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La tecnica come strategia

La tecnica come strategia di Teresa Iaria L a te o te po a ea spe hio del suo te po elasti o e o ile, i te o essa ai uovi odi di vive e e produrre. Non può che riflettere, interagire e suggerire questa visione. Stratificata e complessa, appare come un arcipelago di linguaggi privati che necessitano di un background storico sul campo per comprendere come nascono e in che lingua ci parlano le singole opere. La o plessità del siste a dell a te o te po a ea può esse e osse vata e vissuta o u o sgua doatt ave so , di e e Wittge stei , o u gua da e de t o u filt o dall i te o del filt o 1. Solo in questo modo ci si orienta riuscendo a cogliere tutte le infinite variazioni che ci appaiono. Gli artisti, costituenti attivi di questo sistema, in un moto perpetuo di anticipazioni e ripensamenti, interagiscono e rispondono con il loro operato ad una domanda di innovazione concettuale e stilistica. Pe u a tista la uestio e della te i a ha a he fa e o u a o dizio e della e te he si svolge à ella messa in opera del suo progetto. Nel suo ope a e l ele e to o ettuale st etta e te o esso a uello ope ativo, pe ui il ediu s elto u vei olo fo da e tale pe la essa i fo a dell ope a. Rosalind Krauss lo ribadisce in due suoi scritti, Reinventare il medium e L'arte nell'epoca postmediale2 in cui il medium risulta un insieme di regole, una "matrice generativa" di convenzioni derivate, ma non identiche, dalle condizioni materiali, uno spazio disciplinato di possibilità che si apre all'artista. La tecnica viene dunque concepita come virtualmente sempre già presente al pensiero. Potremmo dire che l a tista o s eglie solo u odo di p o ede e a s eglie sop attutto u a st ategia d azio e. E questo perché ogni artista, che sia pittore, artista concettuale o che utilizzi sofisticate tecnologie, determina con il suo ope ato, u o spazio d azio e pe ui ei ve ta e spe i e ta u a se ie di egole e p o edu e pe espli a e al eglio la sua idea. E hia o he uesto o es lude il fatto he l a tista può s eglie e di esse e totalmente indisciplinato ed imprevedibile, sovvertendo di volta in volta il suo proprio modo di procedere. Il concetto di strategia è centrale pe h ide tifi a l artista come un giocatore ideale che dialoga con un linguaggio visivo codificato storicamente, ui di ha pe a alogia delle egole o ui gio a e e u a fo a di libertà strategica che gli permette di interpretare, riformulare e in alcuni casi stravolgere canoni e configurazioni precostituite. Nelle sue p o edu e l idea i a e il u leo fo dativo, non è importante stabilire quanto il medium influenzi il p ogetto o ua to u idea sta ilis e a p io i o e deve esse e esp essa. Nel pe o so di ideazio e l i te sezio e elasti a e si i alta o ti ua e te. La questione del medium è centrale in tutta l Ava gua dia del XX se olo. Nuovi edia si so o su eduti ad altri, presentandosi come rivoluzionari nella possibilità espressive e comunicative. Più di recente la rivoluzione tecnologica è quella che ha inciso di più nel nostro presente, e comprende soprattutto 1 Il guardare attraverso è una espressione di Wittgenstein rip esa da E ilio Ga o i el suo Esteti a. U o “gua doatt ave so Ga za ti Mila o 99 pp. -12. 