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SERIE IV - VOLUME LXXIX (CXXVII DELLA RACCOLTA) TRIESTE 2019 SERIE IV VOLUME LXXIX CXXVII DELLA RACCOLTA INDICE ARCHIVI – AlessAndrA GArofAlo - Studio sulla fregata francese Danae . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 1-36 STORIA – GiAn luiGi Bruzzone - Fra i corrispondenti di Mgr Luigi Cesare Pavissich . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ,, 39-85 – silvA Bon - Passione politica e letteratura in Giuseppina Martinuzzi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ,, 87-94 – silvA Bon - Storia di un possibile «giusto». Filiberto Ambrosini e la famiglia Benedict . . . . . . . . . . . . ,, 95-104 – enrico MAscilli MiGliorini - Quella scelta di italianità . ,, 105-123 – frAnco stener - Servola attraverso le sue lapidi - Da Villa a Rione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ,, 125-213 ARCHITETTURA – cArlo Antonio stivAl - La sfida tecnologica del Porto Vecchio di Trieste. I brevetti sperimentali per la realizzazione dei Lagerhäuser . . . . . . . . . . . . . . . . . ,, 217-245 – ferruccio cAnAli - Pola nel segno dell’avanguardia urbanistica (1936-1942). Architetti del razionalismo italiano per il Nuovo Piano Regolatore: il contributo di Giovanni Michelucci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ,, 247-266 – diAnA BArillAri - L’Albergo Americano a Barcola, architettura al tempo del Governo Militare Alleato nel Free Territory of Trieste . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 267-288 TECNOLOGIA – AlessAndro PuhAli - I collegamenti ferroviari di Trieste con l’Europa Centro-Orientale all’epoca dell’Impero Asburgico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ,, 291-314 – PAolo AlBeri AuBer - Il Castello di Miramare a Trieste. Implicazioni gnomoniche . . . . . . . . . . . . . . . . ,, 315-338 – Scambi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ,, 341-346 – Pubblicazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ,, 347 – Quaderni di Minerva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ,, 349 DIANA BARILLARI L’ALBERGO AMERICANO A BARCOLA ARCHITETTURA AL TEMPO DEL GOVERNO MILITARE ALLEATO NEL FREE TERRITORy OF TRIESTE Allied Military Government e Free Territory of Trieste 1945-1954, una premessa I could recall the hours and days and months on end in which my associates, principally [John] Foster Dulles, and I, focused our concern ...on such things as a tiny patch of land at the head of the Adriatic... On these bits of geography and the handfuls of people within them in those years, war and peace at times could have hung in the balance. La citazione tratta dalle memorie degli anni presidenziali di Dwight D. Eisenhower, Mandate for change 1953-1956, apre il volume Zones of strain1 di Alfred Connor Bowman che guidò il Governo militare alleato della Venezia Giulia dal 1945 al 1947, in una prima complessa e difficile fase, poiché in quel «tiny patch of land at the head of Adriatic» ebbe inizio quella che il consigliere presidenziale Bernard Baruch e il giornalista Walter Lippmann avrebbero definito come la Guerra Fredda. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 Trieste e la Venezia Giulia vennero incorporate nell’Adriatische Küstenland (Litorale Adriatico) sotto il controllo diretto del Terzo Reich. Il governo tedesco oltre a amministrare il porto di Trieste che costituiva un vitale punto di approdo di rifornimenti e viveri per l’Austria e la Germania, intendeva ricongiungere alla madrepatria dei territori che per secoli avevano fatto parte dell’Impero asburgico. Il 6 aprile 1945 durante un 1 Alfred Connor BowMAn, Zones of strain. A memory of the early Cold War, Stanford 1982 (Hoover Press Publication). Diego de cAstro, La questione di Trieste: l’azione politica e diplomatica italiana dal 1943 al 1954, 2 voll., Trieste 1981, (Lint); Giampaolo vAldevit, La questione di Trieste 1941-1954. Politica internazionale e contesto locale, Milano, 1987 (Franco Angeli). Il catalogo della mostra organizzata nel 2004 dal Comune di Trieste per celebrare i cinquant’anni del ritorno di Trieste all’Italia dopo i nove anni del Governo Militare Alleato offre una ampia e esaustiva panoramica degli studi e delle ricerche relative al contesto storico, politico economico e artistico (Trieste anni Cinquanta, cat. mostra, 3 voll., Trieste 2004). 268 DIANA BARILLARI incontro a Belgrado il comandante supremo delle forze alleate nel Mediterraneo sir Harold Alexander e il leader jugoslavo Josip Broz Tito si era convenuto che il porto di Trieste, fondamentale base di appoggio per i successivi combattimenti in Austria e Germania, insieme alla Venezia Giulia passava sotto il controllo del Governo militare alleato operativo in Italia mentre la parte orientale sarebbe stata amministrata dalla Jugoslavia. Iniziò allora quella che sarebbe stata definita la «Corsa per Trieste (The Race for Trieste)» che vide l’esercito jugoslavo con una rapida avanzata occupare prima i territori della Venezia Giulia e poi il 1 maggio 1945 entrare a Trieste, mettendo gli alleati di fonte alla stato di fatto per poter poi avviare la trattativa da una posizione di oggettivo vantaggio territoriale. Durante i drammatici quaranta giorni di occupazione della città di Trieste gli alleati mutarono il loro orientamento, infatti il neo presidente Harry S. Truman che aveva giurato il 12 aprile 1945 alla morte del predecessore Franklin Delano Roosevelt, temendo l’espansione del comunismo maturò la convinzione che il porto di Trieste doveva restare saldamente sotto il controllo anglo-americano. Pertanto di comune accordo con il primo ministro inglese sir Winston Churchill ordinarono al generale Alexander di attivare una manovra di contrasto che si concretizzò in un incontro tenutosi a Belgrado il 9 giugno 1945 nel corso del quale