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URBANISTICA PER LA VILLEGGIATURA E PER IL TURISmo NEL NoVECENTo 3 –2 015 ANNALI DI STORIA DELL’URBANISTICA E DEL PAESAGGIO This volume of the “Annali di Storia dell’Urbanistica e del Paesaggio” (Annals of History of Urban Planning and Landscape) about “Urban Planning for holiday Time and Tourism in the XXth Century” is designed to address a particular aspect of a more general theme - i.e. “Seaside Towns”, “Promenades”, “Architecture and Landscapes of holiday Resorts in Italy between Nineteenth and Twentieth Century”... - which can rely on a thorough sector speciic literature, but perhaps deserved a deeper look into the relationship between Urban Planning/holiday Resorts and Tourism. The underlying intention was to ask, and analyse through a series of case studies, questions on that relationship: whether the town planning discipline at its birth and development in the Twentieth century had ever considered issues related to tourism or whether such sensitivity arose much later; whether speciic models for Tourist Centres, be they seaside, mountain or spa resorts, had ever been developed; whether, in speciic cases, the town planning aspect, together with the architectural one, had been put ‘on the agenda’ to become a matter the designers had to handle. These essays clearly highlight that, despite the diversity of solutions and approaches to various issues - from individual urban designs to specialist towns, from tourist centres to summer camp architecture, from town blocks to special types with urban signiicance such as Promenades - Urban Planning, and not just Architecture, has actually experienced a close and continuous interrelation with the problems of “Tourist Resorts” both from a general (theories, relections, etc.) and from a speciic point of view. ASUP Con questo volume degli “Annali di Storia dell’Urbanistica e del Paesaggio” dedicato a “Urbanistica per la Villeggiatura e per il Turismo nel Novecento” si è voluto affrontare un aspetto particolare di un tema più generale – quello della “Città balneare”, dei “Lungomari”, dell’ “Architettura e dei Paesaggi della Villeggiatura in Italia tra otto e Novecento” … - che gode ormai di una buona Letteratura, ma che forse meritava qualche approfondimento in più riguardo al rapporto tra Urbanistica/Villeggiatura e Turismo. L’intento è stato quello di impostare, e di analizzare attraverso una serie di casi di studio, quesiti relativi a quel rapporto: se cioè la disciplina urbanistica al suo nascere e nel suo svilupparsi nel corso del Novecento, si sia posta problemi di ordine turistico o se, invece, quella sensibilità sia nata molto più tardi; se si sia mai pensato di elaborare modelli speciici per i Centri turistici, a seconda se quei Centri fossero balneari, montani o termali; se nei casi speciici l’aspetto urbanistico, oltre a quello architettonico, sia stato messo ‘in agenda’ tanto da diventare un assunto con il quale i Progettisti si sono poi concretamente confrontati. dalla raccolta di questi saggi emerge con chiarezza come, pur nella diversità delle soluzioni e degli approcci ai vari temi – dalle singole Progettazioni urbane, ai brani di città specializzate, ai Centri turistici, alle colonie, agli isolati urbani, alle tipologie specialistiche con valenza urbanistica come i Lungomari – effettivamente l’Urbanistica, e non solo l’Architettura, abbia vissuto un rapporto di interrelazione stretta e continua con i problemi delle “Stazioni turistiche”, sia dal punto di vista generale (teorizzazioni, rilessioni, etc), sia particolare. A S U P A N NA L I d I S To R I A d E L L’ U R BA N I S T I C A E d E L PA E S AG G I o progetto scientiico e cura di Ferruccio Canali URBANISTICA PER LA VILLEGGIATURA E PER IL TURISmo NEL NoVECENTo URBAN PLANNING foR hoLIdAy TImE ANd ToURISm IN ThE XXTh CENTURy 3 – 2015 € 65,00 ISSN A S U P AN NAL I d I S ToRI A d E L L’U RBAN I S T I CA E d E L PAE S AG G I o AN NAL S of hI S ToRy of U RBAN AN d L AN d S CAP E P L AN N I N G Gli “Annali di Storia dell’Urbanistica e del Paesaggio” - Serie scientiica nata presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, fondata e coordinata da Ferruccio Canali – si propongono di analizzare, in ogni numero annuale, una diversa tematica speciica che, nel corso della Storia degli insediamenti urbani, del territorio e del paesaggio, sia venuta a caratterizzare profondamente la vita delle svariate Comunità, specie nel rapporto di esse con lo spazio progettato dalla Disciplina urbanistica (su richiesta della Politica, della Scienza urbana …) e a seconda dei molteplici effetti mostratisi nel tempo. La Serie, nei volumi già usciti e accomunati da questo medesimo intento, ha affrontato temi rintracciabili in epoche e in contesti diversi; e ciò perché gli Studiosi accreditati che partecipano alle iniziative scientiiche della Serie e che ne compongono i Comitati Scientiici (sia quello Italiano, che quello Internazionale) fanno riferimento a Istituzioni soprattutto di ambito universitario, a livello europeo e mondiale. Gli studi che vengono editi sono rivolti prevalentemente ad un pubblico di Ricercatori e a biblioteche specializzate nella raccolta di contributi connessi alle trasformazioni urbane, territoriali e paesaggistiche - oltre che architettoniche, ingegneristiche, agrarie, infrastrutturali, conservative … - ma, certamente, anche Intendenti, Amministratori e Funzionari, oltre che Cultori di Storia regionale, potranno trovarvi risposte a molti interrogativi che riguardano aspetti generali e fattori locali nella storia delle città e degli ambienti antropizzati. The “Annali di Storia dell’Urbanistica e del Paesaggio/Annals of History of Urban and Landscape Planning” is a scientiic series of the Department of Architecture at the University of Florence, which was started and coordinated by Ferruccio Canali. In each annual issue, the series investigates a speciic topic in the history of landscape and of urban settlements that deeply affected the life of various human communities. The series has a particular focus on the relationship between society and space, in which the latter is conceived by urban planners upon request of politicians, technicians, etc. Published issues have dealt with a range of topics in different contexts. Each issue is conceived as a speciic research project and has a speciic scientiic committee, with scholars coming both from Italy and from other European and World Universities. Research published in the “Annali” mainly targets scholars and libraries focused on urban and regional studies, and on landscape studies. Also public oficials and local history scholars may ind answers to the many questions concerning the history of human settlements. VoLU mI d ELLA CoLLANA U SCITI 1. Modelli di città, di «borghi di fondazione italiani» in Italia, nel Mediterraneo e in Oltremare, a cura di F. Canali, 1, 2013 (ma 2015) ISBN: 978-88-89999-85-1 2. Urban and Land Markers/ Fulcri urbani e Fulcri territoriali tra Architettura e Paesaggio, a cura di F. Canali, 2, 2014 (ma 2015) ISBN: 978-88-89999-52-3 3. Urbanistica per la Villeggiatura e per il Turismo nel Novecento, a cura di F. Canali, 3, 2015 (ma 2016) ISBN: 978-88-98019-43-4 A S U P ANNALI dI SToRIA dELL’URBANISTICA E dEL PAESAGGIo URBANISTICA PER LA VILLEGGIATURA E PER IL TURISmo NEL NoVECENTo URBAN PLANNING foR hoLIdAy TImE ANd foR ToURISm IN ThE XXth CENTURy progetto scientiico e cura di ferruccio Canali ANNO 2015 (ma 2016) NUMERO 3 «ASUP-Annali di Storia dell’Urbanistica e del Paesaggio » Collana editoriale fondata e diretta da Ferruccio Canali Volume inanziato con i Fondi di Ateneo dell’Università degli Studi di Firenze ex 60% (assegnazioni annuali a “Ferruccio Canali”) e con il contributo dei singoli Autori. COMITATO SCIENTIFICO ITALIANO Ferruccio Canali (Università di Firenze), Giovanna D’Amia (Politecnico di Milano), Annalisa Dameri (Politecnico di Torino), Giovanna de Lorenzi (Università di Firenze), Virgilio Carmine Galati (Università di Firenze), Giulio Giovannoni (Università di Firenze), Simone Misiani (Università di Teramo), Valentina Orioli (Università di Bologna), Enrica Petrucci (Università di Camerino), Massimiliano Savorra (Università del Molise), Simona Talenti (Università di Salerno), Ulisse Tramonti (Università di Firenze), Stefano Zagnoni (Università di Udine) COMITATO SCIENTIFICO INTERNAZIONALE Valter Balducci (École Supérieure d’Architecture de Normandie, Rouen – Francia), Vittoria Capresi (Università Tecnica, Baladilab, Vienna – Austria), Romeo Carabelli (Università di Tours – Francia), Teresa Soia Faria Cunha Ferreira (Facoltà di Architettura di Porto - Portogallo), Marco Gargiulo (Università di Bergen – Norvegia), Roberto Goycoolea Prado (Università Alcalà di Madrid - Spagna), Adriano Marinazzo (Muscarelle Museum of Art – VA, USA), Sara Nuñez (Università di Salamanca-Spagna), Olimpia Niglio (Università di Kyoto-Giappone), Silvia Ross (University College di Cork - Irlanda), David Rifkind (International University of Miami- FL, USA), Karin Templin (School of Architecture and Landscape, Kingston University, Londra-Gran Bretagna), Armand Vokshi (Politecnico di Tirana, Albania) Proprietà letteraria e artistica: divieto di riproduzione e di traduzioni. La Direzione della Collana Editoriale, i Membri dei Comitati Scientiici e l’Editore non si assumono responsabilità per le opinioni espresse dagli Autori, né per la corresponsione di eventuali Diritti di Riproduzione gravanti sulle singole immagini pubblicate (i costi di tali eventuali Diritti d’Autore ricadranno infatti unicamente sull’Autore/i del saggio/i liberando sia l’Università di Firenze, sia la Direzione della Collana, sia l’Editore di ogni eventuale obbligo al proposito); tale liberatoria resta comunque valida unicamente per l’edizione del contributo scientiico cui tali immagini sono connesse. È la Redazione che si prende cura della correzione delle bozze, per cui i testi consegnati dagli Autori vengono considerati deinitivi: l’eventuale revisione delle bozze dovrà limitarsi alla sola revisione di eventuali errori di composizione (correzioni ulteriori sul testo composto non verranno eseguite). L’invio di contributi per la pubblicazione non implica né l’edizione degli stessi (per ogni contributo una “Valutazione di accettazione” verrà espresso dalla Direzione o dal Curatore/i che possono consigliare o ritenere indispensabili integrazioni o puntualizzazioni sia scientiiche sia bibliograiche sia redazionali da parte degli Autori, tanto da poter eventualmente esprimere anche parere negativo alla pubblicazione del materiale inviato); né una loro edizione immediata (i tempi verranno infatti stabiliti di volta in volta sulla base delle priorità o delle esigenze editoriali indicate dalla Direzione o dal Curatore/i, in relazione alla preparazione di numeri monograici). I materiali graici e fotograici inviati, oltre che i testi, verranno comunque soggetti, sia come dimensione di pubblicazione sia come numero, al progetto editoriale approntato. Non si restituiscono i dattiloscritti, né le immagini, né i disegni pubblicati o non; il materiale inviato viaggia a rischio del mittente. La pubblicazione di foto, disegni e scritti da parte degli Autori implica la loro totale rinuncia alla corresponsione di ogni compenso di Diritto d’Autore o di rimborso spese sia da parte dell’Università, sia da parte della Direzione, sia da parte dell’Editore, trattandosi di pubblicazione scientiica e senza ini di lucro. Al momento dell’edizione le presenti condizioni si considerano accettate, anche tacitamente, da parte degli Autori a partire dalla consegna dei testi per la stampa (che da parte degli Autori è quella di inoltro alla Direzione o al Curatore/i). Trattandosi di pubblicazione che si vale almeno parzialmente dei fondi dell’Università di Firenze, «ASUP» sottostà allo “Statuto” di Ateneo, approvato il 25 luglio 2011, che ha fatto propri i principi del movimento scientiico “Open Access” per «l’accesso pieno e aperto della letteratura scientiica promuovendo la diffusione libera in rete, nei circuiti della Comunità scientiica internazionale, dei risultati delle ricerche prodotte in Ateneo» (art.8: Ricerca scientiica, comma 2): tutte le