URBANISTICA PER LA VILLEGGIATURA
E PER IL TURISmo NEL NoVECENTo
3 –2 015
ANNALI DI STORIA DELL’URBANISTICA
E DEL PAESAGGIO
This volume of the “Annali di Storia dell’Urbanistica e del Paesaggio” (Annals of
History of Urban Planning and Landscape) about “Urban Planning for holiday Time
and Tourism in the XXth Century” is designed to address a particular aspect of a more
general theme - i.e. “Seaside Towns”, “Promenades”, “Architecture and Landscapes
of holiday Resorts in Italy between Nineteenth and Twentieth Century”... - which
can rely on a thorough sector speciic literature, but perhaps deserved a deeper look
into the relationship between Urban Planning/holiday Resorts and Tourism. The
underlying intention was to ask, and analyse through a series of case studies, questions
on that relationship: whether the town planning discipline at its birth and development
in the Twentieth century had ever considered issues related to tourism or whether
such sensitivity arose much later; whether speciic models for Tourist Centres, be they
seaside, mountain or spa resorts, had ever been developed; whether, in speciic cases, the
town planning aspect, together with the architectural one, had been put ‘on the agenda’
to become a matter the designers had to handle. These essays clearly highlight that,
despite the diversity of solutions and approaches to various issues - from individual
urban designs to specialist towns, from tourist centres to summer camp architecture,
from town blocks to special types with urban signiicance such as Promenades - Urban
Planning, and not just Architecture, has actually experienced a close and continuous
interrelation with the problems of “Tourist Resorts” both from a general (theories,
relections, etc.) and from a speciic point of view.
ASUP
Con questo volume degli “Annali di Storia dell’Urbanistica e del Paesaggio” dedicato a
“Urbanistica per la Villeggiatura e per il Turismo nel Novecento” si è voluto affrontare
un aspetto particolare di un tema più generale – quello della “Città balneare”, dei
“Lungomari”, dell’ “Architettura e dei Paesaggi della Villeggiatura in Italia tra otto
e Novecento” … - che gode ormai di una buona Letteratura, ma che forse meritava
qualche approfondimento in più riguardo al rapporto tra Urbanistica/Villeggiatura e
Turismo. L’intento è stato quello di impostare, e di analizzare attraverso una serie di
casi di studio, quesiti relativi a quel rapporto: se cioè la disciplina urbanistica al suo
nascere e nel suo svilupparsi nel corso del Novecento, si sia posta problemi di ordine
turistico o se, invece, quella sensibilità sia nata molto più tardi; se si sia mai pensato
di elaborare modelli speciici per i Centri turistici, a seconda se quei Centri fossero
balneari, montani o termali; se nei casi speciici l’aspetto urbanistico, oltre a quello
architettonico, sia stato messo ‘in agenda’ tanto da diventare un assunto con il quale i
Progettisti si sono poi concretamente confrontati. dalla raccolta di questi saggi emerge
con chiarezza come, pur nella diversità delle soluzioni e degli approcci ai vari temi –
dalle singole Progettazioni urbane, ai brani di città specializzate, ai Centri turistici, alle
colonie, agli isolati urbani, alle tipologie specialistiche con valenza urbanistica come i
Lungomari – effettivamente l’Urbanistica, e non solo l’Architettura, abbia vissuto un
rapporto di interrelazione stretta e continua con i problemi delle “Stazioni turistiche”,
sia dal punto di vista generale (teorizzazioni, rilessioni, etc), sia particolare.
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S
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A N NA L I d I S To R I A d E L L’ U R BA N I S T I C A
E d E L PA E S AG G I o
progetto scientiico e cura di Ferruccio Canali
URBANISTICA PER LA VILLEGGIATURA
E PER IL TURISmo NEL NoVECENTo
URBAN PLANNING foR hoLIdAy TImE
ANd ToURISm IN ThE XXTh CENTURy
3 – 2015
€ 65,00
ISSN
A
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P
AN NAL I d I S ToRI A d E L L’U RBAN I S T I CA
E d E L PAE S AG G I o
AN NAL S of hI S ToRy of U RBAN AN d
L AN d S CAP E P L AN N I N G
Gli “Annali di Storia dell’Urbanistica e del Paesaggio” - Serie scientiica nata presso il Dipartimento di
Architettura dell’Università degli Studi di Firenze,
fondata e coordinata da Ferruccio Canali – si propongono di analizzare, in ogni numero annuale, una
diversa tematica speciica che, nel corso della Storia
degli insediamenti urbani, del territorio e del paesaggio, sia venuta a caratterizzare profondamente la vita
delle svariate Comunità, specie nel rapporto di esse
con lo spazio progettato dalla Disciplina urbanistica (su richiesta della Politica, della Scienza urbana
…) e a seconda dei molteplici effetti mostratisi nel
tempo. La Serie, nei volumi già usciti e accomunati da questo medesimo intento, ha affrontato temi
rintracciabili in epoche e in contesti diversi; e ciò
perché gli Studiosi accreditati che partecipano alle
iniziative scientiiche della Serie e che ne compongono i Comitati Scientiici (sia quello Italiano, che
quello Internazionale) fanno riferimento a Istituzioni
soprattutto di ambito universitario, a livello europeo
e mondiale. Gli studi che vengono editi sono rivolti
prevalentemente ad un pubblico di Ricercatori e a
biblioteche specializzate nella raccolta di contributi connessi alle trasformazioni urbane, territoriali e
paesaggistiche - oltre che architettoniche, ingegneristiche, agrarie, infrastrutturali, conservative …
- ma, certamente, anche Intendenti, Amministratori
e Funzionari, oltre che Cultori di Storia regionale,
potranno trovarvi risposte a molti interrogativi che
riguardano aspetti generali e fattori locali nella storia
delle città e degli ambienti antropizzati.
The “Annali di Storia dell’Urbanistica e del Paesaggio/Annals of History of Urban and Landscape
Planning” is a scientiic series of the Department of
Architecture at the University of Florence, which
was started and coordinated by Ferruccio Canali. In
each annual issue, the series investigates a speciic
topic in the history of landscape and of urban settlements that deeply affected the life of various human
communities. The series has a particular focus on the
relationship between society and space, in which the
latter is conceived by urban planners upon request
of politicians, technicians, etc. Published issues have
dealt with a range of topics in different contexts.
Each issue is conceived as a speciic research project
and has a speciic scientiic committee, with scholars
coming both from Italy and from other European and
World Universities. Research published in the “Annali” mainly targets scholars and libraries focused on
urban and regional studies, and on landscape studies.
Also public oficials and local history scholars may
ind answers to the many questions concerning the
history of human settlements.
VoLU mI d ELLA CoLLANA U SCITI
1. Modelli di città, di «borghi di fondazione italiani» in Italia, nel Mediterraneo e in
Oltremare, a cura di F. Canali, 1, 2013 (ma 2015)
ISBN: 978-88-89999-85-1
2. Urban and Land Markers/ Fulcri urbani e Fulcri territoriali tra Architettura e
Paesaggio, a cura di F. Canali, 2, 2014 (ma 2015)
ISBN: 978-88-89999-52-3
3. Urbanistica per la Villeggiatura e per il Turismo nel Novecento, a cura di F. Canali, 3,
2015 (ma 2016)
ISBN: 978-88-98019-43-4
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ANNALI dI SToRIA dELL’URBANISTICA E dEL PAESAGGIo
URBANISTICA PER LA VILLEGGIATURA
E PER IL TURISmo NEL NoVECENTo
URBAN PLANNING foR hoLIdAy TImE
ANd foR ToURISm IN ThE XXth CENTURy
progetto scientiico e cura di ferruccio Canali
ANNO 2015 (ma 2016)
NUMERO 3
«ASUP-Annali di Storia dell’Urbanistica e del Paesaggio »
Collana editoriale fondata e diretta da Ferruccio Canali
Volume inanziato con i Fondi di Ateneo dell’Università degli Studi di Firenze ex 60% (assegnazioni annuali a
“Ferruccio Canali”) e con il contributo dei singoli Autori.
COMITATO SCIENTIFICO ITALIANO
Ferruccio Canali (Università di Firenze), Giovanna D’Amia (Politecnico di Milano), Annalisa Dameri (Politecnico di
Torino), Giovanna de Lorenzi (Università di Firenze), Virgilio Carmine Galati (Università di Firenze), Giulio Giovannoni
(Università di Firenze), Simone Misiani (Università di Teramo), Valentina Orioli (Università di Bologna), Enrica Petrucci
(Università di Camerino), Massimiliano Savorra (Università del Molise), Simona Talenti (Università di Salerno), Ulisse
Tramonti (Università di Firenze), Stefano Zagnoni (Università di Udine)
COMITATO SCIENTIFICO INTERNAZIONALE
Valter Balducci (École Supérieure d’Architecture de Normandie, Rouen – Francia), Vittoria Capresi (Università
Tecnica, Baladilab, Vienna – Austria), Romeo Carabelli (Università di Tours – Francia), Teresa Soia Faria Cunha
Ferreira (Facoltà di Architettura di Porto - Portogallo), Marco Gargiulo (Università di Bergen – Norvegia), Roberto
Goycoolea Prado (Università Alcalà di Madrid - Spagna), Adriano Marinazzo (Muscarelle Museum of Art – VA,
USA), Sara Nuñez (Università di Salamanca-Spagna), Olimpia Niglio (Università di Kyoto-Giappone), Silvia Ross
(University College di Cork - Irlanda), David Rifkind (International University of Miami- FL, USA), Karin Templin
(School of Architecture and Landscape, Kingston University, Londra-Gran Bretagna), Armand Vokshi (Politecnico
di Tirana, Albania)
Proprietà letteraria e artistica: divieto di riproduzione e di traduzioni. La Direzione della Collana Editoriale, i Membri dei Comitati Scientiici
e l’Editore non si assumono responsabilità per le opinioni espresse dagli Autori, né per la corresponsione di eventuali Diritti di Riproduzione
gravanti sulle singole immagini pubblicate (i costi di tali eventuali Diritti d’Autore ricadranno infatti unicamente sull’Autore/i del saggio/i
liberando sia l’Università di Firenze, sia la Direzione della Collana, sia l’Editore di ogni eventuale obbligo al proposito); tale liberatoria resta
comunque valida unicamente per l’edizione del contributo scientiico cui tali immagini sono connesse. È la Redazione che si prende cura
della correzione delle bozze, per cui i testi consegnati dagli Autori vengono considerati deinitivi: l’eventuale revisione delle bozze dovrà
limitarsi alla sola revisione di eventuali errori di composizione (correzioni ulteriori sul testo composto non verranno eseguite). L’invio di
contributi per la pubblicazione non implica né l’edizione degli stessi (per ogni contributo una “Valutazione di accettazione” verrà espresso dalla
Direzione o dal Curatore/i che possono consigliare o ritenere indispensabili integrazioni o puntualizzazioni sia scientiiche sia bibliograiche
sia redazionali da parte degli Autori, tanto da poter eventualmente esprimere anche parere negativo alla pubblicazione del materiale inviato);
né una loro edizione immediata (i tempi verranno infatti stabiliti di volta in volta sulla base delle priorità o delle esigenze editoriali indicate
dalla Direzione o dal Curatore/i, in relazione alla preparazione di numeri monograici). I materiali graici e fotograici inviati, oltre che i testi,
verranno comunque soggetti, sia come dimensione di pubblicazione sia come numero, al progetto editoriale approntato. Non si restituiscono i
dattiloscritti, né le immagini, né i disegni pubblicati o non; il materiale inviato viaggia a rischio del mittente. La pubblicazione di foto, disegni
e scritti da parte degli Autori implica la loro totale rinuncia alla corresponsione di ogni compenso di Diritto d’Autore o di rimborso spese sia
da parte dell’Università, sia da parte della Direzione, sia da parte dell’Editore, trattandosi di pubblicazione scientiica e senza ini di lucro. Al
momento dell’edizione le presenti condizioni si considerano accettate, anche tacitamente, da parte degli Autori a partire dalla consegna dei
testi per la stampa (che da parte degli Autori è quella di inoltro alla Direzione o al Curatore/i). Trattandosi di pubblicazione che si vale almeno
parzialmente dei fondi dell’Università di Firenze, «ASUP» sottostà allo “Statuto” di Ateneo, approvato il 25 luglio 2011, che ha fatto propri
i principi del movimento scientiico “Open Access” per «l’accesso pieno e aperto della letteratura scientiica promuovendo la diffusione libera
in rete, nei circuiti della Comunità scientiica internazionale, dei risultati delle ricerche prodotte in Ateneo» (art.8: Ricerca scientiica, comma
2): tutte le pubblicazioni che utilizzano i fondi di Ateneo, in quanto fondi pubblici, devono dunque essere accessibili gratuitamente secondo
le regole di Open Access».
REFEREE – PEER REVIEW
I contributi scientiici inviati vengono valutati, per conto dei Comitati Scientiici e del Curatore, ai ini della procedura di
peer review, da un Lettore interno, membro della Redazione, e da un secondo Lettore, individuato come Esperto (adottando
la procedura di “clear peer review”, con indicazione, in ogni saggio, dell’identità dei due Lettori). Una ulteriore lettura
viene poi svolta da un Lettore anonimo per la procedura di “blind peer review”.