fu sancita la divisione dei territori in zona A (Gorizia, Trieste, Sesana, la fascia di confine fino a Tarvisio e l’enclave di Pola) e B (quasi tutta l’Istria prima italiana, Fiume, le isole del Quarnaro) la prima sotto il controllo degli alleati e la seconda delle truppe jugoslave. La linea di confine tra le due aree denominata Morgan dal nome dall’inviato di Alexander, il generale inglese William Duthie Morgan, rimase in vigore fino al trattato di pace del 1947. Il 12 giugno 1945 le truppe jugoslave lasciarono la zona A e la città di Trieste per fare spazio a quelle americane e inglesi, che istituirono il Governo Militare Alleato guidato per pochi mesi dal generale inglese Sir John Harding comandante del XIII Corps che il 4 luglio 1945 passò le consegne al colonnello dell’esercito statunitense Alfred C. Bowman. Il Governo Militare Alleato della Venezia Giulia (AMG VG) era sotto il controllo diretto del Quartiere generale delle forze alleate (AFHQ), mentre gli altri tredici Governi militari in Italia dipendevano dalla Commissione di controllo alleata (ACC) istituita per coordinare l’amministrazione civile. Mentre nel resto d’Italia l’esperienza del Governo militare si concluse con l’entrata in vigore del trattato di pace (15 settembre 1947) a Trieste e nella zona A proseguì, poiché si era venuta a creare una situazione particolare, dove gli interessi contrastanti dell’Italia e della Jugoslavia si riverberavano su uno scenario internazionale attraversato da tensioni tra le potenze vincitrici, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Unione Sovietica. Nel famoso discorso tenuto a Fulton il 5 marzo L’ALBERGO AMERICANO A BARCOLA 269 1946, Churchill di fronte a una attenta platea nella quale si trovava anche il presidente americano Truman, per la prima volta espose in maniera ufficiale il concetto della ‘Cortina di Ferro’ («From Stettin in the Baltic to Trieste in the Adriatic, an iron curtain has descended across the Continent») con un esplicito riferimento a Trieste, confermando che la questione nelle cancellerie alleate era all’ordine del giorno. Secondo Geoffrey Cox2 già nel mese di maggio del 1945 Churchill aveva espresso a Truman il concetto della cortina di ferro, sviluppato proprio a seguito delle notizie che arrivavano dalle nazioni dell’Europa orientale e dallo scenario triestino. Il 10 gennaio 1947 la risoluzione 16 che istituiva il Territorio Libero di Trieste (Free Territory of Trieste) venne approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con l’obiettivo di arrivare a uno stato indipendente. La risoluzione prevedeva anche le modalità di governo provvisorio in attesa che venisse nominato il nuovo governatore dal Consiglio dell’ONU, passaggio indispensabile per avviare la fase permanente. La fase transitoria veniva affidata ai Governi militari alleati già presenti rispettivamente americano e inglese nella zona A e quello jugoslavo per la zona B. Con l’entrata in vigore del trattato di pace con l’Italia il 15 settembre 1947 il Governo Militare Alleato della Venezia Giulia proclamò l’avvenuta costituzione di questo nuovo stato e la proroga del Governo militare che mutò la denominazione di Alleato in Anglo-americano (BUSZ British United States Zone)3. La costituzione del Territorio Libero era poi inclusa nel trattato di pace firmato dall’Italia, pertanto a questa data la prospettiva era quella della costituzione di un nuovo seppur piccolo stato sotto il protettorato dell’ONU, nella speranza che potesse diventare una zona cuscinetto posta tra due opposte visioni ideologiche e politiche. Il Territorio Libero amministrato dalle forze armate anglo-americane aveva una dimensione più ridotta rispetto alla zona A del biennio precedente, infatti dopo il trattato di pace Gorizia e la sua provincia vennero restituite all’Italia, mentre Pola fu definitivamente annessa alla Jugoslavia. Il grande progetto di aiuti all’Europa noto come piano Marshall (European Recovery Program ERP) entrò in vigore a Trieste (agosto 1948) qualche mese dopo rispetto all’Italia ma i fondi che vennero destinati al Territorio Libero furono di maggior entità, dato il ruolo 2 Geoffrey cox, The Race for Trieste, London 1977. L’autore che era ufficiale dell’Intelligence della Second New Zealand Division entrata a Trieste il 2 maggio 1945, conosceva per esperienza diretta la situazione che aveva descritto in un primo volume edito nel 1947, The Road to Trieste, dove raccontava della vera e propria gara per raggiungere la città tra le truppe jugoslave e quelle alleate. 3 Il Proclama n. 1 datato 15 settembre 1947 venne promulgato da T.S.Airey che con questo atto assumeva la carica di Comandante del Governo anglo americano del Free Territory of Trieste, ruolo che avrebbe ricoperto fino al 31 marzo 1951. 270 DIANA BARILLARI di baluardo dei valori occidentali che la città aveva assunto. La costituzione del Free Territory of Trieste in attesa del governatore indicato dalle Nazioni Unite unito allo stanziamento di ingenti finanziamenti e ai segnali di una ripresa economica che comincia a dare i primi risultati, consolidano la presenza del Governo Alleato e delle truppe che sono di stanza a Trieste, la 88th Infantry Division (Blue Devil) assegnata dall’esercito americano al TRUST (Trieste United States Troops) comando creato a seguito del trattato di pace del 1947, e le truppe inglesi del BETFOR (British Element Trieste Troops) composte dalla 24th Guards Brigade. Il numero complessivo di soldati americani e inglesi che risiedono a Trieste nel 1947 assomma a diecimila unità. Costruire negli anni dell’AMG Nei Report n. 11 e 12 (relativi al 1951 e 1952) siglati dal comandante della zona A Sir Thomas John Winterton4 compare la voce «Allied Military Housing» con l’elenco delle abitazioni realizzate per alloggiare i membri delle forze armate