pubblicazioni che utilizzano i fondi di Ateneo, in quanto fondi pubblici, devono dunque essere accessibili gratuitamente secondo le regole di Open Access». REFEREE – PEER REVIEW I contributi scientiici inviati vengono valutati, per conto dei Comitati Scientiici e del Curatore, ai ini della procedura di peer review, da un Lettore interno, membro della Redazione, e da un secondo Lettore, individuato come Esperto (adottando la procedura di “clear peer review”, con indicazione, in ogni saggio, dell’identità dei due Lettori). Una ulteriore lettura viene poi svolta da un Lettore anonimo per la procedura di “blind peer review”. «ASUP-Annali di Storia dell’Urbanistica e del Paesaggio» n. 3 – 2015 (ma 2016) Urbanistica per la Villeggiatura e per il Turismo nel Novecento Progetto scientiico e cura di Ferruccio Canali IDEAZIONE E CURA SCIENTIFICA: Ferruccio Canali SBaf – firenze (Ferruccio Canali e Virgilio Carmine Galati) REVISIONE EDITORIALE: Maria Natalina Brigliadori DISEGNO DI COPERTINA: Virgilio Carmine Galati COPERTINA: Ferruccio Canali e Virgilio Carmine Galati progetto e cura grafica: ISSN 2284-4066 ISBN 978-88-98019-43-4 Finito di stampare in Dicembre 2016 _____________________________________ Copyright 2016 by EMMEBI EDIZIONI FIRENZE Proprietà letteraria riservata SOMMARIO 3 EDITORIALE E INTRODUzIONE 5 Ferruccio Canali SAGGI URBANISTICA PER LA VILLEGGIATURA E PER IL TURISMO NEL NOVECENTO URBAN PLANNING fOR hOLIDAy TIME AND fOR TOURISM IN ThE XXth CENTURy 9 PARTE PRimA CONTESTI – CONTEXTS 10 Ferruccio Canali DALLE PAGINE DELLA RIVISTA «URBANISTICA»: GUSTAVO GIOVANNONI E I ‘SUOI’ PER L’URBANISTICA DELLA VILLEGGIATURA E DEL TURISMO 52 Simona Talenti TRA DUE LITORALI: OSPIzI MARINI E CITTà TRA TERAPIA E VILLEGGIATURA DA VIAREGGIO ALLA RIVIERA ROMAGNOLA 63 Ferruccio Canali “URBANISTICA TURISTICA” NELLA POLONIA DEL “SOCIALISMO REALE”: WLADISLAW CzARNECkI E L’“URBANISTICA TURISTICA” DALLE PAGINE DEL “PLANOWANIE MIAST I OSIEDLI” (VOL.VI: “REGION MIASTA”, 1964-1966) 75 Massimiliano Savorra IDEOLOGIE, EMOzIONI E SPETTACOLO. IL “TEMPO LIBERO” ALLA TRIENNALE DI MILANO DEL 1964 86 Ferruccio Canali LO ‘SPAzIO COMUNICATO’: SEGNALETICA E VALORIzzAzIONE TURISTICA DI PAESAGGI, CITTà E MONUMENTI NELL’ ITALIA DEL NOVECENTO 121 PARTE SECoNDA LITORALI MEDITERRANEI – MEDITERRANEAN COASTS 122 Ferruccio Canali TRENT’ANNI DI LUNGOMARI E PINETE DI TOSCANA, DAL fASCISMO ALLA PRIMA ETà REPUBBLICANA. VIAREGGIO, LIDO DI CAMAIORE, fORTE DEI MARMI, MARINA DI PISA E TIRRENIA (1932-1965) 202 Fabiana Susini TIRRENIA IMMAGINATA, TIRRENIA COSTRUITA 212 Enrica Maggiani PORTO VENERE (LA SPEzIA) TRA IMMAGINE URBANA, VOCAzIONE TURISTICA E TUTELA DEL PAESAGGIO. LA VICENDA DELLA LOCANDA SAN PIETRO 224 Ferruccio Canali «SANREMO CON POCO ONORE RISCHIA DI SOSTENERE IL CONfRONTO CON LE RIVALI fRANCESI»:GIUSEPPE POGGI E LE QUESTIONI CITTADINE IN VISTA DEL PIANO REGOLATORE DI MARCELLO PIACENTINI (1931-1933) 246 Giuseppe Damone PAESAGGI, NATURA E COLONIE DI VILLEGGIATURA NELLA BASILICATA fASCISTA 252 Francesco Di Lorenzo, Carla Pancaldi, Enrica Petrucci SAN BENEDETTO DEL TRONTO: DA “PICCOLO CENTRO... A DELIzIOSA SPIAGGIA” 270 Ferruccio Canali IL LUNGOMARE E LE PALME DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO 4 «ASUP», 3, 2015 (2016) 286 Diana Barillari URBANISTICA TRA UTOPIA E REALTà NELLA “CITTà A SPIRALE”: LIGNANO PINETA (UDINE) DA MARCELLO D’OLIVO A LUIGI PICCINATO 304 Virgilio C. Galati TURISMO E VILLAGGI TURISTICI NELLA PUGLIA BALNEARE DEL SECONDO DOPOGUERRA (1956-1993) 342 Ferruccio Canali IL “LITORALE JUGOSLAVO. GUIDA E ATLANTE” (1966): LA COSTRUzIONE DEI GRANDI COMPLESSI ALBERGhIERI 361 PARTE TERzA VILLEGGATURA/VILLEGGIATURE TRA TURISMO E BENESSERE hOLIDAy/hOLIDAyS BETWEEN TOURISM AND WELLNESS 362 Annalisa Dameri, Federica Stella, Maura Verra “VIVO IN MEzzO ALL’ACQUA A TUTTE LE TEMPERATURE”: CURE TERMALI E STABILIMENTI IN PIEMONTE 373 Ulisse Tramonti LA STORIA TERMALE DI CASTROCARO PRESSO fORLì. DALLA “GUERRA DEI POzzI” AL “COMPENDIO DEMANIALE” (1830-1941) 387 Ines Tolic LA RIVISTA «SICILIA» E L’INVENzIONE DI UN’IMMAGINE MODERNA DELLA REGIONE fRA GLI ANNI CINQUANTA E SESSANTA DEL NOVECENTO 400 Danila Jacazzi e Lamia Hadda IL TURISMO ARChEOLOGICO A POMPEI: VISITATORI ILLUSTRI TRA OTTOCENTO E NOVECENTO 411 Annarita Teodosio LA COSTRUzIONE DI UNA CITTà TURISTICA: IL ‘CASO SALERNO’ 421 Ilaria Agostini AGRITURISMO. PAESAGGI AGRARI E ARChITETTURA RURALE: INDIRIzzI PER LA RESTITUzIONE CONTEMPORANEA IN TOSCANA 430 Olimpia Niglio DA VIAGGIO CULTURALE A MOVIMENTO TURISTICO: IL CASO DI CARTAGENA DE INDIAS IN COLOMBIA TRA VILLEGGIATURA ELITARIA E MONUMENTI PATRIMONIO DELL’UMANITà RECENSIONI E SEGNALAzIONI 442 Costantino Ceccanti odeporica e Paesaggi demo-etno-antropologici – e geograici – lontani. Il contributo di Lamberto Loria e la nascita dei musei Etnologici italiani. Lamberto Loria (1855-1913), «Lares», anno LXXX, 1, gennaioaprile, 2014 (firenze, Leo S. olschki editore) 445 Olimpia Niglio Italiani oltreoceano. Italia-Argentina. Andata e Ritorno. Due secoli di migrazioni intellettuali, relazioni architettoniche e trasformazioni urbane, Atti del Convegno Internazionale (milano, 12 e 13 maggio 2015), a cura di Giovanna d’Amia, Santarcangelo di Romagna (RN), maggioli Editore, 2015 445 Ferruccio Canali, Virgilio Galati, Bina Anna Godino Il complesso turistico “Laghi di Sibari” di Gino Valle a Cassano Jonico (Cosenza): un ‘pezzo di Triveneto’ in Calabria dalla fama alla dificile infrastrutturazione 286 «ASUP», 3, 2015 (2016) URBANISTICA TRA UToPIA E REALTà NELLA “CITTà A SPIRALE”: LIGNANo PINETA (UdINE) dA mARCELLo d’oLIVo A LUIGI PICCINATo Diana Barillari aBStract Tra il 1952 e il 1954 Marcello D’Olivo su incarico della Società Lignano Pineta realizza la nuova città delle vacanze nella pineta tra il Tagliamento, gli alberi e il mare. Quella che Leonardo Sinisgalli deinirà una “città sulla luna” viene disegnata in forma di spirale, una scelta innovativa che manifesta l’attenzione con la quale D’Olivo rielabora l’architettura di Frank Lloyd Wright che annovera molti estimatori tra gli architetti friulani e veneti. La ricognizione delle fonti documentarie e archivistiche ha consentito di ricostruire la complessa vicenda del piano urbanistico per Lignano e in seguito del comune di Latisana, costellato da interessi contrastanti ma anche da incomprensioni per le scelte effettuate dall’architetto D’Olivo. Particolare signiicato assume la critica rivolta da Luigi Piccinato alla visione urbanistica di D’Olivo, un contrasto che diventa emblematico di un approccio alla disciplina che, pur dichiarandosi organico, diverge da quello dell’architetto friulano, consentendo di delineare il multiforme contesto della cultura architettonica e urbanistica italiana degli anni Cinquanta. Between 1952 and 1954 Marcello D ' Olivo on behalf of the company Lignano Pineta realizes the new city of holidays in the pine forest between the Tagliamento river, the trees and the sea. The "City on the Moon" as Leonardo Sinisgalli will deine the new town, is drawn into spirals, an innovative choice that reveals the attention with which D'Olivo reworks the architecture of Frank Lloyd Wright that many architects in Friuli and Veneto appreciated. The survey of archival and documentary sources allowed to reconstruct the complex history of the master plan for the municipality of Lignano and Latisana illed with conlicting interests but also by misunderstanding for the choices made by the architect D'Olivo. Special signiicance takes the criticism by Luigi Piccinato addressed to D’Olivo urban vision, a contrast that became emblematic of an approach to the discipline that, while claiming to be organic, diverges from that of the Friulan architect, allowing to outline the multifaceted urban planning and architectural context of Italian culture in the 1950s. Chi si fosse messo in viaggio per raggiungere la penisola di Lignano il 5 giugno 1953 avrebbe potuto assistere all’inizio dei lavori per la realizzazione della nuova città delle vacanze progettata da Marcello D’Olivo. Avrebbe dovuto trascorrere del tempo prima di ammirare la celebre spirale ideata dall’architetto là dove per secoli aveva proliferato la pineta (l’antica “Pineda”), ma nel frattempo il villeggiante incuriosito poteva assistere al tracciamento sul terreno dell’originale disegno della nuova città a opera dei geometri Enor Milocco e Enzo Collavini: «tallonati dalle ruspe dell’impresa Mattiroli che ruggivano impazienti di spianare le dune e aprire strade e piazzali secondo il progetto dell’architetto D’Olivo»1. Nel conferire l’incarico per la realizzazione del nuovo insediamento il consiglio di amministrazione della Lignano Pineta spa (Alberto Kechler, Mario Anzil, Fausto Sabbatelli, Giuseppe Paludo, Guido Carnelutti, Aldo Gianni, Aldo Mainardis)2 elenca alcune indicazioni guida quali il rispetto e la valorizzazione della pineta e il tema della circolazione delle auto, fattore primario per assicurare il successo dell’iniziativa. Una puntuale descrizione del tracciato stradale e soprattutto della sua funzionalità la fornisce Mario Anzil, uno dei soci fondatori della Lignano Pineta, che racconta la nascita di questa nuova città al congresso della Società Filologica Friulana tenutosi a Latisana nel 1955: «Le strade, nel loro schema essenziale descrivono una spirale a progressione costante; dalla voluta esterna inferiore della spirale partono le strade adducenti al mare, le quali a loro volta seguono un tracciato parabolico mentre una grande arteria a due nastri opportunamente distanziati – cosi da comprendere l’area destinata alla costruzione di un unico grande ediicio per esercizi e ritrovi pubblici e che avrà uno sviluppo di quasi 550 metri – descrive una sinusoide e collega il PEER REVIEW: FERRUCCIO CANALI E MASSIMILIANO SAVORRA PER CLEAR PEER REVIEW; LETTORE ANONIMO PER BLIND PEER REVIEW. 1 G. ANZIL, Chiacchierata di un testimonio Lignano Pineta (1953-1963) luoghi, persone, lavori e amori, Codroipo (UD), Azienda graica Zanetti, 2008, p. 23. 2 Lo statuto e l’atto costitutivo della Lignano Pineta Spa è datato 11 gennaio 1953 e viene stipulato a Rivignano davanti al notaio Giacomo Zaina (Lignano Pineta, Archivio “Lignano Pineta spa”). D’OLIVO E L’URBANISTICA A SPIRALE A LIGNANO piazzale centrale alla spiaggia. L’abbandono del tradizionale reticolo stradale e l’adozione del tracciato curvilineo ora descritto, assicura effetti estetici e vantaggi tecnici evidenti; la prospettiva cambia continuamente la pineta, che cresce su terreno ondulato, crea sempre nuove inquadrature di paesaggio montano; ogni lotto ha diretto accesso alla strada cosicché, eliminata ogni servitù di transito, gli ediici possono opportunamente essere internati nel bosco; la circolazione stradale è più agevole e sicura per la mancanza quasi totale dei pericolosi incroci a angolo retto; inine ogni attraversamento delle aree ediicabili con linee e condutture viene evitato, gli impianti elettrici, idraulici e igienici seguendo il tracciato stradale»3. Secondo Francesco Tentori che deinisce Lignano Pineta «il primo paesaggio dell’automobile»4 la circolazione svolge un ruolo centrale nel progetto di D’Olivo, infatti il percorso con le sue continue variazioni si rivela compiutamente soltanto al guidatore. L’architettura non è più quindi in funzione del pedone, ma dell’uomo che si muove, del viaggiatore dei moderni mezzi che vede il paesaggio secondo una prospettiva completamente diversa. L’attenzione prestata alla viabilità suscita l’apprezzamento della committenza che considera il tema dell’accessibilità fondamentale per la riuscita dell’investimento effettuato: i futuri acquirenti dei mille lotti di terreno realizzati dal piano D’Olivo potranno raggiungere la loro abitazione comodamente e, dopo aver parcheggiato l’automobile, immergersi nella pineta lasciandosi alle spalle le fatiche della vita in città. Qui ogni abitante diventa proprietario di cinquanta alberi e la casa occupa soltanto una parte del lotto di circa mille metri quadrati, la natura resta quindi protagonista e la abitazione stessa è realizzata secondo criteri molto diversi da quella cittadina, infatti non si prevedono «sovrastrutture, niente intonaco, solo il letto per dormire la notte al coperto e stare all’ombra