica durante i lavori di restauro. 2. Per i ponteggi è stato utilizzato un sistema multi direzionale la cui versatilità di montaggio e smontaggio ha permesso di impegnare lotti di materiale a rotazione consentendo di limitare l’accumulo in quota di notevoli carichi. 3. La pigmentazione del manto plumbeo di copertura è stata effettuata al ine di raccordare cromaticamente le aree che conservavano il colore originario, le aree dove è stata necessaria la sostituzione di alcuni elementi non recuperabili, e le aree dove la colorazione originale era andata completamente persa. 2 4 17 4. L’antico refettorio ha richiesto sia una revisione a livello statico sia un adeguamento per adibirlo alla nuova funzione di penitenzieria. Particolare cura è stata riservata alla copertura che presentava diffusi problemi di degrado. Sono stati accuratamente restaurati gli affreschi rinvenuti durante i lavori e le tavole lignee dipinte già presenti. 3 5 Basilica di Sant'Antonio — Padova 6 Il restauro 5—6. Il restauro del manto delle lastre in piombo poste a copertura delle cupole, ha comportato la numerazione di tutti gli elementi in fase di smontaggio, l’ applicazione delle “sottotegole” di sicurezza, la sostituzione di tutte le grappe di sostegno, inine il riposizionamento delle lastre nella posizione originale. A fronte: Palazzo della Ragione, scalinata del cortile interno, fotograia di Giuseppe De Mattia Oggetto Lavori di restauro conservativo per la realizzazione di un centro espositivo polivalente del Palazzo della Ragione o del Mercato Vecchio e lavori complementari di restauro della Torre dei Lamberti, della Torre del Capitanio e della Cappella dei Notari. Committente Comune di Verona. Progettisti, responsabili Direzione lavori strutture: Ing. Giandomenico Cocco. 18 Progetto architettonico: Arch. Tobia Scarpa, Arch. Afra Bianchin Scarpa. Direttore di cantiere: Ing. Vittorio Scazzocchio. Direttore tecnico dei restauri: Dott. Fabio Porzio. Importo lavori € 14.508.281,36 Data inizio e ine lavori Settembre 2004 – settembre 2007; per la Torre dei Lamberti settembre 2006 – novembre 2008. Numeri interessanti Sono stati restaurati circa 7.000 mq. di superici esterne; circa 450 mq. di affreschi; circa 6.000 mq. di intonaci storici; circa 1.150 mq. di sofitti lignei dipinti; circa 450 mq. di materiale lapideo; impiegati 18 restauratori. Elenco conciso interventi Ricerca d'archivio; indagini non distruttive; rilievo della consistenza statica; per le murature, indagini georadar, indagini endoscopiche, carotaggi diretti; per le strutture in legno, indagini con georadar; rilevamento del grado di marciscenza; indagini endoscopiche; costruzione del modello numerico a elementi initi di tutto l’ediicio; indagini geologico tecniche; indagini sulle fondazioni; indagini sui solai e coperture; i principali interventi sono: consolidamento solai; consolidamento della copertura; consolidamento e ripristino muratura. Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra la storia Il Palazzo, originariamente detto “del Comune” o “del Mercato Vecchio”, viene edificato nel XII secolo tra Piazza delle Erbe e Piazza dei Signori, sulle preesistenze dell’antico foro romano. La pianta, pressoché quadrangolare, si ipotizza contasse quattro torri angolari; oggi, delle due torri rimaste, la Torre dei Lamberti accoglie l’orologio. L’edificio si articola su quattro piani. Nel XIII secolo viene 19 costruita una nuova ala che si affaccia su Piazza dei Signori e vengono aggiunte due torri per la fortificazione. Nel ‘400 la corte interna è destinata a ospitare il mercato, nella metà dello stesso secolo viene realizzata la “Scala della Ragione” e allestita la Cappella dei Notari. Sul finire dell’800 il Palazzo è interessato da un importante intervento di restauro a cura di Camillo Boito che rimuove ogni superfetazione ereditate Palazzo della Ragione — Verona nei quattro secoli precedenti. La storia di questo edificio è segnata da numerose vicende: nel 1218, nel 1541 e nel 1723 subisce tre incendi; nel 1650 un grave crollo; nel corso dei secoli assolve a svariate destinazioni d’uso, da sede di tribunale civile e penale a prigione, da deposito per grano e per botteghe artigiane a sede, nell’800, dell’Accademia di Belle Arti. Infine, nel ‘900 ospita la Pretura, oggi la Galleria d’Arte Moderna. Particolare della Scala della Ragione 1. Sistema di ponteggi impiegati per il restauro della Torre dei Lamberti, alta 84 m e realizzata nel 1172 in tufo e laterizio. 2. Cantiere in allestimento, fase relativa alla realizzazione dei ponteggi per il restauro delle facciate del cortile interno del Palazzo della Ragione, 1 caratterizzato da rivestimenti in mattoni, marmi rosso e bianco di Verona. 3. Restauro pittorico degli affreschi risalenti alla prima metà del 1500 ritrovati sotto numerosi strati di intonaco sulla facciata del palazzo rivolta verso Piazza Dante (Piazza dei Signori). 