alleate presenti a Trieste e alcune delle loro famiglie: la relazione si ferma al 31 dicembre 1952 e riporta la progressione delle cifre a partire dai 22 alloggi del 1946, per passare ai 64 del 1947, 40 nel 1948, 90 per il 1949, quindi 150 nel 1950, 42 nel 1951 e 136 nel 1952. Dalla relazione stilata nel 1954 al momento del passaggio di consegne all’Italia risultavano 488 appartamenti, suddivisi in tipi – signorile (91), medio (306) e popolare (91) – oltre a 51 alloggi «non demaniali» in gestione IACP costruiti dal Comune di Trieste, casette unifamiliari all’Obelisco di Opicina e in via Giaggioli. Gli appartamenti indicati come «demaniali» di nuova costruzione vennero affidati al Genio Civile: il Villaggio di Via Carsia a Opicina (tipo signorile e medio), l’Albergo di Barcola, le case a Villa Giulia, a Basovizza, Opicina-Campo Romano, in via Bonomea (Gretta) e a Duino per l’esercito americano, mentre per gli inglesi fu costruito uno stabile in via Ananian angolo via Rossetti, quindi case in via Revoltella a Rozzol5. La denominazione demaniale permette una prima serie di considerazioni relative al meccanismo 4 Sir John winterton, Report of the Administration of the British-United States Zone of the Free Territory of Trieste, 1 January to 31 December 1951, Number 11, p. 31; ID. Report of the Administration of the British-United States Zone of the Free Territory of Trieste, 1 January to 31 December 1952, Number 12, p. 34. Il generale Winterton subentrò a Terence S. Airey il 19 marzo 1951. Diana BArillAri, Allied Military Government: la nuova committenza, in Trieste anni Cinquanta. La città delle forme architettura e arti applicate a Trieste 1945-1957, Trieste, 2004, pp. 23-33. 5 Elenco stabili demaniali occupati dalle FF.AA.AA, s.d., AST, FTT 51/3, perizia 3566. L’ALBERGO AMERICANO A BARCOLA 271 che regola le costruzioni nel settore dei lavori pubblici, del quale fanno parte le case per i militari, commissionate dall’AMG attraverso il Dipartimento Lavori Pubblici, che si avvale come struttura operativa del Genio Civile, svelando in questo modus operandi – che ricalca quello in vigore nel territorio italiano – la propria natura di istituzione statale, nella quale direzioni e uffici sono equiparati a veri e propri ministeri. Questa disposizione amministrativa e organizzativa va a sovrapporsi alle istituzioni locali italiane del periodo pre-bellico e il suo assetto, dopo una prima fase di connotazione più spiccatamente militare che si estende fino al momento della firma del trattato di pace nel settembre 1947 con la conseguente costituzione del Territorio Libero di Trieste, assume una configurazione che si estenderà fino al 1954: la estesa denominazione ufficiale – Allied Military Government British United States Zone Free Territory of Trieste – con l’acronimo AMG BUSZ FTT fotografa il complesso quadro politico e geografico internazionale di Trieste. L’ufficio che si occupava dei lavori pubblici fin dall’insediamento del Governo militare alleato svolge un ruolo cruciale in quanto il primo gravoso impegno è quello di avviare in tempi rapidi la ricostruzione, sia delle abitazioni civili ma anche delle strutture portuali, pesantemente danneggiate dai bombardamenti del 1944. Appena insediatosi l’AMG si trovò a fronteggiare il drammatico problema degli sfollati e dei senzatetto che costituivano una emergenza sociale che poteva innescare pericolose tensioni. Ma la vera protagonista della ricostruzione non è tanto la questione dello stile, quanto la valutazione dei parametri economici, ed è istruttivo analizzare disposizioni e normative, come ad esempio il testo dell’Ordine di servizio n.369 del Genio Civile6, emanato per chiarire alcuni aspetti dell’ordine 32 (24.11.1947). In testa ai criteri che devono ispirare la ricostruzione di un edificio, va iscritta la convenienza economica che costituisce «un problema tecnico e non politico». Inoltre nell’edificio devono essere applicati quegli accorgimenti ‘moderni’ che lo rendono redditizio e rispondente alle norme di igiene. L’ordine 32 non riporta in effetti «alcuna norma tecnica relativa alla progettazione ed esecuzione dei lavori», ma il Genio Civile suggerisce di evitare demolizioni non necessarie, ricavare il numero maggiore di locali e non realizzare «opere o strutture di abbellimento e di lusso». Il linguaggio architettonico o le preoccupazione ad esso inerenti sono considerate – almeno a questa data – un ‘lusso’ dato che altri sono, comprensibilmente, i problemi, quindi la forma viene dettata dalle esigenze economiche alle quali che determinano la scelta dei materiali e la distribuzione degli spazi. 6 Ordine di Servizio n. 369. Chiarimenti sull’applicazione dell’ordine n. 32 del 24 novembre 1947, 20.12.1947, AST, FTT 38/1, perizia 103. 272 DIANA BARILLARI Con l’Ordine generale 259 dell’1 luglio 1948 che sostituisce l’Ordine n. 11 (11 agosto 1945)7 con il quale era stata sancita la piena assunzione dei poteri da parte dell’AMG, si viene a delineare una nuova struttura amministrativa e gestionale, articolata in tre direzioni generali, Affari Civili, Affari interni, Finanze e Economia. Il Dipartimento dei Lavori Pubblici (Public Works PW) dipende dalla Direzione generale Finanze ed Economia, un assetto che verrà parzialmente modificato con l’Ordine 398 (14 dicembre 1948) in base al quale i dipartimenti Lavori Pubblici e Poste e Telegrafi confluiscono nei Servizi Pubblici8. Il mutare del quadro organizzativo lascia intatto il ruolo cruciale che svolge il Genio Civile, che analogamente a quanto si verificava in Italia, dove era incardinato nel Ministero dei Lavori Pubblici, a Trieste era posto alle dirette dipendenze del Dipartimento Public Works, con il compito di rendere operativi ordini e direttive emesse, elaborando gli esecutivi, impostando i capitolati, sorvegliando i lavori