2 Rosalind Krauss Reinventare il medium. Ci ue saggi sull’a te oggi, Bruno Mondadori Milano 2005 e L’a te ell’e a Post-mediale Marcel Broodthaers, ad esempio, Postmedia Books Milano 2005 l i o t o di due te ologie ate egli stessi a computer. i: i ass edia e l ela o azio e di dati att ave so il Negli anni Novanta il concetto post-mediale si è rivelato una chiave di lettura interessante per leggere a he l i patto ultu ale delle uove te ologie. I pa ti ola e l uso del o pute e del We ha o ampliato le possibilità interattive degli utenti, e soprattutto degli artisti. Come afferma in Postproduction. Co e l’a te riprogramma il mondo il filosofo francese Nicolas Bourriaud. L a tista o te po a eo ope a come un dee-jay o un programmatore che si appropria di oggetti culturali o di frammenti di essi e li iela o a, o ta doli e i lude doli i uovi o testi. “e p i a l a tista si app op iava degli oggetti eali con gli or ai a i oti eady ade , o a si app op ia di eadyi fo atio , opia do e i olla do a suo piacimento, ricreando una nuova rete di significati. Quindi oggi non ha più senso ribadire la specificità mediale, o chiedersi quanto una nuova tecnologia può influire sul odo di pe sa e e se ti e, tutto o ai i idu i il e te i te ediale . Cio all i te o di ogni singola opera emerge una stratificazione concettuale e tecnica che rimanda ad una intersezione a diversi medium. Un video che accoglie sequenze cinematografiche, un testo letterario che rimanda ad un ope a d a te he a sua volta i a da ad u ope a i e atog afi a he i a da ad u fatto di o a a. Fa e ti ultu ali e ediu di dive si a iti o o o o i sie e alla pe ezio e di u u i a g a de opera polifonica diretta con abile maestria, libertà espressiva e compositiva da un artista indagatore, un errante che sceglie di narrare una delle tante storie possibili. In linea con il nostro ragionamento, prendiamo come esempio Peter Doig artista scozzese che utilizza un medium tradizionale come la pittura, e come molti artisti della sua generazione è influenzato indirettamente dalla tecnologia cioè la usa per prepararsi al lavoro, e Olafur Eliasson, invece che utilizza sofisticate tecnologie esaltandone criticamente le potenzialità. L i flue za della te ologia, he pe al u i espli itata i u a a alizzazio e della se si ilità, più evidente in quegli artisti che la utilizzano ostentandola. Anche se dovrebbe essere chiaro che ogni opera non è di pe s u a filiazio e te ologi a o solo u effetto spe iale pe i t atte e e u lu apa k visivo e cognitivo. E e e sottoli ea e che l a te si spi ge se p e olt e l illusio e: l a te gua da se p e alt ove! Peter Doig, è essenzialmente un pittore di paesaggi, viaggiatore e acuto osservatore di situazioni che lo circondano legate alla atu a, all a hitettu a o all uo o. Queste visioni alimentano la sua capacità di individuare correlazioni con la tradizione modernista e la cultura popolare, che l a tista miscela sapientemente modificando il suo stile, a volte legato ad una astrazione gestuale, al fauvismo, a volte al i i alis o di u a e ta pittu a o te po a ea. Doig pur avvalendosi di un medium tradizionale, prepara il suo lavoro con immagini fotografiche e riprese video. Le fotografie scattate anche con teleobbiettivi sono il suo punto di partenza per catturare frammenti di realtà che diventano atmosfere per la sua memoria che soltanto la pratica della pittura trasformerà in immagini nostalgiche, inquietanti e surreali. L uso della macchina fotografica o della telecamera permette all a tista di catturare un evento o un frammento ravvicinato modificando il tempo e lo spazio di osservazione. La tecnologia alimenta la possibilità di approcciarsi al reale in modi differenti contribuendo a rendere più plastica e relativa la nostra percezione. Ta to più he all i te o della i e a di u o stesso a tista, oggi se p e più p ese te l os illazio e t a figurazione e astrazione, intese non come estremità in o t addizio e, a o e s ale di rappresentazione he l a tista, i uesto aso o st ategia og itiva, sceglie per indagare il reale. Peter Doig Echo Lake 1998 Olio su tela Tate Collection Olafur Eliasson, invece, utilizzando le più svariate tecnologie ricostruisce artificialmente eventi naturali riflettendo e portando ai limiti la nostra possibilità di percezione, avvalendosi nel suo studio della collaborazione di un gran numero di