- Medieval Archaeology, Archeologia, Ancient Topography (Archaeology), Medieval Italy, Etruscology, G. Volpe, and 34 moreArchaeology, Geo Archeology, Maritime Archaeology, Nautical Archaeology, Landscape Archaeology, Ancient Topography, Enviromental Archaeology, Mediterrranean Archaeology, Islands Archaeology, Medieval History, Medieval Studies, Arabic Language and Linguistics, Greek Archaeology, Byzantine Archaeology, Early Medieval Archaeology, Medieval Islam, Survey Research, Diplomatic History, Medieval Islamic History, Roman roads, Ceramica Romana, Late Roman Amphorae, Medieval Pottery, Archeologia medievale, Medieval Sicily, Roman Pottery, Archeologia dei paesaggi, Archaeology of Mediterranean Trade, Roman Archaeology, Late Roman Archaeology, Ancient Sicily, Mediterranean archaeology, Late Roman Pottery, and Late Antiquityedit
Research Interests:
Studio topografico ed archeologico sul territorio intorno al Casale di Piazza Armerina
Research Interests: Archaeology, Humanities, Landscape Archaeology, Medieval Archaeology, Archeologia, and 9 moreArcheologia medievale, Archeologia Siciliana, Preistoria e protostoria, Arqueología romana / Roman archeology, Archeologia Preistorica, Piazza Armerina, Archeologia Tardoantica, Roman Archaeology, and Facies culturale di Castelluccio
Studio petrografico su alcuni campioni di ceramiche di età islamica.
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The paper illustrates the results of the surveys carried out along the Jato Alto and Belice Destro rivers, and the research methodology based on computer applications. The study was conducted through the integration of analytical... more
The paper illustrates the results of the surveys carried out along the Jato Alto and Belice Destro rivers, and the research methodology based on computer applications. The study was conducted through the integration of analytical techniques based on a GIS platform to manage and process spatial data. The principles followed in the settlement distribution (possibility of water supply, exposition, slope and intra-site visibility) and the influence of foreign elements in the territory were examined with innovative methodologies. Specific attention was therefore directed to describing the relationships between settlements and the neighbouring area, by applying landscape archaeology to study this part of Western Sicily from Prehistory to the Middle Ages, and to develop a methodology for studying the ancient landscape. The area that was chosen extends about 180 km2, to the S-E of Palermo, between the mountains near the town of Monreale and the Oreto Valley. The use of Geographic Informatio...
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In the last years there has been a renewed interest in Medieval Sicily. With this contribution, we would like to introduce the preliminary data of the survey undertaken in the Valle of Jato, situated in Palermo's hinterland. The time... more
In the last years there has been a renewed interest in Medieval Sicily. With this contribution, we would like to introduce the preliminary data of the survey undertaken in the Valle of Jato, situated in Palermo's hinterland. The time frame here taken into considerations extends from the 6 th to the 13 th centuries A.D. In this paper we would like to contribute to the reconstruction of the medieval history of this archaeological landscape, through the study of written sources, mainly the giarīda of Monreale, and of its material culture. The comparison of the pottery recovered in the valley with that of Palermo, object of a recent chrono-typological revision, has been very important for this study. Thanks to this we are able to recognise that some settlements already existed during the Islamic period, probably dating from around the 10 th century A.D., in spite of the fact that our first written sources are dated from the end of the 11 th century. Moreover, analysis of the ceramic...