«ASUP-Annali di Storia dell’Urbanistica e del Paesaggio»
n. 3 – 2015 (ma 2016)
Urbanistica per la Villeggiatura e per il Turismo nel Novecento
Progetto scientiico e cura di Ferruccio Canali
IDEAZIONE E CURA SCIENTIFICA:
Ferruccio Canali
SBaf – firenze (Ferruccio Canali e Virgilio Carmine Galati)
REVISIONE EDITORIALE: Maria Natalina Brigliadori
DISEGNO DI COPERTINA: Virgilio Carmine Galati
COPERTINA: Ferruccio Canali e Virgilio Carmine Galati
progetto e cura grafica:
ISSN 2284-4066
ISBN 978-88-98019-43-4
Finito di stampare in Dicembre 2016
_____________________________________
Copyright 2016 by EMMEBI EDIZIONI FIRENZE
Proprietà letteraria riservata
SOMMARIO
3
EDITORIALE E INTRODUzIONE
5
Ferruccio Canali
SAGGI
URBANISTICA PER LA VILLEGGIATURA E PER IL TURISMO NEL NOVECENTO
URBAN PLANNING fOR hOLIDAy TIME AND fOR TOURISM IN ThE XXth CENTURy
9
PARTE PRimA
CONTESTI – CONTEXTS
10 Ferruccio Canali
DALLE PAGINE DELLA RIVISTA «URBANISTICA»: GUSTAVO GIOVANNONI E I ‘SUOI’ PER
L’URBANISTICA DELLA VILLEGGIATURA E DEL TURISMO
52 Simona Talenti
TRA DUE LITORALI: OSPIzI MARINI E CITTà TRA TERAPIA
E VILLEGGIATURA DA VIAREGGIO ALLA RIVIERA ROMAGNOLA
63 Ferruccio Canali
“URBANISTICA TURISTICA” NELLA POLONIA DEL “SOCIALISMO REALE”: WLADISLAW
CzARNECkI E L’“URBANISTICA TURISTICA” DALLE PAGINE DEL “PLANOWANIE MIAST I
OSIEDLI” (VOL.VI: “REGION MIASTA”, 1964-1966)
75 Massimiliano Savorra
IDEOLOGIE, EMOzIONI E SPETTACOLO.
IL “TEMPO LIBERO” ALLA TRIENNALE DI MILANO DEL 1964
86 Ferruccio Canali
LO ‘SPAzIO COMUNICATO’: SEGNALETICA E VALORIzzAzIONE TURISTICA DI PAESAGGI,
CITTà E MONUMENTI NELL’ ITALIA DEL NOVECENTO
121 PARTE SECoNDA
LITORALI MEDITERRANEI – MEDITERRANEAN COASTS
122 Ferruccio Canali
TRENT’ANNI DI LUNGOMARI E PINETE DI TOSCANA, DAL fASCISMO ALLA PRIMA ETà
REPUBBLICANA. VIAREGGIO, LIDO DI CAMAIORE, fORTE DEI MARMI, MARINA DI PISA E
TIRRENIA (1932-1965)
202 Fabiana Susini
TIRRENIA IMMAGINATA, TIRRENIA COSTRUITA
212 Enrica Maggiani
PORTO VENERE (LA SPEzIA) TRA IMMAGINE URBANA, VOCAzIONE TURISTICA E TUTELA
DEL PAESAGGIO. LA VICENDA DELLA LOCANDA SAN PIETRO
224 Ferruccio Canali
«SANREMO CON POCO ONORE RISCHIA DI SOSTENERE
IL CONfRONTO CON LE RIVALI fRANCESI»:GIUSEPPE POGGI E LE QUESTIONI CITTADINE
IN VISTA DEL PIANO REGOLATORE DI MARCELLO PIACENTINI (1931-1933)
246 Giuseppe Damone
PAESAGGI, NATURA E COLONIE DI VILLEGGIATURA NELLA BASILICATA fASCISTA
252 Francesco Di Lorenzo, Carla Pancaldi, Enrica Petrucci
SAN BENEDETTO DEL TRONTO: DA “PICCOLO CENTRO... A DELIzIOSA SPIAGGIA”
270 Ferruccio Canali
IL LUNGOMARE E LE PALME DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO
4
«ASUP», 3, 2015 (2016)
286 Diana Barillari
URBANISTICA TRA UTOPIA E REALTà NELLA “CITTà A SPIRALE”: LIGNANO PINETA
(UDINE) DA MARCELLO D’OLIVO A LUIGI PICCINATO
304 Virgilio C. Galati
TURISMO E VILLAGGI TURISTICI NELLA PUGLIA BALNEARE
DEL SECONDO DOPOGUERRA (1956-1993)
342 Ferruccio Canali
IL “LITORALE JUGOSLAVO. GUIDA E ATLANTE” (1966): LA COSTRUzIONE DEI GRANDI
COMPLESSI ALBERGhIERI
361 PARTE TERzA
VILLEGGATURA/VILLEGGIATURE TRA TURISMO E BENESSERE
hOLIDAy/hOLIDAyS BETWEEN TOURISM AND WELLNESS
362 Annalisa Dameri, Federica Stella, Maura Verra
“VIVO IN MEzzO ALL’ACQUA A TUTTE LE TEMPERATURE”: CURE TERMALI E
STABILIMENTI IN PIEMONTE
373 Ulisse Tramonti
LA STORIA TERMALE DI CASTROCARO PRESSO fORLì. DALLA “GUERRA DEI POzzI”
AL “COMPENDIO DEMANIALE” (1830-1941)
387 Ines Tolic
LA RIVISTA «SICILIA» E L’INVENzIONE DI UN’IMMAGINE MODERNA DELLA
REGIONE fRA GLI ANNI CINQUANTA E SESSANTA DEL NOVECENTO
400 Danila Jacazzi e Lamia Hadda
IL TURISMO ARChEOLOGICO A POMPEI: VISITATORI ILLUSTRI TRA OTTOCENTO E
NOVECENTO
411 Annarita Teodosio
LA COSTRUzIONE DI UNA CITTà TURISTICA: IL ‘CASO SALERNO’
421 Ilaria Agostini
AGRITURISMO. PAESAGGI AGRARI E ARChITETTURA RURALE: INDIRIzzI PER LA
RESTITUzIONE CONTEMPORANEA IN TOSCANA
430 Olimpia Niglio
DA VIAGGIO CULTURALE A MOVIMENTO TURISTICO:
IL CASO DI CARTAGENA DE INDIAS IN COLOMBIA TRA VILLEGGIATURA ELITARIA E
MONUMENTI PATRIMONIO DELL’UMANITà
RECENSIONI E SEGNALAzIONI
442 Costantino Ceccanti
odeporica e Paesaggi demo-etno-antropologici – e geograici – lontani. Il contributo di Lamberto Loria e
la nascita dei musei Etnologici italiani. Lamberto Loria (1855-1913), «Lares», anno LXXX, 1, gennaioaprile, 2014 (firenze, Leo S. olschki editore)
445 Olimpia Niglio
Italiani oltreoceano. Italia-Argentina. Andata e Ritorno. Due secoli di migrazioni intellettuali, relazioni
architettoniche e trasformazioni urbane, Atti del Convegno Internazionale (milano, 12 e 13 maggio 2015),
a cura di Giovanna d’Amia, Santarcangelo di Romagna (RN), maggioli Editore, 2015
445 Ferruccio Canali, Virgilio Galati, Bina Anna Godino
Il complesso turistico “Laghi di Sibari” di Gino Valle a Cassano Jonico (Cosenza): un ‘pezzo di Triveneto’
in Calabria dalla fama alla dificile infrastrutturazione
286
«ASUP», 3, 2015 (2016)
URBANISTICA TRA UToPIA E REALTà NELLA “CITTà A SPIRALE”:
LIGNANo PINETA (UdINE) dA mARCELLo d’oLIVo A LUIGI PICCINATo
Diana Barillari
aBStract Tra il 1952 e il 1954 Marcello D’Olivo su incarico della Società Lignano Pineta realizza la nuova
città delle vacanze nella pineta tra il Tagliamento, gli alberi e il mare. Quella che Leonardo Sinisgalli deinirà
una “città sulla luna” viene disegnata in forma di spirale, una scelta innovativa che manifesta l’attenzione con
la quale D’Olivo rielabora l’architettura di Frank Lloyd Wright che annovera molti estimatori tra gli architetti
friulani e veneti. La ricognizione delle fonti documentarie e archivistiche ha consentito di ricostruire la complessa
vicenda del piano urbanistico per Lignano e in seguito del comune di Latisana, costellato da interessi contrastanti
ma anche da incomprensioni per le scelte effettuate dall’architetto D’Olivo. Particolare signiicato assume la
critica rivolta da Luigi Piccinato alla visione urbanistica di D’Olivo, un contrasto che diventa emblematico di un
approccio alla disciplina che, pur dichiarandosi organico, diverge da quello dell’architetto friulano, consentendo di
delineare il multiforme contesto della cultura architettonica e urbanistica italiana degli anni Cinquanta.
Between 1952 and 1954 Marcello D ' Olivo on behalf of the company Lignano Pineta realizes the new city of
holidays in the pine forest between the Tagliamento river, the trees and the sea. The "City on the Moon" as Leonardo
Sinisgalli will deine the new town, is drawn into spirals, an innovative choice that reveals the attention with which
D'Olivo reworks the architecture of Frank Lloyd Wright that many architects in Friuli and Veneto appreciated.
The survey of archival and documentary sources allowed to reconstruct the complex history of the master plan
for the municipality of Lignano and Latisana illed with conlicting interests but also by misunderstanding for the
choices made by the architect D'Olivo. Special signiicance takes the criticism by Luigi Piccinato addressed to
D’Olivo urban vision, a contrast that became emblematic of an approach to the discipline that, while claiming to
be organic, diverges from that of the Friulan architect, allowing to outline the multifaceted urban planning and
architectural context of Italian culture in the 1950s.
Chi si fosse messo in viaggio per raggiungere la
penisola di Lignano il 5 giugno 1953 avrebbe
potuto assistere all’inizio dei lavori per la
realizzazione della nuova città delle vacanze
progettata da Marcello D’Olivo. Avrebbe dovuto
trascorrere del tempo prima di ammirare la celebre
spirale ideata dall’architetto là dove per secoli
aveva proliferato la pineta (l’antica “Pineda”), ma
nel frattempo il villeggiante incuriosito poteva
assistere al tracciamento sul terreno dell’originale
disegno della nuova città a opera dei geometri
Enor Milocco e Enzo Collavini:
«tallonati dalle ruspe dell’impresa Mattiroli che
ruggivano impazienti di spianare le dune e aprire
strade e piazzali secondo il progetto dell’architetto
D’Olivo»1.
Nel conferire l’incarico per la realizzazione
del nuovo insediamento il consiglio di
amministrazione della Lignano Pineta spa
(Alberto Kechler, Mario Anzil, Fausto Sabbatelli,
Giuseppe Paludo, Guido Carnelutti, Aldo Gianni,
Aldo Mainardis)2 elenca alcune indicazioni guida
quali il rispetto e la valorizzazione della pineta
e il tema della circolazione delle auto, fattore
primario per assicurare il successo dell’iniziativa.
Una puntuale descrizione del tracciato stradale
e soprattutto della sua funzionalità la fornisce
Mario Anzil, uno dei soci fondatori della
Lignano Pineta, che racconta la nascita di questa
nuova città al congresso della Società Filologica
Friulana tenutosi a Latisana nel 1955:
«Le strade, nel loro schema essenziale descrivono
una spirale a progressione costante; dalla voluta
esterna inferiore della spirale partono le strade
adducenti al mare, le quali a loro volta seguono
un tracciato parabolico mentre una grande arteria
a due nastri opportunamente distanziati – cosi da
comprendere l’area destinata alla costruzione
di un unico grande ediicio per esercizi e ritrovi
pubblici e che avrà uno sviluppo di quasi 550
metri – descrive una sinusoide e collega il
PEER REVIEW: FERRUCCIO CANALI E MASSIMILIANO SAVORRA PER CLEAR PEER REVIEW; LETTORE ANONIMO PER BLIND PEER REVIEW.
1 G. ANZIL, Chiacchierata di un testimonio Lignano Pineta (1953-1963) luoghi, persone, lavori e amori, Codroipo (UD), Azienda graica Zanetti, 2008, p. 23.
2 Lo statuto e l’atto costitutivo della Lignano Pineta Spa è datato 11 gennaio 1953 e viene stipulato a Rivignano davanti al
notaio Giacomo Zaina (Lignano Pineta, Archivio “Lignano Pineta spa”).
D’OLIVO E L’URBANISTICA A SPIRALE A LIGNANO
piazzale centrale alla spiaggia. L’abbandono del
tradizionale reticolo stradale e l’adozione del
tracciato curvilineo ora descritto, assicura effetti
estetici e vantaggi tecnici evidenti; la prospettiva
cambia continuamente la pineta, che cresce su
terreno ondulato, crea sempre nuove inquadrature
di paesaggio montano; ogni lotto ha diretto
accesso alla strada cosicché, eliminata ogni servitù
di transito, gli ediici possono opportunamente
essere internati nel bosco; la circolazione stradale
è più agevole e sicura per la mancanza quasi totale
dei pericolosi incroci a angolo retto; inine ogni
attraversamento delle aree ediicabili con linee
e condutture viene evitato, gli impianti elettrici,
idraulici e igienici seguendo il tracciato stradale»3.