fino al collaudo e alle liquidazioni. Una preoccupazione costante da parte dell’AMG è di esercitare una rigorosa supervisione del budget, oltre a verificare costantemente la corrispondenza tra l’impegno di spesa profuso e gli stati di avanzamento della costruzione, secondo quello «strictly restrictive spirit» che accomuna le autorità alleate preposte all’immenso compito della ricostruzione e il Genio Civile italiano, che vanta una tradizione di rigore nelle procedure e efficienza operativa. Assicurarsi il controllo dei piani economici è una priorità politica oltre che finanziaria, poiché è una leva formidabile per la soluzione dei problemi occupazionali, punta avanzata di quel rilancio dell’economia che è la sola vera garanzia per il ripristino della democrazia in chiave atlantica, da contrapporre al modello comunista. Si propone una forma di ‘assistenzialismo’ che sembra in contrasto con l’obiettivo finale – autonomia economica – ma l’avvio è assai difficoltoso cosicché la politica economica non si limita alla dottrina di «unrest and disease» ma in particolare dopo il trattato di pace si orienta allo sviluppo, come dimostra in maniera esemplare l’inclusione del FTT nel piano Marshall9. Anche progetti anti-economici che non rientrano 7 L’Ordine generale 11 firmato dal colonnello Alfred C.Bowman l’11 agosto 1945 segna l’inizio della nuova forma di governo caratterizzata dal «direct rule» con l’abolizione degli organi di potere e governo lasciati dalle autorità jugoslave ripristinando la legislazione italiana vigente fino all’8 settembre 1943. 8 Sebastiano Miceli, Vicende della Pubblica Amministrazione a Trieste. Cronaca di 11 anni: 8 settembre 1943 – 25 ottobre 1954, in «Amministrazione Civile. Rivista di studi e Politica Amministrativa», n. 22, 1960, pp. 30-56. 9 Nel Report ... cit, n. 5 (1.10 – 31.12.1948) viene riportata integralmente la convenzione stipulata tra gli Stati Uniti e la BUSZ FTT in data 15.10.1948 rappresentata da Terence Airey. L’ALBERGO AMERICANO A BARCOLA 273 nell’ambito delle emergenze casa devono talora essere messi in opera, come nel caso del completamento della Nuova Università, in particolare l’ala sinistra, non utilizzata dalle truppe alleate: il responsabile dell’ufficio Public Works, Edward H. Richardson, è consapevole del fatto che se pure allo Stato non ne verrà nulla, il cantiere prevede 7000 giorni lavorativi e l’impiego di materiale locale, due aspetti rilevanti per i risvolti occupazionali10. I rapporti con le Amministrazioni Locali e gli altri Enti operanti sul territorio individuati come interlocutori privilegiati per la realizzazione delle opere – Comune di Trieste, IACP, Magazzini Generali – se da un verso servono a accelerare i lavori, dall’altro mettono alla prova la tenuta di collaborazioni che i fatti si incaricano di rendere spesso complesse per gli aspetti gestionali (e anche umani: quanto pragmatismo anglo-americano scambiato per scortesia diventa motivo di recriminazioni e lagnanze, talora amplificate sulla stampa). Nell’esprimere le proprie considerazioni in merito al Transfer of Control of Comunal Public Works from AMG to the Commune11 Eugene J.Stann (capo del PW) in una fase in cui si sta valutando un graduale disimpegno dell’amministrazione alleata (siamo nel 1951), espone pro e contro. A favore ci sarebbe la fine delle continue lagnanze per l’andamento insoddisfacente dei lavori e la possibilità di operare a un livello più ‘politico’, mentre il principale argomento a sfavore del passaggio di consegne al Comune di Trieste è «Lack of control», vale a dire la tendenza a giudicare le priorità dei progetti in base a condizionamenti politici. Ne consegue l’innesco di un processo dove le cause – storno di fondi, mancato completamento delle opere – conducono sempre allo stesso effetto, la richiesta di variazioni di bilancio, tutte abitudini riprovevoli alle quali si aggiunge il fatto che il Comune sceglie sempre i progetti più costosi e lussuosi. Se il senatore Gava (Silvio, n.d.r.) sostiene che tutti i Comuni italiani gestiscono direttamente i lavori pubblici, si ribatte che i fondi stanziati sono raccolti dalle stesse amministrazioni ed è logico fare attenzione quando si utilizzano i propri soldi, tutto il contrario del «free spending Comune of Trieste». Invece la politica dell’AMG è «1 lira of construction is obtained for every lira paid out», cosicché gli stanziamenti si riversano interamente sulle opere con il risultato di compiere un servizio a favore della collettività. Eugene Stann mette in evidenza che la dimensione entro la quale opera il suo dipartimento è di natura statale, cosicché la conflittualità che si viene a creare con le istituzioni locali, il comune 10 Edward H. Richardson to Chief Finance Officier, 26.4.1946, AST, T 10/4, perizia 501. 11 Eugene J. Stann to Director General, Civil Affairs, 21.7.1951, AST, AA.GG. 1/2, perizia 112. 274 DIANA BARILLARI di Trieste nella fattispecie, risulta tutto sommato prevedibile in quanto coerente con la dialettica tra organismi di potere centrali e enti periferici. Le accuse di lentezza mosse ai Lavori Pubblici sono comunque fondate, oltre al fatto che questo dipartimento deve scontare un peccato originale, costituito dalla scandalosa gestione del biennio 1946-47 quando la corruzione imperava e mazzette e favori davano prova di un cattivo esempio che venne duramente sanzionato. L’ufficio fu rivoluzionato e sia il direttore, l’americano Henderson, che i due sottoposti inglesi, Douglas Wilde e John Squire, furono deferiti alla Corte Marziale12. Con l’arrivo di Airey13 l’ufficio fu rifondato grazie all’energica azione del nuovo responsabile, J.L.Keefe, che voltò rapidamente pagina, imprimendo il controllo e il rigore che d’ora in poi ne avrebbero ispirato l’azione. La casa ‘americana’ a Trieste Le indicazioni più ricorrenti