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Antonis Liakos L'UNIFICAZIONE ITALIANA E LA GRANDE IDEA Ideologia e azione dei movimenti nazionali in Italia e in Grecia, 1859·1871 Prefazione di Stuart Woolf Aletheia L'editrice della Grecia moderna Firenze ,dlllh I Ak l\II'I,1 f1 lliIU' ('011 Il P1 L'<. I.,O Inl l' nlO d i ludl \ hlp,I'" 111'\ ",,,III OI\lhl rorml \1'Ipe nl, c (Ii 11111 1'11111 Il I., 111 11 \1'" 11(" lHtt'{. I, I>t:r I;oll trlhu lre ad ulla plll l'UIII\IoII(· lI 11l1pt c n .. lollc clelia GrLocl:\ l lllltt' rll por-.IIlt!a. iャエィ G i iGBッセ BAャ、@ セ イ ッ@ ...セ@ pubblico, que llo 、 ・ ャ G ゥョ 、 オ セ ャ イゥ Z Q@ 1.11111I 1.lll, fjudl n dd!., cultura 51 3ppUnla no, q uasi IIH. Il'' III'I\It.,, 0'1\111.1 H,.mdc tradizio ne classica o si espri,"(\1\0 ,'nrro te rmini meramente tu rislici. NtllIlI"I.IIU,' le comuni nidi i di civ ihà e un dirruso ·,,,hll"1I1O di I\11llI'Xula, la Grecia moderna resla per noi un mo ndo lo ma no e sco nosciuto. 1.1 セ オャエ ャエN Q@ li 'Ile l.nt lehe ro vine e q uella della spiaggia ne o:l5<:ondo no a ncora il vero volto. , I Conc<.' p!to, (hmque, per ro rni re nuovi stimoli e aprire カ セャョ Z ィャ@ di conoscenza su una realtà specifica, Il progettO ed ito riale Alethe ia si articola In quattro distinte sezio ni: JJlblloteca di cullura neogreca mccoglle stud i, saggi e mo nograrie di storia generale, di politica, di economia, di lingua e di letteratura, d i musica, d i architeu ura e arti figurati ve. Biblioteca di letteratura neogreca pro pone opere di narrativa e di poesia, già note ruo ri della G reda o tradotte per la prima volta, con part ico lare rig uardo alla produzione del secondo do poguerra. 1/ viaggio sentimentale in Grecia da un lato inle nde recupera re la letteratura e la memo rialistica di viaggio del passato, daU'altro pro pone un genere nuovo di guida che o rie nti il visitato re alla scoperta dell'identità dei luoghi e del loro più intimo significato. J Greci nostri contemporanei ripro po ne testi teatrali che la rirl essio ne sul mito greco ha ispirato alla d rammaturgia moderna e cOnlemporanea internazionale. Biblioteca di cul tura neogreca 3 Antonis liakos L'UNIFICAZIONE ITALIANA E lA GRANDE IDEA Ideologia e azione dei movimenti nazionali in Italia e in Grecia, 1859·1871 Prefazione di Stuart Woolf Aletheia L'editrice della Grecia moderna Firenze I" 'OfXJYlllIlI Iilkovos IH7.os, Solrte AIMI/lol/m!, 1897. O lio Na7.lomlle d i Atene n. 1108. NlI Icb, 167x lll çm, Pin:tcoIL-c:t Redazione e progetto grafico Andreas Giacumacatos Titolodell'opera originale H ITAAIKH ENOnOnU:H KAI H MEfAAH It.EA Copyright C 6q.tèÀlO, 1985 Prima edizione italiana ampliala Traduzione dal greco Andreas Giacumacatos Revisione Virgilio Gaddi Copyright Cl Aletheia 1995 Via Ùlmarmora, 51 - 50121 Firenze Tel (055) 575825 - Fax (055) 575536 ISBN 88-8536B-D5.Q Nel!a trascrizione dei nomi greci di persone e luoghi meno noti, si è adottato un sistema di traslitterJzione fonetica çonsiderato più vicino alla lingua italiana. Gli acc:en ' ti servono esclusivamente per la correua intonazione. Ne/la tradizione storiografica occidentale esiste un forte contrasto tra l'abituale accostamento di Grecia e Italia nell'età classica e l'attenzione privilegiata al processo di unificazione italiana rispetto all'oblio quasi totale nel quale viene relegata la storia della Grecia moderna È un contrasto che a prima vista può sembrare paradossale, ma che ba radici storiche ben precise. Dalle civiltà greca prima e romana poi discende direttamente quella tradizione europea su cui si basava, e per molti ancora si basa, l'affermazione dell'unicità e de/la superiorita dell'Europa: la eu/tura classica è stata parte integrante dell'istruzione delle classi dirigenti dell'Occidentefino ai nostri giorni, o a/meno fino alla prima guerra mondiale. Ne/la storiografia dell'epoca moderna e contemporanea, al contrario, l'Italia dell'OttoNovecento occupa un posto di tullo rispetto nella storia europea, mentre la Grecia, -a partefugaci accenni al contributo alla lotta per l'indipendenza greca di figure del romanticismo europeo come Lord Byron, - viene ignorata. Una ragione sta forse nella diversa importanza dei due paesi nella loro evoluzione. Indubbiamente, dall'angolo visuale della storia politica e diplomatica, se non altro per ragioni demografiche e di estenセゥッョ・@ territoriale, le ambizioni e le possibilità dei due paesi erano (e sono) realmente di un ordine di grandezza diverso. Tuttavia, i giudizi dei contemporanei non sono imparziali e nascondono infondo un elemento di valore ideologico. Da un lato, l'Italia è considerata senza dubbio parte dell'Europa, anche se il modello "mediterraneo» della sua configurazione sociale e della sua tradizione non corrisponde esattamente al tipo ideale di stato-nazione euroJX.->o di chiara impronta nord-occidentale. Dall'altro, è più difficile definire con certezza la posizione e il ruolo della Grecia, al tempo stesso frontiera. dell'Europa ma parte dell'Oriente musulmano, minoranza cristiana ma di culto ortodosso, potenziale erede dell'impero oUomano ma elemento conflittuale nelle tolte balcaniche. Le diverse percezioni dei due paesi e dei loro movimenti nazionali, jJur senza essere commentate III IfllI lel'mlll l, ヲャイエiHj i セ|ャ i HI@ U}t/ IO lIIl LchlllO!lv II/lfll /tI ,'Iwrca di AnfOlIls Utll.!os. Qlleslo è /II/ /ibro imporltllllc, e l /O li solo " cr /III p /l blJ/ico llalia110, per pitì ragioni BastO/dosi S II IIna conoscenz a approfondita delle [ onli e della storiogra[ia italial/e e grecile, esso ricostmisce le auivilcl dei protagon isti dei movimenU nazionali dei d ue paesi e le loro relaz ioui e interconnessioni in un momento di importanza centrale gli anni cruciali 1859-1871- in cui l'ltalia si unificò e la classe politica e militare greca depose il suo primo re, Ollone, e annetté le i'mle dello Ionio. Liakos illustra non solo le relazioni e i contatti personali tra numerose figure italiane e greche -alcune note, altre meno, dal Tommaseo al Mamiani, dal LomtJardos al Panàs- ma dipana con maestria le sovrappusiziuni e le interferenze tra le molte illiziative, sia rivoluzionan·e sia diplomatiche. Dal suo lihro emerge con grande chiarezza l'estremafluidità della politica di quegli 。ョセ@ in cui i due re, Vittorio Emanuele e Ottone, complottavano e aizzavano sommosse con la stessa disinvoltura con cui i democratici e rivoluziunari cercavano di strumentalizzare la diplomazia e le interferenze delle grandi potenze. Su tutto e tutti domina la figura di c。イゥ「ャ、セ@ divenuta, dopo la spedizione dei Mille, un mito, il taumnturgo ウオーョNセッ@ e sempre disponibile al servizio delle bauaglie per le liberazioni nazionali I rapporti tra politici e intellettuali italiani e ァイ・」セ@ pur profondamente e ininterrottamente condizionali dall'organizzazione fXJlitica e dalle congiunture della politica interna dei due ー。・ウセ@ derivavano tuttavia dalla stessa ideaforza, la liberazione nazionale. Nel caso dell'Italia, si trattava delle speranze e delle preoccupazioni di completare l'unificazione, tra i Greci altrettanto incalzante era la Grande Idea di liberare i loro compatrioti ancora sottoposti al dominio straniero. Liakos non si /imita a ricostmire le relazioni tra i gruppi e gli individui dei due ー。・ウセ@ che costituiscono il tessuto dei rapfXJrti tra Italia e Grecia in quegli anni così importanti. In modo penetrante ed elegante, egli fa emergere dal linguaggio e dalle proposte dei protagonisti stessi le inevitabili incomprensioni e i malintesi che risultalXlno dal filtro dell'ideologia nazionale attralX..>rSo cui ciascuno interpretava l'altro: ., Le storie dei due paesifurono mitizzate vicendevolmente e l'azione politica si andò sviluppando, al tempo stesso, tra i soggetti reali e le loro proiezioni fantastiche». Che le speranze di sollevazioni Più o meno spontanee, di guerre o di ingrandimento tern·toriate finissero nel nulla non dipese soltanto dalla cautela delle grandi potenze, ma anche dalle illusioni, Più o meno utopisticbe, che stavano aLla base deUe aspettative e delle relazioni personali dei protagonisti Erano questi, come spiega giustamente Liakos, anni di transizione, in cui si sovrapponevano un generosu sentimento di solidarietà tra i fXJfXJli e una rinnovata affermazione dello stato contro ie iniziative dei cittadini I cittadin4 difronte alla crisi delle vecchie 6 forli/l! d('I/(I/J/x l mlo -""/Il/h', /X'l/.SlIIIfIllO d o /JOf(J/, m odellll re II [ I/tll ro, 11011 s% dcllo /J1'O/J1"f11 lIaz /r)/li!, 1/t(J llllcba d i allri "opoli Ma, da ti Ila pa/'te, ci(lscu 110 {lIIte/JO l leIXI o/'I/wi l'interesse del proprio slato-nazione (II/ti solidarlelcl fntemaziOlwle degli anni precedenti e, d 'altra parte, lo stato, pl./.r approfiuando delle conquiste dei 」 ゥエ。、ョセ@ manifestava una sempre Più chiara volontà di annettersi e gestire l'idea nazionale. L'importanza metodo/ogica dell'approccio comparativo adottato da Anlonis Liakos va sottolineata. La storiografia dell'idea di nazione e delle esperienze dei movimenti ョ。コゥッャセ@ come pure Più in generale del nazionaU'imo, tende, in sintonia con il tema stesso e come suo riflesso, a /imitarsi al/o studio di un solo paese o movimento nazionale Ciò accentua una gia forte tendenza ad interpretare ogni movimento nazionale in modo teleologico come se lo slxxco in uno stato nazionale fosse predestina/o. Inoltre, a causa dell'assenza di confronti sistematici con altri movimenti nazionali, èfacile che tali studi perdano o distorcano il senso delle varieforze in gioco a livello internazionale L'Italia e la Grecia, come ci vengono illustrate in questo libro, offrono casi esemplari La dinamica del movimento nazionale in [talia esercitava una forte influenza in Gn'Cia, non solo per la vicinanza geografica e gli echi culturali 」ッュオョセ@ ma perché esso coincise con una profonda crisi ideologica e istituzionale in Grecia. La complessità stessa del processo risorgimentale italiano e il suo esilo rapido e infondo sorprendente permettevano a tutti di trame lezioni e di avanzare molle proposte di azione, Più o meno fantasiose e spesso contradditorie. Le osservazioni di Liakos sulle differenze tra i movimenti nazionali nei due paesi sono molto acute. La coesione territoriale ed etnica del moviml."11.to nazionale italiano mancava al mondu greco, disperso tra i FQャ」。ョセ@ l'Asia Minore e le isole, e sottomesso, in condizioni sociali e giuridiche estremamente 、ゥヲ・イョエセ@ a tre entità statali profondamente diverse: l'impero oUomano, il minuscolo regno greco e il protettorato inglese per le isole dello Ionio. Le debolezze inerenti a una tale distribuzione geopolitica, insieme alla natura stessa della lotta per l'indipendenza degli anni '20, aiutano a spiegare l'assenza, in Grecia, di un movimento democratico come quello mazziniano, capace di sostenere un'iniziativa pofXJlare come quella garibaldina. D'altra parle, come nota Liakos, ciò che è specifico del caso italiano è il[atto che l'ostilità tra le forze contrastanti del movimento nazionale non degenerò, dopo l'unificazione, in guerra civile, come avvenne in Grecia dopo la rivoluzione del 1821: si potrebbe perfino pensare che incoraJ.Niare una spedizione garibaldina nei Balcani fosse I./.n modo di incanalare fuori del paese un potenziale rivoluzionario eversivo. Vale forse la pena di aggiungere due elementi. Il primo è che lo stato greco, prima e dopo la sua creazione, era di fatto quasi un 7 rmJ/l'1I0,."IO d ello J.!,rtlndIIXJfi'1/2e. con /JrtlJldl 1/(,/1" C"/I'lfI/{' Il Wl/sa di" ' 0m coll/wlgimelilo /I ella * (1//l!:1Ii(J/I(J ol'lellwll'. ( mod o d (.'CortJS{J di descrillercJ le cllp/disfe l11/iversl,1I sl/lI'llI/pero HスャoiOヲ セ@ I v'l'cc( erano allo slesso lemlX) sospinti dalla G'rande Idea I",.edelltlsta c IX'''' ficolflrmenle imjXJrel/ti a N!alizzarla.. Dai rappresenltmli del/csm". di JXJtenze (,.yJ è significativo che anche illIllOVOtllnbasciatore i/tlliano, 'l'erenno Mamiani, si comportò nel/o stes.<;Q modo), ; Greci venivanQ tratlali come puPilli che non Ixmno ancora raggiunto, nella gerarchia delle nazioni, un livello di maturità sufficiente per esere;lare liberamente la loro autonomia. Le conseguenze di una tale suddilanza erano molteplici. Il セイャ。ュ・ョゥウッ@ greco si ridusse ad un simulacro di Jiberalismo, Ira le intereferenze autorilarie del re e Rli intriRbi e le lotte di fazione dei deputati, e questo a sua volta accentuò la distanza Ira la classe politico e il popolo greca Per tali ragioni la monarchia greca, sceLta dalle grandi potenze e quindi senza radici, non poleva mai aspirare ad un ruolo di guida autorevole come quello svolto dai Savoia. IJ secmldo eleme,zlO riguarda il rapporto Ira le popolazioni residenti all'interno dello sta/o e fuori dei suoi confini Grazie a Gart「。ャ、セ@ il ,zuo/)() stalo già nel 1860 comprendeva la grande maggioranza degli Italiwzi e in dieci anni, dopo le sconfitte dell'Au.stria, ne accolse la quasi totalità. AI contrario, /0 slato gl'e'Co incorporava solo una piccola minoranza dei gイ・」セ@ ma per il solo falto di essere uno slato, rappresenta va necessariamente il centro nazionale dell'ellenismo. L'eterna spermlza dell'imminente crollo dell'impero ol/omano teneva vivo l'irredentismogreco, ma ogni aperta partecipazione alla polflica dell'impero OUomano era preclusa ai Greci (come ad agrli altra ・エョヲ。セ@ e quindi l'attività politica si esauriva nel contiIIUO rifonnarsi di selle, c/ubs e orw:mizzazioni segrew (caral/eristica questa comtme anche all'impero russo) Se in regioni eUlicamente greche -come Crela- queslo fl,.'1'lomeno polevo portare a rapporti Ira movimen ti sovversivi e rappresentanti dello stato analogbi a quelli del 1859-60 in Italia, altrove -come in Macedonia- dovevafataJmetl" te elevare il livello di tensione e le possibilità di cmiflitlo non appena altri gruppi etnici cominciavano ad organizzarsi in movimenti nazionali In questo senso, la Grande Idea ba sempre continuato a giocare un ruolo di centralità in Grecia, in contrasto (a parte alcuni momenti), COn l'irred''1'ltismo nella storia italiana. Come si vede, la lelura dello studio, bello e inconsueto, di Anloniç Liakos, sUJ§:,'erisce una quantità di riflessioni, a livello comparativo, sulla natura e sulle ambiguità dei movimenti nazionali La sua pubblicazione in ilaliano aiulerà a stimolare il ripensanumto, già in atto, del processo risorgimentale. STUART WOOll' 8 PrelllC..'S!'o :l all'l.'dlzlon ' il:lli:ll1:t Questo Iihro ràCt.:onta la storia dei rapporti tra la Grecia e l'Italia intorno alla metà del secolo scorso, nel periodo della loro formazione come stati nazionali. Il processo che in Italia assunse il nome di Risorgimemo, in Grecia si chiamò Grande Idea Gli storici degli anni successivi attribuirono, naturalmente, ai due termini durala e valenze assai diverse; tuuavia è significativo che essi fu rono coniati, adottati e divulgati dai contemporanei per collegare tra di loro, nello spazjo e nel tempo, una serie di idee, avvenimenti e processi che avrebocro condono le popolazioni delle due vicine penisole a prender coscienza della propria identità nazionale e a darle un significato politico, a dar vita a stati nazionali e a trasformarli in strumenti di autooeterminazione e unifica7jone della nazione. li fattore determinante che portò all'affermazione di questi due termini, in seguito consolidati e trasformati in principi イ・ァッャ。エセ@ è che, a differenza dei paesi dove lo stato nazionale aveva C01>1.ituito la culla per la costruzione della nazione, in Italia e in Grecia il movimento nazio nale poteva far riferimento ad una base istitU7jonaie unilaria, ma enl costi tuito da forL.e eterogenee, rappresentate da movimenti e organizzazioni politiche, minoranze locaLi elitarie, intellettuali ecc Esso, アオゥョ、セ@ ebbe le sue fo ndamenta, oltre che nelle istituzioni statali, anche nell'altivazione autonoma delle masse. Lo stato, per una buona pafle de l periooo nel quale si verificarono questi processi, fu solo uno dei promotori del movimento na7jonale, anche se da un certo momento in JXli ne monoJXllizzò la causa. l due ーイッ」・L セ@ si, in Italia e in Grecia, presentarono 」・イエセ ャュ ・ョエ@ differenze rilevanti, da meuere in rapporto con le loro dimensioni, con le specifiche esperienze ed eredità storiche, con la composizione etnica e culturale del loro territorio ed anche coi tempi diversi di quelle trasfigurazioni economiche e sociali che furono alla base del movimento nazionale. Essi però ebocro anche punti di riferimento <-"Omuni che consentirono la comunicazione tra i protagonisti dei due movimenti Certo, nel dialogo JXllitico e cultunlle, non mancarono frequenti malintesi Essi sono, tuttavia, da mp{Xlrtare al modo in cui ogni movimento nazionale si 9 l ,II 1ャセ オャ@ ,IV;I 111110ndo c la pl'Oprb 1')(.).>;I" iOl IC :111'lnl crno d i cQエN セ IZ@ i セ i@ 1:111 IO, no n furono meno rc:., i né ァ イ セカャ 、 ゥ@ di HNQI ョ セ オ 」 ョ ᅩG L 」N@ II prcscnLC lavoro, n:ltu r::.lmcmc, no n pre nde in t..-.;,'Im e lo sviluppo crono logico dei f:.alti né l'insie me d ci fan o ri c delle manifestazio ni de l processo di e mancipazio ne naziOlll.lle ne lle due penisole. Mette, tuttl.lvia, :I fuoco gli aspetti de l pro blema, ad esse c:omune, de lla liberazione e dell'organinazione politica della nazio ne e, soprattutto, la reciproca influenza e interdipendenza dei due movimemi nazionali, negli anni cruciali tra il 1859 e il 1871. Aver limitato la ricerca ad un breve periooo d i tempo ha comportato, inevitabilmente, l'esclusione d i alcuni aspetti di fondo, come lo sviluppo della vita economica e sociale e la genesi delle idee, indispensabili per lo studio del processo di liberazione nazionale. Q ha permesso, tuttavia, d i cogliere il moto nazionale nell'atto della sua concreta realizzazione, nel punto d'incontro tra il pensiero politico e le ilIuウゥッョセ@ tra le aspirazioni nazionali e gli scontri politici e sociali della metà del secolo scorso. Quell'epcx:a non fu chiamata a caso romantica La cri..i dei vecchi imperi che dominavano l'Europa e la scarsa. solid ità delle nuove formazioni nazionali provocò un vortice di idee, di ruoli e di personaggi in un'area vastissima, che si estendeva dal Mediterraneo al Baltico, dalle sorgenti del Po alle foci del D-dnuhio. In Italia il periooo che va dal 1859 al 1871 è segnato dilla guerra contro l'Austria, dalla spedizione di Garibaldi in Sicilia e dalla dissoluzione del regno delle due Sicilie, dai referendum popolari che portarono alla fon(bzione del regno d'Italia nel 1861, dalla conseguente crisi che determinò lo scontro con Garibaldi e la sua sconfitta ad Aspromonte da parte dell'esercito regio, alla nuova guerra {:ontro l'Austria nel 1866 e all'annessione d i Venezia e del suo territorio al regno d'italia. Ne11871, infine, Roma divenne la capitale dell'Italia. Sull'altra spon<1.1 dello Ionio, il 1859 segnò la erbi del regno di Ottone, il principe bavarese che le grandi potenze avevano voluto re della Grecia nel 1832 Questa crisi si concluse con la destituzione del re e la nascita di nuove forze politiche. Nel 1864 le isole dello Ionio -un tempo sotto il dominio veneziano e in seguito sotto il protettorato britannico- furono annesse alla Grecia, mentre Giorgio I, un principe danese, saliva sul trono. Due anni dopo si sollevò Creta e si ebbero moti nazionali nell'Epiro, mentre nel 1871 fece le sue prime apparizioni un movimento nazionale greco in Macedonia Tra il 1859 e il 1861 entrambi i p-desi si trovarono in una crisi perpetua riguardante sia la configurazione del territorio sia il carattere e la natura delle loro istituzioni in quegli anni il legame fra il movimento italiano e quello greco app'J.re più solido e, nello stesso tempo, si evidenziano le pecu liaritù storiche, le caratterbtiche comuni e il differente grado di セカゥャオ ー ーッ@ dei due paesi jJossiamo, così, paragonare fenomeni quali l'assorbimento da pane dello stato dell'ideologia nazionale e la sua gestione di essa, la comparsa delle prime forme di movimenti di massa, la trasformazione del IO radlL,ll b lllo hor!-(IH':I'>C Op p u rl' Il' t'OI1 "'-'HlIL'n l.c dc:ll.• .'1 ua ,1S,',c lll_::t, In! inc il <.:ontt':ldd luo rio Ì!)scrl rnc nlO d l'lI'Europ:1 I1lL'(lil l'lI':1I1t:::l nel sistc m:l intCl'Ilrl zion:lle dell'epoca, Se l'Eufo p..1 oc'çldc ntale costituiva non solo il ce nt.ro d i g mvit:l del sistema poli tiCO (.'(\ (.''(:ono mico inte rnazio nale ma anche il suo mcxlello, ne i rapporti tra l'Italia e la Grecia, che ne occu pavano due aree periferiche, !'iniziativa e la spinta più fo rte venne ro, senza dubbio, dalla prima, cioé dalla più vicina al centro. L'unificazione italiana -come sempre accade quando una rivoluzione si rifà a fondamenti teorici e a visioni di carattere universale- non poteva lasciare indifferenti così che, nelle imprese rivoluzionarie e i vari popoli come i loro ァッカ・イョセ@ nelle innovazioni, vedevano rispettivamente incarnate le loro aspirazioni o i loro timori L'unificazione italiana, inoltre, veniva a turbare l'equilibrio internazionale, costringendo i diversi paesi a tessere più st retti legami, per reagire o per trame vantaggio. Così, in quegli anni, l'ltalia divenne un centro di diffusione di idee, di programmi e di tattica politica, come era accaduto in precedenza alla Francia nel 1789 e come accadrà in seguito alla Russia, anche se in forma più limitata, nel 1917. L'innuenza dell'unificazione italiana fu particolarmente forte sulla Grecia, che non solo aveva stretti rapporti col paese che era diventato ma stava proprio allora il suo modello e caratteristiche storiche ウゥュャセ@ attraversando una crisi che sottoponeva a dura prova i suoi indirizzi, sia all'interno che all'esterno, e, al tempo stesso, la rendeva più sensibile ai nuovi messaggi. Questo lavoro esamina, nella prima parte, l'immagine sotto cui si presentò e la posizione che occupò la Grecia nell'ideologia e nella prassi politica delle forze che furono le artefici del risorgimento italiano; nonché i loro tentativi di stabil ire una collaborazione o di utilizzare il fattore greco, tanto nel quadro delle loro visioni universalbtiche che al fine del completamento dell'unificazione nazionale. Nella seconda j)'d.rte, approfondisce i temi dell'assimi lazione da parte della Grecia dci messaggi dell'unificazione italiana, dell'assunzione del Risorgimento a modello e del suo collegamemo con i problemi politici greci, infine dci cambiamenti che il mutato equilibrio internazionale provocò nella polilica greca, sia interna che estera. Affronta infine, nella terza parte, il tentativo delle forze politiche greche di organizzare un movimento analogo, sotto l'innuenza del risorgimento italiano e attraverso l'alleanza col paese assunto a modello, le reazioni che tale tentativo provocò sia all'inte rno e che aU'cstero, il suo fallimento e la nascita di n uovi rapporti di forza che finirono per richiedere differenti soluzioni politiche. Questa parte si conclude con l'esame della politica italiana relativamente alla rivolta cretese del 1866-1869, l'organi7J..azione di un movimento di appoggio attivato dai democratici italiani e la partecipazione dei garibaldini ai moti di Creta e dell'Epiro. Il presente studio è articolato su tre livelli, che rispecchiano anche le fasi della sua elaborazione: il primo riguarda i fatt i, cioè la ricostru11 /Iork' dd cllI.ldro \.' dd l'ullh.'nul l dd I,' PIX)IIl セicHLNI@ h.lll.lI1l. n!.!1 Pt..'rlo" do (,. he V;I d.1 1 Q セY@ :11 1ij7 1. T.lli r.lpponi, :I !Xln e qu.dehe .Ipprocclo di lipo giornalbti<.:o, Inos.<:o da e-igen ....c d i polit k'::l エNセ ャ 」 イ。 L@ o gli span,l rife- rimCl1Ii conte nuti in alcuni swdi, no n son swti fino ad oggi oggetto di una sislcm:lIic l riccrci d'archiviol, La vcrific..! e l'utili""''':lzio ne dei d.lli att int i dalle fo nti, wttavia, no n sarebbe stata possibi le, ,scnl'..:t uno sfor" al fin e zo per inquadr-J.rli ne l contesto de lla vita politic I dei due ー。・ウセ@ della loro correua imerpretazione. Tale esigenza ha comportato l'approfondimento di un secondo livello: quello de lle reciproche in" rllIenze tra politica interna ed estera, dei rapporti tra le vicende della liberazio ne nazionale e l'organizzazione politica interna dei due paesi, infine deUa presenza di elementi di trasformazione di breve o di lun" ga durata nel Risorgimento e nella Grande Ide-..!, A questo li vello le i fatti e i comportamenti, hanno c:ominciato a idee ed i ーイ ッァ イ。ュセ@ perdere, per lo slUdioso, la loro apparente autonomia. Infaui essi fu .. rono .segnati da più duratu re tendenze, che corrosero silenziosamente la coscienza dei contemporane i obbedendo alla logica della sottomis" sio ne delle ma'iSe e della loro integrazione nel nuovo stato, Nello stes" so tempo, le idee e i programmi assunsero i caraueri dell'effimero e del contingente, cioè dell'umore e dello stile dell'azione politica, di tuttO ciò attraverso cu i le astrazioni prendono una dimensione reale l . I)'altra parte, sia l'interpretazione de lle testimonianze, quali ci sono consegnate dalle fonti, sia la comprensione dei rapporti che imercorsero tra la Grecia e l'Italia, tra la politica interna e quella estera, (1"'<1 le forze governati ve e quelle rivoluzionarie, hanno comportalO un terzo Iivel . lo di analisi, quella del mezzo che rese possibile la comunicazione e, nello stesso tempo, provoco{) l'incomprensione tra le varie forze e gli ambienti diversi. Tale mezzo fu il linguaggio mitico dell'ideologia nazionale, all'interno delJa quale ogni cosa acquistava vita e dimensioni nuove. Le storie dei due paesi furono mitizzate vicendevolmente e l'azione politica si andò sviluppando, al tempo stesso, lr<l i soggetti reali e le lo ro proiezioni fantastiche. Analogamente, all'interno dell'Italia e ddla Grecia, l'immagine che ognuno dei due paesi si costruì di sé e delle forze osti li fini per influire sulla sua evoluzione politica non meno dei faHi reali. Questo lavoro, quando fu pubblkato la prima volta in Grecia, si limitava al periodo 1859-1862; ampliato per la presente edizione, si estende ora fino 311871 Nel suo complesso è il risultato di una lunga ricerca bibliogr-<lfica ed arch ivist ica svolta in Grecia e in Italia Nell'edi" zione italiana il profilo storico del Risorgimento, na::essario per i lettori greci, è stato sostituito con una introduzione sulla concezione ellenica della Grande Idea. Ino ltre sono slali aggiunti alcuni passi chiarifi cllori su personaggi ed eventi della storia greca. Mentre preparo quest'edizione, vado con la me nte agli amici di Roma e di Atene, di Firenze e di Salo nicco. il libro. infatti, cela in sé la magia di una mia person:de avventura negli anni 1979-81 lo partico12 tlre 、・セャ o@ ャGセーイ ョャ ャGイ|N@ 1.1 In1.1 セイN ャゥ@ udl l1\.':a yZエョ Nャ セ@ c ィ Z i セ@ .. jòtb. ーイッ」 セ@ :-.(lrc prc,-,o ャG ャ ャカGイ セ i{ LI@ dì &lionÌ<.'t;(), pc r .1 !)1I0 appogHio durante la ァャ Zセ Q Z Q QNゥッ ョ・@ di quesù>lx:ra che fu ini... b lme nlc b mi:llcsi d i donor:Jto. Il mio :lffcllllOSO ri(.'Ordo v:\ poi :I Emilia Mo relli e .. Gun nar He nng, cllI ra mbi rt..'CcnlcmelHe Sl.'OIllIXtnji. Alla prima, allo r-d docente a «La Sa pienza» di noma, devo l'iniziazione ai me'<ll1dri Zエ イ ・ ィゥカウ セ ゥ」@ 、セャi。@ stOria italiana, in pa rticolare quelli del Museo Centrale del RLSOrglmento. AI secondo, allora professore all'Università di Vienna, fui legato da uno Slretto soda lizio che prese l'avvio de lla preparazione di questo lavoro; in alcune delle sue pagine sono maturati temi che noi discutemmo durante memorabili passeggiate sulle rolline fio rentine. Alle peripezie infine di quella ricerca devo la mia amicizia con Francesco Guida, ーイセヲ・ウッ セ@ all'Università di Venezia, con la professore<;.<;.a Maria Pia De Luca e con Carmen l3etti, docente all'Università di Firenze. La pubbliatzione del libro in Italia la devo invece all'apertura cui" turale dci Dr. Roberto Verrucchi delle edizioni Aletheia, oltre che al· l'iniziativa edito riale dell'archite tto Andrea.s Giacumacatos, che si è a:,"'sunto anche l'onere della lraduzione dall'originale Ad enLrambi van" no i miei più sentiti ringraziamenti, oltre che al prof. Sruart Woolf che mi ha onorato curando la prefazione. Note I Cfr. C. KF.ROI'lt.AS., La gイッ」セ@ e l'lIa//ti nel RiMJrgimemo flallano, Firenze 1919, cd de La Voce. Per alcuni riferimenti vedi i seguenti slUdi: A. MONTI, _L1tali:l c il risorgimCl1 tO cUenko». in IUI//ti e Gn'Cia, Firenze 1939, pp. 3<i3-36S; A . TAMOOR RA, G-wour e i Ha/ctm( Torino 1958; ki., _Garibaldi e l'Eur0p3"', Ani del 39" CiRl, pp. 1\45-52'.>; w. M.... TU RL .Le avventure b::llc:iniche di M.A. Canini nel 1862>, in AA. vセ@ Studi slorici in onore di G. Volpe, Fil"(!lIlC t958, vol Il, pp. UWセ@ , .. ]. È qui doveroso citare tre lavori a ssunti ("Ome rnoddh ffiL'\odologlC1: F. CH.... lIOD, Storia della politica estera italfarlfl dtll 1870 al 1896, 2 voll .. Ro ma"Bari 1976 0951'}, A. MAYF.R, DynamlC$ oj COfHlterrcw/wion In Eumpe, 1870-/956, New York 1971; G. M06S1!, Tbe Nal/Ol/aJizatiun oj lbe Ma.t.W-§: Symbollsm a/ld Mass Muwm el/U In Germanyjrom lbe NapoJecmic Wars lbmugb lbe Tbird Re/cb, New York 1974. 13 o Abbreviazioni ACI' AG AG-FC AMAR ARO ASG ASP A51' b BNf' Cl'RI ODI liNSG FO MC1l MRM MRT P8 RS RSOR SE} s.n.d'a. .,EE AYE セip@ rAK IEEE KEINE MM Archivio Centrale dello Slato Archivio Garibaldino Archi vio Garibaldi·Fondo Curatu[o Arçhivio dcI Ministero degli Affari &l:t.Ti Archivio rォ。ウッiセ@ Brolio Archivio di Stato, Genova Archivio di Stalo, P-d[errno Arch ivio di Stato, Torino husta (plico di documenti) Biblioteca Nazionale. t·i renze Congresso di Sturi" dd Risorgimento It,,!iano Docunlfmll Diplomallclllalian( Minisll'l"o degli Affari Esteri F..dilJone Nazionale dt!gli Scritli di Giuseppe Garilxtkli FOf"cign Ofrice (Public Records orfict:. Londra) Archivio dci Museo Centrale del Risorgimento Archivk.l del Museo del Risorgimento, Milano Archivio dci MuSt."O del Risorgimento, Torino PrOlocoHo BdJazzi Regno Sardo, C1tcgoria di buste presso l'A MAI! Riv. Rassegna di SIOria del RisorgimenlO Scrilll f:dlli ed Inediti di G iuseppe Ma7.zini Senza numL"1"azione d'archivio (C1wgo ria di buste preS!iO l'Arch ivio dci mゥョ ゥセ エ・イッ@ degli Esteri grcco) Archillio del Min istero degli &l:eri greco Bo llellino dclla Societ:l Storica ed Etnologica dell:1 Grecia Quotidiano Voce dello Imli<J e Rlsas Archivio Ccnlr..ile tkllo Stato, Atene Archi vio della Sodct:l Stork:. ed t:lnologica della G rc:cia Centro d i RkcrCl della Storia dell'ElIt'flismo Moderno presso l'Aa.:-ddt!lTlia di Atene Archivio dc i Museo Bcn:lki:;. Atene ( -'? < I •セ@ I \ ( I GMNjセ@ I セ@ I セ@ / l 0セ@ '_.... -セ@ I セ@ § -' < r, Inl roduz iolll' CA I<Al'TEHI DE LLA G I(A NDE I DEA Guardando verso l'Oriente Q uando, il 30 gennaio 1833, il principe ba varese Ottone, appena dicbsseltcnte, sbarcò a Nauplia come primo re de lla Grccia, le chiavi della città gli furono consegnate dal comandante francese del presidiai. Dopo un decennio di drammatiche rivolte, di lotte cruente con(ro i Turchi e di guerre civ ili, la Grecia em divenuta uno stato indirx=ndente soltO il controllo collegiale dell'I nghilterra, de lla Franc ia e della Russia, senza tunavia che i Greci fossero in vilati, allora, a fi rmare gli accordi internazionali che li riguardavano, né fossero chiamati, in seguito, a ratific'Jr1i. A differe n;.r..a degli stati nazionali dell'Europa occidentale, SC'd.turiti da stati territoria li che già erano compresi nel sistema europeo dei mpporti internazionali, quello greco fu l'esito di una rottura della continuità statale, ossia della dissoluzione dell'impero ottomano in una delle l'iue parti periferiche. Quanti si trovarono impegnati ne lle sorti del nuovo stato, sia ne l corso della rivoluzione sia dopo la sua conclusione, non apparteneva no ad una classe domina nte omogenea né avevano partecipato in precedenza, a livelli intermedi, alla gestione del potere, come le classi borghel'ii del continente e uropeo. La legittimazione dci nuovo stato, di consegucnza, scattlriva da due fonti: esso fu, innanzitutto, il fruno di una frauura rivoluzionaria, che consentì la sperimemazione precoce di forme di gest io ne democratichçl; però, fu anche il risulta to degli accordi Tra le gra ndi potenze europee, che im posero a l giovane stato la forma della monarchia assoluta e, insieme, forn irono il ",personale. e i mezzi per la sua costi tuzione. U nuovo mo narca, infatti, era accompagnato da Ire reggenti no· minati c controlla ti da I.uigi l di Baviera, da truppe bavaresi e da un gruppo di alti funzi o nari incariC'd.li di organi zz.1 re la macchina dello stato. Ogni decisione veniva sottoposta agli a mbasciatori delle 17 ti C pOlcnz<: prol Cllrld. E. !'o lx·.'M I. dUl.lllh.' I pillil i .1.1111 d i vh, l d\..'1 nuo vo slalo, i pro ble mi pil) 、 ・ャォ セ N エャゥ@ furo nu alll om. 11 1 tr.1I11i1 (· con Itlui dirett i con la corl e di Monaco. I Greci, dopo l'espc ricll i'':1 del le gue rre ci vili, a veva no .accolto il re con sollievo, ma rivendicavano il dirillO all"autogoverno, in no me no n solo del loro passatO rivoluzionario, ma ;mche del le loro :utese riguardo al nuovo stato. I territori della Grecia lil>era, secondo i confini tracciati dal Patto di Londra del 1832, erano est remamente Iimitali 5 e includevano il Peloponneso, la Ste reà e le isole Cicladi. Il num ero degli abitami, che ammontava a 800.000 unità, non rappresentava che un quarto della popolazione greca I reswnti [re quarti vivevano sparsi in una vasta area geografica che si este ndeva dalle isole dello Ionio c dell'Egeo ai Balcani meridionali e orie mali. dall.Asia Minore ai grandi cemri commerciali del Mar Nero e del Mediterraneo orientale. Solo poche tra queste zone emno etnicamente omogenee. Nella maggior pane di esse i Greci vivevano in mezzo ad un mosaico d i popolazioni cristiane e musulmane. Di solito avevano la preminenza nelle città, alcune delle quali, grazie alla loro attività economica e culturale, erano diventate centri di rinascita della grecità e focobi delle e(erie segrete che avevano contribuito alla preparazione della rivoluzione. Nonostante ciò nessuna di queste grandi città era stata inclusa nei confini dello stato greco. U rivoluzione aveva liberato soltanto le regioni dove l'elemento ellenico aveva una superiorità schiacciante. Queste regioni, pera ltro, furono in grado di rivendicare il loro primato culturale solo dopo la fondazione del nuovo stato, grazie ai Fanarioti e agli intellettuali delle isole dello Io nio che si stabilirono nella capitale, mentre i centri economici dell'ellenismo continuarono ad essere, per quasi tutto l'Ottocento, le grandi ci llà dell'impero ottomano. Perciò, quando nel 1834 la reggenza cercò una soluzione al problema di una capitale stabile, non sembrò affalto strano che loannis Ko lettis suggerisse di non definirla ufficialme nte. In tal modo, infatti, si sarebbe sottolineato che soltanto Costantinopoli poteva assolvere a tale alto ruolo e si sarebbe manifestata, al te mpo stesso, la fede dei Greci nella sua prossima conquista. 11 miraggio di Costantinopoli, inoltre, avrebbe costit uito per la classe politica un costante richiamo al fatto che, fino alla sua conquista, ogni decisione riguardo alle questioni di stato avrebbe avu to carattere di provvisorietà"'. La proposta del Kolettis è interessante anche da un altro punto di vista: in fatti era proprio lui che nel 1844, in veste di ministro, aveva con iato l'espressione «Grande Idea,.: la Grande Idea dell 'ellenismo. Per tuUo un periodo storico, fino allo scorcio del secolo XIX, la Grande Idea non solo sintet izzò le rivendicazioni nazionali, ma costit ui anche l'obiettivo ultimo dello stato greco. Le coordinate territoriali della Gmnde Idea, wnavia, erano ambigue. Se l'Italia, prima 18 dl'll.l l'i U,1 lln lfl l ,l/h me, Vt·lln\..· ('O."klt'I.II ,1d.1 Kle nlt' ns VOIl ML't(\...•nil Il un'l.." prl·,.. iolll' セ@ セャェNサ イ L 、 ィZ Zi L@ I., C n.:d :1 non Ix>teva L's..'l'rl..' ddin i t.1 n ltli 1:>IL'I'o..,f I\..'rm inl. U n,I !:limlle (,lre n/..;1 pOIL'va lGセ イ 」@ <:olm:lI:1 solo dalla !'o lOna. I Greci, :mraverso 1:1 lingua, la tradizione eçclcsi:lstiC"J. e la c ultura Or.llt.'"'XlPO!:II·C, e rano i vcri e redi dell'ecumenismo biza ntino. Emno Male le diffe re nziazioni e tn iche e, di con$(..oguenza, culturali degli altri po po li cristiani dell'impe ro o ltomano ad assicura re loro questo ruolo. Qui ndi i confini della nazione e rano .segnat i da lla sua storia. La g イ セ ャi、 」@ Idea non era, però, la consegue r1i'"':1 naturale di tale storia. Essa ne presupponeva una nuova lettura nell'ott ica dei concetti di nazione e di stato: una vera e propria riscoperta del passato. La rinascita culturale del nuovo stato, avviala fin dalla metà del Seltecenlo, aveV:l offerto questa possibilità. Gli in tellettuali greci, formatisi nell'Europa occidentale, avevano introdotto nel loro paese una visione illuministica della storia. L'idC'.de che legittimava l'apparizione del fX'polo gret:.'O sulla scena internazion:rle e costituiva la ragion d'essere del nuovo stato. era la Grecia classica. In essa si incontravano mito e storia, tradizione culturale e ideale di libertà. Attr-.Iverso la Grecia c1assi<..<1 i Greci dell'Onocento potevano rivendicare un ruolo nella loro eJX>C<L La definizione della Grande Idea da parte dci Kolenis, nel 1844, esprime questa prospettiva: «Per la sua posizione gt."Ogmficl la Grecia è al centro dell'Europa Cosi, avendo a destra l'Oriente e a sinistra l'Occidente, è destinata a illuminare, con la sua caduta, l'Occidente, e con la sua rinascita l'O riente La prima missione è stata assolta dai nostri progenitori, della seconda siamo incaricati noi. Nello spirito di questo giuramento c di questa grande idea gli uomini dello stato siano sempre uniti per decidere non più sulla sone della Grecia, ma su quella della stirpe elleni<..-a ... 5. {"()Il Il..' Guardando verso l'Occidente Nel rivolgere il suo sguardo verso l'Oriente, la Grande Idea obbediva ad un doppio ord ine di motivazioni: la rìcost ituzione di un impero greco con capitale セQ。ョエ ゥョ ッー ャ ゥ@ e insieme la diffu,'iione della cultura e Llen i(.-a. Tale cultura altro non e ra che quella europea, a nche se le sue radici affondavano nella Grecia La Grande Idea presUPlxmeva, di conseguenza, un'articolazione di rapporti con ["Occidente e con l'Europa. I contatti con l'Europa, soprattutto a p.mire dal Settecento, avevano provoca lO nel mondo ellenico una profonda frattura. AI di là delle diverse esperienze e delle diffe renziazioni culturali riconducibili a fattori ambientali e sociali, era possibile distinguere i Greci europei7J..3ti da i seguaci della tradizione orientale (ciò che fece, del resto, della Grecia un lerreno di studio privileghlto per l'antropolo19 gl:l ("uhur;t!c). Il tl'fll1 illl' tl .ldi /loUl· ... i qU:IIHiLI Ill',I.t,lti v, ll1tl'nu.· In rappo rto a l concetto anrit cti<'o ( II progrl· ....·.O' TutLI Vt:! Il (·01111 ,. ... 10 t r:1 tradi zio ne e progrc 'i.'>O, e uro pe izz:! /.io nc c IIpirilo oricul ,lk' no n di stingue va solame nte le classi do minami da quelle ... ubal1 c rnc, ma attraversava tutte le classi, dividev:t le f:lmigli c e si riprolx lIlcva :11 l'interno della s tessa persona_ La facciata neocb ssica de ll e col.se ateniesi, conforme ai modelli europei, nascondeva al suo interno l'..oda.. , la camem d i derivazione otlomanal'; i Greci che portavano la redingolle st imo lavano la curiosità dei contadini, i qua li difridavano della lo ro grecit,)1. Ottone steSSO, l"'dppresentame di un potere d i stampo e di provenienza e uropea, vesti va la fustanella, il costume nazionale per eccellenza_ Qucsta duplicità, o meglio questa amhivalem-..a, condizionava a sua volta l'alteggiamento nei confront i dell'Europa, nei Greci europeiz:aui e セッLZN@ ョ G 。