Secondo Francesco Tentori che deinisce Lignano
Pineta «il primo paesaggio dell’automobile»4
la circolazione svolge un ruolo centrale nel
progetto di D’Olivo, infatti il percorso con le
sue continue variazioni si rivela compiutamente
soltanto al guidatore. L’architettura non è più
quindi in funzione del pedone, ma dell’uomo
che si muove, del viaggiatore dei moderni
mezzi che vede il paesaggio secondo una
prospettiva completamente diversa. L’attenzione
prestata alla viabilità suscita l’apprezzamento
della committenza che considera il tema
dell’accessibilità fondamentale per la riuscita
dell’investimento effettuato: i futuri acquirenti
dei mille lotti di terreno realizzati dal piano
D’Olivo potranno raggiungere la loro abitazione
comodamente e, dopo aver parcheggiato
l’automobile, immergersi nella pineta lasciandosi
alle spalle le fatiche della vita in città. Qui ogni
abitante diventa proprietario di cinquanta alberi
e la casa occupa soltanto una parte del lotto di
circa mille metri quadrati, la natura resta quindi
protagonista e la abitazione stessa è realizzata
secondo criteri molto diversi da quella cittadina,
infatti non si prevedono
«sovrastrutture, niente intonaco, solo il letto per
dormire la notte al coperto e stare all’ombra nella
controra (ma con un ricambio d’aria continuo),
qualche parete, o quinta, qualche pezzo di
pavimento, o pista, e il minimo necessario.
Insomma, una tenda, un ombrellone in cemento e
in legno, un ricovero non una casa. Chi viene qui
287
dentro deve sentire il gusto di camminare tutto il
giorno a piedi nudi, coi calcagni bagnati o asciutti,
deve potersi sedere per terra, deve attingere il
più possibile alla inesauribile fonte di vigore che
scaturisce perennemente dal mare, dalla sabbia e
dalle foglie. Lungo la spina dorsale della Grande
Via, come provvisoriamente viene indicata sui
progetti, sono stati costruiti i primi negozi, i
primi ritrovi, le prime sale per la comunità dei
villeggianti. La città sarà composta di nuclei
diversi, ma saranno tutti autonomi e tutti tra
loro complementari. Non ci sarà bisogno di ilo
spinato o di muri con cocci di vetro per difendere la
propria libertà o la propria solitudine. Basteranno
gli alberi, gli arbusti, e i crinali delle dune»5.
Nella piccola giungla di Lignano Pineta dove un
gruppo di pionieri aveva afidato a D’Olivo
«il compito di studiare il tracciato di una città
per le vacanze, tra il iume poco lontano, il
Tagliamento gli alberi e il mare»
arriva nel 1954 Leonardo Sinisgalli, l’ingegnere
poeta che aveva iniziato il suo originale percorso
tra Scienza, Arte e Tecnica negli anni Trenta con
Adriano Olivetti e negli anni Cinquanta aveva
avviato la singolare iniziativa della rivista “Civiltà
delle Macchine”. Guidato dall’amico architetto,
Sinisgalli si addentra nella «città tra le piccole
dune di sabbia d’oro» e come
«il verme di Moebius non si accorge di passare
da una all’altra parte del nastro famoso, che per
un’astuzia del geometra è diventato di una sola
faccia; anch’io ero già entrato nel trapezio sacro
e non mi accorgevo di percorrerlo, quasi fossi
bendato. Mi pareva di giocare a moscacieca
dentro il bosco perché non vedevo mai la strada.
L’architetto infatti, a imitazione di un suo
leggendario antenato, aveva riiutato la linea
dritta, per costruire il suo labirinto, e per offrire
agli occhi, in ogni tratto dell’itinerario, un punto
di fuga sempre diverso»6.
Nello stesso anno, il 15 aprile, accompagnato dal
conte Federico Kechler che lo ospitava nella villa
di Percoto7, compie una visita a Lignano Pineta
3 M. ANZIL, Lignano, ieri oggi domani, in XXX° Congresso della Società Filologica Friulana, Udine, Doretti 1955, pp. 33-36.
Nel 2014 la Società Filologica Friulana ha pubblicato un numero monograico su Lignano in due volumi curato da M. Bortolotti (Lignan, a cura di M. Bortolotti e Società Filologica Friulana, Pasian di Prato, Lithostampa, 2014, voll. 2). Da segnalare
il contributo di PAOLO NICOLOSO, Lignano (1952-63), in Marcello D’Olivo architetture e progetti (1947-1991), a cura di G.
Zucconi, Milano, Electa, 1998, pp. 33-49.
4 F. TENTORI, Friuli: anni 50, in Friuli Venezia Giulia guida critica all’architettura contemporanea, a cura di S.Polano e L.Semerani, Venezia, Arsenale editrice, 1992, p.150.
5 L. SINISGALLI, Una città è nata in mezzo agli alberi e le acque, «Civiltà delle Macchine», 4, luglio 1954, p. 39
6 Ibidem.
7 D. LORIGLIOLA, 1948-1954: Ernst Hemingway in Friuli e a Lignano Sabbiadoro, in Lignan …, cit., vol. 2, p. 990.
288
DIANA BARILLARI
Ernest Hemingway dove un altro dei fratelli
Kechler, Alberto, lo aspettava per guidarlo nella
città che stava nascendo tra gli alberi e il iume.
Il resoconto fotograico della visita è afidato
agli scatti di Mario Kechler che documentano
l’arrivo dello scrittore, della moglie Mary Welsh
e della comitiva che li accompagna nella pineta di
Lignano dove all’architetto D’Olivo viene afidato
il compito di illustrare le prime costruzioni. Una
volta raggiunta la riva sabbiosa del mare pare che
«Hemingway abbia pronunciato la celebre
frase “ma questa è la Florida, anzi è la Florida
d’Italia”»8.
Ma le sorprese non sono inite, infatti allo scrittore
americano viene donato un lotto di Pineta e
Hemingway appone la propria irma sulla mappa
dove avrebbe dovuto essere ediicata la casa, che
non venne mai realizzata. A conclusione di questa
visita in Friuli presso gli amici Kechler (tra Percoto
e San Martino al Tagliamento) Hemingway
incontra per l’ultima volta Adriana Ivancich
discendente di una famiglia di origine dalmata
della quale si era innamorato e che gli avrebbe
ispirato il personaggio di Renata nel romanzo
Di là dal iume e tra gli alberi (1950), ambientato
tra Veneto e Friuli, dove il protagonista aveva
combattuto durante la prima guerra mondiale,
proprio come l’Autore.
La spirale9 per il tracciato urbanistico di Lignano
Pineta, come molte scelte destinate a diventare
delle vere e proprie icone, è avvolta in un alone
mitico alimentato dallo stesso progettista,
estremamente reticente in merito al motivo che
ha innescato la singolare forma, ma il depistaggio
aiuta a mantenere la suggestione, che risulterebbe
svilita se la genesi fosse rivelata, mentre non è
certamente avvolta nel mistero la predilezione
di D’Olivo per la geometria . Il diploma presso
il liceo artistico a Venezia gli consente nel 1942
l’iscrizione al secondo anno della facoltà di
Architettura che frequenta molto poco ( non più
di cento ore in totale secondo la nota biograica
redatta da Francesco Borrella)10 dato anche che
per mantenersi agli studi deve lavorare e dare
ripetizioni. L’interesse per l’ambito scientiico e
tecnico lo porta a frequentare le lezioni del docente
di Scienze delle Costruzioni, Carlo Minelli, nonché
a recarsi a Padova per seguire i corsi di Fisica
tenuti da Giorgio Salvini. Appena conseguita la
laurea nel 1947, dopo aver lavorato dapprima
nello studio di Gianni Avon e poi presso Provino
Valle, viene assunto dall’impresa edile Rizzani di
Udine come calcolatore dei cementi armati. Come
l’amico Sinisgalli, conosciuto grazie ai buoni
ufici del pittore Giuseppe Cesetti suo docente al
liceo artistico di Venezia, anche D’Olivo coniuga
interessi di ambiti disciplinari diversi, spaziando
dalla pittura alla scienza delle costruzioni.
Il suo percorso formativo e in seguito quello
professionale nel quale si intersecano interessi
scientiici e artistici , risulta sostanzialmente
eccentrico al contesto della cultura architettonica
italiana con alcune eccezioni tra le quali si
distingue l’esperienza di Adriano Olivetti alla
quale fa riferimento Sinisgalli. I suoi multiformi
interessi vengono apprezzati dalla committenza
che in D’Olivo trova un professionista capace di
seguire con competenza le diverse fasi di sviluppo
di un ediicio, dalla progettazione al cantiere.
La sua preferenza per la pittura e la geometria
si rivelano doti fondamentali per il progetto di
architettura e la pianiicazione urbanistica, dato
che le forme che disegna per quanto audaci,
sono sempre traducibili in termini geometrici ma
anche strutturali, cosicché la stessa spirale è un
segno incisivo preceduto da una accurata ricerca
documentata da alcune tavole nelle quali viene
illustrato il metodo che impiega per ricavare sia
la spirale di Archimede che quella equiangolare o
logaritmica.
La possibilità di poter intervenire praticamente
senza vincoli di preesistenze su un’area di 1.500.000
mq se non ottemperando alle prescrizioni del
Corpo Forestale dello Stato preposto alla tutela
del patrimonio boschivo rappresentato dalla
pineta, costituisce sicuramente un elemento
determinante per la scelta di una tipologia così
inconsueta, ma il piano per Lignano rappresenta
il punto di partenza per una rilessione sulla
forma la cui genesi può essere ricostruita grazie
alle tavole con le diverse varianti che precedono
la versione inale. Quel piano che Sinisgalli
deinisce un labirinto non è soltanto un segno
calato su un territorio incontaminato, ma altresì
il frutto di una originale rielaborazione di un
tema caro a Frank Lloyd Wright, che oltre a
evocare lo ziggurat aveva tratto spunto dalla
tipologia dei garages realizzati a Detroit da Albert
Kahn, nei quali la rampa a spirale era realizzata
in calcestruzzo armato, tecnica costruttiva
innovativa che rendeva possibile concretizzare
il principio della continuità. Dalla tipologia del
garage D’Olivo potrebbe aver maturato l’idea di
riportare a scala territoriale un segno congegnale
al percorso dell’automobile. Invece di estendersi
verso l’alto la spirale di Lignano Pineta si
sviluppa in orizzontale riproponendo come in una
8 Ibidem
9 D. BARILLARI, Genesi di una spirale. Marcello D’Olivo e il piano di Lignano Pineta, in Lignan …, cit., vol. 1, pp. 575-596.
10 F. BORRELLA, Una biograia, in Marcello D’Olivo architetto, Catalogo della Mostra, a cura di F. Luppi e P. Nicoloso, Milano,
Mazzotta, 2002, p.92.
D’OLIVO E L’URBANISTICA A SPIRALE A LIGNANO
prospettiva ribaltata lo schema dello ziggurat.
A sostegno della genesi ‘organica’ della celebre
spirale, Italo Zannier, il grande fotografo fraterno
amico di D’Olivo autore dei magniici scatti delle
ville realizzate a Lignano Pineta, ricorda che la
nascita della celebre spirale fu causata da una
pigna caduta in testa al progettista durante una
siesta in pineta: come un novello Newton quindi
Marcello D’Olivo rovesciò la pigna e ebbe la
rivelazione di
«una geometria straordinaria, a spirale, come
la chierica di un seminarista. Ecco dove e come
nacque l’Idea di Lignano Pineta, non tanto dalla
chiocciola di una lumaca o di un crostaceo, ma dal
culo a spirale della pigna; più Pineta di così!?!»11.
Parafrasando la grafiante e dissacrante ironia
dei dadaisti Zannier aggiunge un’altra versione
al racconto di fondazione di Lignano Pineta,
confermando la fortuna di un segno che è allo
stesso tempo artistico e architettonico, innestato
entro una dimensione territoriale che ne
costituisce l’elemento di unicità.
1. Lignano Pineta cresce … Architettura e non solo
Urbanistica
Per la nuova e ideale città delle vacanze in riva
all’Adriatico, che si affaccia sul litorale sabbioso
della penisola di Lignano dominato dal paesaggio
delle dune e dalla storica pineta, D’Olivo traccia
la sua spirale archimedea che offre un punto di
vista sempre diverso a chi ne percorre il tracciato
curvilineo. In questo labirinto l’architetto inizia a
dare forma all’architettura di quella che l’amico
poeta ingegnere deinirà «una città sulla luna»12.
Di questa Lignano fantastica Sinisgalli aveva
visto la genesi nello studio dove sulle grandi
mappe erano «segnati tanti piccoli cerchietti,
anche poco più grandi di un puntino»13 che
servivano a individuare gli alberi che secondo
l’architetto dovevano essere tutti salvati. Come
ricorda l’articolo pubblicato su «Domus» nel
1954 la preoccupazione fondamentale per
il progettista era «di introdurre strade, case,
alberghi, negozi senza alterare la sensazione
del bosco»14 così nacque il sistema delle strade
curve a diversi centri in modo da permettere la
visione dei «diversi paesaggi, dune, pini, radure,
mare, spiaggia»15. L’ambiente fu attentamente
indagato con una serie di disegni che servirono sia
289
per i tracciati urbanistici che per i progetti degli
ediici, tanto da conferire al progetto una matrice
dichiaratamente organica.