nelle carte amministrative del Dipartimento dei Lavori Pubblici sono quelle inerenti gli aspetti tecnici, che offrono una neutralità più confortante degli estenuanti dibattiti sullo stile. Ma la tecnica non è fattore indifferente alla progettazione, quindi anche il confronto su questi aspetti fa parte dello scambio tra diverse culture dell’abitare, che si concretizza nella realizzazione di tanti edifici per le forze alleate, caserme, luoghi di svago (campo di golf, campo di baseball) e soprattutto abitazioni. Se è vero che l’elaborazione dei progetti spetta al Genio Civile, molto viene realizzato sotto dettatura in un comprensibile desiderio di offrire ai futuri residenti elementi a loro familiari per farli sentire a casa propria. Le palazzine per il TRUST a Villa Giulia (1949) non possono quindi che adottare la tipica finestra a «saliscendi» americana che, data la peculiarità triestina della bora, viene modificata aggiungendovi un secondo telaio. I serramenti impiegati a Villa Giulia14 permettono il confronto tra le due culture abitative dato che ci sono ville all’italiana e all’americana: la finestra americana a ghigliottina (sash window) e quella italiana a due battenti. La doppia porta-finestra per i 12 Pietro sPirito, Trieste a stelle e strisce vita quotidiana ai tempi del governo militare alleato, Trieste 1994, pp. 67-9 (MGS Press editrice); Vladimiro lisiAni, Good-bye Trieste, Milano (8ª ed.) 1977, pp. 161-65 (Mursia). 13 Nel Report n. 1 (15.9. – 31.12.1947) Airey accenna allo scandalo preannunciando la riorganizzazione dell’ufficio «ad a result of certain irregularities which had come to light before the establishment of the Free Territory» (p. 30). 14 Le tavole con i disegni per i serramenti e altri elementi di arredo fanno parte del fondo CAM, il Centro Addestramento Maestranze al quele furono affidati per la realizzazione AST, CAM 128, cartella 11, fasc. 5 e 6. L’ALBERGO AMERICANO A BARCOLA 275 poggioli è a due battenti in entrambe le ville, ma quella italiana presenta le persiane, mentre l’oscuramento di quella americana è affidato al battente esterno liscio con semplici specchiature sagomate. Anche le tavole con i prospetti delle ville sono distinguibili grazie al disegno dei serramenti. Ritroviamo la finestra americana nei due edifici a torre di via Conti (1952) progettate per conto dello IACP da due giovani ingegneri triestini agli esordi, Roberto Costa e Dino Tamburini. La cultura abitativa americana si diffonde anche grazie agli arredamenti, come la cucina che viene disegnata dall’Office of the Post Engineer del TRUST15, con soluzioni flessibili per diverse disposizioni in pianta, mantenendo la caratteristica struttura con elementi componibili che in questo caso ingloba solo l’acquaio. Il piano lavoro in formica che sostituisce il tavolo «è formato dalla sommità dei mobili base che, grazie alla modularità e alla componibilità degli elementi, hanno tutti per convenzione un’altezza costante»16. Alle pareti sono appesi i mobiletti pensili a loro volta coerenti con il disegno modulare dell’insieme. Ideata negli anni Trenta, la cucina unificata americana (parente prossima della celebre cucina di Francoforte) insieme a modelli consimili svedesi e russi è pubblicata nei testi di Ernst Neufert e Enrico Agostino Griffini, mentre non compare nella prima edizione (1946) del Manuale dell’Architetto curato da Mario Ridolfi con la collaborazione di Bruno Zevi, Mario Colonnetti e Pier Luigi Nervi. Il programma edilizio delle Forze armate alleate accelera a partire dal 1949 sia perché per il Free Territory di Trieste si prospettiva un periodo di transizione piuttosto lungo prima dello status definitivo di protettorato ONU, ma anche in coerenza a una linea di indirizzo politico che puntava a trasformare gli alloggi per le truppe da provvisori a permanenti. Nello stesso anno il Governo americano aveva varato il Wherry Act, programma per il «Family Housing for the Military» (che nella sua prima stesura compresi gli emendamenti prevedeva 70.000 alloggi) al quale si aggiunse nel 1955 un ulteriore consistente progetto di costruzioni militari, conosciuto come Capehart Act, che aveva l’obiettivo di modernizzare le basi di tutti e tre i corpi (Army, Navy, Air Force) sia in patria che all’estero. Presentando questo programma sulle pagine di «Architectural Record», Frederick Gutheim17 (assistente del direttore esecutivo dell’American Institute 15 Nel fascicolo relativo agli appartamenti in via Carsia a Opicina (AST, FTT 37/1, perizia 2826) si trovano le tavole siglate TRUST, Office of the Post Engineer per le cucine di altri gruppi edilizi, utilizzate come modelli di riferimento. 16 Vittorio GreGotti, Il disegno del prodotto industriale. Italia 1860-1980, Electa, Milano 1986, p. 275. 17 Frederick GutheiM, Outlook for Military Construction, in «Architectural Record», vol. 110, n. 3, settembre 1951, pp. 107-124. 276 DIANA BARILLARI of Architects) spiega che è frutto di un’analisi dello scenario mondiale dove alla previsione di un livello alto di attività militare (è cominciata la Guerra fredda), dovrà corrispondere un adeguato incremento delle costruzioni. Gli svantaggi degli edifici provvisori non sono solo politici, ma anche economici dato che durano poco e hanno costi di realizzazione e manutenzione troppo elevati. Il programma ha come elemento di valutazione positivo l’effetto stimolo per l’economia, poiché quello che il Congresso dovrà approvare è il più vasto progetto di edilizia pubblica del dopoguerra, destinato a coinvolgere architetti, ingegneri e molte imprese private. Il programma costruttivo delle Forze Armate americane oltre a opere di carattere spiccatamente ingegneristico, prevede la realizzazione di ospedali, scuole, palazzi per uffici e scuole, tutte tipologie di grande interesse per i professionisti e non