ャイッョ、セ@ la cont rapposizione Grecia-Europa su l piano lingUIStiCO, sopravvlssula fino ad oggi, ne costituiva un esempio e loquente. Ma di quale Europa si rrallava? L'immagine tradizionale dell'Europa, determinata dalle differenze di re ligione, non si era ancora spenta: in alcuni resti popobri religiosi si riproponevu la tematica del l'Europa dei .. papisti:. e dei .. lurerano-calvinisti ... Ad essi si erano aggiunti i .. frammassoni )O e, dopo la Rivoluzione Francese, gli atei. Era, dunque, l'Europa che rappresentava una minaccia per l'ortodossia e per la sl irpe stessa. L'altra immagine era quella dell'Europa come modello: la sua civiltà do veva essere trasmessa alla Grecia attravcrso le lettere. La legislazio ne, l'organizzazione dello stato, l'economia, tutto doveva conformarsi agli esempi eu ropei. Poco imponava che essi presentasセイッ@ delle differenze: l'ideologia opera sempre general izzazioni. Essi erano, comunque, indispensabili come termini d i confronto- Le incenezze riguarda va no i tcmpi dell'europei7..zazione, mentre veniva da ta per S<.""Ontal.a la capacità di assimilazione del modello eurOJX!O. L'Europa, tra l'a ltro, era anche poleme. I Greci del secolo scorso non guardavano, certo, alla potenza europea anraverso l'esiguità delle loro risorse materbli c la ristrettezza delle loro frontiere. D'a ltronde, la Gl"'ande Ide::I non avrehbe dovuto fare della Grecia un'interlocutricc a pari livello delle JX>tenze europee? L'Europ:t però aveva la [X)s,<;ibilità di inrluire sulle sorti dell'impero ollomano; j Greci, di <..unscguenza, erano sensibili ai suoi giudizi, ma nello Slesso tempo difridemi. In ogni caso la fiducia o la malafede degli europd consentivano piccole cospirazioni che si proiettavano a ll'estero con un'immagine d iversa che all'interno. La politica internaziona le, inoltre veniva giudicata esclusivamente dal pumo di vista greco. Quest ioni secondarie, che riguard,lvano solo indirellamente la Grecia erano spesso aSSUnLe a fatti di primaria importa nza cd interpretate ゥセ@ modo manichco. Gli Europei erano considerati o filellen i o ostili della Grecia. Il fildli..'n ].,lllo l"I""11t ul Ull p,,,o:() o hllllg, ll o Ill.'ll\) -.v II uppo \..Id!,1 t ul 1LI1":1 ャ G ャi イッ イ クNセ Q@ 1,:1 (ì fl'(!;1 \..Id Iill'1k'll; l·r.' un luogo dov\.' セ ゥ@ ;ncont r-:,v,t no la lx )!it i<.'a , k' k'11l'IV l' k' art i, illullI in b mo l' fOIll:lI1l kbll1o, con.-.crva to ri, Ill()(!cra l; l! ri volu /iun:tn, Mlgn:ll o ri L' uo mim d·azio ne, ma rtiri c fn_'ddi c llco l:l,ori. Il filcl k'nblilo cOll1nhuì, in divcrsi modi, alI:! nascit:1 de l IlUOVO sl:t tO; ャ クZ イョゥ セ@ la fo rrna 7io nc di un:l o pinione pubblica e urope.I che condizio nò, in ccrt:t misura, la Ix>litica de i vari governi. E....."'" tUltavin, impose un q uad ro di v:tlori nel cui :unbito i Greci dovevano orienlare le lo ro .scelte. Il file llenismo fu anche un enorme equivOCO;gli Europei gU:lrdavano agli antichi Elleni e dimOSlfarono un ben scarso interesse alla compre nsio ne dei Greci loro contemporanei Le ct'perienze di quanti presero parte .. Ua rivoluzione e, a rivoluzione conclusa, la sconfessio ne delle loro attese da parte dell'Ellade che essi ave vano idoleggiata, pro vocarono un misto di sconcerto e di delusione. L'atteggiamento di sufficienza degli Europei e le loro accuse spe;so ingiuste ebbero in Grecia un effetto non trascurabile durante i prim i セN@ anni della sua ゥ ョ、ゥー・コ。 Inoltre ta le indipendenza era solo nomin...le. Le potenze straniere si riservarono il diritto di una continua introm issione nelle questioni interne del nuovo stato. Gli stessi uomi ni jX)lit.ici greci avevano sollecitato l'ingcren7.a degli stranieri sia durante la rivoluzione che dojX). Il motivo di fondo eJd l'imJX>ssibilit,l, su l piano militare ed economico, di prosegui re la guerra contro i Turchi Se è vero che, anche dOj:ow) la fine della rivoluzione, doveva <..'o ntinuare la lotta per la realizzazione della Grdnde lde-.I, la Grecia non poteva fare a meno di inserirsi negli anL'lgonismi delle grandi potenze sulla questione d'Oriente. La Grecia, in effetti, vi partecipò <..ume ..cliente,., ora dc1 l"1nghiltemI,ora della Francia e, occasionalmenle, della Russia Di oonscguen7..a il paese si tl"'..tSformò in loro terreno d i scontro. Le potenze Slmnie re individuarono scma diffiaJhà dei punli di appoggio tra i politici greci, che a loro VOlL'l aspiravano ad accaparr.lfsene il sostegno nei loro giochi d i potere9. I paniti poLilio greci, che costituivano praticamente delle reti clienlelari, venivano giuslameme denominati inglese, francese e russo. Questi pan iti presentavano indubbiamente delle differenze ideologiche, che non erano tuttavia riconducibili alla distinzione Ira conservaャッイセ@ liberali moderati e democratiò, propria deUe organ i7J.azioni politiche e dei partiti dell'Europa occidentale. Il primo ohiettivo della monarchia fu di neutrali7.7.are i partiti Essi, pe rò, si dimostrarono estremamente resistenti e la costrinsero a grad uali com promessi. Data l'inesistenza di un parlamento, fino al 1843, i partiti po litici strumentalizzarono le pOIenze stra niere, e al tempo stesso fu ro no da esse strumentalizzati, per condizionare le decisioni dci re. Gli ambasciatori stranieri diventarono, in q uesto m<xlo, parte integrante del si<;tema politico. Per la Grecia le possibilità di scelta di alleati e protellori non erano ampie. Nel 1839-11, quando il viceré dell'Egitto si scontrò aJn il Sul21 IlIlrodllz io /l/: エ セ io o@ e Cre ta insorse, 0 110ne aveva polll tO alt ern:lre ncl l:tllo governo uo mini polit ici filo russi, rilofrancesi e fil oinglesi, allo scopo d i accat tivarsi il fav ore della pOlenza che sembra va uscire vinci trice da lla cris i_ Le stesse possibilità di ma no vra non si ve rificarono, invece, durante la gue rra d i Crimea, quando OUone vo lle allea rsi con i Russi. Truppe inglesi e francesi occuparono allora Atene, per imped ire al re di a ppoggiare le sommosse nell'Epiro e in Tessaglia. La progressiva crescita dell'influenza inglese nel Medite rraneo e la dipenden:r_a della Grecia dai suo i creditori, imposero fin da al lo ra fo ni limiti alla sua politica este ra e, sopraltUIIO, alla realizzazione del programma 、セャi。@ Grande Ide'.t. Nel 1869 il Gladstone scriveva: .. II mio punto di vista personale sulla politica della Grecia si fonda in gran parte sul seguente ragioname nt o: fintant oché la garanzia delle tre pote nze prote ttrici la tutela da un eventuale attacco, essa ha il dovere di non mante ne re né un ese rcito né una flolla, ma solo un:1 poli zia. Se essa no n può ripre ndersi adotlando questo principio, non si riprenderà m<l i C ). Le microSt:opichc imitazioni di organi zzazioni militari sono una ChiaSSOS:1 parod ia e un focolaio di disordini; e la loro sconfessione da p:lrt e della Grecia (finché essa non divent i in grado di cammina re sulle sue ga mbe) è l'uniC'.l solu zione perché essa sia costrella nel futu ro ad osserva re オョ セQ@ condol1a accettabile»lO. Qual e m stala fin o ad allora la posi7.ione dell'Italia nei confronti della Grecia? La gc:..-ografia e hl storia avevano tessuto una fitt a rete di rapponi tra i due paesi. L'Italia che fin o al ]860 non si era costituila in uno stato unitario, non poteva ceno pesare sul destino delle ri vendk-azioni greche. Tutlavia la sua questione nazionale, tuttora pende nte, crea va presso i Greci l'impressio ne che essa [Xltesse essere più vicina alla loro posizio ne che all'Europa dei [Xltenti. D'altronde se la rivo luzio ne francese costituiva il punto di riferime nto obbliga to per l'espressio ne di ogni volontà nazionale, i Greci no n e rano in grado di stabilire un dialogo con essa. In questo senso il Risorgimento ris ultava loro piiJ familiare: altro non e ra, infalli, che la traduzione della «G rande Idea presso gli ltaliani,.lI. Cio nonostante tra i due paesi esistevano profonde diffe re nze. Mentre il territorio greco, pe r secoli, era stato tagliato fu o ri dag li sviluppi della [Xllitica europea, l'Ita lia vi era rimasta presenl e, a nzi aveva giocato per un pericxlo un ruolo di primo piano nella fo rmazione dell'Europa moderna. Malgrado la decadenza del Sei e Settecento, essa si e ra ben presto inserita, e in manie ra più o rga nica il S\lO sellentrione, nel sistema economi co europeo. Pe r l'Ital ia l'illuminismo, il giacobinismo e il liberalismo no n e rano conce ui 」 ョャ@ ilali ano cosi lontani e nebulosi come per la Grecia. Il イゥ ウッ イセゥョ sen7..3 dubbio no n costò tant e vitt ime e no n richit.-M.· 1.11111 ....Il·ririd quanti quello gr<."Co, ma fu piiJ plllr:db la, piiJ riero di li k,', l' (' 0 11 trihuì in mod o s uo proprio allo I->v il uppo dd l'k'II "II'1I1 po lh ll ti ('11 ro pt.:O. I {( Ilfl fll '''' deliri (, /'{/111/{' {(/('f / Il moviment O filcl le nK'o In lt:ll1a non lu 」セ ャ@ vasto come in altri paesi. Qua ndo I:i rivohli' ionc grCCI e bhe inizio, e rano stat i appena rt!pressi i moti in Piemo nle e nell' It alia me ridio nale, provoca ndo ッ ョ、 セ ャi 」@ di profughi. d Gセ ャィイ ッ ョ 、 ・@ l'a mministrazione aust riaca nella pcnisol:t no n tolle rava manifestazion i filelle niche perché le considerdv:t, -fin o ad un ce rto pun lO a ragione,- espressio ne di sentimenti libl::rali. Tullav ia la partecipazio ne di a\cuni volontari alla rivolu7.ione. provenienti sopratt utto da Na[Xl1i e dal Pie monte, il sacrificio del S:mta rosa ed anche l'atti vità del ci rcolo de l Vie uS5eux a Firenze, S4..."gl1arono delle punle avanzate del fil elle nismo, non solo italiano ma anche e uropeo. Occorre inohre sottolinea re che, se il fil elle nismo europeo si riconosceva preva le nte me nte nel milo dell 'antichità e nella spera n7..3 dell a sua rinascita, da quello italia no la Grecia era stata assunta come il modello di una nazione che slava per na'5Cere. Nella lotta dei Greci /'ii inClrnava il riweglio delle nazionalitàu. Pertanto, mentre in Europ:l la delusione e la scontentezza nei confronti dei greci contempor.lnci posero fine al movimento fil elle ni co, in Italia le cose andarono diversa me nte. Il fil ellenismo, senza divenire certame nte dominante, costituì uno degli idC'.lIi del Risorgime nto. La Grecia fu assunta ad esempio mo!.llc, in panicolare nella sua tradi zione repubblicana; e la guerriglia Ix 'r ba nde fu additata, sia da Ca rlo Bianco che da Giuseppe Mazzini, ( ome la tatt ica più adalla alle lottc per l'indipendem..3 nazionaleU. I simboli e codici delle socie tà segrele e la lo ro logica operativa セQ セ iゥエ ャQゥイッ ョ ッ@ un fa tlore comune dei movime nti nazionali in Italia e In c イ セ Gc ゥ。 N@ Tuttav ia le scelte diverse e le prio rità che si imposero ai dm.' paes i. no n faci litaro no la colla borazio ne. Anzi durante la loro t!vollizi ne i Greci, mirando ad otte ne re l'appoggio dei governi euIllIX'i, IK'garonoqualsiasi lega me o affinità con i carbonari. Anche se o\lInc rosi j.tfeci fecero pa rte delle org:u1i7.-Zazioni rivoluzio narie ilaIl , 111(;'. CN>i no n riuscirono a travasa re c a concretare in Grecia l'espc、 ャ G i| O セ Q@ acquisita. Comunque i profughi delle rivoluzioni del 1830 e dd IH4A trovarono セ i ウ ゥャ ッ@ in Grecia e contribuirono aUa conoscenza 1\'d pI OC:1 dci due risorgimcnt P4. Il m(mdo dci profughi e dei ri voluziona ri no n era, tuttavia, l'unica Vl. l d I l'ollllll1 i<..': lzionc. L'lInificazione italiana non fu il semplice fruno dd !,1 IOll ur:1 rl vollizion:l rb, ma :l nche del suo inquadramento nella I Oill lnul! ;' M:II,.II.:. I polit ici clcl Pie munle ave vano la possibilità di eoIII N . 1 'Il' 1,1 (: rl'{'la :lIt 1';1 \Il'fl'i() I:l rct c elci mpport i in lCrnazionali dell'cpc1.1. 1 セッ ョ hャ L@ ...... I. 1.1 frl'{ llll'nl uionc dd politici delle [Xltenze europee. I G@ (II( f...·r...·'"1.11 i I-> up.gcri rono a\1",-ggiamcnti e giudizi altretIl y i ᄋ ャ ャ ャ G N i O GHIQセ 1.1111 11 セ G i ヲ@ Il'1l'n/ I.I,I i セ i@ 1\)f (1 dl"'l l'i/ iOIll' ' 1',In:llil-> i delle loro convergenze l ' dl Y"' WIl /I' \ o... lIt ll l"'t· l'0H).t(·I!o <1('1 r,lplloli chc seguono. III/r(){IIIZ lofll! Note I ).A. l'ETlIOl'lllOS, (ti/II/es mul SlfllOC,.ajl in tbc Ilinglio", oj Gm.'(:e UH3' 18 4J, New Jt:rscy 1968 (A tene 1965), p. 1532 N. KAt.TCIIAS, ',urodllclton tu lbe CQ7/SIil/Uional bistury oj Modern Gt'CW!'Ce. Ncw York 1940. 3 J.A. iセtopuャsL@ op. cit. pp. 19--B. <I Ibid. Il. 509. 50 l d:a K. DIMAIIAS, WIJVla.Uç Pt:dItavn01lo.; Alene 1982, p. 406. 6 mNieャ コ セオjI L@ _Disl..'flli:a.., in Semfvtics 19&1, New York 1982, pp. セR Q U[@ ャ Hャ⦅oオセ@ o.lce More.. FQIe/ore, セj・ッiョァケ@ and lbe making oj modern Groece, aオセHゥョL@ Tex:lS 1982. 7 E. SKOI'IITF.A, To セ ョー、エvャイo@ BaoU.e/O.o imi IJ M qd-.t" ISta, s。ャッ ョォ [ セ Z ッ@ 1984, p. 100. セL@ ArchlvjO,. 8 セl@ EUlt,'iI!lI!R, .Hellcncn·Phi lhdlcnen: (:in hislOI'iches Mi....セカ・イウエ。ョ、ゥ_ Kul/u,. geKblcble, LXVII(l985 n. l ), pp. 137·159. 91t I>SOMIAD!lS, . The dlaracfer of Ihe Ncw Greck st;tte., in AA.VV, lIef/rm/sm and lbejl,..çt greek f/I(lr oj lihl! ro/w1I, 1821· 1(130: aJn/I"uity muJ cbangr!, Salonicco 1976, pp. aro Prima parte 147·155. IU CiL da Y. [)EllTluS, _.6.\E9vdç O\lWVOf1\l(tç crxém:.... l(oa fI.OÀItI..:t1 セVNーt}HjャGIZ@ l') eUI')V(l(!\ Ifcph:tW(Jl') QX RT M jXWR セ L@ IOfopllm, 1(l9H3 n. I), pp. 16H65. Il lo AS'iQI'IQS. セ iャ@ Me}QÀI') IUCt lI:ap'ltlXÀo{ç 13 10-1870,., Am.o:d Ifj.u:po).dyw, 1BB9, pp. 1&J'2Jt 12 1'e r qu:mlO con <.'erne il fi lellenismo italiano, v. g li セエオ、ゥ@ di C. francoカャセ@ S. o nQ GN@ lo CtIJl'l'o \.f(1 "rr c L MA.<iCILLI MIGLIONINI in AA.VV, Illdtpe,ld(fflza e Imllà IIf/z fOtmle fil 1/iI/lll U 1'1 Gf'"(!C/(I, A\li del convegno (Alene 1985), /'irCIl7.t! 1967. IJ C Ih ... NCQ Dclla gm!rm PlfIz, iQt/a/e (j'/PlSI4,.,ezione per bande applicala HセiヲGuQャ。L@ voI. Il. 1t311:1 (slc) IleO. iセ@ M.C. IIAIlJ!JOANNOH, l. 'e migmzfoPle lUI/la/m del "49 nelle Iso/e Jonie, tesi di pcrfe7.ioname llto, 110m:! 19tiO. M ....ア セuN I I Il I I • L'ITALIA E LA SUA P O l.lTICA IN GRECIA Cc,VO U,. e ; liberali moderati Il prezzo della Iibenà italiana in Oriente mP.'nw l f. MEZZl La politica estera dei governi di Torino, prima e f.lupo l'unificazione, si identificò con le idee e la tattica dei liberali moderati. Nei confronti della Grecia, tale politica si definì in base al kN'u modo di concepire i nessi fra il problema italiano e quello orienlIIlr, (.."(1 anche alle loro aspirazioni nei BaJcani, all'interno, naturalm"nIC, dei rapporti dell'halia con le grandi potenzel • Facendosi pordi tali aspirazioni, fors'anche con una certa dose di cinismo, P.manllcle D'Azeglio scriveva al Cavour nel 1860: t<On voi! dans le 、セュ」ャQ「イ・ョエ@ de l'Empire d'Orient la monnaie contante qui doit fIIulder Ics comptes de \'Qçddent,.2. 1 perni di questa politica, definili nel 1848-49 dalla ricerca di alleIUW.c con i nuovi movimenti etnici balcanici e dalla partecipazione d..l Piemonte alla guerra di Crimea, fu.rono tre La mira dell'«ino rientamento», ossia dello sJX>Stamento de i con'lnl ulistrillci nei Balcani, lungo il Danubio o verso le coste dell'AdriaIk:(I, in Clmbio della cessione delle province italiane al Piemonte. .. 1":1 pretesa del Piemonte di partecipare a tutte le decisioni riMuardanti l'impero ottomano, sulla base del trattato di Parigi del 1856. Il sostegno alle aspirazioni nazionali dei popoli balcanici, nella rOSPC:!lIi\l:l di un'esplosio ne rivoluzionaria generali7J-3ta che avreb.' Indebolito l'Aust ria. Questi Ire perni, ancorché appaiano contraddittori, rispondevani) li dlle p:lr:lmctri rondamentali del l'ideologia dei moderati, secon,141 I (IUaH il giudizio sulle azioni politiche doveva rispondere a criIe'rl non solo morali ma anche ulilitarislici, connessi con le radici di IIlie f....o rn.:nl(....I. Il primo parallletro erti la paura dell'espansio nismo russo. I mo"ICI.III lI aliani, :11 pari di tuni I li her:l li e uropei, considerav<lllO l'a utOHlll la rU.'i."\:1 come un nC'mko dciI:! liberi:) e dci progresso. SosteneV,1110, di ッ ョ scセャi@ '111":1, <]lIulslasl soluzione apparisse :1tt:.1 :ld o,o;l:Icola- '.voce r, I,'I/tllill Pr'ma parw re I;J sua l!spun,.. lo nc verso il M(.'(!iI l!rra ll(."O, compo rtasse l!s.s<1 l'avanz<unc nlO de lle fronti e re dd l'Austria lungo il 1):lIllibio, la conservazio ne dell 'integri t;) o n olllana o la cre:lZio ne di una confede razio ne di nazioni liberate dal do minio austriaco O turco. Naturalmente tuttO questo no n costituiva che un no bile auspicio, perc hé il Pie mome non era certo in grado di determinare il futuro del l'Europa orie ntale; influenzava, però, le direttrici della sua politica estera", H secondo parametro e ra il sostegno alle ri ve ndicazioni nazionali dei IX>poli balcanici, grazie al quale l'ltalia poteva guadagnarsi le loro simpatie e rafforzare la sua influenza. Inoltre il soddisfacimento delle loro aspirazioni pote va creare un va ntaggioso precedente per quelle [エ。ャゥョ・ セ L@ CAMILI.O BENSO CONTI !)I CA VQUR. Il Cavo ur guarda va fa vorevolmente alla eve ntuale creazione di un grande impero ellenico, che, insieme all 'Italia e alla Spagna, avrebbe assicuralO ai popoli greco-latini il comroUo de l Med iterraneo, arginando l'avanzata delle popolazioni slave e germaniche6. Tuttavia, nellB60 considerava tale mira prematura e sproporzionata 'rispetto alla dime nsione e al grado di sviluppo del regno g rcco. Era sua conv inzio ne che i Greci dovt!S...ero abbandonare i loro grandiosi progelti e dedicarsi allo sviluppo eco nomico del loro paese, per farlo divenire un polo di attrazione per le popolazio ni cristiane d'Oriente7, Dava, comunque, un peso limitato, ne lla sua prassi politicJ, al fall ore greco: «Quant aux Grecs, -egli sosteneva,- }e pense qu'il ne faut guerres sans occuper, soit parce qu'o n ne peut pas be-.lUCOUp compler sur eux, soit paree que les Anglois sont très susceptibles a leur endroibll, Alla vigilia della guerra del 1859, il Cavour perseguI un duplice obiettivo ne i Balcani. Mirò, innanzilUuo, a convincere i paesi balcanici a non approfittare della guerm per aprire le ostilità contro la Sublime Pona, in modo da assicurarsi la sua neUlralità ed anche l'atteggiamento favorevole de ll'lnghilterra. Della mediazione fu incaricato l'ambasciatore del Piemonte a Costantinopoli, Giacomo Durando, il quale promise ai rappresentanti de i Greci, de i Serbi, dei Rumeni e dei Montenegrini che, dopo la guerra, Napoleone 1Il avre bbe pensato a nche a loro 9. Si adoperò, invece, per la preparazione di una rivolta in Ungheria, che al momento giusto avrebbe inde bolito l'AustrialO• Ambedue gli o biettivi erano stati fissati in accordo con l'imperatore rrancese, che tuttavia praticava una politica ambig ua. lnfaui, me ntre si teneva in contallo, tramite Ge rolamo Bonaparte, con i capi dei movimenti nazionali offrendo loro aiuto, con il ministro degli esteri Alexander Walewski concordava la conservazio ne dell'ordine inte rnazionale, soste ne ndo l'integrità de ll'Austria ll. Negli incontri che eblx: con l'ambasciat o re AndrC'J S Kunwriolis, il Durando chiese c.:he il go ve rno g reco usasse 1:1 SU:I inrllle n:r;1 ]x:r t」 mNGッイ (J Ili Miti IM}/l lIw 11/ ( ,'ri'C'o [ i セャZi イ 」@ evc "! u:lli mov lm cn t l ri volu zio na rI ne ll 'Epi ro, , n,e ll a Nセウ ャ ァ ャ Zエ@ () in alt re provincie cristi:lIlc, 11 Kunlll rlolis lo Iranq.ullh,zzò lIul1e Inte nzio ni paci fi che del Sti O セッカ」 イョ ッL@ anc he se, dalO Il d lln a Inquie to de ll'O riente, le rassicurazio ni 、 ゥ ーャ ッ ュ 。 エゥ セ ィ セ@ avevano イクN セ@ di rronte alle spe ra nze e alle paure che ogl1l セ i カ_ ィ 。@ セ ャQ ・カ 。カ N@ 111 seguit o agli inconlri de l Dur:mdo, de l Kuntunot ls e di h セ ョイケ@ Hul wcr si creò !'impressione che il go ve rno Ca vour 。 カ セ@ c1ucsto 1I11'lnghilt e rra l'unio ne de lla Tessaglia, dell'Epiro, e セ ・ jャ・N@ Isole セiャ。@ H セ イ ・ 」ゥ Z ャ L@ o che add iri ttu ra il Durando sollecitasse gli abitanti delle tso12 Il' del lo Io nio a chiede re l'unio ne aUa Grecia , In rcaltà accadde il contrario. 11 Dumndo dis...e, infatti, al kLAョャu セ@ rlolis che gli abitanti del1 e isole dello Io nio do vevano approfittare i.Jcllc pro poste de l Gladstone, senza chiedere l'aooli7jone del protetウ」セ@ ーイッセ」￲@ .Ie torato inglese. L'episodio, per le dimensioni che 。ウオセ l"fOlesle di Londra e, di consegue nza, le rassic urazionl di Tonno Clr1·,1 11 rico noscimento deU'egemonia inglese sul1'Eptaneso u, 9uesto "mlinteso fu solo uno de i cas i, non infrequenti, di fraintendime nto n dI completo ribaltamento degli avvenimenti reali, che accesero la fltntasia popolare, sconvolgendo la vita politica dci tempo, n・ ャ セ@ B i セ@ pcriooo, ne LL'aprile del 18S9, il Cavour no tava: . Temo che VI :;ott o qualche intrigo del partito austriaco in aエ・セ LN@ alludendo Ild un e ve ntuale improvviso attacCO contro la Sublime Porta, che !a vrebbe aperto la valvo la aIJe complicazioni ッ イゥ・ョエ。ャG セN@ ,Le paur.e del C.lVOlir nascevano da una lettura incompleta e disconttnlla del rap· Jl()t ll de l console del suo paese ad Ate ne, Giuseppe Malavasi. ャセ@ アオ。 セ@ le., f:u:cndo sue le accuse dell'opposizio ne e llenica, info rma va ,I SUOI IIUpcriOri che il governo greco riceveva ordini 、。NャQ G 。セャ「ウ」エイ@ Mu.... ャイゥ Z i coG セ N@ Tali accuse erano, a loro vo lta, il frullO di un altra fa lslflt,,!lo ne: l'o pposizione e llenica interpre ta va il 」ッューイエ。Nセ ・ ョエッ@ di Oll on<:, ligio aJ1 e indica zioni del Piemonte e della FranCia, come '""'Il rcs::;io ne de lla sua simpatia verso ャ G aオウエセゥ@ nセュ@ ゥュセイエ。ョッ@ lantO 11'.1111 che le stanno alla base, quanto la ralslflcazlone di per sl!, come G セーッ」 N L@ "riti dd contrasti politici e del clima 、・u Nell'impero ono mano, comunque, no n SI venflcò alcun セイ「。ュ・ョ ᆳ IO nel corso de lla guerra: il primo obiettivo del governo ーャ・ュッョエセ@ rll quindi raggiunto, Lo stesso non accadde, però, al ウ・」 ッ ョ セッ L@ la, セi ᆳ vuha (\(.'gli Ung he resi, 1\ go verno Cavour セカイ・「 ャ クZ@ P?lU(O all..ltarli .. セ@ due mod i: con l'ìn vio di armi in Unghena, e mediando la paClflャセッョ ・@ Ira Unghe resi, Transilvani e Serbi. Esso, tuttavia, _ッカ・セ@ pllmn Aa r:ml irsi il consenso e ャ セ@ 」_ ャ 。 ャZ セ IH。Wェッセ・@ セ・i{。@ Serb:a e del ーイ。エャ 」。 「ャセ@ カ・セ@ I uセァ ィ ・ᆳ Il rln 'Ip:lti danuhl:lIli, sia pe rché lumCI カセ。@ tlu l '!';' \I Danuhlo, sia pe rché i due paesI pote va no mnUlre ウ オセ@ loro iャー。イ ッ ャゥ AG^Hセ@ '\I I :l}(1l Asburgo. Aml x .'d ue, pe rò, avevano del pro11Jt>lII t l'nll I:. Suhllmc 1·0":1, " . , MI! s ()h.. 」 ュャ カ ャ セ@ ー イャ ョ 、 ー セ G@ (\t>l1,1 セi@ hl:l , rito rnato sullro no agii ml,:1 11I 'I IfoW), 11111..'11 !t,vn n".. lt Ll l1 l1 l , 1I "" ItlO " l1n !lUl'(.'l'"stonl' :111:1 sua raml- r;=0 "I" l'rim(/ /x l,./t ' gli:l; (.'d Alc x:mdru Cu,.. ::!, cht' nel genn:lio-fel>hraio dl.:'llo sl(,'SSO anno e ra divenut o principe insieme dciI:! Mo lda via e delI:. Va lacchia, c hiedeva il riconoscimento della sua elezione. . n。 ャ オ イ。ャセc」@ il Cavour :Ippoggiava le richieste dei due principal,I, iセ@ ?on Inte nd:va assu mc re alcu n impegno per non provocare losullta della Sublime Porta. Non riuscì, quindi, a convincerli a <..ullabo rarc nonOS!<l nte gli accordi provvisori raggiunti alla vigilia della gue rra tra l'crede al trono di Serbia Mi hailo, il Cuza, il coma ndo dei pro fugh i ungheresi e i d iplo matici inv iati dal Piel110nlcl6. Dopo la tregua d i Villafranc-à, e fino a lla spedizio ne di Ga ri baldi in S.icilia, i pro blemi più imponam i che occuparono il governo di Tonno, furo no da un lato l'annessione dell 'Italia centrale e la neutraliz7.azione dci progetto di Napoleone III di crearvi un regno separato, dall'altro la necessità d i respingere un evenluale attacco dell'Austria. Ambedue gli obiettiv i erano legat i a l problema di Venezia, Napoleone UI era disposlO a mediare tra la sua a nnessione al Piemonte ed il risarcimento dcll'Austria con territori balca nici. In compe nso rivendicava la libert:) di iniziativa neH'ltalia centrale. Gli evenエゥ セ@ セ￲L@ avevano preso una via ineluttabile, che si concluse con i l'l e「セ sc iゥ@ e l'annessione al Piemonte di quelle regioni. Na po leone, quindi, dovette accontenl:usi dell'a nnessione di Niua e de lla Savoia17. D'a ltra parte, per la sicurezza delle frontiere orienta li ita liane ne i confronti di un'offensiva austriaca, che nc11859-1861 era considerata molto probabile, si rendeva ind ispens.lbile l'acquisto di Venezia. 11 c。カッセイ@ continuò, pertanto, ne lla sua doppia lattica: preparare la rivolu:t.Jo ne ungherese, ma esplorare nello stesso tempo le possibilità di ottenere Venczia, Tali ・ウセャッイ。コゥョ@ ebbero ini zio immediatame nte dopo la guerra del 1859; e Il compenso per la compravendita fu cercato nei Balcani. Napoleone W propose agli imperatori dell 'A ustria e della Russia lo smem bramento dell'impero Otlomano. Secondo i suoi piani, l'Aust ria, セイ@ la perdita dclla Lombard ia e d i Venezia, avrebbe avuto le provmce onomane dell'Adriati<..'O e l'Egitto; la Russia avrebbe preso, invece, le zone allorno al Mar Nero e la Grecia si sarebbe a llargata fino a cッウ セ。ョNエゥッーャ N@ Queste proposte furono, rUlIavia, respinte sia dagli Auslflaci che dai Russi18• I pian i di Napoleone III furono ripresi da Vittorio Ema nuele e dal Ric'dl)()li, succeduto a l Cavour. Secondo il nuovo progetto il re d'Itali<1 do veva ーセッ セ イ ・@ al Sultano l'acquisto della Oosn ia e dell'Erzegovina, da scambiare, In seguito, con Venezia ed il suo e nlrOte rra, In Inghilterra il ministro degli esteri H.ussel1 considerò favorevo lme nte queste proposte. Disse a l Palmerston che la Turchi::! avre bbe potuto vendere l'Erzegovina per 5 milio ni di lirc ed uscire quindi, in tal mooo, anche da llc sue diffico lt;) econo miche. 1.'lta lia l'avrebbe poi ceduta all'Austria in c.ullhio di Vcnezia, mentre 1'lnghill1.'rr:1 1X)leva ccdere a lla G rt.'CkI le iso le dcllo Ionio, Ir:lnnL' C.o rfù, chI.' do v(;v;l L';'i..-.erl.' " I '11111111 l' lo \ 1111 /lidl/ IL(/ 11/ H L G LN セ@ lo .dOl):II:" :dl'Au!'ou·i:I , :11 finI.' di rL'ndl.'ft.' plll "k ufi i !'o liO! ーッ AG^N セ NA 、ゥュ」ョャ@ Il''II 'Adrlalico I9, Q uc!'>!i disegn i ctL'i I{u!'>sell. lIla lura ti nell'Otlobrè del lH(l l qU:lI1cto e ra lnlZ;:1I:1 la ri vo!t ,I dd l'Erzego vina セ@ si .:Hlcll.<lcva UIlO ,,1),IrLO di g セ ャイ[ィ セ ャ 、ゥ@ nei Balc lni, ave v:lno come obleltl vo di イ。ヲッコNセ ᆳ Il' 1.1 posi1..io ne dell'impero turco e d'indebolire, al lempo st.csso, II tll(IVlmentO rivoluziomlrio ;t:II;:lno, ma in<..'Onlrarono le resistenze lll-II,I Sublime Porta e il rifiuto di Vienn:1. 'l'liti\.! queste trattati vc sull'«ino rie ntamento" dell' Austria non sor" ,llonu :ilcun risultat o pratico. Ciono nostant e la loro e<:o, come al salito ingr:lndita e slravolta, fu sufficiente a disseminare paure in a!cutll,' :o-pcr:ul7..e infondate in altri. La preoccupazione che un アオ。 ャ セッウ。@ ,II Import ame si stesse segretamente ーイ・、 ゥ ウーH Ioセョ、ッ@ .nellc cc::'ru eu1111''''(.', cioè ulla convinzione puramente sogge\ll va, divenne In セi・ャ@ IK'tlodo un dalO oggetti vo ne lla vita jXlliti,ca dei popoli ィ。ャ セ。 ュ」ャ QdN@ ()U:1Il1 0 a llc altre questioni dei Ba lcani, Il Cavour ー・イ セ ャiセ。@ オョセ@ pulhk.1 estre ma me nt e ca uta. Consigliava a l Dura ndo di eVita re Il Itllilvolgime nt o dell'Italia in qua lsiasi contrasto potesse sorgere セ@ t 1\1('(II,:v:1 ai ca pi de lla Serbi:1 c dei Principati di mostrarsi mooeratl "dlt' lo/'o trattat ive con la Sublime Portali. ()ltrL' che per la queslione del Venelo, il governo di Torino era pll ·un.lIpato :lIlche per quella ro ma na, che no n era 」・Nイセッ@ collegata III tlll l<.lo diretto ai Dalca ni. 1 suo i due aspetti, quello polluco e quello Il' IIMloso, rigu<lrd:lvano, infatti, la Francia cd i paesi cattolici, non ャ ッャQセG ャi 」@ o rtodosso e musulmano. Anche in questo caso, comunque, "lll'l"l,IVa in o rient e la «mo nnaie conlantC" per saldare il conto. Il i .1\ll1llr, crt.'Clcndo che l'obieltivo di Na jXlloone 1Il, dopo l'Ita lia, Nヲセ@ 1.llllIl ,..llone d'Oriente, ed avendo adottato come asse portante?1ッァ ョセ@ セiL i@ Inl /.Ì:ili va polit ica l'allean1...1 con la Francia, propose la cessIone di 1111'"" 1I11'lt:ili:l in c llllbio di un'nione com une in Orie nte 21• L'Oriente avrebbe polUlO ripagare persino il Papa. La Francia e 111.111,1, Infaui. avevano bisogno di fare appello al cattolicesimo per 1HIIII ,I..I.lfe la pro paga nda russa, che faceva pernio sull'ortodossia I "It' ntllmdo il suo potere spirilllale nei Balca ni, il Papa sarebbe statO qu llldi rìco llllx:n.s:llo della perdita di quell,O temporale ,a . Roma, iセ@ tll"'" ,1 pr().',pettiva il C::lvour apprezzava ャ G 。セ ャ ッ ョ ・@ di p.rose!ltlsmo L 、セ ャ セ@ 11111.111 In bオャセ[イゥ。@ e chie<lcva al DUl.lndo d i appoggiare I tentativI di t iャG|セ G i セiHIョ」@ religiosa dci Uulga ri n . . 1),11 l,lIl1 <) MIO NafK)k"Onc 111 , conoscendo le mire dinastiche di \! Il h )110 1': m:lIlllclc i n G recia, nella pri ma vera del 1862 propose セ i@ t'IIVl"ltl O lIal\:1I10 , Ii ahb:ulClon:lfC le s ャセ@ イゥカ・ョ、A。 N ャコゥセZュ@ su Roma 111 •. 1'1,11111 dl'I -.()!'>!Ll\1l0 rr:lnc(.":'j(! a ll'a!'Cl..."S1di uno dCI figI! dci re sul tcono di I\ l i·lII ,l l lIul, .. 11 ーhセ |LG エゥ@ furol\o coronali d.ll succ<.-'sso; va le, tultal,t 1lt.'Il,1 di M' }t Il h l' Il' Z Qi セッャ G ョQNャi ャッョゥ@ su l'Ili !'>i fondava questo 1111'UI·lltl 11,lnltlll ,III.IIl() dll'''II,ltl 'lillll,: 111 ()I!t'III L' _Ora un popol.O t lh I \I I , l,I UII,I II\"oll l/ h)l1(' 10 111111,11 ,1 non h,1 P ,IH' nl'i ' uo ......'no:-;c Ne ' ,OIi h l ' ""I , \I "r/llW lli ll/" non セZI@ li" 」ZM ゥャ ッZ セ@ セ iオ、@ :-over<.:hio d i ViI .I,:1quel Mlvl.: rchio d i passioni che SI sono I11 C:;."1 !Il molO per compire 1:1 ri volu zione Mes..;a. (_) Or:1 ー・セ@ no i, per la Francia ウ ャ ・セウ 。@ che si agiI:! :1I1COf':"1 Ix:r le JX.Issioni rivo !uzlonane e セ QiP@ gli sfo rzi del prolclariatO, l'Orieol e è il luogo sopra 11 quale dobbiamo rovesciare questo sovcrchio d'anivi!;l , non dico con la conquista ma almeno con le grandi imraprese di ci vih:ì coi commerci, con l'industria, co n la d ominazione mo rale.2S. ' Sono argomentazioni, come si vede, che richiamano memori e napoleoniche e la logica della futura espansione imperialista ancor prima che l'Italia avesse r'<lggiunto la propria unità ョ。 コ ゥッョ。 ャ セ N@ Libera/ismo e ragion di slato Bt:." "·JNQ RIC"'SOLl Dopo la mone del Cavour divenne primo ministro e ministro degli esteri il poli tico fioremino Benino Ricasoli il quale r imase in carica dal 12 giugno 186/ al 3 marzo 1862. Il ョオッセ ッ@ premier, abbando nando le audaci aperture del suo p redecessore, si confermò come il rappresentante più emblematico della polit ica de! nuovo stato e delle esigenze della classe borghese Iiberale26. Convin10 che la liberazio ne d i Venezia potesse essere rimandata, diede asウ ッャ オセ 。@ ーイセ」・、 ョャ。@ alla quest ion e romana ed al problema della 」ッ・ウ ャ セョ・@ mterna dello stato. Contrario ad ogni accelerazione degli セカ・ョエャ@ che r<:>tesse mettere in pericolo la pace euro pea e l'un ità ilalIana, cercò d i (:ontenere l'attività del re e d ei democraticP"', In Oriente perseguì una politic<I tendente:1 smuss:lre i contrasti e le tensioni: i Serbi e i Rumeni dovevano mostrarsi moderati nelle loro riven、ゥ L 」。セゥッ L@ セ・ョエイ@ la Turchia dovev,:! fare concessioni ai JX>poli criウ セ ャ。ュ L@ .1 italia, a sua volta, doveva appoggiare la qucstione d elle naコャoョZN ャィ セL@ ュ セ@ ウ・ョセBQ@ fomentare rivoluzioni. Per essa era indispensabile agire In slntonla con le grand i potenze, S()prauutto con l'Inghilterra, senla tultavia alienarsi la simpatia delle nazioni balcan iche:/H. Il Ricasoli, d'allro canto, non credeva che i popoli balcan ici date le loro profonde differenze etn iche, avrebbero mai potuto エイセカ。」@ un aeC?rdo per un'azione comune contro l'Austria e la Turchial9. 0:)11slderava, infine, l'evoluzione politica della Grecia come inscindibile dalla crisi più generale d ell'Oriente, ch e gradua lmenre avrebbe por(alo all'ema ncipazione nazionale dei suoi popoliJO_ il suo ュ セ ャi、。エッ@ coincise con l'insediamento, ad Arene, di Terenzio Mamiani, nominato dal Cavour primo ambascialore d'Italia. L ter セz i o@ M....MI ....Nl Terenzio Mamiani della Rovere fu uno d ei più brillanti esponCntl della cultura risorgimentale. Fedele in fil osofia all'empirismo e :il l'ecleu ismo e in pol itica al libera lismo mod erato, partecipò come ministro dell 'interno al governo ri voluz.io n:lrio d ella Romagna nel uno, fu ministro d egli esteri :1 l<om:1 nel 1849 {.' mini- Il I '1lI l fllI l , Ili \Im l/flll/hl j III ( ,' ,, 't III 1'1 111 1dl'II 'j.,ll ll/l(lnt.' rlt'1!-t()Vl'rlI O C,l ,,()lIr 11 110 .1l lH<l l, t.' ーヲHャ ョャ oセmNG@ l (In l,I "1 1,1 ,lIIl vi l:) :-tkn ti fl C:iJ t.' POlil 1c,1 lo :-V il llPIX) d t.'Hli Muti!, in p:u'l ko 1.II l' (Ii qul'lll f llo..',of lO". En l tt') 111 d iploma/LI col ー イッ ヲ o i セ、ャ@ Z i L ャ エLセ B[i@ 111\'1110 ,n principi t.. con la セゥ ョ 」イG Q Q[G@ c il イ ゥ セHI イ エNG@ cht.' セ Iiャ o@ IIpl(:1d d llll h'IIt't!u:llc. Nel MIO lihro f)'1I1/ Cll,.i"" l.'/H·o/x'f), s<:t'llt O nd IH60, ." 0 >.1t·lUlt' dll' le rel:11ion i inll.:rnnion:tli av rehhero dov ut O 「ZiNセLhMャ@ セオ@ lHl di l1l1 o nuovo che prom:lIla:.sc d al p rinci pio d i na 1.ionalit:)I·.I. Il Mamian i, chI.: Ziセ オョ ZMN」@ l'incarico il 6 lu)-\lio 186 1, f u ..,allll :ll o d a nrll O 11 mondo po lit ico gre(.'O come un insigne uo mo d.i cUltur:I, t.' '1II IIl' un fildleno. L::t s u セ i@ .secli:! f u consider:tla come b dl mot>tra1Io III ' dd !'>C,.'n limcnli di :lInicizb dci n uovO r<.').-:no per 1:1 Gri...'d :I\j. I suoi 1.IJlporli d a Al ene, serilli con 1:1 sapienza セ Qゥ@ un セ セGo イ ゥ」HIL@ sono di un l''ollt'mO intcres.'>t..', IXliché presen l<t no la Vita IXllillca セ イ \NGc Q@ :.c:.'Condo 1' llIk,1 di un tipico eSIXlnente dclliber:tlislIlo c u rolX.'O· Jl1-Ili rit eneva che l'impero Otlo mano d ovesse ャ。 ウ」ェZセ イ ・@ il POS,IO :,.d UII,I l't'derazio ne avente come fonw princi pale la GrCO:l e cht: 111:dl:l エQ ivエNGセ@ ...aslenere l'egemo ni:1d ell'elementO ellenico sulle POIX)!azio' III ..LIW, che considerava l'avam posto dt.:gli interessi russi jol. Il i Zイエセ@ 1111 'rrI,1 principale era indubbi3men te la wande 、ェ ウ ー 」 イ ウセッ ョ・@ e I:i IUllI111,1 n ln.,i!)!enza della popolazione greo] , chc, tulla vl<t, avrebbero Q@ セ i ウ ゥャセ「イ 」・@ e d al.su<,> l '' Il ulO cs...ere COlllrob ibnciate d:!II:1 sua ヲ oセ GL Qiセ G ャ ャッ イャNZ@ livello di ci vilizzazion eJs. 1..'1 solUZIo ne dIpendeva, qUI!l(h, d.IIIlI x.'ro ウ エ セ h o@ greco, il quale, purt roppo, non era :Incora pronl o ad , II 1111I,lr:-i i doveri c i compil i affid:Higli d al più vaslo mondo ellenico. I • III\t1rd.mdo con «i Gn:.-'Ci p iù saggi ed iIlumin:lli Ichel セ ョャ セ ョ ッ@ ャG ッ ャエ セ@ III 'IW l,l propria debo lezz:1 e non ヲ セ ャiゥ ッ@ al cun propOSit O d i me.l l ersi 1'tU-t1 In guerra :Ipert:l con la Turchia., il Malllbni t:r:1 contraflO ad IHI.I m,rnifest:tzio ne di fort"':l della G rande Id ea"", 1',lIl:In<lo del sislema politico grL"CO, ne sottolineav;1 il ca ratt ere J7 IlIdl 'lInit o, a mezzo tra mo narchia as..;olul<l e IXlrl:1I11cnt :rre • cッ ョ ウ エ Zセ M 1.1\1,1 l'l'..... lgerat:i cenl ralizzazione hurocfell ic:t, abbinata ad un:1:Jlllml lIh lLU lone pigr:1 e lelll:l, che da v:1 spa zio :dl'arbitrio dci. ウ ゥョ ァッ ャ セ L@ II WI\l'l Ili) non A<xlev:1di alcull:l aUl onomia: la sua ヲ ッ イョ セZエコ ャ ッ セ@ ョ ・@ Il :.tJo .. ィセ ャゥh ・ ョエ ッ@ di pendeva no (b Ali int r ighi ddl:t corte. I___セ@ 」 イ ZャセI ャエイ ・@ ' I 11I11lI>:-IO d i personaggi 1ll<..'CIiocri. con un jxi sNセ ャ エo@ P? hl'a:> :lIublgU? a, イャco i セ イi@ I d !tWlllll l)Clenti rispetl o :Igli inc:lrich i che er:'!Ilo 、ャ Z ャ セ ャ。エ@ ." " Il p,Irl:imen lo )-\ioGlv:I un ruol() pU f:l menl e d(.'(;o r:lli vo c l ・セ イ 」セャ@ .P.'I'V,I 1',lhituclint', 、HNGカZゥセ i Z ャョ ャG@ pcr il r<..').-:imc IXlrl:lmen lare t-'CI i prlllcl]J1 l ' G セ ャ ィ オ O ゥ サ ャi L エQゥ L@ (Ii illl rOllH:.'t1l'r:.i ndb po li,ica, con il bent'starc sia del /.4I I\1l'1 no l ill' <Icll'oppos!ziolll.:, che lo lusin)-\:l va no COllle «!I. palla<lio c Il Qi セ ゥ HI@ エZセi イ@ '1110 dd l.l IIlx.'I I:) popol:lrc • .tO Nell:llolI:l po litiCI m:IIl<.'aL IIiO prh l< 11" t.. }Q HセャNZ ャi@ pr,tl l( i, IlH.'nt rt' do mina v:t no i HG_ ョエ ャ GZ i セ ャゥ@ イ セA イ ウッM 11.111 Il M,lIl1 l.ln l rill'lwV,1 <. 1It.,,:-r.' l'oppo:.iziont.' :l Vè .....;c H ィ セ i GIoセ エ o@ di le:! di' t 1.11 1.1( I (' 1'0110 1,111, oV\'l'fO M' i '< uoi t, Ipl .I Vl· ....'o(..'1'O !l OV.ltO un :rn.:or do, ](o ..,lt l·hl'll: ,,\',I l1 l.lt ill' hnpon l' ,II ftl\hnt.' 1Il0 ll,IH:hko Il.' "1It.' IX>:-I /II UII Il,1I 1dlr ll tlll ,l ll)\l''o<,!.uhl ll 1\ " l'rima I Nlf/t ' Cornptcs,o,ivarnCJll C q,( li ritcllt:va che ヲッセ ウ」@ d ove rL' pri mario della po lit ic'l ilalÌ<lI1a in Grc.:cia diffondere i principi dcl libc l'alismo moderato e, al tempo stesso, far IX'S;',I re la s ua influclw.a per l'a pplicaz.io ne delle norme costituziona li e per il consolidamento dc i rL'gime parlamentarc 42, L'halia, che egli giudicava d isinte ressata, {X)leva aiutare i Greci in questa direzione più efficacemente di quanto non a vrebbe potuto fare "Inghilterra. Il Mamiani considerava, d'altro nde, il dominio inglese nel Mediterraneo e in Grecia dannoso per gli interessi italiani<O. Pe r il raffoo.amento dell'influenza italiana egli proponeva anche lo svil uppo degli scambi commerciali, il 」ッ ャ ・ァセ ャュ 」 ョエ ッ@ ma rittimo dei due paesi, l'assegnazione di borsc di studio a student i g reci e l'invio di borsisti italiani in Grecia". T. Mamiani era convinto, per la sua storia personale e in quanto rappresentante di un paese liberale, di esser tenuto a rendere pubbliche le proprie opinioni sulla vita politica ァイ」 」 \ャ Tセ N@ 11 suo compo rtamento provocò, in vece, la reazione sia del governo greco che di quello italiano. li Ricasoli gli raccomandò di astenersi da qualsiasi intromissio ne nella realtà interna de l paese c di seguire una politica pit) pragmat ica-i6. «Noi, -scriveva il Ricasoli,- non possiamo, né dobbiamo certamente rinnegare i principi di libertà e di nazio nalità c he sono il fondamento del nOStro essere presente e per (.unseguenza della nostra politica. Ma questa nostra politica (_) ha di mira uno scopo supremo, l'i ndipendcn7..a dell 'Ita lia, e d evierebbe da questo scopo quando si esponesse al pericolo d i suscilare difficoltà a lla sua azione, e di rendersi sospetta a Potenze la cui a micizia le è necessaイゥセ ᄏTWN@ Al RicasolL in .pa rtico lare, premeva di te nersi fu o ri dalla questIo ne d e lla successIone a l re Ottone. Egli temeva che il Mamiani, appoggiando uno dei rigli di Vittorio Emanuele, rischiasse di sacrifica re alle ambizioni dinastiche del re gli interes.si di lungo periodo d ell'Italia e la sua amicizia con le grandi potenze, princip.a lmente con l'lnghiherra. Dal momento c he la (."()ng iuntura imernazionale affidava all'Inghilterra, alla Francia e alla Russia la protezione dello stato ellenico, egli riteneva che l'Italia non avesse il diriuo di intromettersi nelle vicende greche, dando così l'impressione di ambire alla creazione di una propria sfera di innuenza. l 'Ita lia doveva accontentarsi d el ruolo di attenta osservalrice""'. Il. QUOTIDIANO . LA p ersエZvfNanzセ N@ Le istru zion i del Kicasoli al Mamiani non ri5pecc hiavano solamente la necessità di allinearsi col conservato rismo europeo, ma esprimevano, a ltresì, l'int e resse della borghesia italiana al consolidamento del nuovo statO, il suo 、 ・ウゥ 、 HNセ@ fio di evitare uheriori avventure e la sua tendenza a raffor7..a re la pace per favorire un più consistente sv iluppo econo m ico. Una de lle ーセ@ coer.enti ed autorevoli espressio ni d i questa volont:l fu il quotidiano mll.anese «La Persevera n7..a,., ed ito da P;lcificu V:tllIssi-t9. Il Valussi nel 1862 SOSTeneva che la po lit ica <:s1Cra ir.lli,I II,' doveva 1:-(>;r.II·... i / 'lIl1l1" (I Ili \1m Q セIiイ」N B@ /" ("n'dfl "}l1I Ideali de Jl :1 p.lce, dcll:l lihe rr :l (: dci ーヲBLJセ」 ウZ\[HIL@ e ZLカ N エZ セ ・@ im?lt,re (Ollle ohlellivo 1:1 radlC:llc riforma dci ra pporti <hplo matici lr.tdlZlon.lli. Ta le polìtiC:1 dovcv:. po rt:lre :lv:lTlti g li idC'.l li .del rゥ セ イァゥュ・セエ\ZB@ /'<\.'n"'':-I lUu :lvi:i ripe te re «g li schemi d el pa55:lt o .., Cioè eV itando di (1 I·Ol rerc a metodi ri volu zio nari e a soluzioni spcricolate'iO. 1':1 .. Pe rseve ranza,. rite ne va c he i movime nti nazio nali ri voluzioIl,lrl non dovessero essere 。ーセゥエ L@ neppure in vista di una loro \lt llizl'':lzio ne contro l'Austria, per facilitare la liberazione di Venezia: _Noi siamo certo riconoscen ti, -si sotto linea va,- a tulli quei popoli ・ ョエゥ@ a spa r.ge re ゥャッイセ@ dI(' h:lIlno in viato qualcuno dei loro 」ッ セ「。