S T O R I E [D I] C E R A M I C H E 6
Storie [di] Ceramiche 6
– Commerci e Consumi –
A cura di
Marcella Giorgio
Storie [di] Ceramiche 6
– Commerci e Consumi –
A cura di
Marcella Giorgio
Atti della Giornata di Studi
in ricordo di Graziella Berti,
a sei anni dalla scomparsa
All’Insegna del Giglio
Questo volume, così come la settima edizione di “Storie (di) ceramiche” che, vista l’emergenza sanitaria mondiale
legata al COVID-19, si terrà il 29 ottobre 2020 a Pisa, sono stati realizzati grazie ad un sistema di crowdfunding
con il contributo di:
Archeoclub d’Italia – sede di Pisa
Monica Baldassarri
Silvia Berrica
Arianna Briano
Chiara Cantucci
Giulio Ciampoltrini
Giuseppe Clemente
Elvira D’Amico
Eleonora Fadda
Brunella Gargiulo
Gabriella Garzella
Marcella Giorgio
Ilaria Ferracuti
Marino Marini
Alessandra Molinari
Umberto Moscatelli
Marinella Pasquinucci
Catia Renzi Rizzo
Luciano Santini
Inoltre, questo volume è stato realizzato anche grazie ad un finanziamento del DISPUTER, Dipartimento
di Scienze Psicologiche, della Salute e del Territorio dell’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti.
A tutti coloro che ci sostengono,
ci aiutano e credono ogni anno in questa iniziativa, vanno i miei
più sentiti ringraziamenti.
Marcella Giorgio
In copertina
Ceramiche rinvenute all’interno del pozzo della Badia di Montescudaio (PI). Foto M. Giorgio.
Storie [di] Ceramiche 6
– Commerci e Consumi –
In ricordo di Graziella Berti a sei anni dalla scomparsa
Pisa, 11 Giugno 2019
Palazzo Matteucci, Aula Magna, Piazza E. Torricelli 2
Contributi e poster
Discussant
David V. Hill, Vasco La Salvia
e Marco Moderato
Alessandra Molinari
Università di Roma Tor Vergata
Giuseppe Cacciaguerra
Elvira D’Amico
Carlo Varaldo
Università di Genova
Jacopo Russo
Ester Maria Annunziata e Brunella Gargiulo
Eleonora Fadda
Barbara Ciarrocchi
Riccardo Viganò
Giulio Ciampoltrini
Giuseppina Carlotta Cianferoni e Valeria d’Aquino
Marcella Giorgio
Anna Moore Valeri
Ester Maria Annunziata e Umberto Moscatelli
Silvia Berrica
Lucrezia Campagna
Ribaric Carolina Coutinho e Silveira Camila Isabelle
Mariateresa Foscolo
Sara Puggioni e Jaume Coll Conesa
La Giornata di Studi in ricordo di Graziella Berti
è stata realizzata con il patrocinio di
Association Internationale pour l’Etude
des Céramiques Médiévales et Modernes en
Méditerranée (AIECM3)
Centro Ligure per la Storia della Ceramica
Associazione Nazionale Archeologi (ANA)
Società degli Archeologi Medievisti Italiani
(SAMI)
Archeoclub sede di Pisa
Società Storica Pisana
ISBN 978-88-7814-972-4
e-ISBN 978-88-7814-973-1
© 2020 All’Insegna del Giglio s.a.s.