nella controra (ma con un ricambio d’aria continuo), qualche parete, o quinta, qualche pezzo di pavimento, o pista, e il minimo necessario. Insomma, una tenda, un ombrellone in cemento e in legno, un ricovero non una casa. Chi viene qui 287 dentro deve sentire il gusto di camminare tutto il giorno a piedi nudi, coi calcagni bagnati o asciutti, deve potersi sedere per terra, deve attingere il più possibile alla inesauribile fonte di vigore che scaturisce perennemente dal mare, dalla sabbia e dalle foglie. Lungo la spina dorsale della Grande Via, come provvisoriamente viene indicata sui progetti, sono stati costruiti i primi negozi, i primi ritrovi, le prime sale per la comunità dei villeggianti. La città sarà composta di nuclei diversi, ma saranno tutti autonomi e tutti tra loro complementari. Non ci sarà bisogno di ilo spinato o di muri con cocci di vetro per difendere la propria libertà o la propria solitudine. Basteranno gli alberi, gli arbusti, e i crinali delle dune»5. Nella piccola giungla di Lignano Pineta dove un gruppo di pionieri aveva afidato a D’Olivo «il compito di studiare il tracciato di una città per le vacanze, tra il iume poco lontano, il Tagliamento gli alberi e il mare» arriva nel 1954 Leonardo Sinisgalli, l’ingegnere poeta che aveva iniziato il suo originale percorso tra Scienza, Arte e Tecnica negli anni Trenta con Adriano Olivetti e negli anni Cinquanta aveva avviato la singolare iniziativa della rivista “Civiltà delle Macchine”. Guidato dall’amico architetto, Sinisgalli si addentra nella «città tra le piccole dune di sabbia d’oro» e come «il verme di Moebius non si accorge di passare da una all’altra parte del nastro famoso, che per un’astuzia del geometra è diventato di una sola faccia; anch’io ero già entrato nel trapezio sacro e non mi accorgevo di percorrerlo, quasi fossi bendato. Mi pareva di giocare a moscacieca dentro il bosco perché non vedevo mai la strada. L’architetto infatti, a imitazione di un suo leggendario antenato, aveva riiutato la linea dritta, per costruire il suo labirinto, e per offrire agli occhi, in ogni tratto dell’itinerario, un punto di fuga sempre diverso»6. Nello stesso anno, il 15 aprile, accompagnato dal conte Federico Kechler che lo ospitava nella villa di Percoto7, compie una visita a Lignano Pineta 3 M. ANZIL, Lignano, ieri oggi domani, in XXX° Congresso della Società Filologica Friulana, Udine, Doretti 1955, pp. 33-36. Nel 2014 la Società Filologica Friulana ha pubblicato un numero monograico su Lignano in due volumi curato da M. Bortolotti (Lignan, a cura di M. Bortolotti e Società Filologica Friulana, Pasian di Prato, Lithostampa, 2014, voll. 2). Da segnalare il contributo di PAOLO NICOLOSO, Lignano (1952-63), in Marcello D’Olivo architetture e progetti (1947-1991), a cura di G. Zucconi, Milano, Electa, 1998, pp. 33-49. 4 F. TENTORI, Friuli: anni 50, in Friuli Venezia Giulia guida critica all’architettura contemporanea, a cura di S.Polano e L.Semerani, Venezia, Arsenale editrice, 1992, p.150. 5 L. SINISGALLI, Una città è nata in mezzo agli alberi e le acque, «Civiltà delle Macchine», 4, luglio 1954, p. 39 6 Ibidem. 7 D. LORIGLIOLA, 1948-1954: Ernst Hemingway in Friuli e a Lignano Sabbiadoro, in Lignan …, cit., vol. 2, p. 990. 288 DIANA BARILLARI Ernest Hemingway dove un altro dei fratelli Kechler, Alberto, lo aspettava per guidarlo nella città che stava nascendo tra gli alberi e il iume. Il resoconto fotograico della visita è afidato agli scatti di Mario Kechler che documentano l’arrivo dello scrittore, della moglie Mary Welsh e della comitiva che li accompagna nella pineta di Lignano dove all’architetto D’Olivo viene afidato il compito di illustrare le prime costruzioni. Una volta raggiunta la riva sabbiosa del mare pare che «Hemingway abbia pronunciato la celebre frase “ma questa è la Florida, anzi è la Florida d’Italia”»8. Ma le sorprese non sono inite, infatti allo scrittore americano viene donato un lotto di Pineta e Hemingway appone la propria irma sulla mappa dove avrebbe dovuto essere ediicata la casa, che non venne mai realizzata. A conclusione di questa visita in Friuli presso gli amici Kechler (tra Percoto e San Martino al Tagliamento) Hemingway incontra per l’ultima volta Adriana Ivancich discendente di una famiglia di origine dalmata della quale si era innamorato e che gli avrebbe ispirato il personaggio di Renata nel romanzo Di là dal iume e tra gli alberi (1950), ambientato tra Veneto e Friuli, dove il protagonista aveva combattuto durante la prima guerra mondiale, proprio come l’Autore. La spirale9 per il tracciato urbanistico di Lignano Pineta, come molte scelte destinate a diventare delle vere e proprie icone, è avvolta in un alone mitico alimentato dallo stesso progettista, estremamente reticente in merito al motivo che ha innescato la singolare forma, ma il depistaggio aiuta a mantenere la suggestione, che risulterebbe svilita se la genesi fosse rivelata, mentre non è certamente avvolta nel mistero la predilezione di D’Olivo per la geometria . Il diploma presso il liceo artistico a Venezia gli consente nel 1942 l’iscrizione al secondo anno della facoltà di Architettura che frequenta molto poco ( non più di cento ore in totale secondo la nota biograica redatta da Francesco Borrella)10 dato anche che per mantenersi agli studi deve lavorare e dare ripetizioni. L’interesse per l’ambito scientiico e tecnico lo porta a frequentare le lezioni del docente di Scienze delle Costruzioni, Carlo Minelli, nonché a recarsi a Padova per seguire i corsi di Fisica tenuti da Giorgio Salvini. Appena conseguita la laurea nel 1947, dopo aver lavorato dapprima nello studio di Gianni Avon e poi presso Provino Valle, viene assunto dall’impresa edile Rizzani di Udine come calcolatore dei cementi armati. Come l’amico Sinisgalli, conosciuto grazie ai buoni ufici del pittore Giuseppe Cesetti suo docente al liceo artistico di Venezia, anche D’Olivo coniuga interessi di ambiti disciplinari diversi, spaziando dalla pittura alla scienza delle costruzioni. Il suo percorso formativo e in seguito quello professionale nel quale si intersecano interessi scientiici e artistici , risulta sostanzialmente eccentrico al contesto della cultura architettonica italiana con alcune eccezioni tra le quali si distingue l’esperienza di Adriano Olivetti alla quale fa riferimento Sinisgalli. I suoi multiformi interessi vengono apprezzati dalla committenza che in D’Olivo trova un professionista capace di seguire con competenza le diverse fasi di sviluppo di un ediicio, dalla progettazione al cantiere. La sua preferenza per la pittura e la geometria si rivelano doti fondamentali per il progetto di architettura e la pianiicazione urbanistica, dato che le forme che disegna per quanto audaci, sono sempre traducibili in termini geometrici ma anche strutturali, cosicché la stessa spirale è un segno incisivo preceduto da una accurata ricerca documentata da alcune tavole nelle quali viene illustrato il metodo che impiega per ricavare sia la spirale di Archimede che quella equiangolare o logaritmica. La possibilità di poter intervenire praticamente senza vincoli di preesistenze su un’area di 1.500.000 mq se non ottemperando alle prescrizioni del Corpo Forestale dello Stato preposto alla tutela del patrimonio boschivo rappresentato dalla pineta, costituisce sicuramente un elemento determinante per la scelta di una tipologia così inconsueta, ma il piano per Lignano rappresenta il punto di partenza per una rilessione sulla forma la cui genesi può essere ricostruita grazie alle tavole con le diverse varianti che precedono la versione inale. Quel piano che Sinisgalli deinisce un labirinto non è soltanto un segno calato su un territorio incontaminato, ma altresì il frutto di una originale rielaborazione di un tema caro a Frank Lloyd Wright, che oltre a evocare lo ziggurat aveva tratto spunto dalla tipologia dei garages realizzati a Detroit da Albert Kahn, nei quali la rampa a spirale era realizzata in calcestruzzo armato, tecnica costruttiva innovativa che rendeva possibile concretizzare il principio della continuità. Dalla tipologia del garage D’Olivo potrebbe aver maturato l’idea di riportare a scala territoriale un segno congegnale al percorso dell’automobile. Invece di estendersi verso l’alto la spirale di Lignano Pineta si sviluppa in orizzontale riproponendo come in una 8 Ibidem 9 D. BARILLARI, Genesi di una spirale. Marcello D’Olivo e il piano di Lignano Pineta, in Lignan …, cit., vol. 1, pp. 575-596. 10 F. BORRELLA, Una biograia, in Marcello D’Olivo architetto, Catalogo della Mostra, a cura di F. Luppi e P. Nicoloso, Milano, Mazzotta, 2002, p.92. D’OLIVO E L’URBANISTICA A SPIRALE A LIGNANO prospettiva ribaltata lo schema dello ziggurat. A sostegno della genesi ‘organica’ della celebre spirale, Italo Zannier, il grande fotografo fraterno amico di D’Olivo autore dei magniici scatti delle ville realizzate a Lignano Pineta, ricorda che la nascita della celebre spirale fu causata da una pigna caduta in testa al progettista durante una siesta in pineta: come un novello Newton quindi Marcello D’Olivo rovesciò la pigna e ebbe la rivelazione di «una geometria straordinaria, a spirale, come la chierica di un seminarista. Ecco dove e come nacque l’Idea di Lignano Pineta, non tanto dalla chiocciola di una lumaca o di un crostaceo, ma dal culo a spirale della pigna; più Pineta di così!?!»11. Parafrasando la grafiante e dissacrante ironia dei dadaisti Zannier aggiunge un’altra versione al racconto di fondazione di Lignano Pineta, confermando la fortuna di un segno che è allo stesso tempo artistico e architettonico, innestato entro una dimensione territoriale che ne costituisce l’elemento di unicità. 1. Lignano Pineta cresce … Architettura e non solo Urbanistica Per la nuova e ideale città delle vacanze in riva all’Adriatico, che si affaccia sul litorale sabbioso della penisola di Lignano dominato dal paesaggio delle dune e dalla storica pineta, D’Olivo traccia la sua spirale archimedea che offre un punto di vista sempre diverso a chi ne percorre il tracciato curvilineo. In questo labirinto l’architetto inizia a dare forma all’architettura di quella che l’amico poeta ingegnere deinirà «una città sulla luna»12. Di questa Lignano fantastica Sinisgalli aveva visto la genesi nello studio dove sulle grandi mappe erano «segnati tanti piccoli cerchietti, anche poco più grandi di un puntino»13 che servivano a individuare gli alberi che secondo l’architetto dovevano essere tutti salvati. Come ricorda l’articolo pubblicato su «Domus» nel 1954 la preoccupazione fondamentale per il progettista era «di introdurre strade, case, alberghi, negozi senza alterare la sensazione del bosco»14 così nacque il sistema delle strade curve a diversi centri in modo da permettere la visione dei «diversi paesaggi, dune, pini, radure, mare, spiaggia»15. L’ambiente fu attentamente indagato con una serie di disegni che servirono sia 289 per i tracciati urbanistici che per i progetti degli ediici, tanto da conferire al progetto una matrice dichiaratamente organica. Mentre sono in corso i lavori di completamento del tracciato urbanistico che deinisce il numero dei lotti che la Lignano Pineta spa comincia subito a mettere in vendita, si avvia la costruzione del “treno” vale a dire la spina di ediici che segue la sinusoide della “Grande via” dove gli spazi a pianoterra sono riservati a negozi, mentre al piano superiore si trovano ufici, luoghi per ritrovo e esposizione, caffè e gli appartamenti per i commercianti. L’impresa di costruzioni Ermenegildo Ursella di Buia che realizza il “treno” è la stessa che aveva lavorato al Villaggio del Fanciullo, si tratta di un’azienda dove la spiccata caratterizzazione artigianale nell’organizzazione del lavoro si abbinava a una competenza strutturale di grande respiro innovativo. È nel cortile della sede degli Ursella a Buia che l’ingegner Sinisgalli vede i «primi esperimenti in cemento armato precompresso»16 una tecnica ancora in fase di sperimentazione che in Italia poche altre imprese erano in grado di realizzare. La pianta a spirale di Lignano Pineta sembra riverberarsi nelle architetture che prediligono le forme circolari e curvilinee, anche se non mancano geometrie rettangolari e triangolari, come gli studi per le case tipo (minime e a schiera, 1954) e il casone Kechler (1954) non realizzati, villa Andretta Bertelli (1953-54), villa Iaizza (1954-55), casa Savelli (1956) e la villa per l’amico Sinisgalli (1954-55). Il dialogo con Wright si fa più itto nei progetti per il dancing “Il Fungo” (1954, demolito), le ville Mainardis (1954-55) e Spezzotti (1955-57) e villa Ellero (1955, non realizzata), vuoi per le piante che utilizzano la geometria circolare, ma anche per la scelta di integrare l’ediicio con la natura circostante prestando attenzione a scorci interessanti del paesaggio. Entrambe le ville, Mainardis e Spezzotti, sono addossate a una duna replicando la collocazione della seconda casa Jacobs realizzata da Wright (Solar Hemycicle, 1944-1946) dove l’orientamento secondo i punti cardinali deinisce le aperture e i materiali impiegati nei prospetti. Questo ediicio fu pubblicato sul numero doppio di «Metron» dedicato alla mostra di Wright a Firenze insieme a altri progetti segnalati da Maristella Casciato, che hanno in comune la pianta circolare entrambi datati 1948, Casa Glen Mc Cord a Arlington (New 11 I. ZANNIER, Una pineta nel sogno di un architetto, in Lignan …, cit., p. 609. 