2 Il restauro è stato realizzato su progetto di Afra e Tobia Scarpa. Dal punto di vista tecnico ha comportato interventi di restauro e consolidamento statico delle murature e delle strutture lignee dei solai e delle coperture, ma anche l’adeguamento tecnologico di tutti gli impianti e l’eliminazione delle barriere architettoniche. Le premesse al restauro sono state il rilievo geometrico e il rilievo del degrado statico. Parallelamente, sono state effettuate numerose indagini: con georadar, endoscopiche, ispettive dirette, carotaggi, ricerche magnetometriche. Salvo alcuni casi particolari di testate non aerate e sottodimensionamenti, il grado di consistenza, soprattutto delle strutture lignee, si è rivelato mediamente discreto. Ciò ha permesso di adeguare le strutture lignee esistenti ai nuovi sovraccarichi di esercizio, con l’applicazione rigida di doppio tavolato in legno incrociato e issato alle travi con viti speciali, messe in opera con preforo per eliminare il pericolo di spaccatura lungo le ibre oltre all’ancoraggio con “chiavarde” per la ritenuta sismica. Il rinforzo, staticamente eficiente, ha permesso di ridurre sensibilmente i carichi permanenti aggiunti con il contemporaneo risultato di un buon adeguamento statico alle esigenze di progetto. La parte più esterna dell’ediicio, dopo più di venticinque anni di abbandono, è risultata gravemente degradata. Le iniltrazioni d’acqua, l’umidità e le vicissitudini storiche (incendi e restauri vari) hanno compromesso rivestimenti e superici esterne. Sotto i diversi strati di intonaco, ereditati da prece- 20 3 denti interventi di restauro, sono stati ritrovati affreschi databili al 1530; tali affreschi, con motivi decorativi, sono stati ripristinati e, sebbene frammentari, sono oggi ben visibili in facciata. Un importante ritrovamento è stato fatto nella Cappella dei Notari dove, rifacendo le volte, a seguito della rimozione della terra di riporto che riempiva l’estradosso della volta, è stato ritrovato il frammento di un grande affresco di tre metri di diametro databile al ‘300. Un’ulteriore scoperta è stata fatta sotto il rifacimento in stile effettuato da Camillo Boito: un tondo affrescato di circa un metro di diametro rafigurante Verona come igura allegorica che cavalca un animale mitologico. Le sale sono state riportate all’originaria conigurazione, eliminando il frazionamento che negli anni avevano subito a causa delle varie destinazioni d’uso. Inoltre, gli ambienti sono stati liberati dalle controsofittature e così riportati alle altezze originarie lasciando a vista le antiche travi seicentesche e le decorazioni ad affresco. Il progetto di restauro ha puntato al completo riutilizzo del complesso, così da dotare la città di un nuovo spazio espositivo di grande valenza culturale, provvisto di tutti i servizi necessari, in grado, quindi, di attrarre visitatori alla ricerca di mostre di altissimo livello. Le sale espositive diventano la parte centrale, fulcro del complesso che ritorna a partecipare così alla vita collettiva di questo luogo privilegiato della città. Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra 4. Allestimento della mostra inaugurale tenutasi dopo il restauro con sculture di Canova all’interno della Cappella dei Notari. 5. Allestimento della mostra inaugurale tenutasi dopo il restauro nella Sala delle Colonne. 6. Veduta dall’alto del cantiere del Palazzo della Ragione. 7. Prospetto su Piazza Dante, caratterizzato dalla peculiare bicromia a ricorsi orizzontali, dove si fondono elementi romanici con sovrastrutture rinascimentali. 4 5 6 7 21 Palazzo della Ragione — Verona Il restauro A fronte: Cortile del Castello Sforzesco, vista verso la torre, fotograia di Allegra Martin Oggetto Restauro delle facciate della Corte Ducale, del Cortile della Rocchetta, della cortina sud e revisione della copertura di Corte Ducale. Committente Comune di Milano. Progettisti, responsabili Capo commessa: Ing. Massimo Saporiti. Direttore di cantiere: Arch. Alessandro Miglio, Ing. Giuseppe Colini. Direttore tecnico dei restauri: Dott. Fabio Porzio. Restauro strutturale: Resin Project 22 Importo lavori € 6.640.000,00 Data inizio e ine lavori Novembre 2010 – marzo 2013 Numeri interessanti Restaurati circa 7.500 mq. di superici; circa 500 mq. di affreschi; circa 600 mq. di superici dipinte a grafito; circa 4.000 mq. di tetti lignei e coperture in cotto; 50 inestre con cornici in cotto scolpito e dipinto; opere in materiale lapideo: 50 colonne di pietre, 8 stemmi in bassorilievo, 2 fontane, 14 statue, 2 portali e l'orologio storico della Torre del Filarete; 30 restauratori. Elenco conciso interventi Ricerche d'archivio; studio autoptico e mappatura dello stato di fatto e degli interventi precedenti; documentazione fotograica; analisi di laboratorio; test dei materiali; applicazione di prodotto biocida; pulitura delle superici sia chimica che meccanica; rimozione dei vecchi restauri e delle vecchie stuccature non idonee; consolidamento di profondità e di supericie; ricoesione del materiale lapideo e degli intonaci decoesi; stuccatura di profondità e di supericie; accordo cromatico delle vecchie stuccature; reintegrazione pittorica ad acquarello per gli affreschi; reintegrazione pittorica con colori a calce per i dipinti a grafito; protezione inale. Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra la storia Il primo nucleo del 1365 viene costruito per volere di Galeazzo II Visconti. Nasce come rocca difensiva e diviene la residenza di corte dei Visconti. Nel 1447 subisce una parziale demolizione ma già nel 1450 con Francesco I Sforza e la caduta della Repubblica viene ricostruito e diviene residenza signorile. L’impianto è quadrangolare con lati di circa 200 m. Lungo il perimetro corre il fossato e nei 23 quattro angoli sono posizionate le torri, due delle quali, sud e nord, di forma cilindrica. Nel 1452 viene incaricato il Filarete di progettare la torre mediana. Alla fine del Quattrocento, con Ludovico il Moro, il Castello vive un momento di splendore per il coinvolgimento di artisti, tra i quali Leonardo da Vinci che realizza degli affreschi al suo interno. Nei secoli sotto la dominazione francese, spagnola e Castello Sforzesco — Milano Torre d’angolo poi austro-ungarica il castello subisce molteplici mutazioni. In seguito all’unità d’Italia e alla consegna del monumento alla città di Milano si apre, tra il 1890 e il 1900, la fase della rinascita per opera dell’architetto Luca Beltrami che destina il Castello a sede dei musei cittadini. L’edificio bombardato nella Seconda Guerra Mondiale viene ristrutturato dallo Studio B.B.P.R. e destinato a museo. 