Edizioni All’Insegna del Giglio s.a.s
via Arrigo Boito, 50-52
50019 Sesto Fiorentino (FI)
tel. +39 055 6142675
e-mail ordini@insegnadelgiglio.it
sito web www.insegnadelgiglio.it
Stampato a Sesto Fiorentino, aprile 2020
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Indice
Presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
Alessandra Molinari
Introduzione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
Marcella Giorgio
Interventi
La costa del Malabar (Kerala, India) fra Golfo Persico e Cina nel Medioevo:
la ceramica come indicatore delle rotte commerciali . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
David V. Hill, Vasco La Salvia, Marco Moderato
Commerci e sistemi di scambio nella Sicilia altomedievale. Un primo contributo
dalle ceramiche di Siracusa tra il VII e il IX secolo . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
Giuseppe Cacciaguerra
Circolazione di ceramiche a Messina nel basso Medioevo. I contesti dallo scavo
del Liceo La Farina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
Elvira D’Amico
Prime osservazioni sul fenomeno delle importazioni ceramiche a Roma
nel Medioevo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37
Jacopo Russo
Economia e società dal castello di Moliterno. Analisi del contesto
attraverso i dati materiali. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43
Ester Maria Annunziata, Brunella Gargiulo
Analisi dei reperti ceramici dal villaggio abbandonato di Fenugheda
nel Campidano Maggiore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48
Eleonora Fadda
Contesti di vita dal suburbio nord di Roma tra il XVI e il XVIII secolo: il Casale
di Malborghetto (via Flaminia km 19,400) e le Due Case (Via Flaminia, loc. Labaro) 53
Barbara Ciarrocchi
Il Sacro Monastero di Santa Chiara in Nardò come centro di consumo ceramico
dalla fine del XVII alla seconda metà del XVIII secolo . . . . . . . . . . . . . . . 62
Riccardo Viganò
Da Vallauris a Viareggio. Marmitte “tipo Vallauris” in contesti lucchesi fin de siècle . . 68
Giulio Ciampoltrini
Contesti e consumi a Pisa tra Quattrocento e Seicento: rapporto tra ingobbiate
e maioliche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75
Marcella Giorgio
I catini tronco-conici schizzati di verde: produzione e consumo . . . . . . . . . . 80
Anna Moore Valeri
Poster
Materiali di età medievale e postmedievale dalle Marche interne . . . . . . . . . . 85
Ester Maria Annunziata, Umberto Moscatelli
Ceramica e villaggi di epoca islamica (Madrid, Spagna). Nuovi risultati
sui consumi locali (secoli X-XI) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 88
Silvia Berrica
Le trasformazioni della produzione ceramica romana tra X e XIV secolo . . . . . . 92
Lucrezia Campagna
Consumi e scambi della ceramica a Terlizzi (BA) tra il XVI e il XVIII secolo . . . . 95
Mariateresa Foscolo
I Bacini del “tipo Pula” della chiesa dello Steri di Palermo e il centro produttivo
di Manises (Valenza) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 98
Sara Puggioni, Jaume Coll Conesa
–7–
Presentazione
Alessandra Molinari *
Sono certa che Graziella Berti avrebbe molto apprezzato il fatto di essere ricordata attraverso seminari, che
ogni anno riuniscono studiosi e appassionati di ceramiche di ogni epoca e luogo, giovani e meno giovani.
La ceramica era indubbiamente un tema che la appassionava e al quale si dedicava con un approccio sempre
rigoroso, che le derivava anche dalla sua formazione
scientifica. La sua generosità verso i giovani studiosi è,
penso, a tutti nota.
La sesta edizione di Storie (di) Ceramiche ha avuto
come tema “Commerci e consumi” e come ci ricorda
Marcella Giorgio, curatrice degli Atti, il fine principale
dell’incontro è stato quello di valorizzare il significato economico e sociale dei manufatti ceramici, specie
quando sono studiati come contesti e non come singoli
oggetti. Il volume raccoglie contributi diversi per cronologia, area geografica, tipi di fonti utilizzate e anche
stadio più o meno avanzato degli studi. Questa diversità di approcci consentirà al lettore di trovare tanti dati
utili ad una riflessione comparativa sul significato che la
fonte ceramica può avere per risolvere questioni quali:
il valore delle importazioni e delle esportazioni di ceramiche di diversa funzione per ricostruire la storia degli
scambi; come e se sia possibile valutare il livello sociale
dei consumatori o, ancora, le dinamiche tra domanda e
offerta nella produzione dei fittili, solo per citare alcuni
temi.