ャ B iQI セャic@ nell e battaglie italian e Ma. CiÒ n?n セオッャ@ ,dIre 」セャ・@ nOI ,IC1\)1 )i:rmo senza un'ev identc opportullItà, arrischIare l avventre dell,I Il(.).') tra 1;;lIria e i ris ultati ottenuti a prezzo di tanti dolo ri セ@ 、セ@ tanti /'l, Il l'ifici per servire a desideri ed interessi che nemmeno ,"dlrella' Im' rll C si possono chiamare ゥエ。ャョェLN セ ャ L@ Circa QGセエゥャコWN。ッョ N・@ delle (.-o rn,II(.':I7.iOn i della quest io ne d 'Oriente per Il conseguimento d e!1'unii;) d'lw lia, il giornale e ra molto titubante «L'Oriente è una te mIlile im:ognita che può contenere, come il mantell.o di aイァ。ョセ・L@ la pace \I 1.1 AlIc rr:! per le nazioni europee C-). Ad acquIStare una mfluenza m: III..' contrade d 'Orie nte e a porvisi in una posizione tale da poter Il In van taAAio aspettare gli avvenime nti C-) abbiamo noi (_) アオ セ エ。@ rllplo m:lzia ca pace di trovare un terzo polo fra le due vecchlc e l'IIIIt.'mi influenze d 'Inghilterra e di Francia?,.5/: In politica ・ウセイ。L@ セ@ \\)lIdo il giorna le, il ruolo d e ll'Ha lia avrebbe dovuto 」ッ ョヲャァオイセウ@ I III II C que llo di una potem.a mediterr.anea, il cUi,.futuro セュ・イ 」 i N 。 ャ セ@ ,'l,I d,I indi vidua rc appunto nel Mt.'(ilterraneo. SI sollecitava, ー」イエ。セ@ lu, l,I rivend icazio ne dell'eredità di Venezia, che, sempre セョ、_@ セ@ II\!Cltìdi:lno milanese, sembrava e...sere consegnata. ali aオ Nウ エョセ L@ e l as. .-un/lone di una posizione di grande potenz,1 agli occhi del nuovI l'"I')!)" e n;lzioni'IJ. .. . . .. . . I I «Perseveranz.a,. constatava che gh mteressl Italiani SI armOlllz1.I \I \;' nl ) con le aspirazioni e lleniche: Costantinopoli no n 、ッカ・セ@ finili' In mano ai Hussi ed c ra indispensabile assicurare nel Medl(erra111 '0 Il mantenime nto della libertà d i ョ。カゥァコセ・@ e il predomi.nio rldk foo·..c n:lvali d e lla rt.'gio ne. O'altronde il giornale non l."()nsldeI ll V,1 1.1 Greci:. comc un te mibile con(."()ITcnle dell'Italia, pensava, anzi, セイ イ。ᆳ I In' (·'>S.I :I\l re blx: potuto inserirsi in un'allean.7.3 di paesi ュ・、ゥエ IId , Indudcnte la Spag na, in g rado di neutrahzzare la penetf""Jzlone ,.c (l1I(llnll':l C poli1ico-milit a re dell 'Ing hilterra c della Francia nel MI'( Ih l 'l 1.11lt_"O\t. Il {jtlolkh.lno mil:lnt..'SC :weva un suo punto d.i vista anche per セ・ャ@ I III' I (lIIl('fIleV,1 le <llIcMionl Inte rne dclhl GrCCla. Fortemente cnllco Il.-1 lIlnl rOllII dd fl' OIl OIlC, rl1 è nut o fC.... pons:lbile de l dirruso .. ma ra" 111 .1. IlH''(' IlI(' nd 1',11.: ....., QGッヲセHᄋョ・カL Q@ l'OPf)()...il'iollt:, :rPIX)J.Cgi,:lv:l I:a イゥ セ@ \lI IIt ,1 di N,IUI,II,I (' fll ll l"Old. l vri IO" Il pnlHr;rmnl.l dd K:rmlns. AI pan di' I 1( 1I.I',nll (1IIt ld ,lv,1 <Id M,lI lll.ml, lill . 1IU1l1t) d n lll ). cd «cf" udl tO", c.. ). 1', 11//(/ /)(/"'t' ュ セ@ no n un dip/o ' " d ' · . ( _) in meu.o ' I アZャ・B iG iセ c L o@ "b.:11 W:mdl mezzi c d.d/c セャ ャi N|B ↓ HIiャゥ@ d ifficili . , • c ur IIl OSC lIt lllosfere,. 'Yi V lcme al/e posizioni de .. La ー セ@ , ' nute da i quotidiani conservato ri セZャョコ。 l GN o B@ c,ra,no quelle SOSlL"narchi:l N .' I . , ,'" plmone,. e O( l.a Mo'IZlona e,.. Essi ritenevano che l'Ital ia dove"··... " "eoe,s' d . ogm compatto r·lvO I · . . セ@ . ., I a Perseve,ao-' h uZlonano nel Balcani; ma li differenza de "La za,., c e propugna va u I· . . grandi potenze i due qu ·d' . na po Illea d i セオゥ、 ウ エ。ョコ@ dalle Oriente es ri" d ,0(1 iセ i@ tenevano le parti della Francia in Piemo " men o COSI lo Spirito tradi;donalment e filofraneese del n e , J' la POSizione di Niccolò Tommaseo La politica dei moderati non f l ho dai giornalisti. Giocarono u セ@ a rata sola mente dai politici e i quali contribuirono in un イセjッ@ ャュセイエ。ョ・@ andlC gli intellettuali, valori e dei crileri che ・ッセ no italiano sia all'interno 」セ L セッNj」イ。@ G セZ[Nャ・@ deCiSiva alla dClerminnione dei scelte politich e del gover- gイセッ@ イセ@ セエゥ@ ャゥ￲ョセイB・エオ。 L@ legalo da stretti vincoli ai Balcani e alla , ommaseo S7. Il Tommase _ I · .. leco dalmata, assunse in It. 1" ', / ' o, per a sua ongme em iche e ー。イャ・ュセZ@ I イオセ@ o di SOStenit<:,re 、セャi・@ aspirazionj halconoscenza del mondo ウャ。セッョ@ ウ セ・@ セ・@ セQ\ZLャッァ 」 ィ ・L@ comribuì aUa ch ia di intellettuali che si ra r e ⦅・ イオ セ@ " fNァiセ@ apparteneva alla cer、セ@ Gian Pietro Vieusseux e セッL@ ゥセZョ@ 。ャエ セ イョッ@ 。セ@ gabineuo blcnte, caratteriZ7.ato da un ュッ、・イ。エセ@ 1 セQP@ Cappom. Tale 3msin,,"Cri sentimenti fil /I .. d " ?erahs.mo, aveva d llnostralo Sec . セ@ cnlCI uraOle la nvolU7:1onc gret:::tS'Y oodo la tradizIone di Giobeni Balbe: . , . ' )e mセョコッoャ L L@ セッュ。ウ・@ aspirava alla conciliazione di Iigiosi entro una ch· . e prhogresso, deUa libertà e dCI valori relesa n sorta c e avrebbe f- tt d f d nuovo mondo e all'unità eu ' 6(1 E I" . a O a on amenlo al dei problemi nazionali c ャ G ・イッセ@ . '-? 1 sosteneva che la soluzione • . manelpazlone dei pol)()1' Ix l .. avrebbero potuto re-.tlizza rsi tt ' I . . , I I CIOICI non so dei valori morali, con la 、セヲZイウッ@ e nvoluzlOOl, ma wl pragresEra convinto, Ira /'altro che i ョ・ N 、・セャ。N」エオイ@ e con le riforme. religiositil. e lo .. ' . J?Opoh stlVl a vrebbero associato la spmto comunllano dell'Oriente con la ci vilt<ì dell'Dccidentc61 Ritenendo che il pericolo ') d cidente civile provenisse 、p[セ@ gran ,.e セイ@ i B.alcani, c per tullo l'ccGカ 。@ sゥセ@ ャセョu sャ。L@ iセ@ 。ャセ・ウ@ di un 'a lterna tiva prJ.ticabile, egÌi ァゥオウャヲ」セ sia il protettorato inglese sulle ゥウッャ ・ セイ@ 。セ@ オセ」ッ@ e quello Ollom:lI1o siderando la chie5:J ortodos " e L セoャ@ • aョ セ B ッァ。ゥャ・ ョエ ・L@ con IiriC'J. russa a " .' sa come I cava llo di Trai:! dciI:! po' cazione d il ーセャ。 カNQ@ la propaga nda Cllto lk::1 Ill'l b N 、 ャ セ ャi ゥ@ l' l'unifiad Ulla f lIllI!";\ flllll l)\ .11.1 .111;' 111111 ...1r.I/IOne- ・」ャウゥセ y, 」セ Q@ セ|Z i セ ャ セo@ I '11"1/,, tI /(1 \111/ /Illflt/u/ /" (:,. ,,/n I 1c..')(:lUIi dd "l'Olllm:tM.·o ('on b (: rl.'\.'b furono llIoltcplid, Q セ Qゥ@ fu ,(,IIc..'/ioni ... I.I, tradutlore L'C.I l.'ditore dd C::lm i popo l;lri }.:rl.'Cì c influcnzò ..iセョ ャ@ iC:all v:lIm::nle lo :,v illippo delle lettere nl.'OClicniche e degli sllldi '1\ /11., ('ullur:.1 IXJpo brL'''', 1):1esule, risìl.'(!cttc a Corf ù (bI settembre del Ili 19 all'aprile del lHS4, quando, :t c:::tusa della sua Ix>sizione antirussa e I llo ÌtI1-llesc, fu costrett o da ll'oi:a ilil:l dell'opinione pubblkl.l isolana a ,),11 1in.: per fゥイ ・ ョコ セL@ OJIl1C risulta dalla sua corrispondenza inedita, il /'Ol1l m:,Sl.'O mantenne stretti r:IPIXlni, durante lulla la vita, "un AndreiS i\lu ...,oxldi ..... Gheorghios Tertsctis, Emilios c lulios Tipaldos, Aristotèlis V.d,loril is, Andreas Rigòpulos e Markos Renieri1'>.6/i. A qucsfultimo era 67 IMr\ )(.'o !:lrmenle legato da comunanza d'opinioni e da stretta amidzia . I:idea di fondo dci Tommasco era che i Greci dovessero valorizzaIl ' k proprie c trauerist iSliche etniche, quali si evidenziavano nel po1"010, ('l'rc lIldo d i evitare c."OSi il richiamo troppo SI retto all'antichità • 1., ...... 1<::1 comc l'omologazione con l'occidente conlemporaneo. A I 1l'1I 'oClis scri veva: "la Grecia vera è nel popolo..1iII; e al Renieris, per il 'l\I ,lk nutriva grandi spemn .."c, raccomandava: «La tua JYJ.rola, o MarI .), I ivolgi con rispeuo al popolo, povero di danari ma ricco di sentiIIWlltl, al popo lo ignoranle di li bri, ma educato nella scienza dell'amoIl ' I vHIセャ イゥ@ padri liberarono la Grecia dall'asiatka barbarie, tu Marco IlIlI.'I.11:I dalla civiltà europe-J.,.6? Il poplilismo c l'avversio nc per le influenze occidentali non riKtI.ltll:lvano solo la cultura, ma anche la politica. 11 Tommaseo era ,11 movimenlO di opposi7,ione a re Ottone, perché, con la sua , ....エゥャセN@ 111 ·II()Il;U":lzione, la Grecia sa rebbe stata costreUa a rivolgersi alle IX" 1I ·/l/l' :o.tr:.lIliere, raffopando cosl la loro influenza ed intromissione 111'1 セャiッ ゥ@ :Iffari interni. Nello stesso temlXl, rivolgendosi al governo セiGI L@ r:lccomandava l'apertura di un dialogo ウゥョセ・イッ@ col popolo, che l'IlIdl',...SC e scavalcasse la mediazione dci politici d i professione. Di'•. lpproV:lVa, quindi, quasi tutt e le forze IXllitkhe: i Fanarioti, i poli11\ I .llIIo(;to ni, la nuova genera zione degli intelletluali liberali ostili ,III ()I,o ne, i radicali delle isole dello 10nio70. Per quanto riguarda Ot1.. 111 ' lo considerava uomo di limitate çapacità intellettuali e di scar,\ IIlIloril:'l, ma O nt...-'StO e ー。ャイゥッエ セ Q W QN@ I 11I',IIIra !'o ua ゥ、HNセ@ er:.l che i Greci dovessero evitare le rivolte contro 1.1 Iludu.1 c le IOll c conl ro gli lngle;i nelle isole dello Ionio. Dove\ ,11111, ., 1('( )!lIr:.lriO, :iCCfl.'SCCre il prestigio spiril uale e morale del regno 11111.'11', dl'(.lie tndf).'ji ;l lIa cO"..lnli'.ione pacifiC".l del loro futuro, in modo d,I 、ャGiッ セ i N u Gャ@ citI..' erano. effettivamente, in grado di sostil uire l'impe111111( 1)111.1110. AI r.I(/ic:, li clcl le isole dello ronio, in particolare, scriveva .II !lllil I)lov( x:, en..' 1'I11).tItHI l:rm, po ich<: av rebbero finilO col danneggiaI! liti hlh·ll·....セャォ ャQN@ Hセョ N Z、L ャ N@ Doveva 110. invece, rivolgere il loro imtx=" Milo 1,111,1 \Iii UI).t.lllOlll' l' N Qi L ャ ャiᄋセ ャ エ N Q@ ddla lin).tll:l dClllo tk'a. allo svilup, .11 11'11.1I IvUI,\ セᄋ j ャG|i iエ N i L Q@ \' .111., 1)f( )III(UI(J!le ddl:! kltb!a/,ÌOllC c dclI'agri11111111 ,I, 11\ 111( 1( ,, ) , LI tlll lllll lllill' .11 セエGョH イ Z ャ ォ@ iャゥ セ Qゥッ@ .... lmclll o dellc con,lI/hllll.ld p,I. "'" ./ ",.{moIXlf/ll Il II[ Ne l 1R6 1-62 il To rnrna.<;l.'O ru in COlllallO con ItIIli colo ro c he stavano pre parando una s pedizione d i Grlriba ldi ne i B.1 k':l nPI. D'altronde il. Tensetis e il Re nie ris, con i quali mante neva rapporti epistolari, g l.ocavano un イャ ッ ャ セ@ aUi vo in quella vicenda, ment re C heorghios Tlpaldo.<; lo teneva mformato s ulle attività dei rad ia lii in ャi。ゥ Gセ N@ Il Tommaseo era COntrario a tali progetti Scrisse a Garibald i per dissuaderlo, 」ィゥ・、セョッァャ@ di inte rro mpere i suoi rapport i con i radicali, che accusava di essere agemi dei Russi. Gli raccomandò, se voleva davvero aiutare i Greci, di avere contatti solamente con il re. Con lo stesso spirito scrisse anche a l Renieris75. . In ッ」セjNウ ゥ ッ ョ・@ del mOlO di simpatia manifestatosi in Ita lia per la rivolta d i Nauplia, il To mmaseo pubblicò due articoli di fo ndo s ul quot idiano milanese «Alleanza"" sostenendo che le aspirazio ni italiane ad un incendio rivo luzionario nei Balcani avrebbero finito per Favorire soltanto l'Austria 7lS• Questi arlicoli provocarono reazioni nelle isole dello Ionio, dove g li Fu mossa l'accusa di essere un «n uovo Fallmerayer",n. Lo storico ledeS<.:o Jakob Fallme rayer aveva contestato la. f ッ ョセ。エコN@ del.la tesi d ella diretta discendenza dei neogreci dai greCi antIchi, per CUI il s uo no me in Grecia era divenuto sino nimo di a ntiellcnismo. Sebbene il Tomma.seo non Fosse un politico, godeva, presso i suoi comemporanei, di un g rand e prestigio, dovuto alla s ua rilevante ー・イウッョ。ャゥエセ@ 」セャエオイ。・@ .. Pertanto, le sue informazio ni e i s uo i giudizi su lle queshonl baJatnlche contribuirono a formare il clima cuhurale all'interno del quale si venne sviluppando la politica italiana urficiale rig uardo ai 'Balcani Il Giuseppe Maz z ;n; e i dem oc ratici III Grc.'Cifi nell'Europa ideale 1,:1 po liticil balcanica dei democratici, l'altra importante HLGoュセ_・ ョᆳ Il' del Risorgimento, si modellò essenzialmente s ull a lor? .v lslone Mrnl'r:J1c del mondo, cosi come era ::;tala elaborata e codificata da 4,III-,cppe Mazzini, loro 1C'J.der e teorico. . . . Nel la concezio ne dci Mazzini, la nazione COSlltUlV3 un 。ョ・ャセ@ セョ ᆳ t4'1 1I1(.' (lio tra !"individuo, l'umanità e Dio. Alle nazio ni, come agh 111dl ... llIui, la p rovv idenza div ina aveva affidato un セッ ュー Nゥエッ@ Gーイセtᆳ Iii 1I1 ,HO a lb lo ro storia e alla loro posizione geografica. C IÒ slg mFlcaV,I ( hl' ogni nazione, avendo coscien7,.3 della ーイッZ イゥセ@ missi0n.e, dove\',1 hnpt.:gnarsi per la realia.azione del progetto dIVIIlO, al pnmo ァイ。セ@ dlno dci quale stavano la libertà e l'indi]X!ndem.a .. ,?a ーセ イ ャ・@ loro, I I hl ,ldini avevano il dove re re lig ioso di lottare per gli Ideali d ella loro IJ.l/I()J)c?tl. セGcッ ョ 、ッ@ la provvidenza d iv ina esisteva un ord ine naturale nel !\Iondo, vio lato dai tiranni e dai mo narchi. Tale ordine ョ 。ャuイ ャ セ@ ーイセ@ H,\ll·... ;c c he l'Euro pa dovesse appartenere ai tre grandi g rupPI e tmIl d\,t-!Ii Slavi, dei Tedeschi e dei «G recolat ini,.79. Inte rpreta ndo la \'lIlo nl :\ divi na, il Mazzini d e terminò così la futura ca rta e uropea: 1111 MI"lIlde sta lO iberico con Portoga llo e Spagna, la Francia e 1'1'.'Mhlltt:rr.1 cost come si e rano sto rica.mente fo rma.te, una GermaOla 111111.1. lino S\:lIO scand inavo coslia llIo dalla Dall1ma rca, dalla Nor\lq,tl.1 e tblla Svezia , lilla confederazione delle Alpi che a vrebtx: hH lu..,o S:lvOi:I, Sv izzcr:1 e Ti rolo cd un'Italia uni ricata. Al posto del dm' Imperi, :Isburgico c ottOll1ano. il Mazzini poneva due confede1000Inni un :1 d :lnll bi:lIl:l e una ba \c:lnica. La ma ppa si completava, IlIlIn(', r(ln un:1 Poloni:1 indipe ndente e con una Russia p rotesa セャ@ I ivlll ll.llio!ll..· dt'II ·A..,i,l. TUili qllesli p:lesi av rebbe ro potuto UllIrSl, 111'11111111'11 In lIII.1 ("(mfl..'dl·I.I/IOIW e u ropea. All'int e rno di q uesta co"1111 /11111(' ;\'(lI'k.l , 1,1 11I1 .... lon\· dd l.l Hセ イ HGゥZi@ c r:l di }(lIidare .1:t rede ra'1IIn\' h,lIt .lnll .1 (' di O " I,H01. I!l· I,1 IWn\'If.llionl· dcll.1 l{u .....,I:1 ne l Me\'1 Il dil e rranlo.'O, o lt rc che di pro muo vere la civil iz:t':l zio nc ddl 'Orie nte, sulla scia della trad izione classicalWl. G. Mazzini considerava la li bertà delle d i verse nazi o ni int er- dipendente e le chiamava a collaborare alla distruzione dei nemici comuni. Egli soste neva: ..Lo sl::Jvo e il magiaro, l'italiano e il greco sono vostri fratelli. L'imperatore e lo Zar sono nemici ad essi e a voi. Voi non avrete indipendenza, li bertà, né giustizia, se prima essi non cadono. Né la loro cadura può accadere se non per l'unione fraterna e sincera di lutti coloro che soffrono, pregano e <.:o mtr.J.tteranno la loro doppia oppressione ..H1. All 'inte rno di q uesto quadro, la politica del Mazzini e dei suoi seguaci nei confronti della Grecia e degli allri paesi balcanici aveva come o bieuivo il coordinamenro dei loro movime nti nazionali e la loro coUaborazione con gli altri movimenti rivoluzionari dell'Europa occidentale. Per meglio comprendere l'immagine della Grecia nel suo pensiero e la posizione che essa occupava nelle sue proposte politiche, va ricordato come il Mazzini, dunmte la sua adolescenza, avesse eretto la rivoluzione e lle niCI ad uno dei suoi tre ideali tl2, In seguito la propose, nei suoi scriui, come l'esempio di una nazione classica risuscitata nell'et} contemporanea, come un modello di spontan eo coraggio, di sacrificio popolare e di tauica rivoluzionaria8J, Le conoscenze del Mazzini su l mondo ellenico derivavano principalmente dalle opere di Dominique Praclt 84, Egli no n collega va, però, l'estensione ed il ruolo dello stato ellenico alla sua composizione etn ica: ...la Grèce, -auspica va,- do nt l'élément slave introduit au moyen-age commence à porter ses fruits, poussant jusqu'à Constantino ple, et recommençant tÒt ou tard sa mission de dvilisation sur l'Orient. lIS, Anche se pensava c he il mondo slavo si estendesse da Arcangelo fino alla Tessaglia, il Mazzini sosteneva che, nel futuro stato e llenico, dovevano essere inclusi l'Epiro, l'Al bania, la Macedonia, Costantinopoli e l'Asia Minore fino alla Cilicia e a Cipror.l, Questo g rande stato e llenico si sarebbe poslO a lla guida di una confederazione balcanica, la quale, insieme alla futura confederazione del Danubio. avrebbe impedito l'espansione del dispotismo russo, che l'impero oltomano era incapace di arrestare"7, Il Mazzini non disegnava le frontie re della confederazione balc..!nic..! e neppure ne definiva rutti i componenri Era sua inrenzione, d'a ltronde, dare delle semplici direttive, senza invischiarsi in contese nazionali. Tuttavia, col passare degli anni e col progressivo sviluppo de i movimenti 0<1 zionali tra le poJX)lazio ni slave, vedendo che in Grecb g li eventi no n corrispondevano al suo sche ma ideale e alle sue :Ill ese, il Ma7.z.ini cominciò a dubitare che essa fo.sse in g rado di po rta re avrmli la SU:I missione lihenttrice e civi li zzatrice, Cosi ne l 1806 ャGセ Q@ !lhh:Uldonò la sua vecchi .. tesi, seçondo la qU:llc l:I confl.-clcm .. lnll(· " ,di. .,,11",111 vr 'b. be dovuto essere pn:sie<lul :1 d:li Greci L', l'nlll li ) /'j ll/ ( 1,,... lvl ll セ i L セ@ m I i u セ@ .0 cm L '1/011(/ C' /0 セ Oゥ o@ Prima IX" '/(! neva che /x>l II ICfI I" C,',.... t:lIl1ino po li no n :lVrcbbc do vuto apparte ne re:1 n(.··ss u- na delle nazio ni fed e rat e"", , ' ' r rio alla mo narCome è fa ci le immaginare , Il MaZZlIl1 era C?dnl a _ l' surp" lore . d ' O n セ@ c he consl erava u. < e di diffidenza nei confronchia «ge rma nic.:o-ell en,ca,. l di,I? セ GNL@ deUa libertà g reca ed 。 」 オウ。カ セ@ l セョ・コャ L@ . '89 r li valuli dei movime m i rivoluzio nan del cnstlant ッ p i L イセQ@ , ' PGe Òeceg" . ed era . I r 'I ppi della po luca III r .. lava in modo ullliatera e gl'I s セi@ セ エ ゥ@ collegali alla lo[(a di liberazione (X>rtalo a sopravvalutare g I aspe , 11862, che ogni , . , 1 A . icava infatti, già nel 1843 e an<.-ofa ne na7.Jona e, セウー@ ,. d ' II' rivolta conl ro i TurchI. RIlcL 」セ・Z@ :raapiantata nei Balcani avrebbe iniziativa pohuca セエN・ neva anzI che una nvo a _ che a sua volta avrebbe crC'alO molte ' " d ' ' fomentato una guerra europea, e emocratlCI e, G@ 90 naZionali ' occasio ni favorevoli per luttI, ,I ュセ Z スvセ ' enti naturalmente, anche per quello Imitano , La /x:ma ricerca di alleati " 'I Ma7Jjni insieme ad altri esuli italiani, ーッャ。 」セ ィゥ@ Quand o ne118;rt I , , . e che mlrae tedeschi, ヲッョセ￲@ ャセ@ ,«Giovi,ne euイッセ N セEコZ@ movimenti II_ G ','11 Scri veva, va a c reare seZIOIll In og Ol paese , rivoluzionari, rivolse la sua attenzl?ne ane,he al a, イセ G 、。ョ ウ@ une allora: ...C esl e n Grèce qu'il ヲセイNi@ セイャ¢ョウZ。ッー・ L アオゥ@ si elle pensée de devc10ppement qUl ual J.usq , _ la Russie,.9z, Il progeno n'appartienòt ー。ャセ@ à la エセゥ・i@ in Greda, Emilio uウ ゥ ァャセッ L@ rimase, per , su a caro ' . , , Iso su richiesta dell'ambasClanon trovò 。ャ」セ L@ ウッャセ、。ョ・エ「@ fu ・ウーセ セ@ gli appelli agli esuli italiani セ L@ Sumlc sorte e ro anc . l:1 。オ ウ ャイゥ。」 che si trovavano nelle isole 、セャッ@ IonIO, l nio costituissero un pun. . l , I' セ@ AnclaIl Mazzini riteneva che le Isole dello , o , I )re ara7jone della nvoluZlone IO ta 13 ' IO slrateglco per a 1 p I . to unitario soprattutto per non v't però cauto di fronte a movlmen " , t nazioエIヲ・ョ、セ@ gli Inglesi 」ィ・、ッョsゥセイ。カャ Q@ 。セィ[ iセ セ@ セ オャゥ@ itai quali soste nevano naie italiano, Questa pru . e Ola Lli 」セ@ 7..0 v。 ャ ・セゥッ@ U;lni come i frate lli Bandiera e orcn '_ . Ila nto do po il ' ,.' I G ec'a dove va a vve nue so lhc l'uOIflcazlo ne con a . r 1 .11 '095 llicader dei derllffoo..1me nto e ャ G 。ュセQゥ・ョエ@ dello ウ セ。 セ セi・@ 'informali i suoi mocralici, aura ve rso, l ァ ャ ッ イョセィ L@ セョエ。@ degli eセエ。ョ・sゥ@ e pubblicava m nci wld ini e i le no rl euro pe I su a . ,' ull appe lli all 'unific:l zio ne de l ー。イャュ・ セ エ ッ@ Bi o miャQ セ ᄋ L ᄋ@ .te nne insie" l ' ' d'O ' >"1 > , lei j° .( o-<tl I aZZIO I 50S , ne c O""t , ' r ski un'alleDura nte a CriSI le ,.i colh bof:lIori del principe JX>b cco Ad:m,l <:lan o Y', ' _ r _ Z Zャ↓ , O セ セ@ tiddu niャ Ct" [ o vャ ョャ 」 ョi x i i」 GZ Qi セ セL G L[ セ L L i Zセ ッ ャセ i セ i [ ャ セ Zセャ ウヲ@ Z Q L セ セc セG セ セ ILセ Il'セ ッセ。@" セ G@ ,I " \I, 1110 11\(' 11 0, fI .. , セ B i セ セ H|Z i i i i セ Z Z@ .\'; セ I セ セ Z B ヲ Iエ@ Q Qセ[ セN@ )t' I ò ... . , si Ihll llò [I farL' c o llc ll t..! e :\ pU ) J IC,lfe W t' ti: ( )fk 'li Ill 'l 1'v1l'{lll t'fflllI CO o ricll l:\le , 1: IIt/UlI Il Prlmll fXlrI/J Le ri voluzio ni ciel 1848 r:lpprcsemarono l'cl .l d'oro cld democralici. Lo slesso Ma;r..zin i e molti suoi seguaci assunsero la guida delle rivolte locali. L'Italia, insorta, cercò l'alleanza con i popoli slavi e con gli Ungheresi, per poter arrrontare l'esercito austriaco, I governi rjvoluzionari di Roma e di Venezia, guidati dal Mazzini e da 1f.1Iliele Manin, mandarono loro rappresentanti ad Atene, chiedendo il riconoscimento diplomatico da parte del regno e lle nico98, Dopo la sconfitta della rivoluzione, un numero cospicuo di esuli politici democratici si rifugiò in Grecia e nelle isole delJo Ion io, Il Ma72.mi e i suoi compagni 3nribuirono la sconfitta principalmente alla mancanza di intesa tra i movimenti nazional-democratici e si posero l'obiettivo immediato della creazione di un'« Alleanza dei Popoli» capace di battere la «Santa AlIe-.d11za», Naturalmente in un'e poca in cui erano mutate le vie, i mezzi e le forze motrici della poli tica, simili tentativi erano condannati, fin dall'inizio, a restare marginali ed infine a fallire, Fu questa la sorte della «Grande Frate llanza», un'organizzazione rivoluzionaria segreta fondata nel 1849, a Corrù, da alcuni esuli italiani e da Greci delle isole dello lonio9'J; ed anche del tentativo del Mazzini, certamente di più. ampio respiro, di creare una coa Uzio ne dei rivoluzionari europei all'i nterno del Comi ti! Centrai Democratique EuropéenlOO, Il eCDE nacque a Londra nell'estate del 1850, Alla sua fondazione, oltre al Mazzini, parteciparono il leader democratico fra ncese Alexandre Ledrun-Rollin, il rivoluzionario tedesco, e am ico di Marx, Arnold Ruge, il polacco Alben Darasz, il rumeno Demetrio Bratianu ed altrpOl, Ad esso aded, per un certo tempo, anche il politico ed intellettuale greco Andreas Rigò pulos, che intervenne ad alcune sue riunioni a Londra lOl, li Comitato aveva come obiettivo la creazione di organizzazioni analoghe a livello nazionale, come sue sezio ni, in tutti i paesi, e la divulgazione degli ideali di democrazia e di confederazione eu ropea, Esso riusci a pubblicare alcuni quotidiani, ad e rfettuare delle raccohe pubbliche di denaro e a rondare dei nuclei in alcune capita li europee. Ma la sua attività si esaurl, insieme alla speranza dei suoi fondatori in un'imminente ri voluzio ne; e nel 1853 esso cessò di esistere. Ad Atene c'era un piccolo nucloo del CeDE composto sopr-J.ttutto da t:Suli italiani e rumeni Uno d i QUesti オャエゥュ セ@ Alexandru Golescu, nel 1852 progettò di pubblicare ad Atene un quotidiano che, rivolgendosi a turti i pofX)li balcanici, sostenesse la loro alleanza con gli Italiani, gli Ungheresi e i Polacchi e diffondesse gli idC'J.li dell'indipendenza nazionale, della democrazia e della rederazionellB, L'attività degli esuli -nello セQ・ウッ@ periodo si trovava ad Atene la legio ne polacca di Alexandre Milbi7,., con analoghe intenzioni rivoluzionarie- provocò tuttav ia la re-J.zione degli ambienti politici conservatori e filo russi: il gcnenlle Spiromì1ios la prese a pre testo per prep.a r:ue un colpo di :.1:110 milit:lre, mirante ad abolire la costilu zione c a riporl:1f ' 1I1'.IC,'1t' MI un イエMセゥ M 'li polllico III V' yt'(.ltI l /W mc ョ ウッ ャオ セ エZャ L@ Conl cmpo mnc:lme nlc Ic L 。 ャュ セウ」 ZセA[@ャ 、」ャ G aャiZG [ ャイゥ セ Q@ e del· セ セャ @・ " , . ' . . inali I.. Kussia chit.:scro c Otlcnncro I:t I<:>ro , Zs _uャウ Il CCDE c le ahre o rg:.t nizZ<.lzIOOl ョカ ッ オャ コ L ッ Liセョ G セ@ QoLャ ・ セョ。コ@ o , I&lIchc tiC ra llirono nc i lo ro 1110 10 importante ョ・ャセ。@ イ ッ イュ セャッ ッ セゥ・ャ L@ ーイッァセャ ョ ・@ I セーZAイ@ ッイゥ・セエ。 i セ N i[@ iセZ[@ セ@ ャ ・@ e meridio- lIuwimcllli cii liber.l'l.lo ne ョ。エG セ。 ャ ・@ 、セッ」イ。エZ・L@ la tradizione della lule, I:x:r quel che セョ 」 Wイョ ・@ ョセゥイ@ politico progressista delle società rivolUZione fran cese e ,pe I R' ascendo l'importan7.a di quehorghesi dell'Europa occldenta e, .Icon . Panàs osserverà, un deIIhl ヲセョコゥッ・ L@ il イ。、Lセ」ZG L ャ ・@ セーエ@ セッ@ 、 ・セッ」 イ。エゥ」ッ@ in Grecia ,'('!lIl IO dopo, che l asse , セ[イN。g@ I セ@ rana gli unici a non essere legati al t'11I dovuta al ratto c le I reCi e t " DAE"',: ,' nizi degli anni 'SO il Mazzin; sperava che la rebbre della 8I , f ' , per provocare una ( ' tJndc Ide'J. che stava salendo in \_tセャL@ 10Is.se 'T h' Cedeva, I " d ' l' enstlaru contro I ure l. r rivolta genera hzzata el popa I" nere esclusa dalla spartizione Inultre, ehe la Russia, セ・ュョ、ッ@ di セ。エッ@ anch'essa la Turchia, Ne d('1 Icrritori ottomam, avrebbe a he avrebbe diviso l'Europa in .. rebbe seguita una ,guerra セ・Lョイ。@ ,e caprendo nuove possibilità per due c:ul1pi, ーイッァセャ ウ セ。@ re'dZlonano, t ! la Bcッィセゥ@ セiZL@ eventi non si ウカゥャオー。ヲHZG セ ッ@ secondo ,l'or, b d'altro çanto le parti IO CJ.usa erano, &hnc previsto dal Mazzint; n..., ., ' egt; pensava, gli , 'd I ico cosi dirrerenzlate co me .ul 1)13no I eo og , ' ,' ' lo 'ndussero a schierarsi, insieme ai ',I"nonostante, le sue ーイ・ カQs ャ ッセ Q@ , I f. ore della ri volta ellenica in la rセャ。@ セ l セ@ a イセカ@ questa una vera eccezione .uHI sc..:guaci, sia セッョエ@ Ma P.plr , in l'essagha e, lO W1 ッZセ@ e ro anche, ad Adriano Lemod (.":Impo de mocratico ',G, m。セ@ Gセウエ]・@ la rivolta finanziandomi, suo seguace ,a cッウ エ。セャoッーィL@ セGウゥ。@ eon articoli sui quotidiani iNセᄋ L@ me ntre egli stesso li appogg , . bblicato a Genova da . ll.IlIa e PO(Xllo» e «La Starrena», -II pnmo pu , C' '_ sia con ョセゥャッ@ russo, Mlwrll'.lo Quadrio, il secondo li ,rvt. alta da f Zセ]。@ IC'IIcrc :Id altri leader democratICI, che, a pevano i Greci dll c ndcva no l'inlegrità dell'impero ottomano e Lセ オウ。@ il m。WNコゥョセM , d ' R " Per quanto posso -.scnveva . ,II cs,.'W!rc agenl! e l llSSI,,« . , : i io' ed è un arfare non dIserterò mai la gイ・ セ エ。 Z@ セ@ un ,a frar,e dI, ーセ ャ L ョセ@ dd essere i Greci di 1>0 1111<.':"1 nazio nale, I prtml alleati dcII haha a ' ' 109 llèr dice I r:18 10m » , ' I -francese di Atene co,',' di G Mazzini I,' :onsklcr:ll'.ioni sull'occupazIo ne a ndg ,o, ' II ' ' le fondamenta e a (Xl I Ica ' l'Ilhl liroll<>t 、Zセ@ oセ Zi@ ,'11, POI, , , h qUeitione d'Oriente non avreI:>vcGエセj@ la n:.'Cl:1. I'.gh SI o ャvセ ウ・セ@ , e 'i' di lo maliche e che, di conscI.· I)OHII O c,.,scrc rlsolt:t allr,lvcr.so v e p l '' .' t né dane Il ' d vu to :.tl!cn( erSI un alU o "\ll'IWlI, la C rc 1:1 no n :-.vrc '»C セ B@ Q est'lIltil1l:l illlcndeva avvaセ iャエG@ wandl l'X)II..'llZt.' n!' cI:llI:I Hw;,..I.I, u _ ' r Le ra ne oc' I . I i iG cエNGセM[ZimHs Q@ lanlmopo l, ' d' l' 」ウセ、 エ サャ@ dI :lrrC:-:larc l't;s p:tnIl'llil tld (,Ili' I)('r uc.. UI ' ,-" dtkfllllll, Il loro VOIt .I, rlcnIlO1t('l'l\ \I ,I Il eh .. , 'llII lIn ",.'IIIO/Nlrtt l セ ゥ ッ ョゥ NGゥ イョ ッ@ russo, c con... lder;mdo i Gl'cci CO IllC un suo aV;lInpOstO, si opponevano:ld ogni tc ntati vo indipendentisl:!. Di consc..:gucIW.:I, solo una rivoluzione in Occidente a vre bbe posto fine .. 1I'isola me nto della Grecia c le avrebbe consentito di perseguire il suo programma. I Greci, però, dovevano garantire ai popol i europei che :lv rebbero crC"<lto un ostacolo potente e durevole all'espansionismo russo con la costituzione di una confed erazione ba lcanica. Qui ndi, spettava loro, secondo il Mazzini, di collega re la questione d'Oriente con la rivoluzione europea e, in part icolare, di aiutare il mov ime nlo rivoluzionario italiano, che costiruiva la . Ieva,. delle altre rivoluzionjllO. Su lla base di queste convinzioni, il Mazzini cercò di stringere rapport i sia con gli irredentisti greci, tramile Antonio Morandi, esule ad Alcnell l , sia con gli ambieOli (.'Omme rciali elle nici di Londra, ai quali chiese anche, senza successo, un ai uto economico per il movimen(Q italia no ll2. Egli rinnovò le sue proposte ai commercianti greci nel 1859, invitandoli a soltoscrivere un prestito nella fo rma di un'iscrizione greca, su iniziativa privata, al prestito nazionale italiano. L'accordo s:J rehbe stato firmato da lui stesso o da una commissione di gara nti. L'Itali:J avrebbe restituito la somma a liberazio ne avven uta, e, in più, si assumeva il compito di fi nanziare a sua volta il mov imento ri voluzion;lrio elle nico. Come controproposta, i commercian ti greci si dichiararono d isposti .. concedere un prestilO senza interessi di 2000 o 3.000 sterline.\ patto cbe intervenissero tre garan ti inglesi. Non essendo sta to possibile trovarli, le trattative naufragaronol13, Non ebbero esito migliore i contatti presi dai rappresentanti del Mazzini ad Ate ne. Egli :scrisse a Nicola Fabrizi: • .1 Gred ci hanno trattato assai male finora (_). Si sono illusi m mc i nostri mooerali ad accaua re la p rOte7Jone delle Corti,.1l4. E ad Adriano l emmi: . 1 Greci non sono all'altezza della lo ro missione; non intendono che il loro avvenire 5W neU'alleanza (,:o ll'ele mento democrat ico, e che questa alle::tn7.a non può farsi che col mezzo ョッウエ イ ッ LNiセ@ Nel 1857, dopo la fine della g uerra di Crimea, il Mazzini pubblicò una serie di a rL1coli, le . Lettere slave., che fu rono raccolti anche in un opuscolo 1lli, In questi articoli, che e bhero lIna notevole risonanza, sostenne la necessità di u n'alleanza del mo vime nto ind ipendentista balcanico slavo con quello itaHano. L'obiettivo d i questi art imli e ra d i contrapporre una solu zione rivo luzionaria alle aspirazioni del Cavou r riguardo allo spostamento dell e front iere austriache nei Balcani, e, nello stesso tempo, di rafforzare i legami tra i mo vimen ti di liberazione nelle due penisole, superando la diffidenza diffusasi nei popoli balcanici in seguito alla partecipazione del Piemonte ad una guerra a favore dell'integrità dell 'impero ott omano. In quel periodo il partit o d'azio ne disponeva di nuclei presso le comunità ita lia ne di Costantinopoli, Sm irnc. S:llu nicco. Siros e Corfù ll7, C1pi dciI:! SC1.iOIlt: IOc"::llc di Corflì L'r :1I1Q I pmfu,,", hi POI,';qll:l lc Il In ,(/1(1 poli/lUI 11/ ( ,' r ,'( In セL@ ai qua li il Meoc.:lao, <;I uscppc O lillillo M:lttioli e 1:111ppo G ャ Gエ オ ᄋ ョZャ N IオL_ョャG M:I".7.ini in viI), il IO marzo lHSH, una cir('(lbre 、 ッカセ@ ョ。セi c ョセャZ セZエ@ le s ャ セ@ posizioni sul mov ime nto irr(.xlcntista dlc nÌ<.'O e nh.a(l! v:1 leslgenZ3 、 セ@ un .'1 l10 colk.1 pmcnt o coi democratici t.! uropci, in ー Z ャイエォ Go i セ ャイ ・@ 」\_ セ@ qucl ll Itu llani. Contcmporanea me nte (.,&Ii r;lo.:o manda va loro d I stabilire rapJl0rti uffici:lli con i partiti c le c tc ric palriottiche grechc'I9, ,;ti tlppelli per la rivoluz ione europea AII'a vvio della guerra del 1859, il Mazzini s i schierò contro. I'.a lleFra ncia e il Piemonte, in seguito, assunse una ーッウャ コ ャッョセ@ iャセ@ possihilista, proponendo di sv incolarsi daU'a.lleanza f イ。セ 」ウ・@ e di pOl'tarc a compimento le iniziative indipendenuste nell'Italia centraI!' c meridionale. Dopo iltranaIO di VilIafl"..lnca L'gli c bhe il sospetto che, lra la Fra n11.1 C 1:1 Russia, fosse stato stretto un accordo segreto, con l'eventua le p.ll'l l:cipazione anche dell'Austria, .in. vista della spartizione. 、」ャセ Gセ ュᆳ ,')Cro otlOl11ano e del comune dominiO ウ オ ャGeオイッセ。 N@ ln ・ ヲ・セエャ@ ョ ・ウ オセ@ Il'COrdo di questo tipo fu r<lggillnto, nonostante I sondaggi .f ra ncesl , 11I1I:!via l.. segretezza che copriva simili quest ioni trasform<? Il sHセウー・エᆳ Il) In cerleZI'. a· ed essa fu utilizzata per interpretare "\cUnI fatti che, Il loro volla セ・ ョ ョ・イッ@ conside rati come la prova dell'iniziale SOSpel11I11l. CosT il 'Mazzini, come mo lti altri rivoluzionari della sua ercx:<l, I H..'<.k lle c he i movimenti che si ebbero nel 1860 in Montenegro, In 144",nia, in Erzegovina e in Grecia fossero fomen tat i dalla Russia di ill I tll\lune in tesa con la Francia . Pe r ostacolare i disegn i della reazione, che avrebbero provocato, ult rc tulIO, anche l'accerchiamento dell'fratia, il Mazzin i prn:<;peIlÒ la ncccssit:l di promuovere una rivolta nel Veneto. F..ssa non SI s<uebbc limit ata a liberare la regione italiana, ma si sarebbe estesa anche alla j)I.'nlsola IXI1canic:l, aiutando i suoi popoli. 。、Nヲイセョ」 イ セ ゥ@ da lla d ipcnIkn1.!l russa e a rea lizza re le loro aspi razIo ni naZlonah col sostegno Il.,11'1 rivoluzio ne ita liana 122• In particolare, durame la d inarura di Garlh ;ldi nel Me ridione, il M:t zzi ni pensò che, se i volontari ウエ。ュセェゥ@ IIc il'IWli :1 dci sud avessero ma rciato sul Ve ne to, sarebbero riusciti a iセイ@ insorgere i Ba lc:tni, Allora . l'Europa sa re bbe rifalla da capo a IOl1do,.':6. Cert o in quel periodo c a nche dopo l'uni fi c<lzione del セ・イゥ、ェッョL@ Il M:lZl'ini fu mo lto più i11l lx :g nmo a riorga niZ7..are c ad セ Iヲi・セエ 。 セ ・@ iセ@ forze democrat iche in It:lli:t che non :1 preparare COSplf<lZIOnl nel Il,lka ni. Tu tt avl:1 lt..' pro:.pe tt ive ri vollizion:lric inl crml zionali appariVl1110 IlIdl:.rx: n,'1:lhlli :dl\ :c1uc:1ziollc ldcolog1cn 、 」 セ@ AQ Pカ ゥャセ ・ セQi PL@ セ jc イ@ c'v lt .lre 1\ rl'>\ hlo dI{' , ......;c). !li Il o pre:;c) dal prohlellli IIll c rlll, SI ャ Zエウcャ セ@ Iot' :Ir...c,chlrl' 11('1 セィ GャHサI@ 1'):1I·1:1I1Il'0I :1 n .· . 1'rllll a di Hセ ョゥ@ :1 11 m cosa, nOI セ ィ@ ,hl ,I, ulllf t l' nd l·tll Il II rl 1I vol li /InnI! ,'1111 Ip"',1", l'M " :.tl'i Vl'V:1 :11 l k:rl:ln i, IIn,,':1 lra la ,' Pr(mll I)luta aggiungendo che l'It:llia non poteva .. e manciparsi (uo rché emancipando,.12oI. ln una leltera, passata finora inosservata, che il Mazzini spedì nel 1861 ad Aurelio SaJfi, capo d ei democratici a Napoli, si delinea con chiarezza la vision e del movime nto per l'indipendenza italiana che (u alla base della sua azione di esule .. Le circostanze de l nostro paese sono eccezionali e tale dev'essere la ョ 」セ[エ イNZャ@ condotta. Il nostro è un popolo che nasce, ed è la cosa la più solenne, l'evemo il piO importante per l'Europa Noi siamo in rivoluzione Dobbiamo ime nderlo, e intendere che a ciascun di noi spetta una parte del dovere rivoluzionario. Ahbia. ma avU[o una iniziativa straniero-indigena, impcriale-monarchica: non po tevamo a meno e l'abbiamo subita. Dopo la pace di Villafranca, l'iniziativa passò al popolo, alla rivoluzione. Poi l'abbiamo abdicata nuovaュ・ョエセ@ D'allora in poi la (ormazione della Nazione s'è fermata H⦅Zク^ァ セ@ pecchiamo, se no n siamo pratici. I Francesi dell'89, che noi ci conte n° エゥ。ュセ@ di ammirare, come non fossimo eguali ad essi, (acevano altrimenti, e facendo altrimenti conquistavano unità nazionale e iniziativa in eオイッー。LNA セ L@ In vista, dunque, del proseguimento della rivoluzione e della rottu":d con la legalità, il Mazzini sollecita va i suoi seguaci a prepar'dre una ヲQカッャセ@ n.el Veneto, a trasformare i comitati in gruppi partitici d 'a zione, capaCI di ャッエセイ・@ non solo per ャ G ゥョ、ー・ ・ョセ@ nazionale ma anche per la democrazia, a concentrare gli sforzi nella creazione di corpi di volontari a livello nazionale e a presentare un ultimatum al parlamento e al governo, per indurii a sostenere (."Cn le armi la rivolta nel Veneto, In caso di rifiuto, i deputati democratici avrebbero d ovuto abbandona re il parlamento e decidere la continuazione della gue rrd indipend entemente dal governo. Queste sollecitazioni che equivalevano alla セイ_cャ。ュコゥッョ・@ di una rivoluzione, (urano respime dai capi democratiCI, セーイ、エオLuo@ da Francesco cイゥウーセ@ che aveva già intrapreso i primi paSSI sulla vIa del compromesso con la monarchiaL26. Contemporaneamente il Mazzjni si rivolse a Garibaldi, per dissuaderlo dal preparare una spedizione nei Balcani, ch e egli riteneva non solo perico losa e destinata all'insuccesso, ma anche JX>fenzialme nte vamaggiosa per le aspirazio nj di Napoleone lU, lo ro comune nemico, in Ungheria e in Italia lo particolare il Mazzini considerava pernicioso l'allontanamento di Garibaldi e dei suoi volontari dal terreno di lo tta italiano, e gravido di consegu enze che avrebbero potuto pesare sull'integrità ste'iSa del Paese L27 , Ciò che egli più si augurava nel 1860-62, era che j Balcani si ribellassero senza che i democratici italiani vi avessero contribuito con le loro forze, perahro scarse. Le rivolte li avrebbero aiutati a superare jJ ,ristagno セ@ a ripre ndere l'iniziativa rivoluzionaria. Pe raltro egli no n dIsponeva IO quei paesi di un 'ad eguata inrJue m'.a , n(: POlCV:I avvale rsi di vecchi profughi, suo i sc.."guaci, per :lvvi:lrvi al !tuo modo un nllovo ciclo di cosp ira :-.io ni, L:l 1l1:ll:lBio r IXlr", , Id ーャG ッ ヲ|ャセィG L@ lnfnnl, L '/lIlUII (I III :.lUI litJUlICII I" (,'re 1(, l' mno to rn:ui in ltalia lM, Tro vò (.'Omunq uc, nel dicem bre del 1861, un 1t1l!!:1I0 Inaspen:Ho in Miehail Bakunin. Il ri voluziOl1luio russo, fuggito Il.llla Sibcrb e arrivato in Europ:. in ci rcosta nze avventurose, l i l'pena M'PI)C della progett ata spt,"<lizio ne di Ga ribaldi, mostrò intert.."SSC per l'OrManizzazione di una ri voluzio ne d ei popo li slavi, incluso quello I u セ@ (.'Ontro lo zar, l'imper:.llore d i Vienna e il sultano, A tal proposito Il It lkunin lanciò un appello ..ai Russi, Polacchi ed altri amici slavi,., lIul giornale .. Ko lokol,. che il suo compatriota Aleksandr Herzen pul>hllc!tva a LondraL2'), lo esso sosteneva che i popoli slavi, una volta Iibe'ltll, :Ivrebbe ro dato vita ad una grdnde confederazione di Slavi, Un' Mhcn:si, Rumeni e Greci, con Costantinopoli come capitale. L'impeMilO del Ilakunin al programma della liberazione nazionale degli Slavi IMIIl fu , tuttavia, di lunga durata; ・ァャセ@ infatti, si occupò principalmente Lk'lmovimento anarchico russo e internaoonale, fino ad ave re nel 1864 uno SCOntro violentissimo col Mazzinioo. I.N (111"0 voci della sinistra sinistra italiana era C:l ra tlerizzat'a da una p ludi posizioni Uno de i suoi capi erd Carlo Cattaneo ch e, pur troセャiQッウゥ@ in dissacordo con lui, divideva col Mazzini l'influenza sugli InIIM!!nt! democratici dell'Italia settentrio nale, Il Cattaneo te ndeva ad u,ll'ntarc tali ambienti verso la scelta d elle riforme interne, "L'unit<'l BG B セ@ ..I la libe rtà è un gran C'drcere,., egli sottolineava, sintetizzando la "IliI posizio ne politica... Non tocca a noi di sostenerla Noi dobbiamo pt'f\1j;(( .' solame nte e puramente alla libertb LJ1 • AI p.l ri del Mazzini, il Cattaneo era contrario alla spedizione balca' nk.1I proposta da Gariba ldi. Vedeva però con favore l'eventualità di unII rivoluzio ne nei Balcani, con gli Italian i in veste di consulenti mllll:lrl • con la pan ecipazione di quei compatrioti che già si trovastillllX>Sto, Tale rivoluzione avrebbe dovuto portare alla nascita di uu'lrllln cnS:1 conredera zione dalle Alpi fino all'Egeo, mode llata su que'lI.1 l'IV iz7.em!J2, Dci resto, il Cattaneo si interessava sopranuno di d() dlc S:lrcbbe accaduto dopo la rivoluzio ne. Secondo la sua visiorw• •1,1 IIbert:) è b uo na an che ne l minimo spazio. Data la libertà di lUtti, III S::lIll-(uinosa questio ne delle rrontiere svanisce, perché i paesi iQエョャヲIカセ、@ si lasciano far CI:I sé,.w, t-MU.o CATIANEO, La ヲャiセ@ "'I! I .. . . N("II"CO t)()MRN ICO CUI!MM/l.ZZl. Sulla questione della ri voluzione h"l. ,111 1(.1, opposta , sia :t quell:1 del Mazzini che 3 quella del Cattaneo, fii l,I Il',;1 di Francesco Do menico Guc rr:lzzi, C'dpo d ei democratici di Bィャ G B OH G L i セ イ@ Il (Ilm lc la ri voluzio ne politic.I d o veva es;ere il preludio IlIlIudl,l "od rll N l セ L@ 11 dl'lllocnnko tOS(.::1I10 pro pl'g na va la libcmzio ne 1llo'lllll/lnnurl,1 ,II Vene/ In, rlle nt'v" ch!! 1'II :tll:I fosse cleslÌn:lla セ i@ porsi 111111 lt'nlU dCih_ rlvoln:flfJl1t,' ('\lffll'l';Il' chi Icvrl a Gariba ldi di j.\lIid:l- 1'1'/1/111 IXI,.I .. re lIna s)X.-'C lizio ne in G n..'ci:l. pc r caccbr via O no nc c a prire 1:1strada :1113 ri voluzio ne balca nicI, libe r::lndo ln da lle «intriganli " 1r'..Ippo le rranco-russel.H. I.A SINIS'ffiA PARLAMENTAIH!. LI solidaric tà nei conrro nti dei popoli oppressi e la visione di un'Europa rinnovata e democratica raceva parte del bagaglio ideologico del movimento democ ralico. Nella politica quotidiana dominavano, tuttavia, i problemi pressanti della società italiana. I quali non solo tendevano ad allontanare la sinistra dalle sue visioni internazionaliste e dai suoi leader tradizionali, ma la conducevano anche ad una dirrerenziazione inlerna Francesco Crispi e i de mocratici del Sud. esprimendo sempre più gli interessi della classe bo rghese siciliana c dell'Italia me ridionale, erano indotti con sempre maggio r frequenza a scendere a patti con la mo narchia, tant'è vero che finirono co l divenire i tutori dell'ordine e della legge. Al cont'rario Agostino Benani e i dc mocratid del Settentrione, per le loro iStanzc di caranere sociale, Costituirono l'ala radicale della sinistra. Il Crispi conosceva abbastanza bene le faccende greche. Aveva visitato Atene, nell'ottobre del 1859, e vi aveva inco ntrato il suo vecchio amko Andreas Rigòpulos e lo studente Dimo..'