solo per gli studi più importanti, ma anche per quelli di minore entità. Scorrendo le illustrazioni a corredo dell’articolo affiorano indicazioni di ‘stile’, così nei centri di addestramento navale per riservisti in Texas (Austin, Dallas e Forth Worth) con i loro volumi orizzontali solcati da finestrature a nastro variamente giustapposti per evitare ripetizioni, il tetto piano, si coglie l’impiego di un codice funzionalista sia pure di maniera. Ma la definizione più calzante è quella di J.M. Richards, che per questo epilogo parla di «routine functionalism»18. Il Barcola Tourist Hotel: progetto e costruzione Se talora si manifestano delle conflittualità in alcune vicende costruttive il dissidio è originato dal fatto che l’intervento del Dipartimento Lavori pubblici entra spesso in collisione con ambiti di competenza comunale, sia in campo urbanistico che edilizio, anche se le costruzioni dell’AMG in quanto statali non sono soggette, salvo eccezioni, agli obblighi di quelle private. Un caso esemplare a tale proposito è quello del nuovo albergo a Barcola, denominazione che viene impiegata nel carteggio che intercorre tra l’AMG, il Genio Civile e l’amministrazione comunale di Trieste. Nella lettera (28 gennaio 1949) inviata al Genio Civile dal capitano M.C.Chamberlain per conto dell’amministrazione alleata viene impartito l’ordine di compilare il progetto esecutivo, il cui importo complessivo assomma a 250 milioni e prevede un albergo di 63 appartamenti, ognuno dei quali composto di 2, 3 o 4 stanze, cucinetta e bagno; Il totale degli appartamenti di 2 e 3 stanze sarà composto: metà da 18 J.M. richArds, The Next Step?, in «The Architectural Review», vol. 107, n. 639, marzo 1950, pp. 170-1. L’ALBERGO AMERICANO A BARCOLA 277 Prospetto dell’Albergo ‘americano’ a Barcola in viale Miramare, veduta attuale (foto dell’autore). 278 DIANA BARILLARI Veduta attuale del corpo a monte del Barcola Hotel (foto dell’autore). L’ALBERGO AMERICANO A BARCOLA 279 Cartolina d’epoca della riviera di Barcola con il complesso dell’Hotel, 1950 ca. appartamenti di 2 stanze e metà da appartamenti di 3 stanze, circa. Su ciascun piano ci saranno 2 appartamenti di 4 stanze.19 La denominazione di hotel viene impiegata nella corrispondenza per brevità, ma nell’approvazione del progetto la denominazione completa è «Tourist Apartment Hotel»20, vale a dire un complesso di appartamenti con diversa metratura, tali da soddisfare le necessità abitative per un tempo limitato, che dispone di servizi comuni per rendere la permanenza più confortevole. L’edificio progettato a Trieste è destinato «for dependents of Allied Forces» oltre agli appartamenti prevede cucina sala da pranzo e bar e altre «normal service facilities» quali lavanderia, alloggi per il personale di servizio, un locale di soggiorno per i bambini. Il progetto viene affidato a Guido 19 M.C. Chamberlain letter to Genio Civile Trieste, 28.1.1949, AST, FTT 21/4, PS 501. La delibera di approvazione del piano finanziario è del 25 gennaio 1949, da qui viene definito l’incarico di progettazione affidato al Genio Civile. 20 Robert Alexander letter to Director General Civil Affairs, 12.7.1949, AST, FTT 39/1, perizia 2475. Alexander dirige il Dipartimento Public Services dal quale dipende il PWU. 280 DIANA BARILLARI Veduta attuale del prospetto laterale del Barcola Hotel dove si possono ancora individuare le finestre a saliscendi (sash window) foto dell’autore. Fulignot21, pittore triestino che aveva acquisito fama internazionale in Francia soprattutto per le sue doti di ritrattista, ma che come architetto aveva poca esperienza. Nel mese di aprile si discutono alcune modifiche al progetto e il capitano Chamberlain autorizza il Genio Civile a indire le gare di appalto per la costruzione22. Quando la pratica arriva sul tavolo della Commissione edilizia comunale e dell’Ufficio Lavori Pubblici la reazione è negativa, all’AMG e al suo braccio operativo, il Genio Civile viene rimproverato di aver messo le autorità locali di fronte al fatto compiuto, oltretutto richiedendo un parere «alla vigilia quasi dell’aggiudicazione dei lavori stessi»23. Anche se la normativa in vigore non prevedeva che gli enti statali fossero soggetti alla richiesta del permesso per la realizzazione di proprie opere, l’obiezione che viene fatta riguarda il contesto urbanistico nel quale si prevedeva di inserire il nuovo albergo. Infatti la legge in vigore è ancora quella del 1942 (n. 1150 del 17 agosto 1942) che nell’art. 29 stabiliva che le opere costruite dalle amministrazioni statali non dovevano essere in contrasto con il piano regolatore e il regolamento edi- Sergio Molesi, Renata dA novA, Guido Fulignot, Trieste 1988. M.C. Chamberlain, letter to Genio Civile Trieste, 11.4.1949, AST FTT 39/1, perizia 2475. 23 Comune di Trieste Ufficio Lavori Pubblici, lettera al Genio Civile di Trieste e al Dipartimento dei Lavori Pubblici del G.M.A., 11.5.1949, AST FTT 21/4. XII348/3-49. 21 22 L’ALBERGO AMERICANO A BARCOLA 281 lizio in vigore nel territorio comunale di competenza. Il caso del nuovo Hotel da costruire a Barcola calzava a perfezione con questa norma infatti nella zona prescelta, un’area adiacente all’Istituto per Ciechi Rittmayer in viale Miramare, potevano sorgere soltanto ville e villini. E anche se il Sindaco avrebbe potuto concedere la deroga come nelle sue prerogative, il parere negativo espresso avrebbe costituito in ogni caso un ostacolo insormontabile, infatti La Commissione edilizia ha giudicato invece che il nuovo edificio, così come è stato progettato, abbia soltanto il carattere di una grande casa di civile abitazione che per l’entità della mole e la modestia invece degli elementi architettonici non si addice all’importante località scelta. Ed esteso l’esame alla composizione dell’edificio stesso la Commissione ha ritenuto