assistenti e di esperti in varie discipline, di ingegneri, architetti, tecnici, informatici, artigiani specializzati. L a tista i te essato ai fe o e i effi e i , eve ti li itati ello spazio e nel tempo, come lo stato naturale delle cose e ai suoi possibili cambiamenti, o vi to he La atu a o esiste di pe sé, ma oi ide o il ost o odo di gua da la . T a gli allesti e ti più spetta ola i i o dia o the Weather project del 2003, in cui Eliasson ha ricostruito il sole, un sole composto da duecento lampadine monofrequenza, uno specchio e fumogeni delle dis ote he, t asfo a do l e o e Tu i e Hall della Tate Mode i u luogo su eale. A o a u a volta si ha la o fe a di ua to alla ase di og i ope a d a te ben riuscita vi sia un progetto efficace, un materiale elementare come la luce che in questo caso diventa riferimento e rimando interno alla Tate, ex centrale elettrica. La luce è di nuovo protagonista in Your Black horizon del 2005, u aggio ad altezza dell o izzo te pe orre un cubo di 400 metri quadri. L a tista ha a pio ato la lu e della laguna veneziana dalle 4 del mattino alle 10 della sera e ha trasferito i dati in un meccanismo di illuminazione, compattando la sequenza di alba-pomeriggio-tramonto-notte ed accelerando di qualche minuto le singole variazioni del tempo dell i te o ciclo della luce della laguna veneziana. Più i ti a, al di là della spetta ola ità, l ope a Your embodied garden 2013 , un video di 9:23 minuti che nasce da un viaggio fatto da Olafur Eliasson ai giardini dello studioso cinese di Suzhou, con lo scrittore Hu Fang, il gallerista Zhang Wei e il coreografo Steen Koerner. L ope a olto i te essa te pe h ost a i a ie a ese pla e, o g azia e se pli ità, la poeti a di Eliasson, e di rimando di ogni artista contemporaneo che vive embodied con il suo tempo complesso. Nel video u uo o ette i s e a u a le ta da za e a do di dive ta e tutt u o o l a ie te, si i etizza e dialoga con la natura, ma nello stesso tempo prende coscienza riflettendosi in uno specchio. Il dispositivo, che riflette e fa riflette e sui li iti e le pote zialità del ost o pe epi e, l ele e to te i o aggiunto che amplifica la distanza che ci unisce e separa dal fenomeno. L ope a d a te du ue u i dagi e he si i te oga sullo “t ea sul fatto che noi siamo processi che indagano processi. of o s iou ess ette do l a e to http://vimeo.com/62347195 Olafur Eliasson Your embodied garden 2013HDV 16:9, duration: 9:23 min © 2013 Olafur Eliasson Bibliografia E ilio Ga o i Estetica. Uno Sguardo-att ave so Ga za ti Mila o 99 Rosalind Krauss Rei ve ta e il ediu .Ci ue saggi sull’a te oggi, Bruno Mondadori Milano 2005 Id. L’a te ell’e a Post-mediale. Marcel Broodthaers, ad esempio, Postmedia Books Milano 2005 Nicolas Borriaud Postproduction. Come l'arte riprogramma il mondo, Postmedia Books Milano 2002 Id. L’estetica elazio ale Postmedia Books Milano 2010 Id. The Radicant, Sternberg Press, 2009 Ignazio Licata La logica aperta della mente Codice Edizioni 2008 Te esa Ia ia vive t a ‘o a e Mila o. A tista, lau eata i Pittu a all A ade ia di Belle A ti di ‘o a e i Filosofia o u a tesi in Esteti a, all U ive sità La “apie za di ‘o a. Negli ultimi anni si interessa di fisica teorica, i suoi lavori sono stati pubblicati in p estigiose iviste o e Natu e Physi s e Plastik a t & s ie e Univ-Paris1. E docente di Tecniche e Tecnologie della Pittura all A ade ia di Belle Arti Brera di Milano. Da se p e i te essata all i te sezio e dei li guaggi, dialoga con letterati, poeti e scienziati. E aut i e di About the Anything Goes in Art i Aestheti s i P ese t Futu e. The A ts a d the Te h ologi al Ho izo Edited y Brunella Antomarini and Adam Berg, Lexington books New York 2013. E L’i ve zio e delle egole. A alogie, etafo e e odelli ei processi creativi Postmedia Books Milano 2013 (in press).