1. Ponteggi per il restauro delle facciate cinquecentesche dipinte a grafito presenti nel Cortile della Rocchetta. 2. Ponteggi e gru impiegati per il restauro della facciata Bertarelli all’interno del Cortile delle Armi. 3. Ponteggi per il restauro della facciata della Biblioteca posta sulla cortina sud del Cortile delle Armi. 1 4. Ripresa delle decorazioni, con la tecnica dello spolvero, di una iscrizione della ine del XIX secolo sulla Loggia del Galeazzo nella Corte Ducale del castello. 5. Restauro del volto di una statua d’angelo in pietra d’Angera che costituisce lo stemma che sormonta il portale seicentesco all’interno della Corte Ducale. 2 3 24 Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra 6—7. Dettaglio di due capitelli in marmo di Candoglia presenti sulle colonne in granito e sulle semicolonne in mattoni che caratterizzano lo spazio del Portico dell’Elefante nella Corte Ducale del Castello Sforzesco. 4 5 Il restauro si è posto l’obiettivo di restituire una corretta e completa lettura storica e architettonica del Castello Sforzesco. Prima dell’intervento si è compiuta un’accurata e preliminare ricerca, sia d’archivio con lo studio di fonti, disegni e fotograie, sia sul campo attraverso carotaggi e analisi dirette sul manufatto. Si è puntato a mettere in luce e ad accostare i differenti linguaggi artistici risalenti alle diverse epoche storiche. La prima fase di lavorazione ha previsto il consolidamento e la messa in sicurezza delle parti fortemente a rischio. Nel Cortile delle Armi, il primo lotto interessato dal restauro, sono presenti le decorazioni del Beltrami nell’ala Bertarelli: nel corpo centrale sono stati mantenuti i grafiti degli anni Settanta, mentre la facciata della Biblioteca d’Arte - bombardata nella Seconda Guerra Mondiale - è stata solamente divisa in due registri cromatici di colori differenti in maniera da uniformare la cortina muraria. È stato eseguito il rifacimento della copertura dei tre bracci della Corte Ducale e si è intervenuti nella Loggia del Galeazzo, sempre a livello strutturale, mediante perni e tiranti per evitare la minaccia di apertura delle arcate. Sono stati riscontrati diffusi fenomeni di degrado del materiale lapideo e dei laterizi con gravi elementi di distacco, decoesione, sfogliamento e caduta d’intere parti. Sugli intonaci dipinti delle facciate si sono riscontrati, oltre ai fenomeni di distacco, anche abrasioni e lacune della supericie dipinta e perdita degli strati d’intonaco a grafito e a sgrafio. Prima di iniziare la fase di 25 Castello Sforzesco — Milano 6 7 pulitura, è stato effettuato un meticoloso lavoro di sigillatura di tutti gli ambienti interni e, in particolare, dei saloni dell’archivio, per evitare che polveri e prodotti utilizzati esternamente potessero entrare e danneggiare volumi e opere d’arte. È stato necessario intervenire con opere di boniica, attraverso appositi prodotti biocida, in grado di neutralizzare gli attacchi biologici e impedirne la ricrescita. Terminata questa prima operazione si è proceduti con la fase della pulitura che è stata selezionata a seconda del manufatto e del tipo di sporco. Si è, quindi, proceduto con un tipo di pulitura meccanica aeroabrasiva a pressione controllata mediante l’utilizzo di un inerte meno abrasivo: il Garnet. Sono stati anche utilizzati dei sistemi di pulitura chimici mediante impacchi imbevuti di miscele di sali e di solventi testati di volta in volta con tempi di contatto campionati. Terminate le operazioni di pulitura si è passati alla fase di consolidamento degli strati d’intonaco a più livelli: da quelli più profondi sino agli strati più supericiali e decorati. Per questa fase sono state utilizzate delle iniezioni di consolidanti campionati a seconda dei livelli di profondità e dei materiali interessati. Nel Cortile della Rocchetta, sotto l’intonaco degli anni Cinquanta che ricopriva tutte le volte del porticato, sono emersi gli intonaci affrescati dell’Ottocento risalenti all’intervento di Luca Beltrami, dipinti con la tecnica quattrocentesca del “buon fresco”. Per arrivare a questa scoperta, l’equipe di restauratori ha fatto saggi su piccolissime porzioni di intonaco e mandato ad analizzare i pigmenti in laboratorio. Il restauro A fronte: veduta d’insieme della Villa Reale di Monza, fotograia di Allegra Martin Oggetto Intervento di recupero e valorizzazione della Villa e dei giardini di pertinenza, I lotto funzionale. Committente Infrastrutture Lombarde Spa, per il restauro; Consorzio Parco e Villa Reale di Monza, per la gestione. Progettisti, responsabili Progettazione architettonica e del restauro: Arch. Ing. Massimo Mazzoleni, Arch. Maria Signorelli, Prof. Arch. Francesco Augelli, Dott.ssa 26 Giuseppina Suardi. Progetto delle nuove strutture e dei consolidamenti: Prog. Ing. Giorgio Croci, Arch. Ajmen Herzalla. Progettazione impiantistica: Ing. Virgilio Brocajoli. Progetto di restauro del Belvedere: aMDL Studio Michele De Lucchi. Importo lavori € 18.420.728,00 Data inizio e ine lavori Marzo 2012 – maggio 2014 Numeri interessanti Circa 400 mq. di grafiti; oltre 9.000 mq. di intonaci; 2.600 mq. di pavimenti; 2.700 mq. di copertura; 1.100 mq. di volte; circa 700 mq. di cornici lignee; oltre 700 mq. di rivestimento in pietra granito; 10.000 mq. di ponteggi esterni e interni; impiegati 32 restauratori, 37 operai tra edili, elettrici e meccanici. Elenco conciso interventi Indagini diagnostiche; interventi strutturali di risanamento e consolidamento delle murature; rifacimento degli impianti; restauro dell’intero apparato decorativo; sui pilastri dell’ingresso sono state apposte speciali fasciature in ibre aramidiche; nelle murature sono state inserite piastre e barre di acciaio; puliture, consolidamenti, ricostruzioni di parti mancanti e velature di colore; pulitura dei marmi delle pareti e recupero degli stucchi in corrispondenza della volta; interventi di carattere conservativo per boiserie, tappezzerie e pavimenti lignei. Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra la storia La Villa Reale di Monza è un complesso monumentale costruito, nel 1777, per volere dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, come residenza di campagna del penultimo figlio, l’arciduca Ferdinando d’Asburgo. Il progetto è dell’architetto imperiale Giuseppe Piermarini, allievo del Vanvitelli, che realizza, in soli tre anni, una reggia in stile neoclassico, rappresentando con magnificenza 27 Villa Reale — Monza e fasto il potere della committenza. L’impianto a “U”, simmetrico e a corte aperta, deriva dalla tradizionale tipologia delle importanti residenze reali d’Europa, come la reggia di Versailles, di Caserta o il Castello di Schönbrunn. Attraverso la composizione delle facciate, non allineate rispetto al prospetto principale ma digradanti secondo una gerarchia funzionale dal corpo nobile fino alle ali, il complesso si materializza Corte interna in una immagine solenne e armoniosa, addolcita soltanto da un sobrio apparato decorativo. La villa nel 1796 viene abbandonata dagli austriaci a causa delle invasioni napoleoniche e, nella seconda metà dell’800, rinnovata con alcune declinazioni umbertine. Nel 1996 viene ceduta ai Comuni di Monza e Milano, adattata a molteplici destinazioni d’uso, subendo numerose trasformazioni. 1. Scalone d’Onore, interamente realizzato in marmo, presenta due grandi lampioni in bronzo e ferro dorato con i simboli di casa Savoia. 2. Restauratrice impegnata in un intervento di ritocco pittorico su un affresco dell’Appartamento degli Imperatori di Germania. 3. Sofitto della sala dell’Appartamento del Principe di Napoli; il salone è caratterizzato dall’armadiatura in legno coronata da vasi e ghirlande loreali scolpite che rappresenta l’unico arredo isso degli appartamenti del secondo piano della residenza reale. 1 2 Lo stato generale in cui versa la Reggia, antecedente agli interventi di restauro, è di forte degrado. Prima dell’avvio dei lavori è stato fatto uno studio storico-architettonico sul manufatto e, contestualmente, un’approfondita campagna di indagine diagnostica per comprendere la situazione conservativa e per formulare un progetto di intervento basato sulla conoscenza storica e su dati tecnico-scientiici. di restauro dell’intero apparato decorativo che comprende stucchi sulle volte, intonaci delle pareti, tappezzerie, boiserie e pavimenti lignei. Il restauro ha riguardato l’impianto decorativo di ine ‘800 voluto dai Savoia, che era andato a sovrapporsi a quello settecentesco del Piermarini. Si è scelto un intervento, il più possibile rispettoso del passato, che tenesse conto dello stato della Reggia alla ine del 1800, rimuovendo i segni dell’incuria, e restituendo l’impianto decorativo nelle sue parti mancanti per dare unità di lettura alle sale che compongono la Villa. A seguito di varie vicissitudini storiche, molte parti della Villa sono state abbandonate e dismesse. Per alcune zone si sono resi necessari interventi di risanamento strutturale: la prima azione attuata è stata la messa in sicurezza dell’intero ediicio. Obiettivo del restauro, oltre al consolidamento strutturale, è stato l’adeguamento di tutti gli impianti, la salvaguardia del patrimonio conservato e, inine, la ricostruzione delle parti danneggiate o mancanti. Nell’organizzazione dei lavori, uno degli aspetti di maggiore criticità è stata la convivenza in cantiere delle diverse maestranze: operai edili, meccanici, elettrici, falegnami e restauratori. Tutti hanno lavorato a stretto contatto, perseguendo con passione, rispetto e responsabilità la stessa inalità. 4. Sala da ballo, ambiente a doppia altezza che presenta decorazioni sulle volte e sulle pareti, specchiature a into marmo, ricchi lampadari e pavimento in seminato veneziano. 5. Grafiti presenti al piano terra risalenti agli anni ‘20. Gli interventi di recupero e valorizzazione della Villa si sono concentrati su quello che viene denominato il “primo lotto” dell’immobile e, precisamente, sul corpo centrale: piano terra, primo piano nobile, secondo piano nobile e belvedere. Si è trattato sia di interventi strutturali di risanamento e consolidamento delle murature e rifacimento degli impianti, sia di interventi Il progetto di restauro del corpo centrale della Villa Reale di Monza è stato realizzato attraverso una procedura di concessione di lavori pubblici ex art. 144 D.Lgs. 163/2006, un modello innovativo – soprattutto nel settore dei beni culturali – che consente la realizzazione di opere pubbliche avvalendosi del contributo economico del soggetto privato, a vantaggio della pubblica amministrazione. Il soggetto privato sostiene parte dei costi per la realizzazione dell’intervento, recuperando l’investimento iniziale nella fase di gestione, all’interno delle aree oggetto della concessione, per un periodo di tempo determinato. Sono, inoltre, issati contrattualmente gli standard qualitativi e quantitativi e i parametri di controllo vigenti per tutto il periodo della concessione. Nel caso della Villa Reale di Monza il contratto di concessione ha una durata di 22 anni dalla stipula del contratto stesso. Il restauro della Villa rappresenta il primo caso in Italia di ricorso alla concessione di costruzione e gestione applicato ai beni culturali. 