Diversi autori di questo volume sottolineano, poi,
l’importanza di disporre di dati quantitativi tali da
poter comparare in un modo sistematico e attendibile
contesti diversi per collocazione topografica o per cronologia. Questo mi sembra un problema ineludibile e
sebbene sia spesso possibile quantificare gli oggetti in
modi diversi, bisogna sempre avere la consapevolezza
della rappresentatività minore o maggiore dei nostri
dati. Del pari è importante dare il giusto valore ai nostri
contesti, su di esso incidono i modi sia di formazione
delle stratificazioni sia di recupero degli oggetti in esse
contenuti.
Ricordiamo, a volo d’uccello, alcune delle questioni
sollevate dagli interventi e dai poster.
Le ricognizioni appena intraprese sulle coste del Malabar (Hill, La Salvia, Moderato), in India, ci portano
in un’area e a un tema che sta suscitando un’attenzione
crescente tra gli studiosi del Medioevo: la forte intensificazione degli scambi tra Cina, India e Golfo Persico
specialmente dal IX-X secolo (la fondazione di Bagdad
nell’VIII secolo ha, insieme ad altri fattori, creato nuove
* Università degli studi di Roma “Tor Vergata” (molinari@lettere.uniroma2.it).
polarità nell’impero islamico, ora meno rivolto verso il
Mediterraneo).
Gli interventi sulla Sicilia ci illuminano su tre differenti fasi della storia dell’Isola: gli ultimi secoli della dominazione bizantina attraverso le stratigrafie di Siracusa
(Cacciaguerra); il passaggio dalle fasi islamiche a quelle
normanne e successive in una città come Messina (D’Amico) e infine i secoli XIV e XV con le importazioni
dalla Spagna cristiana (atelier di Manises) e in particole
con i bacini “tipo Pula” di Palermo (chiesa dello Steri:
Puggioni, Coll Conesa). Le trasformazioni geopolitiche sembrano avere riflessi interessanti sul sistema degli
scambi cui è legata questa importante Isola.
Due diversi contributi ci portano alla Roma medievale, l’uno valorizzando le ceramiche di importazione
tra XI e XIV secolo (Russo), l’altro valutando in termini
economici l’evoluzione delle produzioni locali tra X e
XIV secolo (Campagna). Il dibattito sulla complessità
economica della Roma medievale riceve quindi nuovi
dati su cui riflettere.
I consumi di due villaggi con capanne semi-interrate nell’area di Madrid tra il periodo califfale e quello
taifas (X-XI secolo) sono commentati da S. Berrica, con
notazioni sul loro significato culturale ed economico in
un’epoca di transizione della storia di al-Andalus.
Diversi contributi ci illustrano contesti di età medievale e moderna, soffermandosi sulla diversa incidenza
di prodotti locali, di provenienza regionale o anche più
remota (si vedano per le Marche: Annunziata, Moscatelli; per il Lazio: Ciarrocchi; per la Basilicata: Annunziata, Gargiulo; per la Sardegna: Fadda; per la Puglia:
Foscolo). Qui la comparazione tra contesti diversi per
posizione geografica e cronologica può dare spunti interessanti su argomenti come la “vivacità degli scambi”
o “la diversa qualità sociale dei consumi”.
Il variare nel corso dei secoli XV-XVII del rapporto
tra le ceramiche smaltate e quelle ingobbiate (a favore
di queste ultime) nei contesti pisani è letto come un
indicatore di crisi economica, specialmente in seguito
alle pestilenze seicentesche (Giorgio).
Lo studio integrato di informazioni archeologiche
e archivistiche offre per la Puglia e la Toscana di età
moderna e contemporanea quadri ricostruttivi estremamente stimolanti su specifici meccanismi di committenza e produzione di ceramiche anche di tipo molto
comune (Toscana: Ciampoltrini; Moore Valeri; Puglia:
Foscolo; Viganò).
Concludo, ricordando ancora con tanto affetto e nostalgia l’amica Graziella Berti e ringraziando le organizzatrici di questa sesta edizione di Storie (di) Ceramiche
di avermi coinvolto in questa iniziativa ricca di contenuti così vari e interessanti.
