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Raffaele Esposito è l'autore di questo primo volume sulla storia del teatro ebraico (dalle origini al 1948).
in O. Durand, G. Mion, Una presenza non un ricordo. Studi di Lingua e Letteratura Araba in memoria di Sameh Faragalla, Arabeschi n. 3, Aracne, Roma, 2013
Il presente articolo è un contributo, basato su una ricerca più ampia in gestazione, sulla terminologia tecnica teatrale in uso presso i primi drammaturghi arabi.
Giulio Busi e Silvana Greco (Eds.), Il Rinascimento parla ebraico, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, Milano, 2019, pp. 78-95.
In questo studio l’autore descrive l’arte raffinata del manoscritto ebraico decorato prodotto in Italia tra il XV e l’inizio del XVI secolo. La penisola italiana, attraverso una serie di fortunate sinergie storiche, divenne la culla e la fonte più feconda dei manoscritti ebraici che ora arricchiscono biblioteche e collezioni in tutto il mondo. Benjamin Richler, nel 2013, scrive che “un ampio studio sui manoscritti ebraici medievali rivela che un numero sproporzionato di manoscritti è stato prodotto in Italia o mostra segni di provenienza italiana”. Nel XVI secolo circa la metà degli ebrei che vivevano in Europa risiedevano in Italia e, di conseguenza, la stessa quantità (metà) dei manoscritti ebraici esistenti all’epoca erano in Italia. È chiaro che gli ebrei che commissionarono splendidi manoscritti ai migliori scribi ebrei e ai migliori artisti (per la maggior parte cristiani) erano ricchi e ben istruiti, e spesso tipografi o banchieri che prestavano denaro su pegno. Le più antiche decorazioni di manoscritti che conosciamo sono quelle di codici islamici del X secolo da cui la miniatura ebraica avrebbe potuto trarre i suoi modelli e temi. Gli ebrei commissionarono miniature di artisti e artigiani ebrei e, più frequentemente, cristiani. Le prime tracce di decorazioni dei manoscritti ebraici in nostro possesso risalgono al X e XI secolo, ma non siamo in grado di stabilire se dipendessero da una tradizione precedente già consolidata. I membri della classe media ebraica italiana che vivevano in Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte amavano crearsi delle le biblioteche personali fornite di libri e codici con splendide miniature eseguite dagli artisti più famosi. Queste regioni nel Rinascimento ospitavano una ricchezza di manoscritti di rara qualità, non solo prodotti in Italia ma anche nelle aree franco-tedesche e sefardite, e quindi portati in Italia, a causa delle espulsioni dei secoli XIV e XV, che spinsero molti profughi in Italia, come avvenne al volgere del Quattrocento per gli ebrei espulsi dai re cattolici di Aragona. Nel testo sono citati e illustrati con belle miniature a colori alcuni dei più importanti e preziosi manoscritti ebraici, spesso illuminati, prodotti in Italia durante il Rinascimento.
Materia giudaica VIII/1 (2003) pp. 155-175, 2003
È indubbio che nel Rinascimento, soprattutto dalla seconda metà del Quattrocento al primo Cinquecento, l’Italia fu luogo elettivo di un fiorente e dinamico scambio culturale tra gli intellettuali dei circoli umanistici cortesi e quelli provenienti da altre aree che si erano rifugiati nella penisola, fuggiti via via dal clima di intolleranza religiosa di buona parte di un’Europa sempre più oscurantista. Soprattutto fu privilegiato il dialogo ebraico-cristiano «con la sua irripetibile commistione di esperienze biografiche, letterarie e artistiche», dialogo che andrà mutando successivamente con le reazioni cattoliche alla Riforma, pur continuando in altre modalità fino a tutto il primo Seicento, ma perdendo quel clima di apertura che aveva contraddistinto il Quattrocento.
Pierwszy rozbiór Polski w świetle najnowszych badań, red. J. Bajer, J. Kordel, 2023
African Somaesthetics: Cultures, Feminisms, Politics, 2020
World Archaeology, 2004
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AKSIOMA: Jurnal Program Studi Pendidikan Matematika, 2020
Administratīvā un Kriminālā Justīcija, 2015
Hydrobiologia, 1995
International Journal of Plant & Soil Science, 2019