28 Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra 6. Restauratrice impegnata nella pulitura di un dettaglio di un dipinto situato nell’Appartamento del Principe di Napoli. 7. Una sala dell’Appartamento degli Imperatori di Germania, che si caratterizza per la particolarità di avere le geometrie e le forme del pavimento speculari a quelle del sofitto. 4 3 5 6 29 7 Villa Reale — Monza Il restauro Fratelli Navarra, altri progetti di restauro Palazzo Propaganda Fide — Roma nel 2009 subisce gravi danni a seguito di un evento sismico. il recupero dell’edificio intende restituire alla città la fabbrica religiosa senza tradirne la natura materiale e costruttiva. Oggetto: progettazione esecutiva, opere di consolidamento strutturale, miglioramento sismico, restauro, rifunzionalizzazione impiantistica; in particolare, sono interessate dall’intervento la facciata, la navata e il transetto. Committente: Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici dell'Abruzzo. Progettazione esecutiva: Studio Ambrosi. Direzione lavori: Arch. Franco De Vitis. Importo lavori: € 4,5 milioni. Data inizio / ine lavori: feb 2014 / ine lavori mar 2016. Villa Scheibler — Milano il palazzo è realizzato nel 1665 da francesco borromini, che subentra al primo architetto bernini. il restauro si è reso necessario a seguito del cedimento delle strutture lignee di copertura. la villa viene costruita nella seconda metà del '400 e ampliata nel '700. fu progettata come tenuta di caccia per ludovico il moro e prende il nome dai suoi proprietari. le sale presentano soffitti a cassettoni affrescati. alla villa sono annessi un parco, sul fronte posteriore, e una scuderia. Chiesa Anime Sante — L'Aquila Oggetto: restauro e risanamento conservativo della villa, recupero edilizio e impiantistico delle scuderie. Recupero delle strutture portanti con interventi sui solai, sulle murature e sul tetto. Il restauro prevede anche la sistemazione esterna a verde del comprensorio con elementi di arredo e nuove piantumazioni. Committente: Comune di Milano. Direzione lavori: Ing. Enrico Boccardo. Direttore operativo delle opere di restauro e impianti: Arch. Luigi Paolo Bellocchio. Progetto architettonico: Arch. M. Nardone. Progetto deinitivo restauro e impianti: Studio Bertonazzi & Associati srl. Importo lavori: € 10,8 milioni. Data inizio / ine lavori: ott 2006 / giu 2008. 30 l’hotel de russie, storico riferimento di illustri personaggi tra ’800 e ’900, è realizzato da giuseppe valadier nel 1814. Oggetto: ristrutturazione architettonica e impiantistica, consolidamento strutturale. Committente: Sir Rocco Forte & family, Roma Spa. Progetto architettonico: Arch. Julio LaFuente e Clara Garcia LaFuente, Arch. Tommaso Ziffer. Direzione lavori: Ing. Domenico Baudille. Importo lavori: € 13 milioni. Data inizio / ine lavori: mar 1999 / dic 2000. Palazzo Koch e Clementino — Roma Oggetto: lavori di adeguamento statico e conservativo. Committente: Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli. Progetto esecutivo: Ing. Gabriele Novembri. Direzione lavori: Ing. Roberto Franchin. Importo lavori: € 15 milioni. Data inizio / ine lavori: dic 2004 / giu 2008. la chiesa di santa maria del suffragio, detta delle anime sante, è stata edificata nel xviii secolo. Hotel de Russie — Roma l’edificio è progettato da gaetano koch nel 1886. si compone di due blocchi contigui ma distinti per epoca, stile e tecniche costruttive. Oggetto: riqualiicazione per nuova destinazione d’uso. Committente: Esedra gestioni alberghiere Srl (Boscolo group). Progetto architettonico: Studio Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra InterProgetti, Arch. Giorgio Cocco, Arch. Papiri. Direzione lavori: Arch. Giannandrea Cocciò. Importo lavori: € 11,8 milioni. Data inizio / ine lavori: mar 2001 / ago 2002. Ex Manifattura tabacchi — Bologna ’700 per accogliere i poveri del regno, è un imponente edificio che occupa una posizione strategica nel centro di napoli. Oggetto: recupero edilizio e consolidamento strutturale. Committente: Sviluppo Italia, Comune di Napoli. Progetto Architettonico: Mecenate 90 – Arch. E. Pesto, Studio architettura Filippo Spaini. Direzione lavori: Ing. Renato Sparacio. Importo lavori: € 9 milioni. Data inizio / ine lavori: mar 2000 / giu 2002. Palazzo Ducale — Genova l’edificio, a pianta rettangolare, è strutturato su tre livelli. è stato realizzato in due fasi: il piano terra nei sec. xvii e xviii, mentre il secondo e terzo piano nel xix sec. Oggetto: interventi di restauro e consolidamento. Committente: Comune di Capitignano (AQ). Progettista, direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza: Arch. Livia De Andreis. Responsabile del procedimento in rappresentanza delle famiglie Nervegna e Ciani: Avv. Luigi Giuliano. Capo commessa: Ing. Antonio Asta. Capo cantiere: Geom. Massimiliano Ambrogio. Contabilizzatore: Arch. Enrico Bottacchiari. Superici totali: 750 mq. Importo lavori: € 2 milioni. Data inizio / ine lavori: set 2012 / apr 2014. Palazzo Ciavoli — L'Aquila il recupero dell’ex macello fa parte dell'operazione “manifattura delle arti” che prevede numerosi interventi di recupero. Oggetto: conversione della manifattura delle arti in un grande polo culturale. Committente: Comune di Bologna. Progetto architettonico: Ing. G. Gaddi, G. Miti, L. Begani, F. Tassoni, Studio