Roma, 27/03/2020
–8–
Introduzione
Marcella Giorgio
La scelta di dedicare una giornata di studi ai commerci e ai consumi delle ceramiche medievali e postmedievali non è stata casuale, ma rappresenta un modo
ulteriore per ricordare quanto ampi fossero gli interessi
di Graziella Berti e in quanti e quali ambiti abbiano
spaziato i suoi studi nel corso degli anni. Come sempre,
infatti, scegliere il tema dell’edizione annuale di “Storie (di) Ceramiche” è in primis un modo per ricordare
Graziella, la sua ricerca e i suoi insegnamenti. A questo
ricordo si lega, inoltre, la volontà costante di raccontare
l’evoluzione degli studi ceramologici tanto nel solco del
suo insegnamento, tanto nell’apertura a metodi differenti. Ma in fondo anche questo approccio dialogico è
un modo per rendere omaggio ad uno tra gli insegnamenti più grandi che Graziella ha lasciato in chiunque
l’abbia conosciuta, ovvero la possibilità ad un confronto
costante e senza preconcetti.
In questa sesta occasione di incontri la ceramica è
stata, quindi, un mezzo per ricostruire usi e commerci attraverso l’approccio contestuale a classi ceramiche
diverse o a tipologie formali specifiche, con lo scopo di
ampliare la base delle conoscenze attuali sia su ambiti
geografici ristretti che di più larga misura. La possibilità
di intrecciare dati provenienti sia dalle fonti materiali
che da quelle scritte e l’ampia fascia cronologica hanno consentito di cogliere i cambiamenti e permettere il
confronto sia tra periodi differenti, che in ambiti territoriali diversi.
I partecipanti hanno avuto, quindi, la possibilità di
presentare le loro ricerche concentrandosi sulla società,
sull’economia, sul trasporto dei beni, sulla circolazione
delle merci, sui beni da considerare o meno di lusso,
sulla composizione dei contesti, sui corredi domestici
e religiosi tra medioevo ed età contemporanea. E se la
maggior parte dei contributi si è concentrata in area
tirrenica, non sono mancati quelli che hanno riguardato l’Italia meridionale interna e adriatica, il Bacino del
Mediterraneo occidentale e addirittura l’Oriente. Un
respiro ampio e diversificato, quindi, sia per ambito territoriale, che per metodologie di approccio, classi indagate e cronologie affrontate, ma anche per le esperienze
specifiche dei relatori: un dibattito scientifico franco e
aperto in cui giovani professionisti hanno potuto confrontarsi con ricercatori esperti e professori universitari
in maniera sempre diretta e piuttosto informale.
La sensazione che resta sulla giornata di studi anche
quest’anno è quello di un risultato positivo e di una
crescita costante, non solo nella qualità delle ricerche
presentate, ma anche nel numero delle richieste di
partecipazione, con oltre venti proposte arrivate. Il volume di domande giunte, e l’interesse che le stesse hanno suscitato, hanno portato me e Monica Baldassarri
a tentare forme di inclusione maggiori. Se, quindi, nel
2018 per lo stesso motivo abbiamo dato la possibilità
ad alcuni colleghi di presentare le loro ricerche in forma
breve, in questa edizione 2019 abbiamo aperto le porte
anche alla presentazione di poster corredati da una introduzione orale di pochi minuti. Tale formula, a mio
parere, ha permesso non solo di accogliere un numero
maggiore di contributi, ma anche di non escludere studi che avevano attinenza con il tema trattato e di portare all’attenzione di un nuovo pubblico ricerche meno
conosciute. Queste esperienze, infine, non sono rimaste
localizzate sulle infografiche presentate, ma hanno trovato comunque posto nella presente edizione degli Atti
della giornata di studi.