12 SINISGALLI, Una città è nata …, cit., p. 39. 13 Ivi, p. 38. 14 A sud di Latisana, «Domus», 297, agosto, 1954, p.2. 15 Ibidem. 16 L. SINISGALLI, Una città è nata.., cit., p. 37. 290 DIANA BARILLARI Jersey) e Casa Harry G. John jr a Oconomowee (Wisconsin)17 e non realizzati. La caratteristica pianta di Casa Spezzotti formata dall’intersezione di quattro cerchi concentrici spaziati di un metro tanto da generare archi tangenti e non allineati, conferisce la percezione di una struttura aperta e dinamica. Una disposizione analoga caratterizza Casa Llewellyn Lloyd Wright (1953) in questo caso esposta alla mostra iorentina ma non pubblicata in catalogo. 2. Il piano regolatore per Lignano Nuova L’inizio dei lavori per la nuova città balneare precede l’iter delle autorizzazioni destinate a arrivare in ritardo rispetto a una iniziativa privata che procede speditamente, con un ritmo inarrestabile e incalzante, lo stesso che scandisce la rinascita dell’Italia dopo la ine del Secondo Conlitto Mondiale. Sono gli anni del boom economico quando il Paese è in piena fase di ricostruzione e può succedere che il sistema pubblico si trovi in ritardo, ma la fuga in avanti è condivisa dalla politica che guarda con favore alle tante iniziative promosse da una classe imprenditoriale che si avvale di progettisti spesso giovani, fautori di una innovazione culturale e tecnica il cui obiettivo è di marcare la distanza con quanto si era fatto durante il ventennio. L’attivismo della Società Lignano Pineta è visto con favore dal mondo politico tanto che al comune di Latisana giunge una lettera di sostegno molto importante, infatti l’autore è il senatore Tiziano Tessitori, esponente di spicco della Democrazia Cristiana nazionale, all’epoca “Alto Commissario per l’Igiene e la Sanità Pubblica” nel governo presieduto da Giuseppe Pella, dopo aver ricoperto nei precedenti governi guidati da Alcide De Gasperi il ruolo di Sottosegretario al Tesoro. Il governo Pella che sostituisce l’ottavo e ultimo presieduto da De Gasperi, entra in carica il 17 agosto 1953 e due giorni dopo Tessitori su carta intestata della Presidenza del Consiglio dei Ministri scrive al sindaco di Latisana, il cavalier Francesco Zanelli: «seguo con vivo interessamento l’attività della Soc. Lignano-Pineta tendente a valorizzare ulteriormente la detta zona. Non c’è dubbio che il Comune di Latisana ha interesse diretto e primario a detta valorizzazione, il cui presupposto è la valorizzazione e la attuazione d’un piano regolatore di tutta la fascia costiera che va dalla Colonia dell’Ente Friulano di Assistenza alla Foce del Tagliamento. Ora mi permetto di segnalare l’architetto D’Olivo come tecnico preparatissimo per l’elaborazione del piano regolatore. So che il D’Olivo sarebbe disposto ad assumere l’incarico senza nessun onere per il Comune, in quanto si accontenterebbe di una modesta indennità che gli verrebbe corrisposta dalla Soc. LignanoPineta»18. Dopo un ‘attento esame’ con la giunta comunale, il Sindaco accoglie positivamente la sollecitazione di Tessitori ma rimanda la pratica all’approvazione del consiglio comunale, dato che la materia è di competenza del medesimo. Anche se non viene dichiarato esplicitamente si comprende come il ricorso a consiglio comunale vada nella direzione di un ampliamento del consenso sulla scelta del progettista, tema che può diventare oggetto di contestazioni o proteste, dato che la materia urbanistica va a toccare interessi economici e di rendita spesso tra loro in contrasto. Il consiglio comunale di Latisana nella seduta del 31 ottobre 1953 delibera a voto unanime di «dare formale ed effettivo incarico all’Arch. Marcello D’Olivo da Udine onde proceda senza indugio all’allestimento del piano regolatore di Lignano nuova, armonizzandolo con quello già in atto per Lignano vecchia e questo per le ragioni esposte in premessa senza alcun gravame da parte della inanza del Comune di Latisana»19. In premessa vengono illustrate le considerazioni che hanno determinato la scelta del progettista, viene fatto riferimento allo sviluppo della spiaggia balneare a opera di privati e l’opportunità di gestire la «bella e lusinghiera iniziativa per poterla disciplinare e armonizzare secondo un piano di lavori prestabilito in modo che ne sorta un ché di uniforme e attraente». Nel verbale viene anche ricordato che il professionista incaricato è «stato caldamente appoggiato dall’On. Senatore Avv. Tiziano L’appoggio in forma di Tessitori»20. raccomandazione diventa parte integrante di un verbale pubblico che in maniera trasparente riferisce ai cittadini sulle vicende di un piano destinato a trasformare il futuro della zona balneare. L’intervento del senatore Tessitori va a favore di un professionista giovane, tanto che a una analisi più approfondita il suo 17 M. CASCIATO, Frank Lloyd Wright, una Musa probabilmente, in Marcello D’Olivo architetto, Catalogo, cit., p. 32. 18 Latisana (Udine), Archivio Storico Comunale (d’ora in poi: Latisana, ASC), b.1172/03, del 19 agosto 1953. 19 Processo verbale di deliberazione del consiglio comunale, n.77/7632, 31.10.1953, in Latisana, ASC, busta 565/60. 20 Ibidem. D’OLIVO E L’URBANISTICA A SPIRALE A LIGNANO interessamento sembra essere motivato anche dal fatto che un incarico così importante è assegnato a un professionista ancora all’inizio, anche se pieno di talento e già apprezzato. Infatti nella deliberazione del 31 ottobre la giovane età di D’Olivo viene giustiicata dalla sua maturità artistica e dalla ‘provata capacità professionale’. Sono questi due aspetti che trovano rispondenza effettiva nella attività del giovane architetto, che nel 1950 aveva ottenuto il prestigioso incarico di realizzare il “Villaggio del Fanciullo” a Trieste, conquistandosi il consenso della critica nazionale e l’inclusione tra i componenti dell’architettura organica, anche se di fatto D’Olivo non aderì in forma uficiale al movimento. La fase dinamica e vocata all’espansione che caratterizza la ricostruzione in Italia dopo il 1945 si coniuga positivamente con la giovane età dei progettisti che ne diventano protagonisti, innanzitutto perché non sono compromessi con il ventennio fascista, al contrario dei professionisti della generazione precedente e anche se il ricambio non sarà radicale – emblematica la vicende di Marcello Piacentini dapprima epurato e poi reintegrato – le occasioni per la generazione che si è formata durante gli anni della seconda guerra mondiale non mancano. Bisogna poi prendere in considerazione che l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia sotto la direzione di Giuseppe Samonà a partire dal 1948 annovera tra i propri docenti architetti e urbanisti di grande valore ma soprattutto fautori di una modalità radicalmente nuova di intendere l’architettura: a Venezia giungono Luigi Piccinato, Ignazio Gardella, Bruno Zevi, Franco Albini, Saverio Muratori, Giovanni Astengo, Giancarlo De Carlo, Ludovico Belgioioso, Carlo Scarpa. La scuola di Venezia è quella più sensibile e disponibile a accogliere le tante sollecitazioni del contesto internazionale e tra i maestri dell’architettura moderna che arrivano in visita è proprio Wright a suscitare grandi consensi e interesse. L’Architetto si reca a Venezia per ricevere la laurea honoris causa conferita da Samonà il 21 giugno 1951, due giorni prima dell’inaugurazione della mostra a lui dedicata a Firenze. Non è dato sapere se D’Olivo ebbe modo di incontrare Wright a Venezia o in seguito a Firenze, o ancora di visitare la grande mostra allestita a Palazzo Strozzi, ma è probabile che abbia potuto sfogliare il numero doppio (41-42) che la rivista «Metron» dedicò all’esposizione corredandolo con le illustrazioni di “diciotto progetti e ediici inediti” il saggio di Giuseppe Samonà dedicato all’architettura del maestro americano e la riedizione della prefazione 291 (“La sovranità dell’individuo”) a opera dello stesso Wright della monograia edita da Wasmuth nel 1910. Ma la Critica dell’epoca aveva già rilevato le afinità tra Wright e D’Olivo, iscrivendo quest’ultimo tra i protagonisti del movimento organico21. Accanto alla fascinazione per il maestro americano D’Olivo, come sostiene Vincenzo Lacorazza in un articolo pubblicato sulla rivista “Pirelli” nel 195222 è attratto dalla “lezione della docilità del cemento armato” di Nervi, anche se a parere dell’autore l’architetto friulano sta percorrendo una terza via. L’architettura infatti non è mai disgiunta dalla struttura e di questo indissolubile binomio D’Olivo è convinto assertore in dai primi progetti ma soprattutto quando affronta la realizzazione del Villaggio del Fanciullo a Trieste. La spirale per Lignano Pineta così ricca di assonanze wrightiane, tra tutte la celebre rampa del Guggenheim, costituisce un unicum in quanto parte costituiva di un piano urbanistico, mentre Wright la impiegò per l’architettura, talora di scala monumentale e preferibilmente negli spazi interni rivisitando secondo il modello della spirale il tema della ‘promenade architecturale’, così cara a Le Corbusier . Completato il tracciato urbanistico e avviati i primi cantieri per le nuove case per le vacanze D’Olivo si occupa del piano per Lignano nuova, vale a dire il collegamento tra la proprietà della Società Lignano Pineta con la celebre chiocciola e la preesistente città balneare denominata Lignano vecchia comunemente deinita Sabbiadoro. Tra le due città per le vacanze si frappone la vasta pineta di proprietà dell’Ente Friulano Assistenza dove nel 1939 era stata inaugurata la colonia elioterapica Costanzo Ciano progettata da Pietro Zanini su commissione della Federazione Provinciale dei Fasci di Combattimento. Il piano D’Olivo si estende anche verso ovest ino alla foce del Tagliamento nell’area deinita Lignano sud che successivamente assumerà la denominazione di Riviera. Del “Piano regolatore della spiaggia di Lignano” si torna a parlare il 20 aprile 1954 quando la Giunta municipale di Latisana23 delibera di rifondere all’architetto D’Olivo le spese vive per la redazione del piano, anche se nell’afidare l’incarico l’anno precedente lo stesso D’Olivo aveva dichiarato che avrebbe lavorato senza gravare sulle inanze comunali. In una lettera del 26 marzo 1954 fatta pervenire alla giunta invece l’architetto modiica la dichiarazione precedente e nuovamente la risposta dell’amministrazione è positiva 21 V. LACORAZZA, Tra Wright e Nervi, «Pirelli», 2, aprile 1952, pp. 38-39; M.T., Libere architetture nella scia di Wright, «Domus», 275, 1952, pp. 7-11. 22 LACORAZZA, Tra Wright e Nervi …, cit., p.38. 23 Verbale di deliberazione della Giunta Municipale, n. 94 R.D, prot. 2646 del 20 aprile 1954, in Latisana, ASC, b. 565/61. 