Architettura Aldo Rossi Associati. Direzione lavori: Ing. Roberto Pirazzi. Importo lavori: € 6 milioni. Data inizio / ine lavori: mar 1999 / mag 2002. Real Albergo dei poveri — Napoli attualmente è sede museale e degli uffici dei beni culturali. storicamente è stato sede della repubblica marinara e residenza del doge. Oggetto: adeguamento strutturale e impiantistico, restauro degli affreschi della cappella ducale, facciate, statue, balaustre e colonne dei porticati interni. Committente: Provveditorato alle OO.PP. per la Liguria. Direzione lavori: Ing. Raffaele Vedova. Importo lavori: € 318 mila. Data inizio / ine lavori: dic 2000 / giu 2001. Palazzo Nervegna — Capitignano palazzo ciavoli cortelli, tra gli edifici di maggior pregio dell’aquila, viene gravemente danneggiato dal sisma del 6 aprile 2009. l’aggregato di palazzo ciavoli cortelli-bonjour, già palazzo porcinari, è costituito da due volumi. gli interventi previsti vanno nella direzione della ricostruzione-integrazione delle parti crollate. Oggetto: consolidamento strutturale e ripristino funzionale. Committente: Consorzio Ciavoli Cortelli. Progettazione esecutiva: Studio Croci & Associati. Direzione lavori: Arch. Aymen Herzalla. Importo lavori: € 4,2 milioni. Data inizio / ine lavori: lug 2014 / ine lavori lug 2015. l’edificio, realizzato da ferdinando fuga su volere di carlo iii di borbone nella seconda metà del 31 Altri progetti di restauro Regesto degli interventi Vincenzo D'Alba, Archeologia, china su carta, 2015; Courtesy A.A.M. Architettura Arte Moderna Collezione Francesco Moschini e Gabriel Vaduva. Cantieri archeologici Le imprese del Gruppo Navarra specializzate negli interventi di restauro si distinguono anche nell’ambito dell’indagine e del recupero di siti archeologici. In questo campo vantano speciiche competenze ed esperienze, maturate negli anni, attraverso ritrovamenti spesso emersi nel corso di lavori di riqualiicazione o di nuova costruzione. In queste circostanze si sono portate alla luce importanti tracce del passato. Il Gruppo Navarra opera in questo settore con tecnici specializzati e tecnologie all’avanguardia, sia nelle procedure di scavo, sia nell’interpretazione storico-artistica. Due tra i più recenti e rilevanti interventi operati dal Gruppo sono qui presentati; si tratta di scavi realizzati a Roma, in via Urbana e in via dei Villini, dai quali sono emerse articolate sequenze stratigraiche e preziosi reperti databili all’epoca della tarda repubblica ino all’età moderna, che si rivelano di estremo interesse non solo storico artistico e archeologico, ma anche scientiico. L’impegno del Gruppo Navarra nell’archeologia e, più in generale, nella protezione, conservazione e salvaguardia della storia rappresenta sia una vocazione dell’Impresa, sia un messaggio culturale in linea con la più illuminata tradizione imprenditoriale italiana. DATA INIZIO E FINE LAVORI DICEMBRE 2010 / GIUGNO 2013 A1. Via Urbana — Roma In occasione della riqualiicazione dello stabile sito in via Urbana 152 sono state condotte indagini di archeologia preventiva che hanno portato alla luce un’articolata sequenza stratigraica: dalla tarda repubblica all’epoca moderna. Il progetto interessa un’area posta lungo le pendici orientali del Viminale. A partire dal 1876 la zona ha ospitato il teatro Manzoni, nel 1934 il cinema Italia, nel 1960 è seguita l’installazione della tipograia del Messaggero. Quest’ultima trasformazione, di cui sono state rinvenute ampie tracce, è la causa principale dell’asportazione di consistenti porzioni di stratigraia soprattutto di epoca medievale e post-medievale. L’installazione delle rotative e delle vasche per l’inchiostro hanno infatti comportato lo scavo di consistenti volumi di terreno, impedendo così di giungere ad una esaustiva decodiicazione dell’assetto dell’area soprattutto in relazione alle fasi più tarde. Il quadro emerso è risultato di estremo interesse. Di particolare rilevanza sono sia i resti dell’insula di età imperiale sia gli ambienti di epoca moderna dell’incisore e ceramista Giovanni Volpato. L’indagine effettuata ha portato alla luce tratti di un caseggiato di epoca romana. Sono percepibili due differenti corpi di fabbrica separati da un ampio spazio con probabile funzione di cortile. Dall’analisi delle murature e dei bolli laterizi conservati in situ è verosimile ritenere che ci si trovi di fronte ad un ediicio frutto dell’assemblaggio di differenti unità edilizie. All’epoca adrianea dovrebbero appartenere gli ambienti situati in prossimità del vicus. Immediatamente a ridosso della pendice del Viminale vengono invece a collocarsi i vani di età severiana. Il complesso presenta connotati architettonici tipici dell’insula romana. In altre parole si è in presenza di un fabbricato a più piani destinato ad ospitare il ceto medio-basso della popolazione. È stato possibile tratteggiare lo sviluppo del piano terra e del primo piano, e ciò ha consentito di inserire il fabbricato nell’ambito della tipologia degli appartamenti a medianum ampiamente attestata ad Ostia ma sinora poco conosciuta a Roma. 34 Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra 1. Sezione prospettica renderizzata che ricostruisce gli ambienti del piano terra e del primo piano al termine degli interventi di scavo archeologico e di riqualiicazione dello stabile di Via Urbana. 2. Resa graica virtuale che restituisce l’ambiente del piano terra al termine dei lavori. 3. Tecnici a lavoro negli ambienti del vano situato al piano terra dell’insula adrianea. Si tratta di ambienti planimetricamente elementari, caratterizzate da stanze contigue quadrangolari dotate di una capillare percorrenza interna. 