ìthènis Spanò pulos, che CHI stato seguace del Mazzini negli anni universitari a Pisa. Già noto nella <:apitale, fu anche invitato a tenere un discorso in una riunione straord inaria dci ...aul:> d i riforma politica,., dove ripetè le tesi mazziper la creazione di niane circa l'alleanza e l'azione comune dei ーッャセ@ uno stato greco-,dhanese e di una confcdel"dzionc balcanicaJJ6. Negli anni 1861-62, tuttavia, il Crispi si discostò dal suo vecchio _ ca po. Infatti, ormai egli era soprattutto interessato al consolidamento dello stato net Meridione, e si opponeva a qualsiasi tentativo rivoluzio nario nel Tirolo, a Venezia o a Roma tH. Riconosceva che i Balcani potevano offrire i mezzi c le occasioni per superare gli ostacoli che si opponevano aLl'unifiC'.dzione italiana, ma preferiva i vantaggi ind ireui ad un diretto coinvolgimentoU8. In un quadro più vasto, nel quale racevano la loro prima comparS<I, aCC'dnlO alla solidarie tà rivo luzionaria, le mire espansionistiche, il quotidiano del Bertani, I«U nità Italiana,., ponendo la questione dell'aiuto all'Oriente, la collegò al destino degli Italiani a dominare su tullo il bacino del Mediterraneo, così come era avvenul o ai loro progenitori, nell'antichinl e ne l medioevo. Nel loro processo di emancipazione, i popoli dell'impero ottomano stxIgliavano continuando a cercare l'appoggio della Russia a Ulocratica o della fran cb monarchica. In realtà, l'unica forza liberale che avrebbe potut o aiutarli in modo disinteressato, era l'Italia. Tale aiuto, prestnlo quale contribul O a lla questio ne unive rsa le de lla li be rl ,l , .avre bl:x: 11':1 l'altro :lssicur:IlO ad eSSiI l'egemonia polilic.:a ne ll'arca e, d i Ct)n"-}l lll'Il I.,I. l'l.',>!lxlll."io nc n:lvale, colllmcrci:tle c n n:lIlzb ria nei me rc lli dI" p.I\''11 IIbcr:ll i. ,. 1, 'Itfl1lti (j /ti S,lfl poilt/Cl i /11 G"l.'Citl Con qUt.'Stc Z ャイ ァッ ュ 」 ャQ。 セゥッ ョ ゥ@ il J..:io rnalc dcll3enani rispondc v:1agli Itmhlc nti moder:ui di Mi1:1Il0, in IXlrlicol:lre a l lo ro quo lidia no . La l'I 'rscvc r::tnl:IJ>, i quali SOSlc nc v:1Il0 che l'Italia a vre bbe dovuto curali' In O rie nle solo i pro pri im e ressi (."Cono mici. A, Be rl :lIli rite neva, an zi, che il prevalere dei mode rai i fosse di 0"11111.':0 10 alla ー・ョ ・ エイ。セゥ ッ ョ 」@ po lilica e, di conseguenza, economica llc.·II'lt :llia. Egli scrive va che, se Garibaldi non avesse consegnato nel IHOO Il polere ai moderati, lutti j popoli allora sottomcssi avrebbero ャイ セャi エ o@ Il suo esempio. Comunque non tutto era perduto. Avviando,.111 libe rare Ro ma e Ve nezia, l'Italia poteva rappresentare di nuovo IIn esempio da seguire e recuperare, per questa via, la sua influenza. Ci(" romJX>rta va, tuttavia, il cambiamento della poliLica dei moderati, Ilvvc ro il lo ro allontaname nlo dal governo del paeseoo. Allo Slesso tempo, 1'«Unità Ilaliana .. giudicava severamente le IIIII.·'lloni elleniche: .. Le popolazioni greche oppresse dai Turchi fanliti de lle scorrerie, rubano armenti, incendiano case e uccidono di hllllf'l In tanlo qualche musulmano, ma dal 1830 in poi non hanno Inl ,ll'nat o le loro aspirazioni nazionali in una opposizione sis(emati"', In una serie non interrotta di tentativi insurre ziona li il di cui "rido uniforme sia "Grecia" come "Italia" lo fu per i nostri,.'-40. E, commt'nwndo le trattative di Otlone con la monarchia italiana, lo stesso .'uma le sotloli neava come i Greci fossero sempre alla ricerca delQ B jャimセゥッ@ straniero, anche se .. l'iniziativa stmniera è la negazione ・N G セ i N@ " ..II'lndipendenza ョ。コゥッャ Il Ik:rtlllli e ra dell'avviso c he Garibaldi dovesse orientare i suoi aflllli alla liberazione di Ro ma, in mooo che l'Italia potesse sourarsi ッ ャゥッ@ della Francia. Era invece contrario ad analoghi tentativi III セ」IャQイ Il' I Veneto o nei Balcani, non solo perché essi avrebbero diviso le IIN/C democratiche, ma anche perché avrebbero provocato nuovi Il\I l'l ven ti di Napoleone 1II ne lle queslioni interne del Paese ,4l • Do po il 1866 il Bertani d ivenne uno dei principali organizzatori d('1 l1lov ime nto filellenico in Italia, che trovò セQN・ァョッ@ nelle forze ,1r1l,1 Nlnislra. Le sue posizio ni nel 1862, come quelle di altri capi del "I"vlrnc nlo de mocratico italiano, esprimono una fase di transizione Biセ@ tolori:1cleI!;1 solidarie tà interna7jona!is(a All'inizio, prima dell'unirk ,u ](",c. si giudicò la ri voluzione ilaliana come strettamente conャG Gセ i@ n quella halcanic.l, cioè come parte di un unico processo. V""''1tr1 pOsizione ru soprattutlo ciel Ma7..zini, ma anche di Garibaldi. Ilhl tMdl, li uniric:l1.io ne avve nuta, la solidarietà divenne una forma III {Unll'sln lonc poliliC:l c socble, in cui si esprimevano gli ideali nei 11111111 CI',I セ wi Z i@ (...du<::tl:t lIr, 'int c r:1 generazione. Fu questo il caso di I t ,!tU I' dtc p:II'teclpa ron come vo lontari alla rivo luzione cretese del IHfMI (I?, ,111.1j.(tle rr:1 fr:lIloo-pl'usslan:1c セ エャZ@ Comune di Parigi del 1870I l, t ... 1 セ ゥャ ャ ィ 」@ .111,1 AlIcrrn /o(rl.'(.'O tu r .1 dci 1879. La trasform:t 1.ione, lulセ ゥ コ ゥ ッ ョ ・ L@ hlYIII. no n "I v(,,.lfkò In 1l ltlll lcr:t IIl\c:lr -; c il Ix'rif.Xlo di エイ。ョ wl pllli li u,,"1 .(.... ), 111111 Il'/0(1 .. 111 1111 uniCO l"dl rl:l.1)), li lla I :IrI C de lla "I Prima parta sinistra passò, in fa lti, dal nazio nalismo ec um e nico dc i M:lzzini all'imperia lismo. Fu questo il caso del Crispi e de i s uo i colleghi nei go verni della sinistra dopo il 1876. 111 " ciclo della collaoo raziolle ba/call ica II mrallere della solidarietà internazionale In .seguito alla sconfitta delle rivoluzio ni del 1848, con la ne utralku.azio ne de ll'iniziativa popolare e la sua sostituzio ne con quella " Iale, nei processi di liberazio ne nazio nale, anche i legami ime rnaIklnalll r.1 j movime nti rivoluzio nari persero man mano il caraue re di un impegno comune per il sovvertimento dell'o rdine im posto d "f.uro pa do po il 1815. Non solo i capi di governo, ma anche i leader rtvuluzio nari, col consolidarsi de ll'indipendenza della lo ro nazio ne, wmprc più lesero a inquadrare tali legami ne ll'oltica dell'interesse ...... le. Il tric nnio 1859-1% 2, da questo punto di vista, rappresentò un ,."Iodo di passaggio. I legami internazionali e lo spirito di solidariefA C"r:.no :ancora vivi, ma venivano utilizzati, più o me no cansapevohn 0'1IC, quali mezzi di pressione per il rafforzamento dei proc'eSSi dt llber:lzio ne e di unificazio ne di ciascun paeseJe . 1'lI lc commistio ne di idealità e opportunismo no n fu , tutta via, il . .no distintivo di colo ro che aveva no già realizzato un'entità naUOfUllc. ma Clratle rizzò anche tuni quei rivoluzio nari che, vagabdn. nclo per l'Europa in cond izio ni di miseria, perseguiva no il miragpl "U una rivo luzio ne im possibile a ll'indo mani del 1848. Essi, col セ イ 」Z@ ck.S ' Ii :mni, cercarono disperatame nte di aggrapparsi o ra a N_I)uleonc III om al Mazzini, usandoli non solo per rla(:cendere i rOt:0131 spent i delle ri volte, ma anche per salvaguardare la loro innu M .n he In pat ria Stava esa urendosi, per giustificare le loro scelte • i loro ,0,;1 rlfi ei. o :lIlchc pe r recuperare un ruolo dig nitoso nel pa' .., t hl' Il a veva accolti. Ad:lln ,za rt o ryskt. L.1jos Kossuth , Mich:lil B:l kunin sono rorse i piO no ti rra (Iuesil rivo llll.lo n:lri romantici: (Iietro lo ro ve ne e rano, ""lIntl.l, mo ll i nhrl me no no ti o |ャ、ゥ イゥエャ イ セ Q@ ftno n imi, l::SSi da uno IIInll \' 'Ml ment o dd l'l(uro pa no n llvr 'blx:ro pe rso he il luogo de l "'tl l) ・セ ャi { ッ h |@ t'rl",,, pllrw I X イオ セ ー ゥ L@ di. c.suli pil) ッ イ ァ 。セ ゥ コWN 。 ャゥ@ ed all ivi e rano que ll i po lacchi e ung heresi. Lo ngme slava dL"'gh uni e l'esigenza dt..'g li altri di collaborare con l'ele mento slavo ne mico, li trasformò in medialo ri tra i movimenti rivoluzionari dell'Europa occidentale, orientale e ュ ・ イゥ、 ゥ ッョ。 ャ ・ ャ セN@ . : ale 」ッ ャ 。セ イ。コゥ ッ ョ ・L@ che era iniziata all'indomani del cong resso eli Vlenna e SI ウ ー・ァョ ・ イ セ@ a poco a p<x:o verso la fi ne del secolo fu animata da un g rande ideale, ne l quale conflui vano e si ヲ ッ ョ、 ・カセ ョ ッ@ aspirazioni e ve lleità nazionali, tradizio ni ecumenich e e slanci umaョゥセイ L@ r:na, セ ーイ 。 エオョ ッN@ pre ndeva corpo la consapevolezza che i p0poli o nentah do vessero determinare da soli il lo ro futuro e la lo ro sto ria. In altri te nnini, il miraggio era la creazio ne di una g rande confederazio ne di nazio ni libere. «La confederazio ne, -scrive va il Kossuth,- セ@ l'ideale della libertà e della nazionalità. Con qualsiasi a ltro indirizzo politico i piccoli e medi s {。セゥ N@ dell'Europa nordo rientale rimarre bbero continuamen te ァゥッ」。 { セ@ [o h lO ュ 。 セ ッ@ delle ァイ。セ、ゥ@ ーッ セ・ョ コ・N@ Viceversa con i nostri ideali p0tre bbero diventare essi stessI una g ra nde potenza invinc ibile, e ne l contempo ciascuno d i essi diventerebbe una potenza auto no ma libera, indipende me e nazio nale:.1..s. Si trana va di un'idea la cui ヲ ッセコ。@ ha superato l'epoca delle nazionalità e l'a mbito specifico ne l quale nacque, per acquisire , nci primi decenni del nostro secolo un carato te re essenzia lmente antimperialista e socialista l47. ' L'ldea jederalista . セ G・ウ ー・セゥ ・ ョコ。@ 、・ セ@ 1848 aveva creato la convinzione che i processi di hberazlo ne naZIo nale ne ll'Euro pa centro rien tale e meridionale avrebbero potuto realizzarsi solo COn lo smantella me nto di tutti e エセ ・@ gli imperi: セ オ ウ エイセ 」ッL@ otto mano e russo. D'altra parte, il problema セi@ quale organismo SI sarebbe sostituito ad essi no n rig uardava esclusivamente le ーZ セ ー・エゥカ ・@ ーッ ャセエ ゥ」 ィ ・@ de l futuro, ma anche la strategia e le alleanze dI ctascun movimento nazio nale. La solidarietà che si stabili tra l'Austria e la Russia per la repressio ne delle ri volte polacca ed オョァセ・イ セ@ e la collaborazione tra l'Austria e la Turchia per la ne utraltzzaZione de lle aspirazio ni serbe e rume ne, evide nziarono la necessità di una collaborazio ne fra tutti i popoli che risiedevano nell'area compresa tra il Baltico, i Da rdanelli, l'Adriatico e l'Egeo. In quell'area, però, i co nfini etnia rarame nte coincide va no con que lli storicl Accanto a g randi regioni a popolazione mista esistevano nazioni in posizione di privilegio ed altre che no n 。 カ ・カセョ ッ@ nean」セ・@ i イ セ オゥ ウ ゥエ@ minim i per aspirare ad un'esiste nza indi pendente. Lespene nza 、 セ Q@ セ sZTセ@ tx;>teva insegna re qualcosa anc he a questo p roJ>?Slto. sセ@ I dmttl d i un popolo e rano stati sacrificati a vantaggio dI un altro e I contrdSli tra nazio nali tà dive rse avcv;lIlo dClc rmina to la sconfi tta de lle rispelli ve ri voluzio nI. Era IndllllX!uloIa bllc, q ui ndi, individuare un 'org:lIlb....azio nc 51:lt:lle adeguata, in grado di garanti re t lnd lpc ndcm":l di tutt I, d i s:il vaguard:lrc cosi le singolc L'Sige nzc na" ..n:11I comc la slcurezl.a comune. Il proble ma no n rig uardava sollimo I popo li di rctl<lme nte inte R'Ssati, ma tulla l'Euro pa e in pa rtin)lure le d ue gf'J.nd i potenze, l'Ing hilte rra e la Franaa, che apparivano (:o me le pOle nziali alleate de i popoli oppressi. Poiché l'Austria e la , 'urchi:1e mno considerate d ue barriere indispensabili nei confronti dtlln Russia, occorreva garantire che le nazioni liberate avre bbero npprescntato un ostacolo altretta nto valido alla sua espansio ne, a dlrt'S:l della pace e della civi ltà e uropea. I.u soluzio ne di tutti q uesti problemi ef".1 l'opzione federalista 1./\ (X)N f'f!])P.:RAZIONE Dm. DANUBIO. L'idea di un'organizzazio ne fede- nlc dc i popoli dell'Euro pa centrorientale era a rcolata, ne lla le tte raIUt'lI poliliC'.J, fin clall'epoca di Napoleone l, ma con limitata risonan. . Ne l 1848-49 fu avviato un dibanito più concreto. tra gli UnghereIl e I Rumen i, sulla possibile creazio ne di una federa zio ne de lle M&k>ni 、。ョ オ 「ゥ。ョ ・ ャ セ N@ Dopo la sconfitta deUa rivoluzione, tale prospetIIVI, a nche se priva di ogni ーッウ ゥ「ャ エセ@ di realizzazione immediata, 'tIIIdc luogo a lung he discussio ni tra gli esuli IIIe'Jde r ung herese Lajos Kossuth, esule in Turchia tra il 1850 e il propose eli porre la futura federazione sotto la sovranità no midel sultano. Q uesta soluzione, che comportava la conservazione エ セ Z[i セ セ セ@ o Uo mano e lo svincolamento tra le rivoluzio ni de i popoli I . e di que lli danubiani, provocò forti reazioni fra i suoi comfIIrtot l e gli a ltri leade r politia in esilio. Alla vigilia della gue rra di Qilneu, avendo il Kos..o;uth abbandonato le sue posizioni ftIoturche e rlftunaato all'idea ambiziosa eli una supremazia unghe rese, i leader INAiarl e rume ni conve nne ro su un progeuo di «Stati Confederali Danub':lOi•. La confederazione avre bbe incluso i territori dell'Voghefii Ilorl a, della Molda via, della Valacchia, della Bucovina e della Serbia . Ivrebbe compreso tre stati federali: l'ungherese, il serbo e il rumeno, &'Un HOverno comune, parlame nto unitario e capitale alternata. Tuua"- l'l.osito della guerra di Crimea, l'unificazione di fatto dei principati . nuhlani e la ma ncanza di prospetti ve rivoluzionarie in Unghe ria lnIRBi;trono la prosecuzione delle trattative. La qucstio ne to rnò di attualità aUa vigilia de lla g uerra del 1859, ,., Inlzluliva del comando ung herese in esilio e con l'incoraggiame nto Iklln l'nancia e de ll'lLalia. I)iù d i lutti, gli Ung he resi e rano inte res. Il a ll'lIdeslo ne dci Serbi e dei Moldavo-Valacchi ad un progetto di C!On(('(lcrJ.z.io ne che f..<:esse superare ogni diffide nza e riserva ne i loro :onrro nti c re ndesse, pertant o, possibile un'alleanza a sostegno dlllu rlvo lw ung he rese. I lo ro le ntativi prosegui rono anche dopo la .ucrm, 11m !m.'o ntnlro no l'i ndlffe re m'': l c il ri fi uto dei d ue ーイゥ ョ」ゥ ー 。 { セ@ chtl vt. <le v!100 d hnl null , le POS51hil il :'l di un ooslegno franco-italia no セ@ iii un l!1I(', 'CN,'iO Iella rl v Iln unHhercsc. Prl,,1fj /Xl rlO Do po una serie di trattative prOtra ll esi per tre :lI1n l, Il coma ndo unghe rese in esilio, nella primavera del 1862, riusd a pubblicare un progetto che sembrava appian are tutte le di vergenzel #. Secondo ta le progetto, la confederazione a vre bbe compreso l'Ungheria, la Croazia la Ro ma nia, la Serbia ed evemualme nte la Transil vania. Ogni ウエ。 エ セ@ a vre bbe av uto un'amministrazio ne, un parlamento e una legislazione a uto no ma li parlame nto confederale e il governo avre bbero li· mitaro le loro compete nze a Ua politica csrera, aUa difesa, ai proble mi commerciali e mo netari; sare bbero stati garantiti i dirirti delle minoranze; la sede de lla confederazio ne si sarebbe alternata tra le tre o quattro capitali e, fallO pii) importante, ogni stato si riservava il diritlO di uscire dalla <.:o nfederazione. n progetto, tunavia, presentava alcune contraddizioni, in particolare q uella fra il regime monarchico-costituzio nale, che il Kossuth rite neva inclispensabiJe per l'Ungheria, e l'organizzazio ne confederale. Le principali difficoltà, a parle lo scarso interesse dimostrato dalla Serbia e dai Principati, nacquero dalla freddezza con cui il progetto fu accolto all'imerno de lla stessa Unghe ria Dopo le riforme del 1860 che pone vano di nuo vo il paese in una posizione di privilegio ョ ・ ャ G。 セ「ゥエ ッ@ dell'Impero, i politici ungheresi si erano orientati verso Ona JX>Htica di compromessi e di graduale conquista dì diritti Di conseguenza, diffidavano delle proposte federative, sia perché temevano un'eversione 」 イオ ・ セエ 。L@ sia ー・ イ 」 ィ セ@ rite ne vano che, all'interno di un o rganismo a maggio ranza slava, la posizio ne del loro pae>e sarebbe risultata indebolita. Allo stesso te mpo, le altre popolazjoni slave dell'Austria chiedevano gara07J e per la lo ro auto no mia nazio nale, che sembrava tute lata pill ne l quadro dell'equilibrio interno assicurato dagli Asburgo, che ne ll'igno to futuro di una rivoluzione egemonizzata daU'Ung he ria lSO• I.ACONFEDERAZIONE BALCANICA. L'idea di una confederazio ne balcanica che si affermò into rno alla metà de l secolo, col concributo teorico de i rivoluzionari italiani e polacchi, traeva o rigine dall'area slava meridionale. G ià nel 1844 Uija Garasanin aveva soste nuto il prin· cipio de . i Balcani ai popoli balcanici»15I. . Nel 1860 un altro uo mo politico serbo, Mihajlo p ッ ャゥエ ᄋ d・ウ。 ョ │ ゥ セ L@ rtte nendo che Il vero nodo della questione balcanica fosse il contrasto tra l'aspirazio ne dei popoli all'indipendenza e il disegno delle grandi potenze di appro fittare della dissoluzio ne de ll'impero o ttomano, fo rmulò un progetto di confederazione dei naturali eredi della Turchia europea. Della confede razione avrebbero fatto pa n e i C re」 セ@ i Rumeni e gli Slavi. I Serbi e i Bulgari avrebbero dato vita ad uno stalO federale con il Mo ntenegro, la Bosnia, l'Erzegovina, g ran parte 、・ャ G ai セ 。 ョ ゥ 。@ e la Macedonia fino al golfo di Salo nicco. Costantinopoli e Salo mcco sare bbero sta te dichiar-.He città Hbere e la co nfederazione, con capita le Prizren, sarebbe stata governata da un co nsiglio composlo dai rappresent ant i di Itill i /o!1i st:1t l me mbri. . In Serbi:1 soste nito re dc ll:1 feclef:l zlo llC crJ m Zャ エ ャセ Q@ Ilan, Il q uale ncll860 fo ndò una socic t:l segreta rivoluzio naria :Ivc lll e come obiet· II va una sp<.-'Ciizio ne contro i Tu rchi, s<.'condo i1l11odello gari baldino e con l'a ppoggio russo lSl. Secondo il suo proge lto, la futura confedertl7Jone balcanica do veva essere posta sotto la tutela russa. AI contra rio, il capo del pa rtito nazio na le de lla Vojvodina, vet07..a r Mile Lit, rite neva che la confederazio ne de i popoli balcanici I vrebbe dovuto svolgere il ruolo di baluardo ne i confro nti di quaJIlI8l Ingere nza stranie ra e, al tempo stesso, di garante no n allineato cieli:. sicurezza sia de lle potenze occide ntali sia de lla Russial'il. Ph) radicale era la posizio ne di Imbro Tkalat, secondo il quale l'Austria e la Turchia avre bbero dovuto essere sostituite da una c'u nfcderazione degli stati rumeno, u nghe rese e greco a cui si sarebbero uniti anche i Polacchi Essa a vre bbe fa tto parte, a sua volta, di una confederazione europealSol. Analoghe idee federative furono formulate da Vladiroir jovano vit , dal bulgaro Ljuben Karavelov e da allrl gio rnalisti e ーッャゥエ」 セN@ Q ueste idee no n assunsero la fo rma di pru8 rammi concreti e no n costituiro no oggetto di (rattative fino I n'estate de l 1862, quando furono discusse nel quadro dell'alleanza lft'CO-serbaISli. In ogni caso, la loro diffusio ne, insie me all'esempio . U'unificazione italiana, contribui alla presa di coscienza de lla neit;\ de ll'alleanza dci popoli balcanici contro la Turchia In Serbia il mo vimento de lla «Gio ventù Serba Unita_ che manteleVI rap porti col Mazzini, soste ne va che la questio ne d'Oriente Ivrebbe do vuto essere risolta con una sollevazio ne panbalcanica Oeorgi Ra ko vski ideò un . progeno per la liberazio ne della Bulga"., pre ndendo a modello la spedizio ne di Garibaldi in Sicilia; e i IUOI compatriotti Ljuben Karave lov e Chrisro Botev, innue nzati dalIWempio delle società segre te mazziniane, diedero vita ad o rganizIIdonl analoghe 1'57. GlI Ungheresi e la preparazione della spedizione nei Balcani In Italia gli esuli ung he resi costituivano il gruppo stranie ro più ftume roso e attivo. Dopo il 1859 sollecitarono con particolare insiIItnza sia il governo che Sii ambienti rivoluzionari, perché inte rven_m nelle questio ni orie ntali. I lo ro h:."ga mi co n l'Italia a ve vano avuto inizio nel 1848, quando Venezia Insorta, la Lombardia e il Pie mo nte avevano chiesto il loro I IUIO セ@ la lo ro collaborazio ne contro l'Austria. Dopo la sconfitta de lla rivo luzio ne, il co mando ri voluzio nario e una parte delle sue forze mllh llrl abb::llldo naro no il paese e si dispersero nell'Euro pa meridiont le c occJdcnwl', con l'Inte nzio ne di prepamre una nuo va rivolta w n 1'"luto l'hl de l go verni sl:1 dci J)l"lftltl rivolu zio narP". 111'/1//0 !)llr/{, . All 'ini zio 1:1 p:lrtC l'h) cO:-picU:1 di quesle for!.\.... con il loro c::lIX> 1":lfOS Kossuth, si spos tò in Tu rchia, dove mo lti :-i :lrIuo larono nell'esercito, auspicando una guerra russo-turca che :Ivrcbbe potuto cre'Me l'ocC'.tsione per la liberazione de ll'Ungheria lw. Qua ndo videro カ。セゥヲ」・@ le l.oro spera nze, per la neulralirà austriaC'A nella g uerra di Cnmea, I capi ungheresi si rivo lsero ai movimenti rivoluzionari europei chiedendo la loro collaborazione ma セ@ ne stacClrono nel 1858 quando capirono che sarebbe scoppi;ta una nUQv:1 guerra COnln; l'Austria, per avvicinarsi a Napoleone III e al Cavour. Nel marzo dci 1859 il Klapka, dopo essersi accordalo col Cavour, si recò a Bucarest per assicurarsi la collalx.>razione del Cuza; intanto il Kossuth inconエセjカ。@ a Londra il principe Mihailo di Serhia, che gli promise l'appogg io del suo pacse l6O• Ma le tratlative non si conclusero con un accordo. Il Cavour e Napoleone III, infatti, vedevano negli Ungheresi in rivolta solo una forza di complemento rispetto alle loro azioni milit:lri. AI contrario il Kossuth, che non intendeva rischiare un fallimento chiedeva un aiuto sostanziale ed effiC'Jce. Dopo la pace di vゥャ。ヲイョ」セL@ quindi, ogni trattativa venne inevitabilmente interrottat6l. Il 5 giugno 1859, du rante la guerra, si era formata a Genova la Commissione Nazionale Ungherese, cioè un governo in esilio composto da tre membri: il Kossuth, capo e coordinatore, Gyorgy Klapka, イセーッョウ。「ゥャ・@ milita re, e l1lsz16 Teleki, addetto ai rapporti (HplomatiCI. Questo governo in esi lio d isponeva in halia di una for7.a composta da un cospicuo numero di uomini polit ici ungheresi e di ex セゥャエ。L@ i. quali セ。ュ・ョカ ッ@ stretti rapporti con tutte le forze poliQ Q セ・@ Italiane, di una scuola militare con 70 ufficiali e di un (.'Orpo militare armato. L'l Legione Ungherese, che osci llava tra i 700 e i 2200 uomini, e ra costitu ita da militari esuli e da d isertori del 1859. Fondata nel maggio del 1859, combatté contro l'Austria e si sciolse alla fine dell'anno. I suoi uomini seguirono Garibaldi nel 1860, formando la 15ma divisione al comando di Stefano Tiirr. Nel 1861-62 essa fu anil banditismo in Italia meridio nale. la legione che .ad?perata セoiイッ@ costnu lva, OVViamente, la base d'appoggio più (orte per la Commissione Nazionale Ungherese nelle sue trattative con il governo italiano e fungeva da leva per il conseguimento dci suoi obiettivi nei Balcani e in Grecia l6l. Nell'autu nno del 1860 la questione ungherese tornò d i attualità a causa dei timori del Cavour, il quale riteneva che l'annessio ne dell'Ita lia meridionale e l'avvicinamento Ira Austria, Prussia e Rus.sia, avvenuto nel settembre dello stesso a n no a Varsavia, avrebbero セイッカocGjエ ッ@ un attacco austriaco. Il primo ministro italiano, dunque, si rivolse al comando ungherese chiedendogli di preparare una rivolta, nell'eventualità di un'offensiva austriaca. Gli promi.'!C aiuti in a rmi e l'in vio di un corpo di spedi1.io nc di 30-35.000 uomini , dl(" , muoven' do dalla jI。ャュ セ ャコゥ。 L@ si S:lre bbc dire tt o in n j ョ セ ャ ャG i L i L@ 111,1 Hl! QipHIセG@ di f '/I(l/ /Il Il /0 \"" IHl/llftll I" ( ,' /l'{/(I IIIJlll"'itcnderc la ri voll :1 nl' ll'ilnpcr001 I01l1;IIlO. I)c1 no n provocare la Il .I,iune de ll 'lnghilterr;\Ito\ Gli Ung he r(.")i acccl\,LfOllO l,I ーイ ッセ エ[i@ c ,1\'vL!rono, col Kbpk:l e il Ti.lrr. un nuovo cit!o di tr:lllative, :1 BuI ,lI l'')1 C a I3elgr.tdo. Anche; nuovi accordi, però. rimasero sulla carta. Il n.lvi che po rtavano le armi .. Galali fu rono sequestrate dalla flot!.I Inglese e Oltemana, il Cuza ca mbiò atteggiame nto.nei confronti dq.4 1i Ungheresi e il Mihailo venne meno al セオッ@ vecchiO ?ccordo col Q|セ GiZA ャiィ G VTN@ La ragio ne principale di tale fallimento va ricercata nel I.IHO che, sul finire del 1860, era venuto meno il pericolo di una N\Wrr:l, cosicché l'Italia pensò bene di ritirare l'aiuto promesso, men11t' 1,1 Francia si riavvicinò all'Austria inducendo ad una mossa ana1,,!-t,1 I ca pi della Serbia e dei Principati. lnoltre furono ゥョエイッ、セ・@ .in Atl'ltrla alcune riforme istituzio nali, che, soddisfacendo talune nchleセィGL@ finiro no per rafforza re Ferenc Dclk e il partito riforma to re IUlMherese J65• . . Il rafforzamento della corrente riformista rischiava di neutrahzI.lll' l'influenza del coma ndo in esilio. La Commissione Nazionale 111IJ.4h crese, di conseguenza, si trovò a dover ーイセョN、・@ オョ G ゥョセェ。エカ@ lI\101uzionaria, non soltanto per sostenere lo SplfltO IOsurrezlo?ale セ N@ TuttaVia ャセ@ ""I paese, ma anche per sopravvivere ーッQゥH」。ュ・ョエセ| .ldl'i'.io ne dell'Italia provocò, all'interno della CommiSSione, una cn_I (. Ile precipitò doIX> la morte del Teleki e la sua sosti[Uzione col MI'I\t.'rale Turr, aiutante di ca mpo del re d'Italia e capo di stato magMIIIIl' di Garibaldi nel 1860'67. Infatti mentre il Kossuth insisteva sulla {esi che, senza l'aiuto 1!c.Il.1 fイZjョ セ ゥ。@ o quello ufficiale dell'Italia, nella forma di un corpo di セ Q QエGャOッョ・@ in Ungheria, la rivolta non avrebbe dovut? ョ・ュセ@ 4\-I'rc inizio, il Klapka sosteneva che avrebbero dovUlo IIlsorge.re セィ@ ' 1lI)oIhercsi stessi, per constringere i due paesi amici ad intervemre lO 11I11l .liuto. Gariba ldi concordava con la posizione del Klapka e la l'I セQ|NGvZl@ come condizione per il suo intervento, mentre il primo IIIIII I..lro Ricasoli raccoma ndava di attendere circostanze più favore\'{ 1]11'111. Nel te ntativo di modificare l'orientamento dell'opinione pub' !tlh ,I iwli:lIla e del governo, il Kossuth fo ndò «L'AUea.n7.alO e sosten' III" in articoli a sua firma, che la sicurezza dello stato italiano sarehdi I" . 0\1,11:1 in pericolo fin ché perdurava l'occupazio ne 。オウエイゥセ@ VI'nc,i:I, che gli Ungheresi avrebbero finito col 」ッューイセ・エウャ@ セ@ MII /hburgo per il continuo rinvio della guerra, e che gli ltaham nl69 lo! IIl.l v:lno di perdere il lo ro :lppoggio . .. 1..1 cd ':)i dci comando rispecchia va la fraltura apenasi m tutta la I 1)lIIIlnll:'l ullgherct>C in esi lio. Con punti di vista ヲ ッ ョ、。ュ・セエャ@ IIjll)()'Itl .1 quelli (.Icl KO"..セ ャiエィ L@ セ ゥ@ e ra formata una corrente flloganbaldln.l, L セ v H G ャh ・@ tome po rt,l v{)("(,.' Fc rc nc-Aure lius Pulszki, il qua le affer111.1 \l,I ( hl' It' orj.(.1I1111.I/ioll l <.Id prol\ l};hi, ;,e :lve....'iCro conlinualo ad .IIh 'II{I(,I"t· Il MNッBGャセ i ャH I@ <id セHIカエGャBiQ@ fr,Ul(' '\t,.' \..' it .lli:1no, ... i t>:"l rcbbero t 1unl,11 Hl,lIt' .tll ,1 dl"llt.'r... llllll' " .tl f,11I11lll'1I 1O Al <:ollll.t rio dovevano I 'Iud lll aver fed e in Garibald i c negli clcmemi rivoluzionari, organizzare Unii spedizio ne in D:llmazia con la loro legi o ne e con 1':lppo rt o dei garibaldini e muovere da li verso l'Ungheria l7\). Le proposte del Pulszki trovarono calorosa accoglienza soprattutto fra gli uomini della legione, che non gradivano i compiti polizieschi loro affidati nel Meridione. fu cosi che, dal dibattito apertosi nella comunità degli esuli ungheresi, vennero fuori piano piano l'idea e il programma di una spedizione nei Balcani che avrebbe interessato anche la Grecia. Tramite il generale Nino Bixio fu sottoposto a Garibaldi un progena più preciso, formulato dall'esule democratico polacco generale Ludwik MieroslawskiI71• Esso prevedeva la costituzione di una legione di Polacchi, Ungheresi e altri profughi, che sarebbe sbarcata a Spizza, sulle coste del Montenegro. Quindi con l'aiuto dei Montenegrini la legione si sarebbe introdotta nella Erzegovina, per congiungersi coi rivoluzionari capitanati da Luka Vukalovit e passa re da lì in Ungheria, attraverso l'Erzegovina e la Croazial72• Col progetto del Mieroslawski si dichiarò d'accordo anche il Klapka, che propose la creazione di tre corpi di volontari: uno slavo con a capo il Mieroslawski, uno ungherese col TUrr o il Vetter e uno italiano con Garibaldi, che avrebbe avuto anche il comando generale. Egli stesso sarebbe entrato segretamente in Ungheria, attraverso i Principati, per prendere la direzione della rivoltaI?). Garibaldi, aH'inizio, accettò l'idea. Affidò al Mieroslawski il compito di formare una legione di stranieri e al Bixio e al Turr quello di raccogliere informazioni, collega ndosi con i rivoluzionari delle zone che la spedizione avrebbe dovuto attraversare l74 • Quando si trattò di passare ai preparativi, tuuavia, il Mieroslawski si ritirò. Da un lato fu il Turr ad accusarlo di essere una spia di Napoleone III e a dissuadere Garibaldi dall'affidargli il comando della spedizione, per non provocare fin dall'inizio l'opposizione dei RussP15; dall'alrro, però, lo stesso democratico polacco fu preso dal timore che la rivolta degli Slavi del sud avrebbe finito per accrescere il potere dei Russi sul suo paese176. Per il Turr e per i capi ungheresi a lui vicini lo spostamento delle azio nj rivoluzionarie dalla frontiera austro-ungarica verso sud presentava chiari vantaggi. Infatti, lo spirito rivoluzionario ungherese avrebbe potuto riaccendersi e svilupparsi col tempo, aprendo la possibilità di ulteriori azioni insurrezionali, mentre i corpi rivoluzionari si avvicinavano al Danubio tn • Inoltre, dopo la rinuncia della Serbia e dei Principati a sostenere gli Ungheresi, a questi non rimaneva che anendere. per un periooo non ben definilO, oppure avviare operazioni insurrezionali più a sud, sperando che la rivolta delle popolazioni balcaniche costringesse i due Principati a prendere parte attiva alla rivoluzione l78• Quanto alla monarchia italiana, sul cui sostegno il Turr continuava a contare, una spedizione nei Ba lca ni non avre bbe comporlato il pericolo di un :,.uo imml.'(lialO coin volgi' Ill/"l!lll in un.1 (! III 11m IXI/IIlul //1 (,' rI/tlfl j:l; llcrr.r <.:()l' l'All 'Mia, prlln n , Ile l,I rl volt a::.1 ヲ ッセ@ . . ,w l Ih lr 'rHemen te e;v il uppala 1"1V. Infine per Garib:ddi c i suoi f(.'(lcll, che ,',1110 dhpm ti ad :tppoggbrc I:t ri VOIt :1 ungherese, una missione sulI. ui Gゥ i セ@ dcll'Adri atico impl icava pericoli molt o più limitali che .una _pnll/ionc, Zャエイ。 カ」 セ s_@ il dZャiQlセ「ゥ _Z@ in tイZエョ ウ ゥQ カ ZャセLゥ。 L@ dove ,non ・siセエ@ pm..,ibilit:\ di ntlrata né dr dlsllnpegno. L'l. nvolta nel.1eイコ・ァ ッ セャo。@ lra il Monte negro e la Turch.a garantlvatll l, Infine, cond izio ni favorevoli allo sbarco e alla penetrazione del t III po di spedizio ne. Anche se tale progetto fu giudicato più tardi estremamente 。セᆳ , .ud.l! o e rischioso, la diffusione, sin dal 1848, delle idee democratt1 h,' Intorno alla necessità di una rivoluzione parallela, volta a liberali. It' lx>polazioni dei due imperi, aveva creato il terreno propizio al _III I .accoglimento. Le d ifficoltà che il Turr intrav.edeva, erano.esse.n,I.llmente due: l'opposizione dell'Inghilterra 180, e .1 fattO che glr .Italla1111' KH Ungheresi temevano gli uni e gli altri, appoggiando le .f1vo](e !t•• 11 ,miche, di favo rire la Russia, a scapito dei propri i.nteressl. セ@ ov\lll I t he alla prima difficoltà il TUrr non poteva trovare alcuna solu,111111' 1 suoi viaggi a Londra, con l'obiettivo di ゥョヲッイュ。セ・@ il ー 。セ・イ@ Il' 11\ t.' di ingraziarselo, non ebbero successo, e cosl i SUOI tentarivi. d.. .uulIlorbidire le ]X)sizioni amibritanniche dei suoi alleari balcantCl, III p,lnicolare dei radicali delle isole dello lonio l81. Quanto al timore ャエ G u G 」セーZエョ ウ ゥッョウュ ッ@ russo, il Turr era convinto che l'indipenden7? l,' I.. IIhc.'rt;l avrebbero sottrattO i Greci e gli Slavi all'influenza dello LI": l'I" <IUCSI O non esitò a suggerire l'utilizzo del clero ortodosso O d. 1M IUlld rltenuti filorussj161. . . '. . (.)uando il generale ungherese comma? セ@ preparare ャセ@ セー・、ャzQッᆳ III' halc:.tnica, teneva più fili nelle sue ma.m: .1 suo ruolo d •• spellore tlr'II,1 k'gione ungherese e i legami con la 」ッセエ・@ gli 。ウゥN」オイセョッ@ un fili Il' -.egulto tra i militari, mentre i rapJXlrtl con Gartbaldl, che lo .. セ N エ G vLQ@ Incaricato dei contatti nei Balcani, gli davano, oltre ad un granl!t' \)re:,tigio, il monopolio delle informazioni L83• nセュッウエョ・@ ャ G ッーセNウゥᆳ Illu\(,' dci democratici, egli poteva, infine, usufruire del rapporti セョᆳ Il In "/lonali e della cassa dei comitati per finanziare i suoi viaggi e I. 11l1".,lo ni dei suoi inviati in OrienlellW. , ,1/\0 I l" .. !.HO di conflittualit:\ IV Garibaldi e la sped,:zione nei Bellcc",i I personaggi del dramma Nel 1860, sono la spinta dell'entusiasmo suscitato dalle sue vittorie, G-.uibaldi credette che una ..terza ondata,. di guerre popolari, dopo la prima del 1848 e la seconda del ]859-1860, avrebbe inflitto il colpo definitivo ai governi assolutisti e atmalO la liberazione dei popoli europei 185• «La grande battaglia delle nazioni oppresse è vicina, -scriveva al Mieroslawski,- ma nessuno può predire con certezza quando com incerà. Dobbiamo essere sempre pronti,.. Nella p rospettiva d i tale conflagrazione generale, egli ribadiva al rivoluzionario polacco: «L'unité de l'Italie ne peut ètre accomplie que par l'épée et assurée que par le concours fraterna ] de tous le peuples, qui à l'égal de la セ←・ャゥ@ p:rémissem sous le ;oug de ]'Autriche,. lIl6. Analoghi messaggi inViava al vecchi volontari e ai comitati garibaldini, ai quali raccomandava di non sciogliersi e di tenersi all'cna, pronti alle im minenti lotte per la liberazione di Roma e di Venezia 187. Le speranze d i Garibaldi in una «terza ondata,. di guerre rivoluzionari,e coincida vano con .Ie aspirazioni di Vittorio Emanuele, il quale, nell autunno del 1860, SI! confermò che ben presto avrebbe avuto bi· sogno dei servigi suoi e dei suoi volontari Il generale, che considerava il re come il capo effettivo del movimento nazionale, g li promise che avrebbe appoggialO la soppressione del parlamento e l'instaurazione di una dittatura, la quale avrebbe portato avanti la lotta armata di liherazionellll. Vittorio Emanuele riteneva, infatti, che la guerra contro l'Austria dovesse essere l'esito di una lunga preparazione tesa a provocare, nei BaIC'"d.ni e in Ungheria, una rivolta capace di bloccare l'esercilo austriaco sul Danubio. Dello stesso avviso era certamente anche il Cavour, il quale, luttavia, non desiderava che la rivolta si estendesse ai Balcani e che l'Italia si compromettesse sostenendola L89. li progetto fantasioso del re, che usava le pro poste e i mezzi d e l governo ungherese allo scopo di indeboli re l'Austri:l C di rafforz.'1re le posizio ni it.aliane, pre vedeva c he il lll() vll1l 'n HJ di Ilbcra ....Io nc, '0 .vvlmo con l'invasio ne d cll'Epiro, :Ivrcbbc cim o luDjOto ad limi rivo lta セ イ。ャゥ コzZエ エZャ L@ con \'intervento d c i ,rcd degli Alba nesi. In appog' ,,1\) al rivo lu zio n:lfÌ. 、 セ i G eイコ│ァ ッカゥ ョ。 L@ ,il m ッセ エャAセL」ァイ セ@ 。セイ・「 ャ セ@ 。 ャ ャ。 」セ Lセ@ 。ャ la. 'l'urchia; la Serbw l avrebbe segUIto e, tnftne, 1.1 TlVOIUZlone SI sa Irllhe estes.'1 all'U nghe ria. &Irebbe 51:110 que llo il momentO più 。、エ セ@ hl perché l'esercito rego lare italiano invadesse il Veneto, mentre corpI l90 ,U volo nlari avrebbero effettuala sbarchi sulle coste dalmate . Tramite Urbano Rauazzi Vitto rio Emanuele Il comunicò le proplie Intenzioni a Napoleone 'm , nell'ottobre del 1861, 」ィNゥ・、セッァャ@ di 1..,ItOSCfÌvere una comune dichiarazione di alleanza d,fenslva e offt'ntll v3 conlro l'Austria. L'imperatore, però, gli fece sapere che un _Imllc progetto non aveva speranze di successo e che egli stesso non t1')\c va fare a meno ..d'ètre prudent,.. In quel periodo, d'altronde, la Ifr.ancia non solo non aveva motivi per attaccare l'Austria, ma cercaVII :,tIlzi un avvicinamento ad essa. Nonostante le illusioni italiane, l'opposizio ne francese rimase, quindi, immutata. Nella. pr.imavera セ・ャ@ llttJ2, in forma ancor più categorica, Napoleone III dlchllUò al pnnョセ・ウゥ¢@ ー・セ@ ャGiA。N ャ ャセ@ Ipc Eugenio di Carignan? che era di ・ウエセュ。@ Impedire e reprimere efficacemente .ogm エ・ョセオカッ@ Ganbaldl .. Villorio Emanuele, tu ttavia, non era disposto a nnunCIare al propno ーョセcho L@ molto più che intendeva utilizZ:tre la spedizione garibaldina ャセ@ aru.:he ai fini della sua politica interna. Infatti, volendo ーイ・ョ、セ@ dP,lo&llZe dal governo Ricasoli, che rivendicava la sua autonOmia n.el t'Ol\fronti della corte, il re doveva avvicinarsi alla sinistra. TuttaVIa, diffidando della corte e del suo favorito Rattazzi, questa si sarebbe drtls.'1 ad appoggiare il re solo grazie alla mediazio,:e 、セ@ セ。イゥ「ャ、 [@ il ",I!l IC, :1sua volta, per 、・」ゥセイウ@ in tal セョs_@ e セイ@ ァャuウオヲ」。イセ@ iセ@ セオ@ 1II"t'lto, doveva garantirsi l'aiuto del re !Il vista 、セ@ una. nuo:,a Aiャセz 。エ ャZ@ ". rivo luzionaria. Infine, con l'allontanamento di Ganbaldl e del SUOI M'1lLl:tci dall 'Italia, si sarebbe neutralizzata l'opposizione della sinistra LiRa le questioni nazionalp92. . ' Quan to a Garibaldi, me ntre sosteneva la solUZione r。エ[Nセコャ L@ non Iveva chiarito le sue intenzioni circa l'obienivo della prossima spedi1lo ne nonOSlanle le numerose pressioni, gli appelli e le p romesse che Hl! gi ungevano da quasi tutte le forze politiche. m・ョエイセ@ il re e la Commi ssio ne Nazionale Ungherese lo invitavano a gUidare una mll(,>llonc nei Balcani, il governo Ricasoli, sollecitato dalla diplomazia Qiセャ」ウ・ L@ cercava di 、ゥウオ。・ イャ ッ GセN@ ,iuseppe Mazzini e i leader democratici 」ィゥセ・カ。ッ@ .l'affossanlellt O del progetti ba lcanici, poiché intu ivano le IIlteI\Z100l d.el. re e 'C'III 'va n l'allont:\ namcnto di Ga ribaldi e la spaccatura della SInistra. Il m セ ャ エz ィ LQ@ c lldegglava l'in vasio ne del Veneto, dove si dava da fare l...... r pl'cp:lr:lre una ri voll:l, Il Bellnzi riteneva che Garibaldi. 、ッカセ@ Mlt)(;,II'C un T\lo lo di primo pi:m n ,Ila I tla politìC<\, mentre Il b・セエュ@ I hl{'dt'V'1 diI! Il l'arl:1I11 '111 0 1 nOlll lnn"lSc govern:l! o re d el Mendlo,II', (·un P' IICri セ エャ BGエi G 、ャョエ@ I, l,N {'()III!)ill tl'rvl il Q IG GQョ、ゥエ ウ iャ oiセN@ "'11 ?I (" I/llfllIlI l' III Gli 3mbieIH i dell:! sl nblr:1 I.:Urope;l, al <':OIl 1r ,lrlo,l n(;o r.lAAbvano le a mbizioni rivoluzionarie di G:lriba ldi. [I U:.kuni n セ i ゥ@ chiL'(lcv:l d i invadere i Balcani, cbndo così l'avv io al rovesciamento dell'impero OHomano e di quello russol%; il capo dei socialisti tedeschi, Ferdinand Lassalle, gli consigliava, invece, di puntare direttamente sull 'Austria la cui sconfina avrebbe agevolato l'unificazione della German ia196. ' Per molto tempo, fino alla primavera dci 1862, Garibaldi oscillò tra due proge ui, senza che l'uno escludesse l'altro197. Il primo prevedeva un a({acco contro l'Austria, altra verso il Veneto, il Tirolo o il Trentino; il secondo consisteva nella sped izio ne ba lca nica. L'uno comportava risultati più immediati e poteva contare su vie di ritiraエセ@ ?perte e relativamente più sicure, ma avrebbe incontrato l'o ppoSIZIone del re e del governo, che non intendevano rischiare una g.u.erra aperra 198• L'altro era molto più rischioso, lasciava possibilitc1 di ョエャイ。セNュッ@ ridotte e comportava un ampio margine di imponderab!lJtc1, poteva contare però sul sostegno e sull'aiuto del re. Vittorio Emanuele Il aveva stanziato per questo progetto un milione di lire e una nave, aveva organizzato un deposito di armi in Sicilia e aveva consent ito la formaz ione di due battaglioni di volontari a Genova, i +:Carabinieri mobili», al comando di Menotti Garibaldi sott o ゥ 、ゥッョセャ・ YN@ il pretesto di un loro impiego contro il banditism o ュ・イ Una terza possibilitc1 che Garibaldi prese in considerazione fu la fa ciconnessione tra i due progetti. Una rivolta nei Balcani 。