Questo volume, quindi, è più corposo di quelli che
lo hanno preceduto proprio perché tutti coloro che
hanno partecipato, in ogni forma in cui lo hanno fatto, hanno potuto avere la possibilità di riversare in esso
quanto era stato presentato oralmente o in forma di poster. Ma una edizione più ampia significa anche costi
maggiori, costi che sono stati sostenuti sempre dal sistema di crowdfunding innestatosi negli anni (ai contributori, che ringrazio profondamente, sarò sempre grata),
ma in questo caso anche dal Dipartimento di Scienze
Psicologiche, della Salute e del Territorio dell’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti, cui va uno speciale
ringraziamento.
Un altro ringraziamento è rivolto a tutti coloro
che ci sostengono in ogni forma, non solo economica, a chi ha collaborato come segreteria organizzativa
(Arianna Briano, Giuseppe Clemente, Ilaria Ferracuti) e agli Enti che ogni anno patrocinano la giornata
per i meriti scientifici che le riconoscono. Infine, devo
ringraziare anche la casa editrice All’Insegna del Giglio, che ogni anno ci viene incontro nell’aiutarci a
realizzare questi Atti e a diffonderli presso la comunità
scientifica.
“Storie (di) Ceramiche” è un piccolo seme piantato con speranza che ha iniziato a germogliare, coltivato
con amore da chi vuole ricordare Graziella Berti, ma
arricchito anche da chi seppure non l’ha conosciuta ne
riconosce gli insegnamenti e i meriti. Questo fiore necessiterà nei prossimi anni di maggiore amore e cure e
confido che grazie al sostegno, all’apprezzamento e alla
fiducia dimostrati si possa continuare a farlo crescere e
sbocciare ulteriormente.
Pisa, 30/01/2020
Ceramica e villaggi di epoca islamica (Madrid, Spagna).
Nuovi risultati sui consumi locali (secoli X-XI)
Silvia Berrica
– Riassunto –
– Abstract –
Nel presente contributo vengono presentate nuove caratteristiche
sul paesaggio califfale della Spagna centrale. Ci troviamo di fronte
ad un paesaggio profondamente modificato con la riforma di Abdurrahman III. Negli ultimi 20 anni però, l’archeologia d’urgenza
ha dato l’opportunità di studiare porzioni di terreno che ci svelano
nuove realtà sulla struttura sociale in ambito rurale. Questo ci permette di presentare un inedito repertorio ceramico, che contribuisce
al dibattito peninsulare sulle caratteristiche della ceramica califfale
d’Al-Andalus.
I present new features on the caliphal landscape of the centre of
Iberian. We find ourselves in front of a profoundly modified landscape with the reform of Abdurrahman III. In the last 20 years,
however, the Fieldwork Archaeology has allowed studying portions of land that reveal new realities about the social structure
in rural areas. This also allows us to present an unprecedented
ceramic repertoire, which contributes to the debate on the characteristics of the Caliphal potteries of Al-Andalus.
Parole chiave: Archeologia islamica, ceramica, epoca califfale,
Madrid, paesaggio.
Keywords: Keywords: Islamic Archaeology, Pottery, Caliphal
Period, Madrid, Landscape.
– 89 –
1. Introduzione
Attraverso lo studio della documentazione di scavo
e dai materiali depositati nel Museo Regionale della
Comunità di Madrid, abbiamo potuto ricostruire la
stratigrafia dei due casi di studio che qui presentiamo,
rispettivamente nei municipi di Alcalá de Henares e
Villaviciosa de Odón. L’indagine eseguita ci permette
mostrare un inedito contesto ceramico dei secoli X e
XI, che rompe con i criteri descrittivi che fino ad oggi
distinguevano gli studi tipologici compiuti nella Marca
Media (fig. 1).
2. Alcalá de Henares
Lo scavo eseguito nel territorio di Alcalá venne eseguito dall’impresa archeologica Argea tra gli anni 20112015, in una zona che si trovava nel limite con l’antica
città romana di Complutum. La stratigrafia non ha apportato fasi precedenti, solo pochi materiali residuali di
epoca romana, proprio per la vicinanza della urbe d’epoca imperiale. Nel momento dell’intervento vennero
alla luce una serie di capanne costruite con materiali
deperibili; tanti sili scavati nel terreno e utilizzati come
magazzini di stoccaggio e un cimitero islamico (Roma,
Menduiña García, Roberto 2015).