Mentre sono in corso i lavori di completamento
del tracciato urbanistico che deinisce il
numero dei lotti che la Lignano Pineta spa
comincia subito a mettere in vendita, si avvia
la costruzione del “treno” vale a dire la spina
di ediici che segue la sinusoide della “Grande
via” dove gli spazi a pianoterra sono riservati
a negozi, mentre al piano superiore si trovano
ufici, luoghi per ritrovo e esposizione, caffè e
gli appartamenti per i commercianti. L’impresa
di costruzioni Ermenegildo Ursella di Buia che
realizza il “treno” è la stessa che aveva lavorato
al Villaggio del Fanciullo, si tratta di un’azienda
dove la spiccata caratterizzazione artigianale
nell’organizzazione del lavoro si abbinava a
una competenza strutturale di grande respiro
innovativo. È nel cortile della sede degli Ursella
a Buia che l’ingegner Sinisgalli vede i «primi
esperimenti in cemento armato precompresso»16
una tecnica ancora in fase di sperimentazione
che in Italia poche altre imprese erano in grado
di realizzare.
La pianta a spirale di Lignano Pineta sembra
riverberarsi nelle architetture che prediligono
le forme circolari e curvilinee, anche se non
mancano geometrie rettangolari e triangolari,
come gli studi per le case tipo (minime e a schiera,
1954) e il casone Kechler (1954) non realizzati,
villa Andretta Bertelli (1953-54), villa Iaizza
(1954-55), casa Savelli (1956) e la villa per l’amico
Sinisgalli (1954-55). Il dialogo con Wright si fa più
itto nei progetti per il dancing “Il Fungo” (1954,
demolito), le ville Mainardis (1954-55) e Spezzotti
(1955-57) e villa Ellero (1955, non realizzata),
vuoi per le piante che utilizzano la geometria
circolare, ma anche per la scelta di integrare
l’ediicio con la natura circostante prestando
attenzione a scorci interessanti del paesaggio.
Entrambe le ville, Mainardis e Spezzotti, sono
addossate a una duna replicando la collocazione
della seconda casa Jacobs realizzata da Wright
(Solar Hemycicle, 1944-1946) dove l’orientamento
secondo i punti cardinali deinisce le aperture e i
materiali impiegati nei prospetti. Questo ediicio
fu pubblicato sul numero doppio di «Metron»
dedicato alla mostra di Wright a Firenze insieme
a altri progetti segnalati da Maristella Casciato,
che hanno in comune la pianta circolare entrambi
datati 1948, Casa Glen Mc Cord a Arlington (New
11 I. ZANNIER, Una pineta nel sogno di un architetto, in Lignan …, cit., p. 609.
12 SINISGALLI, Una città è nata …, cit., p. 39.
13 Ivi, p. 38.
14 A sud di Latisana, «Domus», 297, agosto, 1954, p.2.
15 Ibidem.
16 L. SINISGALLI, Una città è nata.., cit., p. 37.
290
DIANA BARILLARI
Jersey) e Casa Harry G. John jr a Oconomowee
(Wisconsin)17 e non realizzati. La caratteristica
pianta di Casa Spezzotti formata dall’intersezione
di quattro cerchi concentrici spaziati di un metro
tanto da generare archi tangenti e non allineati,
conferisce la percezione di una struttura aperta e
dinamica. Una disposizione analoga caratterizza
Casa Llewellyn Lloyd Wright (1953) in questo
caso esposta alla mostra iorentina ma non
pubblicata in catalogo.
2. Il piano regolatore per Lignano Nuova
L’inizio dei lavori per la nuova città balneare
precede l’iter delle autorizzazioni destinate
a arrivare in ritardo rispetto a una iniziativa
privata che procede speditamente, con un ritmo
inarrestabile e incalzante, lo stesso che scandisce
la rinascita dell’Italia dopo la ine del Secondo
Conlitto Mondiale. Sono gli anni del boom
economico quando il Paese è in piena fase di
ricostruzione e può succedere che il sistema
pubblico si trovi in ritardo, ma la fuga in avanti
è condivisa dalla politica che guarda con favore
alle tante iniziative promosse da una classe
imprenditoriale che si avvale di progettisti spesso
giovani, fautori di una innovazione culturale e
tecnica il cui obiettivo è di marcare la distanza
con quanto si era fatto durante il ventennio.
L’attivismo della Società Lignano Pineta è visto
con favore dal mondo politico tanto che al
comune di Latisana giunge una lettera di sostegno
molto importante, infatti l’autore è il senatore
Tiziano Tessitori, esponente di spicco della
Democrazia Cristiana nazionale, all’epoca “Alto
Commissario per l’Igiene e la Sanità Pubblica”
nel governo presieduto da Giuseppe Pella, dopo
aver ricoperto nei precedenti governi guidati da
Alcide De Gasperi il ruolo di Sottosegretario al
Tesoro. Il governo Pella che sostituisce l’ottavo e
ultimo presieduto da De Gasperi, entra in carica
il 17 agosto 1953 e due giorni dopo Tessitori su
carta intestata della Presidenza del Consiglio dei
Ministri scrive al sindaco di Latisana, il cavalier
Francesco Zanelli:
«seguo con vivo interessamento l’attività della
Soc. Lignano-Pineta tendente a valorizzare
ulteriormente la detta zona. Non c’è dubbio
che il Comune di Latisana ha interesse diretto e
primario a detta valorizzazione, il cui presupposto
è la valorizzazione e la attuazione d’un piano
regolatore di tutta la fascia costiera che va dalla
Colonia dell’Ente Friulano di Assistenza alla Foce
del Tagliamento. Ora mi permetto di segnalare
l’architetto D’Olivo come tecnico preparatissimo
per l’elaborazione del piano regolatore. So che il
D’Olivo sarebbe disposto ad assumere l’incarico
senza nessun onere per il Comune, in quanto si
accontenterebbe di una modesta indennità che
gli verrebbe corrisposta dalla Soc. LignanoPineta»18.
Dopo un ‘attento esame’ con la giunta comunale,
il Sindaco accoglie positivamente la sollecitazione
di Tessitori ma rimanda la pratica all’approvazione
del consiglio comunale, dato che la materia è di
competenza del medesimo. Anche se non viene
dichiarato esplicitamente si comprende come il
ricorso a consiglio comunale vada nella direzione
di un ampliamento del consenso sulla scelta del
progettista, tema che può diventare oggetto di
contestazioni o proteste, dato che la materia
urbanistica va a toccare interessi economici e di
rendita spesso tra loro in contrasto. Il consiglio
comunale di Latisana nella seduta del 31 ottobre
1953 delibera a voto unanime di
«dare formale ed effettivo incarico all’Arch.
Marcello D’Olivo da Udine onde proceda senza
indugio all’allestimento del piano regolatore di
Lignano nuova, armonizzandolo con quello già
in atto per Lignano vecchia e questo per le ragioni
esposte in premessa senza alcun gravame da parte
della inanza del Comune di Latisana»19.
In premessa vengono illustrate le considerazioni
che hanno determinato la scelta del progettista,
viene fatto riferimento allo sviluppo della spiaggia
balneare a opera di privati e l’opportunità di
gestire la
«bella e lusinghiera iniziativa per poterla
disciplinare e armonizzare secondo un piano di
lavori prestabilito in modo che ne sorta un ché di
uniforme e attraente».
Nel verbale viene anche ricordato che il
professionista incaricato è «stato caldamente
appoggiato dall’On. Senatore Avv. Tiziano
L’appoggio
in
forma
di
Tessitori»20.
raccomandazione diventa parte integrante di
un verbale pubblico che in maniera trasparente
riferisce ai cittadini sulle vicende di un piano
destinato a trasformare il futuro della zona
balneare. L’intervento del senatore Tessitori
va a favore di un professionista giovane, tanto
che a una analisi più approfondita il suo
17 M. CASCIATO, Frank Lloyd Wright, una Musa probabilmente, in Marcello D’Olivo architetto, Catalogo, cit., p. 32.
18 Latisana (Udine), Archivio Storico Comunale (d’ora in poi: Latisana, ASC), b.1172/03, del 19 agosto 1953.
19 Processo verbale di deliberazione del consiglio comunale, n.77/7632, 31.10.1953, in Latisana, ASC, busta 565/60.
20 Ibidem.
D’OLIVO E L’URBANISTICA A SPIRALE A LIGNANO
interessamento sembra essere motivato anche dal
fatto che un incarico così importante è assegnato
a un professionista ancora all’inizio, anche se
pieno di talento e già apprezzato. Infatti nella
deliberazione del 31 ottobre la giovane età di
D’Olivo viene giustiicata dalla sua maturità
artistica e dalla ‘provata capacità professionale’.
Sono questi due aspetti che trovano rispondenza
effettiva nella attività del giovane architetto, che
nel 1950 aveva ottenuto il prestigioso incarico di
realizzare il “Villaggio del Fanciullo” a Trieste,
conquistandosi il consenso della critica nazionale
e l’inclusione tra i componenti dell’architettura
organica, anche se di fatto D’Olivo non aderì in
forma uficiale al movimento.
La fase dinamica e vocata all’espansione che
caratterizza la ricostruzione in Italia dopo il
1945 si coniuga positivamente con la giovane
età dei progettisti che ne diventano protagonisti,
innanzitutto perché non sono compromessi con il
ventennio fascista, al contrario dei professionisti
della generazione precedente e anche se il ricambio
non sarà radicale – emblematica la vicende di
Marcello Piacentini dapprima epurato e poi
reintegrato – le occasioni per la generazione che
si è formata durante gli anni della seconda guerra
mondiale non mancano. Bisogna poi prendere
in considerazione che l’Istituto Universitario
di Architettura di Venezia sotto la direzione di
Giuseppe Samonà a partire dal 1948 annovera tra
i propri docenti architetti e urbanisti di grande
valore ma soprattutto fautori di una modalità
radicalmente nuova di intendere l’architettura:
a Venezia giungono Luigi Piccinato, Ignazio
Gardella, Bruno Zevi, Franco Albini, Saverio
Muratori, Giovanni Astengo, Giancarlo De Carlo,
Ludovico Belgioioso, Carlo Scarpa. La scuola
di Venezia è quella più sensibile e disponibile a
accogliere le tante sollecitazioni del contesto
internazionale e tra i maestri dell’architettura
moderna che arrivano in visita è proprio Wright
a suscitare grandi consensi e interesse.
L’Architetto si reca a Venezia per ricevere la laurea
honoris causa conferita da Samonà il 21 giugno
1951, due giorni prima dell’inaugurazione della
mostra a lui dedicata a Firenze. Non è dato sapere
se D’Olivo ebbe modo di incontrare Wright a
Venezia o in seguito a Firenze, o ancora di visitare
la grande mostra allestita a Palazzo Strozzi, ma
è probabile che abbia potuto sfogliare il numero
doppio (41-42) che la rivista «Metron» dedicò
all’esposizione corredandolo con le illustrazioni
di “diciotto progetti e ediici inediti” il saggio di
Giuseppe Samonà dedicato all’architettura del
maestro americano e la riedizione della prefazione
291
(“La sovranità dell’individuo”) a opera dello stesso
Wright della monograia edita da Wasmuth nel
1910.
Ma la Critica dell’epoca aveva già rilevato le afinità
tra Wright e D’Olivo, iscrivendo quest’ultimo tra
i protagonisti del movimento organico21. Accanto
alla fascinazione per il maestro americano
D’Olivo, come sostiene Vincenzo Lacorazza in
un articolo pubblicato sulla rivista “Pirelli” nel
195222 è attratto dalla “lezione della docilità del
cemento armato” di Nervi, anche se a parere
dell’autore l’architetto friulano sta percorrendo
una terza via. L’architettura infatti non è mai
disgiunta dalla struttura e di questo indissolubile
binomio D’Olivo è convinto assertore in dai
primi progetti ma soprattutto quando affronta la
realizzazione del Villaggio del Fanciullo a Trieste.
La spirale per Lignano Pineta così ricca di
assonanze wrightiane, tra tutte la celebre rampa
del Guggenheim, costituisce un unicum in quanto
parte costituiva di un piano urbanistico, mentre
Wright la impiegò per l’architettura, talora di
scala monumentale e preferibilmente negli spazi
interni rivisitando secondo il modello della spirale
il tema della ‘promenade architecturale’, così cara
a Le Corbusier .
Completato il tracciato urbanistico e avviati i
primi cantieri per le nuove case per le vacanze
D’Olivo si occupa del piano per Lignano nuova,
vale a dire il collegamento tra la proprietà della
Società Lignano Pineta con la celebre chiocciola e
la preesistente città balneare denominata Lignano
vecchia comunemente deinita Sabbiadoro. Tra
le due città per le vacanze si frappone la vasta
pineta di proprietà dell’Ente Friulano Assistenza
dove nel 1939 era stata inaugurata la colonia
elioterapica Costanzo Ciano progettata da
Pietro Zanini su commissione della Federazione
Provinciale dei Fasci di Combattimento. Il piano
D’Olivo si estende anche verso ovest ino alla foce
del Tagliamento nell’area deinita Lignano sud
che successivamente assumerà la denominazione
di Riviera.