カイ・「セ@ litato, infatti, l'in vasione del Veneto e ne avrebbe garantito, in una certa misura, il successo. Inoltre, con la copertura della spedizione oltre mare e coi mezzi che il re aveva me'iSO a disposizione, si sarebbe potUla preparare l'invasione delle province austriache senza suscitare, fin dall'inizio, l'opposizione di Vinorio Emanuele. Questi di le mmi spiegano le incongruenze e le contraddizioni che si colgo no nell'azione e ne lle dichiarazioni di Giuseppe Garibaldi. Collaborava col re, col Turr, con Angelo Brofferio, con Konsta ntinos Lomvardos ed. altri in vista della spedizione in Grecia, e, contemporaneamen te, discuteva col Crispi, il Bertani e il Saffi circa l'invasione del セイ・ョエゥ セ@ e .del Veneto2lXl. Ora si dichiara va disposto a passare in GreCIa, ma SI diceva OStaCOlato .,da una vicenda avvenuta tra lui e il g.ove rno ,.lIl1, o ppure dalla «Ottusa diplomazia,.102; ora negava categoncamen/e di nutrire tale intenzion&Q\. Oltre a l progeuo di una spedizione in Grecia, si prospettò anche una Nアセャ。イエ@ possibilità, quella di un'in vasione dei territori papali dal Mendlone, per la liberazione di Roma. A spianare il terre no ad una ウセ ュゥャ ・@ iniziat iv.a vennero le dichiarazioni del primo ministro inglese, c.lf?lla necess.lla .che l'esercit o francese si ritirasse dallo stato ponti , fIC IO, e le allUSIOni dell'ambasciat ore inglese a Torino,Jam es lludson, al ヲ。ャQ セ@ che.il suo governo non si sarebbe OPpoSIO ad lilla spedizione ganbald ma contro RomalO4. D'a lt ro nde molti (\(·mo( r.lIlc:i ri leneva no che, fino a quando Homa fosse rima"!. r fuori iI,l lIo "'.11 0 iLdb ' Irlll 1101l/IUI III (,'1'1'( III noi 111I \Kl'ndo d:1 rlfu/olIO pl'r I Borbonl, . . 1 ..... Ir{!bbc r,lffo rz:ll o 11 b:lI1dUI'llllO c. con c:"so, Il risch io di un dbtacco del Mt:ridione d:lllo セ Q Z Q P@ IlIll1fl l lo. Gli stessi ambie nti SOMcnevano che un:1 spedi,done a Roma .1 whhc セ ャi ・カZ ャQ ッ@ l'entusiasmo e le speranze delle masse contadine 1111111.111,1 meridionale e av re bbe :lVutO come conseg ue nza sia la libe1.111111" deliri capitale sto rica sia la sconfitta del 「。ョ 、ゥ エ ゥウュセ N@ Il, qucsw prospettiva, Garibaldi non rispa rmiava procla mi sulla hll<"l,IIlone di ogn i angolo del te rritorio italiano al grido della +:santa 1.11 .lhln,I.. A16. Dietro a lle dichiarazioni ufficiali e ai discorsi pubblici, tlll UII O. si sviluppava un'a uivitc1 fe bbrile; e tutti i personaggi del i ィ エャ ャh セQ@ agiva no diversa me me da come a ndavano proclamando in 1'lIl lhlloo. Mentre face vano ufficialmente credere di menersi d'accor.l' I. 、ャエ セ ャイ ッ@ le quime rivaleggiavano con durezza; collaboravano e, 11111" セ i cso@ tempo, si insidiavano; agivano illegalmente con la coli I,ur.1 del sov ra no, ma complottavano in segreto sotto gli occhi dei "'II ,unici e nem ici. t .,lllb:.ldi, mentre ubbidiva al re, mirava ad obiettivi suoi propri. I hall .Into SUO il re, mentre lo finanziava, rivolgendosi al sovrano fran'l'III' lo definiva +:f racassone»2lJ7. il governo Ratlazzi amministrava, per 11111' 0 dci re, l'aiuto alla spedizione, ma al tempo stesso fingeva di 111111 ",'1x:rne niente e negava ogni sua responsabilità2Qj. Il generale 11111 t.' l'a mbien1e ungherese, facendo da ponte tra il re e Garibaldi, lUI I Il,lAAlava no le tendenze antiparlamentari del primo e il legalismo ,itol 'M:'condo; e, nello stesso tempo che chiedevano denaro ai comiIfll, lt'ndcvano loro insidie e agivano senza tene rne cont0 209, l comi'. 11, d,I' GilliO lo ro, pur trasformando in mOllo ogn i frase di Garibal· ,II. セi@ opponeva no ai suo i progeni di guerra, cercando di vanifica rli. Il M,II/ ini, dall 'esilio, supplicava tutti di attenersi al .. programma di Il •• lh.ddi .., intende ndo, in rea ltà, al suo. Infine, da l palazzo reale di h .ilii 1.1, Gerolamo Napoleone, che giocava il ruo lo di protettore dei Ihnhuionari dell'Europa orientale, prometteva aiuti al progetto di \,11111"0 Ema nuele, no nosta nte le dichia razio ni con trarie dell'impe'''''11 ('. <tuo :doM. t'flil O queslo clima, verso l'autunno del 1860, ebbero inizio i conI.U,I , Il C,:lribaldi con i Greci, intermediari i volontari Spyridon Sasselas セ@ III_l'I セエ」ォャゥ ウRョN@ Quando il generale si ritirò a Caprera, autorizzò il Tlirr t' Il lk ll uzi, segrct:uio dei com itati, a procedere nei contatti e nelle 1r .. ll,lll vc, raccogliendo informazioni e seguendo i vari preparativi 2U• It. Il pI C.')t ,però. soー イ セ ャエ P@ per la sca rsa disponibilitc1 del Bellazzi, il I 11II N Q Bセ ャiョ NGZ^c@ l'lnter.] responsabi lil:l dci preparativi, con l'aiulo dell'ufIII 1"lt, H.lrlb:lld ino Francesco Cucchi, dci finanziam enti del re e dei I t unh .il i \.' d i qllcll:l repUl:Izionc ingig:lI1tita che spesso :lCcompagna le ,,,1, \'lId..: (:'(}Ildotle in S<.'gI"CIO e :Ivvolt e dal mistcrdll. Il ']",11' ,.. I ili O""" In dul.: dirt.'/loni. SI recò due volt e a Parigi e a I. ,litI! ,I. ili ,I mエ セ ャi N L i HI@ "\(.'1 IR61 1.' nc l nlOlAAio dci 1862, e due vo lte nei Il.111.1111,.1 UdHl,lllo ndl'a ttlUnno <Id 。セVP@ c In HセiB|NGヲャZ@ ndl'agosto de l l 1"1,,,0 JNUI/' J86!l", Insieme. a p.lrte i セ ャi ッ ゥ@ coll aboratori Cucc hi l' セN iBLエャ セ@ che si spostavano ininterro ttamente ne i due paesi, egli cooperò dire ttamente col Lomvardos, dal selle mbre dci 1861, e con l'inv i:ll o di Ottone, Gheorghios Tensctis, dal re bb rdio del 1862 A Parigi il Turr si recò come }X)rtavoce del re d 'Ita lia, per info rmare l'imperatore di quamo si stava progettando e per chiedere il suo セーッァ ゥッ[@ Napoleone III, però, non lo ricevette. A Londra, invece, chiese ャ セカョッ@ la neutralità del governo inglese. Il Palmerston gli raccomandò di nspettare la pace d i ambedue gli imperi 1l s• In Grecia, il Turr, con Franghiskos Domeneghìnis come guida, incontrò d iversi personaggi 、セウーッエゥ@ a 」ッ ャ セイ。・@ e raccolse informazioni sul luogo e sul tempo PiÙ opportunI allazlOne. Al suo ritorno, chiese a Garibaldi di avviare la spedizione nell'autunno del 1861, con l'Epiro come luogo di sbarco e la Bosnia e I"Erzegovina come tappe successive216. La cospirazione dei capi e le aspirazioni delle masse Malgrado il prestigio e il potere di cui godevano, i personaggi del dramma erano così ridotti di numero che una cospirazione limitata al loro raggio d'azione, forse, non avrebbe determinato le drammatiche conseguenze dell'estate 1862, se non avessero pesato una serie di fa(エッセ ゥ@ indipendenti dalla volontà dei çx:x:hi protagonisti. Il più decisivo dCI quali era la perenne anualità c la forza della questione nazionale, Us<Ha per coprire i contrasti politici c so:iali da essa stessa alimentati Nel 1861-62 i democratici svilupparono, in Italia, un'atti vità rebbrile, tesa ad accrescere il loro peso politico, fomentand o e diffondendo la tensione rivoluzionaria al completamento dell'unità nazionale. In questo loro sforzo, subordinarono ogni altro problema a quello nazionale, coltivando la convinzione che, con il compimento dell'unità, tutte le aspirazioni sociali ed economiche sarebbero stare soddisfatte. Il risultato fu che, con la creazione di varie organizzazioni patriottiche, di circoli, di com itati, di poligoni di tiro ecc., la mobilitazione nazio nale assunse dime nsio ni esplosive, tali comu nque da rendere necessaria una va lvola di srogo: ne sa.rebbe risultata minata la c redibilità dei democratici, Ga ribaldi incluso. qualora essi non rossero stati in grado di offriria. Era questo che sosteneva Aurelio Saffi in una ャ・エイセ@ al Bcrtani, sottolineando che Garibaldi avrebbe perso la sua autontà, se alle parole non avesse fatto seguire i ratti o almeno la loro preparazionell7• Un altro fartore che pesò sui vari progetti di spedizione, furono i vOlontari del disciolto esercito garibaldino del Meridione, che era arri, vato a contare, alla vigilia del suo scioglimento, 60.000 uo mini. Il Cavour ed i suoi ウセ」・ッ イ ゥ@ si erano rifiutati di inserirli nell'esercito regolare, salvo un nstreUo numero di umciali superio ri. Una parte di lo ro s0prattutto dell'Italia scttentrio nale, tornò ne i propri paesi e alle pro;)rie /'/(111111 t' III \/1/1 1/l11i//{1I I" O[ サ セ@ III 1"K:cu pa7ioni, illcnt n.: NH ,litri .. 1.IAAIr,IV;lIlfl1>l.::n /AI u n I.l voro ;lIto rno ai l'omil:ui c ai gencr:11i s,:.lrib.ddini. ccrl"":: mdo I mezzi pc r la propria sopravviven7":1, ed e r;lnO dl'tponibi ll pè r qualsiasi nuova avventura 218• Agli inizi del 1862. la rehb re e ra t:llme nte cresciuta da infl uenzaIl' persino il governo de lll icaMJli, che pure e ra portato a fronteggiaIC con calcolo le situazioni. Per ra r fronte alla demagogia patriottica dci re e per strappare Ga ribald i alle lusinghe della corte, il Ricasoli lo invitò in Italia setlentrionale, nominandolo vicepresidente della rcte nnionale dei centri di tiro al bersaglio ed organizL'lndogH u na viSita ufficiale in Piemonte e in Lombardia. Se il suo obiettivo di ro ndo era di guadagnarsi l'appoggio del popolare genera le e di con"iOlidare il suo governo, il Ricasoli fallì nei suoi intenti. Anch'egli, ,..cn za volerlo, finì per portare acqua all'eccitazione patrio u ica e contribuì all'infoltirsi della schiera dei fedeli di Garibaldi, in gran parte giovani volontari.tl9, Quando il Ricasoli, il 3 marzo 1861, si dimise e l'incarico passò al Rauazzi, Vittorio Emanuele convocò Garibaldi per formalizzare il loro accordo. Contemporane-.Imente il primo ministro trattava del finanziamento, dell'equipaggiamento e dei preparativi della spedizione con Pietro Ripari e Angelo Brofrerio, rappresentanIl del generale. Come egli stesso rivelò in segui w, tutti i documenti relativi e gli atti delle trattative furono accuratamente w lti dagli archivi, per il loro carattere 」ッウーゥイ。エ イゥ セN@ Il Rattazzi, tuttavia, diviso com'era tra gli impegni presi col re e (on la sinistra, riguardo all'a ppoggio da dare alle iniziat ive rivoluzionarie, e le pressio n i esercitate su di lui da i moderati e dalle potenze 'Ma niere a che le impedisse, o ra portava avanti le trattative ora le interrompeva. Alla fine, dopo il 2 aprile 1862, quando il moderato Giacomo Durando divenne ministro degli Esteri, fu chiaro che il セッカ・イョ@ non era più disposto a proseguirlel21 . I. 'imprevedibile esito In questo clima di esaltazio ne patriottica da un la to, di temporcggiamenti e di esitazioni del governo dall'altro, Garibaldi, nel giugno 1862, optÒ per l'in vasione dei territo ri austriaci. Tale decisione contra..,t:IV:l con l'opinione di altri capi demOCf'dlici, come il Bertani, il Crispi è il Sarn, che Gari1YJ.ldi aveva convocati a Trescorre, in Lombardia, per definire gli orientamcnti del moviment0222. Contrastava, inoltre, con l'accorcio stipulato col re, il quale gli inviò i suoi aiutanti, il Negri di S:.lilltrrOllt e il Turr, per convincerlo a rispettarloW. Prende ndo a pret csto tale accordo, Garibaldi aveva messo insiemc un piccolo corpo di spedizione, che, penetrando in territorio .Iu..,trbco, dovcvalla rl.' l'avvio a lla rivolta e aprire la st rada a ll'ing res.."., de.:g li :lItri volont.l riLj; Pt:rò, b concenlrazione di u n numero con... idcrl'voll.' lh セャiIvN ャ ョャ@ ('1 \1 Il .. i.I... ti ,.lle r ro nticrc con l'A ustria, la scoper- l', fllII l tlrl/·ftl I I l' I I エセ@ dci iセゥ。ョ@ d'attacco conlro di セiL@ e quella dì un:1 nave che il maggiore Giacomo Callabene, su ordine di Garib.:lldi, aveva noleggiato per la spedizione in Grecia, preoccuparono il governo :11 punlo da costringerlo ad agire con decisione. Molti volontari furono arrestat i, mentre gli altri si dispersero a s。イョゥセN@ Questi fani provocarono una seria crisi nei rapporti fra governo e opposizione democraticaU'>; tunavia, per la duplice preoccupazione, del governo da un IalO, dei democratici dall'altro, di non coinvolgere il re e di non esporre troppo Garil)aldi, la questione si risolse tacitam ente e senza gravi conseguenzeU', Lo stesso Garibaldi smentì la voce di aver avuto l'intenzio ne di attaccare l'Austria e si rit irò a Caprera con un gruppo di suoi fedelj228. Sotto e'53ltate dichiarazioni pattriotiche, nascose a tutti i propri intenti reali, tranne che al ristretto grupIX> dirigente dei ricostituiti comitat i. Quanto ai suoi seguaci, anche se non li teneva ゥ ョ ヲッイュ。エセ@ egli era convinto di poter contare su di loro in ogni momento, qualsiasi obienivo avesse indicato come prioritario ai fin i della libertà italiana. Il suo fascino, ma anche il culto della sua persona, fortemente alimentato dal suo streno entourage, contribuiva alla loro devozione, consentendogli una grande libertà di manovra. «Eravamo dunque pront i, secondo gli ordini del generale Garibaldi, -scriveva il suo segretario,- tanto per paSSIre nel Trentino che per imba rcarci,.Z29, Nel periodo che trascorse in Italia sette ntr iona le, Gar iba ldi si adoperò, Ira l'a ltro, per coordinare i moviment i rivoluzionari nei Balcani. Riteneva, infatt i, che essi avrebbero potuto fungere da contraccol po, seppur lontano, nel caso di una invasione dell'Austria' e nello stesso tempo, usava tali rapport i come cortina fumoge na, ' , Nell'apri le del 1862 egli indirizzò ai popoli IXllcanici un appello, nel quale sottolineava la necessità dell'un ità nazionale, del rispeno reciproco e dell'alleanza cont ro la Sublime pッイエ。セN@ Suggeriva, inoltre, che la definizione dei loro futuri confini non poteva essere di ostacolo alla loro collaborazione, la quale doveva scaturire da un'assemblea generale elettiva, i?: una dichiarazione tipica del cosmopolitismo garibaldino, carauerizzato da una concezione democratica delle relazioni tra gli stati e dalla fede nella supremazia deUa ragione Marco Antonio Canini si incaricò della traduzione di questo appello nelle lingue balcaniche e della sua d iffusione. In esso, si alludeva tra le righe alla rivalità esistente in Grecia tra i seguaci di Oltone e i loro avversari, che aveva diviso i fautori della colIaborazione con Garibaldi in due campi opposti: quelli che chiedeva no l'effettuazione immediata della spedizione e quelli che erano propensi a rinviarla a dopo il rovesciamento di Ottone, Il generale cercò di stendere un JXlnte tra i due op posti sch ieramenti, inv itando il Tertsetis, il Lomカ。イセッウ@ e il Domeneghinis a Trescorre, 1'8 Maggio 1862 I colloqui, ovvtamente, non portarono a un'imeS:l concreta e si ("onclusero con la raccomandazione di Ga riba ldi di indi vidu;l rc i pll1lIÌ d';I(('ordo t: di verificare le intenzioni del governo gt'l'l'OI\I In soddi .. r.I1\O l' lklu'iO tI:11 corso degli eventi, Garilxl1di parti da O IJ>rera per P;IIl"rmo con pOChi collaboratori, senza un pia no conlJ2 l relo e in un:1 totale incerlezza circa le proprie intenzioni • Là prese coscienza del deterioramento della situazione e dei pericoli rappre';Cnlati per il J\lerid io ne dalla politica accentratrice del governo e dal b:lndilismo, Nell'atmosfera di entusiasmo suscitata dalla presell7..a di Garibaldi e con la segreta speranza che si ripetesse il miracolo del 1860, il malcontento sociale della Sicilia trovò espressione in u na nuova -,ollevazione all'insegna di .. Roma o morte,., Accadde, quindi, che Garibaldi, senza averlo voluto, si trovò a capo di un movimento per Il quale era mancata qualsiasi preparazione, .. Le cose vanno bene, non セ@ però cosa faremo», scriveva 1'8 luglio al cイゥセ ー ゥL@ il quale, 」Nッセ@ エセ@ maggior pa rte dei capi democrat ici, era 」ッョエイ。 セ ャッ@ 。ャ セ 。@ nuova II1lZ1auva2J.\, Il governo di Torino, sperando che Garibald i, fedele al patto 'Mella col re, avrebbe usato la Sicilia come base d'appoggio per la Grecia, gli lasciò o rganizzare ゥョ、 ゥ ウエセイ「。ッ@ il suo esercito di カッ ャ ッセ ャ 。ᆳ fi Ut, D'altronde il governo voleva evitare uno scontro armato sull lSO" t\, perché temeva una sollevazione separatista:m. Fino all'ultimo momento, prima che Garibaldi atlraversasse lo セエイ・ャッ@ di Messi na Vittorio Emanuele lo sollecitò a condu rre u na ..pcdizione in gイセ ゥ 。L@ Il generale rispose con un telegramma laconico: .. L'affare della Grecia è un affare rancido, ne parlerò poi con V,M. quando saremo a Roma,.B6, Ro ma, tuttavia, era ancora .lontana セッカ@ ,mni, Quando Gariba ldi e i suoi volontari sbarcarono lO Calabna, SI trovarono di fronte l'esercito regio. li 20 agoslo del ls62, il liberatore del l'Italia meridionale e deJla Sici lia fu ferito e catturato dai suoi compatrioti, Si concludeva, cosI, sull'Aspromonte, ア オ ・ セャ セ@ l?rima ヲ。ウ セ@ lIcl processa di unificazione dell'Ita lia che aveva avuto II1IZIO, tre anm prima, sulle Alpi. Una conclusione simile, cioè il contrasto violento tra le forze che ,\vevano realizzato la liberazione e l'unificazione di una nazione, non セ@ una peculiarità della storia italiana. Invece è specifico del セ@ ゥ エ 。 ャセ 。ᆳ no il fatto che, essendo molto consistenti le forze tendenti ad appian:lre i contrasti, lo scontro non degenerò in una guerra civile, come ,I venne in altre nazioni, compresa la Grecia dopo la rivoluzione del IRZ I. Considerando le cose da questo puma d i vista, la prospettiva di Ul1.l spedizione garibaldina nei Balcani, -a ll'i nterno エ。Lャセ@ sforz? normalizzalore e indipendentemente dalla volontà del SUOI Ideaton , può e&.Cre interpretata come un エ・ョセゥカo@ di 。Lャ・ァセイゥ@ ャ セ@ エ・ョウセッ L ・@ IlVVf:ro di dirollan:.' fu ori dal paese Il potenziale nvoluzlonan o !Il t't'll'-':'tO, Ilt.'ulr.II!II ,lIldnnc 1:J spinta eversiva. l.l' h;l .. i dilUIlO ア|iセGQo@ ..ono da individuare all'interno della siniセiN i L@ dm' dd 1110\' 11114 '111 0 polltku ver'K> il qU:llc confluivano !UHe le t t 111\' 'oli\' \11'1 .. 1\ /' " I II! 1111111 'l'' f t Inn.1 \In {l'no 1'111'10, te :1veva espres- ?i 1'1/(1/1(1 " se. Gli ideali di collabo razione tra i popoli si preswvano ad essere manipolati da un potere C'dI'ace di uSo:1 r1i come mezzi d i str umentalizzazione di altri popoli. Com unque, alla fine, si evitarono sia il conflitt o oltremare che la guerra civile. La monarchia da un lato, i fautori della rivoluzione nazionale dall'altro, si dimoslrarono parimenti incapaci così di mantenere ,'ordine sociale come di sovvertirlo. Le principali forze di norrnalizzazione stavano altrove, cioè nei nessi connettivi della classe borghese che dominava entrambi i campi. Così ogni contrasto confluiva e si dissolveva aU'interno del sistema parlamentare. I I I セ@ I I ill(l 11OI/tlc{1 I" (;rtX, ftl 17 W. MATlItI, hlll"""f'/il t /!",1 (/;./ RISO'/J1 m//tI tCì 2 voli .. TQfino 1962, . III C 1)1 NOLA, . 1..1 VClll'/l.1 HャNGセ@ ーッャィォ セ Q@ ・オ イ ッー・Gセ@ (blb [):Ice di Zurigo li lla p:ltt d I vャ」Qョ。セL@ Nlwm RII'fSfll sャヲG ャ 。 セ@ 1961 nn. 1'2, p. 7; C. [)UItAN!:)O, bìJ{S<XU d/plOlllilllcl dd HISO'H"l1elllo IW/iJ:w(J (1(1/ /856 ili/BlU Torino 1901, p. 127; 1/ C(l rl"l!810 ojiAイMnXエャセ@ fiI. vol lll, pp. 61. 7}-74, 24(}241. . 19 A. T ... MOOHRA. op. cit. pp. 198'2'05; N, BLAKISTON, «l:l politica ・ウエ」セ@ mglese ne lla tj\lCSlione venezia na, 1859' 1866.., in 11 problema ttmeto e l'Europa. Venezia 1966. pp.}33. lO V. più avanti. pp. 84·86II B. aAlDf.A, op ci/., p .7; A. T AMIIORRA, op cit, p. 178. 22 /I carll!8810 Q4vour-Nlgra..., cl/., vol. III, pp. 142·14So 2.30-231. li A. TAMHORRA. op clL, pp, 307-329. 24 P.P p|juャセ@ W questione romana 0856-1864), Roma 19S1, vo l. I, P. 475; cfr. inoltre I. THOllVEN EI. I.e $i!Crel de l'Empereur. Parigi ]889, val I, p. 211. 25 W questione rom(lna uegll anni 1861J-1861. Carteggio del conle di CaVOllr con D. ャ Gエ ャエOAqBセ@ C Passaglla, o. vヲュ・イ」Hャエセ@ Bologna 1929, p. 2OS. Diomede GZMョ N エ。セゥ@ fu il L セーイ・ウョエ。@ del Cavour neUe trattative su Roma. Nella sua lettera egh SI nfensce ad un suo colloquio col Thouvenel. . ' 26 BIAN CHI, Il barone rャ」。ウッOセ@ m。コャオセ@ g。イャ「、セ@ f co mllatl di prowed1msntCì Torino 1862; F. CUR ...To, . La politica estera dci primo ministro Ricasoli., CSlt:ltto dalla NfUWRna Storica Toscana, 1963. pp. 1-41. 11 ARB, SO, 59, Ricasoli al Nigra, 11.8.1861 c 14.8.1861: Dm voI. I, pp. 229, 306. 110. 28 DD/, vol. l, pp. 345 e 523-528; tbid, val Il, pp. 103'106. 19 ODI, voI. I, pp. 37·41. )O amセ@ Gabinetto particolare, Miscellanea, 4, Ricasol i al Morocco Della Roca, .!It9.l86l; n. 793, 15So Mamian! a l Iticasoli, 31.10.1861. II Per un'estesa bibliografia v. mbliografla dell'ef('J del RisorgimentO In onorE' di Il M Gbistllberti, Firenze 1971-1977, voL I, pp. 21G-2t3. 32 T. MAMIANt, D'un dirittO europea, Livorno 1860. .13 nav&ilpa, 1862 n. 12, pp_ 49(}403; AM8I:la, 9 e 21.12.1861; DDI, volI, pp. 237- e Note I /(1 1 Per un quadro dei rapporti 1111 l'Italia e i Baloni nella storiografia italiana, v. A. PITASSIo, .Problema slavomeridiOnale e crisi d'Oriente (1853-1878) nella storiograna italiana., Archivio Storico ToscanCì 1978 vol.l36, pp. 165'194: c, soprattutto, A. TAMOORRA, Cauour e I OSqicョセ@ To rino 1958; li CI... WF....., L'llalla nel concerto europeo 0861'1867), Torino 1966, passlm. 2 Cauour e nngbtlternt Cart*o del conte Gawur co n VE D'AzegliCì Bologna 1933, val Il, p. 104 (2271860). 3 Cfr. L SALVATOREUl, Il petuiero politico italiano dal 1700 al 1870, Torino 1975, pp. 262-336; M albertinセ@ Il Risorgimento e l'Imitt} europea, Napoli 1979. 4 G. BERTI, Russia e stalt Iraltatlt nel Risorgimento, Tori no 1957, pp. 645-647; F. CHABoo, Storia de/la poIfttca estera Ila/{ana dal 1870 al 1896. 2 voi!., Roma'Bari 1976 (1951'). vol. l, pp. 533-534. 5 V. ad esempio ODI, va!. I, p. 486. 6 Cfr. A. T ...MiJORJlA, op ciI., pp. 389-393; Il carteggio Gavour-Nigra dal 1858 al 1861, voI. III, Bologna 1929. pp. 73·74. 7 Colloquio lra il Cavour e il Tertsetis a Torino nel 1860: v. G. TERTSt."TtS, «AÒ'fOI; 'tT\ç 25 Mapnou 1870 エセvt|H￧@ nç t1'\v M1'\1pOJtOMV Zaclv90u., in B. ャ avgセャniL@ Greda 1859 nel diario di Francesco cイャウーセ@ Palermo 1967, Appt:ndiçc, pp. 67·77. 8 11 carteggio c。カッオイMnヲァセ@ ciI., vaL III, pp. 142-1439 ASl; Lettere ministri, Porta Ottomana, Durando a l Cavour, 4 e Il.5.18S9; MRT, Arcbivio Durando, 124, 2-1,« Traltatlve segrete per la sollevaZione de1l1)ngheria. fセエイ。オッ@ di documenti segreti esistenti nel Ministero.,s.d.,ove i colloqui It:l il Durando c il KunluriQlis. IO MRT. Archivio dオイ。Gャ、セ@ ci! Il li C1ALDEA, op ciI., pp. 79-85; G. BERTI, op. cit, pp. 730'731. 12 La prima versione fu adottata d:t P. CHIono;, lump(u rou fov(ov .orp6rovç;. 2' pane. voi. V, Zan te 1m, pp. 49&499, e da K. KEROF1l.AS, La Grecia e l'Italia nel RisorgimentO Italiana, Firenze 1919, ed. de w Voce, p. 92; la seconda da James Hudson, ambascialOfe inglese a Torino: v. AS7; Lenere miniStri, Porta Ottomana, 12, Dunmdo a l Dvour, 1l 5..1859. 13 ASL, cit, Durando 31 Cavo ur, 27.6.1860. ャ セ@ Cfr. Le Bo!.tEA, Una NウゥャHIァ・セ@ di lettere del Risorgimento. Torino 1919, p. 16515 AST, Consolati cstai, Grecia 1854,1859, Ma1a vasi al Cavour. &<11859. 16 B. OALOEA, op ctt, pp. 74'78; A. TAMOORRA, op. ciI. pp, 117·1.330 l' W RII\f.It, 700 maklu8 oJ Roumaufa. A sllldy 01 ali Imerl/m{outl/ {Jrobll!m 1R5(/ ihヲjHセ@ Oxf'ml 19j 1, IlP 265-268. aro .140. J.4 DDI, voI. Il, pp, 354-356 e 525-526. 35 AMAb: n. 793. ISSo M3rniani a l Ricasoli, 3OlIJ861. )6 DDl, voI. Il, pp, 369-371. 37 ODI. val l, pp. 258-26138 AMAR, n. 793, 155, Mamiani al Ricasoli, 23.8.1861 !R /h/d, Mamiani al Durando, 126.1862. 40 Ibld., Mami:mi al Ricasoli, 23-8.1861; DDI. vollI, pp. 232·23641 DDI, voI. l, pp. 258-261. 42 DD/, vol Il, pp. SセᄋsVN@ 43 ODI, va L Il, pp. m -m . 404 DD/, vol. Il, pp. 350-351. 45 ODI. vol Il, pp. m ·m. .. .. 46 AMAI; 458, Greda. Melegari al Mamiani, 16.5.1861; {hld., Rl casoh al Mamlanl. 1:1 111861; DD/, voi. Il, p. 349. 47 ODI, voI. I, P. 486. セ@ l/liti; amセ@ cito Kicasoli al Della Rocca, 28.9.1861. . 49 Cfr. V. CAsTRONOVo, L GI ... CHERI FOSSATI t: N. TRANFAGUA, lA stampa Ita/uma 'wll'ctJ libemle, RornwBari 1m. 'lO l' VAI.USSI./.(l HlIssln, /'Ellropa e filaI/a, To rino 1862. セ L@ /.(j セ@ I/J/il, " 7 nl6l セL@ l't!rw:IWf!lI%(l, ャ jNャセR@ Il)1(1, l()(, IHl" '" IlJid, l-l1l 1W.} セ@ /lIId '1" l' l ' "th} 1111\111111" ,,1 j111'KlJtlllll.1 dd KlInMi s. v p,ù 2Vl1n1 i, pp. fl(}81. 'II, / VI/,I,,/,"/I' " \ "l, , \lIIIII/II,J III \tullll nh/(1 nヲャWZュエOセ@ 26 10 1A62 Prima parli! '7 Cfr M,L ASTALDI, 'f'oIllIl/USffl 」q iGH ュセ@ FlrCnze 1%6; n CIMII'INI. 11I(l di N/cco/6 GqL@ RumJ 11}i1. 'l'om/lltUeO, Firenze 19<15: Id.. 5Wtl/ e rlcercoo SII Nlccof() Q Gッ BLQHセ ';8 J l'IIIjI!"Et, NiccoJ(} Tom,,/(/St!O 1m flalfa Il Skl/lla, VeneZIa 1m. 59 R. OAMPll"I, G.P. ViellSsell _l; f SlIoi r>f(l88I, i .fllo/giorl/ali, / suoi (m/lct To rino 1953; R. CIAMPI",I e P. CURP.ASlJ (a cura di), Cart1'g8/o iI/edito N. 1"ommawo,;'p' Viemsllllx, Ronu 1956; J. O[L LUl"GO e P. PKUN"'S (a cura di). Carteggio ゥB・、ャッセ@ 7'ommaseo<J. Ctippcml, 4 volI., Bologna 191H932 セ@ L SALVATOREUI, op. cft, pp. 26<}-272;J P\RJEVOC, op. ciI, pp. 8B, 95-96 e 150. B. RADlTSA •• Tommaseo's cultural understanding bctwet:n South Slavs and Grt:eks_, in AA.VV. MeùnfJlcua (TOj Jlv$7/ rov Ba01k(ov Aao(lpoo. Salonicco 1975 pp. 487-493, , 62 J PlRJEVF.é, op. ciI, pp. 30, 90-93 e 156-159. 6.3 Ibld, pp. 9O-9L 64 A. KVRIAKlDU'Nr$roRClS, H 6f:wpia 'fI'/ç W7/VIJOjç ),aO)p(l41(aç Atene 1978, pp. 7& ,. 65 J PIRJEVEt, op. ciI, pp. 149-160; più diffusamente in M.C. HADJUOANNOU, L'emigra' zione Italiana del '49 nelle Isole lonie, tesi di perfezionamento, Rom,l 1980. 66 L'armivio Tommaseo si trova presso la Biblioteca Nazionale di Firenze; v, inoltre R. cu.MPINt (a cura di), NiccoJò Tommaseq.leuere inwireu Emflfo de T/pofdo /834-1835, 8resda 195367 Nell'archivio della BN"F sono conservate 28 lettere del Tomrnaseo al Renieri s (dal 1833 al 1874) e 35 dd Renieris al Tommaseo (dal 1832 al 1874), come pure un manoscrit. to della sua tesi di douorato, Armonie della s/oria dell'umullilà, pubblicata nci 1841 con il titolo Filosofia della storia. Un3 lettura parallcila dci libro, della corrispondenza e dei saggi del Tommaseo rivela l'amnit:' di idee. Il Tommaoseo dedicò al Renit:ris il suo libro Se/mille, ril'd Dnziano 1916. 68 BNF, Tomm. 133, 61, 1, Tommaseo al Terlsctis, 14.121862. Sul concxtto di "JXlPOlo. nel Tommaseo, v. A. ASOR ROSA, Scrittori e popolo.lf populismo nella lettera/14m Italiana, Roma 1966. 69 BNF, Tomm. 183, 19, 3, Tommaseo al Renicris, lugli o IA4O. Il Tommaseo riteneva che la civiltà occidL'fltale fosse corrosa dal ra:donalismo e dall'individualismo; tali idee erano sostenute anche dal Renieris. lO Cfr. N,T...La Grecia_, AlIlYmza, 16.3.1862 n BNF, Tomm.134, 21, 2, Tommasco a lulios Tipaklos, 193.1863: v. inoltre R. CrAMPINl (a cura di), N. Tomma5e(J, ero"icbentl dei S&$(mta se4 Torino 1939, pp. 174'176, di cui una parte è pubbliCllt3 da G. ZORAS, "o セcャエ。Aッ￧@ ICCII n 09oov\l(1\ KO).\t\t.,\ JCCIla rov iuャーeNYPセc@ (llbJva.-., Ex'rav7jOla...a Mwnj,uara, vol/V, Alene 1969, pp. 163-1% 72 N. TOMMASf.o, .La Grecia., Alleanza, 11,5.1862 73 J. PtRJt:vEé, op. cU, pp. 2&21<1, 74 G. ZORAS, op cit.. p. 166. Wセ@ MCR, 49, 14, lO, Tommaseo il Garibaldi, lU862: .Scrivo per altrui consiglio., forse del Tlpaldos,che aveva suiuo al Tommaseo il 2<1.12.1861, cfr. G. ZORAS, op clt, p.I66. Sui rapporti Tomrnasco-GH!baldi, v, R. Cr AMPIN1, .Garibaldi e Tommaseo_, Primato, 19<13, pp. 92·94. 76 aro Alleanza. 16.3. e 1151862. n aro Alleanza, 13.4.1862: si tnma di una lunga c documentat3 lettera ano nima inviata da Corfù, nella quale vengono confu tate le tesi del TommaSeO. 78 L SAlVATOREUt ofJ ciI, pp. 228-261; G. GALAsso. wll pensiero sociale di mZャzWNゥョセ L@ eslratto dagli atti del TV セ@ CSRl (Genova 1972), Roma 1974. 79 A. COI>JG1\'OLA. Mazzini, Torino 1946, p. 86. 110 G. MAUt"'I, LeI/ere セiエャカ・L@ B.1ri 1939: G. l'rF.JlAZZI, . M:l7,zini c,l:li セャZiカゥ@ 、」ャGaョウイゥセ@ e de lla Turchia., Alti del <16° CSRI, Ro m:1 1974, t. IO セ@ OLTAV ASTNF.R, M(lzz/ni e KOSSIlfb, ldl/lr" l' d/Ii. BュャGiOヲセケH@ H ren 1';: 1929, pp. &10. 82 SEI, voI. I, pp. 276. 359; Ib/tl, voi I{ IXtlll", セI@ "O·, • • lIj .. /il, n. p. 'w. voi j , 1111 Nャセ@ 84 I) 1)1! i セ jイャk ャ@ PRAIIl Il iュGOセ@ II \ //01,1 セB iセェH@ i@ 1\ 1111 'II. QWNャ ャ Hセ@ 278, //)/tl. voi 25, P. 284. Ibld, \/0 1. "'/lftcll'll1ltl CrOCe elill ,...forl1la/loll de la Turqule, 1826. 1$5 SI!'I, Appcn dkl", lui l. p, .l07. 86 G. MAZZINI. VJ) (/1. p, 21, Slil, vol. 95, pp. 116-12L 87 SI;'I, Nuova セ イ ・ L@ \loL l, pp. 224-225 (Zlbaldone Glof.IQllile, 1828-1831); Ibld. Appen' dice, \'01. 5, pp. IG4·I05. 264·266sa G. PtERAZZI, op. clt.: SEI, val. 82, pp, 254,257; /bld. voI. 85, pp. 100-101 89 SEI, vOL 24, P. 280. 90 51:"1, vol31, p. 12; ibid. vol. 26, p. 162; Ibid. \lol 27, PD- 30-31. 91 l'. DEaA PERUTA, Mazzlni e t イャオッヲコゥB。エョセ@ Milano 1974, pp. 161-219, 92 SEI, Appendice, voI. 1, pp, 198-199. 93 l'. 1)ElLA PERIJTA, op. ciI, P. 178, t. DRIAUL T e M . LHtRITlER, fIIs/ofre dlploma/lque de la Gffl;e de 1821 () nos jouf'$, Parigi 19zs.26, pp. 2 e 127. 94 SP..I, voL 25, p. 303. ?5 SF.J, voL 31. p. 26: ibid, val. 21, p, 359. 96 5HI, vol 21, pp. 413-414. 97 SEi, vol2Q, pp. 241-246 e 23S-236. 96 Cfr H &1r(ç, 15.5..1849 e 3.4.1848. 99 L'organizzazione fu smantellata dagli inglesi e i suoi membri furono incarcerati Q espulsi: V. E. MJeI/El, _Esuli italiani nelle ゥセ ャ ・@ /onie (1849)-, estratto dalla RSDR, XXX Vll(19501 pp. 323-352; C, KeROFIlAS, op Cf t.. pp. 51'55100 A. CoD1G"OV., op cit.. pp. 248,249, 101 !l, PAYI'E e Il. GROSSIlAI'S, .The exHed revolutionarics and the french political police in the 1850'so, American Historica/ Revtew, I.XVIII(1%3). pp.9S4-973. 102 Secondo una testimonianza del vispi, \'. B. la vagnQセ@ op cit.. p. 38. 1(8 S. DEU"kEANU, .. Mazzini e la Romania. , estratto dagli ani del 45 G CSR I; N. DItAG UMlS, lumpl Ka{ ッZカqGijセ￧L@ Atene 1874 (riSI_ 1973). voI. Il, p. 158. 1001 Cfr. COIlrier d'Athdnes, 27.,3.1852: A. LIAKos, . H EÀ.À.l1\1\JCt1 aÀ.À.nÀErrVrl utov 110).(0)\1\1("0 ￀Hャoセ L@ II Avrr!, 10.11962105 Cfr. To セ@ 9R.1s60. 106 G. PIERAZZI, ofJ elt:. SEi, vol 49, P. lO. 107 51;"1, val. 50, pp. 284-285: ibld., val. 52, pp. ,3I}31. 187. IOB SEI, vol 52, P. 222 109 SEi, vol56. pp. 167'168 e in numerose lettere del periodo. 110 Slil, vol56. pp. 22, 32; Ibld, Appendice, vol 5, p. 107; ibld, voi. 56, pp. 158, 167-168, lf19' I\Xl: ibid, voI. 62, p. 36: (b/d, Appendice, voI. 5, pp, 264,-267; tb/d. voI. 59, p. 284. III SEI, voI. 56 (9.4.1856). 112 SEI, vol 52. pp. 199-200, 113 SI:-I, voI. 63, pp. 145-148. 114 V nota 1Il. 115 SEi, Appendice, voI. 5, l'p. 104-105116 G. mazinセ@ d..eltere slave., Italia del Popolo. 15, 18, 20 e 22.6J857. Nella nota IntNxtuttiva l'A. si proponeva di analizzare in panicolare la questione g reca e orientale, \/ :'1iI. \'01. S9, p. 9. 117 C, KEROFlLAS, op. elt., pp. 65-67. 1111 Nd 18S3 il Manioli e il Tommaseo pubblicarono la dichiarazione AI popolo lo1111' Wl /!S I/II itullmlf l'' Corfù, Corfù 1853. 119 \) l'>1'AI ){"'I. _l,a GrL'çi<l e l'Oriente in un carteggio inedito del Ma7.1:ini., Rivt$ta dlMl/tI (mI ). I? I'\, ,lIlIII('. ]lp, (i21·6:zs. Ili) \/.1, セョャ@ "l. l'P II'" II I(, 1/>/(1, volM. pp. i&77. V. inoltre più avanti, pp. 8&90. tlI tlr I" BiLNGOセ Li NャOL i hHLャ@ IU \f I \1,,1 I, I 111' 'I, ' t , l' II MA"', (01' cII.• pp. G|Rᄋセ N@ l J\ ti ... (111.'" I ,I,'m," , ,",, / Il,I/rl/I/I dfl ';ufJr/ (I f\ ,rUc ヲ^Hセ@ NapoH 11)6':>. p. 63. 7) I 'fili l/H Il III " 111 l'',/I/Ii Il III (,'n't.lfl 124 Sli/. voL 7). pp. 140-143. Ih/IL \101 75. f.lJaini •• eイョセエ@ 125 SEI, vol. 72. pp, 8889 126 A. SCIROCCO, Op. CiI., pp. 155-IS7. 127 G. CURA1lJLO, セ[ N iYPL@ pp. 309-311; sヲNセ@ セQLNゥャク、 f 111M) Nv i o イャ q@ Emal/uele<:a/JO/lr nei jasfi (/('/f(/ PlIIrla. BolovoI. <11, pp. 311-315; ibid. voi. 42, pp.. 10-13. 131-134; IhM, voi. 44, : : A. SaRoa:o, op ciI., G. PIERAZZL iNオセ@ pp. 6z-('i3; S. DELUREANU, op. cit, p. 19. op clt ij。ォオョエ ャ セ@ Ncw York 1961, pp. 223-224· P.c. MASINI e G BosIo _l3akunin, Gariba ldi e gli affari slavi (1862- (3)., ModmelllO Of;ertlIO (1952), pp. 78-92; G: 130 E.H. CARR, M. WOOOCOCK. Anarchlsm. Miùdlesex 1975. pp. 146-149. セ@ R. CADDEo, .Epistolarlo (1/ Carlo Cattaneo, Firenze 19S4-56. vol. IV, pp. 92-93R. CADDEO, ッセ@ ciI., vol.m, p. 445; W. GIL'sn, Carlo Cattaneo dlframe all'A ustria e al mondo s/atq Tneste 1958. p l" A ANZILOTI Italiani ,ju-l."" o, R'oo " 1920 ,.. . ., . , Vセ@ "" "." ""-''8'rIIl?7lta, R oma , p..,n. :;: R. CAoDEo, op. clL. vollV, pp, 92-93. . AA.VV. Francesco Glterrazzl nella storia politica e cultUrale del Riso'Kimen' la, Atti del ronvegno, LivornO'Firenze 1975; L Tosarr, L'epistolario di F.D. 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DEAK. 1'OC {m!.f,, /i revo/wion, Louis "'ISJ/llb (md tbe I1U/lgarlans 184&J849, New York 1979, pp. 338·34& 160 MRT, Archivio Durando, 124, H, Trallative segrete per la sollevazione dell1Jn' IIheri.a, estratto di documenti sc:grcti esislenti nel Minislero: b. 2-3, Conllemion du Général ォャNーセ@ セカ・￧@ le Prina: CUla, Jassy 26.3.1859, h 2·2, Spedizioni di armi nei prinòpati Il.I\ubian i 1859,ove brani della relaliva corrispondenza 161 MRT, Archivio Durando, 124, 2·3, Apcrçu général dei forces prmmplives de la Ii<mgrie, s.d (1859); aセ@ Cane Visconti Venosta, l, 2, Notes sur les affaires hongrois.l863 I Memoriale di G. Klapka). t62 A. VIGEVANO, La legione ulIgberese Itl I/(Ilio (1859"1867). Roma 1924; G. FALlOSE, .Memorie c tradizioni di garibaldlnismo ungherese in sゥ・ャ。セL@ Atti del 32" esRI, Roma l'M. pp, 190·200. 163 MRT, Archivio Durando, 124, 2'3, Première note préscnU: par le comité hongrois ,·tllpprouvée par le consci! des ministres, TQrino 8.9.1860; ACl; Carte Visconti Venosta. I, J.. Notes sur les affaires hongroiscs (1863). non firmalo, prob. del Klapka. 164 E. KOLTA Y·KAST:'IER. Il COI/tributo オョウ「・セ@ clL. pp. 11&119. Per Il testo dell'acI ,ordo CU7.:J·Klapka, v. MR1; ArchivlQ Durando, 124, 2"3 e 2·2, SpediziQni di armi nei iャゥョ cャ ャセエゥ@ 、。ョオ「ゥセ@ 186CH86I. 1M A. T AMBORRA, .. Il compromesso austroungherese del 1867 e l'Italia., RSDR, IIV(IC)6n pp. 359--371; E. zou..ER, Hts/otre de l'Autrlcedes o rigins d I/osjours, Uone 1965; M . IIIstoire de la HOl/grU!, R.ouen·Budapest 1974, pp. 324-341. 166 Questa preoccupazione traspare c h iaramente negli articoli del Kossulh sui quoAャLuセョ@ la p(!rSf!I)f!f'anza (28.9.1861) e lA Nuora Europa (31.10.1861), 167 Su Stefano HャウエカセョI@ TOrr (182S-19OR) v. S. 1'011.11., L'opera dI S. T{jrr nel Risorgi' mI/II/Q I/fl//ano (1849-1870) 、エセイゥOHi@ dalla figlia, Firenze 1928; E. PECORlNI-MAN7.0NI, .f llcnne Turr en QsVP セL@ estr3110 dalI:! Nevue de la Hongrie, 1929, pp, 4·46; S. l'URR, Rispo· .1,1 dcllJimcmle Tiirr all'opr/scol o b・イエ。ョセ@ Milano 1874 (rist.). IbA S, MARKU5,.11 barone Riaasoli e la questione ungherese_, Alli del 32" CSRI, Roma rr Qセ G ゥ N@ pp. 26lr279. 1(19 Il :SCllimanalc L'Alletmza (186H867) fu pubblicatO a Milano da Ignazio Helfy; "".. エセ G ャ・カ。@ le iSlanze ungheresi e aggiornava sui falli balalnici. Riguardo alle queslioni lull.nlC esso adollÒ una linea filogovernali va mentre per quelle internazionali segui le ti .11r:mcesl. Per altri anicoli del KOSI>uth v. inoltre La Perst!·wrallZQ, 30.9.1861 c la NUOl'U I ,m'IXI, 24.10 e 1.11.186L i セj@ Cfr. L LLKAc:s, op clt. pp. 26-33; li KOLTA y·KASTNER,.La formazione del regno ...., • tI , P 651; Id • • Lettere inedile di Mazzini a Fr. Pulszky., Rassegrw Ita/l(/II(I, 1933, 1101. 186, ]l 1 IO, L CItIAl .... op. clt, pp. 166-171. 111 l.udwik Mieroslawski ( UIIH878) p<lnccip<) a IULte le sol1evazioni pula <-'Che e alla III " lu7.io ncdi Sicilia nel 1846, c イュャョ」・セエゥ@ r-Jpporti con Gerolamo Bonaparte v. G. I ai OijセイN@ .UrI uo mo troppo 、ゥセオBャoZ@ il generale MicrosIaws ki e la SlOrlografia ーッャ。」M、セN@ l . tl ,I1I O dali Arcbido \Iur/w \1(/11(1110. 1901. pp. 30S"31C}, E. morhlセ@ _Garibaldi c Nino tll セBN@ PC'f }GLョ、ャー 」B、エZャQセ@ lI"'!.l 1'1110 111.0 c deII'Unghe r ia_, ulmfcta Rossa, apr. 1937 n. 4. pp. Bセ@ l'l fini セL@ II t'l' Liセu i@ GセQ@ ,1 HAI ll \. 1(1'1 "i, ,"i "'14""" ,,,n InI(11rri", KI Jpk:J 31 Clvour, I '1861. 7' })/'I II/(/ ix iGO Hセ@ '"11"11,, I·/H 'lUI /,..llIhll I" ( ,,,'(III 174 6" l'P 340'347'• i IICR, 221, J セT@ , 8. C;tnb.lldf ' 174j 1:'I;N!J(,; MO volo ' al Turr. 15 11861 R[W. op. CII. p. 76: MeR 42.2. 13-14 TO GI . ven ne ーオ「ャゥ cZャエ セ@ da G. CURATt.LO op ciI pp 414 [セGM ari X!kh. 23.2.1861 (pa rte dì essa 176 Cfr. To Mf.uov l'7Jç Avoro). , " . h, dセ@ voI. Il, pp. 2W-21L del r>ulszki. Jj; IDl863, ove è riportata la traduzione di articoli In AMAI;; 215. ci ,. 3, I, Ietlera del Klapka (priva di Indiçazionc dci destinatario), 23.5.1861 Zセ@ MeR, 927, '50, I, Klapka a Gariookli, lL2.186!. S. Tellft, op. CIL, pp. 2 e 2J3, 180 V. nota 177. 181 AMA.t.: ibid; MCR 46 25, 13, TG G' . Ao; Carte RicasoH la, 2. jセイo・@ Bona rr a anhaldl, s..d. ( 21.&1861); ODI, voL Il, p. 340; }1!2 s. TCR" NセGLイ@ . parte al Klapka (2U I.IMI) l' risposta (29.111861) ' " Le ... o7lgrés Europ&m tl VienI P; " 1864 . TOrr a Garibaldi. s.d. (risposta alla lettera del Z[ィャセIQ@ , p . IO; MRM (AG-FCJ, 669, 183 MCR 221 34 8 G 'bal Garibaldi ' , , , arI d! al TOrr, 15.1.1861, ove l'esplicitO urdine d'incarico di Zセ@ MCR, 254, 49, 5. TUTr al Ucllaui, 12 e 13.10.1861. D. 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CO'>il'OSTO, op III, p. 129. Tuttavia, in un'altra k"1tcra al Crispi (9.6.1862), egli confessava l"in1ènziooe d i .II.1CGlrc il Tirolo e spiegava i mOtivi della smenti ta . cfr. F. CRISf'I, Carteggi politlcL, cII, P 96. ll'1 F BIt)f,.5CH Il\I, op cII, p. 25 セ@ V. Il Diril/o, 31.7.1862 cfr. anc he C. KI!IIOHl..AS, op ciI., pp. 174-]75. .ti! P. CAPU"Nl, . Frano:5CQ CucchL,., cii, pp. 77,81; MCR, 49. 14, 13, Domcneghlnis a I ,ml),lldi, 9.5.1862: DDI, vol lll, P. 32, Mamiani al Durando, 16.8.1862. セオ@ M CN, 253, 70. 4. Cucchi al b・ャQ。コWNセ@ 27.6.1862; A.lt;1JO. DocllmcIIU I"editi, Firen ze 1'I1"i. ·H;J W "",..uo. O{). cit., p . 474; G. GCERZO:-ll, op eit, vol. li, p . 360· l, \ ,10. Fondo cイゥセー@ (ASI'), 16. 12S, IO, 1euera del 8.7.1862: cfr. R. CoMPOSTO, op. cit., 1'1' 1\1 1'i6 C A SCI1l0CUl, 0/). CiI, pp. 231-214, 513'514. Sui contenuti sociali e politici della '1" •• llllolll' v.!l h ,,\](h di I Hrancalo, l' Ca la lano e R. Mori in G. DI STEf" ...o(a cura di), f ''l' {II lH Il l(IIHl,l \"1"""'1 .,II .lIIu.-lt· O( r!Vl'Y;! .• N;II)()lconc III che Garib::. ldi per suo "I ,\1111' セiLNカ@ 1"'1 p,lI liti l"'! 1.. I ,II', I.. v('\h flOI, vul Il, l'P 393394; C l)uRM>mO, I-:piwd/ '/'1>1"""1//' / .Id In""H'"'' "", Il,,/1,111'' 1/,.1 iセL@ ,.1 /H(,t. Tor ino !901,]l Vl. N|セ@ /1/11 v,,1 Il l'I' GQBIセ Q@ l'III,,,., In" "IH.IIIMIi \l 7 1H1,l " 11(11 \'1,111 l' iセG@ エセiG@ Il tllI,," 1i1J.tllq IlI(,ll Seconda parte LA GRECIA E I MESSAGGI DELL'ITALIA , v Questiolle IIl1ZiOllOle e c risi politica III linee siralegjcbe della Grande Idea In Grecia i tempi dell'unificazione nazionale fu rono diversi da qudli della penisola italiana. I motivi sono vari, ma possono essere hlAAruppati in due categorie. La prima riguarda j modi e i ritmi tJt,J]\Jrbanizzazione nel più Va5(Q territorio ottomano e balcanico; la fIII'(()Ilda il particolare carattere dell'equilibrio internazionale neU'area co 1.1 Mia articolazione in rappono alle singole situazioni nazionali. Il mo ndo greco era, allora, disperso in due penisole, dei Balcani e dc'll'Asia Minore, anziché compreso in un'area a forte coesio ne etni101 p:lmgonabile a quella italiana. Inoltre esso apparteneva a tre eoIh.\ .;talali quanto mai disomogenee: l'impero alternano, dove si Iro\,.IV;1 la sua parte più consistente, il regno greco e le isole dello Ionio !MIno giurisdizione inglese, All'interno dello stesso impero ouomano l,I f'O.'iiz ione dell'elemento greco si differenziava da una zona all'altr,I 1\ Creta, per esempio, dove non a caso si verificarono numerose rh'ohc, i rapporti con il potere ouomano e coi Turchi erano compieI.Ulle nt e diversi rispetto alle grandi città dcll'impero, dove i Greci I&Vt.'vano conquistato, sul piano economico e culturale, una posi zioIIt' di prem inenza rispetto alla popolazio ne musulmana. l 'aspirazioni' ullima, cioè il raggiungimento dei confini storici, era oomune a IIIUI, ma di versificata era l'individuazione delle tappe intermedie. ".Imc anche il diva rio fra l'obietti vo da conseguire e i mezzi di cui "I & .. po neva, vennero formulate tre diverse ipotesi strategiche!. "'cçondo la prima, si doveva procedere all'unificazione nazionale In mod o att ivo, con som mosse ed insurrezioni nelle regioni sotto· iエ BゥセG@ e attraverso lo scontro armato con la Turchia. I sostenitori di qlll''1t,1 Une;1 pro poneva no, tutlavia, metodi fra loro diversi: secondo NII lini l'miliali va '1 IX'[I,I V,1 .Ii Gr<.