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L’area si colloca nella porzione settentrionale della Provincia di Palermo a circa 30 Km dallo stesso capoluogo sulla direttrice viaria interna per la costa mediterranea dell’isola all’altezza di Sciacca. La principale caratteristica di... more
L’area si colloca nella porzione settentrionale della Provincia di Palermo a circa 30 Km dallo stesso capoluogo sulla direttrice viaria interna per la costa mediterranea dell’isola all’altezza di Sciacca. La principale caratteristica di questo territorio è la presenza di uno sbarramento montuoso costituito dalle propaggini più settentrionali dei Monti Sicani con quote tra i 1000 ed i 1300 m s.l.m. che ha avuto notevole influenza nello sviluppo del popolamento. Le montagne ospitano tracce di vita riferibili alla preistoria ed al basso medioevo, in relazione soprattutto a fortificazioni erette nei punti di controllo dei valichi. La Valle del fiume Jato è molto profonda, ricca di sorgenti che sgorgano dalla base dei massicci montuosi e con terreni coltivati in prevalenza a vigneto ed uliveto. Il fiume biforca il suo percorso nei pressi dell’invaso artificiale Poma; da qui, tornando indietro e seguendo il Vallone Desise si raggiunge il ramo destro del fiume Belìce dove il paesaggio è più dolce e le colline hanno quote che variano dai 400 ai 700 m s.l.m. Raitano, Cozzo Arcivocale, Monte Arcivocalotto, Pietralunga e Cozzo Monaca costituiscono la dorsale calcarea che divide i due rami del Belìce e su cui l’insediamento umano si è avuto sin dalla preistoria. Il paesaggio è quasi esclusivamente coltivato a seminativi stagionali fino ai rilievi del corleonese. Punto di incontro tra i due territori è la dorsale formata dai Monti Iato, Perciana, Pagnocco e Serre della Ginestra anch’essi di notevole altezza (tra 900 e 1300 m. s.l.m) che per la loro posizione centrale costituiscono eccezionali punti di vedetta fin verso i rilievi del trapanese e dell’agrigentino. Si spiega per questo la scelta insediativa su Monte Iato quale punto di controllo e gestione dei traffici commerciali tra la costa settentrionale e quella meridionale della Sicilia. Ancora per le fasi iniziali dell’altomedioevo (VI-VIII sec.), l’insediamento si concentra in grossi villaggi aperti in aree collinari mentre a partire dalla fine del IX, con l’avanzata musulmana, e fino alla metà del secolo XI si ha quella che abbiamo definito “esplosione rurale”, per via dei grandi e piccoli insediamenti posti su diversi punti del paesaggio con un record archeologico ricchissimo ed avvicinabile ai contesti urbani. Benessere economico, vitalità dei territori e sfruttamento intensivo delle risorse agricole sono i fattori scatenanti questa eterogeneità degli abitati, cui spesso riusciamo a collegare il dato toponomastico ed archivistico. Durante il periodo del regno normanno (1130) e fino ad età guglielmina (1180 ca.) le risorse del fiume Jato vengono ulteriormente sfruttate con la costruzione di alcuni mulini, mentre il fiume Belìce, nel tratto oggetto del nostro studio, non sembra essere sfruttato in tal senso, visto il corso più tortuoso, le continue esondazioni e la difficoltà dei terreni limitanei (come si evince dalle lanche fossili). L’osservazione autoptica degli impasti della ceramica da mensa ci consente una osservazione in particolare. Se da un lato si nota come tra i reperti di età islamica sia attestata, con qualche rarissima eccezione, solamente la produzione palermitana, per quelli di età normanna sembrerebbe aumentare la frequenza di altre produzioni, al momento non ben identificate, anche se la presenza di vasellame di Palermo resta sempre preponderante. Se questo dato sia collegato alla migrazione di popolazione dalla Sicilia centrale e/o orientale è ancora troppo presto per dirlo, certamente risposte più decisive potrebbero venire da dati di scavo. Alla fine del periodo normanno, si data la nascita dell’Arcidiocesi di Monreale, le cui platee ci informano in modo puntuale sul paesaggio rurale e sulle strutture abitate. Nella prima metà del XIII secolo, le campagne risultano già in parziale abbandono ed il territorio diventa oggetto delle repressioni contro la popolazione musulmana residente. Eccezionale risulta così il fortilizio di assedio fatto edificare da Federico II contro parte della popolazione musulmana residua di Sicilia, assediata nel vicino centro fortificato di Giato. Gli assedi avvennero tra gli anni 1223-1226 e nel 1246. L’esistenza di questo accampamento fortificato è attestata da una serie di documenti di Federico II dati in castris in obsidione Iati fra 1222 e 1224 e da un passo di una cronaca, per quanto riguarda l’assedio finale del 1246. Gli scavi archeologici, ancora in corso, hanno mostrato uno spaccato della vita militare di un esercito federiciano con tutte una serie di informazioni circa la tecnologia militare, la dieta e la tecnica costruttiva.