Del “Piano regolatore della spiaggia di Lignano”
si torna a parlare il 20 aprile 1954 quando la
Giunta municipale di Latisana23 delibera di
rifondere all’architetto D’Olivo le spese vive per
la redazione del piano, anche se nell’afidare
l’incarico l’anno precedente lo stesso D’Olivo
aveva dichiarato che avrebbe lavorato senza
gravare sulle inanze comunali. In una lettera del
26 marzo 1954 fatta pervenire alla giunta invece
l’architetto modiica la dichiarazione precedente
e nuovamente la risposta dell’amministrazione è
positiva
21 V. LACORAZZA, Tra Wright e Nervi, «Pirelli», 2, aprile 1952, pp. 38-39; M.T., Libere architetture nella scia di Wright, «Domus», 275, 1952, pp. 7-11.
22 LACORAZZA, Tra Wright e Nervi …, cit., p.38.
23 Verbale di deliberazione della Giunta Municipale, n. 94 R.D, prot. 2646 del 20 aprile 1954, in Latisana, ASC, b. 565/61.
292
DIANA BARILLARI
«ritenuta la richiesta logica ed onesta, non essendo
giusto che un pubblico Ente debba approittare
della magnanimità di un professionista per
assolvere i propri compiti di interesse pubblico»24.
Sulla rivista «Vie Nuove» del 10 ottobre 1954 esce
l’articolo di Giovanni Battista Canepa Cambiano
il volto a una penisola: tra le immagini selezionate
vi è quella che documenta la presentazione del
piano regolatore dell’intera penisola dove si vede
l’architetto D’Olivo che illustra ai rappresentanti
degli enti interessati – il comune di Latisana,
l’Azienda di Soggiorno, gli Enti di assistenza e
i proprietari delle zone boschive – gli elaborati
frutto dell’incarico conferitogli l’anno precedente.
Il 18 settembre 1954 era stata inaugurata la
Mostra dedicata al progetto per la penisola
di Lignano presso il “Centro Friulano Arti
Plastiche” di Udine, una esposizione che a detta
del curatore, Arturo Manzano, doveva presentare
al pubblico l’opera di un valente e promettente
progettista . Ma le scelte operate dall’Architetto
suscitarono un vivace dibattito che oltre a
occupare per qualche settimana le pagine dei
giornali quotidiani, ebbero un risvolto legale.
Nell’Archivio del Comune di Latisana è
conservato l’atto di difida che alcuni proprietari
delle aree interessate al piano redatto da D’Olivo
– la “Società Imprese Lignano (S.I.L.)”, la
“Società Turistica Adriatica (S.T.A.)”, la
“Società Imprese Agricole Lignano (S.I.A.L.)”,
la “Proprietà Fratelli Coin” – fecero pervenire
al Sindaco e al Vicesindaco, imputando loro la
responsabilità personale (‘anche sia pure per
sola colpa passiva’) di un rilevante danno agli
interessi dei ricorrenti. Nel documento la prima
contestazione che viene mossa è quella di aver
afidato l’incarico a un professionista che come
iduciario di una delle parti interessate
«sta preparando un piano che di certo adempie
al mandato afidatogli dalla Soc.An. LignanoPineta curandone con estrema abilità gli speciici
interessi commerciali e speculativi di questa,
ma contemporaneamente danneggiando gli
interessi di tutti gli altri aventi causa, ed in modo
particolare quelli concretati dalla attuale Lignano
Sabbiadoro»25.
A sostegno dell’atto di difida vi è lo stesso
progetto dell’architetto D’Olivo che
«tende a spostare, ed attrarre, ed assorbire,
le correnti turistiche, svuotando il potenziale
di avviamento del vecchio centro di Lignano
Sabbiadoro, o almeno riducendolo a una
declassata periferia del complesso turistico
balneare, e compromette inine decisamente,
il sorgere di iniziative in tutte le altre zone. Che
soprattutto stupiscono, ed allarmano, i progetti e i
propositi dell’Arch. D’Olivo – Soc. An. LignanoPineta, in quanto tendono ad attirare il trafico
e a farlo ruotare esclusivamente nei terreni di
speculazione della Soc. An. Lignano-Pineta, tra
l’altro ignorando l’esistenza del Lungomare e la
evidente necessità di prolungarlo così come avviene
in qualsiasi stazione balneare, e come è da lungo
tempo preconizzato, ed inine deliberatamente
escludendo il diretto collegamento con
lungomare suddetto, dall’attuale unica strada di
accesso a Lignano Sabbiadoro, soluzione che solo
permetterebbe una generale equa valorizzazione
della intera penisola»26.
Il conlitto di interessi citato in premessa risulta
il capo di accusa più lieve mentre quello che
preoccupa maggiormente sono le scelte compiute
in merito alla viabilità che effettivamente
sposta il baricentro del piano verso la spirale di
Lignano Pineta, ma anche la scelta di allontanare
le vie di collegamento rispetto al lungomare
esistente a Sabbiadoro. La distanza tra l’arenile
e la viabilità costituisce d’altro canto uno degli
elementi caratterizzanti del progetto del piano
D’Olivo anche per Pineta, infatti il cerchio più
esterno della chiocciola che risulta più vicino alla
spiaggia è distante dal mare di 180 metri circa. La
scelta di distanziare in maniera considerevole il
tracciato viario dalla linea di costa è determinata
dalla rilevante estensione della zona demaniale
che è ancora oggi sotto la giurisdizione della
Capitaneria di Porto cosicché a Lignano, l’arenile
dispone di una area libera da costruzioni e trafico
che risulta un elemento che con il passare degli
anni ha acquistato valore, contribuendo a tenere
distanti condomini e palazzine multipiano dalla
spiaggia.
Nell’archivio del geometra Enor Milocco, idato
collaboratore di D’Olivo per il progetto di Pineta,
si trovano alcune copie eliograiche27 delle tavole
relative al piano del 1954 e quella contrassegnata
dal numero uno (pianta generale) è la trasposizione
graica del progetto che suscitò l’allarme dei
proprietari delle aree limitrofe. Lo schema della
viabilità disegna la sagoma di un delino con la
testa rivolta a est verso il Tagliamento e la coda che
24 Ibidem.
25 in Latisana, ASC, b.1172/03, del 22 ottobre 1954.
26 Ibidem.
27 Le tavole sono contrassegnate dai numeri 1 (pianta generale) , 3 (studio della viabilità), 5 (studio originale sulla zonizzazione) e 6 (studio sulla zonizzazione).
D’OLIVO E L’URBANISTICA A SPIRALE A LIGNANO
si assottiglia ino alla punta della penisola rivolta
verso la laguna di Marano. Curve, sinusoidi ellissi
parabole e spirali che spesso contraddistinguono
la progettazione urbanistica di D’Olivo non
rispondono a una logica di igurazione o al senso
estetico del progettista, piuttosto sono il risultato
dell’applicazione delle equazioni trigonometriche
che generano linee curve. Niente pertanto viene
lasciato all’immaginazione, cosicché ogni segno
va ricondotto a una dimensione matematica che
nulla lascia all’arbitrio, anche se agli occhi dei
critici le tavole che D’Olivo ha realizzato sembrano
il frutto di una generica vena artistica che viene
giudicata in maniera negativa. La valutazione
sottende tutto il disappunto per un piano che al
contrario si rivela in troppo riuscito, tanto che
dalla sua forma si dispiega una forza attrattiva,
tale da mettere in crisi gli interessi degli altri
proprietari: il testo della difida è paradossalmente
il riconoscimento di un obiettivo compiutamente
raggiunto, tanto che la reazione non fa che
confermare la bontà di una scelta coraggiosa e
innovativa. Il successo dell’investimento della
Lignano Pineta spa è quindi sancito proprio dalla
reazioni che suscita quella chiocciola capace,
come per un incantesimo, di attirare nelle sue
spire il trafico, distogliendolo dalle altre zone
condannate a restare periferia. Anche l’accusa
di ignorare il lungomare della vicina Lignano
Sabbiadoro è fondato ma in questo caso si tratta
di una scelta coerente con l’ampia zona di rispetto
prevista anche a Pineta: D’Olivo preferisce tenere
una distanza ragguardevole tra area abitata e
spiaggia e aiutato in questo dalla zona demaniale
posta sotto la tutela della Capitaneria, progetta
una città che coabita armoniosamente con
l’ambiente, dando prova di una lungimiranza
che con il passare degli anni si è rivelata preziosa.
Il Lungomare che sta a cuore a molti dei critici
del piano D’Olivo costituisce l’asse principale
dell’abitato di Sabbiadoro una sorta di boulevard
sul quale sorgono alberghi e ville realizzato nel
1936 secondo un modello comune a molte città
balneari dove il grande viale, spesso alberato, è il
luogo della passeggiata rivelando una dimensione
di fruizione che è soprattutto di tipo pedonale.
Questa disposizione che privilegia il Lungomare
come elemento lineare ordinatore viene superata
dal progetto di Lignano Pineta per il quale
D’Olivo propone una soluzione alternativa di
fruizione del fronte mare, risolto con un tracciato
viario dinamico che favorisce l’osmosi tra abitato
e spiaggia, grazie alla forma della spirale che
allo stesso tempo allontana e avvicina il turista di
nuova generazione che si muove con l’automobile.
293
3. Il Piano Regolatore Generale del comune di
Latisana dimenticato
Passano poche settimane dalle polemiche e
dalla difida che il 5 novembre 1954, quando
D’Olivo scrive al sindaco Zanelli , esponendo il
suo programma di lavoro per l’elaborazione del
piano regolatore generale del comune di Latisana,
speciicando che la documentazione necessaria è
frutto della visita da lui effettuata all’Istituto
Nazionale di Urbanistica e al Consiglio Superiore
dei Lavori Pubblici sezione urbanistica a Roma.
Fino a questa data il piano regolatore riguardava
soltanto la cosiddetta penisola mentre nella lettera
viene citato il comune capoluogo. Quello che è
successo nel frattempo lo racconta il Sindaco in
una “Relazione” (del 20 settembre 1955)28 quando
ricorda che nelle delibere assunte dal Consiglio
comunale (31 ottobre 1953) e dalla Giunta (20
aprile1954)
«veniva afidato l’incarico di redigere il piano
regolatore unicamente per la penisola di
Lignano onde armonizzare Lignano vecchia
con Lignano nuova, dimenticando, sia da parte
dell’Amministrazione, sia da parte dell’architetto
che accettò l’incarico, di far notare che per l’art.7
della legge 17/8/1942 n. 1150 ‘il piano regolatore
generale di un Comune deve considerare la
totalità del territorio comunale’. Ad ogni modo
l’Amministrazione Comunale del tempo era
convinta di aver afidato l’incarico del piano
regolatore solamente per Lignano»29.
A chi sia da attribuire la responsabilità di aver
dimenticato un articolo della legge urbanistica
in vigore, se al Comune o al progettista, è
argomento piuttosto delicato, considerato
anche che la presentazione del piano regolatore
della penisola ha innescato un vivace dibattito,
cosicché dal 18 settembre 1954 data della mostra
al “Centro Friulano Arti Plastiche” al 5 novembre
l’incarico a D’Olivo viene modiicato, senza
una formalizzazione di carattere uficiale, ma è
probabile che se ne sia discusso informalmente. A
questa data Lignano fa ancora parte del comune
di Latisana (diventerà autonomo soltanto a
partire dal 1959) e la legge urbanistica del 1942
non ammette deroghe, il lavoro svolto ino a quel
momento riguarda infatti soltanto alcune frazioni
del comune capoluogo, pertanto il rischio è che
quanto inora realizzato possa venire annullato,
cosicché il passaggio successivo diventa
obbligatorio. D’Olivo, dopo aver confermato
la propria disponibilità a eseguire con rapidità
28 Piano regolatore del comune dell’architetto D’Olivo, in Latisana, ASC, b. 1172/03, del 20 settembre1955.
29 Ibidem.
294
DIANA BARILLARI
il Piano Regolatore dell’intero comune, chiede
collaborazione per il reperimento dei dati
occorrenti per la redazione, oltre a informare
l’amministrazione che ha già istituito un uficio
staccato a Latisana dove lavoreranno i geometri
Enor Milocco e Enzo Petiziol ai quali ha afidato
il lavoro di indagine per avere notizie dettagliate su
l’ambiente naturale, storico, economico e sociale,
sull’attività lavorativa in zona con particolare
riguardo all’agricoltura industria e commercio,
notizie sulle abitazioni, le opere pubbliche e i
servizi e i dati sulla circolazione stradale, la rete
ferroviaria e il trasporto su gomma. Il lavoro
tecnico e graico verrà invece svolto presso lo
studio dell’architetto a Trieste dove, come precisa
nella lettera, sono all’opera già sette persone
da quindici giorni. In calce D’Olivo esprime il
proprio rammarico per il mancato coinvolgimento
nell’elaborazione del nuovo regolamento edilizio
comunale, che potrebbe risultare discordante
rispetto agli intendimenti del suo progetto.
Nella frase espressa in maniera diplomatica
è sotteso un accenno alla comprensibile e più
movimentata dialettica che contrassegnava le
relazioni con la committenza, soprattutto da
quando erano iniziate le pressioni e le critiche da
parte dei proprietari che si sentivano danneggiati
dall’impostazione del piano D’Olivo.