292 DIANA BARILLARI «ritenuta la richiesta logica ed onesta, non essendo giusto che un pubblico Ente debba approittare della magnanimità di un professionista per assolvere i propri compiti di interesse pubblico»24. Sulla rivista «Vie Nuove» del 10 ottobre 1954 esce l’articolo di Giovanni Battista Canepa Cambiano il volto a una penisola: tra le immagini selezionate vi è quella che documenta la presentazione del piano regolatore dell’intera penisola dove si vede l’architetto D’Olivo che illustra ai rappresentanti degli enti interessati – il comune di Latisana, l’Azienda di Soggiorno, gli Enti di assistenza e i proprietari delle zone boschive – gli elaborati frutto dell’incarico conferitogli l’anno precedente. Il 18 settembre 1954 era stata inaugurata la Mostra dedicata al progetto per la penisola di Lignano presso il “Centro Friulano Arti Plastiche” di Udine, una esposizione che a detta del curatore, Arturo Manzano, doveva presentare al pubblico l’opera di un valente e promettente progettista . Ma le scelte operate dall’Architetto suscitarono un vivace dibattito che oltre a occupare per qualche settimana le pagine dei giornali quotidiani, ebbero un risvolto legale. Nell’Archivio del Comune di Latisana è conservato l’atto di difida che alcuni proprietari delle aree interessate al piano redatto da D’Olivo – la “Società Imprese Lignano (S.I.L.)”, la “Società Turistica Adriatica (S.T.A.)”, la “Società Imprese Agricole Lignano (S.I.A.L.)”, la “Proprietà Fratelli Coin” – fecero pervenire al Sindaco e al Vicesindaco, imputando loro la responsabilità personale (‘anche sia pure per sola colpa passiva’) di un rilevante danno agli interessi dei ricorrenti. Nel documento la prima contestazione che viene mossa è quella di aver afidato l’incarico a un professionista che come iduciario di una delle parti interessate «sta preparando un piano che di certo adempie al mandato afidatogli dalla Soc.An. LignanoPineta curandone con estrema abilità gli speciici interessi commerciali e speculativi di questa, ma contemporaneamente danneggiando gli interessi di tutti gli altri aventi causa, ed in modo particolare quelli concretati dalla attuale Lignano Sabbiadoro»25. A sostegno dell’atto di difida vi è lo stesso progetto dell’architetto D’Olivo che «tende a spostare, ed attrarre, ed assorbire, le correnti turistiche, svuotando il potenziale di avviamento del vecchio centro di Lignano Sabbiadoro, o almeno riducendolo a una declassata periferia del complesso turistico balneare, e compromette inine decisamente, il sorgere di iniziative in tutte le altre zone. Che soprattutto stupiscono, ed allarmano, i progetti e i propositi dell’Arch. D’Olivo – Soc. An. LignanoPineta, in quanto tendono ad attirare il trafico e a farlo ruotare esclusivamente nei terreni di speculazione della Soc. An. Lignano-Pineta, tra l’altro ignorando l’esistenza del Lungomare e la evidente necessità di prolungarlo così come avviene in qualsiasi stazione balneare, e come è da lungo tempo preconizzato, ed inine deliberatamente escludendo il diretto collegamento con lungomare suddetto, dall’attuale unica strada di accesso a Lignano Sabbiadoro, soluzione che solo permetterebbe una generale equa valorizzazione della intera penisola»26. Il conlitto di interessi citato in premessa risulta il capo di accusa più lieve mentre quello che preoccupa maggiormente sono le scelte compiute in merito alla viabilità che effettivamente sposta il baricentro del piano verso la spirale di Lignano Pineta, ma anche la scelta di allontanare le vie di collegamento rispetto al lungomare esistente a Sabbiadoro. La distanza tra l’arenile e la viabilità costituisce d’altro canto uno degli elementi caratterizzanti del progetto del piano D’Olivo anche per Pineta, infatti il cerchio più esterno della chiocciola che risulta più vicino alla spiaggia è distante dal mare di 180 metri circa. La scelta di distanziare in maniera considerevole il tracciato viario dalla linea di costa è determinata dalla rilevante estensione della zona demaniale che è ancora oggi sotto la giurisdizione della Capitaneria di Porto cosicché a Lignano, l’arenile dispone di una area libera da costruzioni e trafico che risulta un elemento che con il passare degli anni ha acquistato valore, contribuendo a tenere distanti condomini e palazzine multipiano dalla spiaggia. Nell’archivio del geometra Enor Milocco, idato collaboratore di D’Olivo per il progetto di Pineta, si trovano alcune copie eliograiche27 delle tavole relative al piano del 1954 e quella contrassegnata dal numero uno (pianta generale) è la trasposizione graica del progetto che suscitò l’allarme dei proprietari delle aree limitrofe. Lo schema della viabilità disegna la sagoma di un delino con la testa rivolta a est verso il Tagliamento e la coda che 24 Ibidem. 25 in Latisana, ASC, b.1172/03, del 22 ottobre 1954. 26 Ibidem. 27 Le tavole sono contrassegnate dai numeri 1 (pianta generale) , 3 (studio della viabilità), 5 (studio originale sulla zonizzazione) e 6 (studio sulla zonizzazione). D’OLIVO E L’URBANISTICA A SPIRALE A LIGNANO si assottiglia ino alla punta della penisola rivolta verso la laguna di Marano. Curve, sinusoidi ellissi parabole e spirali che spesso contraddistinguono la progettazione urbanistica di D’Olivo non rispondono a una logica di igurazione o al senso estetico del progettista, piuttosto sono il risultato dell’applicazione delle equazioni trigonometriche che generano linee curve. Niente pertanto viene lasciato all’immaginazione, cosicché ogni segno va ricondotto a una dimensione matematica che nulla lascia all’arbitrio, anche se agli occhi dei critici le tavole che D’Olivo ha realizzato sembrano il frutto di una generica vena artistica che viene giudicata in maniera negativa. La valutazione sottende tutto il disappunto per un piano che al contrario si rivela in troppo riuscito, tanto che dalla sua forma si dispiega una forza attrattiva, tale da mettere in crisi gli interessi degli altri proprietari: il testo della difida è paradossalmente il riconoscimento di un obiettivo compiutamente raggiunto, tanto che la reazione non fa che confermare la bontà di una scelta coraggiosa e innovativa. Il successo dell’investimento della Lignano Pineta spa è quindi sancito proprio dalla reazioni che suscita quella chiocciola capace, come per un incantesimo, di attirare nelle sue spire il trafico, distogliendolo dalle altre zone condannate a restare periferia. Anche l’accusa di ignorare il lungomare della vicina Lignano Sabbiadoro è fondato ma in questo caso si tratta di una scelta coerente con l’ampia zona di rispetto prevista anche a Pineta: D’Olivo preferisce tenere una distanza ragguardevole tra area abitata e spiaggia e aiutato in questo dalla zona demaniale posta sotto la tutela della Capitaneria, progetta una città che coabita armoniosamente con l’ambiente, dando prova di una lungimiranza che con il passare degli anni si è rivelata preziosa. Il Lungomare che sta a cuore a molti dei critici del piano D’Olivo costituisce l’asse principale dell’abitato di Sabbiadoro una sorta di boulevard sul quale sorgono alberghi e ville realizzato nel 1936 secondo un modello comune a molte città balneari dove il grande viale, spesso alberato, è il luogo della passeggiata rivelando una dimensione di fruizione che è soprattutto di tipo pedonale. Questa disposizione che privilegia il Lungomare come elemento lineare ordinatore viene superata dal progetto di Lignano Pineta per il quale D’Olivo propone una soluzione alternativa di fruizione del fronte mare, risolto con un tracciato viario dinamico che favorisce l’osmosi tra abitato e spiaggia, grazie alla forma della spirale che allo stesso tempo allontana e avvicina il turista di nuova generazione che si muove con l’automobile. 293 3. Il Piano Regolatore Generale del comune di Latisana dimenticato Passano poche settimane dalle polemiche e dalla difida che il 5 novembre 1954, quando D’Olivo scrive al sindaco Zanelli , esponendo il suo programma di lavoro per l’elaborazione del piano regolatore generale del comune di Latisana, speciicando che la documentazione necessaria è frutto della visita da lui effettuata all’Istituto Nazionale di Urbanistica e al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici sezione urbanistica a Roma. Fino a questa data il piano regolatore riguardava soltanto la cosiddetta penisola mentre nella lettera viene citato il comune capoluogo. Quello che è successo nel frattempo lo racconta il Sindaco in una “Relazione” (del 20 settembre 1955)28 quando ricorda che nelle delibere assunte dal Consiglio comunale (31 ottobre 1953) e dalla Giunta (20 aprile1954) «veniva afidato l’incarico di redigere il piano regolatore unicamente per la penisola di Lignano onde armonizzare Lignano vecchia con Lignano nuova, dimenticando, sia da parte dell’Amministrazione, sia da parte dell’architetto che accettò l’incarico, di far notare che per l’art.7 della legge 17/8/1942 n. 1150 ‘il piano regolatore generale di un Comune deve considerare la totalità del territorio comunale’. Ad ogni modo l’Amministrazione Comunale del tempo era convinta di aver afidato l’incarico del piano regolatore solamente per Lignano»29. A chi sia da attribuire la responsabilità di aver dimenticato un articolo della legge urbanistica in vigore, se al Comune o al progettista, è argomento piuttosto delicato, considerato anche che la presentazione del piano regolatore della penisola ha innescato un vivace dibattito, cosicché dal 18 settembre 1954 data della mostra al “Centro Friulano Arti Plastiche” al 5 novembre l’incarico a D’Olivo viene modiicato, senza una formalizzazione di carattere uficiale, ma è probabile che se ne sia discusso informalmente. A questa data Lignano fa ancora parte del comune di Latisana (diventerà autonomo soltanto a partire dal 1959) e la legge urbanistica del 1942 non ammette deroghe, il lavoro svolto ino a quel momento riguarda infatti soltanto alcune frazioni del comune capoluogo, pertanto il rischio è che quanto inora realizzato possa venire annullato, cosicché il passaggio successivo diventa obbligatorio. D’Olivo, dopo aver confermato la propria disponibilità a eseguire con rapidità 28 Piano regolatore del comune dell’architetto D’Olivo, in Latisana, ASC, b. 1172/03, del 20 settembre1955. 29 Ibidem. 294 DIANA BARILLARI il Piano Regolatore dell’intero comune, chiede collaborazione per il reperimento dei dati occorrenti per la redazione, oltre a informare l’amministrazione che ha già istituito un uficio staccato a Latisana dove lavoreranno i geometri Enor Milocco e Enzo Petiziol ai quali ha afidato il lavoro di indagine per avere notizie dettagliate su l’ambiente naturale, storico, economico e sociale, sull’attività lavorativa in zona con particolare riguardo all’agricoltura industria e commercio, notizie sulle abitazioni, le opere pubbliche e i servizi e i dati sulla circolazione stradale, la rete ferroviaria e il trasporto su gomma. Il lavoro tecnico e graico verrà invece svolto presso lo studio dell’architetto a Trieste dove, come precisa nella lettera, sono all’opera già sette persone da quindici giorni. In calce D’Olivo esprime il proprio rammarico per il mancato coinvolgimento nell’elaborazione del nuovo regolamento edilizio comunale, che potrebbe risultare discordante rispetto agli intendimenti del suo progetto. Nella frase espressa in maniera diplomatica è sotteso un accenno alla comprensibile e più movimentata dialettica che contrassegnava le relazioni con la committenza, soprattutto da quando erano iniziate le pressioni e le critiche da parte dei proprietari che si sentivano danneggiati dall’impostazione del piano D’Olivo. Le reazioni al nuovo incarico non tardano a farsi sentire infatti il 4 febbraio del 195530 si svolge a Venezia una conferenza di servizio sul Piano Regolatore Generale di Latisana e su quello della frazione di Lignano indetta dal Magistrato alle Acque e dal Provveditorato alle Opere Pubbliche : alla riunione sono presenti il prefetto di Udine il dott. Giuseppe Meneghini, il Comandante della capitaneria di Monfalcone capitano Ugo Calducci Riccitelli, l’ingegnere capo del genio Civile di Udine Giuseppe Pittino, e un delegato del Genio Civile di Venezia l’ingegner Camillo Schiavuta, l’Ispettore ripartimentale delle Foreste dello Stato di Udine dott. Alfonso Calzolari, il direttore dell’Ente Provinciale per il Turismo di Udine Mario Meneghini, il presidente dell’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Lignano che rappresenta anche la Camera di Commercio di Udine ingegner Giovanni Battista Rizzani, un consigliere dell’Azienda suddetta l’ingegner Valentino