Le ceramiche studiate (277 frammenti) sono principalmente fabbricate a tornio, solo una minima percentuale è a mano, il 16%, ma dobbiamo considerare
che tra loro vi sono manici e pesi utilizzati durante la
tessitura. La ceramica è nella maggioranza fabbricata
con cottura ossidante, solo il 7% è cotto in atmosfera
riducente. In questo villaggio fanno apparizione tipologie che finora non avevamo incontrato nelle zone rurali come due lucerne (candiles), di cui una invetriata in
verde probabilmente fabbricata a matrice e con becco
corto e per la prima volta troviamo due esemplari di
arcaduces, che si utilizzavano per l’irrigazione dei campi. Per la prima volta si è anche incontrato un atabal,
uno strumento musicale, con una apertura circolare nel
fondo che veniva ricoperta con una pelle che si applicava nella parte superiore dello strumento per produrre
percussioni.
Le olle sono globulari, e con orli bifidi, i coperchi
che sono stati incontrati sono di forma circolare e con
un manico nel centro.
Per la mensa erano presenti brocche con escotadura
en hombro, solo in pochi casi le troviamo decorate con
pittura, rossa, marrone o nera, praticata con le dita. Le
tazze sono principalmente emisferiche senza manici,
solo in un caso abbiamo una tazza quasi intera di forma trapezoidale con una presa semicircolare applicata
all’orlo.
Le bottiglie sono con collo corto e di tendenza globulare, e solo in un caso ci troviamo con un collo lungo
che potrebbe rappresentare una redoma. Tra il nuovo
repertorio troviamo anche una serie di anfore dal collo
lungo, la bocca stretta e di forma globulare con base
piana, che servivano tanto per l’immagazzinamento
di prodotti liquidi, come probabilmente per il loro
fig. 1 – Mappa con localizzazione delle località citate nel testo (immagine di Silvia Berrica).
– 90 –
fig. 2 – Tavola con forme ceramiche dei contesti citati nel testo (immagine di Silvia Berrica).
– 91 –
trasporto. Per la prima volta anche tra le decorazioni
troviamo una ceramica decorata nella superficie esteriore con base bianca ornata in verde e bruno con motivi
geometrici.
All’interno di una delle capanne è stata rinvenuta
una grande quantità di scorie di vetro.
3. Villaviciosa de Odón
Del villaggio di Villaviciosa de Odón si conosce solo
una piccola porzione, che venne scavata a causa di una
opera pubblica ingaggiata dal comune. Sono solo due
le capanne semiscavate nel terreno che si sono riscontrate, entrambe di grandi dimensioni. Una caratterista
del sito è il ritrovamento di fosse poco profonde, quasi
superficiali e di grandi dimensioni, che presentano una
forte combustione (Jaramillo Fernández, Vega Miguel 2000). Queste strutture potrebbero essere forni
ceramici all’aria aperta, costituiti da delle pire sulle quali venivano addossati i contenitori ceramici (Berrica
2018).
Il lotto di ceramiche studiate (198 frammenti) è
costituito principalmente da recipienti da cucina, da
tavolo e per l’immagazzinamento o trasporto. Le olle
sono globulari caratterizzate da orli bifidi, i coperchi di
forma circolare, con un manico nel centro, l’esemplare
incontrato presenta una decorazione incisa a onde. Si è
anche riscontrato un solo esempio di olla tripode.
Le ceramiche da tavolo sono costituite in maggioranza da brocche con escotadura en hombro, pitturate con
le dita di marrone, rosso o nero, la decorazione presenta o linee rette e solo in pochi casi a onde intrecciate,
le tazze sono emisferiche e non hanno nessun manico.