giuste le osservazioni fatte dall’Ufficio d’Igiene nel rapporto, negativo, che si allega in copia. Barcola è meritevole di particolare attenzione e cura e già da tempo questo Comune ha avviato gli studi per un progetto urbanistico che mira alla valorizzazione di quella che può giustamente classificarsi fra le più apprezzate riviere d’Italia ed è certamente una delle più belle e panoramiche della città.24 La reazione dell’AMG non si fa attendere e per controbattere alle numerose critiche arrivate oltre che dal Comune anche dagli Ordini di Ingegneri e Architetti e dall’Ente Turismo, il Capo dipartimento degli Interni incarica il Soprintendente ai Monumenti e alle Belle Arti di «nominare un comitato consuntivo composto di tre architetti locali che suggeriranno […] quegli emendamenti che potranno essere introdotti durante la costruzione dell’albergo».25 Il soprintendente Fausto Franco chiama in consulenza tre illustri architetti triestini, Umberto Nordio, Ramiro Meng e Mario Zocconi che elaborano il progetto di massima per un nuovo albergo e di modifica di quello redatto dal Genio Civile. La revisione non arresta i lavori di costruzione che sono già iniziati e procedono speditamente a livello di fondazioni secondo il progetto iniziale che prevedeva una pianta a U. Il 30 giugno 1949 il maggiore Wintersgill ordina all’impresa di sospendere immediatamente i lavori all’ala sinistra in quanto sono venuti alla luce i resti di una villa romana che comprende dei pavimenti a mosaico. La Soprintendenza, dopo aver ottenuto l’impegno da parte della committenza a sostenere le spese per l’asporto dei muri della villa romana e dei mosaici e il trasporto in una sede adatta26, autorizza la ripresa dei lavori che ricominciano nei primi giorni di agosto. La rielabo- Ivi. W.K. Wintersgill letter to Provveditorato OO.PP. Trieste, 14.5.1949, AST, FTT 21/4, perizia 2475/1164. 26 Genio Civile di Trieste lettera al Dipartimento SS.PP Ufficio LL.PP, 23.7.1949, AST, FTT 21/4, perizia 2475 (con allegata lettera Soprintendenza del 21 luglio 1949). 24 25 282 DIANA BARILLARI Guido Fulignot, progetto per il Barcola Hotel, febbraio 1949 (Archivio di Stato di Trieste, FTT 39/1). razione del progetto comporta dei cambiamenti radicali che incidono sul cantiere già avviato e di conseguenza sul preventivo di spesa. La disposizione planimetrica a U viene sostituita con una a forma di L che prevede la costruzione di un nuovo corpo di fabbrica a monte e di una nuova ala aggiunta alla facciata principale, per consentire di costruire i volumi a gradoni. Il nuovo progetto prevede inoltre alcuni «betterments» che riguardano sostanzialmente la qualità dei materiali impiegati, a cominciare dal rivestimento delle facciate del corpo longitudinale con piastrelle di «cotto antico», poi i pavimenti e i rivestimenti dei corpi scala e dei corridoi, oltre che degli appartamenti. La scelta dell’AMG risulta più onerosa rispetto a quella preventivata che era stata ispirata a «criteria of strict economy, by using consequently very modest materials for linings, façades, paintings, etc.»27 ma è frutto di una motivata serie di considerazioni, dove oltre al fattore economico vengono presi in esame altri parametri. La relazione di Robert Alexander28 del 12 luglio 1949 Memorandum for Colonel E.J. Stann, 17.8.1951, AST, FTT 39/1. Robert Alexander letter to Director General Civil Affairs, 12.7.1949, AST, FTT 39/1, perizia 2475. 27 28 L’ALBERGO AMERICANO A BARCOLA 283 consente di seguire il metodo applicato, innanzitutto vengono annotati i motivi che hanno determinato la scelta di effettuare una modifica, che prevede anche l’opzione di cambiare la zona prescelta oltre che il progetto architettonico. Tra le maggiori difficoltà incontrate per «the present location of the Barcola Tourist Hotel» sono segnalati a. Severe criticism of the design of the Hotel from: – ‘Commissione Edilizia Comunale’, ‘Associazione Ingegneri ed Architetti’ and ‘Ente Turismo’. b. Owner of the land has objected legally to the expropriation of the land and the initial price set by governmental appraisal office. c.The anticipated foundation troubles have materialized. d. Remains of a Roman villa, including partial walls and mosaic flooring have been found located exactly where the hotel kitchen and main supporting foundation and walls are to be contructed.29 Il deciso cambio sia della location ma anche del progetto architettonico, potrebbe diventare, come annota Alexander, una «Opportunity to produce a hotel which is spectacular in design and a real attraction and advertisement for Trieste»30. Il commento negativo espresso dalla Commissione edilizia («una grande casa di civile abitazione»31) aveva probabilmente trovato ascolto anche all’interno dell’AMG, poiché l’edificio che avrebbe ospitato gli ufficiali americani e le loro famiglie, doveva rappresentare l’immagine pubblica dell’esercito, pertanto l’estetica aveva un ruolo significativo. La scelta del rivestimento in piastrelle di «cotto antico» in alternativa all’intonaco previsto nel progetto originario si potrebbe attribuire a Nordio, che aveva impiegato le mattonelle color cotto nella Casa Alta di Largo Riborgo (1935-36) e nella Scuola elementare Barone de Morpurgo ai Campi Elisi commissionata nel 1949 dall’AMG. La parte di facciata corrispondente ai saloni di entrata viene rivestita con lastre di granito con sgraffio verticale, mentre per lo zoccolo sulle facciate laterali e i pilastri del corpo di fabbrica a monte viene impiegata la pietra artificiale. Per i pavimenti delle stanze e dell’atrio degli appartamenti sono previste doghe di rovere, come pure per quelli delle stanze del personale di servizio. Le pareti dei bagni e delle cucinette sono rivestite «con tessere di mosaico vetrificato, di colore chiaro che si intoni a quello dei pavimenti32», dove sono impiegati «marmettoni verdi o Ivi. Ivi. 31 Comune di Trieste, Ufficio Lavori Pubblici, Progetto albergo di Barcola per l’AMG, 11.5.1949, AST, FTT 21/4 perizia 2475. 