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Studio topografico ed archeologico sul territorio intorno al Casale di Piazza Armerina
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Studio petrografico su alcuni campioni di ceramiche di età islamica.
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Studio omogeneo e puntuale dei contesti di età islamica (Fine X - Fine XI secolo) ritrovati presso il complesso delle Terme Meridionali della Villa del Casale
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Si tratta della descrizione dettagliata delle fasi individuate presso le Terme Meridionali della Villa del Casale.
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Il contributo intende presentare i risultati di un progetto didattico svolto tra il 2017 ed il 2018 con gli studenti del Liceo Classico Tito Livio di Milano che hanno lavorato nei magazzini del Museo Regionale di Palazzo D’Aumale. Gli... more
Il contributo intende presentare i risultati di un progetto didattico svolto tra il 2017 ed il 2018 con gli studenti del Liceo Classico Tito Livio di Milano che hanno lavorato nei magazzini del Museo Regionale di Palazzo D’Aumale. Gli studenti, seguiti dagli archeologi hanno catalogato attraverso l’organizzazione di un database tutti i reperti ivi conservati ed hanno proceduto alla realizzazione di un catalogo fotografico di ogni oggetto, pertinente sia all’ambito subacqueo sia al territorio limitrofo alla struttura museale. Tale lavoro si è infine concretizzato nella selezione di alcuni oggetti di prossima esposizione e nella realizzazione di un catalogo informatico presto accessibile.
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Il presente poster intende tracciare un quadro aggiornato sui relitti Tardoantichi e Tardo medievali presenti nei mari siciliani. Tali dati saranno incrociati con gli studi più recenti sulle rotte marittime mediterranee in antico,... more
Il presente poster intende tracciare un quadro aggiornato sui relitti Tardoantichi e Tardo medievali presenti nei mari siciliani. Tali dati saranno incrociati con gli studi più recenti sulle rotte marittime mediterranee in antico, cercando di comprendere quali connessioni esistessero tra le merci trasportate, le rotte seguite ed i luoghi del naufragio.
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Breve riassunto: si presentano i risultati di un recente studio che ha riguardato le escavazioni ipogee per la conservazione anaerobica dei cereali. Partendo dalle fonti scritte si è proceduto ad un’approfondita analisi tecnica ed allo... more
Breve riassunto: si presentano i risultati di un recente studio che ha riguardato le escavazioni ipogee per la conservazione anaerobica dei cereali. Partendo dalle fonti scritte si è proceduto ad un’approfondita analisi tecnica ed allo spoglio bibliografico che ha portato al censimento di numerose escavazioni di diversa forma in un arco cronologico compreso tra il VI ed il XV secolo. Nello specifico l’area di interesse è quella delle valli del fiume Jato e del Belìce Destro, in cui si concentrano escavazioni dalle dimensioni inusuali e relative all’immagazzinamento del surplus raccolto nei territori della diocesi di Monreale. La creazione di una tipologia e di una sua evoluzione nel tempo costituisce infine la peculiarità dello studio, accompagnato dai necessari rilievi tecnici.
Abstract: we present the results of a recent study regarding the underground excavations for anaerobic conservation of grain. Starting from the written sources it proceeded to an in-depth technical analysis and to a bibliographic bare that led to the census of numerous cavities of different shapes in a period between the sixth and fourteenth centuries. In particular, the interested areas are the valleys of the Jato River and the “Belìce Destro”, where some of excavations by the unusual size and concerning the storage of surplus collected in the territories of the diocese of Monreale. The creation of a typology and its evolution over time, finally is the peculiarity of the study.