1 2 3 35 Cantieri archeologici Via Urbana — Roma La porzione di insula rinvenuta costituisce inoltre un elemento d’interesse, oltre che per le caratteristiche architettoniche, per essere parzialmente sovrapponibile alla pianta marmorea severiana di cui integra alcune lacune. Si può notare come nell’esemplare marmoreo venga privilegiata la rappresentazione del piano terra dell’ediicio. Rispetto infatti a quanto documentato sul terreno, la pianta marmorea ci restituisce un’immagine dei diversi ambienti che non tiene conto dell’effettiva disposizione delle porte e delle percorrenze interne. Sorprende inoltre l’assenza di comunicazione tra il cortile ed il corpo di fabbrica prospiciente il vicus Patricius, così come, la non perfetta corrispondenza degli elementi del portico effettivamente rilevati e la scansione riprodotta nell’esemplare marmoreo. 4 4. Frammento della Forma Urbis Severiana detta anche “Pianta marmorea severiana”. Si tratta di una porzione della pianta della città di Roma antica incisa su lastre di marmo, realizzata tra il 203 e il 211. Il ritrovamento della porzione di insula rinvenuta costituisce un documento di eccezionale interesse, oltre che per le sue caratteristiche architettoniche, per il fatto di essere parzialmente sovrapponibile alla lastra marmorea di cui integra alcune lacune. 5. Ambiente a sviluppo longitudinale rinvenuto al piano terra, da cui afiorano i resti di fondazioni di età adrianea. Un ulteriore elemento che conferisce rilevanza all’indagine archeologica è rappresentato dal ritrovamento di vani cantinati di pertinenza della casa / bottega di Giovanni Volpato, incisore e ceramista della ine del ‘700. Gli ambienti si concentrano in prossimità del limite di scavo orientale, nella zona occupata, in epoca romana, dallo spazio porticato situato a lato del vicus Patricius. Altimetricamente ci troviamo a circa tre metri e mezzo al di sotto della quota di calpestio dell’ex tipograia del Messaggero. Si tratta di una scoperta di eccezionale interesse perché getta luce su uno dei personaggi principali cui si deve la diffusione della “industria dell’antico”. Tra il numeroso materiale rinvenuto nello scavo, si segnalano alcune matrici in gesso e numerosi distanziatori per fornaci. L’entità dei reperti, la loro diversiicazione unitamente al contesto di ritrovamento consentono di “guardare” a tutto tondo la produzione di questo artista, conoscendone inalmente non solo le opere di maggior pregio ma anche gli aspetti, non meno importanti, dell’attività “minore”, rivolta cioè ad un pubblico più ampio e sicuramente meno abbiente rispetto ai destinatari dei famosi “Surtout de dessert” con la rappresentazione del Trionfo di Bacco e Arianna o del iume Nilo. 5 36 Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra DATA INIZIO E FINE LAVORI APRILE 2014 / NOVEMBRE 2014 A2. Via dei Villini — Roma Le indagini archeologiche hanno portato all’identiicazione di preesistenze archeologiche di età romana. Si è quindi proceduto alla demolizione di strutture accessorie al corpo di fabbrica. La stratigraia rimossa sul fronte della proprietà è di epoca moderna, pertinente alla ristrutturazione degli anni ’60 del secolo scorso. La rimozione degli strati terrosi ha permesso l’immediata identiicazione del bacino stratigraico antico. Al di sotto della stratigraia moderna sono stati indagati gli strati di crollo delle strutture murarie antiche. Tali strutture possono essere considerate pertinenti ad un complesso abitativo di grande rilevanza che doveva estendersi sino all’antica Via Nomentana. La più antica testimonianza è data da muri in opera reticolata utilizzanti cubilia di tufo giallo, discretamente messi in opera con una malta pozzolanica grigio-violacea. I muri formano un grande ambiente rettangolare (circa 14x7 metri) databile all’incirca al I sec. d.C. Il grande ambiente venne ampliato e attraverso un setto murario in opera laterizia venne separato in due ambienti distinti: uno dotato di mosaico a tessere bianche e nere, l’altro caratterizzato da un pavimento in opus sectile di marmi policromi; è possibile datare questa fase edilizia all’incirca al III sec. d.C. Il complesso abitativo subì un nuovo radicale riassetto che interessò la porzione occidentale della struttura. Allo stato attuale non è escluso che l’ambiente fosse dotato di un ingresso da Ovest già nella fase precedente; è probabile che questo fosse di dimensioni ridotte consone ad un ingresso di servizio. Il nuovo accesso presenta una soglia di marmo, tre bipedali messi in opera su battuti terrosi e due piccoli setti murari collocati lateralmente all’apertura. Attualmente la struttura muraria prosegue oltre il limite di scavo verso la proprietà presente ad Ovest del lotto. Con i numerosi materiali antichi rinvenuti è possibile datare questa fase edilizia all’incirca al IV sec. d.C. Il lungo muro in opera laterizia intercettato durante le indagini è stato interessato da pesantissime attività di spoliazione che hanno 37 Cantieri archeologici Via dei Villini — Roma 1. Dettaglio di un pavimento in Opus sectile di marmi policromi presente nell’ambiente del grande salone. Sulla base di tale ritrovamento, è possibile datare questa fase edilizia all’incirca al III sec. d. C. 2. La fondazione quadrata, probabilmente pertinente ad un ambiente quadrangolare. 3. Ambiente con mosaico il cui accesso è rimarcato dalla presenza di una soglia di marmo e da tre bipedali messi in opera su battuti terrosi, e da due piccoli setti murari collocati lateralmente all’apertura. 