-'Ci, i qua li, mettendo le grandi {X), h-Il /t' di frollll.: ,II f,lU O ("OIllI')luIO, 1-· ilvrchhcro costrette ad appag"1.11 H, "I.'t f)ndo Hl! ,Ihd, I ( ,I t't I ,I VI{'hh('ro do vut o attendere lIna guerra "IIIIII'k'.! (I, ,il Umlll ', lfl "4 41111111 Hエャ ャiセ L Q@ W,llldL' pOtt.'n/,1 con 1:1 Tur- セ ュOHi。@ /Xu'f(' chi:l, e po rsi, in questo secondo caso, il pro bl e ma dell 'allealo pii} affidabile da cui ricerca re amicizia e appoggio. In base alla seconda ipotesi, che emerse per il fallimento dell,l prima e per la sua comprovata impossibilità a realizzarsi, i Greci avrebbero dovuto attendere la dissoluzione dell'impero onomano ad opera deUe potenze europee. I sostenitori di questa ipotesi, infatt i, erano convinti dell'inelunabilità di tale crollo, poiché ritenevano in conciliabile la permanenza dell'impero oltomano con la diffusion l' della civiltà nei suoi domin i. Ln tale prospettiva il giovane regno doveva tenersi pronto, sul piano militare, in modo da rappresentart.· un alleato di tu tto rispetto, e su quello isliluzionale, nell'eventualit:l di dover subentrare all'amminist razione OUomana. Dal ca nto suo, 1.1 popolazione ellen ica presente entro l'impero turco doveva svilupp.. re il commercio e promuovere l'istruzione, per trasformarsi nel l:i classe dirigente del nuovo セエ。ッN@ Ne conseguiva che i governi greci dovevano portare avanti u na politica di amicizia con l'autorit .) ouomana, favo rendo per il momento l'integrit:l dell'impero ed op ponendosi ad una sua eventuale dissoluzione ad opera degli alt ri movimenti nazionali balcan ici. Secondo la terza ゥーッエ・ウセ@ infine, l'ellenismo si sarebbe imposto pacificamente nell'impero, senza comportare necessariamente un'in terruzione della sua continuità statale. Sarebbe stata la chiesa orto· dossa c he, sposa ndo la grecità con l'ecumenismo, avrebbe fum o ideologicamente da cemento per la coesione e il consenso degli alt ri popoli cristiani. L'egemonia greca si sarebbe imposta mediante l'istruzione e le attività economiche urbane, nelle quali l'elemento ellenico già premineva su quello turco e su quello slavo. Questa ipotesi,o\' viamente, comportava la pacifica coesistenza dello stato greco e di quello oltomano e la loro collaborazione COntro i movimenti nazio' nali separatisti. Sotto alcuni aspetti, tale visione coll imava con le {(.'arie e i progetti di riforma dello stato ottomano promossi da alcu ni politici turchi. 11 referente primo dell'idea d i una possibile co l laborazione greco-oltoma na era l'aristocrazia ellenica di Costanti nopoli. In tempi di riforme e d i attese d i una trasformazione federa k dell'impero, essa poteva tuttavia godere di un più ampio seguito l . La prima ipotesi, cioè quella più conforme alla tradizione nazio naie, trovò i suoi sostenitori nella monarchia, nei militari e, in alcun i momenti, nei partiti politici, soprattutto quello "russo" e quello .. fr:m cese,,; e, dentro l'impero oltomano, ebbe spesso seguito nelle p ro vince confinanti con lo stato greco e a Creta. L'ipotesi della pacifica coesistenza con la Turchia nel regno lilx ' ro fu sostenuta sopraltutto dai nloinglesi, ma, occasion:lllll c n1 (,!, :I n che dagli altri partiti politici; nell'im]:x:ro ollo nuno l'blx: i :-.uoi LIlI tori più fervidi nei ce ti urb.1ni . c he, co n k' d flll lll(' polit k hc <.Id pericxlo 1830-1856 (Ta nzim1t ), ;rVl'V;lI'() .Kqtl l.. 1t 4) dll ltt i 11\ UI (' ョ ッ エ セ ᄋ@ vo li v:mtagg i ('co nom Ì('1 Fml ,llllll(' Il' Ipotl セ i@ tlll jlth .IV,IIIO, l'k'r l.1 ャエ ・@ po lit iche ad c . . .'>C {.'o nfortlll. &·(.:o ndo la prima, il p:lesc dovul o ìmpcgn:lrc le mZG ャイ セ@ entl .He d i c ui disponeva nel Ik'h.'nzbment o dell'apparato milit :lre, rinviare pertanto ad altro temo l'o ogni ambizione di sviluppo economico, che appariva peraltro qLl,lIlto mai proble matico e ntro i ristretti confin i del regno. Secondo I.lh r.L, le continue agitazioni e le çx::rsistenti tensioni con la Turchia, ti' In solo non sarebbero approdate ad alcun risultato positivo, ma IVIl:bbe ro anzi peggiorato la silllazione dei Greci nell'impero e nuo, luto :1gli interessi dell'ellenismo. La Grecia doveva occuparsi $Oprat· I .. !l O del proprio sviluppo economico e culturale, e d iventare un p.ll''IC 5.1ldo e ben governato. Solo cosl, avrebbe finito per rappre""IlI,lre uno stato modello per gli irredentisti Greci e sarebbe stata in )tl ,ido di guadagnarsi la fiducia e l'appoggio degli stati stranieri, per '1 l1llCnl r:1rc all'impero ッエュ。ョセN@ Ogni ipotesi corrispondeva a concezioni e ad attese セゥカ・イ@ セ ・ セᆳ loplnione pubblica riguardo al ruo lo dello stato. In altn te rmllll, il ]I!,)hle ma era se lo stato dovesse limitarsi a promuovere iniziative 1111111:11'10 dovesse anche favorire lo sviluppo economico e il benes... ·H · -,ociale. E se, da parte sua, la nazione dovesse stringersi intorno "I "ovrano o pretendere maggiore autonomia e la possibilità di un Il, ,Ilnbio dei partiti al potere. Nc ......,una della due ipotesi, in realtà, fu in grado di tradursi in una 11111"1politica stabile di lunga durata. Le interferenze straniere, i ripeエ|ャョ セ セl 」 」・ウゥL@ le pretese dei partiti politici e la stessa congiuntura '''4 )Ilo miça fav orevole agirono in senso contrario al concretarsi delI" pllma ipotesi. La trad izione ideologica della nazione in lotta, i ... Lーャ セ ゥ@ pe rpetrati dall'amministrazione ottomana e da corpi irregoI.ul .11danni delle popolazioni rurali, le effimere speranze fomentate d .. 1rk.'rloclico riproporsi della crisi oriemale o dalla prospettiva di un "'lillino europeo, tolsero alla seconda la possibil ità di un radica!11I'rl10 dure vole. Così i governi, i part iti e le singole personalità pc11th be p:rsslvano, con grande disinvoltura, da un'ipotesi all'altra, con iセ@ ャo iャ セ ァオ ・ ャQN L 。@ che nessuna di esse potè assumere una fis ionomia I (ull lt.·t,1 e dar vita ad una corrente ben definita con li nee di politiC'J. hllnl1.1 cd cste r:1 organicamente elaborate e articolate, come accaddr' In Il ,dia. D'altro nde, a parte il fatto che queste iporesi non richied,' \ .lIlO una mobilitazione di massa né un'injziativa dei cittadini, alla ヲャエ N ャセイ L ャエ、 エZG@ maggioranza dei Greci presenti nell'impero oltomano 111.11\\ .IV;ltlO possibilità concrete di partecipare alla vita çK)litica e, di ,( ,t)"t')(ul'nza, di da r vi l:I:1 fo rmnioni di portata nazionale, sulla base .Il カャセ ゥ ッ ョ ・@ 」ッ ャー ャ ・ ウ セ ゥ カ[エ@ dei prohlemi, A riprova di ciò, basti dire 4114 ', !loVl' l ,.. b tcV;1 l ln:1 vi!'1 po litiCI ッ イ セ。ョゥコエ L@ come nelle isole dello I, 111 11 1. 1 p.llill i l'hht,'l'I) .IIH III' Lln .1 prl'c:i",1 visio ne della questione IIHhlll ,lh' III p.111 Ii lLl.Il I' I 1,ldll " lI th'lIo Ionio no n si limitarono a 1lIl'lhli'll' l)t l.. l/ hlllt' "'!Ili tl lIl, 1111 ' ,h· HI' I ..o h· Idi" C l t·, !;! l' :! M>stc nerl::r , " tl liMI Il P 111.4 "I ,. '1'" ·1 t .. .11 11 li. 111111.. Ilht'I,IIlnrtt' {le'lla nal lo nc t .1('d,l, セ」 N i カ イ H Gィャ セ@ "",1 &"O/l(J/I parlO ellenica nel suo complesso. In ogni caso la Grande Idc3, in lutte le sue varianli, elevando l'obienivo nazionale a principio dell 'azione politica, alimemando l'allesa di una liberazione immineme e crC'.mdo gli st rumenti della sua diffusione, valse a consolidare la coscienza nazionale presso le popolazioni elleniche. Nonostante le molteplici versioni della Grande Idea, lo stato greco costitui, in ogni caso, il cemro nazionale dell'ellenismo, all'inizio per motivi ideologici, per motivi concreti verso la fine del secolo. Da questo punto di vista, il confronto col ruolo che il Piemonte aveva giocalO in Ilalia fu frequente nei contemporanei, Greci o meno che fossero, cosi come lo sarà in seguito. Di conseguenza, gli eventi interni del regno greco, sebbene non fossero determinanti per la p0polazione ellenica nel suo insieme, si caricarono di significato, non solo ー・イ」ィセ@ condizionarono la politica estera, ma anche perché anirarono ['attenzione dell'elemento ellenico e ne influenzarono, complessivamente, le prese di posizione I motivi di fondo e la natura della crisi del 1859-1862 Dopo la guerra di Crimea, la vita politica della Grecia attraversò una fase interlocutoria, che sfociò, nel triennio 1859-1862, in una crisi istituzionale e nella destituzione del re Ottone. Per spiegare tale crisi, che fino ad ora non è stata oggeno di un'analisi storica4, si possono individuare due o rdini d i motivi, d i cui i primi riguardano le cause della crisi stessa, i secondi le ragioni per cui essa prese un carattere antidinastico. Tra le cause della crisi vi è, in primo luogo, la notevole trasformazione del quadro economico che si ebbe in Grecia sul finire degli anni 'SO. Sebbene lo sviluppo dell'economia fosse irrilevame rispello a quello che si andava registrando nell'Europa occidentale, le sue conseguenze furono tuttavia visibili, dato che si concemrarono nei centri urbani. D'alt'ra parte, esso va rapportato allivello zero da cui la società greca era partita una generazione prima. Nelle città, l'incremento e l'assestamento della popolazione, lo sviluppo del commercio, la crescita dell'app-.uato statale, l'attività delle scuole superiori fecero emergere bisogni nuovi, rafforzando il ruolo di alcuni gruppi sociali come i liberi professionisti, gli intellettuali, i commercianti e gli impiegati statali s. Nel periodo 1859-1862, SOltO l'influenza delliberalismo europeo che diede alimento alle inquietudi ni politico-istituzionali, si sviluppò una critica ァ・ョイ。Qゥコ エ セ Q@ nei confronti del regime, cosicché le città divennero il terreno propizio alla maturazione della crisi politica Un altro motivo delerminante fu il fallimento, neI18S4, dell'ipotesi di una soluzione alliva della questione nazionale. Tale falliment o mise in crisi gli schemi ideologici che avevano dominato nel primo Ircn le nnio d i ind il>cndcll/AI na 7ion:.t lc. I"a hro l'occupn ione milharc della capila le da parte della Francia dcll'lnghihera, cioè delle due polenze che, nel panorama ideologin> dell'epoca, avevano assunto il ruolo di protettrici, di alleate e di 1I1<xlelli, contribuì a lungo andare al venir meno della fiducia della Il.llJo ne nei confronti del governo e delle sue scelte politiche. ConIlC:,.o;O con questo motivo fu il mutamento dei rapporti di forza nel Mt-d iterraneo orientale a favore dell'I nghilterra. Infatti, da quel molIlento in poi, il governo greco non ebbe un gran margine di mano\r;l, per mantenere un'equa distanza tra le grandi potenze e per ("(luilibrare le loro influenze/>. Per tutti questi motivi, e anche per la l'tI,,:omparsa della maggior parte dei leader della generazione postIlvoluzionaria, si dissolsero le vecchie formazioni politiche che aveV t 100 costituito, pur sempre, un fattore di equilibrio del sistema di Koverno nel periodo mtoniano. La crisi era riconosciuta da tutti, ma veniva diversamente interpr'ctata. Una piccola minoranza, composta soprattu((o da intellettuali, Ira cui figuravano Konstantinos Paparighòpulos e Stèfanos KumaIIÙdis, la attribuiva all'inadeguatezza della classe politica. La maggio1,lIl za ne riteneva, tuttavia, responsabile la monarchia. La crisi assunM', cosI, un carattere spiccatamente antiottoniano, soprattutto per la i tntralizzazione del potere, per il carattere autoritario e paterna1istico IIdl:\ politica del re e per le sue continue violazioni della costilUzione, 1':1 persona di Ottone d ivenne il bersaglio di tutte le proteste e gli ItIl;lcchi. Anche se non fu messa in discussione la natura del regime, 1;1 mancanza di un erede mise in crisi il futuro della dinastia. I>oiché la monarchia, in Grecia, non aveva radici, i sostenitori di I )ltone erano occasionali, numericamente esigui ed instabili. Al conliMi per il carattere complessivo della crisi, nel campo opposto lonfluivano di continuo forze nuove e le più disparate. Ad esse si セaゥオョ ウ・ イッ@ anche i ceti borghesi dell'impero e della diaspora, che u'(.:Ia mavano una convivenza pacifica con la Sublime Porta e rifor!Ile di tipo liberale. Tali aspirazioni venivano incoraggiate dall'lnghillC'n ;1, la potenza aUora dominante nel Mediterraneo orientale, la quale Ik'ra llro no n poteva non essere assecondata, rappresentando l'unico pUlcnz-i:.le alleato7. Cast il nuovo rapporto di forze scatu rito dalla guerra di Crimea セ i@ riflesse all'interno del paese. L'influenza inglese guadagnò largo セGwィッ@ negli ambienti politici ellenici, sia dentro che fuori del reセ i GHI L@ C si rafforzò il campo anliottoniano. La monarchia tentò di affrontare la crisi con i metodi consueti. aセャ@ dapprima con misure aUloritarie e in una logica repressi va, ma r""I l) t hi us.... in un circolo viz.ioso cii crescente lensione, che aggravò i セ i@ (rhl Poi b;ll! " la :-.Irada dei l'imp:lsli governativi e della strumen1,11I1I.17ionc di 1')Olltki セ@ hl' セi@ , kfll101 cv:mo nelle grandi potenze, ma Iltll ht' In (llIC!'!1CI (, l ''>i) "("I II, ' Il .. ultatl ーHIセᅩャゥカ@ Inf:llli, i vecchi partiti, 1 /11' Il ヲ ャGセi iャ H G@ "I t'l,I 111I1I1I,11I1"'I0I1I1 0 1l,lft', In r(',III:' non esistevano 1'1;1 t' /Il .)('(OIulf/ ,WIr!O piÙ. Giocò [:>e.r ultima b Glrt a dcll'irred c:ntismo, la quale tuttavia, per Il. イセ・ョエ ・@ N ヲ。ャョ ・ セエ ッ@ e per la mancanza dcll'indis[:>enS:lbile consenso, fml per rllOrCerSI con tro il re. . In verità: la crisi degli anni 1859-1862, superando le ragio ni specifIChe da 」オセ@ セカ・。Nーイ@ l'avvio, assunse le dimensioni di una più generale CriSI degl! onentament i della politica greca. Ma lgrado le grandi attese del sospirato mutamento, essa mostrò tutti i limiti dei suoi obieu ivi, che restavano il re e il ..sistema», cioè il governo i funzionari e il loro modo di gestire il potere. Poiché il «sistema,. ョ セ ョ@ traeva la sua autorità da altri che dal re, la persona di Ottone diven ° ne l'inc-.unazione del .. male generale,., indipendentemente da qualsiasi ragione obiettiva. Il campo dei realisti, dei .. devoti,., era composto soprattutto da due gruppi. Il primo includeva Greci colti, rientrati in patria dalJ'estero che ricoprivano alte ca riche nella macchina dello stato, ma non 、ゥウセョ・ᆳ vano di un potere politico autonomo; l'altro comprendeva gli epigoni pur non essendo della leadership militare della rivoluzione, i アオ。ャセ@ dotati di particolari competenze, erano chiamati di preferenza a far parte dei governi poiché mettevano a disposizione del re la loro influenza loca le, Nel primo gruppo rientravano uomini come Nikòlaos Dragumis, Markos Renieris, Alèxandros Rizos Rangavìs; nel secondo, come Ghen nèos Kolokotrònis, Amonios Miaùlis e Spiros Mì:liru-8, L'opposizione era, invece, un insieme eterogeneo di forze senza coesione, arricchito di continuo da quanti abbandonavano il campo opposto. Anche in eSSo1, però, è possibile distinguere due tendenze. La prima era rappresentata da gruppi e personalità uscite dalla dissoluzione delle vecch ie aggregazioni partitiche. La sua linea di demarcazione dal campo dei realisti era piuttosto fluida. Molti dei ーセッカゥョ@ dai ァイ。セ、ゥ@ proprietari terrieri, dai magnati suoi N i・。セイ@ locah, dal capi militari del 1821, da l fanar iOli e da quanti si era no fatt i una posizione sociale nel periodo del Kapo:Hstrias e di Ottone. La loro forza economica derivava, insieme, da rendite agricole piuttosto cospicue, da attività speculative di altro genere e dal ruolo ricoperto nell'amministrazione stalale. Partecipavano alla vita politica, emergevano e mantenevano una rete clientelare. Tra loro non esisteva alcuna convergenza di principi: alcuni si ispiravano al liberalismo del vecchio partito filoinglese, altri, come Dimitrios VOlgaris Konstantinos Kanaris, Benizèlos Rufos, Dimitrios ChriSlidi s: Alèxandros Kumundùros, Thrassìvulos Zaìmis, avevano concezioni politiche estremamente autoritarie. . La ウ・」セIiャ、。@ エ・ョ、コセ L@ dotata di minor peso politico, ma d i maggior 」ッ・ウ セ ッョ・@ e determmatezza, e nOta come ..giovcnt lh, compft:!ndeva tUltl coloro che si erano d istinti nelle m:lIlift" I:t:lioni :1I, tiottoniane, Erano soprattutto giovani intelk'lIuali, ut (ltl.l ll (Ii j.(1',ldo lnft... riore e impiegali sl.uali, e mo lli di loro ,IPI),lIh'I1t'"" IIlf) ,111(, Hf;lIldi famigl ie dell 'c(XK';1, Tr:II;'V;1Il0 1 loro m odl' lI 1 I l.· 11114. hll'(', t (Hl un H' III (" " ./11 " I '/II '\.\(/AA' (/(I/I 'I/(//((/ ritardo di dil.'Ci :1I11l1, d,llk nv()IU/lor1i dci 1848 e dai loro tcorici, ma m:lncava no di cocrcnl;1 ideologica. Per la maggior parte furono fatti oggetto di per!>(.'cuzioni e furo no esiliati dal regime. Dopo la deposilione di Ouone, diedero vita all'associazione «Rigas Ferèos,., espres, ione delle istanze liberali in comrasto coi politici tradizionali che aveva no preso il potere. Però la coesione del gruppo non fu duratur;t. I suoi membri, assorbiti da l quadro politico, persero qualsiasi connotato ideologico autonomo. Tra i più rappreselllativi di loro furono Ep:uninondas DeLighiorghis, Odisseas làlemos e Anaslàssios Gudas"'. Le richieste dell'opposizione sono in gran pane riassunte nella ]>elizione che il Kanaris sottopose a Ottone il 12 gennaio 1862 Essa o;Ollecitava il rispetto della costituzione, la fin e delle interferenze del l'e nell'attività del governo, la definizione, in base alla Costituzione, dei poteri del re e del primo ministro, l'abolizione de! gabinetto del re, l'integrazione del senato con nuovi membri provenienti dall'opposizione, lo scioglimento del parlamento, la proclamazione di nuove elezioni e la garanzia del loro regolare svolgimento. Ch iedeva, inoltre, l'emanazione di una nuova legge, più liberale, sulla stampa e l'istituzione di una guardia nazionale sul modello belga o italiano, In CU11po economico sosteneva il risanamemo della finanza pubblica, l'On la regolamemazione dei prestiti e il riordino degli impegni fin:mziari del paese. L'opposizione accusava Ottone di aver scoraggiatO le iniziative imprenditoriali, in particolare dei Greci della diaspora, l he intendevano investire i loro capitali nella costruzio ne di ferrovie e nel settore mariuimo lO, La lotta antidinastica prese l'avvio, tra il maggio e il giugno del 1859, con manifestazioni popolari alle quali il governo rispose con la re pressione e col carcere. Nello stesso periodo, si sviluppò anche un'intensa campagna contro il regime sulla stampa e in assemblee rommemorative od occasio naIi. Dalla fine del 18S9 alla fine del 1860 ,i formò, all'interno del parlamento, un blocco antigovernativo, che, in seguito a ripetute defezioni dall'area politica filootloniana, contjUbl Ò la maggioranza, tamo da poter ri vendicare, nel novembre del lH60, la presidenza dell'assemblea. Ciò che provocò l'intervento del 1\.' t! lo scioglimento del parlamento, Le elezioni che seguirono, in oCC:lsione delle quali si mobilitarono l'intera macchina statale e l'eserr ho, per influenzarne il risultato, dimostrarono la deoolezza e l'inefficacia di una lotta condotta all'interno delle istituzioni. Così, l'anno dopo, prese il via l'organizzazione di cospirazioni, con la partecipaIlone di militari e civili. Una vasia rete cospi ratoria fu scoperta nel 1ll,IAAio del 1861; c, nel settembre dello stesso anno, si ebbe un atten1.11 0 :dl:t vita della regina Amalia, Nel febbraio del 1862 le cospirazioni ..,Iodarono In l'1VO I!I.' milit ari,:1 Na uplia, a Sy ra, a Tripoli e in altre t HL' Andlt' '>l' Il rq(lt1H' 11\10.;{1 ,I ,offocarle, nel mese di ottobre la ,o!!t- v,l/ic1111' , I I-Wllt ' I ,dl lltl, lon 1.1 p,1I tl.'(' II>:I/;onc dell., gu.,rdia milit,IH' di AIt'11e' l ' di t h III. l ' III dII 111.11 .1\ ,1 1,1 dl'cldl'nl,l ddl:l dina!>ti:!. , St'Co"t/(/ /Xu'ftJ In quel triennio, l'unificazione italiana ebbe un'influenza dirett:l sugli eventi greci. l suoi assi portanti, la stralegia dci mov imento nazionale da un lato, quella della riorganizzazione politica dall'altro, ebbero vasta risonanza in Grecia, poiché rispondevano a problematiche analoghe. Il suo spettacolare successo e il cara nere liberale del regime che ne derivò le diedero un valore esemplare. Ad agevolare il carattere diretto di tale influenza valsero la vicinanza dei due paesi, la fiua rete dei loro rapporti, la lunga tradizione dei loro scambi culturali e, infine, le analogie del loro sviluppo storico cosi com'erano avvert ite dalla coscienza dei contemporanei. Il principale sostenitore d i tale idea fu Andreas Rigòpulos, eccentrico intelleuuale e politico di Patrasso. Egli sosteneva che la Grecia e l'italia, .le due sorelle.., avevano un destino storico comune e il compito di diffondere la civiltà nel mondo lL• Concezioni analoghe erano diffuse anche dai profughi politici italiani, i quali insistevano sul comune passato classico e sul ーセイ。ャ・ゥウュッL@ nell'età moderna, delle lotte per l'indipendenza delle due nazionjl2. Per concludere, a creare un clima di obiettivi e di lotte comuni e di particolare sensibilità nei confronti dei messaggi del Risorgimento italiano contribuirono, oltre ai numerosi volontari dell'una e dell'altra nazione che presero parte alle lotte dei due paesi, l'ispirazione universalistica dei movimenti nazionali dell'epoca e la fede in un generalizzarsi delle rivoluzioni per l'emancipazione dei popoli europei. Questi messaggi furono recepiti dalle forze politiche greche in stretto rapporto colle esigenze e con le caratteristiche ideologiche di ciascuna di esse. Non si trattò tuttavia di un'accenazione puramente passiva. Le prospettive che apriva il modello italiano, o c0munque la sua trasfigurazione, indussero infatti gli imeressat i a ricercare l'alleanza e la collaborazione con le forze poli tiche ad esse simili in Italia .., VI l/eco dell'u.ni/icclz;o ue italia.na in ambiente ellenico I e ripercussioni del Risorgimento italiano nella Grecia libera Per trattare della risonanza che l'unificazione italiana ebbe nella Grecia libera, occorre distinguere tre fasi. Nella prima si definl l'aspeno esterno dell'evento, nella seconda si passò alla comprensione dei suoi meccanismi interni e delle sue forze motrici, e il Risorgimento italiano ru :Issunto a modello, nell'ultima si tentò di proporre un'azione analoMa in Grecia In questo capitolo ci occuperemo della prima fase. IL DEFINIRSI DEll'IMMAGINE. L'immagine iniziale dell'unificazione italiana si formò sulla base delle informazioni che arrivavano dalla vicina penisola, rielaborate però dai loro vettori e tradotte in codici pII) familiari. Tale immagine, che esprimeva e al tempo stesso alimentava l'attesa diffusa di grandi ca mbiamenti, fu efricacememe descritta da Andreas Rigòpulos nel 1859: .Noi ci troviamo alla vigilia di grandi eventi. Il mondo del passato cade per sempre e la società eu ropea si sta avviando verso un futuro migliore. Il moto morale e m:lleriale del nostro secolo sta abbanendo, uno dopo l'altro, tutti gli OI>lacoli frapposti. L'orieme e l'occidente sono scossi. 11 giudizio uniカ・イセ 、@ delle nazioni è in gestazione. Tra poco gli istmi di Suez e di P.m:llna saranno tagliati per unire gli oceani, cosi come la libertà unirà 1m loro i popoli. Il commercio è destinato a svilupparsi, mentre la (;recia e l'Italia, indipendenti e libere, porteranno attraverso le nuove vie la civiltà universale da un polo all'altro. In una cosi radiosa vhlone, ill uminata dalla luce della divina sapienza, già sobbalza la ml;t anima, nel suo dolore,.u. Ir, questo clima che ca ricava gli eventi di incalcolabili prospettive, la guerra del 1859, che fu il primo atto dell'unificazione italiana, venne interpret:lw come il scgno della nuova strategia con cui l'imper.ll ore fr;ITKcM', de.'MltO B ャi 」・セ イ ・@ di Napoleone Bonaparte, si di,ilO:.I ";IV:1 e..lP,1I (' 1111,1111111 ,111: I.. ("'ionomb dell'Europa, cii rivedere i 11 1111 ,111 dd i h i セ@ (' \ 11 h i セ@ IItI(' Jco n,lIlonl M)1I0Illesse I4 • ., セャGH[ サI ャOHヲi@ IXIII(! Tale impressione, che provocO l'esplosionI.: di lJlI ,Lnl'."O :-,pi rito filofran cese, naturalmente venne alimentata da ll:Lpoll! lt.::l de magogica di Napoleone m, ma trovò in Grecia un fertile lerre no. Più. precisamente, per giustificare il suo attacco contro l'Austria, Na po leone III diffondeva l'idea che, con esso, si inaugurava la guerra de d'Europa delle nazionalità,. contro «l'Europa dei trattati,.. Questo è il contenuto di un opuscolo uscito dall'ambiente di corte, che vide la luce anonimo a Parigi, nel gennaio del 1859, e fu immediatamente tradotto e pubblicato in Grecia, nell'aprile dello stesso anno, suscitando grande impressionel5• La propaganda dell'imperatore trovò favorevole accoglienza in Grecia, poiché il mondo pol itico era orientato, nel suo complesso, verso le grandi potenze, dalle quali si attendeva il sostegno e l'aiuto neccessari per conseguire gli obiettivi nazionali. Significative sono a proposito le testimonianze di Alèxandros Kumundùros e di Epaminondas Delighiorghis. Il primo proclamava: セ D・@ la Grecia sarà costretta a difendersi contro un'ingiustizia, i suoi protettori non vorranno 。「ョ、ッイャLNセ@ il secondo sottolineava, a sua volta: «II regno ellenico deve essere il satellite dell'Occidente e il sole dell 'Oriente.p. Nel giornale «I1ios» di Panayotis Smsos, troviamo riassunte queste posizioni: «La linea politica del paese deve identificarsi colla devozione alle due Potenze. Se la Grecia vorrà fare questa scelta, diventerà indispensabile alle due Potenze, l'Inghilterra e la Francia, e diverrà il loro braccio destro,.18. L'unica voce dissonante, ad Atene, proveniva da un ambieme del tutto diverso, quello radicale delle isole dell'Ionio. Panayotis Panàs ammonì sul quotidiano «To Fos,.: «Siate diffidenti nei confronti dell'uomo del 2 dicembre, del boia di Roma, di chi ha comlY,1ttuto a favore della Turchia,.. Tale posizione godeva, però, di un limitatissimo seguito ed era per lo più circoscritta ad ambienti del mondo giovanile 19. !L RUOLO DEL MITO. Le attese nei confronti delle grandi potenze erano dovute non solo all'idea che la Grecia costituisse un prolungamento dell'occidente cristiano e civilizzato verso l'Oriente, ma anche al mito del crollo imminente dell'impero ottomano. Tale mito, che investiva i fatti di una dimensione fantastica e di una forza probante, per restare attuale, doveva continuamente trasformarsi. Fu cosl che, nel 1859, governo e opinione pubblica, ambienti informati e disinformati, condivisero il sospetto che la guerra fosse il primo passo di un accordo segreto tra la Francia e la Russia per disegnare nuove zone d'influenza in Europa. Tale sospetto, peraltro, era aS:5ai diffuso anche in Italia e nel resto dell'Europa, poiché incarnava il lusioni ereditate dalla tradizione e le rendeva attuali. Esso prendeva, tuttavia, significati diversi nei vari comesti po litici c nazionali. I democratici europei ne traevano motivo di rimol"", pャGic ィ セ@ rit c;:nevano che la cospirazio ne dei due ne mici più 1tI,Lndl dvll :1 ri volmio- ョ セL@ il I3on:lp:llll' l' 1(1 '/, 11 , L l |ャGセ@ ..e COll'l e obie ttivo di restaurare 13 l'cnione c di !'!oppll rllèn.: I:Lliberi :' dei popoli )). In Grecia. al COntrario, tale sospc!lQ :Lli Lllt!ntava le speranze di libertà: «Apriamo dunque ambedue i nost ri occhi e puntiamo con il primo la Francia e ,on l'a ltro la Russia"lL. Ricerchiamo ora nei faui reali la genesi del mito. La Russia perseguiva l'obiettivo della revisione dei trattati del 18:;6, a lei sfavorevoli, e, sebbene fosse ostacolata nelle sue iniziative da seri problemi interni, ritenne opportuno, per raggiungere il suo scopo, di avvicinarsi alla Francia e d'indebolire l'Austria. D,Il canto suo la Francia, per preparare la guerra contro l'AlIStria, doveva assicurarsi, tra l'altro, la neutralità della Russia, per scongiurare l'eventualità di un contrattacco prussiano. Nel settembre del 1858, le proposte francesi furono trasmesse allo Zar da Gerolamo Bonaparte, a Varsavia. Napoleone III non s'impegnò alla revisione dei trattati del 1856, mascherò tuttavia tale rifiuto sotto la proposta, allettante quanto vaga, di una più vasta alleanza, che avrebbe portato alla creazione di due zone d'influenza, quella dei popoli btini, spettante alla Francia, e quella dei popoli slavi, affidata alla i セlャウゥ。N@ Da parte russa, però, la proposta fu respinta:a. Dopo la guerra, nell'aprile del 1860, iI primo ministro russo, Aleksandr Gorcakov, cercò di promuovere un accordo con altre forze europee, allo scopo di controllare l'altuazione delle riforme e la condizione dei cittadini cristiani in Turchia. Le sue proposte, però, furono sostanzialmente respinte e ridotte al livello di un'inchiesta ;lmministrativa condolta da funzionari ottomani23. Nel settembre dellB60, Napoleone Ul rinnovò la sua proposta di lJn accordo globale, con l'intenzione di ostacolare l'avvicinamento della Russia alla Prussia e all'Austria. Più esattamente il ministro degli esteri francese, Louis Thouvenel, promise al Gorcakov che la Francia, nell 'eventualità di una nuova crisi dell'impero ouomano, non si セ lイ ・ 「・@ opposta al protettorato unilaterale della Russia sulla Bulgaria; propose, inoltre, un'azione comune delle due potenze, nel caso di un suo crollo. Ma anche le nuove proposte francesi ebbero la sorte di quelle precedenti24• Il comenuto delle trattative franco-russe rimase segreto. Però gli incontri tra i rappresentanti delle due potenze furono una prova 'illfriciente per alimentare le voci che venivano diffuse, non solo da セゥッイQ。ャウエ@ e da uomini politici, ma anche dagli informatori ufficiali dci governo greco. Così Dimitrios Kallerghis, ambasciatore a Parigi, nell'agosto del lB61 comunicava al suo governo: «La Turchia è finila .. ; e :lggi ungeva che l'esercito francese lasciava il Libano per non .l''slstere al cro llo delb Turchia25. Persino un osservatore attento come Spiridon Trikupis $cri vev:l (1:1 Londra : ᆱ セ@ imminente una guerra l'u r'ope:l»; c 10:1nnh S llt-.OS, ゥョ カ ゥ セ ャQ、 ッ@ da Pielroburgo informazioni tkll0 "'lc,,-.o 1(;: n01l..', lon .. l»(Ii..v, I (LI j.tovcrno di appoggiarsi soprattutto :.11 ,1 l''r,II) ( L.1ft H'/ SccomJfI IX,,'If) , In un 」jゥセZエ@ cosI favorevole all'accettazione del mit o, ('Hn i episod.IO セッョ、。 ョ _@ カ・セゥ。@ fa cilmente deformato e usato come prova del ri volgimento Immmente della mappa politica europea. A gioca re tale ruolo fu sopranutto l'opuscolo di Edmond Aoout La nuova carta セ・ャ G eセイッー。L@ dove si prevedeva un grande impero ellenico su tutto li terntono occupato dagli Onomani, nel contesto di un'Europa ridisegnata. In Gr<.X:ia si ritenne che l'Aoout interpretasse la volontà di Napoleone III, poiché nessuna pubblicazione poteva uscire senza la セオ。@ セーイッカ。コゥョ・L@ data la natura poliziesca del regime francesen, Tali jAャ。コ ャ ッセャL@ セイ@ セイ「ゥエ。・@ che fossero, in qualche modo si giustificavan? Le.llluslOIll erano alimentate, infatti, dalla politica fluida, contraddmo na e セ・ュ。ァッゥ」@ dell'imperatore francese. Il quale, ad esempio, nel febbraio del 1860, aveva dichiarato a Costantino Nigra inviato del Cavour a Parigi, che avrebbe posto Ottone sul trono d;' Costan' tinopolj28. LA CONCRETEZZA DEI fATTI. Nel mito dell'intesa franco-russa ossia dell'i.niziativa francese per la liberazione dei popoli, con la sua iogica mamchea, prese forma l'immagine che le forze politiche greche si セイ。ョッ@ fana delle contraddizioni presenti all'interno del paese e alI estero. 11 mondo. appariva diviso in due campi opposti: in quello 」セ・@ tendeva alla ltbertà e al progresso, trovavano posto, con piccole differenze e a prescindere dalle loro reali intenzioni la Francia la Russia, l'Italia e l'Inghilterra; in quello soggetto al 、ゥウセエュッ@ e proteso alla repressione dei popoli, l'Austria e la Turchia, La Grecia doveva appartenere al primo. La contraddizione internazionale si riproponeva all'interno del paese secondo la stessa logica manichea. CosI la monarchia, accusata di dispotismo e di ostilità alla nazione セ@ fu considerata un avamposto del campo avversario in Grecia, s・」ッョ do quella logica, ciò spiegava la sua politica: od Greci -scriveva il アセqHゥ、。ョッ@ "Avghr,- attribuiscono all'influenza 。オウエイゥセ@ ogni avvemmento che si registra in Grecia,.29. Cast la エゥーッャァセ@ セ・u@ guerra di liberazione italiana venne trapiantata nella lona pobtlca IIlterna della Grecia. Alle manifestazio ni studentesche (.,Skiadikà.. ), i partecipanti si autodefinirono «garibaldini»" e le dimostrazioni di solidarietà nei confronti dei «Francosardi.. 。ウ セ@ sunsero il carattere di una protesta COntro la politica della mo narchia. セョゥ@ loro vittoria rafforzava il morale dell'opposizione "Percセ←@ sIamo cresciuti di un palmo dal giorno della guerra francese?,., SI domandava il quotidiano "l1iOS,.; e rispondeva: "Perché in Grecia ha soffiato lo zeffiro della libertà dei popoli,.JO. .Le basi dell'accusa rivolta ad Ottone, di essere un agente dell'AuウエセャSL@ furono sopranuuo i suoi vincoli di parentela con 1:1 cort e di Vlenna, la sua am icizia con l'a mbasciat ore austriaco ad Atene, Anlon von Prokesch-Osten, e il suo tentat ivo di us..1 re ャ Gゥョ ヲャオ ・ョセ Q@ aU.'>lriaca per allontanare le truppe :tng!o-fr:tncc.,i {' L, r c:.ldcrc il J(ovcrno "" 11/ (./1'.1" l' I /1II '\\II}(1l1 del/'Uallll Mavrokol"d:\\O., ",,:1 IH-;S'I. l ,I prov.l delle sue tendenze nlc.1.lIstrÌ3che f LI individu:HlI nel fano che egli no n approfittò della guerra contro l'A uslria, verosimilmente segnale di una nuova riscossa dei popoli, per paS5.1.re a un'attiva politica antiturca. La pubblicazione, su un quotidiano francese, di un documento falso e la diffusione di un'informazione inesatta furono assunte a prova di tale politica e le accuse furon o en fatizzat e al punto da provoca re un vero terremoto. Il documento falso concerneva un ;lccordo segreto del governo di Vienna con la Sublime Porta, contenente la garanzia dell'Austria che la Grecia non avrebbe approfittalO della guerra per dare l'avvio ad iniziative rivoluzionar!e. Le assi: curazioni di Vienna furono prese come prove del tradImento di Ottone. L'informazione inesatta, riguardava, invece, il permesso del Roverno alle navi austriache di battere bandiera greca, In effetti molti .trmatori greci di Trieste avevano chiesto questa agevolazione, che però fu negata dal governo greco. A parte l'uso strumentale che se ne fece per dimostrare il tradimento di Ottone, l'accusa testimoniaカセ@ anche la preoccupazione degli armatori greci di assicurarsi il massimo profitto dalla guerra in un regime di non 」ッ ョ」ッイ・コ。 セN@ Naturalmente non fu difficile al governo dimostrare, non solo che le accuse di voler favorire l'Austria erano infondate, ma anche che, ;Il contrario, erano state proprio la Francia, la Russia e il Piemonte a (.'hiedere ad Ottone, con la minaccia di occupare la capitale, di non "l'profittare dalla guerra per insidiare la Turchia. Tali pressioni, ini,I:tte giii prima della guerra, si manifestarono nelle relazioni dei tre ,Imbasciarori greci al governo Miaùlis, in occasione della visita ad At ene del granduca di Russia, Costantino, il 15 aprile 1859, e nelle dichiarazioni verbali dei governi inglese. francese e piemontese agli .unbasciatori greci a Londra, Parigi e Torin0'3. Tuttavia, più forte di qualsiasi smentita era la schematizzazione Imposta dal mito e la sua necessità ai fini della lotta politica. Cosi il quotidiano di Emmanull Antoniàdis, .,Athin:h, normalmente lucido, In quell'occasio ne scrisse che, anche se il patto austro-turco era solo un bl uff, reale era la politica che l'Austria portava avanti in Grecia per «paralizzare le forze ョ。コゥ ッョ。 ャゥ LNセ@ Più chia ra è la lettura ideologica dei fatti reali che si trova sul tluotidiano "Eòn ..: come la Grecia non era il governo, ma la nazione WCCl, cosi la Francia non era interpretabile attraverso le dichiarazioni diplomatiche, ma attraverso l'origine rivo luzionaria del regime di Napok'One III. Essa rappresentava, pertanto, la rivoluzione; e la sua V('r:1 politica nei confronti della Grecia erano le dichiarazioni rila"d:1te d:lll'imper:II Ore in Italia". CIII"1 1>1 (;()vntNo. MhNlJ1I'STh710NI I)t 1'1l.0TP.STA, COMlThTl D1SOLIDAll.rETÀ. PC,'I qU:lnt o il) VOt. .1''''(' un.1 '-i In ,I di RetlljJo /ltlk delle gra ndi potenze, la 1lI( 1II,lre; III.. dhllo"" n cIII I llldlvhkrc :lI1clù:ssa le illmioni dell'opposi- ., fil I . H·'I" l' I " ,{' ...カ ャ セQ@ zio n1.:. Infatti. per dar p rova della sua disponibill l.\ ..1 p.lrt<.'d pare al nuovo gioco, a fia nco 、 ・ ャ セ Q@ Fr.:lIlcia e della Russia, e ,x:r カセ liャゥヲ」。イ・ L@ nello stesso tempo, le proteste e le accuse alla sua persona, Qllone decise di far ricorso alla tattica, ormai consolidata, di formare governi con politici vicini alle forze di cui voleva assicurarsi il favore ... La situazione europea, -commentava il quotidiano Biャゥッウ セ LM e lo stato di agitazione di Atene resero urgente, se non altro, la necessità del cambiamento del ministero"j(j. 11 28 maggio 1859, Ottone decise, quindi, di affidare l'incarico della fo rmazione di un nuovo governo ad Andreas Metaxàs, veterano della politica e capo del partito filo russo, il quale convocò Konstantinos Kanaris, leader dell'opposizione, Dimitrios Christidis, Dimitrios Kallerghis e Thrassìvulos Zaimis, politici ヲゥャッイ。 ョ 」・ウセ@ Efstàthios Simos, amico dell'ambasciatore inglese, Markos Renieris e l'anziano politico di Idra Ghikas Ghiònis. Tuttav ia le profonde divergenze che emersero nelle posizioni e nelle valutazioni dei politici che Metaxàs aveva interpellati, ed anche il fatto che l'opposizione non avesse ancora definito la sua linea, fecero fallire l'iniziativa. A quel punto, il re ritenne che l'unica soluzione possibile fosse il rimpasto del governo Miaù!is con uomini «che con la loro autorità e il loro peso politico potessero frenare i tentativi di sommossa..37• Nel nuovo governo, quindi, fu nominato ministro degli esteri AndrC""d.s Kunturiotis, fino ad allora ambasciatore a Costantinopoli e amico personale del mini· Stro degli esteri francese Thouvenel. Inoltre entrarono a farne parte Rigas Palamldis, proveniente dalle file dell'opposizione, Thrassìvulos Zaìmis, che sarebbe passato all'opposizione un anno dopo, e Spiros Mìlios. Il fano che a quest'ultimo venisse affidato il ministero della guerra, fu visto come un .,piccolo riflesso, -perché piccola è anche la Grecia,- dei rapponi politici fra Russia e Francia",JII. Immediate fu rono le reazioni sia dell'amb--asciata inglese che dell'opposizione, tanto che, pochi giorni dopo il suo giuramento, egli fu sostituito da Dimilrios Marku Bòtsaris.ll Miaùlis propose un portafoglio anche al Kallerghis, che era amico personale dell'imperatore fran cese, ma questi preferl l'incarico di ambascimore a Parigi}'}. Il rimpasto del governo non eboc, tuttavia, gli effetti auspicati né all'estero né tanto meno all'interno. Tra il maggio e il giugno del 1859 Atene divenne teatro di quotidiane 、ゥュッウエイ。コョセ@ che si estesero anche a Patrasso e a Nauplia, dove si mosse anche il corpo di guardia 10Cl> 1&1. il governo reagì con arresti, vietando i comizi e pattugliando con milizie la Capitale e le altre grandi città; e anche i gruppi dell'opposizione, pur denunciando le misure go vernative, presero le distanze da lla mobilitazione popolare, che giudicarono non solo inutile ma anche pericolos.1. Il loro fine era deviarla verso azioni non sovversive: ", F;It... ciamo in modo che il sentime nto nazionale trov i il suo shocC(> natll 1".Ile, per non provoca re un'cru:rJone, SOII O la cu i lav.l ',010 1) 10 ' I (llUml :1 :-<:o l11p:lri.-(.: ゥ イh ャiセGH i L ャ ィャQ ャQ エᄋョャNセG@ ed ifici s uebbc ro 、 サNセ エ ゥ ョ。ャゥ@ 'l}, (I('/I'l/a{/(I Pe r qucsto moti vo I H.'(];Htori di .. EÒn .. ーイ ・ウイッN ャ Gゥョ ゥ セ ゥ。エ N ゥカセ@ di オ ョセ@ Kr;tnde collett:1 "rK'r l'inv io c ャG・アオゥー Zャ ァゥ。ュ・セエッ@ di Itaha m, fイ。セN 」 ・ ウ セ L@ (ireci e di quanti altri inte ndessero portare aIUto alla lotta ー・セ@ I mdlpe nden 7..a jtaliana ..4L• Essa si qualificava politicameme come f1sposta ,I\I'ailuo che j filelleni francesi e italiani avevano dato alla lotta del 1821 e sulla base della «devozione al principio di nazionalità ..42 • Della r.lccolla dei fondi fu incaricata la «Commissione Centrale di セエョ@ .. , t"Ol11posta da Andreas Metaxàs, aャ│ク。ョ、イセIウ@ m。