Abstract: we present the results of a recent study regarding the underground excavations for anaerobic conservation of grain. Starting from the written sources it proceeded to an in-depth technical analysis and to a bibliographic bare that led to the census of numerous cavities of different shapes in a period between the sixth and fourteenth centuries. In particular, the interested areas are the valleys of the Jato River and the “Belìce Destro”, where some of excavations by the unusual size and concerning the storage of surplus collected in the territories of the diocese of Monreale. The creation of a typology and its evolution over time, finally is the peculiarity of the study.
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Breve riassunto: si presentano i risultati di un recente studio che ha riguardato le escavazioni ipogee per la conservazione anaerobica dei cereali. Partendo dalle fonti scritte si è proceduto ad un’approfondita analisi tecnica ed allo... more
Breve riassunto: si presentano i risultati di un recente studio che ha riguardato le escavazioni ipogee per la conservazione anaerobica dei cereali. Partendo dalle fonti scritte si è proceduto ad un’approfondita analisi tecnica ed allo spoglio bibliografico che ha portato al censimento di numerose cavità di diversa forma in un arco cronologico compreso tra il VI ed il XV secolo. Nello specifico l’area di interesse è quella delle valli del fiume Jato e del Belìce Destro, in cui si concentrano escavazioni dalle dimensioni inusali e relative all’immagazzinamento del surplus raccolto nei territori della diocesi di Monreale. La creazione di una tipologia e di una sua evoluzione nel tempo costituisce infine la peculiarità dello studio, accompagnato dai necessari rilievi tecnici.
Abstract: we present the results of a recent study regarding the underground excavations for anaerobic conservation of grain. Starting from the written sources it proceeded to an in-depth technical analysis and to a bibliographic bare that led to the census of numerous cavities of different shapes in a period between the sixth and fourteenth centuries. In particular, the interested areas are the valleys of the Jato River and the “Belìce Destro”, where some of excavations by the unusual size and concerning the storage of surplus collected in the territories of the diocese of Monreale. The creation of a typology and its evolution over time, finally is the peculiarity of the study.
Abstract: we present the results of a recent study regarding the underground excavations for anaerobic conservation of grain. Starting from the written sources it proceeded to an in-depth technical analysis and to a bibliographic bare that led to the census of numerous cavities of different shapes in a period between the sixth and fourteenth centuries. In particular, the interested areas are the valleys of the Jato River and the “Belìce Destro”, where some of excavations by the unusual size and concerning the storage of surplus collected in the territories of the diocese of Monreale. The creation of a typology and its evolution over time, finally is the peculiarity of the study.