32 Albergo di Barcola. URGENTE, AST, FTT 39/1, perizia 2475 GC. 2631 (data non presente ma ipotizzabile 4 marzo 1950). 29 30 284 DIANA BARILLARI Il pavimento dei corridoi del Barcola Hotel con il linoleum bicromatico e il battiscopa con tessere di mosaico colorate, stato attuale (foto dell’autore). L’ALBERGO AMERICANO A BARCOLA 285 Balaustra delle scale con tubolare metallico a sezione circolare, rivestimento dei gradini in linoleum e trave di borso rivestita da tessere di mosaico colorate (foto dell’autore). giallo rossi». Nella relazione Alexander indica anche i nuovi materiali per scale e corridoi. I pavimenti dei corridoi, le alzate e pedate dei gradini ed i pianerottoli delle scale, saranno rivestiti con ‘linoleum’. I colori saranno: nocciola chiaro (tipo 1010) per pavimenti e pedate; marrone scuro (tipo 1020) per fasce ed alzate. Per i gradini si useranno cantonali in gomma di color bianco. Il battiscopa per detti pavimenti sarà fatto con tesserine di ceramica (nocciola tipo 3 e ocra tipo 4, mescolati in egual misura) per un’altezza minima di 10 centimetri.33 Degno di nota anche l’impiego del metallo come l’acciaio zincato e rivettato delle porte di ingresso ancora in buono stato di conservazione, e quello dell’ossatura delle ringhiere costituita da tubi in acciaio brunito a sezione circolare di misure diverse. Appartiene alla cultura abitativa americana anche la soluzione adottata per la cucina e il soggiorno, infatti una delle prime modifiche richieste al progetto originario fu quella collegare i due ambienti a mezzo di un arco e di sistemare la cucina elettrica provvista di canna di ventilazione. Più che per la cucina lo spazio piuttosto esiguo è adeguato alla 33 Ibidem. 286 DIANA BARILLARI Porta di ingresso posta sul prospetto laterale con rivestimento in acciaio zincato e rivettatura (foto dell’autore). L’ALBERGO AMERICANO A BARCOLA 287 «kitchenette» un punto cottura attrezzato in modo essenziale e infatti nella corrispondenza tra Genio Civile e AMG è questa la denominazione adottata. L’impiego di tante cucine (ne vennero ordinate 5034) comportò il potenziamento della fornitura di energia elettrica, dato che la rete esistente era insufficiente per il rilevante consumo previsto. Nonostante si definiscano «Venetian blind» le tende metalliche alla veneziana richieste dal Department Public Services per il Barcola Hotel sono di produzione americana «in lega speciale di alluminio verniciate a smalto», come si legge nell’offerta presentata dalle Industrie Conti di Cornuda35. Adottata a partire dagli anni Trenta nell’Empire State Building e nel grattacielo della RCA (Rockfeller Center) a New york, la «Venetian blind» diventa una vera e propria icona quando Mies van der Rohe progetta il curtain wall del Seagram Building definendo le tre posizioni possibili «all the way up, all the way down, and half mast»36. A partire da lunedì 7 agosto 1950 diventa operativa la portineria pertanto tutti coloro che devono entrare hanno bisogno di un «pass», inoltre le entrate e le uscite devono essere effettuate soltanto dalle porte presso gli ascensori principali: il Barcola Hotel è finalmente entrato in funzione. Gli ultimi lavori (febbraio 1951) a essere completati sono quelli relativi alla decorazione dello scalone principale dove vengono realizzati da Gino Avon i mosaici su disegno di Guido Fulignot, ispirati ai pavimenti musivi della sottostante villa romana37. Nella maggior parte degli edifici realizzati a Trieste per l’AMG la ‘modernità’ si traduce in dimensione tecnica, più che estetica o espressiva, così quando – come nel caso dell’albergo di Barcola – il problema della forma prevale sulle valutazioni economiche, si ricorre a un pool di professionisti triestini, dimostrando più che impreparazione (o disinteresse), una diplomatica saggezza nel gestire relazioni complesse in un contesto suscettibile e incline a criticare. Per la progettazione e la realizzazione, d’altro canto, il ricorso a professionisti e imprese del territorio è coerente con la linea di indirizzo economica perseguita dall’AMG che persegue una strategia di rilancio del tessuto produttivo locale. A ben guardare nelle abitazioni realizzate per alloggiare le forze alleate ma anche negli edifici progettati in città inclusa tanta edilizia popolare, non si 34 Genio Civile di Trieste lettera alla ditta Presel, Nuovo Albergo di Barcola fornitura di cucine elettriche, 24.4.1950, AST, FTT 39/1, perizia 2475, GC 2631. 35 Industrie Conti Cornuda lettera al Genio Civile di Trieste, 1.2.1950, AST, FTT 21/4, perizia. 36 Seagram’s custom look, in «Architectural Forum», luglio 1958, p. 72. 37 Eugene J. Stann, letter to Genio Civile Trieste, Barcola Hotel-Decoration of vestibule and hall, 22.2.1951, AST, FTT 39/1, perizia 2475 GC 2631. 288 DIANA BARILLARI individuano elementi spiccatamente ‘inglesi’ o ‘americani’ nella scelta del linguaggio architettonico, ma se un’influenza può esistere è quella di una adesione alla ‘modernità’ da intendersi più come afflato, aspirazione e naturalmente tradotta in molti modi. Il termine ‘funzionalismo’, che nella sua accezione più letterale qualifica una architettura che nasce sulla scorta di parametri scientifici e tecnici quali emblemi della modernità, negli anni ‘50 si connota in un repertorio di forme stilizzate che assolvono al loro compito quando è la ‘tecnica’ a dominare il campo: vera e propria architettura del Genio Civile, solida, concreta, economica, così funzionale da essere ancora oggi in uso e in buono stato di conservazione. ABBreviAzioni: AST – Archivio di Stato di Trieste AMG – Allied Military Government FTT – Free Territory of Trieste PW – Public Works Department