セイッ」、¢エウL@ dAュャエョッセ@ Vùlgaris, Dimitrios Christìdis, Gheorghlos Psillas, sエ。カイセ@ セ」ィッウL@ loannis Th. Kolokotrònis, Christòforos Perrevòs e loanms Fllimon: Una parte della somma che si riuscì セ@ metter.e .i nsieme,. fu dat.a セi@ profughi italiani del 1848, per consentir loro di ヲQ・ョエイセ@ iセ@ patria, セ@ イ セ エ ッ@ fu consegnato al re d'Italia, per il soccorso del fenll e degli orfani di guerra-o. セoN@ Sia le I: IN DI VIDUAZJONE DEL\.A DINAMICA DE\. RlSORGIME:s"TO ャtaliセ dimostrazioni popolari sia le manifestazioni di ウッ|ゥ、。イセエ¢@ stlllt.er.rupp1.:ro dopo la tregua di Vil.lafranca, che, secondo Il セオエ、ャ。イZN@ .. Avghl .. , .. distrusse le dolCI spera.n,ze ウセャ⦅ヲオエイッ@ 、・ャoョセ@ .. , Inge ne rando diffidenza verso la pohtlca di ↓|セーッャ・_@ III. ,.. l。ウcQセッ@ d.1 parte la speranza nello straniero e, come I nostri padri, confidiamo soltanto nelle nostre forze e nelle nostre virtù,., intonò allora .. I!On ..セウN@ Queste dichiarazioni non significavano che si fosse イゥ「。 ャ エセッ@ セ G セエG@ h.'AAiame nto nei confronti delle grandi potenze, ・イセョッ@ però i iセ、ャzo@ del progressivo spegnersi delle attese di ュセャi。・エ@ ーッイセ・ョエosi@ e 、・セ@ LUlo che l'opposizione cominciava a focahzzare セi@ suo tnteresse SUi probl emi interni. D'ora in poi, essa non avrebbe piÙ N。」セウャo@ Otton7 di ostacolare i movimenti irredentisti, ma, al contrano, di fomentarh, lX'r distrarre l'attenzione del popolo dalle questioni intern? l G ・ュセᆳ ...1;151110 nazionalista fu rinfocolato, naturalmente, da aJcullI avvellllIIenti, come i massacri nel Libano nella primavera del lB60, ma i loro dfcui rimasero circoscritti a piccoli gruppi. Al lempo stesso mutò, wadualmente, anche il modo di guardare 。Aセ G セョNゥヲ。コッ・@ italiana Un tempo, infaui, si sottolineava sopranuno I mizlatlva francese, ora al t'(ml r.t rio si cominciò a tener d'occhio il dinamismo interno dell'espeI lenza italiana e a studiare le cause del suo successo. L:I nuo va immagine si diversificò da quella precedente, pur maniャGョ セ ョ、 ッ@ intatti parecchi dei suoi caratteri, dopo la seconda .fa.se tk'lI 'unificazione, cioè la liberazione della Sicilia e dell'Italia mendloIl,lk d.l pa rt e di Ga ribaldi nel 1860. Inoltre essa assunse, nei 」 ッセヲイョZ@ Il ddJa po litiCI intl· rna W·CC:I, un duplice イオッセZ@ ser.vi da. セ・イュゥャ@ di IMI"'It>(onl' lx'j" セ ャ ゥ@ .1\ \-l· nlnH.'nli セ イ 」ゥ@ c. nella misura !Il c uャセ@ confr: mlo 1 . ... ult ,lva ''''J.(,ltl\,1) IM'I OUtlI1l', i ャNGセ ゥエュ ￲@ la 10l\a contro .11 re, VISt? I nn\l' q"I ,Il·olo ,II _11.111 11 .111"_ IOI\{) ddlc cose verso la hlx:n à e ti IIl 0HIl''''''O . 1 Il 0,1· 11 11 LIII I l' 1.1 )111 ). ' 11I1l1101l1 0 tld b (, H.'d:1contcmpo- rane:. con l'Italia rende eviden le l'idea del pericolo rapp,.c:,cnWto da Ottone,., scriveva Anastàssios Gudas, uno degli avversari pill vivaci del re 0i6• Nat uralmente il confronto tra le vicende greche e quelle italiane a seconda delle varie correnti politiche, assumeva forme セゥカ ・イウ@ ognuna delle quali lo collegava alle proprie posizioni complessive. CosI, per quanti erano favorevoli all'aiulO st raniero, il va lore del セッ、・ャ@ italiano anda va individuato nella capacitl che il governo piemontese aveva dimostrato di accaparrarsi la protezione della Francia e di sfruttare la favorevole congiuntura internazionale. A S?stenere tale tesi furono personalità sia del governo, come Konstantmos Levidis, sia deU'oPJX>Sizione, come Epaminondas d・ャゥ ァィ ゥ ッイァ ィ セ WL@ AI contrario, quanti sottolineavano la necessità della lotta contro la monarch ia e ャ セ@ L iゥセイ。ャ コ。ゥッ ョ・@ delle istituzioni, insistevano soprattutto sulla politica mterna del Cavour, sul rispetto della costituzione da parte del re e sul "buon governo .. del paese. In altri termini ritenevano che proprio queste caratteristiche avessero assicurato al Piemonte il sostegno delle potenze straniere e avessero determinato AG。cセ・エコゥッョL@ del suo ruolo di guida da parte delle altre popolazioni ャセ。エョ N@ A SViluppare queste tesi furono i gruppi d'opposizione che SI espnmevano, sopran utto, attraverso i quotidiani «Athinà.. e «To Mèllon tis Patrldos",48. I con fini tra le diverse interpretazioni non erano netti; fu invece comune ai gruppi che dom inavano la scena politica una concezione unilaterale delle vicende italiane: la componente rivoluzionario-popolare del Risorgimento italiano, infatti, restò quasi del tutto assente dal loro orizzonte, Fu per questo motivo che, al contrario della guerra del 1859, la spedizione di Garibaldi e la liberazione della Sicilia e dell'Italia meridio nale, nell'immediato, e bbero risonanza assai limitata sulla slampa greca Molti la videro come un ulteriore effeuo del fantomatico accordo tra la Francia e la Russia, teso a risolvere insieme .la questione italiana e quella orientale, e l'abbinarono, del tutto arbitrariamente, all'intervento delle potenze nella crisi del Libano scoppiata nello stesso periodo49• Ottone anzi, rite nendo che l'invio ゥセ@ Libano di un corpo di spedizione francese costituisse la premessa di una possibile guerra con la Turchia, propose ufficiosamente al governo francese. tramite il Kallerghis, la partecipazione di un contingente militare greco di mille オッュゥョェ セN@ Altri, del caso italiano, SOttolinearono, soprattutto, l'assenso internazionale al fatto compiuto della liberazione rivoluzionaria del Meridione e dell'unificazione del paese tramite i plebisciti. Scriveva, infaui, Spiridon Trikupis: «Due nuovi principi politici sono, da qualche tempo, risort i l'ind ipendenza セ@ l'unificazione dei gruppi etnici omogenei e il passaggio del potere, tn un luogo, da chi lo detiene ad altri, ossia la trasformazio ne dei rc:&imi attraverso l? strumento ーャ 」「 ゥ ウ」 ゥエ。イ ッBLセi L@ Q uesti «nuovi princiPi» furono S<1lutatl, sulb セ エZャュイ。@ grC<:;I, (ome t,I vill oria del oo:diritto <_} dei popoli", セオ ャ@ . dlduo dl n,l 'Jtko"" Epaminondas Dclighiorghis scrisse: oo:l! diffici le ipo tlu.,Llt.: che la questione d'Oriente possa risolversi con principi divcr!)i d:1 quelli con i quali si sta risolvendo la questione italiana ..sz, IL RICONOSCIMENTO DlPLOMA.TtCO DEL REGNO D1TALIA. L'approvazione di fatto dei principi emersi nell'unificazione italiana è rappresentata dal tempestivo riconoscimento del regno d'halia da parte del governo greco, il 24 aprile 1861, nonostante le riserve della Francia e della Russia e l'opposizione dell'Austria 2 , Fino ad allora la Grecia aveva man ten uto rapponi diplomatici, a livello di consolati, col regno di Sardegna, col regno delle due Sid lie, col granducato di Toscana e colla Sa nta SedeS4. Dopo l'annessione della Toscana e dell'Italia meridionale allo stato unitario, le competenze di questi consolati ad Atene pasセ。イッ ョ ッ@ a Giuseppe Malavasi, console generale del Piemonte, Il 6 luglio 1861 Terenzio Mamiani venne incaricato della rappresentanza del nuovo stato, elevata al rango di ambasciata. Dopo un mese fu fir mato tra i due paesi un accordo postale" . Gli affari politici tra Grecia e Italia, fin o al 1861, erano trattati dalla r.tppresentanza ellenica a Parigi. mentre le questioni commerciali venivano sbrigate dai consolati di Genova, Livorno, Napoli e Messina, il 26 dicembre 1861 fu istituita l'ambasciata greca a Torino; e il Kallergh is, nominato ambasciatore, presentò le sue credenziali al re d'Italia, H2 febbraio 1862. A Parigi, dove fino a quel momento aveva rappresentato la Grecia, venne sostituito da Foklon Rok, segretario セ・ョイ。 ャ ・@ 、・ャG。 ュ「。 ウ」ゥ。エセL@ Purtroppo sia i rapporti del Kallerghis sulle vicende politiche italiane, sia quelli del Rok, non si distinguevano per la loro profondità di vedute. Il Kallerghis, inoltre, non godeva a Torino di buona fama. Il Mamiani lo aveva denunciato, infatti, al suo governo come un cortigiano dalla vita riprovevole", Da parte sua, H governo greco non si fidava del Rok; per le questioni serie e delicate Inviava, quindi, suoi rappresentanti diretti S8, Gli avvenimenti italiani e le isole dello Ionio Le vicende dell'unificazione italiana rinvigorirono la lotta per l'unificazione nelle isole dell'Ionio, La. vicinanza geografica, gli stretti legami storici e culturali, le analogie !Xllitiche e sociali, la formazione steslia degli intellettuali delle isole e la loro partecipazione alle Ione nazioIl:tli nella penisola, la presenza, infine, di numerosi profughi politici 1t,llìani, non solo resero gli abitanti delle isole particolarmente sensibili ai mess..1ggi che proven ivano dall'Ita lia, ma ne fecero i tramiti di tali IIl C ....s3AAl in lutto Il tl'lI Itorlo ci lenico. Diversamente da quanto accaddc in Cr('(.:la, nl,;'II(' ャセッ ャエ G@ l!t'llo [onlo l'immagine che si elaborò dell'unifka7ionc.' it ,III,nl.1 , ti l'III t o nl onn{' Hiセ Qゥ@ avvenime nti reali e contribuì III I" •• I., l' I sia a chiarire i rapporti col protettorato inglese e col ).(0\ ( ' I no di Atene sia a definire le due linee presenti entro il partito nI<!lc:rk', che セ ゥ@ era assunto il ruolo di guida nelle lotte per l'unificazione. CONTRADDIZIONI DELLA l'OUTICA I::"l GLESE. Gli abitanti delle isole si sforzarono di far emergere e di strumentalizzare le contraddizioni della politica inglese, la quale, mentre sosteneva la necessità dell'tmificazione nazionale in Italia, la negava nelle isole dello ャ ッョゥ セN@ L'occasione più opportuna si presentò quando fu pubblicata una lettera di John Russell all'ambasciatore del suo paese a Torino, J ames Hudson, in cui il ministro degli esteri britannico esponeva i principi della politica inglese a proposito della questio ne naziona le e ri vendicava il diritto di un popolo a rovesciare il suo governo nel caso cii una cattiva amministrazione60_ Il deputato di Corfù Antonios Dàndolos inviò al Russell una lettera aperta, sostenendo che anche gli Eptanesi avevano il diritto di rifiutare il prmettorato inglese e di riunirsi alla Grecia La leHera de l I>.ìndolos provocò un dibatt ito nel parlamento britannico e fu usata dai conservatori contro la politica estera dei libera lj61. Coll'esempio dei plebisciti tenuti in Toscana e nelle altre zone dell'Italia centrale, il deputato di Zante Dimitrios Dachomis, appel landosi alla .. volontà popolare in nome della quale si è cost ruita l'italia .. , presentò in parlamemo una proposta di plebiscito, per far decidere ai cittadini stessi delle isole se essi voleva no l'unio ne con la Grecia. La proposta però fu ritirata, d'intesa con altri deputati, per essere rinviata ad altri tempi 62. AI suo posto fu presenta to da Konstanlinos Lomvardos, tino dei capi dei radicali, il testo di un appello indirizzato alle grandi potenze, che chiedeva non solo l'unione delle isole con la Grecia, ma anche la Iibemzione «:di tuua la stirpe ellenica,.. In tale appello il Lomvardos sottolineava come le grandi potenze negassero alla Grecia quantO rico noscevano all'Italia e invitava l'Inghilterra ad appl icare puntualmente i principi proclamati in Italia e indirizzat i a tutti i popoli che reclamavano la propria li berazione63. Il commissario inglese giudicò la proposta anticostituzionale e sospese i lavori del parlamento, qua ndo il leader f'ddicale si rifiutò di ritirarla. L'episodio sollevò grande scalpore nell'opinione pubblica europea e provocò reazioni nel parlamento inglese. Le argomentazioni sv iluppate in tale occasione non sono senza interesse. II Gladstone replicò con le sue noce posizioni sul rapporto tra il problema delle isole e la questione d'Orienle, mentre il Palme rston collegO il problema con la siruazione inlerna del regno ellenico. Q ueste dichiara zion i provocarono, nelle isole de llo Ionio, una nuova ond:lta di proteste che si p rotrasse per molti mesibol, LI: 1.1: CRI TI CHE AL GQV FR l\Q GRI'CO. Nel fr;lIh.'ml')(), 1.1 IiVHl:H1/..1. (h:.'j{h avvenimenti italia ni :Itti vò anc hè 1<.' ni!i\ 111 ' dI'I 1,1(11\ ,.11 \II mondo polit ico (ll'I!.. (')('ll,1 III M'I,I HL i iHNGo エhG|LセQ@ イス[ィゥ ddU/nff(l セ@ Verìkios, in un articolo imito- 1;HO ..·Ricor<! r;rrl\( XI ,lfIlOf.! una vol ta quanti preziosi esempi gli Italiani セ@ N 、セ Q@ politica in Greci,l è in lUtto simile a quella dei ci offrono,., AGjH イャLセ paesi decaduli, che hanno perso la fo rza giovanile..65. Quanto al Lomvardos, accusò tutte le forze politiche greche di essere indifferenti alle lotte delle isole e di aver ridotto la questione ellenica in un vicolo cieco: ... La colpa non è soltanto di uno, ma sono colpevoli il re e i ministri e i deputati e i senatori e i giornalistL Nessuno può essere assolto, a nessuno JX>Ssono essere perdonati gli errori passati quando tutti, comunque 」ッャー・カセ@ tentano di scaricare le colpe di tutti su uno soltanto ..66. L'esponente radicale riteneva che la caU5.1. dell'inaridirsi della questione ellenica fosse soprattutto da ricercare nel venir meno dell'<<energia nazionale.., cioè di ogni progetto di lotta per la liberazione di tutti i territo ri greci67. Egli sosteneva che ciò era accaduto perché, dopo il 1821, nel paese si era ゥセエ。オイッ@ un sistema, per così dire, «di assorbimento... Infatti, quei Greci che, in precedenza, nei vari paesi europei, avevano sposato la causa nazionale e preparato la liberazione, una volta fatto ritorno in Grecia si erano ded icati solo alla cost ruzione del nuovo sta lO. Inoltre, per opporsi alle tende nze disgregatrici e per consolidare l'ordine, «:10 spirito rivoluzionario era stato stigmatizzato come anarchico, e si era sviluppato un fasullo spirito conservatore che soffocava ogni sforzo di liberazione... 11 Lomvardos rinfacciava ai partiti greci la carenza di principi e ammoniva che il deteriorarsi della situa7jone politica, e la delusione :Id essa conseguente degli irredentisti greci, avrebbe finito «per sollecitare, in molti, pensieri f.X>Co saggi (_), se è vero, com'è vero, che ormai セゥ@ è sparsa dappertutto la voce della formazione di un altro centro ellenico e che la disgregazione della nazione greca sta divenlando un principio politico,.6fI. Per questo motivo riteneva che la politica greca, troppo concentrata sui problemi interni, dovesse orien' tarsi verso gli obiettivi nazionali. A ta le scopo era necessaria un'iniziativa patriottica dei cittadini stessi, che avrebbero dovuto muoversi a utono mamente dalla politica governativa. セ@ a questo punto che esaltava il valore esemplare dell'unificazione italiana. GLI .t;NITARt _ E T .V ERI" ItAD1CAU. Le idee del Lomvardos e l'attività , > ua e dei suoi collaboratOri, il Verìkios e il Bachomis, no n esprime- vano le posizioni di tU1(i i radicali, ma solo di una loro frazione Il p;lrlito mdica le, che non aveva un'articolazione unitaria, ma operava ;\llorno :I quotidiani e circoli politi ci, nel 1859 e ra diviso in due ( orre m i, <lm.'II,1 dl..')(1i "llllilari .. e que lla de i "verb. radicali. Questa dhl in/iol1(' ('( li rl"pelndl..'V;i, del resto, a differenziazioni analoghe pre';('ml !ll ,tlllll1l1l\"1UU ' IUl tivolli/ionari curopej69. .7 Secmula l}fu'll! Gli _unita ri., con a capo il Lomvardos, ricercava no l'unificazio' ne con tuui i mezzi, inclusi quelli diplomat ici, e le attribuivano un'as' soluta priorità rispetto alle iSlanze sociali Al contrario, i oc vcri. radicali, sono la guida di lossif Momferàtos, mamenendosi fede li ai principi ed agli ideali rivoluzionari del 1848, che avevano determinalO la fisi o nomia del partito, asserivano che l'unificazione costituiva un diritto ocimprescrittibile e naturale. dei popoli e condannavano gli appelli rivolti ai sovrani europei, che essi consideravano indiscriminatamente .. tiranni e oppressori dei popoli., Essi ritenevano che un'assemblea delle isole dell'lonio, eletta a suffragio universale, avrebbe potuto annullare de facto la costituzione del 1817, che aveva fafto suoi e convalidava i trattati del 1815, e proclamare, in tal modo, l'unione con la Grecia. Chiedevano, al tempo stesso, una p0litica di immediati .. miglioramenti sociali., ana a dar sollievo alle classi popolariiO• , Gli «unitari., puntando sul consenso delle forze moderate europee, proponevano un'immagine conservatrice della lotta unitaria, staccandola dagli altri movimenti europei e soprarturto dalle teorie del Mazzini. Contestavano le idee professate dai "veri. radicali e la loro politica, che, per l'assurda identificazione del radicalismo col «comunismo democratico., perdevano la possibilità di alleanze in Europa e condannavano la loro lotta nell'isolamento71_ Malgrado il carattere intimidatorio delle accuse di «comunismo., i! Momferàtos ammise non solo che «le idee professate dal Mazzini (_) furono e sono tuttora condivise dai radicali puri e in generale dai cittadini delle isole., ma anche che «i radicali puri, non hanno mai distinto, nei principi e nella sostanza, il problema nazionale greco C-) dalla questione generale delle nazionalit::h72_ Anche se non ebbe legami con le sue organizzazioni internazionali, il Monferàtos pubblicava, sul quotidiano Baョ。ァィ│ゥウNWセL@ articoli del Mazzini e corrispondenze tratte dalla rivista _Pensiero e Azione., condividendo la sua lesi che quella del 1859 costituiva una «guerra di interessi 、ゥョ。ウエ」ᄏWセN@ Al pari del Mazzini, egli rimase estraneo agli a vvenimenti che, in termini completamente diversi, JXlrtarono all'unificazione dell'Eptaneso con la G reda; e il suo discepolo e compagno, Panayòtis Panàs, divenne in G recia il principale sostenitore delle idee mazziniane fin dal 1860, quando scriveva sul quotidiano "To Fos» come sostituto dell'editore, che era finito in carcere75, VII La propagaziol/e del modello italiano La strategia della campagna nazionale L'immagine dell'unificazione italiana che il Lomvardos proJXlse come esempio, per il superamento della crisi JXllitica in atto nel regno greco, evidenziava l'unità che si era realizzata tra le forze opposte della società italiana e il convergere delle loro azioni antagonistiche verso un obiettivo comune, Nella sua visione, i due estremi del movimento unitario erano rappresentati dal camJXl conservatore, di Viuorio Emanuele II e del Cavour, e da quello rivoluzionario, del Mazzini e di Garibaldi. I primi, facendo del Piemonte un vero nucleo dello stato nazionale con istituzioni liberali, erano riusciti a coagulare anorno a sé gli elementi conservatori della nazione, a dar loro un Indirizzo nazionale e, al tempo stesso, ad assicurarsi l'aiuto dell'imperatore francese e del suo potente esercito_ I secondi, anche se contrari alla monarchia, avevano o rientato la loro attività fuori dal Piemonte, creando organizzazioni politiche in tutta Italia e stringendo alleセョコ・@ coi movimenti di liberazione europei. L'effetto combinato di un 'abile diplomazia tradizionale e di una politica rivoluzionaria indusse le potenze europee a dare il poro appoggio alle iniziative Indipendentisliche del Piemonte, a l fine di ostacola re una rivoluzione dei democratici in Italia, ritenUla indesiderabile e pericolosa per ,'ordine internazionale. Secondo il Lomvardos, un'analoga divisione di compiti doveva dete rminarsi anche in Grecia. Pertanto non era il caso di accusare Onone solo perché non si assumeva l'iniziativa nazionale. "Non il potere, -egli scriveva,- ma i patrioti ad esso estranei hanno preparato l'<i organi7.zato in tutto il mondo le rivoluzioni nazionali 11 potere non .IHl m:!i per pro pria inizi:ltiva, ma spesso assecondò gli eventi quando アuエN セ エゥ@ maturaro no .. , Il re e il governo greco, quindi, non dovevano hllromcttcr!>i ndh: 1.ltivit:l rivoluzionarie; e ciò per due ordini di motivi Inf.ltli IX1ICV;1 .Il( ,.{II'ft· t 11(' ')i Icnw.sse di svigorire il movimento rivoIUl"ionarlo, J">t: r Hmorl' • h" "I N iイ イ」LNᄋ イュセ Gゥ・@ lIna nuova leadership oon- \4:nml!(/ {lar/I! correnzialc, come er:1 accadut o, secondo il Lom\\ lrdo,. nd IH5-i. Se, poi, la monarchia assumeva la guida del mo vime nto 1I \'olu7Ionario. si ウセイ・「N@ esposta alle pressioni diplomatiche dell 'Europ:l, con il ri schlo di trasmetterle al movimemo. Al contrario, se fin dall 'inizio la monarchia avesse mantenuto una posizione di neutrali,;), avrebbe potuto, com'era accaduto per l'Italia meridionale, annettere i territori li berati con l'approvazione, per di più, di quelle forze che temevano l'espandersi incontrollato dell'esplosione rivoluzionaria. L'esponente radicale sosteneva, inoltre, che l'opposizione delle pote nze al movimento di liberazione ellenic.:o poteva essere superata se i suoi compatrioti si fossero decisi ad allacciare rapponi coi paesi europei. Però, essi non dovevano perdere tempo. Infatti, se non avessero preso l'iniziativa per risolvere a loro favore la questione d'Oriente, a prenderla sarebbero stati gli Slavi, ciò che avrebbe significato la nascita di stati sottomessi alla Russia e la perdita dei territoL'opposizione alla Russia e a l panslavismo non lo ponava, ri ・ ャ ・セゥ」N@ (Uu2vla, a sopravvalutare i legami con l'Occidente: «la Grecia, nei confronti della Russia, non deve essere intransigente come l'Occidente, perché ahri sono gli interessi di questo, ahri quelli ellen ici. (_)La Grecia deve offrire adeguate garanzie sia all'Occidente che alla Russia: al primo deve ga rantire di essere una forza puramente ellenica e liberale; alla seconda, una nazione orientale ed ortodossa.... セ・N@ argomentazioni del Lomvardos erano rivolte soprattutto all'oppoSIZione greca, che vedeva nel rovesciamento di Ottone il presupセッ@ 、・ャセ G ゥ ョゥコ。エ ゥ カ。@ nazionale: ...Se prendiamo come esempio gli llaィ 。ョLャセ@ カセ ャ 。ュッ@ che ャ G ・ャュセエッ@ democratico nella penisola, il partito dell mdlpendenza e dell'unltà, non accese la torcia della ribellione nel Piemonte, ma in quei territori dove dominavano la tirannide o lo straniero (_). E se, nella Grecia libera, i gcvernanti sono ben lontani dal comportarsi come quelli del Piemonte, neanche questi ultimi hanno SC?uito e seguono in tutto e per tutto le aspirazioni del paese, eppure CiÒ non fu considerato un ostacolo per l'unificazione: tanto più questo è vero per noi, che non abbiamo un altro centro 'su cui appoggiarci ... . L'a.rtico.lo del Lomvar?os non voleva essere solo una proposta per sclogilere Il nodo complicato dell a questione greca, costituiva anche una premessa politica e, al tempo stesso, un appello per l'allean7...3. 」ッセ@ l'Italia e. per la creazione di com itati comuni, greco-italiani, che egli stesso SI proponeva di o rganizzare. Scriveva infatti: ... Da tutt o q?esto si セ・、 オ 」・@ che i politici della regione libera del paese, invece dI lagna rSI della presente inoperosi t;}, devono rimboccarsi le maniche, lasciando da parte i lamenti. La liberazione dell 'lta lia ha dato ,111:1 Grecia quel potente alleato che, fino :id oggi. essa n o n aveV:i avuto Cl .Cominci, quindi, la palria ad agire, con l'i 'LllI r.lI'ioTle di r:Lppo rti tra I due popo li, indipendent clll Cl11 è da qu.II , i.I ' ; In I/Lll iv;! ",uve]'n:1 ・セ tャ HI@ dell:, Rredl.), Int t'1I 0HII dnpfI 1.1 fUlld.lI'iont' tiv:.; riprenda ャGゥュー dd fI.!g no dknkn In tU tl tl II W1l!hlt' n!C euroJX.--o (_); si fondino, in tllt.W Euro.p;l. tld H'1I11i d lt' t'\ Idem ino i rappo rti della stirpe ellenica COI popoli ClI I'OIX:I, lIo'tl'1 fratdli, c quest'opera sia il primo passo セ ・イ ウッ@ la l! bcrMiOIH: del la p:llrl:l agognata. Tale condotta può salvare ,>,a la nazio ne che la セ オ。@ unii :) e il suo centro, il qua le sta oggi Iraba llando. Ma ormai è tempo di fatti e non di parole..76_ I.'articolo del Lomvardos ebbe una grande risonanza ad Atene e fu ripubblicato sul quotidiano «Elpis.... ti suo editore, Konstantinos Levidis, era favorevole ad una soluzione conservatrice della crisi, soluzione che comportava, all'interno, la limitazione del diritto elettorale, una costiluzione più autoritaria e il consolidamento del trono, all'estero, un'attiva poli tica irredemista e la creazione di un asse Grecia-Italia come base di una più estesa alle-.mza nell'Europa occidentale e nei Balcani. Tra le sue proposte, che avevano come fonte d'ispirazione l'Italia, era ir,cJuso anche l'acquisto della Tessagtia e dell'Epiro. Il Levidis, rispondendo al Lomvardos, si dichiarò d'accordo con lu.i s\,I fatto che in Grecia si era persa l'iniziativa popolare: . ll pa_ tnotusmo è spento, prevale il materialismo... Però, secondo lui, accadeva lo stesso in tutt i gli strati sociali, anche nelle p rovince sottomesse. Egli scriveva che i propietari terrieri aveva no come unico scopo l'arricchimento personale e dipingeva i vescovi come ... esattori, senza alcuno scrupolo, dei fedeli ... Accusava i borghesi di essere ..indifferenti, o meglio, per il loro in teresse materiale, consenzienti ,>ul perdurare della miserabile situazione del paese ..; dipingeva i contadini della Tessaglia come .. ormai completamente abbrutiti ..' diceva, infi ne, dei Macedoni, che aspettavano ...da ll'esterno la ャッ イ セ@ liberazione». Per l'anziano giornalista le uniche leve nazionali restavano il potere dello stato e i suoi cittadini conservatori, i quali, preoccupati del consolidamento del trono, si interessava no anche alla Grande Idea. Respingendo la tesi del Lomvardos che la lotta nazionale dovesse svilupparsi indipendentemente da Atene, scriveva: ·L'iniziativa naziona le esige un centro, e il centro esige ubbidienza, perché senza ubbidienza non si ottiene nulla ... Per dar forza alla sua ,Irgomentazione, si richiamava anch'egli al modello italiano: .Se voセiゥZャョッ L@ dunque, confrontare la lotta italiana con quella greca, basandoci sulla verità storica, dobbiamo ammenere che la lotta italiana non ョ セ ャcアオ・@ né fu organizzata da l governo o dal potere regio del Piemonte. ma da ll'azione privata; senonché il governo e il potere regio, in Wl secondo tempo, le hanno dato un metodo, l'hanno incoraggiata, ..HI セ エ・ョャh。@ e infine con le armi l'hanno guidata al trionfo ... Visti i suoi r,lppo rti con la corte e la sua successiva partecipazione alle intese /otrcco-itatian<:. ー ッNセ i。ュッ@ dedurre che le tesi del tevidis esprimessero k' i<k'L' dd l'cn HHII [ ャ セエG@ di OltOne riguardo al modello ita liano e influI.. セイッ@ ' li Il _I セ エi N Q@ pollt l\.1 Il H'(,k'mi sta"'. Nd t h h.l! lll1l "l ll1 ll1ll li lll .III /, Ldd modell o ゥエ。ャ セ ョ ッL@ tii in.'K: riro no N@ St'{'ondo il quotidi :mo ,lndll')o(1I OIH.u ll MI! ,"ul ht l. I dl 'II ,1 M セjHI カャG ョエィ 1111 L セ Gエ oャOヲ@ /X" '(I' «To Mellon tis An:Hons", l'indipe nde nz:l itallan:1 Zl N|セ ャュ cカ[ Q@ Il v,lIon.:: di un «esempio illustre, il qua le oggi libera e popoli e go ve rni dell'one rosa e incerta rice rca dei mezzi e dei modi, con i quali i popo li possono riconquistare la loro indipendenz.a,.7/!, Poiché il quotidia no considerava Ottone come l'unico responsabile delle disgrazie elle ni che, per analogia auribuiva il successo della loua italia n:l esclusivamente alla politica li berale e alla capacità del re d'Italia. In tal modo, l'antimonarchica «gioventù .., erigendo la monarchia a fattore centrale dell'unificazione nazionale, concordava, nei principi, con il co nservatore e monarchico Le vidis. Dissenti va, invece, sia da lui sia dal Lomvardos, sulla questione del rapporlO tra unità dell a nazione e campagna irredentista, e su l contenut o di quest'ultim:1 Riguardo al primo punto, essa sosteneva che l'unità della nazione era il presupposto per la realizzazione della Gra nde Idea, e non il contrario, come ,mostravano di crede re, nonostante le loro diffe ren ze, sia il Lomvardos c he il Levidis. Essa inoltre considerava Ottone come il principale responsabile della discordia nazionale. Gli addebi · tava la polit ica autoritaria all'interno del paese e il pressappochismo con cui egli promuoveva i moti irredentisti, alienandosi i Greci dcl l'estero, i quali ne subivano le conseguenze da parte delle amo ril:'! oltomane. Riguardo al secondo, la «gioventù,. dava un contenUl O di verso e più ampio alle espressioni «impegno nazionale .. e «senII mento nazionale,.. Secondo il quotidiano .. To Mellon tis Ellàdos., l'idea della promozione nazio nale, quale si era diffusa in a mbi to ellenico, includeva molteplici attività, come le iniziative commerci;l li nel quadro più vasto dell'Oriente, l'impegno dei Greci abbicnt i, all'estero, per incrementare l'istruzione, le lotte stesse per la costitu zione in Greda79• Di conseguenza, gli obiettivi della campagna n;1 zionale si definivano in queste direzioni: sviluppo dell'istruzione, pn.' minenza economica dei Greci in Oriente e partecipazione della G l'C cia al suo controllo, insieme alle altre potenze europee. Sintetizzando la visione politica dell'opposizione liberale, • To Md lon tis Anatolìs .. scriveva:.La soluzione della questione d'Oriente セ QN@ nella Grecia Libera, ma essa non può prendere l'in iziativa se no n ..I arma della civiltà, della libertà e della scienza,.HO. Tali posizio ni col n cidevano, del resto, con i suggerimenti inglesi: ,, !,! meg lio, pe r il l'n' sente, che la Grecia libera si limiti ai fatt i interni piullosto che imlll i schiarsi in quelli degli altri popoli>.81, La coincidenz.a di vedu te \ ulk priorità della politica ellenica e la comune ostBil., ad Oltone ウ ー ォ Gセ L イ@ no perchè 1'0pJXlSizione divenne tramit e 、 ・ ャ G ゥョャ ・ ョ コ セ イ@ inglese in H [i セG@ eia, sia prima che do po il 10 Ollobre 1862 Scri veva Sofoklb k [ hャ セ u@ .. .La Grecia, divenuta oggi vittima di una catti va politica, deve ..,II V,II si col contatto del tride nl e inglese»8l, Con le priorit:'! proposte cbll:1 _gio v 'nlll .. (OI1{"Ofd,lva, ..LI Pllft' 1M'1 vie comple ta mente diverse, :u" hc l,I 10 11,1 ,11101,1 l'h) ,I .. lm.. lr,1 llt-l 1':1m b ie nt e greco: quel l:! dl'l .. v('d .. 1,lItlt ,dl In iOn lLI"I1U (.0 1 1,1 11 11 10.1 va rdos, セ ャ@ m ッ ョャ イN[ョ|ャッ セ@ rlll'n ev;1 c he il ce ntro n:llura le di ogni inizia' G Q。@ Grecia libe ra. Prioritari e rano cast il tlva nn Jon:rlc d OVl'-.se │セ|cイl rovesciame nto di Ollone come ..d'educazio ne morale e intelle ttuale della nuova gene razione e in generale l'infaticabile impegno per tutto ciò che può cOlllrib uire allo sviluppo della nazione e al suo rafforz;une nto ....8j. Tu tta via, per il Momreràtos, un tale p rogramma non 、 ッカセ カ。@ significare sollomissione alle potenze occidentali, né tregua con ti potere ottomano. D'altronde, non diversamente da altri nostalセゥ」 ゥ@ del 1848, egli vedeva .. piuuosto vicino e imminente lo scoppio In Europa della gra nde lotta dei popoli . . 31 • Il dibattito dellB61 mostra quanto fosse fluida e varia l'immagine dell'unificazione italiana e quale relazione corresse tra tale immagine e il modo in cui ogni gruppo impostava il rappono tra il problema nazionale e la politica interna, In particolare meritano attenzione le posizioni del Lomvardos le quali, oltre a rappresentare la base per la costituzione dei comitati d'azione, posero, al meno sul piano teorico, il problema della centralità dello stato entro la Grande Idea. Il loro tallone d'Achille, purtroppo, Mava nell'incapacità di indicare quali forze avrebbero potuto sosti· to ire o integrare l'azione deUo slalO. In Grecia mancava, infatti, un mo vimento democratico in grado di sostenere un'iniziativa popolare, come accadde in Italia dove le organizzazion i mazziniane costituIro no l'ossatura, teorica e pratica, della spedizione di Garibaldi. ManClvano, ino ltre, i profughi politici i quali, grazie alla loro esperienza pratica e alla loro preparazione culturale, costituirono l'asse della seconda componente del movimento italiano, In territorio ellenico In fine, non esistevano aree caratterizzate da una vita politica aut; noma, come furono, in Italia, la Toscana e l'Emilia Romagna, tali da pote r rivendicare un loro ruolo nell'unificazione nazio nale. Le isole dello Ionio costituivano l'unica eccezione, come dimostra, appunto, l'azio ne del Lomvardos e dei suoi compagni. Quanto alla prima carenza, già l'aveva individuata il Panàs, collaboratore del Mornferntos, che aveva spiegato con essa il fallimento del tentativo di organizzare in Grecia un mo vimento simile a quello garibaldinol:l5. D'a ltra pane, se le proposte del Lo rnvardos esprimevano uno l'i (o rzo d i trasposizione, sia pure meccanica, del modello italiano nel1;1 s it uazione greca , le tesi di Levidis e della .gioventù» si limitavano ad 3Hua li zzare le loro scelte politiche, a ueggia ndole secondo il modello italiano, senza alcun approfondime nto, Le due posizioni, no nost:lI1l e le loro differenze, esprimevano un comune modo di po rsi delle fo rze politiche di rronte alla liberazione dell'intera na,Ione: e ra vista esclusivame nte com e problema del cent ro nazionak' セ@ ddlo stalo, Comunque, le pro poste della «gioventù,. obbedivano ad una strategia più complessa, includendo non solo la dimen.. Io ne poli tiCI dci pro blc lll:1 nniona le, ma anche i suoi aspetti cultu· 1.111 (,,([ L'( ollolllici IO' Gli sv iluppi elel elilxlltito tr:J i due gruppi di interloclilori, lino dcII:! Grecia, l'altro delle isole dello Io nio, e i consensi e i dissensi c he in essi si colgono, sono sign ifi cativ i anche da un allro punto di vista. Mostra no, infatti, qua li differenze corressero, d i tradizio ne e di pensiero politico, tra le isole e la Grecia, e quali diverse valutazioni si dessero delle istituzioni e dei problemi. ... L'Orien te per mezzo dell'Orfente" L'altro aspetto dell'esperien7..a italiana che fu evidenziato, anche se in modo più generico, e che era destinato ad esercitare un'influenza più duratura, fu quello della sua autonomia e della sua dinamica interna. Esso si impose all'attenzione, in Grecia, solo dopo il 1860, quando la liberaiione dell'Italia meridionale ad opera di Garibaldi modificò, in una pa rte dell'opinio ne pubblica, l'impressio ne inizia le che la lo tta ita liana fosse unicamente da collegare alla politica francese. La nuo va immagine si riassumeva nella frase «l'Italia farà da sé..., che venne tradotta come «L'Italia per mezzo degli ltaliani ...!I6. L'idea che l'emancipazione d i un gruppo sociale o di una classe non può trarre origine che da quest i stessi soggetti, ha radici più antiche dell'unificazione italiana ed esprime, di solito, una tendenza fo rtemente radicale, In Grecia essa assunse la forma dc «L'Oriente per mezzo dell'Oriente..., a significare che, la liberazione dei popoli cristiani dell'impero oltomano non doveva né poteva scaturire dall'intervento delle grandi potenze, ma soltanto dall'azione dei popoli che di esso face vano parte. «L'Oriente per mezzo dell'Oriente,. era un principio politico dal q uale discendevano molteplici conseguenze: a) un atteggiamento critico ne i confronti d i tutte le grandi potenze, i cui interessi erano considerati incompatibili con quelli dei popoli dell'Oriente; b) la possibilità di pervenire all'autodeterminazione politica e cultu rale dell'Oriente; c) il rifiuto delle pre tese egemoniche di un popolo sopra un altro e, quindi, il riconoscimento dei diritti nazionali di tutti i popoli balcanici; d) la prospettiva di un'organizzazione federale dei Balcani e, di conseguenza, dell'alleanza dei popoli balcanici contro l'impero oltomano, oppure di una conservazio ne della struttura statale dell'impero stesso, ma in una ..;riedizione democratica .... Tali implicazioni non apparivano, tuttavia, sempre evidenti a quanti sostenevano questo principio. Per molti, addirittura, esso non ave va neppure un valore d i p rincipio, ma assumeva solo il significato di una soluzione a lternativa all'alleanza con le grandi potenze, Altri privilegiavano la conservazione dell'impero turco, poiché esso assicurava loro una posizione di premin e nza tra le :dtrc etnìc. Altri a ncora era no restii a dar cred ito alle rivend ica7io ni tld !x)!)()li セ ャ。カゥN@ Non tut ti, inali re, concordava no sui 、」セエゥョ。Nイ@ <!\'II\'I('dlt,\ (lrll..·nt.tlc: ,Ikur,i, inf:lll1, \ l rnd udl'\, llltl .lndu.: I TurchI, mentre altri voleva no 1.1 loro ・ウ」 ャオ セャッョHNG@ d, dl 'I\ lrop;I"'. Mancò, infine, una più puntuale spc- l'IOcazio ne dI qlll'1 prindpio, atlr;lverso l'elaborazione di concreti progetti federali per l'Oriente. L'idea dc "L'Oriente per mezzo dell'Oriente,. aveva una sua stori:l; e la paternità di essa, naturalmente, era attribuita da tutti a Rigas VelestinHs. 1>.. 11848 in poi fu diffusa dai radicali sotto la formula de .1;1 rifondazio ne democratica dell'Oriente.... Essi seguivano anche, in modo sistematico, gli sviluppi del dibattito e dei progetti riguardo ,dia confederazione del Danubio e la confederazione europea, dandone not izia in articolill8. Nel 1860-61 il principio de " L'O riente per mezzo dell'Oriente..., grazie agli articoli usciti su giornali e riviste, "diventò familiare alla generalità delle coscienze...89• l suoi sostenitori non appartenevano a llOO dei gruppi politici noti, ma le loro posizioni davano corpo ad un indirizzo politico che incl udeva tesi comuni; dall'assunzione, da parte della Grecia, dell'iniziativa per la soluzione della questione d'Oriente all 'accantonamento delle divergenze dagli altri popoli bala mici, al fine di una comune alleanza contro il sultano, dall'istauraI.ione d i un regime liberale, che procedesse aJle riforme sociali e amministrative in funz ione degli obiett ivi nazionali, alla presa di distanza delle grandi potenze e al rifiuto del loro intervento. Gli articoli gli opuscoli più significativi, usciti a sostegno di queste posizioni, in ordine di apparizione, furono: 1. Il nostro dovere nazionale ,zei confronti del cristianesimo Orientale fn pericolo, Atene 1860, di Nikòlaos Timolèontos Vùlgaris. Va le la pena di sottolineare che l'autore, in precedenza, aveva soste' nuto l'intervento deUe grandi potenze in Oriente. 2 Atene e Bisanzio, Atene 1861, di loann is Valassòpulos. L'autore, deputato nel 1861-62, propugnava tra "altro l'assegnazione delle terre ai contadini. 3. Ai popoli cristiani dell'impero ouomano, Londra 1861, anon imo. Esso portava ad esempio non solo gli Italiani ma anche gli Ungheresi, i Polacchi, i democratici russi e i Nordamerica ni. 4. L'Oriente per mezzo dell'Orieme, una serie di articoli di Theòdoros Afentùlis apparsi su ... Athinà ...')Q, L'Afentùlis, portando come esempio la Serbia, sosteneva che l'intesa coi popoli balcanici era indispensabile, non solo per sconfiggere la Turchia ma anche per crea re un'organizzazione allernativa duratura, in grado di ostacolare l'espansionismo russo e di assicurare il sostegno delle potenze occi' dentali. 5. La diplomazia e la Grecia, anonimo. L'opuscolo fu scrino a Genova, nel m:tAAio del 1862, ma sta mpato probabilmente a n。ーッャゥ セ N@ 11 "lIO c:ontl'nut o i!- dllarilo immed iatament e dal sottotitolo: «Ciò che devono LUl' l (,ft'(J ]WI rronl eAAiare le mire aggressive della Russia, pl'r !H.·ulr,dlll,ltI ' Hlt hlll ·r(·.... i lIdl'lng hilt e rra c J'ast llzi:1 della Fr::m- ° "" cb ... La risposl:1 era: inn:lIlzilll ll0, un'assemble:r natiorulc pe r ristabi lire la concordia della nazione, quindi un'allean7.a coi po poli ba lcanici. QuestO opuscolo fece grande scalpore sulla stampa greca, sia al"interno sia all'estero, che ne riprodusse ampi brani. Infatti le critiche in esso contenute alle potenze straniere e alla situazione politica del paese erano audaci e insolite per la Gredan . Il suo auto re non è noto. La città dove fu scritto era il centro dei democratici italiani fin dall'ejX>C3 della Ri voluzione fran cese I giornali greci accennarono ad un non meglio identificato «partito rivoluzionario greco fondat o a Genova., che aveva stretto alleanza con quello democratico e che, dopo i fatti di Nauplia, aveva invitaro i profughi politici della Grecia a collaborare9:'. Questo gruppo, composto da marittimi e da Greci reside nti a Genova, celebrò la festa nazionale del 1862 insieme a rappresentanti dell'Associazione Unitaria Italiana (l'associazione di Agostino Bertani, leader della sinistra radicale) e ad esponenti delle organizzazioni operaie della città 94. セ@ probabile, dunque, che l'autore dell'opuscolo fosse uno dei democratici greci di Genova, oppure un profugo innuenzato dal clima democratico della cittA. L'iniziativa sua, o del gruppo al quale apparteneva, a quanto pare rimase senza seguito. A queste pubblicazioni va aggiunta una biografia del Mazzini, che d'altronde era il teorico delle soluzioni federaliste e del principio che ogni nazione dovesse fondare la sua liberazione sulle proprie forze . La biografia fu pubblicata sul piccolo quotidiano «Angheliafòros.., che sosteneva il principio de «L'Oriente per mezzo dell'Oriente..9'S. Gli opuscoli e gli articoli ispirati a questa idea esprimevano un settore dell'opinione pubblica senza dubbio di non grande emità. Ve ne erano altri che optavano per l'intervento delle grandi potenze in Oriente, ed altri ancora che, oltre a rifiutare l'alleanza con gli altri popoli 「。