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Versione dattiloscritta del contributo a stampa: Archeologia del paesaggio nei territori delle diocesi normanne di Cefalù e Monreale. Due realtà a confronto, in Palermo Cuore del Mediterraneo. Giornata di studi, Palermo 1 ottobre 2018,... more
Versione dattiloscritta del contributo a stampa: Archeologia del paesaggio nei territori delle diocesi normanne di Cefalù e Monreale. Due realtà a confronto, in Palermo Cuore del Mediterraneo. Giornata di studi, Palermo 1 ottobre 2018, Arcore (MB), pp. 89-98.I
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Si tratta di un quadro di sintesi con presentazione di una tavola inedita che riguarda il dato volumetrico delle fosse rilevate in Sicilia centro-occidentale. Si richiama l'attenzione ad una più coerente interpretazione delle fosse quali... more
Si tratta di un quadro di sintesi con presentazione di una tavola inedita che riguarda il dato volumetrico delle fosse rilevate in Sicilia centro-occidentale. Si richiama l'attenzione ad una più coerente interpretazione delle fosse quali magazzini di età tardo-normanna
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Archaeological research into the Jato and Belice valleys is bringing to light the defining features of the rural settlement patterns within these two nearby, yet geomorphological distinct territories. Throughout Roman and Early Middle... more
Archaeological research into the Jato and Belice valleys is bringing to light the defining features of the rural settlement patterns within these two nearby, yet geomorphological distinct territories. Throughout Roman and Early Middle Ages, the settlement patters show a good degree of complexity and rural units are mostly scattered across the landscape. Vice versa, during Islamic period, the landscape appears more densely inhabited and settlements seem to undertake a process of nucleation laying at a closer distance each other. In particular, in the Jato Valley rural villages are mostly located along the slopes of limestone mountain ridges and in proximity to springs and other natural sources of water. The analysis of historical road-networks, undertaken via aerial photography, highlights and underlines the connections between archaeological sites and ancient roads (trazzere), which were still recorded and partially active between 16th and 19th centuries. By contrast, in the Belice Valley and especially in the catchment area known by the name Pietralunga, archaeological evidence is lacking. Over the past, the river Belice Destro has indeed witnessed to substantial modifications of its riverbed, resulting in vast fossil areas which have not yielded any evidence of human activities, including watermills dating to modern period (by Matteo G. Randazzo).
Lo studio del territorio delle valli dello Jato e del Belìce Destro sta portando alla luce le caratteristiche del popolamento rurale in due aree limitrofe ma geomorfologicamente distinte. Tra età romana e primo medioevo l’insediamento intercalare è molto articolato, ma a partire dall’età islamica l’area dello Jato sarà popolata in modo quasi esclusivo alla base dei massicci calcarei ed in prossimità di sorgenti d’acqua con un insediamento molto ravvicinato. Lo studio della viabilità storica tramite l’analisi delle foto aeree storiche ha portato alla conferma della presenza di UT (Unità Topografiche) lungo percorsi antichi ripresi poi dalla rete viaria diffusasi tra XVI e XIX secolo. Viceversa, il corso del fiume Belìce Destro, nei tratti prossimi a Pietralunga, ha subito diverse modifiche nel suo corso con l’identificazione di numerose anse fossili oggi rettificate. Lungo il fiume non si segnalano infatti testimonianze archeologiche e assenti sono anche le strutture molitorie.
Lo studio del territorio delle valli dello Jato e del Belìce Destro sta portando alla luce le caratteristiche del popolamento rurale in due aree limitrofe ma geomorfologicamente distinte. Tra età romana e primo medioevo l’insediamento intercalare è molto articolato, ma a partire dall’età islamica l’area dello Jato sarà popolata in modo quasi esclusivo alla base dei massicci calcarei ed in prossimità di sorgenti d’acqua con un insediamento molto ravvicinato. Lo studio della viabilità storica tramite l’analisi delle foto aeree storiche ha portato alla conferma della presenza di UT (Unità Topografiche) lungo percorsi antichi ripresi poi dalla rete viaria diffusasi tra XVI e XIX secolo. Viceversa, il corso del fiume Belìce Destro, nei tratti prossimi a Pietralunga, ha subito diverse modifiche nel suo corso con l’identificazione di numerose anse fossili oggi rettificate. Lungo il fiume non si segnalano infatti testimonianze archeologiche e assenti sono anche le strutture molitorie.