Le reazioni al nuovo incarico non tardano a
farsi sentire infatti il 4 febbraio del 195530 si
svolge a Venezia una conferenza di servizio
sul Piano Regolatore Generale di Latisana e
su quello della frazione di Lignano indetta dal
Magistrato alle Acque e dal Provveditorato alle
Opere Pubbliche : alla riunione sono presenti il
prefetto di Udine il dott. Giuseppe Meneghini,
il Comandante della capitaneria di Monfalcone
capitano Ugo Calducci Riccitelli, l’ingegnere
capo del genio Civile di Udine Giuseppe Pittino, e
un delegato del Genio Civile di Venezia l’ingegner
Camillo Schiavuta, l’Ispettore ripartimentale
delle Foreste dello Stato di Udine dott. Alfonso
Calzolari, il direttore dell’Ente Provinciale per il
Turismo di Udine Mario Meneghini, il presidente
dell’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo
di Lignano che rappresenta anche la Camera
di Commercio di Udine ingegner Giovanni
Battista Rizzani, un consigliere dell’Azienda
suddetta l’ingegner Valentino Magnani, il vice
sindaco del comune di Latisana Luigi Cicuttin,
l’ingegnere comunale di Latisana Luigi Zatti e
tre dipendenti del comune Aldo Samueli, Carlo
Matassi e l’ingegner Giovanni Mantovani, oltre
a quattro tra tecnici e dirigenti del Magistrato alle
Acque sezione urbanistica, l’ispettore generale
ingegnerCAldo Cremese, l’architetto Luigi
Santacatterina e l’architetto Bruno Manno e il
dott. Michele Sortino e inine Marcello D’Olivo.
Le decisioni assunte in questa riunione possono
sostanzialmente riassumersi nella volontà comune di tutte le parti presenti di afiancare all’architetto D’Olivo altri due professionisti scelti dalle
società presenti a Lignano d’intesa con l’Azienda
autonoma di Soggiorno e il secondo indicato dal
Magistrato alle Acque. In questo modo si intendeva porre ine al contenzioso originato dallo
straordinario potere di attrazione della chiocciola
di Pineta che attirava nel suo vortice i villeggianti diretti a Lignano, i quali trascuravano le altre
mete balneari suscitando il malumore di esercenti
e proprietari. I due professionisti avevano quindi
il compito di difendere e tutelarne gli interessi di
tutti gli altri soggetti, infatti l’obiettivo era quello
di trovare una soluzione armonica tale da accontentare tutte le parti.
Lo stesso D’Olivo, come riportato dal verbale
della riunione, aveva espresso la sua disponibilità
ma gli sviluppi ulteriori ebbero un esito diverso,
infatti il 24 aprile 1955 l’architetto consegnò
l’elaborato completo del piano regolatore redatto
insieme al socio Adelsi Bulfoni, ricordando
all’Amministrazione che aveva trenta giorni di
tempo per esporlo. Non è chiaro se la decisione
di proseguire il lavoro senza accogliere la richiesta
di collaborazione con altri due professionisti fu
interamente frutto di una scelta dell’architetto
D’Olivo, il quale comunque, senza l’appoggio
dell’Amministrazione, non avrebbe potuto
ignorare platealmente la decisione concordata tra
le parti. Nella lettera di trasmissione delle tavole e
degli altri materiali del piano31 D’Olivo fa cenno
a una riunione tenutasi il 9 aprile presso la sede
del municipio alla quale avevano partecipato
il Sindaco, il segretario comunale, l’Azienda
autonoma di Soggiorno, i rappresentanti
della Commissione Pontiicia di Assistenza, i
rappresentanti e i proprietari dei maggiori lotti
di terreno nel corso della quale furono presi gli
ultimi accordi per il Piano.
Sia la riunione che il mancato spirito di
collaborazione da parte del Comune e di rilesso
anche del progettista suscitano la decisa e stizzita
reazione del Prefetto di Udine il quale scrive al
sindaco Zanelli ricordando gli impegni presi il 14
febbraio nella riunione plenaria e avvertendo che
l’inosservanza avrebbe determinato l’arrivo del
Commissario Prefettizio, in pratica un preavviso
di commissariamento32.
La ferma reprimenda del Prefetto si conclude con
la richiesta di non esporre gli elaborati appena
30 Verbale - Riunione per una conferenza di servizio sul Piano Regolatore Generale del Comune di Latisana e per la regolamentazione urbanistica della frazione di Lignano, in Latisana, ASC, b.1159/34, del 14 marzo 1955.
31 Piano Regolatore Generale del comune di Latisana, in Latisana, ASC, b.1172/03, del 23 aprile1955.
32 Piano regolatore generale del Comune in Latisana, ASC, b. 1172/03, del 22 aprile1955.
D’OLIVO E L’URBANISTICA A SPIRALE A LIGNANO
consegnati anche perché non avendo D’Olivo
ricevuto alcun incarico uficiale dal Comune, lo
stesso piano non ha alcuna rilevanza giuridica e
risulta pertanto illegale. Alla richiesta il Sindaco
risponde a stretto giro assicurando la propria
collaborazione oltre a impegnarsi per arrivare a
una conclusione tale da soddisfare tutte le parti
in causa33. In una nota successiva inviata alla
Prefettura il sindaco Zanelli informa che
«Sono in corso pratiche con l’arch. D’Olivo intese
allo sganciamento completo e deinitivo dallo
stesso in modo che il Comune sia libero di trattare
la delicata partita nell’interesse pubblico e con
generale soddisfazione»34.
Ma nel mese di settembre ancora non ci sono
novità tanto che il Prefetto torna a sollecitare
il Comune per avere aggiornamenti: nel
frattempo D’Olivo ha presentato la parcella per
la compilazione del piano ma, a seguito della
difida arrivata dalla Prefettura, il Comune di
Latisana non autorizza la liquidazione della
stessa. Cosicché D’Olivo afida la riscossione
al suo avvocato, Loris Fortuna, il quale riesce a
concordare con l’amministrazione una somma
ritenuta congruente.35
Gli elaborati del piano sono accompagnati dalla
relazione nella quale D’Olivo illustra quelle che
sono le linee guida della sua proposta
«Il piano è impostato su concetti generali e
deinito solo nelle sue linee e caratteristiche
generali, lessibile ad un idoneo e razionale studio
particolareggiato di alcune parti, ed inoltre, date
le sue direttive ed impostazioni, l’elasticità non
pregiudica l’organicità compositiva. Con questo
criterio vengono evitati gli inconvenienti in
ogni punto del territorio residenziale, agricolo,
balneare e d’interesse d’indole particolare. […]
Partendo dalla situazione attuale della punta
penisola , impostata dall’ing. Pievatolo, col suo
piano redatto nel 1936, era necessario, date le
caratteristiche della penisola, svolgere una rete
continuativa ino alla foce del Tagliamento, senza
spezzettare urbanisticamente il territorio, ma nel
medesimo tempo mantenendo la suddivisione
295
dei centri necessaria alla distribuzione delle zone.
L’afluenza alle due arterie di grande trafico
parallele al lungomare è data da un’armonica
comunicazione tra capoluogo e penisola ed attenua
le dificoltà di trafico dei trentamila passanti nei
giorni di punta e l’enorme incremento prevedibile
del futuro. Con l’estensione di sei chilometri di
spiaggia, con l’attento studio del piano in causa,
con l’urbanizzazione razionale della viabilità, con
la zonizzazione data dal frutto dell’esperienza,
un aflusso indeinito del retroterra italiano e
straniero, viene automaticamente a disseminare
il super popolamento limitando la prevedibile
crescente percentuale d’affollamento. A questo
punto è stato conveniente il valido aiuto della
commissione edilizia comunale»36.
La ‘rete continuativa’ che ha l’obiettivo di non
«spezzettare urbanisticamente» la penisola illustra
il principio che sottende alle scelte urbanistiche di
D’Olivo che soprattutto nella disposizione della
viabilità si ispira al principio della «lessibilità e
elasticità delle linee». L’elemento nuovo tra il
piano generale del comune e quello redatto nel
1954 per l’intera penisola consiste soprattutto
nel collegamento tra il comune capoluogo e la
viabilità autostradale (Venezia-Trieste) quindi
l’accesso alla penisola. D’Olivo prevede un’arteria
a doppio senso che si
«apre in linea sinussoidale ino a raggiungere la
spina dorsale del grande trafico della penisola
dando libero sfogo alle strade di alimentazione
particolari»37,
In una tavola pubblicata in “Discorso per
un’altra architettura”, D’Olivo svela come è stata
tracciata la sinussoidale sopra citata38, generata
da un’equazione logaritmica che si connette alla
spirale di Lignano Pineta: ancora una volta è la
matematica a guidare lo sviluppo del piano, che
risponde a quell’esigenza di continuità sempre
tenuta presente dall’architetto. Si tratta di un
valore intrinseco all’architettura organica e lo
stesso Wright lo ha ben presente quando realizza
la soluzione per il Guggenheim con la celebre
rampa a spirale logaritmica.
33 Latisana, ASC, b. 1172/03, del 27 aprile1955.
34 Latisana, ASC, b. 1172/03, dd.11 giugno 1955.
35 Verbale di deliberazione della Giunta municipale, R.D. 274, prot. 8186, del 6 dicembre 1955, in Latisana, ASC, b. 1172/03.
36 Studio d’Architettura Ingegneria Urbanistica Marcello D’Olivo Adelsi Bulfoni, Relazione, Piano Regolatore Generale,
Comune di Latisana, Trieste, Arti graiche Villaggio del Fanciullo di Trieste, 1955 in Latisana, ASC, b. 1159/34.
37 Ibidem.
38 M. D’OLIVO, Discorso per un’altra architettura, Udine, Casamassima, 1972, tav. 03.01 (Lignano 1953-1956).
296
DIANA BARILLARI
4. Il Piano urbanistico dal punto di vista
dell’Ingegnere
I carteggi e la documentazione conservata
nell’Archivio Storico del Comune di Latisana
illustrano i tanti ostacoli che il piano D’Olivo
incontra e oltre al contenzioso, poi risolto con
una transazione, con la stessa amministrazione,
tornano a farsi sentire le società e i proprietari
delle aree che si ritengono danneggiati dalle
geometrie curvilinee di D’Olivo. Si levano anche
le voci del Corpo Forestale della Stato e della
Camera di Commercio in quanto l’apertura di
nuove strade va a interessare zone soggette a
vincolo idrogeologico o la pineta oggetto di un
rimboschimento effettuato a spese dello Stato:
il Piano e il suo Progettista hanno superato la
fase critica più acuta quando era stato paventato
il commissariamento da parte della Prefettura di
Udine, ma i problemi non sono initi.
Le criticità che vengono espresse da diverse parti
convincono il Sindaco, Luigi Cicuttin (già vice
nella tornata precedente) a chiedere un parere39
all’ingegner Luigi Zatti, professionista di iducia
dell’Amministrazione, che aveva seguito tutte le
tormentate vicende del progetto in dall’inizio.
Nella sua circostanziata e puntuale relazione
l’ingegner Zatti, dopo aver espresso tutta la
propria stima nei confronti di un
«Valorosissimo collega che ha saputo fornire
tangibili e pratiche prove di saper realizzare delle
bellissime cose sia nel campo dell’architettura
come in quello della pianiicazione»
ripercorre le vicende che hanno preceduto il piano
regolatore generale e quindi sottolinea quello che
a suo parere ne costituisce il difetto più marcato,
vale a dire la mancanza della parte economica:
«Ogni Piano non è concepibile, grande o
piccolo che esso sia, generale o particolare,
se non corredato e completato dalla parte
economica relativa alla spesa necessaria per la
sua realizzazione e ciò tanto più quando, come
nel caso in questione, il Committente è una
pubblica Amministrazione che dalle questioni
economiche non può prescindere specie quando
trattasi di programmi che possono vincolare i
bilanci di numerosissimi esercizi futuri e forse
anche eccedere le stesse possibilità economiche
dell’Ente. Purtroppo il piano D’Olivo è privo
della parte economica ed è una grave deicienza
per poterne esprimere un parere completo.
Con tali osservazioni ed appunti non è che io
voglia inirmare o menomare l’elaborato del
collega architetto D’Olivo, che anzi ho sempre
riconosciuto e ammirato per la sua perfetta,
unitaria e grandiosa concezione che tiene conto
di tutti gli elementi fondamentali, zonizzazione,
sviluppo demograico, servizi comunali, necessità
turistiche, viabilità principale e secondaria, ecc.,
ma solo ho voluto ed inteso di precisare che esso
piano eccede e oltrepassa le inalità per cui venne
disposto e per tale ragione non serve o serve male,
allo scopo per cui era stato ordinato che è quello
dianzi precisato, scopo semplice e ben deinito: di
concretare cioè nel più breve tempo possibile quel
mezzo voluto dalla legge, cioè il piano generale
per ottenere l’approvazione dei piani particolari
della penisola di Lignano in parte già in essere e in
parte in programma, ma parimenti indispensabili
per la disciplina dello sviluppo urbanistico della
zona cui deve presiedere, per legge, l’Autorità
comunale. Ogni altro ine diverso che il piano
generale possa essersi invece ripromesso, eccede i
compiti dell’Amministrazione comunale e rientra
in un campo molto più vasto, specie per quanto
concerne la viabilità esterna alla zona turistica,
viabilità che non può essere solo di competenza
comunale. Basti a tale riguardo ricordare che il
piano generale prescinde completamente dalla
viabilità esistente e prevede la costruzione ex
novo di nuove vie di transito distinte e diverse:
autostrada; strade di grande trafico; strade
piccolo trafico; nessuna delle quali coincide con
la viabilità attuale che tuttavia è e non sembra
doversi completamente abbandonare»40.