Magnani, il vice sindaco del comune di Latisana Luigi Cicuttin, l’ingegnere comunale di Latisana Luigi Zatti e tre dipendenti del comune Aldo Samueli, Carlo Matassi e l’ingegner Giovanni Mantovani, oltre a quattro tra tecnici e dirigenti del Magistrato alle Acque sezione urbanistica, l’ispettore generale ingegnerCAldo Cremese, l’architetto Luigi Santacatterina e l’architetto Bruno Manno e il dott. Michele Sortino e inine Marcello D’Olivo. Le decisioni assunte in questa riunione possono sostanzialmente riassumersi nella volontà comune di tutte le parti presenti di afiancare all’architetto D’Olivo altri due professionisti scelti dalle società presenti a Lignano d’intesa con l’Azienda autonoma di Soggiorno e il secondo indicato dal Magistrato alle Acque. In questo modo si intendeva porre ine al contenzioso originato dallo straordinario potere di attrazione della chiocciola di Pineta che attirava nel suo vortice i villeggianti diretti a Lignano, i quali trascuravano le altre mete balneari suscitando il malumore di esercenti e proprietari. I due professionisti avevano quindi il compito di difendere e tutelarne gli interessi di tutti gli altri soggetti, infatti l’obiettivo era quello di trovare una soluzione armonica tale da accontentare tutte le parti. Lo stesso D’Olivo, come riportato dal verbale della riunione, aveva espresso la sua disponibilità ma gli sviluppi ulteriori ebbero un esito diverso, infatti il 24 aprile 1955 l’architetto consegnò l’elaborato completo del piano regolatore redatto insieme al socio Adelsi Bulfoni, ricordando all’Amministrazione che aveva trenta giorni di tempo per esporlo. Non è chiaro se la decisione di proseguire il lavoro senza accogliere la richiesta di collaborazione con altri due professionisti fu interamente frutto di una scelta dell’architetto D’Olivo, il quale comunque, senza l’appoggio dell’Amministrazione, non avrebbe potuto ignorare platealmente la decisione concordata tra le parti. Nella lettera di trasmissione delle tavole e degli altri materiali del piano31 D’Olivo fa cenno a una riunione tenutasi il 9 aprile presso la sede del municipio alla quale avevano partecipato il Sindaco, il segretario comunale, l’Azienda autonoma di Soggiorno, i rappresentanti della Commissione Pontiicia di Assistenza, i rappresentanti e i proprietari dei maggiori lotti di terreno nel corso della quale furono presi gli ultimi accordi per il Piano. Sia la riunione che il mancato spirito di collaborazione da parte del Comune e di rilesso anche del progettista suscitano la decisa e stizzita reazione del Prefetto di Udine il quale scrive al sindaco Zanelli ricordando gli impegni presi il 14 febbraio nella riunione plenaria e avvertendo che l’inosservanza avrebbe determinato l’arrivo del Commissario Prefettizio, in pratica un preavviso di commissariamento32. La ferma reprimenda del Prefetto si conclude con la richiesta di non esporre gli elaborati appena 30 Verbale - Riunione per una conferenza di servizio sul Piano Regolatore Generale del Comune di Latisana e per la regolamentazione urbanistica della frazione di Lignano, in Latisana, ASC, b.1159/34, del 14 marzo 1955. 31 Piano Regolatore Generale del comune di Latisana, in Latisana, ASC, b.1172/03, del 23 aprile1955. 32 Piano regolatore generale del Comune in Latisana, ASC, b. 1172/03, del 22 aprile1955. D’OLIVO E L’URBANISTICA A SPIRALE A LIGNANO consegnati anche perché non avendo D’Olivo ricevuto alcun incarico uficiale dal Comune, lo stesso piano non ha alcuna rilevanza giuridica e risulta pertanto illegale. Alla richiesta il Sindaco risponde a stretto giro assicurando la propria collaborazione oltre a impegnarsi per arrivare a una conclusione tale da soddisfare tutte le parti in causa33. In una nota successiva inviata alla Prefettura il sindaco Zanelli informa che «Sono in corso pratiche con l’arch. D’Olivo intese allo sganciamento completo e deinitivo dallo stesso in modo che il Comune sia libero di trattare la delicata partita nell’interesse pubblico e con generale soddisfazione»34. Ma nel mese di settembre ancora non ci sono novità tanto che il Prefetto torna a sollecitare il Comune per avere aggiornamenti: nel frattempo D’Olivo ha presentato la parcella per la compilazione del piano ma, a seguito della difida arrivata dalla Prefettura, il Comune di Latisana non autorizza la liquidazione della stessa. Cosicché D’Olivo afida la riscossione al suo avvocato, Loris Fortuna, il quale riesce a concordare con l’amministrazione una somma ritenuta congruente.35 Gli elaborati del piano sono accompagnati dalla relazione nella quale D’Olivo illustra quelle che sono le linee guida della sua proposta «Il piano è impostato su concetti generali e deinito solo nelle sue linee e caratteristiche generali, lessibile ad un idoneo e razionale studio particolareggiato di alcune parti, ed inoltre, date le sue direttive ed impostazioni, l’elasticità non pregiudica l’organicità compositiva. Con questo criterio vengono evitati gli inconvenienti in ogni punto del territorio residenziale, agricolo, balneare e d’interesse d’indole particolare. […] Partendo dalla situazione attuale della punta penisola , impostata dall’ing. Pievatolo, col suo piano redatto nel 1936, era necessario, date le caratteristiche della penisola, svolgere una rete continuativa ino alla foce del Tagliamento, senza spezzettare urbanisticamente il territorio, ma nel medesimo tempo mantenendo la suddivisione 295 dei centri necessaria alla distribuzione delle zone. L’afluenza alle due arterie di grande trafico parallele al lungomare è data da un’armonica comunicazione tra capoluogo e penisola ed attenua le dificoltà di trafico dei trentamila passanti nei giorni di punta e l’enorme incremento prevedibile del futuro. Con l’estensione di sei chilometri di spiaggia, con l’attento studio del piano in causa, con l’urbanizzazione razionale della viabilità, con la zonizzazione data dal frutto dell’esperienza, un aflusso indeinito del retroterra italiano e straniero, viene automaticamente a disseminare il super popolamento limitando la prevedibile crescente percentuale d’affollamento. A questo punto è stato conveniente il valido aiuto della commissione edilizia comunale»36. La ‘rete continuativa’ che ha l’obiettivo di non «spezzettare urbanisticamente» la penisola illustra il principio che sottende alle scelte urbanistiche di D’Olivo che soprattutto nella disposizione della viabilità si ispira al principio della «lessibilità e elasticità delle linee». L’elemento nuovo tra il piano generale del comune e quello redatto nel 1954 per l’intera penisola consiste soprattutto nel collegamento tra il comune capoluogo e la viabilità autostradale (Venezia-Trieste) quindi l’accesso alla penisola. D’Olivo prevede un’arteria a doppio senso che si «apre in linea sinussoidale ino a raggiungere la spina dorsale del grande trafico della penisola dando libero sfogo alle strade di alimentazione particolari»37, In una tavola pubblicata in “Discorso per un’altra architettura”, D’Olivo svela come è stata tracciata la sinussoidale sopra citata38, generata da un’equazione logaritmica che si connette alla spirale di Lignano Pineta: ancora una volta è la matematica a guidare lo sviluppo del piano, che risponde a quell’esigenza di continuità sempre tenuta presente dall’architetto. Si tratta di un valore intrinseco all’architettura organica e lo stesso Wright lo ha ben presente quando realizza la soluzione per il Guggenheim con la celebre rampa a spirale logaritmica. 33 Latisana, ASC, b. 1172/03, del 27 aprile1955. 34 Latisana, ASC, b. 1172/03, dd.11 giugno 1955. 35 Verbale di deliberazione della Giunta municipale, R.D. 274, prot. 8186, del 6 dicembre 1955, in Latisana, ASC, b. 1172/03. 36 Studio d’Architettura Ingegneria Urbanistica Marcello D’Olivo Adelsi Bulfoni, Relazione, Piano Regolatore Generale, Comune di Latisana, Trieste, Arti graiche Villaggio del Fanciullo di Trieste, 1955 in Latisana, ASC, b. 1159/34. 37 Ibidem. 38 M. D’OLIVO, Discorso per un’altra architettura, Udine, Casamassima, 1972, tav. 03.01 (Lignano 1953-1956). 296 DIANA BARILLARI 4. Il Piano urbanistico dal punto di vista dell’Ingegnere I carteggi e la documentazione conservata nell’Archivio Storico del Comune di Latisana illustrano i tanti ostacoli che il piano D’Olivo incontra e oltre al contenzioso, poi risolto con una transazione, con la stessa amministrazione, tornano a farsi sentire le società e i proprietari delle aree che si ritengono danneggiati dalle geometrie curvilinee di D’Olivo. Si levano anche le voci del Corpo Forestale della Stato e della Camera di Commercio in quanto l’apertura di nuove strade va a interessare zone soggette a vincolo idrogeologico o la pineta oggetto di un rimboschimento effettuato a spese dello Stato: il Piano e il suo Progettista hanno superato la fase critica più acuta quando era stato paventato il commissariamento da parte della Prefettura di Udine, ma i problemi non sono initi. Le criticità che vengono espresse da diverse parti convincono il Sindaco, Luigi Cicuttin (già vice nella tornata precedente) a chiedere un parere39 all’ingegner Luigi Zatti, professionista di iducia dell’Amministrazione, che aveva seguito tutte le tormentate vicende del progetto in dall’inizio. Nella sua circostanziata e puntuale relazione l’ingegner Zatti, dopo aver espresso tutta la propria stima nei confronti di un «Valorosissimo collega che ha saputo fornire tangibili e pratiche prove di saper realizzare delle bellissime cose sia nel campo dell’architettura come in quello della pianiicazione» ripercorre le vicende che hanno preceduto il piano regolatore generale e quindi sottolinea quello che a suo parere ne costituisce il difetto più marcato, vale a dire la mancanza della parte economica: «Ogni Piano non è concepibile, grande o piccolo che esso sia, generale o particolare, se non corredato e completato dalla parte economica relativa alla spesa necessaria per la sua realizzazione e ciò tanto più quando, come nel caso in questione, il Committente è una pubblica Amministrazione che dalle questioni economiche non può prescindere specie quando trattasi di programmi che possono vincolare i bilanci di numerosissimi esercizi futuri e forse anche eccedere le stesse possibilità economiche dell’Ente. Purtroppo il piano D’Olivo è privo della parte economica ed è una grave deicienza per poterne esprimere un parere completo. Con tali osservazioni ed appunti non è che io voglia inirmare o menomare l’elaborato del collega architetto D’Olivo, che anzi ho sempre riconosciuto e ammirato per la sua perfetta, unitaria e grandiosa concezione che tiene conto di tutti gli elementi fondamentali, zonizzazione, sviluppo demograico, servizi comunali, necessità turistiche, viabilità principale e secondaria, ecc., ma solo ho voluto ed inteso di precisare che esso piano eccede e oltrepassa le inalità per cui venne disposto e per tale ragione non serve o serve male, allo scopo per cui era stato ordinato che è quello dianzi precisato, scopo semplice e ben deinito: di concretare cioè nel più breve tempo possibile quel mezzo voluto dalla legge, cioè il piano generale per ottenere l’approvazione dei piani particolari della penisola di Lignano in parte già in essere e in parte in programma, ma parimenti indispensabili per la disciplina dello sviluppo urbanistico della zona cui deve presiedere, per legge, l’Autorità comunale. Ogni altro ine diverso che il piano generale possa essersi invece ripromesso, eccede i compiti dell’Amministrazione comunale e rientra in un campo molto più vasto, specie per quanto concerne la viabilità esterna alla zona turistica, viabilità che non può essere solo di competenza comunale. Basti a tale riguardo ricordare che il piano generale prescinde completamente dalla viabilità esistente e prevede la costruzione ex novo di nuove vie di transito distinte e diverse: autostrada; strade di grande trafico; strade piccolo trafico; nessuna delle quali coincide con la viabilità attuale che tuttavia è e non sembra doversi completamente abbandonare»40. Le affascinanti geometrie generate dai logaritmi avevano potuto essere dispiegate in piena libertà sull’aerea di proprietà della Lignano Pineta dove le uniche preesistenze erano costituite da canali collettori e da una sola strada di una certa rilevanza che era però esterna ai conini, mentre nel momento in cui si trattava di porsi in relazione con la rete di collegamenti esistente e soprattutto con le pretese e le aspettative delle altre parti in causa, allora lo strumento normativo e economico assumeva un peso del quale, da esperto di tecnica urbanistica, l’ingegner Zatti era ben consapevole. Nel parere redatto per il Comune, inoltre, ricorda che il piano generale era strumentale all’approvazione di quelli particolari previsti o in vigore nella penisola di Lignano. Il collegamento tra le due località balneari, quella di Sabbiadoro e il nuovo insediamento di Pineta era stato oggetto dell’incarico afidato dal Comune a D’Olivo nel 1953, suscitando da subito forti reazioni. 