4. Dettaglio dei resti rinvenuti nella tomba di una sepoltura ad inumazione di un individuo adulto, in posizione supina, dotata di una copertura di tegole piane. La tipologia di questa tomba è riconducibile al periodo compreso tra la ine del III secolo e l’inizio del IV secolo. 5. Particolare del disegno del mosaico pavimentale rinvenuto negli scavi, motivo utilizzato per identiicare il nuovo marchio “Valore Restauro Sostenibile”. 6. Pulitura del mosaico pavimentale secondo il metodo del consolidamento in situ e riinitura meccanica manuale. 1 2 3 4 5 6 38 Valore Restauro Sostenibile — Fratelli Navarra riguardato i laterizi che costituivano il paramento. È possibile visionare che la struttura è conservata per circa 1,80 metri di altezza. Nell’estrema porzione settentrionale di questa limitata area di scavo è stata identiicata una struttura muraria dotata di paramenti in opera reticolata, orientata sull’asse E-W. Sul limite settentrionale del muro vi era una sepoltura ad inumazione di un individuo adulto dotata di una copertura di tegole piane. L’intero complesso abitativo venne messo fuori uso da un rovinoso incendio che portò al crollo dell’ediicio. Sugli strati di crollo sono state indagate due fosse di scarico contenenti manufatti ceramici. Le fosse risultano proseguire oltre l’attuale limite di scavo, al di sotto del muro di delimitazione della proprietà verso Ovest. Le indagini archeologiche hanno visto la materializzazione di 8 trincee. La stratigraia messa in mostra dai saggi si è presentata piuttosto omogenea. Gli stessi strati di colmata sono stati identiicati durante un saggio eseguito sulla parte frontale del lotto; date le loro caratteristiche e soprattutto considerata la loro estensione, tali colmate sembrano essere la testimonianza di una precisa e volontaria azione di livellamento e sopraelevazione di tutta l’area. Una campagna di carotaggi ha rivelato interessanti informazioni anche archeologiche. Le perforazioni eseguite hanno identiicato la presenza di cavità sotterranee fra -4,30 e -7,00 metri rispetto l’attuale piano di calpestio. Grazie a tre distinte videoispezioni è stato possibile identiicare una porzione di un complesso sistema di corridoi scavati direttamente nel banco pozzolanico-tufaceo. Con buona probabilità successivamente gli ambienti ipogei vennero utilizzati per usi funerari così come testimoniato dalla presenza di nicchie e loculi che caratterizzano tutte le pareti dei corridoi ipogei. 39 Cantieri archeologici Via dei Villini — Roma Volume a cura di Vincenzo D’Alba, Francesco Maggiore Sede legale Via dei Villini, 5 00161 – Roma T +39 06802161 italianacostruzionispa.it Testi Gianfranco Dioguardi, Francesco Maggiore Sede amministrativa Via Antonio Stoppani, 15 00197 – Roma T +39 06802161 Progetto graico Ivan Abbattista Sede operativa Piazza della Repubblica, 30 20124 – Milano T +39 02910991 Sede legale Via Giosuè Carducci, 32 67100 – L’Aquila T +39 0862312975 fratellinavarra.it Sede amministrativa Via Antonio Stoppani, 15 00197 – Roma T +39 06802161 Sede operativa Piazza della Repubblica, 30 20124 – Milano T +39 026592082 ITALIANA COSTRUZIONI BALCANI D.O.O. Kralja Milana, 7/ 5 PIB: SR106779358 11000 Beograd – Srbija Matični broj: 20679328 T +381 113237403 beograd@ italianacostruzionispa.it Coordinamento scientiico e culturale Gianfranco Dioguardi, Francesco Moschini Fotograie pag. 11 © 2014 — Alessandro Montanari pp. 12 - 13 © Archivio Italiana Costruzioni pag. 15 © 2014 — Giuseppe De Mattia pp. 16 - 17 © Archivio Italiana Costruzioni pag. 19 © 2014 — Giuseppe De Mattia pp. 20 - 21 © 2014 — Sergio Albelli, Stefano Saccomani pag. 23 © 2014 — Allegra Martin pp. 24 - 25 © 2014 — Fabio Porzio pag. 27 © 2014 — Allegra Martin pp. 28 - 29 © 2014 — Matteo Engolli Finito di stampare nel mese di marzo 2015 presso lo stabilimento Typographis – Corato (BA) Stampato su carte Favini Burano A. Grigio 140 gr Fedrigoni Arcoset 190 gr Polyedra Fizz Lilium 200 gr Testi composti in PT, ParaType, 2009 Archer, Hoeler & Frere-Jones, 2001 Ottimizzazione digitale delle immagini e postproduzione Orlando Lacarbonara ISBN 978-88-6922-026-5 Consulenza artistica A.A.M. Architettura Arte Moderna Imprese ad Arte La copertina del presente catalogo è stata realizzata e assemblata in modo artigianale. Eventuali imperfezioni rendono ogni esemplare unico. Catalogo realizzato in 700 copie numerate a mano. / A.A.M. Architettura Arte Moderna Restauro di Piazza San Pietro — Roma Restauro della Basilica di Sant'Antonio — Padova Restauro del Palazzo della Ragione — Verona Restauro del Castello Sforzesco — Milano Restauro della Villa Reale — Monza Ringraziamenti Il primo sentimento di gratitudine è rivolto al Dott. Attilio Maria Navarra, le sue qualità umane e intellettuali hanno rappresentato un'esortazione a dare il meglio. Si ringrazia per l'indispensabile supporto la Dott.ssa Valentina Sbaraglia: alla sua pazienza e competenza si deve l'esito di questa pubblicazione. Un doveroso ringraziamento è rivolto all'Arch. Fabio Porzio. Inine per i preziosi consigli e suggerimenti si ringraziano il Prof. Gianfranco Dioguardi e il Prof. Francesco Moschini, irrinunciabili punti di riferimento e di ispirazione. İTALİANA COSTRUZİONİ MİMARLIK Harbiye Mah. Cumhuriyet Cad. Dağ Apt. No: 34 Kat: 1 34367 Elmadağ-Şişli İstanbul – Turkey T +90 212 2961704 istanbul@ italianacostruzionispa.com Le illustrazioni di pagina 4 sono di Vincenzo D'Alba © 2014 — Courtesy A.A.M. Architettura Arte Moderna, Collezione Francesco Moschini e Gabriel Vaduva © 2014 – Fratelli Navarra srl Tutti i diritti sono riservati agli autori. 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