ャ」ョゥセ@ sostenevano che i loro interessi erano inconciliabili con quelli greci, che essi dovevano semplicemente essere inclusi in uno stato ellenico e che era dovere della politica estera greca «contrastare la tendenza dei popoli dell'Oriente a separarsi dall'Ellenismo... L'opzione balcanica nel 1861-62 conquistò l'appoggio anche della monarchia e maggior seguito ebbe negli anni 70, quando divenne una delle principali istanze delle o rganizzazioni democratiche, a panire da «Rigas..96. 111(1 VI II " /lilla di Gariba ldi L'acclimatazione del mito Se il dibattito sul modello italiano restò circoscritto tra i politici di セ@ agli occhi degli auivisti della politica il professione e gli ゥョエ・ャQオ。 risorgi mento italiano si identificò con la figura di Giuseppe Garibaldi. La sua personalità e le sue gesta furono amplificate e mitizzate all'interno del paese e fuori. Garibaldi incarnava per l'Italia l'aspirazione più viva del popolo :ld una patria libera, dove sarebbe prevalsa la «giust izia... La sua vita si prestava alla trasfigurazione del mito. 11 suo passato leggendario si perdeva nei paesi sconosciuti dell'America del Sud Come un angelo trionfatore egli appariva ogni volta che la patria era in pericolo, per sva nire poi di nuovo nel mare. La sua persona riuniva le caratteristiche fondamemali del contadino, del marinaio e del guerriero. Il suo modo di parlare era semplice e lapidario. Le sue idee si fondavano .') u poche verità che tutti potevano far lora; anche se piuttosto equivoche quanto a linea politica, proprio per questo esse avevano la capacità di riunire persone della più diversa estrazione ideologica. li I;lIO stile di vita, il suo abbigliamento, i suoi modi non avevano niente in comune con i modelli effimeri della sua epoca. A confromo con i politici, egli era il patriota «genuino..; in contrasto coi militari di professione, guidava un esercito fondato sull'entusiasmo, sull'au<.beia, sull'amore per la libertà Tutti gli altri vivevano nell'opulenza, Gariba ldi come un semplice contadino. Ognuno lo poteva sentire lontlrno, ma nello stesso tempo familiare, come le sue aspirazioni. L'epoca aveva bisogno di un tale mito. La fede delle masse popo1.lri nel nuovo sta to e la loro ubbidienza ad esso non potevano fonll:lrsi sul principio di legittimità, che era stato abbattuto, né sulle Il.:orie della volon tà generale sostenute dai democratici. D'aJtronde, qucsli ultimi, più o meno consapevolmeme, si sforzavano di sostituIrl' :rll 'lue(,)lo}(i:1 l' .11 ('l'rIIllOnlale Iradizi onale di sottomissione al pOIl're lilla '>()I t.1 di rセGiOッH ゥ エjョャG@ popo1:tre, imperniala sul culto della 107 I" ("" I" nazio ne'r, In Garibaldi 1:\11.: イ 」 ャゥセ ッ ョ」@ trovò Il suo '>()111I110 !'),I<::crdotc, Né Vitlorio Emanuele Il , inC:lfnaz.ionc (Id potere dello セ エ NiエoL@ né il Cavour, esponente della classe privilt.'giat:l, né il l\laulIli, modello dell'élite rivoluzionaria, potevano rivestire tale ruol o, Garib:llcli lo poteva, perché non rappresentava la patria com'era, m;1 come ogn uno desiderava che fosse. II culto della personalità di Garibaldi, però, non si diffuse in modo del tutto spontaneo, Il comando dei comitati lo alimentava sistematicamente, con dichiarazioni come questa: ... Noi siamo credenti nella fede italiana, uomini di lIna religione nazionale, il cui sacro simbolo è Roma,.\I8, Nella nuova religione luno si faceva nel nome di Gari ' baldi: la camicia rossa, la ...santa carabina,. e le litografie dell'.,eroe dei due mondi» ne erano i simbolL L'anniversario del plebiscito or' ganizzato da Gariba ldi e il giorno di San Giuseppe erano le sue feste comandale 99, Con l'autorevolezza della parola divina arrivavano le raccomandazioni laconiche del capo; e le sue circolari, stampate in miglia ia di copie, venivano distribuite e appese nelle piazze anche del paesi no più sperduto1OO, 11 mi[O di Garibaldi trovò terreno fertile anche fuori d'Italia, perfino in paesi lontani, Nel clima ro mantico dell'epoca, dopo la sconfitta delle rivolte popolari del 1848-49, tale mito rafforzò la fiducia in sé stessi e la convinzione che la prodezza personale, l'audacia e la dignità possono trionfare sui potenti. D'altra parte le imprese di Garibaldi nel Sudamerica e in Italia e le sue idee cosmopolite alimentavano la fede che la sua forza liberatoria non si sarebbe limitata solamente al suo paese, ma si sarebbe estesa anche ad altri)()\, Del resto, luni i grandi sommovimenti, dalle spedizioni napoleoniche fino alle rivoluzioni dci 1848, non si erano diffuse e ripercosse nell'intero continente europeo? Ln Grecia il mito di Garibaldi aveva fatto la sua comparsa già nel 18;9, Nelle dimostrazioni «skiadikà» gli studenti acclamavano Gari' baldi e si consideravano dei garibaldini, in contrasto, naturalmente, col governo .. filoaustriaco,.. Nello stesso anno fu pubblicata una fantasiosa biografia, dove, in un contesto esotico di amore, guerra e morte, Garibaldi veniva dipinto con tonalità liriche, come un eroe vcrdiano. Questa biogr'J.fia, tradotta dal fran cese e con un taglio fortemente filofrancese, fu dedicata dal traduttore al Kallerghis ' lJl. L'anno dopo fu pubblicata una nuova biografia di Garibaldi. L'autore, .,D.p,,., si atteneva a modelli francesi; l'opera, scritta con un mar' cato intento anriottoniano, proponeva come esempio l'Italia. Fu ristampata nel 1861 e nel 18661(lj, Nel 1861, inoltre, videro la luce, in quatlfo volumetti, le ., Memorie di Giuseppe Garibaldi .. , Ne em autore AJexandre Dumas, che aveva seguito la spedizione in Sicilia lO4, LI mito di Garibaldi si acclimatò in Grecia e si carallerizzò secondo le tendenze prevalenti nell 'opinione pubbl ica, L'eroe it aliano venne paragonato, per audacia c V;T1 Ù, ai ー イッ A セ エIMZ Hュ ゥ@ . . ti della rivoluIl. BGiセヲ@ f' j dt'll'lw/lll セゥ ッ ョャNG@ dci l/il l, l ' f li l'Il"") ,I .. 11111 )tjlo dell:! 1iIX:T1:1 com l'O il dbpot i . . mo del re. Sopr,ll1ul1o .,1 LQセ Q GIHᄋエN ャ カ 。@ dII:. d.t un momento :III 'a hro, egli :lVrebbe n pn:-.o 1.1 セ ャiLQ@ (llx'r" dì liberazione nei l3alcani, 1\<lolle sono II;: testimonia nze dell.1 、ゥイャセッョ・@ clcl milO, coi mezzi più diversi: rime pubblicate su quotidian i O in opuscol i, litografie appese come orna' mento nei loggiati e nei balconi delle case ateniesi, in occasione delle feste nazionali, canzoni intonate nelle manifestazioni antiononiane. Il suo cognome fu adottato come nome di battesimo e come cognome e fu anche usato per denominare alberghi e navi 1os, 11 mito era condiviso da tutte le correnti politiche elleniche. Sofoklìs Karidis, allora giovane dimostrante. scriveva: .. Non apparirà anche t1"3 di noi un Garibaldi in questa nostm epoca?,.106 L'anziano conservatorc Levidis reputava Garibaldi «u n messo di Dio,.l<77; e il vescovo di Atene gli scriveva: .,Noi abbiamo la speranza di vedere il vostro nome :t calX> di quanti credono ndla resurrezione della Grecia,. I08, Il mito andò acquistando, col tempo, un significato completamente diverso da quello iniziale: il Tommasco scrisse a proposito che, in Grecia, tutti individuavano in Garibaldi un civilizzatore progressiMalO'), Apò,Stolos Makrakis, uno dei predicatori dell'ortodossia, sosteneva: .. l1 Garibaldi dell'Oriente non assomiglia minimamente al Garibaldi dell'Occidente, perché anche la grandezza dell'Oriente è del luttO differente dalla grandezL' dell'Occidente,,; e spiegava che .. il Ga ribaldi dell'Oriente,. avrebbe avuto una missione sopranullo di civilizzazio ne lJO, Però, per quanti credevano nella rivo luzione irredentista, la principale missione di Garibaldi era di mettersi a capo delle lotte rivolu' ,-ionarie. Nell'.,lnno a Garibaldi .. l'a nonimo paroliere cantava: .,Tutte le nazioni ti stanno aspettando I intima l'ordine ed esse son pronte I a sollevarsi come un sol corpo,.. Nel 1861-62, su tutti i quotidiani, ma anche nei rdpponi diplomatici, com parve di frequente la notizia del prossimo arrivo di Garibaldi nei Balcani Alcuni scrivevano che egli si sarebbe diretto in Ungheria, altri in Dalmazia, altri ancora nell'Epirom, Queste fantasiose notizie erano motivare dalle cause più diverse, che acquistavano significato entro la magia della fede. Anche se esse venivano smentite, il loro numero e la loro frequen7..a contrihuirono, collempo, ad alimentare il mito che (;aribaldi sarebbe diventato il liberatore dell'Oriente, Nell86z Franceセ@ Cucchi annotava; «Mi scrivono inohre dalla Grecia che tune le ;hpirazioni e le speranze sono rivohe a Garibaldi come capo nalUrale di ogni rivoluzione che aspiri a ャゥ「・イエ¢LN ャQセN@ Tale fede ebbe lunga vita, Nel 1867 il console italiano a Corfù l'onMataV:l: ., 11 nome del generale Garibaldi gode fra i cristia ni d'Oriente uno N セエ@ rao rdinario prestigio: essi quasi da lui solo si ripro' mett ono i:I loro lG[ャQエ」NセL@ d.tlll' セuャG@ セ AャB ャゥィエZイ。セッョHGQu di (,.llIh,lldi iャ クG イ セ h BセサG@ dii hhu ,t/ lOrll セiL L@ naturalmente, fu incentivata sia ッイ」L@ i@ (Li qU:lnlO Ir:lpt:lava dalle Irattati ve II/I) 'it.'t ( It/(/(I/X/Y/f! coi comit:u i e con Ot tone. Ga rib:.ldi ste:.so aveva dichiarala ad uno dei garib-Jldini gre<:i, nel 1859: .. Prego Dio che scoppi una guerra a favore della schiava Grecia e contro i suoi tira nni, in modo che anche noi italiani partiamo per aiutarla ,.. Questa dichiarazione fu immediatamente diffusa in Grecia1\4. Il mito di Garibaldi, però, era indipendente dai fatti reali che gli facevano da supporto. Esso servi, da un lato, a scaricare su a ltri il peso dell'iniziativa, -Garibaldi si sarebbe assunto il compito di attuare ciò che no n si era in grado di realizzare,- o ffrI, dall'ahro, un'im magine completa, coerente e semplificata di una realtà complessa e ricca di contraddizioni. Staccato il mito dal suo ambiente d'origine e steso un velo sui contrasti che avevano diviso democratici e moderati, garibaldini e contadini, la realtà si caricava di alcuni valori propagandati come naturali ed eterni, valori che rafforzavano l'adesio ne deqe masse all'idea nazio nale e, nella situazione specifica della Grecia del 1860-62, incentivavano la lotta contro la monarchia che, attraverso il mjto appunto, appariva come un ostacolo a l corso natural e delle cose e al loro fatale punto di arrivo. In ultima analisi, però, tale milo, nella sua forma di culto della persona, fu un segno di immaturità politica. Significò rinuncia ad un'azione autonoma. ad una concezione democratica della nazio ne e all'elaborazione di principi politici concreti. la soluzione dei problemi fu demandata alla forza taumaturgica del capo. I garibaldini greci In Grecia più di tutti furo no conquistati dal mito di Garibaldi, e ne divennero gli apostoli, i gio vani che avevano combattuto insieme a lui nel 1859 e nel 1860. L'esercito di Garibaldi, la sua taUic.l ma anche la sua filosofia della guerra, si basava soprattutto sul volontariato. Tale fenomeno si era diffuso in tutta l'Europa fin da! primo Ottocento e avrà, forse, il suo ultimo bagliore nella guerra civile spagnola de! 1936-39. Ovviamente occorre distinguere i volontari impegnati nel loro paese da quelli che lottavano per la libertà anche di altri paesi la seconda categoria, però, non è indipendente dalla prima In Italia il volontariato contava su una grande tradizione ed esprimeva una presa di posizione ideologica assai diffusa tra i giovani. I volontari, sopratt utto nel nord, erano di estrazione borghese e piccolo-borghese e, per lo più, militavano nelle file rivoluzio narie e democratiche. la maggio r parte di loro, e soprattulto quelli che formarono i corpi dei volontari, avevano partecip.'l to a lle ri volte del 1848, creando il preceden te di una vasta guerra ーッ 「 イ」ョセ N@ Nello ::.tesso tempo il volo ntariato si contrapponev:1 di fallO ,li ti ーL N セゥカ ゥA Z ャ@ dei contad ini di fro nt e :1l1a rivoluzione r' :tzion, lI l' (( .r ,UII '>(I), Wl Di versa, 111:1 idl'()I('M1l,uncll tc .Ifflnc, c ra la base dc i カッャョ エ Zャイゥセュッ@ Int ern:lzio nale, quello ,.rruotllo per 1:1 libenà di un'altr" nazione. E&;o "I fo ndava sull'idea dci cosmopolitismo rivo luziona rio, secondo il quale, come i nemici della li ben:l appartenevano a un fronte unico l'cl era no solidali tr:. di lo ro, così le battaglie per la li bert,) di ogni paese facevano parte di un unico processo teso all'emancipazione di lutte le nazioni europee. la maggior parte dei volo ntari stranieri in Grecia, Spagna, Belgio, Polo nia, Ungheria e Italia, dUf'.lnte il secolo セ イ ウッL@ avevano alle spalle un passalo politico. Alcuni era no proscrilli dal lOTO paese, altri lo abbandonavano perché non trovavano in esso .Ilcuna possibilità di azione politica. In Grecia i volontari furono presenti nella rivolta dell'Epiro e della Tessaglia del 1854, nelle rivolte di Creta del 1866-69, del 1875-78 e del 1897, ne lle lotte in Macedonia de1 1875-78 e dell904-G8 e in fine nelle ij,uerre greco-turche del 1897 e del 1912 Il fenomeno non ebbe na' turalmente le dimensioni né la marcata fisio nomia ideologica che lo caratterizzava in Italia. Esso, d'altra parte, acquistò una fision o mia peculiare per la partecipazione alle lotte di gruppi di partigiani-banditi. Fuori del territorio ellenico, dei volontari g reci parteciparono alla Huerra di Crimea a fianco dei Russi, alla guerra franco-prussiana del 1870-71, a fianco sopranuno dei Francesi, e alla rivoluzione dell'Erzeセ ッ カゥョ。@ del 1875. Ad essi vanno aggiunti gli studenti che, in Italia, presero parte alle rivolte del 1821, del 1830-31 e del 1848-49. I Greci the parteciparono come volontari alle lotte italiane, appartenevano ;I due categorie: da una parte i giovani intellettuali, dall'altra gli esponenti tipici del tradizionale fronte ..armaro... L'attività di questi ultimi, che non erano sorretti da precise o pzio ni ideologiche, fu soggetla a notevoli oscillazioni: dalla collaborazione coi democratici fino a i contatti con i Russi e con i controrivoluzionari borbonici. Nel 1859, quando ad Atene arrivò la notizia dello scoppio della Kllerra e della formazione di un gruppo di volontari facente capo a G:.ribaldi, i «Cacciatori delle Alpi», tra i 200 ed i 500 giovani si dichiar.lrono pronti ad arruolarsi. Su iniziativa di Zissis Satirtu, di lambros Zikos e di leonìdas Vùlgaris fu fondata la . legione Ellenica.. , che si \:.rebbe costituita in corpo o perativo a Livorno. Per sostenere le spese lu bandita una colletta, con Zissis Satiriu come cassiere. Della commissio ne responsabile facevano parte alcuni giovani liberali, scelti tr:1 quelli che si erano distinti nelle lotte contro gli oppressori. Nonoセキョエ・@ le reazioni del governo, alcuni ministri, d'altronde come alcuni membri dell'opposizione, contribuirono con somme rilevanti' i6. Le mOlivazion i e gli intenti dei .. legionisti>o, esposti in un o puscolo, erano )'e!.prC".,iolle clelia g ratitudine per il filellenismo degli IlaItlni ne l 1821 l' LI .,oll{\, ... kl;) coll:llo ro lotta. Diversa era l'olt ica sostenut ,' d!!1 '<Ottl ltt' IU 'II'I ' ( Il ( ri"':'o()yt'rghi s: co me nel caso della paneciI),I/Ion(' (kl Plt' tlUIIIIL ull.. "I)I'I II/ione: In Crime:l, un'a mpl:1 presenz::. III III t,',,!/1/ \('t,m rlo/kll'/t' di Greci nelle KlIcl'rc ila li:lIlc avre bbe giova lo ali::! CllI.'):l elle nica. In realt:'l , con il denaro raccolt o, l:I comm issione l'i usci appena ad inv i;1 re due piccoli gruppi, di selle e dicci uomini. II governo greco non solo no n rispose all 'appello di finanziare la sped izione degli :l Il n カッ ャ ッ ョエ。イ セ@ ma addiriuura mise il veto ad uherio ri partenze ll7, La tregua d i Villafranc.:I., nat uralmente, interruppe queste iniziaI ' ve. Ciononostante Zissis Sotirìu, un vecchio combauentc del 1821 l' un singolare apostolo della Gran de Idea, panì con lO suo i fed eli JX'I arruolarsi sotto Gariba ldplB. Non sono nQ(i i no mi né i dati di tutri i volontari greci del 18SI ) Oltre al Sotiriu, dalla Grecia partirono Alèxandros Dòssios, fig lio d, KonSlantinos Dòs::.ios, Gheorghios Lekkas, originario di Trikala nell,I Corinzia, Aristìdis Tsatsos, direttore scolastico di Siros, Chrislos Po lill". laureando in medicina, Aristotèlis Kutsoniàtis, nipote di Marko .. Bòtsaris, e lIìas Slekulis. Lo StekuHs potrebbe essere definito un pro' fessionista del volontariato. Tra la guerra di Crimea del 1854 l' quella fran co-prussiana del 1870, egli partecipò a Lutti i conflitt i in Italia e in Grecia e dive nne uomo di fiducia di Garibaldi. Un all ro gruppo di vo lo ntari panI dalle isole ionie. Tra questi sono nOI I Kerkirèos Pavias. IpirOtis Vurghos e Antonios Palatianòs che studi:1 va medicina a Pisa. Infine risulta che parteciparono come volont.m anche gli equipaggi di 13 navi greche che si trovavano a Genova lJ". L'anno seguente, in occasione della spedizione di Garibaldi in Sicilia e nell'Italia meridionale, i volontari greci furono molti di pio Il loro calcolo, però, è difficile, sia per le dimensioni dell 'Esercito dl'l Meridione, che raggiunse i 50.000 オッュゥョセ@ sia perché mo lti furon o arruolati da commissioni loca li in diverse città d'Italia. Le inform ;l zioni sul loro numero presentano notevoli discrepanze, oscillando tra i 1.000 e i ;O uo minjllO. Il più basso, sembra il numero più esatto. Del nucleo inizia le dei . mille,. che sbarcarono a Marsala, non faceva parte nessun greco. lUas Stekul is, il Dòssios, il Palatianòs, il Sotidu e il Pavlas erano volontari già nell'anno precedeme. Numi erano, invece, Anastàssios Luìzos di Argo, il capitano Petros L1gh;h di Idra, che con la sua nave fece attraversare a Garibaldi lo stretto dI Messina, Gheorghios Kallìgheros e Lambros Dimitrìu Skaltsàs. QUl' st'ultimo, come anche lo Zikos, proveniva da una nota famigli a di capobanditi dell'Epiro. Nel 1861-62 egli girovagava ancora per 1'ltalL,1 alla ricerca di un'occupazione militare. Nel 1862 fu al serviz io di $everio Prala, l'agente itala -albanese dei Borboni l2l. Di un altro gruppo, che arrivO dalle isole ionie, fa ceva parte qlld Spiros Sasselas che divenne, in seguito, il tramite tra Garibaldi l' Il Turr e i suoi compatrioti radicali. Ad esso appartenevano, inoll H', Andreas Miniònias, Stam ati s Tipaldos, Di o nìss ios Mavrò pul o.." Andrea s Tsa las, il Minotos e il Sufis. Dall'ambienlt' dcll'eIlcnhmo irredentista provenivano Ana st:lssio ... V:lfi;ld i.. dI Mo nhliri nel LI Maced on ia e il He... lènh di I.c .. bo. Infll1(' dc ' I (," 'C I H" llknti ir, 11,lli .• "' Il I BiG|HOセ@ (II'/f'IIIIII(1 ッセ@ V;I ,,<;lIlu d i tイャ・ セャ・@ c a 」 ィゥャ セZ ャ ウ@ Papadopulos, I ,ICeV:lIlO p:lnc dゥュィイャ Flrenzc 1u. Nel gruppo dei volontari 'lffivati dalla Grecia va incluso anche !O:Lnnis Alèxandros St reit di Lipsia, che fin dai tempi della RivoluIlone presta va servizio nell'esercito greco e aveva partecipato alle rivolte del 1854. I più furono arruolati nella 15ma divisione, che ractoglieva tutti i volomari stranieri e soprall utlo gli Ungheresi e i Polacchi, sotto la guida del Turi'. Quattro tra quelli che conosciamo, l>:;si:1 lo Stekùlis, il Sotiriu, il Van<ldis e il Vassiltu, presero parte anthc alla spedizione del 1862 nell'Aspromome1u, Durante l'estate del 1860, in concomitanza con la spedizione di G:lribaldi, ad Atene furono effenuati, da Tsamis Karatàssos e da "Ofoklìs Karidis, reclutamenti di volontari per la Sicilia, Il Karatàssos, lln vecchio combattente, protagonista di numerosi moti rivoluzionari e irredentisti, e convimo sostenitore di ogni sorta di banditi e di ribelli, nel maggio dello stesso anno aveva fatto ritorno dal Momencgro, profondamente colpito dalla resistenza del piccolo paese e dL'Ciso a promuovere una nuova agitazione nei Balcani. Ad Atene ('gli collaborò col Karidis, l'editore del quotidiano .. To Fos» che aliIlientava un'accesa campagna a fav ore della Grande Idea e contro Ottone. Ambedue presero a pretesto la spedizione in Italia: .Che cosa ... Ignifica che si reclutino volontari per la Sicilia e non per la Grecia, iRセ@ , hc è ウ」ィ ゥ。カ_ᄏ Malgrado la scarsa chiarezza dei suoi obiettivi, l'appello del Karal.h,sos e del Karidis ebbe una notevole risonanza. Duemila persone di Atene e tremila della provincia si dichiararono disponibili Il Karatàssos si dimise dalla sua carica e in vi tò i capi militari del 1854 .1 セオ ゥイャッ N@ Molti di loro, come i fra telli Zikos, Ioannis Tzi lalìs e Leonìd,l$ Vùlgaris risposero all'appello e cominciarono a riunire i loro U0' mini. Però la preparazione della spedizione si risolse in una farsa. In 'Sulto ad un bruciante articolo apparso su . To Fos», che invitava J'l"iCrcito a ribellarsi e a muoversi di sua iniziativa contro la Turchia, Il governo arrestò i protagonisti della spedizione e i loro collaboralori cッセ ゥ@ i loro ambiziosi progetti andarono a vuoto. Il l'anàs, commentando questo fallimento, scriveva che le Ione dellS60 in Italia avevano ,1VuIO successo perché erano state preparate dai democratici e dagli nuli po litici, mentre in Grecia erano fallite per la mancanza di un mov imento democratico e di un vero spirito di sacrificio. II Karatàssos, dopo la sua scarcerazione, nell'ottobre del 1860, partì d,I 1->010 per l'Italia, per incontrare Garibaldi. Quando arrivò a Napoli, It' OM ilit:l erano cessate e Garibaldi era partito. Egli cercò, allora, di (onvi ncere gli il:rliani cii lingua greca e albanese che avevano parte(l p:lI O ali:. :,peclLdone a '>Cguirlo e a promuovere lIna rivolta in Epiro .' in Albani:!. Gli Itall:.nl di lingu:l greca si ribellarono prima dello .,h,Lr("o , li ,:u lh,ild ll' lonll ,lrnno il corpo dci Mon tanari ciel Vesuvio !fllI ,I '-'l'X) Tlwc')( IIJIU 1'.111 '1,1.,11'1 cNHI ョャゥNGュイ IH イ セ ャョHNG Z ャi ョ」 ョャ 」@ egli fonclò, 'I I udent e :I 111 Insieme n Marco Anl 0nio C:lnini e セ ャ@ $everio flral :1 c con dcn:lri del principe Alhandros Ghikas, セ iQ@ Diritto delle N3zioni .., un comitato avenle come obieu ivo la spedizione nei Balcani U6• Il Canini era un politico fa ntasioso, sempre in movimento, che aspirava a fondare una セ i ・ァ ゥ ッ ョ ・@ ispa no·rume na .. (sic). L'altro socio, Severio Prata, che si autodefiniva principe Sca nderbeg, voleva organizzare una «Armata d'Oriente_, guidare una spedizio ne in Albania e diventarne re. Contemporaneamente egli collaborava con la decaduta dinastia di Napoli ll7• Nel clima di confusione che regnava in quel periodo a Napoli, con le migliaia di militari disoccupati, licenziati dall'Esercito del Meridione, molti avventurieri tessevano piani diversi con obienivi poco chiari. Due di questi, Alessandro Salvati e Luigi De Negri, ave· vano creato, con la partecipazione di un generale garibaldino, l'un· gherese Sandor g。セ@ il セcッュゥエ。@ per la spada d'onore di Garibaldi .. , ,che arruolava anch'esso volontari per i Balcanp28. Queste iniziative provocarono la reazione del comando dei democratici e del governo, che sciolse il comitato e imprigio nO i suoi capi m. Il Karatàssos non limitO la sua attività all'Italia Egli inviO anche suo fratello, insieme a un suo uomo di fiducia, dal console di Russia a Salonicco, per comunicargli i suoi piani e per creare nella città un centro di preparazione della rivolta. L'ostilità dei democratici, perO, lo costrinse ad abbandonare Napoli; e, senza essere riuscito ad incontrare Garibaldi, parlì per la Francia e per l'Inghilterra. Passò, quindi, a Odessa e, in seguito, a Galati, e si recO infine a Belgrado, dove credeva di trovare un terreno più fa vorevole per i suoi pro' getti in Macedonia. La morte, però, lo precedette. Dopo la sua partenza da Napoli, anche il comitato che egli aveva fondato andò in fumo oo. I volontari degli anni 1859-1860, quando tornarono nel loro paese, diventarono i principali porlavoce dello spirito garibaldino e i sostenitori di un'iniziativa simile in Grecia Molti di loro, come lo Stekulis. il Sasselas, il Vafiàdis, il Luìzos e il Tsalas, sì occuparo no dell'organiz' zazione dei comitati nelle province oppresse. In particolare lo Stekulis, che aveva seguito Garibaldi in tune le ウ ー・、ゥコッョセ@ era il suo tramite stabile con la Grecia. Fu usato da lui, nel 1866 e nel 1870, per l'arruolamento dei volontari greci, e dagli ambienti rivoluzionari ellenici per chiedere l'aiuto e la solidarietà del generale nel 1867 e nel 18n. Altri volontari, come il Dòssios e il Tsatsos, presero pane ani va mente alle lotte di liberazione, altri an° cara, come il Vafiàdis c il Kalligheros, parteciparono anche ad altre rivolte"'l. I JA P1;nlflt'()l·II.,." l\ll/I/Cj (/1U1 $lil/(!(; m/r III tlw klllgdom 01 Grecce 1833'1813 New Jl'f1>CY 1%8 (Alene 191i"i), pp. 346-347, 505-5082 AJ PA I'oA'o'OTO!'Ot.l105, .The -Great Idea" :md lhe vision of Eastern Fedcratlon; セ@ propos of Ihe views o f I. Dragollmis a nd A. SoUliOlLs·Nicolaid is., Bolkan Swdies, XX I(l980 n. 2), pp. 331·365- 3 JA. PI!TROPUL05, op. clt, pp. 346-347. -4 A.. SKA"'OAMIS, H rplaK"OVfcrctia t7jç ヲj。ュャeセ@ Wl.> '09ruvoç /831- J862, Atene 1951; F. KYRIAKtOlS, /cnopfa rov I o,xpollOV E.U IJVIOJlOt1, vol Il, Atene 1892-9-4 (rist. 1972); F. 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Sui suoi r.tpporti con personalità italia' ne, V. R LAVAGX1l\l, Greda 1859 nel diario di FrtUlcesro Crlspi, Palermo 1967; BNF, Fondo Tommaseo, o ve 1:1 corrispondenza dei due Llomini; Biblfo/eca Provinciale Torlnq Carie Valerio, l3, 2, 5, Mallioli al Valerio, 13.9.1850; ACS; Fondo Crispi (ASP), 3. 29, 19, Crispl al Rigopulos, Malta, 5.IU859. 12 I. SOOAN05, XropenoJ.uSç €tç f7Jv OJJI1-fPII'1jV E.U.aro, Atene 1860. L'A.. era un profugo italiano del 184& 13 Aldiv, 6.4J859, ove A. Rigopulos recensisce il libro di G.A. NAITIS, rtvlmf apxafrov fI11COp(OV K"Cl1 larop(a a1lfOv Kapd: Wlç aplOOOlç imi fOlo; ,6v,avnvolo; vol. I, Atene 1859. l'Cr tcstimonianze analoghe, cfr. A lruV, 6 e 2-4.6.1859, e To M t.Uov fl")ç ョ。イーヲセ@ 17B.ls60, v. lnoltre A. GUPAs, 1I ctWAQBpivセ@ K"CltaCTtat;nç fl")ç aカ。イッILセ￧@ un IÒ(ro<; tT/ç E.Uti6oç la me 1861, p. 1iセ@ 'H),IDç, 15.6.1859; Etdç, 28.4.1859; Av)'If, 4.6.1859. 15 v. To Irw..llI'6v çrlf7Jl1a Iral o aカイッkBー。ヲセ@ NaltOUQJV r', l1eta'PtlO1ç tK" rol.> )«u'urov v.tr6 KQJv. LratknrooÀolI, Atene 1859. Per l'originale, Napolron III et f'lIalle, Pa· ri!!1 1859, cfr. F. VALSECCHT, Europa 1859, Atti del 380 CSRl, Roma 1960, pp. 23-7-4. 16 npaK"TI.m f ilI\' LVve:Opla!1f:QJv fl")o; Bow.rliOj 1859, voI. Il, p. 107517 E. DI!UGHIORGHIS, nO).[fIK"a 1JJ.UP0À61'1a, Atene 1896, p. 112 18 'fi),ux;. 4.7JB59. 19 To tt>w.;. 3,6.1860. 20 G. l'lI!RAZZI, セ m。コゥョ@ e gli slavi dell'Austria e della Turchia., Alti del 460 CSRI (Genova 1972), ROlna 1974. 21 fi),u>ç. 20.6.1859. 22 G. BeRTI, Russia e slalf i/aUanf nel RlsvrgtmetUo, Torino 1957, pp. 73<)-731; A.J.P. l'A 'o' LOR, Tbe ウエイオセャ・@ lor mastery (II Europe 1818'1918, Oxford 1965, pp. 104·106. 23 A Y.E 1S60. Il l Ambasciata di Vienna, Udorikis al KunturiOlis, Q ROMT N UM Q セ@ ibiti, \ lnas a l KunturiOl:is. 245-1860 (nuovo calendario); ibid 18. 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Bologna 1929, P. 61, Nigra al Cavour, l3.2.1860. 29 Aum, 45.1859. 30 Gh￀iセ@ 6.5.1859. 31 J.A. PETROPl.lL06, op. ciI., pp. 2'5&2S9;j. KOfAS, Internarional 6nd domesrlc polli/es in Greece durlng lbe Crimean lrur, New York 1960, pp.los.l13. 32 npornlai UtIY iuvヲZセャゥᆱQ@ tTJi" Bou),l'jç. 1858-59. voI. l, pp. 1314'1317, 104().1045 e 10'7().1079. 33 A YE; 1859, 18, 2, Ambasciala di Parigi, Rok al Rangavis, 2"i5n.6.1859; (bM. s.n.d'a. X. Classificali vari, Rok al Kunturiotis, 18/ 30.6.1859 e 2/14.6.1859; ibid, Trikupis al Kumuriotis, J.ondra 25n.7.l859, cfr. A/hjva. 198.1859 e &lriç 275.1859. }4 A917v6; 305.1859. 313 &Jr{i". 3.6.1859. 39 PRO (FO), 32, 268, 276, Wyse al rオN\[s・iセ@ 16.6.1859; A y../i; 1859, .s.n.d'a.. I. Classificati vari. Rok al KumuriOlis, 24.616.7.1859. .j() AltW. 6.61859. .(1 Ib/tI., 2;.5.1859. 42 AST, Consolati Nazionali, Atene, m. 2, FiUman al m。ャカウセ@ 14.7.1859. 43 Au1w, 24.6.1859. I profughi italiani rientrati a spe;e della Commissione furono Aristide Azzaello, Francesco Baremo, Giacinto l3ocrave<Xhia, Giuseppe c。sSjゥョセ@ Reginalo cッi A セ@ Vincenzo (;orradi n i, AntoniO Desl:ef.mi. Gioacchino Garda, Giuseppe Giaino, Be· nedetto Gianella, lッイ」ョコgオゥ、セ@ Giovanni p・ャ ャ ゥウ。ャセ@ Pietro pッャゥエセ@ Pasqualis Romano, Enrico Rossignoli, accompagnati da due Ungheresi, Demetrio e Jean Antonovick, e due Pobcchi ex militari, André Zaskevich c:Ja;eph Conto, che avevano cornbauuto come volon· tari: AST, Consolati n。コゥッョャセ@ Atene, m. 2, Malavasi al Cavour, 15.71859. 44 AV)1j, 6.7.1859. 4} AltW, 20.7.1859. 046 A. GUDAS, YlfOIlVlJlla 1fEpl eNuエゥセ@ l.:ante 1862. .(7 E. DEUGHIORGHIS, op. cft, pp. 122'123; Elmç. 7n. e 12.7.1860. 48 To MlUov TI'I!; narpl&ç, 18 e 2SJ1.l859 e 16.1.1860; A917va, 30.5.1859. 49 Aum, 3(16. e 2.7.1860; 'mu::Jç, 28.6. e 30.7.1860. La crisi del Libano fu il risultato dci rantagonismo tra i cristiani maroniti e i musulmani drusi. sostenuti rispettivamente dal Francesi e dagli [nglesl. [n seguitO ad una sollevazione delle popol:uioni agricole maronite, le due comunhà si SCOntrarono ed ebbero entrambe migliaia di vittime. NalX>leone TIl inviò, il 17.7.1860, una squadra navale per proteggere i cristiani. Il PalmerSlOn perÒ rt:""dgl. Alla fine, con una decisione della conrerenza di Parigi, fu inviato un corpo di spedizione francese, protetto dalla flotta ing lese, che vi stazionò fino all 'a nno SUOC('s' s ivo: v. S. e E. SHAW, H/5tory of lbe Oltornan Empire and Modern Turkey. voI. Il , Camhrldge 1977. pp. 156'159: MS. ANDt:KSON, Tbe Sreal power:;; and tbe Noor Easl, 1774 1923. Londra 1970, pp, 142-144. 50 A YE: 1860, s.nd·a. Xlii, Classificati vari, Kal1erghis ad ()(tone. 15/27.10.1860 II f(o' verno inviò Inoltre a Beirut iセ@ nave da guerm «Arilldne. per エセャQ」jイ・@ i propri セ オ 、ャゥ@ t' per prC'itare le c ure medic he, e iSlitulad Alene un .Efomlo. I)('r Q Gセ ゥ セiサᄋ i wN[ャ@ al pr(')fof(hl v. Ao1'l, 13.6.1860. 51 A YE; 1860. 18. I, Ambasciata di Grecia セ@ I.orn.lm. Tll k\l pl, III Ku ,uIIII"I1, 1./ 1410 Q セBQ@ 52 P. DI:I.lClIIOIIGII"" op cft. p 19\ dl'Wl/lllfll Sj li A "'CUH MI, .11 , 1\\>1\<* Imi' 1110 <Id セckョッ@ d'h.III.I., Alli dd 20" cs セi N@ koma 1962. 1>1>' 17-55S4 AMAli Hnjセ@ l5O, I, mN i iG|ᄋ。セ@ セャ@ c..vour. 7.21860: AYE; 1861. 40, 4, Agenzie straniere In Grecia, dt"Cl"elO reale dell'I 4 186] 55 AMAI:; 793. P. ISS. mセュゥ。ョ@ al セゥcャNウッ l@ 9.8.186 L 56 A YE; 1861, 18, 4, Ambascl:lla greca a Torino. 57 ODi, voi. Il, p. 300. Mamian i al Durando, 17.4.1862 58 v. più 。カョエセ@ p. 152. 59 V. le denunce del depulato radicale Gheorghios Verlkios in 1P1p' 9.10.1859. 60 Sul lesto del la lenera, cfr. H. l"DIPElU.fY e L PE,"'SON, l'oundatiOtlS of Brilisb fore{g11 poIicy, Cambridge 1938, pp. 222· 225; v. inoltre EWR1OOE, «The m yl h 01 mid· victorian 'separatìsm": the c=sion of me Bay islands and the lonian islands in lhe early 1860's., ViCIOT"Ùm Studies, 196B{,9 n. 12. pp. 336'346. 61 V. il quotidiano di Corfù Nta ..EIroK'l, QY N Qlセ@ P. OnoTlS, lcnopla rov l ov(ov Kptirouç. 2' parte, voI. V, bOle 1877, pp. 469-472. 62 G. VER1KIOS, A1f0.'lVl1l1ovrvllaTa 1f€pi t'f/i" 1tpt/JrJv fov(ov ャヲoILュBGセ@ Cefalonia 1870. c.c. p. 185; P. OnoTls, op ciI., pp. 475"476. 63 P. CHIOTlS, op ciI., pp. 476-478. 64 Ibitl., pp. 486-198. 65 1P1p, 3110.11:159; Per un'altra sua critica nel 1860, v. P. CHIOT1S, 35 A1(6v, 25.5.1859. 36 '1Iì..UH;' 6.6.1859. 37 A YE; 1859. s.nd·a, X, Classificati vari, Bo7.1.3 di lettera classifiC'"dta del primo mini ' stro ag li ambasciatori del paese, 1l/2,3.6.1859. (,II!! (II l' I IIIf'WIJ.,'Il1 op. cii, p. 449. 66 lP/P, 25.111860. 67 Cfr. «EUa.ç Qocエセ@ ItaÀ!a_ in IPIP, Il.8.11:l61, ove le dtazion i che seguono. .68 Si riferi.scc alle vod drca la fondazione di un principato セョァャッゥ@ con la probabile anneSSIone dell'Epiro e della Tessaglia: v. P. CIllOTtS, op ctl, p. 504 e 518; E. l'REvELAK!S, " To HlItlpollEO"ow..lIc6". çr\tTll1a I«Xt a. fa ttTl 1862- 1863_, Afhlva, 1950 IL 54, pp. 94-IQS. Tracçe di questo sospetto si riscontravano anche sulla stampa italiana, vedi L'Un/Id italiana, 4.11861. f:IJ Cfr. P. PA NAS, f'lComrlioTal Km /Jcll1WcJE1i" €V &tavrjalll, Cefalonia 1880. 70 G. VERIKIOS, 'EnfJafa ava«pO/lEva El!; rov ヲGiLoャエ。hセv L@ lame 1889, pp. 8 ·13. 7l fPlp' 2.5. e 5,6.1859. n aro il quotidiano di Cefalonia Ava)tvl'l'Jatç. 25..(.1859. 73 «AvU)tVVllau;- puhhlicò, dal 18.4. a l 235.1859, l'anicolo di G. Mazzini «Dci doveri dell'uomo. Ai lavor:atori d1talia .., tradotto da P. Panllis. 7.( aro AvO)tvV7jmç. 9.5.1859. Wセ@ aro To l1>wç 3 giugno, 9. 11 e 13 agosto, 6 e 13 sellembre 1860. Pan;,\s pubblicò a l'oper:a dd Mal.zini «Dci Doveri •. PUntate, nel 1874, sul suo quOlidiano ⦅セ￧NL@ 76 Per le precedenti citazion i V. n e ll 'ordine 1P1p, llA I861, 25.9.1862, 29.7.1860, 29.9.1861 e 11.8.1861. n Cfr. E.1.1riç. 7.6., 12.7. 7.21860 e 22.8.1861. 78 V. To Mt..U.ov t'f/i" aカ。エッ￀jヲセ@ 26.7.1862 79 v. To Mt..u.ov T7]q &U.a6oç. 27 e 31.1:1.1861. fIO V. To Mé,uov t'f/i" AvtxtoÀI'jç. HJl.l862. 81 Dichiarazioni del Gladstone nel 1861, cfr. P. CH10TlS, op. ciI., p. 448. 82 V. To lPtoç, 7.4.1862. 83 V. A),l18Jf!; PtçOC11faOTTli"o 15/27.9.1862 84 G. VF.RlKtOS. 'Enpa/f1a ..., ciI., p. 12, Momferàtos al Verikios, 14/26.4. 1862. 115 V. Ta fPwt;, 9.8.1860. 86 V. &trl!;, 17.5.1860. 87 Cfr. il qu o tidiano セ mセ￀oカ ᄏL@ serie di articoli di D. Papathanassìu セャ@、 18.9. al 11 10. 1870. 118 Sopral1ullo su l qUOt id ia n o _Avcr..,tvVTja\ç. di lossif Momfcr;,\tos, tra il 1818 c il l!i.(9 :: T .... lNn·ll' 1/ aLᄋエjヲHIセ@ 6,« BGセ@ AI'oro.1.tfç. Ah:nC 1861, 1>. 1. 1 AQ'II'4 ,t 1/•. Il l' /(,"1"-'1 1' In volullI(' nclln セエ」LGio@ flnno. セQ@ lo' Ilh,,..!!.!.,, · .'fI ' l'''.J Il' 92 Cfr. To MlU.ov イャ セ@ aカ。イッNャセ B@ Uil862 To セ@ 27.7.1862; eVQGセ、I。NZ@ op cii. 93 Secondo ャGeYiᄋセゥIN。_@ op. cii. セ@ ('".1(>0 del Gr...o di Genova 」イセ@ エセャ・@ l.ò!s ko ros. NC!!h archivi cittadini non abbiamo riscomrato info rmazioni più preci$C. Sappi:uno perO Chl' si trovava in dtt;\ nel febbraio del 1862 Dimltrios Saràvas, uno dei capi della Nァゥッカ・ョエセL@ (rAK, K2c, Sar:1vas allo Stekulis, Genova 24.21862). 94 V. L'Unirà !taillma, 9.4.1862.l.a sala ern decor.l.ta con i riU'aui di g。イゥ「ャ、セ@ Ma:uirll, Kanaris e Markas Bòfsaris, 95 O IwmI, m。イLャョセ@ Jro:I ro Pq.!(JùaSv Kp6roç セイッャ@ oravao-raO'lç fl]ç セャj￧@ rora ro /848 (EIn,v,ulç fl]ç C'IJPcpllioç o Andlafldpoç) ca: rov ra.U!L'OV, Atene 1860. 96 l...S. STAVRJANos, Balkan Federariorl, Hamden 1964.. 97 Su questo tema, v. G. MOSSe. w naz/ona/izzaziDne delle nume, Bologna 1974. 98 T. PP.DtO. _L'attività del movimento garibaldino nel biennio QXV MVRセL@ Atti del 32° CSRI, Roma 1954, p. 356, Comitato centr.l.le agli lIaliani, 15.10186l 99 MCR, Prot 8ellaui, 528, SeIJazzi al benemerito comitato, 16.3.1861. 100 T. PlODIO, op. cll., p. 345. Bellaui aU'onorevole comitato, 7.101860. 10\ A. T AMOORRA, .Garibaldi e I·Europa .... Ani del 39° CSRI, Roma 1961, pp. 445'530-. D. VE.'\U USO, .GaribaldI e l'Europa .., RSDR. LX IX(l982). pp. 161'1'173102 rapl!M).60u /Ho,- VlJ1Il6f1]ç, セYQI@ m'I OTpamtlnm avOpayaOrllJara. El( ro u )oQMlroV 1111'6 ..., Atene 1859. Cfr. Garibaldi. Sa vie, son en/ance, ses moeurs, ses explolts militaire$, su/fJts de dlXumenlS b/slorlques sur la guerre, Parigi 1859. ]1)3 1Ctl!11j, raplfJd)'OIJ" IOlomroç imi lfoÀlnroç j3{o; aUTolI, vlr6 tJ..n.. Atene 1860 cfr. C. Pio Y A, H/srolre de la guerre d1ta!ie: JO!ieph g。ョG「ャ、セ@ Parigi 1860. 104 AlfOIJVlJIJOvcVIJara rov IwmI; raplj3fi.l.oov. tJ.lJlJomev8évra IIIr6 AÀtç, t!.ovpli K'(I'I ャj・イ。セーVエカ@ vlf6 MIl'wl). Z'refdvov MaÀalo:, Atene 1861 Cfr. Mémoir! de Gan'/xIldi, Tradulls sllr le manuscrll orlsl'lal fKJr Al Dumas, Parigi 1860, 105 Cfr. 'HÀIDç. 25.7.1860; To o1IoJç. 13.5.1860 e 273.1861; To MtMov fI]' narpl8oç, 27.7.1860; A,91)va, 273.1861; Dm voI. Il, P. 55. 71, 101; MCR. 49, 14. 6, Resdis a Garibaldi, 31 15.10.1861; A.P. "YIJ\IOç tlç wv raplfJ(ù.OIJV, Corfù 1861. 106 To otIruo;. l3.5.186o. 107 MRM ( AG·FQ 476, Levidis a g。イゥ「ャ、セ@ 31U862. la! MCR, 268, 43, 3, Missali Metropolita di Atene, aョエッゥセ、ウL@ Papadopulos, AnghelopulOll, Laskarklis a Garibaldi, 15/27.5.1862. 109 G. ZORAS,.O セq」、ッ[@ ICIll Jl 06IDVl..:q ャiッNュセ@ Ktlla tOV ltupù.66vta alIDvQjo. &r(lVljO'laro Mclmjpara, vollV, Atene 1969. p. 16l 110 A. MJAKRAKJSl A6,.oç C1Ilnifloç wv tapl rot.o.; rfpeua; AcarrcraK'Ov. Mc.tpoonlnl v. Lmp{JtJ.lJv. t!.voPoVVlo,fI]V lf€o6vrCtlv 。セカ N@ eセiョャV、@ fl]v 25 Mapnov 1862 cv fI] vrfaru fC!)V npiyyllffJN (sic), s.L e d (862). III To セ@ 25.1. 15.3. e 3.4.1861; A6Ijva, 233.186L 112 MCR, 273, 70. 3, Cucchi al b・ャ。Guセ@ &4.1862 UJ AMA'; 1342, Grecia, Viviani al Di Campello, 2l5.l867. 114 '11Àloç, 22.8.1859. 115 C CEsAIt!, Per uno smdlo Slll corpi volontan' dal 1848 011867, Roma 1917. 116 A,um. 25,6.1859 e 27.5.1859; AMAE ( RS). 250. I, Mabvasi al Cavour, 24,6.1859; Il Corriere Italiano 111 Grecia, 30.1.1862; A v1'rf, lO e 22.6.1859; 'mlQç, 15,6.1859. 117 Z. SOTlR!U, _EUJlVIa:t1 B・セidカ@ HilV E8vtrotl'jtmv. ョーセ@ tO navfÀ.Àl'ivlOV. Ev Aal'jvm" t1'\v 8 10\JV{0\J 1859. (À aヲセサu|i」イエ。H[@ AIIUV, 18.6.1859; GhINキセ@ 15.6., 25.7. e 228.185'), AvYll. 25.6.1859, AST, Consolati ョ。コゥッャセ@ Atene m. 2. Malavasi al Cavour, 15.7.11:159. \18 AvYll. 6 e 21.7.1859; EO"rla. 1882 n. J3. p. 301. 119 MeR. 575, 15, lO (Archivio dei Cacciatori delle Alpi), KUlsoniatis, Stekulis e QG P ャゥ [セ@ a Garibaldi. s.d. (1859); AMAI:; 847, 2,36, Consolato Corfù, Viviani al Lamarmora. 8.5.1866; 'HÀIOç. 22.8.1859; To セ@ 2<),7.1860; Persevem'lza, 2ll1861; IWrf" 721861: A v1'rf. 27.5.18')9. l. STEKUUS. IPpOInlPa, Atene 1882 120 ti quotidiano _lo \ャiキイ[ セ@ oscilla tra i \.000 volomari (22 t' 1117 1860) l'! I 2'iO (9.11.1860), PersevertmUI (22.1.1861) e Ebfç (7.2.1861) parlano dI c,o "' 121 AMA"; jHl.\ ("1;\ ',1, mセャNQョ@ l>tlrando, 18.9 1862, amiGZ[セL@ 219, Capello al VenÙl>ta. 14.1Z,1f1(;,6; A Yll lH('ll, '.16, l, l'oh/la·Slcurezza. Ro k al Kunlurlolis, 9/2104.1862, let· tCTlI allC!!lll dci 1'01ll.ln.1 .Ii Nok. !'/ff$(!l'i!r(I/lZ(1, 22 11861; M.A. camnセ@ Bn'ciole di storiu, 1"orlno 1882, p. 97. 122 Su Sasselas, Minotas e SkuCis v, p, CllIOTIS, op. cit, pp. 439 e 660; su Tipaldos e ,\llvrOpulos, v. PrmeI.oeran:w, 22.1.1861: su Minionias, v, S. MALAKIS, AIfOlJVlJpovWpura etrf fl]ç Ol/1,lp6vov オョッーヲセ@ Atene 1895. p. 376; su Tsalas e Vam.dis, v. A, YE; 1860, s.n.d'a., XII I, Rapporto I. Papakostakis, s.d (ott. 1861). Vam.dis, d i nuovo volo ntario a Creta nel 1866, morI nella oottaglia di v 。 ヲセ@ cfr. inoltre P. TSAlLIS, To ooçaO]ltvo Movacmjpl. セiッョゥ」@ 1932 P. 48. Su vas.<;i1iu, v. D. De BAsI\JO, Rtcordl, TriC51e 1860; su Papadopulos, v "'RM, Cane Benani, 38. 156, 112, G. GheTllrdi al b・イエ。ョセ@ 3.8.1860. Papadopulas ern pa" rente di Fr.l.ncesco Guerrazzi. 123 C Pa::oltL'oIl maZBzonセ@ Storia della {S'ma dlfJtslone Tùrr nella campagna dellB60 t'l Slcflja e n。ーッャセ@ Firenze 1876; S. 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Volpe, Firenze 1958, voI. li. pp. UWセ@ l', GUIDA .• M.A, Canini in gイ・」ゥ。セL@ Ba/kan Studies, XX(l979). pp. 343'392 127 .Armata d'Oriente>o, ACS Minisiero Interno. f. 4, 1052/624, fascicolo personale di S, Prata della pubblica sicurezza. 128 .Comitato per la spada d'onore di Garibaldi_, v. A. SORocco, .Associazioni p0lit iche e società operaie nel Mczzosiorno da l 1860 ad As promonte», Arcblvro storico per le province napoletane, 1967, pp. 422--425; MRM, 688, areolare Bellaui, 10.6.186l 129 Or. Il popolo d 'Iralla, 2l3. c 25.5.I86L 130 Non è esatta l'informazione fornil2 dal Canini e adOllal2 dalla Sloriografia senza ulteriori verifiche, secondo la quale il comitato di Napoli avrebbe costituito il primo nucleo dei comitali fondati in seguilo nelle bole dello Ionio. I3t L STEKuus, op. c/l., pp. 21-26; E.tlJiJcpl" 2O.1I.l876. Il?