Le affascinanti geometrie generate dai logaritmi
avevano potuto essere dispiegate in piena libertà
sull’aerea di proprietà della Lignano Pineta
dove le uniche preesistenze erano costituite da
canali collettori e da una sola strada di una certa
rilevanza che era però esterna ai conini, mentre
nel momento in cui si trattava di porsi in relazione
con la rete di collegamenti esistente e soprattutto
con le pretese e le aspettative delle altre parti
in causa, allora lo strumento normativo e
economico assumeva un peso del quale, da
esperto di tecnica urbanistica, l’ingegner Zatti
era ben consapevole. Nel parere redatto per il
Comune, inoltre, ricorda che il piano generale era
strumentale all’approvazione di quelli particolari
previsti o in vigore nella penisola di Lignano.
Il collegamento tra le due località balneari,
quella di Sabbiadoro e il nuovo insediamento
di Pineta era stato oggetto dell’incarico afidato
dal Comune a D’Olivo nel 1953, suscitando da
subito forti reazioni.
39 In Latisana, ASC, b. 1172/03, del 1 dicembre 1956.
40 L. ZATTI, Parere in merito al Piano Regolatore Generale del comune di Latisana compilato nel 1955 dall’arch. Marcello D’Olivo, in Latisana, ASC, b. 1159/34, del 7 dicembre 1956.
D’OLIVO E L’URBANISTICA A SPIRALE A LIGNANO
5. Luigi Piccinato vs Marcello D’Olivo due visioni
antitetiche dell’”Urbanistica organica”
Nelle sue considerazioni inali l’ingegner Zatti
dopo aver reiterato le espressioni di apprezzamento per il “grandioso lavoro” di D’Olivo ribadisce
che per poter approvare il piano, tenendo in considerazione i propri ini particolari, bisogna operare
un deciso ridimensionamento, onde assicurare
una rapida e sicura realizzazione del medesimo.
Di seguito elenca le modiiche da apportare, con
speciale riguardo agli aspetti della viabilità, esaminando le nuove proposte e la situazione esistente
allo scopo di veriicare, punto per punto, la concreta possibilità di realizzazione. L’ingegner Zatti
segnala inoltre che ci sono consistenti fattori di
contrasto per quanto riguarda la zona occidentale
della penisola, vale a dire l’area a ovest della chiocciola di Pineta ino al Tagliamento: a suo parere
le opposizioni sono dovute a «mancati preliminari
indispensabili accordi con gli interessati» pertanto
«appare necessario riesaminare tutto quanto
si riferisce a questa zona particolare in
rapporto alle iniziative che chi la rappresenta
deve aver concretato e ciò per evitare ulteriori
opposizioni»41.
Il riferimento è a quelle Società e proprietari che
fecero recapitare al Comune di Latisana la difida
nel 1954 e che, come previsto nel Parere furono
tra i primi a esprimere la loro contrarietà al piano
regolatore generale. Ma invece che presentare
delle generiche opposizioni i due ricorrenti
preferirono inviare degli studi alternativi.
I fratelli Coin presentarono la loro controproposta
che consisteva un piano redatto dagli architetti
Giovanni Morassutti, Alberto Ferrini e Francesco
Gnecchi42, mentre la S.I.L, la S.I.A.L e la S.T.A.43
incaricarono l’architetto Luigi Piccinato
«di studiare l’adattamento del piano regolatore
del Comune di Latisana per la parte riguardante
la penisola di Lignano ed interessante i terreni di
loro proprietà al ine di assicurarne l’aderenza
alle caratteristiche ambientali ed alle inalità di
un eficiente e organico sviluppo turistico della
zona»44.
La “Relazione” di Piccinato allegata alla lettera
297
delle tre società consorziate si compone di
quattro pagine, due delle quali sono dedicate alle
osservazioni critiche rivolte al piano D’Olivo.
La valutazioni espresse dal professor Piccinato,
all’epoca docente di “Urbanistica” a Venezia,
sono tanto più sostanziali in quanto pronunciate
da uno degli esponenti di punta dell’Urbanistica
italiana45. Nella prima parte della sua “Relazione”
per il piano di Lignano ovest Piccinato fa
emergere quelli che sono a suo parere i difetti
della proposta D’Olivo:
«A nostro avviso già le linee del piano generale
seguono piuttosto una teorica impostata su
formalismi planimetrici vieti e superati anziché
basarsi su un più obiettivo studio accurato di
quei presupposti programmatici, che soli devono
guidare con serietà qualunque sforzo compositivo
urbanistico. Da questi presupposti deve sempre
partire lo studio del piano. Il quale, tanto sarà
più concretamente logico, eficiente, bello, utile
e spontaneo, quanto più rappresenterà una
interpretazione seria e accurata di tutti i fattori
di base. Solo in tale modo è possibile ottenere
quella eficace aderenza urbanistica che, da sola,
garantisce ed accerta la rispondenza del tema ad
una più viva realtà; aderenza che qui manca del
tutto. Non vogliamo addentrarci però nell’esame
di tutto il piano generale del Comune di Latisana
ma, premesso quanto sopra, non possiamo non
soffermarci sulla struttura che il piano propone,
sia pure nella sua evidente eccessiva sommarietà,
per la zona di Lignano. Qui anelli concentrici
di strade a spirale, lunghe parabole di arterie,
parcheggi, slarghi e piazzali sono tracciati
obbedendo a un formalismo purtroppo distaccato
dal quadro urbanistico, rappresentato dalle fasce
di pineta, dalla posizione delle dune, dall’esistenza
dell’abitato di Lignano (con le sue necessità, i
suoi bisogni, i suoi sviluppi): La zonizzazione
prevista sommariamente è del tutto incoerente
rispetto alla struttura viaria, e questa ultima poi
è del tutto lontana da un indispensabile quadro
di unità. Questo insieme non rafigura un piano.
All’opposto: siamo lontani qui da un qualsiasi
“organismo”, senza il quale manca precisamente
il piano, il programma che lo sostiene e lo
giustiica. Disgraziatamente il settore mediano,
appartenente a una privata società, è stato dal
41 Ibidem.
42 In Latisana, ASC, b. 1159/34, del 10 aprile 1957.
43 La “S.I.L. Società Imprese Lignano” era rappresentata dall’onorevole avvocato Edoardo Clerici, la “S.I.A.L. Società Imprese Agricole Lignano” dal professor Domenico Chiesa e la “S.T.A Società Turistica Adriatica” dal conte Lodovico Foscari.
44 In Latisana, ASC, b. 1159/34, dd. 3 luglio 1957.
45 Cfr. C. DE SESSA, Luigi Piccinato architetto, Bari, Dedalo, 1985; C. MERLINI, Luigi Piccinato. Una professione per la città e
la società, in Urbanisti italiani: Piccinato, Marconi, Samonà, Quaroni, De Carlo, Astengo, Campos Venuti, a cura di P. Di Biagi
e P. Gabellini, Roma-Bari, Laterza, 1992; Luigi Piccinato e l’urbanistica moderna, a cura di F. Malusardi (con contributi di G.
Astengo, G. Campos Venuti, B. Dolcetta, R. Mariani, M. Fabbri, M. Vittorini, I. Insolera, E. D. Sanilippo, B. Zevi), Roma,
Oficina, 1993.
298
DIANA BARILLARI
progettista già realizzato (e proprio nell’interesse
stesso della Società) e rappresenta una realtà della
quale oggi non si può non tener conto. Si vuole
tuttavia, con il progetto che qui si accompagna,
proporre una soluzione per il settore meridionale
ino alle sponde del Tagliamento onde evitare
che anche questa notevole parte della pineta sia
malamente e incongruentemente urbanizzata»46.
In questa sistematica demolizione del progetto
D’Olivo oltre a ravvisare una concezione diversa
della pianiicazione urbanistica, sicuramente più
fondata su assunti teorici e una competenza indiscussa in merito agli assunti fondamentali della
disciplina, pare di registrare da parte di Piccinato una punta di insofferenza per un progetto che
potrebbe essere annoverato come appartenente
al movimento organico e proprio per tale motivo
ancora più avversato. Secondo Piccinato ciò che
manca è proprio la dimensione organica, in quanto non ci sono quelli che costituiscono a suo dire
i presupposti logici e formali di relazione con la
“viva realtà”. In sostanza D’Olivo ha impostato
il proprio disegno urbanistico a forme che possono essere qualiicate come formalismi, deinizione che ha una valenza negativa. In particolare
l’analisi si focalizza sull’elemento che caratterizza
Pineta, la spirale che viene descritta con maggior
dettaglio proprio per evidenziarne gli errori. Una
bocciatura senza appello, circostanziata e tanto
più severa in quanto proveniente da un architetto
che da subito ha aderito al movimento organico,
condividendone lo slancio innovatore. Inoltre durante il periodo in cui era direttore insieme a Ridoli di «Metron» alcune opere di D’Olivo erano
state pubblicate sulla rivista47.
Piccinato e D’Olivo si trovano in contrapposizione
intanto perché i rispettivi committenti hanno da
tempo un contenzioso in atto, ma soprattutto
perché Piccinato in quanto profondo conoscitore
della materia urbanistica coglie alcuni elementi
che svelano la sostanza architettonica della forma
urbana che D’Olivo ha inventato: la spirale e
le altre sinusoidi generate dai logaritmi non
appartengono all’urbanistica in senso rigoroso,
ma al campo dell’arte, tanto che sembrano
segni tracciati su scala territoriale, piuttosto che
forme generate da norme, logiche, schematismi
razionali. La chiocciola di Pineta ha più afinità
con un’opera di Land Art che con la teoria
disciplinare e questa estraneità sancisce, secondo
Piccinato, il fallimento dell’urbanistica proposta
da D’Olivo. Con il piano per la zona ovest di
Lignano intende emendare gli errori riscontrati
offrendo la contempo una lezione che si ponga
come esemplare sotto il proilo del metodo e della
pertinenza disciplinare
«Il progetto in parola, che rappresenta una proposta di variante al piano generale, propone la organizzazione del vasto territorio in vari gruppi di
residenze servite da una circolazione stradale veicolare periferica con ramiicazioni locali di strade
minori residenziali di penetrazione. Varie arterie
più importanti assicurano i raccordi con la grande
arteria da Latisana, con la lottizzazione già eseguita nel settore mediano, con il centro di Lignano
e, inine, con il lungomare. Nel quadro generale è
prevista una zona ‘centrale’ con negozi, cinema,
chiesa, caffè, servizi pubblici, autorimesse, ufici
ecc. mentre nei vari settori residenziali sono previsti minori centri di negozi. Lungo il Tagliamento,
in una zona sommamente caratteristica per bellezza dei luoghi è previsto l’impianto di una zona
sportiva mentre zone alberghiere sono previste in
adatte posizioni con riserve di parco. Speciale studio è stato posto nella conservazione e valorizzazione delle zone verdi e del patrimonio arboreo che
costituisce la ricchezza di fondo di tutta la spiaggia
di Lignano. In luogo di progettare il solito lungomare quale strada di circolazione automobilistica
(ciò che rende fastidioso, rumoroso, pericoloso e
incomodo il soggiorno sulla spiaggia) si è voluto
conservare alla duna litoranea il carattere di passeggiata panoramica portando più indietro, alle
spalle, la circolazione e conservando anche una
profonda fascia di parco pineta con posteggi per i
veicoli. Tutto il settore è considerato come un vastissimo parco percorso solo ed esclusivamente da
sentieri pedonali, che collegano le zone residenziali con il centro e con la spiaggia, escludendo gravosi incrocio con strade veicolari. La vita degli ospiti
potrà svolgersi così in un quadro più calmo e silenzioso con quel tono di tranquillità e di riserbo che
invano il turista ricerca a Jesolo, al Lido di Venezia
o a Lignano stessa. Sono, questi criteri, già in atto
in altre moderne spiagge e luoghi di villeggiatura
quali Punta Ballena presso Montevideo, Pinamar
sull’Atlantico, Saltjobaden in Svezia, Baruthane
sul Bosforo, Saas Fé in Svizzera..Si è voluto con
questo progetto portare una parola più viva e più
aderente a una nuova realtà, nell’intento di impedire che la bellissima spiaggia di Lignano rischi di
naufragare nel luogo comune, che ha fatto scadere
del tutto tante altre spiagge dell’Adriatico. E forse
si è ancora in tempo»48.
46 L. PICCINATO, Piano Regolatore di Latisana nota relativa alla sistemazione di Lignano ovest, in Latisana, ASC, b. 1159/34,
allegato alla lettera del 3 luglio 1957.
47 T. FURLANI, Una libera comunità giovanile a Trieste, «Metron», 47, dicembre 1952, pp. 33-35; Quattro progetti di Marcello
D’Olivo, ivi, pp. 36-48.
48 LUIGI PICCINATO, Piano regolatore di Latisana nota relativa alla sistemazione di Lignano ovest, in Latisana, ASC, b. 1159/34,
allegato alla lettera del 3 luglio 1957.
D’OLIVO E L’URBANISTICA A SPIRALE A LIGNANO
Se si confrontano le tavole dei due Piani e le
foto aeree che ne documentano l’avvenuta
realizzazione, la differenza tra le due diverse
concezioni della composizione urbanistica è
quella che Paola Di Biagi descrive nel contributo
pubblicato nel catalogo della mostra dedicata a
Marcello D’Olivo nel 2002
«nel primo [Piccinato n.d.r.] l’articolazione e la
gerarchia dei tracciati formano diverse unità di
vicinato, nel secondo [D’Olivo n.d.r.] il disegno
urbano è totalmente afidato alla strada; il
tracciato si riconferma il grande materiale
compositivo che avvolgendosi disegna spirali o
dispiegandosi sviluppa e forma città lineari»49.