La pasta ceramica è quasi sempre di un color biscotto
dalle diverse tonalità e molto depurata, la pasta è resa
porosa per consentire l’assorbimento dell’umidità e
quindi perfetta per il mantenimento di liquidi. Queste
caratteristiche si riscontrano anche nelle anfore, che si
utilizzavano tanto per l’immagazzinamento come per il
trasporto. La cottura è ossidante a causa delle caratteristiche dei forni, precedentemente descritti e tutte le
ceramiche sono fabbricate con il tornio. Qui non abbiamo riscontrato nessun tipo di lucerna e neanche di
ceramica invetriata (fig. 2).
4. Conclusioni
Per la prima volta possiamo presentare un gruppo
ceramico proveniente dalle zone rurali del centro della penisola iberica, con una stratigrafia affidabile in un
momento di transizione tra il X e l’XI secolo. Nel caso
di Alcalá de Henares la stratigrafia sembra già un po’
più avanzata rispetto a quella di Villaviciosa, poiché cominciano a fare l’apparizione ceramiche invetriate, anche se in una percentuale ancora minima solo un 8%, le
lucerne fabbricate con matrice e con becco corto anche
se ancora con una percentuale minima del 3%. I due
esemplari di arcaduz, potrebbero indicare che si stava
incominciando a introdurre nel centro peninsulare la
coltivazione irrigata attraverso l’uso del molino. I resti di scorie di vetro ritrovate in una capanna, suggeriscono che la lavorazione della ceramica invetriata stava
arrivando anche alle zone rurali e che la fabbricazione
avvenisse in loco.
Nel caso di Villaviciosa il gruppo ceramico è molto
semplice e ancora non presenta nessun tipo di invetriate, anche se la pasta è decisamente di una qualità
ottima. Il ritrovamento della moneta di tipo regionale
è simile a quelle che si sono ritrovate durante lo scavo di Aguas Vivas nella città di Guadalajara, e che si
possono datare tra finale del X secolo e già entrato
l’XI (Serrano et alii 2004). Le ceramiche pitturate
sembrano essere una constante nel centro peninsulare
già che le ritroviamo dal secolo VIII fino al periodo
del basso Medioevo.
Nel caso di Villaviciosa ci piacerebbe evidenziare il
fatto che si trova in una fase precedente rispetto ad Alcalá, quest’ultima presenta ceramiche che si datano a un
momento già avanzato della prima metà del secolo XI.
Quello che è importante sottolineare è che ci troviamo davanti a un paesaggio ancora di difficile interpretazione a causa dei pochi scavi eseguiti, il ritrovamento
di questi due villaggi che si trovano a cavallo tra l’epoca Califfale e la Taifa sono sicuramente importanti per
poter incominciare a fare un po’ di chiarezza sul tipo
di materialità che si poteva trovare nella Marca Media.
Questa zona ancora presenta troppe incertezze su questa fase finale del dominio islamico e lo studio stratigrafico è l’unico che ci può aiutare a fare chiarezza.
Bibliografia
Berrica S. 2018, Construcción del paisaje andalusí en la zona occidental de los Banū Salim, in García-Contreras Ruiz G., Olmo
Enciso L. (a cura di), Arqueología medieval en Guadalajara:
Agua, paisaje y cultura material, Granada, pp. 113-138.
Roma S., Menduiña García A., Roberto C. 2015, Línea subterránea de media tensión en la M-300, 298, y obras de construcción
de la Plataforma Logística para Supermercados LIDL (excavación
y control arqueológico del movimiento de tierras), n. 2015_41,
Alcalá de Henares (Madrid).
Jaramillo Fernández, Iván; Vega Miguel, Jorge 2000, Proyecto
de duplicación de calzada de las carreteras M-511 y M-501 entre
la M40 y M-522 (excavación), n. 2000_27, Villaviciosa de Odón
(Madrid).
Serrano E., Torra M., Castro M., Sanchez A. 2004, Excavaciones en Guadalajara: Secuencia andalusí desde época emiral a taifa y
presentación de un singular conjunto numismático, in «Arqueología y Territorio Medieval», 11, pp. 79-113.