39 In Latisana, ASC, b. 1172/03, del 1 dicembre 1956. 40 L. ZATTI, Parere in merito al Piano Regolatore Generale del comune di Latisana compilato nel 1955 dall’arch. Marcello D’Olivo, in Latisana, ASC, b. 1159/34, del 7 dicembre 1956. D’OLIVO E L’URBANISTICA A SPIRALE A LIGNANO 5. Luigi Piccinato vs Marcello D’Olivo due visioni antitetiche dell’”Urbanistica organica” Nelle sue considerazioni inali l’ingegner Zatti dopo aver reiterato le espressioni di apprezzamento per il “grandioso lavoro” di D’Olivo ribadisce che per poter approvare il piano, tenendo in considerazione i propri ini particolari, bisogna operare un deciso ridimensionamento, onde assicurare una rapida e sicura realizzazione del medesimo. Di seguito elenca le modiiche da apportare, con speciale riguardo agli aspetti della viabilità, esaminando le nuove proposte e la situazione esistente allo scopo di veriicare, punto per punto, la concreta possibilità di realizzazione. L’ingegner Zatti segnala inoltre che ci sono consistenti fattori di contrasto per quanto riguarda la zona occidentale della penisola, vale a dire l’area a ovest della chiocciola di Pineta ino al Tagliamento: a suo parere le opposizioni sono dovute a «mancati preliminari indispensabili accordi con gli interessati» pertanto «appare necessario riesaminare tutto quanto si riferisce a questa zona particolare in rapporto alle iniziative che chi la rappresenta deve aver concretato e ciò per evitare ulteriori opposizioni»41. Il riferimento è a quelle Società e proprietari che fecero recapitare al Comune di Latisana la difida nel 1954 e che, come previsto nel Parere furono tra i primi a esprimere la loro contrarietà al piano regolatore generale. Ma invece che presentare delle generiche opposizioni i due ricorrenti preferirono inviare degli studi alternativi. I fratelli Coin presentarono la loro controproposta che consisteva un piano redatto dagli architetti Giovanni Morassutti, Alberto Ferrini e Francesco Gnecchi42, mentre la S.I.L, la S.I.A.L e la S.T.A.43 incaricarono l’architetto Luigi Piccinato «di studiare l’adattamento del piano regolatore del Comune di Latisana per la parte riguardante la penisola di Lignano ed interessante i terreni di loro proprietà al ine di assicurarne l’aderenza alle caratteristiche ambientali ed alle inalità di un eficiente e organico sviluppo turistico della zona»44. La “Relazione” di Piccinato allegata alla lettera 297 delle tre società consorziate si compone di quattro pagine, due delle quali sono dedicate alle osservazioni critiche rivolte al piano D’Olivo. La valutazioni espresse dal professor Piccinato, all’epoca docente di “Urbanistica” a Venezia, sono tanto più sostanziali in quanto pronunciate da uno degli esponenti di punta dell’Urbanistica italiana45. Nella prima parte della sua “Relazione” per il piano di Lignano ovest Piccinato fa emergere quelli che sono a suo parere i difetti della proposta D’Olivo: «A nostro avviso già le linee del piano generale seguono piuttosto una teorica impostata su formalismi planimetrici vieti e superati anziché basarsi su un più obiettivo studio accurato di quei presupposti programmatici, che soli devono guidare con serietà qualunque sforzo compositivo urbanistico. Da questi presupposti deve sempre partire lo studio del piano. Il quale, tanto sarà più concretamente logico, eficiente, bello, utile e spontaneo, quanto più rappresenterà una interpretazione seria e accurata di tutti i fattori di base. Solo in tale modo è possibile ottenere quella eficace aderenza urbanistica che, da sola, garantisce ed accerta la rispondenza del tema ad una più viva realtà; aderenza che qui manca del tutto. Non vogliamo addentrarci però nell’esame di tutto il piano generale del Comune di Latisana ma, premesso quanto sopra, non possiamo non soffermarci sulla struttura che il piano propone, sia pure nella sua evidente eccessiva sommarietà, per la zona di Lignano. Qui anelli concentrici di strade a spirale, lunghe parabole di arterie, parcheggi, slarghi e piazzali sono tracciati obbedendo a un formalismo purtroppo distaccato dal quadro urbanistico, rappresentato dalle fasce di pineta, dalla posizione delle dune, dall’esistenza dell’abitato di Lignano (con le sue necessità, i suoi bisogni, i suoi sviluppi): La zonizzazione prevista sommariamente è del tutto incoerente rispetto alla struttura viaria, e questa ultima poi è del tutto lontana da un indispensabile quadro di unità. Questo insieme non rafigura un piano. All’opposto: siamo lontani qui da un qualsiasi “organismo”, senza il quale manca precisamente il piano, il programma che lo sostiene e lo giustiica. Disgraziatamente il settore mediano, appartenente a una privata società, è stato dal 41 Ibidem. 42 In Latisana, ASC, b. 1159/34, del 10 aprile 1957. 43 La “S.I.L. Società Imprese Lignano” era rappresentata dall’onorevole avvocato Edoardo Clerici, la “S.I.A.L. Società Imprese Agricole Lignano” dal professor Domenico Chiesa e la “S.T.A Società Turistica Adriatica” dal conte Lodovico Foscari. 44 In Latisana, ASC, b. 1159/34, dd. 3 luglio 1957. 45 Cfr. C. DE SESSA, Luigi Piccinato architetto, Bari, Dedalo, 1985; C. MERLINI, Luigi Piccinato. Una professione per la città e la società, in Urbanisti italiani: Piccinato, Marconi, Samonà, Quaroni, De Carlo, Astengo, Campos Venuti, a cura di P. Di Biagi e P. Gabellini, Roma-Bari, Laterza, 1992; Luigi Piccinato e l’urbanistica moderna, a cura di F. Malusardi (con contributi di G. Astengo, G. Campos Venuti, B. Dolcetta, R. Mariani, M. Fabbri, M. Vittorini, I. Insolera, E. D. Sanilippo, B. Zevi), Roma, Oficina, 1993. 298 DIANA BARILLARI progettista già realizzato (e proprio nell’interesse stesso della Società) e rappresenta una realtà della quale oggi non si può non tener conto. Si vuole tuttavia, con il progetto che qui si accompagna, proporre una soluzione per il settore meridionale ino alle sponde del Tagliamento onde evitare che anche questa notevole parte della pineta sia malamente e incongruentemente urbanizzata»46. In questa sistematica demolizione del progetto D’Olivo oltre a ravvisare una concezione diversa della pianiicazione urbanistica, sicuramente più fondata su assunti teorici e una competenza indiscussa in merito agli assunti fondamentali della disciplina, pare di registrare da parte di Piccinato una punta di insofferenza per un progetto che potrebbe essere annoverato come appartenente al movimento organico e proprio per tale motivo ancora più avversato. Secondo Piccinato ciò che manca è proprio la dimensione organica, in quanto non ci sono quelli che costituiscono a suo dire i presupposti logici e formali di relazione con la “viva realtà”. In sostanza D’Olivo ha impostato il proprio disegno urbanistico a forme che possono essere qualiicate come formalismi, deinizione che ha una valenza negativa. In particolare l’analisi si focalizza sull’elemento che caratterizza Pineta, la spirale che viene descritta con maggior dettaglio proprio per evidenziarne gli errori. Una bocciatura senza appello, circostanziata e tanto più severa in quanto proveniente da un architetto che da subito ha aderito al movimento organico, condividendone lo slancio innovatore. Inoltre durante il periodo in cui era direttore insieme a Ridoli di «Metron» alcune opere di D’Olivo erano state pubblicate sulla rivista47. Piccinato e D’Olivo si trovano in contrapposizione intanto perché i rispettivi committenti hanno da tempo un contenzioso in atto, ma soprattutto perché Piccinato in quanto profondo conoscitore della materia urbanistica coglie alcuni elementi che svelano la sostanza architettonica della forma urbana che D’Olivo ha inventato: la spirale e le altre sinusoidi generate dai logaritmi non appartengono all’urbanistica in senso rigoroso, ma al campo dell’arte, tanto che sembrano segni tracciati su scala territoriale, piuttosto che forme generate da norme, logiche, schematismi razionali. La chiocciola di Pineta ha più afinità con un’opera di Land Art che con la teoria disciplinare e questa estraneità sancisce, secondo Piccinato, il fallimento dell’urbanistica proposta da D’Olivo. Con il piano per la zona ovest di Lignano intende emendare gli errori riscontrati offrendo la contempo una lezione che si ponga come esemplare sotto il proilo del metodo e della pertinenza disciplinare «Il progetto in parola, che rappresenta una proposta di variante al piano generale, propone la organizzazione del vasto territorio in vari gruppi di residenze servite da una circolazione stradale veicolare periferica con ramiicazioni locali di strade minori residenziali di penetrazione. Varie arterie più importanti assicurano i raccordi con la grande arteria da Latisana, con la lottizzazione già eseguita nel settore mediano, con il centro di Lignano e, inine, con il lungomare. Nel quadro generale è prevista una zona ‘centrale’ con negozi, cinema, chiesa, caffè, servizi pubblici, autorimesse, ufici ecc. mentre nei vari settori residenziali sono previsti minori centri di negozi. Lungo il Tagliamento, in una zona sommamente caratteristica per bellezza dei luoghi è previsto l’impianto di una zona sportiva mentre zone alberghiere sono previste in adatte posizioni con riserve di parco. Speciale studio è stato posto nella conservazione e valorizzazione delle zone verdi e del patrimonio arboreo che costituisce la ricchezza di fondo di tutta la spiaggia di Lignano. In luogo di progettare il solito lungomare quale strada di circolazione automobilistica (ciò che rende fastidioso, rumoroso, pericoloso e incomodo il soggiorno sulla spiaggia) si è voluto conservare alla duna litoranea il carattere di passeggiata panoramica portando più indietro, alle spalle, la circolazione e conservando anche una profonda fascia di parco pineta con posteggi per i veicoli. Tutto il settore è considerato come un vastissimo parco percorso solo ed esclusivamente da sentieri pedonali, che collegano le zone residenziali con il centro e con la spiaggia, escludendo gravosi incrocio con strade veicolari. La vita degli ospiti potrà svolgersi così in un quadro più calmo e silenzioso con quel tono di tranquillità e di riserbo che invano il turista ricerca a Jesolo, al Lido di Venezia o a Lignano stessa. Sono, questi criteri, già in atto in altre moderne spiagge e luoghi di villeggiatura quali Punta Ballena presso Montevideo, Pinamar sull’Atlantico, Saltjobaden in Svezia, Baruthane sul Bosforo, Saas Fé in Svizzera..Si è voluto con questo progetto portare una parola più viva e più aderente a una nuova realtà, nell’intento di impedire che la bellissima spiaggia di Lignano rischi di naufragare nel luogo comune, che ha fatto scadere del tutto tante altre spiagge dell’Adriatico. E forse si è ancora in tempo»48. 46 L. PICCINATO, Piano Regolatore di Latisana nota relativa alla sistemazione di Lignano ovest, in Latisana, ASC, b. 1159/34, allegato alla lettera del 3 luglio 1957. 47 T. FURLANI, Una libera comunità giovanile a Trieste, «Metron», 47, dicembre 1952, pp. 33-35; Quattro progetti di Marcello D’Olivo, ivi, pp. 36-48. 