Se entrambi aderiscono al “Movimento per
l’Architettura Organica” la loro interpretazione
quando si cala nella concretezza del piano
diverge sostanzialmente, infatti per D’Olivo
(come peraltro Wright) il tracciato o la forma
architettonica
hanno una funzione che può
deinirsi afine a quella del mondo naturale, come
nel caso della conchiglia del Nautilus che disegna
una spirale logaritmica. La dimensione organica
del piano urbanistico secondo Piccinato invece
consiste nello studio della «viva realtà», pertanto
il contesto che viene accuratamente analizzato
costituisce il principio generatore del programma
che poi si conigura, articolandosi per parti tra
loro interconnesse, come in un organismo vivente.
Le diverse osservazioni in forma di proposta arrivate all’amministrazione comunale di Latisana
oltre al parere espresso dall’ingegner Zatti vengono inviate a D’Olivo afinché esprima una valutazione, in vista dell’approvazione del piano regolatore generale. La risposta dell’architetto tarda
a arrivare tanto che il Comune ne sollecita il
parere che giunge il 14 ottobre: nella lettera D’Olivo dopo aver ribadito la paternità del progetto
sostiene che le obiezioni dei privati devono essere
inviate a Roma presso il Consiglio Superiore del
lavori Pubblici, che è l’uficio competente a effettuare le scelte relative. La lettera si conclude con
il passaggio delle consegne al idato collaboratore
Enor Milocco che
«ha tutte le facoltà di presiedere, indire, agire,
incassare, modiicare e irmare il Piano regolatore
generale e quello particolareggiato»50.
La parola dimissioni non compare, ma la lettera
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sostanzialmente segnala il deinitivo disimpegno
dell’architetto D’Olivo per quanto riguarda il
piano regolatore, ma nel contempo anche gli
incarichi per la progettazione di ville a complessi
edilizi si riducono in maniera considerevole.
Il motivo di questo allontanamento è dovuto,
secondo Paolo Nicoloso51, alla rottura con
la Società Lignano Pineta nella quale viene
ridimensionato il ruolo di Giuseppe Anzil che
aveva sempre sostenuto D’Olivo: da questo
momento a Lignano arrivano altri giovani
architetti, tra loro Aldo Bernardis, Gianni Avon,
Paolo Pascolo, Gino Biasi52. Ma in effetti il
geometra Milocco qualche giorno dopo speciica
che la paternità del piano resta a D’Olivo e in
effetti il suo ruolo è quello di supplenza più che
di sostituzione : la stima tra i due professionisti è
tale che anche gli aspetti giuridici e amministrativi
non costituiscono un problema. La presenza
dell’architetto quindi continua a farsi sentire,
infatti in una riunione convocata il 26 ottobre a
Latisana per trovare, come si legge nell’invito
«un incontro sui vari punti di vista concernenti
l’elaborazione del piano regolatore generale del
Comune di Latisana, particolarmente per la parte
riguardante la penisola di Lignano, allo scopo
di evitare in da ora le opposizioni da parte dei
singoli interessati che costituirebbero remore che
il Comune, a guadagno di tempo, desidererebbe
superare provvisoriamente»53.
Nella stessa riunione Milocco dichiara che
entrambe le proposte avanzate dai privati, una
a irma Piccinato e l’altra Morassutti possono
essere accolte e riferisce che D’Olivo si riserva
soltanto di valutare la compatibilità con i criteri
generali del piano generale del comune. L’iter
del progetto continua e il consiglio comunale di
Latisana approva nella seduta del 29 giugno 1958
il piano regolatore generale al quale mancano
alcune carte per essere inviato a Roma per la
deinitiva approvazione. Ma nel frattempo
Lignano si stacca da Latisana per diventare un
comune autonomo e così il travagliato iter del
piano regolatore si interrompe deinitivamente.
Il neo costituito comune afiderà la redazione
del nuovo piano regolatore a Gino Valle e Attilio
Zannier (1961-1965)54 ma anche questo progetto
non verrà mai condotto a termine e nel 1965 Valle
verrà sostituito da Luciano Di Sopra.
49 P. DI BIAGI, Da Lignano a Ecotown: il disegno di un’utopia, in Marcello D’Olivo architetto …, cit., p.13.
50 in Latisana, ASC, b. 1159/34, del 14 ottobre 1957.
51 NICOLOSO, Lignano (1952-63) …, cit. , p. 44.
52 M. STEFANI, Architettura moderna a Lignano: la casa di vacanza degli anni Cinquanta e Sessante, in Lignan …, cit., pp.
615-644.
53 Riunione per un esame tecnico al Piano Regolatore Generale del comune di Latisana, Verbale , in Latisana, ASC, b. 1159/34,
del 26 ottobre 1957.
54 P. CIGALOTTO, O. MENEGHINI, Lignano, “croce e delizia” degli Urbanisti, in Lignan …, cit., p. 527.
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6. Un inale nel nome di Wright
L’ideale conclusione del piano di Lignano Pineta
si compie tra il 1955 e il 1956 ma questo non pone
termine alla rilessione dell’architetto sulla forma
della spirale, e anche se l’iconica struttura non
avrà repliche, sul tema della città delle vacanze
D’Olivo tornerà tra la ine degli anni Cinquanta e
i primi anni Sessanta realizzando il piano del Lido
di Fiumicino (1956), la proposta per un Piano di
sviluppo del comprensorio Aquileia-Grado (19581959), il villaggio di Manacore sul Gargano (19591964) su commissione dalla Compagnia Italiana
per il Turismo Europeo, il piano urbanistico
e alcuni ediici per il Centro turistico Nuova
Pineta al Lido di Classe a Ravenna (1962-1963), il
progetto per un centro turistico al lido di Rosolina
(1959-1962). I progetti elencati sono pubblicati nel
numero monograico che “Casabella-Continuità”
nel gennaio del 1964 dedica al tema delle coste
italiane con particolare riguardo all’urbanistica55.
Sono due i progetti di D’Olivo oggetto di una
presentazione più dettagliata, oltre a Manacore
che nel 1964 era stato quasi ultimato, le proposte
per la Pineta di Classe frutto della collaborazione
tra gli studi D’Olivo (con Valentino Simonitti)
Alessandro Manzone e Ludovico
Quaroni
(Gabriella Esposito, Roberto Maestro e Antonio
Quistelli) . Il comune denominatore tra Quaroni
e D’Olivo è la condivisa predilezione per forme
megastrutturali di forma circolare aperta o
chiusa, calate in un contesto urbanistico dove
le strade disegnano ampie curve che luiscono
armoniosamente nel paesaggio. I supercondomini
deiniti «circus» capaci di ospitare 1200
appartamenti, rielaborano le proposte per il
quartiere Cep alle Barene di San Giuliano a
Mestre che Quaroni aveva ideato nel 1959 ma
sono altresì debitrici delle visioni utopistiche
di Frank Lloyd Wright per la Grande Baghdad
(1957)56 . Anche se non si trova in riva al mare e
non è mai stata neppure segnalata, la proposta di
D’Olivo per la colonia Olivetti a Brusson (1955)
presentata al concorso di primo grado, suscitò
l’interesse della critica, insieme al progetto di
Carlo Scarpa e Gilda D’Agaro che vennero invece
invitati al secondo grado del concorso. Anche
se l’incarico venne afidato a Claudio Conte e
Leonardo Fiori, Renato Pedio sulle pagine de
“L’Architettura Cronache e Storia”57 ebbe parole
di apprezzamento e di «sincero elogio» per i
progetti Scarpa e D’Olivo che ritenne meritevoli di
pubblicazione soprattutto per il metodo di lavoro
impiegato.
«Per D’Olivo ogni ediicio è un’avventura
grandiosa, un’occasione per rifare il mondo e la
storia, per inventare una nuova vicenda umana.
In questa forza esplosiva e gioiosa sarebbe
assurdo pretendere di reperire i momenti del
raccoglimento pensoso e della mestizia. Contro
il normale professionalismo e contro i più
profondi temperamenti schivi e isolati, D’Olivo
rappresenta l’esultanza di una visione attivistica
dell’architettare con le conseguenze ‘brutalistiche’
che ne sono l’inevitabile conseguenza»58.
Il calzante giudizio di Renato Pedio, pur se
riferito al progetto per la colonia di Brusson,
risulta illuminante per comprendere la forza
della carica utopistica di Marcello D’Olivo
ma anche le ragioni di dei tanti ostacoli e delle
incomprensioni che hanno caratterizzato la sua
architettura visionaria.
55 Coste italiane 1. Urbanistica, «Casabella Continuità», 283, gennaio 1964. Oltre all’editoriale di Ernesto Nathan Rogers
(“Homo additus naturae”) va segnalato il saggio di FRANCESCO TENTORI, “Ordine per le coste italiane” (ivi, pp.5-19). Inoltre P.
CARLOTTI, D. NENCINI, P. POSOCCO, Mediterranei Traduzioni della modernità, Milano, Franco Angeli, 2014, pp. 127-134.
56 M. MAREFAT, Wright in Baghdad Urban life more beautiful, in Frank Lloyd Wright from within outward, Catalogo della
Mostra, a cura di R.Cleary, New York, Skira Rizzoli, 2009,74-91.
57 R. PEDIO, Concorso per una colonia a Brusson, «L’Architettura Cronache e Storia», IV, 37, novembre, 1958, pp. 458-471.
58 Ivi, p. 470.
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1 La penisola di Lignano con la spirale di Pineta appena tracciata in una foto aerea I.G.M. del 1954. In alto la laguna
di Marano, a sinistra le anse del iume Tagliamento.
2 M.D’Olivo, Lignano Pineta studio sulla viabilità, 1954 ca. (Teor [Udine], Archivio privato).
3 M.D’Olivo, Lignano Pineta studio sulla zonizzazione, 1954 ca. (Teor [Udine], Archivio privato).
4 Ernest Hemingway e Maria Luisa Kechler ( moglie del conte Federico) sulla spiaggia di Lignano Pineta il 15 aprile
1954 (Roma , Archivio privato Antonio D’Olivo, foto di Mario Kechler).
5 M.D’Olivo (attr.) studio per lo sviluppo di una spirale logaritmica e conigurazione di uno ziggurat. La tavola è
collegata a quella dello studio per la zonizzazione dove il proilo dello ziggurat è composto dagli ediici di altezza
diversa, dai cinque piani di quelli dell’anello prossimo al centro della spirale ino quelli a un piano nelle zone più
lontane, seguendo una criterio di decrescita proporzionale alla distanza dal centro, 1954 ca. (Teor [Udine], Archivio
privato).
6 Ernst Hemingway e Adriana Ivancich a Villa Kechler, Percoto, 1954 (Lignano, Archivio del Comune, foto Mary
Welsh Hemingway).
7 M.D’Olivo (attr.), studio con rettangoli e triangoli aurei, 1953 ca. (Teor [Udine], Archivio privato).
8 Nella tavola rafigurante la “Planimetria penisola di Lignano situazione della rete stradale nella proprietà Lignano
Pineta spa” la spirale disegnata è quella equiangolare o di Archimede, mentre in alcune varianti precedenti D’Olivo
aveva ipotizzato anche l’impiego della spirale logaritmica, 1953 ca. (Teor [Udine], Archivio privato).
9 M.D’Olivo, Villa Sinisgalli a Lignano Pineta, 1954-55, veduta dal terrazzo (Udine, Civici Musei, Gallerie del
progetto, foto di Italo Zannier)
10 M.D’Olivo, Villa Spezzotti a Lignano Pineta, veduta generale da ovest (Udine, Civici Musei, Gallerie del Progetto)
11 M.D’Olivo, Villa Mainardis a Lignano Pineta, 1954-55, veduta della terrazza panoramica al primo piano (Udine,
Civici Musei, Gallerie del progetto, foto di Italo Zannier)
12 M.D’Olivo, Piano per la penisola di Lignano, 1954 (Teor [Udine], Archivio privato)
13. Marcello D’Olivo, Adelsi Bulfoni, piano regolatore per il comune di Latisana, stato di fatto, 1955 (Latisana,
Archivio Storico Comunale).
14 M.D’Olivo, Villa Spezzotti a Lignano Pineta, veduta da sud, foto di Italo Zannier, 1955-58 (Udine, Civici Musei,
Gallerie del Progetto)
15 L.Piccinato, tavola del piano di lottizzazione di Lignano sud, 1957 (da Lignan, 2014, p. 526).
16 Foto aerea rafigurante il tracciato della lottizzazione di Lignano Riviera secondo il piano predisposto da Piccinato,
1963 ca (Lignano, Biblioteca comunale).
17 M.D’Olivo, Piano regolatore generale per Latisana, studio con equazione logaritmica (Discorso per un’altra
architettura, 1972)
18 Marcello D’Olivo, Adelsi Bulfoni, piano regolatore per il comune di Latisana, particolare della penisola di
Lignano, 1955 (Latisana, Archivio Storico Comunale).
19 La penisola di Lignano in una foto aerea I.G.M del 1984 con i segni dello sviluppo turistico, si rilevano i due piani
urbanistici, la spirale di Pineta opera di D’Olivo e a sinistra Lignano Riviera su progetto di Luigi Piccinato.