48 LUIGI PICCINATO, Piano regolatore di Latisana nota relativa alla sistemazione di Lignano ovest, in Latisana, ASC, b. 1159/34, allegato alla lettera del 3 luglio 1957. D’OLIVO E L’URBANISTICA A SPIRALE A LIGNANO Se si confrontano le tavole dei due Piani e le foto aeree che ne documentano l’avvenuta realizzazione, la differenza tra le due diverse concezioni della composizione urbanistica è quella che Paola Di Biagi descrive nel contributo pubblicato nel catalogo della mostra dedicata a Marcello D’Olivo nel 2002 «nel primo [Piccinato n.d.r.] l’articolazione e la gerarchia dei tracciati formano diverse unità di vicinato, nel secondo [D’Olivo n.d.r.] il disegno urbano è totalmente afidato alla strada; il tracciato si riconferma il grande materiale compositivo che avvolgendosi disegna spirali o dispiegandosi sviluppa e forma città lineari»49. Se entrambi aderiscono al “Movimento per l’Architettura Organica” la loro interpretazione quando si cala nella concretezza del piano diverge sostanzialmente, infatti per D’Olivo (come peraltro Wright) il tracciato o la forma architettonica hanno una funzione che può deinirsi afine a quella del mondo naturale, come nel caso della conchiglia del Nautilus che disegna una spirale logaritmica. La dimensione organica del piano urbanistico secondo Piccinato invece consiste nello studio della «viva realtà», pertanto il contesto che viene accuratamente analizzato costituisce il principio generatore del programma che poi si conigura, articolandosi per parti tra loro interconnesse, come in un organismo vivente. Le diverse osservazioni in forma di proposta arrivate all’amministrazione comunale di Latisana oltre al parere espresso dall’ingegner Zatti vengono inviate a D’Olivo afinché esprima una valutazione, in vista dell’approvazione del piano regolatore generale. La risposta dell’architetto tarda a arrivare tanto che il Comune ne sollecita il parere che giunge il 14 ottobre: nella lettera D’Olivo dopo aver ribadito la paternità del progetto sostiene che le obiezioni dei privati devono essere inviate a Roma presso il Consiglio Superiore del lavori Pubblici, che è l’uficio competente a effettuare le scelte relative. La lettera si conclude con il passaggio delle consegne al idato collaboratore Enor Milocco che «ha tutte le facoltà di presiedere, indire, agire, incassare, modiicare e irmare il Piano regolatore generale e quello particolareggiato»50. La parola dimissioni non compare, ma la lettera 299 sostanzialmente segnala il deinitivo disimpegno dell’architetto D’Olivo per quanto riguarda il piano regolatore, ma nel contempo anche gli incarichi per la progettazione di ville a complessi edilizi si riducono in maniera considerevole. Il motivo di questo allontanamento è dovuto, secondo Paolo Nicoloso51, alla rottura con la Società Lignano Pineta nella quale viene ridimensionato il ruolo di Giuseppe Anzil che aveva sempre sostenuto D’Olivo: da questo momento a Lignano arrivano altri giovani architetti, tra loro Aldo Bernardis, Gianni Avon, Paolo Pascolo, Gino Biasi52. Ma in effetti il geometra Milocco qualche giorno dopo speciica che la paternità del piano resta a D’Olivo e in effetti il suo ruolo è quello di supplenza più che di sostituzione : la stima tra i due professionisti è tale che anche gli aspetti giuridici e amministrativi non costituiscono un problema. La presenza dell’architetto quindi continua a farsi sentire, infatti in una riunione convocata il 26 ottobre a Latisana per trovare, come si legge nell’invito «un incontro sui vari punti di vista concernenti l’elaborazione del piano regolatore generale del Comune di Latisana, particolarmente per la parte riguardante la penisola di Lignano, allo scopo di evitare in da ora le opposizioni da parte dei singoli interessati che costituirebbero remore che il Comune, a guadagno di tempo, desidererebbe superare provvisoriamente»53. Nella stessa riunione Milocco dichiara che entrambe le proposte avanzate dai privati, una a irma Piccinato e l’altra Morassutti possono essere accolte e riferisce che D’Olivo si riserva soltanto di valutare la compatibilità con i criteri generali del piano generale del comune. L’iter del progetto continua e il consiglio comunale di Latisana approva nella seduta del 29 giugno 1958 il piano regolatore generale al quale mancano alcune carte per essere inviato a Roma per la deinitiva approvazione. Ma nel frattempo Lignano si stacca da Latisana per diventare un comune autonomo e così il travagliato iter del piano regolatore si interrompe deinitivamente. Il neo costituito comune afiderà la redazione del nuovo piano regolatore a Gino Valle e Attilio Zannier (1961-1965)54 ma anche questo progetto non verrà mai condotto a termine e nel 1965 Valle verrà sostituito da Luciano Di Sopra. 49 P. DI BIAGI, Da Lignano a Ecotown: il disegno di un’utopia, in Marcello D’Olivo architetto …, cit., p.13. 50 in Latisana, ASC, b. 1159/34, del 14 ottobre 1957. 51 NICOLOSO, Lignano (1952-63) …, cit. , p. 44. 52 M. STEFANI, Architettura moderna a Lignano: la casa di vacanza degli anni Cinquanta e Sessante, in Lignan …, cit., pp. 615-644. 53 Riunione per un esame tecnico al Piano Regolatore Generale del comune di Latisana, Verbale , in Latisana, ASC, b. 1159/34, del 26 ottobre 1957. 54 P. CIGALOTTO, O. MENEGHINI, Lignano, “croce e delizia” degli Urbanisti, in Lignan …, cit., p. 527. 300 DIANA BARILLARI 6. Un inale nel nome di Wright L’ideale conclusione del piano di Lignano Pineta si compie tra il 1955 e il 1956 ma questo non pone termine alla rilessione dell’architetto sulla forma della spirale, e anche se l’iconica struttura non avrà repliche, sul tema della città delle vacanze D’Olivo tornerà tra la ine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta realizzando il piano del Lido di Fiumicino (1956), la proposta per un Piano di sviluppo del comprensorio Aquileia-Grado (19581959), il villaggio di Manacore sul Gargano (19591964) su commissione dalla Compagnia Italiana per il Turismo Europeo, il piano urbanistico e alcuni ediici per il Centro turistico Nuova Pineta al Lido di Classe a Ravenna (1962-1963), il progetto per un centro turistico al lido di Rosolina (1959-1962). I progetti elencati sono pubblicati nel numero monograico che “Casabella-Continuità” nel gennaio del 1964 dedica al tema delle coste italiane con particolare riguardo all’urbanistica55. Sono due i progetti di D’Olivo oggetto di una presentazione più dettagliata, oltre a Manacore che nel 1964 era stato quasi ultimato, le proposte per la Pineta di Classe frutto della collaborazione tra gli studi D’Olivo (con Valentino Simonitti) Alessandro Manzone e Ludovico Quaroni (Gabriella Esposito, Roberto Maestro e Antonio Quistelli) . Il comune denominatore tra Quaroni e D’Olivo è la condivisa predilezione per forme megastrutturali di forma circolare aperta o chiusa, calate in un contesto urbanistico dove le strade disegnano ampie curve che luiscono armoniosamente nel paesaggio. I supercondomini deiniti «circus» capaci di ospitare 1200 appartamenti, rielaborano le proposte per il quartiere Cep alle Barene di San Giuliano a Mestre che Quaroni aveva ideato nel 1959 ma sono altresì debitrici delle visioni utopistiche di Frank Lloyd Wright per la Grande Baghdad (1957)56 . Anche se non si trova in riva al mare e non è mai stata neppure segnalata, la proposta di D’Olivo per la colonia Olivetti a Brusson (1955) presentata al concorso di primo grado, suscitò l’interesse della critica, insieme al progetto di Carlo Scarpa e Gilda D’Agaro che vennero invece invitati al secondo grado del concorso. Anche se l’incarico venne afidato a Claudio Conte e Leonardo Fiori, Renato Pedio sulle pagine de “L’Architettura Cronache e Storia”57 ebbe parole di apprezzamento e di «sincero elogio» per i progetti Scarpa e D’Olivo che ritenne meritevoli di pubblicazione soprattutto per il metodo di lavoro impiegato. «Per D’Olivo ogni ediicio è un’avventura grandiosa, un’occasione per rifare il mondo e la storia, per inventare una nuova vicenda umana. In questa forza esplosiva e gioiosa sarebbe assurdo pretendere di reperire i momenti del raccoglimento pensoso e della mestizia. Contro il normale professionalismo e contro i più profondi temperamenti schivi e isolati, D’Olivo rappresenta l’esultanza di una visione attivistica dell’architettare con le conseguenze ‘brutalistiche’ che ne sono l’inevitabile conseguenza»58. Il calzante giudizio di Renato Pedio, pur se riferito al progetto per la colonia di Brusson, risulta illuminante per comprendere la forza della carica utopistica di Marcello D’Olivo ma anche le ragioni di dei tanti ostacoli e delle incomprensioni che hanno caratterizzato la sua architettura visionaria. 55 Coste italiane 1. Urbanistica, «Casabella Continuità», 283, gennaio 1964. Oltre all’editoriale di Ernesto Nathan Rogers (“Homo additus naturae”) va segnalato il saggio di FRANCESCO TENTORI, “Ordine per le coste italiane” (ivi, pp.5-19). Inoltre P. CARLOTTI, D. NENCINI, P. POSOCCO, Mediterranei Traduzioni della modernità, Milano, Franco Angeli, 2014, pp. 127-134. 56 M. MAREFAT, Wright in Baghdad Urban life more beautiful, in Frank Lloyd Wright from within outward, Catalogo della Mostra, a cura di R.Cleary, New York, Skira Rizzoli, 2009,74-91. 57 R. PEDIO, Concorso per una colonia a Brusson, «L’Architettura Cronache e Storia», IV, 37, novembre, 1958, pp. 458-471. 58 Ivi, p. 470. D’OLIVO E L’URBANISTICA A SPIRALE A LIGNANO 1 301 2 3 5 4 7 6 8 302 DIANA BARILLARI 9 10 11 12 13 14 15 16 17 D’OLIVO E L’URBANISTICA A SPIRALE A LIGNANO 303 19 18 1 La penisola di Lignano con la spirale di Pineta appena tracciata in una foto aerea I.G.M. del 1954. In alto la laguna di Marano, a sinistra le anse del iume Tagliamento. 2 M.D’Olivo, Lignano Pineta studio sulla viabilità, 1954 ca. (Teor [Udine], Archivio privato). 3 M.D’Olivo, Lignano Pineta studio sulla zonizzazione, 1954 ca. (Teor [Udine], Archivio privato). 4 Ernest Hemingway e Maria Luisa Kechler ( moglie del conte Federico) sulla spiaggia di Lignano Pineta il 15 aprile 1954 (Roma , Archivio privato Antonio D’Olivo, foto di Mario Kechler). 5 M.D’Olivo (attr.) studio per lo sviluppo di una spirale logaritmica e conigurazione di uno ziggurat. La tavola è collegata a quella dello studio per la zonizzazione dove il proilo dello ziggurat è composto dagli ediici di altezza diversa, dai cinque piani di quelli dell’anello prossimo al centro della spirale ino quelli a un piano nelle zone più lontane, seguendo una criterio di decrescita proporzionale alla distanza dal centro, 1954 ca. (Teor [Udine], Archivio privato). 6 Ernst Hemingway e Adriana Ivancich a Villa Kechler, Percoto, 1954 (Lignano, Archivio del Comune, foto Mary Welsh Hemingway). 7 M.D’Olivo (attr.), studio con rettangoli e triangoli aurei, 1953 ca. (Teor [Udine], Archivio privato). 8 Nella tavola rafigurante la “Planimetria penisola di Lignano situazione della rete stradale nella proprietà Lignano Pineta spa” la spirale disegnata è quella equiangolare o di Archimede, mentre in alcune varianti precedenti D’Olivo aveva ipotizzato anche l’impiego della spirale logaritmica, 1953 ca. (Teor [Udine], Archivio privato). 9 M.D’Olivo, Villa Sinisgalli a Lignano Pineta, 1954-55, veduta dal terrazzo (Udine, Civici Musei, Gallerie del progetto, foto di Italo Zannier) 10 M.D’Olivo, Villa Spezzotti a Lignano Pineta, veduta generale da ovest (Udine, Civici Musei, Gallerie del Progetto) 11 M.D’Olivo, Villa Mainardis a Lignano Pineta, 1954-55, veduta della terrazza panoramica al primo piano (Udine, Civici Musei, Gallerie del progetto, foto di Italo Zannier) 12 M.D’Olivo, Piano per la penisola di Lignano, 1954 (Teor [Udine], Archivio privato) 13. Marcello D’Olivo, Adelsi Bulfoni, piano regolatore per il comune di Latisana, stato di fatto, 1955 (Latisana, Archivio Storico Comunale). 14 M.D’Olivo, Villa Spezzotti a Lignano Pineta, veduta da sud, foto di Italo Zannier, 1955-58 (Udine, Civici Musei, Gallerie del Progetto) 15 L.Piccinato, tavola del piano di lottizzazione di Lignano sud, 1957 (da Lignan, 2014, p. 526). 16 Foto aerea rafigurante il tracciato della lottizzazione di Lignano Riviera secondo il piano predisposto da Piccinato, 1963 ca (Lignano, Biblioteca comunale). 17 M.D’Olivo, Piano regolatore generale per Latisana, studio con equazione logaritmica (Discorso per un’altra architettura, 1972) 18 Marcello D’Olivo, Adelsi Bulfoni, piano regolatore per il comune di Latisana, particolare della penisola di Lignano, 1955 (Latisana, Archivio Storico Comunale). 19 La penisola di Lignano in una foto aerea I.G.M del 1984 con i segni dello sviluppo turistico, si rilevano i due piani urbanistici, la spirale di Pineta opera di D’Olivo e a sinistra Lignano Riviera su progetto di Luigi Piccinato.