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L’intervento intende porre in risalto la continuità insediativa tra alto e basso medioevo presso la Villa del Casale. Ceramiche, metalli e strutture artigianali hanno verificato una diversa articolazione dell’insediamento già alla fine... more
L’intervento intende porre in risalto la continuità insediativa tra alto e basso medioevo presso la Villa del Casale. Ceramiche, metalli e strutture artigianali hanno verificato una diversa articolazione dell’insediamento già alla fine del VI secolo. Alcune parti della Villa e le Terme Meridionali sono inoltre in abbandono già agli inizi del VI. I reperti rinvenuti dal Gentili negli anni ’50 suggeriscono una nuova vitalità nel corso del VII e soprattutto un importante nucleo insediativo tra fine VIII ed inizi IX. Ponendo come riferimento le stratigrafie dei nuovi scavi, si vogliono presentare alcuni contesti completi di materiali archeologici provenienti da alcuni ambienti della Villa rinvenuti tra il ’50 ed il ’51. Nonostante l’assenza di dati stratigrafici si potranno distinguere diverse classi di materiali grazie anche al confronto con dati recenti acquisiti su diversi siti in Sicilia e databili dall’età bizantina a quella islamica. I reperti degli anni ’50, estremamente interessanti per rimanere ancora inediti, potranno così mostrare l’unicità di un sito che si pone come esempio di riferimento nel passaggio da villa a villaggio.
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Abstract During the last archaeological campaigns at the Roman ‘Villa del Casale’ near Piazza Armerina, carried out by the University Sapienza of Rome under the direction of Prof. Patrizio Pensabene, a balneum known as the ‘South Baths’... more
Abstract
During the last archaeological campaigns at the Roman ‘Villa del Casale’ near Piazza Armerina, carried out by the University Sapienza of Rome under the direction of Prof. Patrizio Pensabene, a balneum known as the ‘South Baths’ has been discovered in the south-western border of the medieval settlement. This structures, active throughout the 5th century, was in decay as early as the beginning of the 6th century. A new settlement phase began between the 10th-11th centuries, when this area was turned into workshops and dwellings. Some burials are attested as well. The first phase it is distinguished by a considerable amount of dumps – butti - filled up with bones, pottery and metal-works. During the 11th century are built some houses, provided with little kiln – tannur, long walls and without an exact orientation. In medieval times a pottery-kiln with a circular ground-base was installed in to the calidarium. The pottery mirrors a self-sufficient economy of the village. Imports is less than the 10%, and it comes exclusively from Palermo and North Africa (amphorae and glazed ware).
Introduzione
Nel corso degli ultimi anni l’attività di ricerca dell’Università degli Studi di Roma “Sapienza”, si è concentrata sull’area delle cosiddette Terme Meridionali, portate alla luce quasi completamente nella loro articolazione, utilizzate e frazionate, seppur non nella loro funzione originaria, quale luogo per attività artigianali e funzione abitativa nel corso del secolo XI. La sequenza stratigrafica riconosciuta in questa parte delle Terme Meridionali risulta molto chiara: ad una fase di scarico di materiale archeologico eterogeneo in fosse circolari (fine X – inizi XI), segue l’attività della fornace e delle strutture annesse ed ancora un parziale riutilizzo dell’area ad uso funerario : Infine, nel corso della seconda metà del secolo XI si realizzano delle strutture domestiche dotate di tannur . Lo studio della ceramica e delle strutture rinvenute ci ha inoltre fatto escludere la presenza di tracce abitative riferibili ad età normanna. Quest’area della Villa risulta abbandonata dopo la conquista della Sicilia centrale nell’ultimo ventennio del secolo XI.
During the last archaeological campaigns at the Roman ‘Villa del Casale’ near Piazza Armerina, carried out by the University Sapienza of Rome under the direction of Prof. Patrizio Pensabene, a balneum known as the ‘South Baths’ has been discovered in the south-western border of the medieval settlement. This structures, active throughout the 5th century, was in decay as early as the beginning of the 6th century. A new settlement phase began between the 10th-11th centuries, when this area was turned into workshops and dwellings. Some burials are attested as well. The first phase it is distinguished by a considerable amount of dumps – butti - filled up with bones, pottery and metal-works. During the 11th century are built some houses, provided with little kiln – tannur, long walls and without an exact orientation. In medieval times a pottery-kiln with a circular ground-base was installed in to the calidarium. The pottery mirrors a self-sufficient economy of the village. Imports is less than the 10%, and it comes exclusively from Palermo and North Africa (amphorae and glazed ware).
Introduzione
Nel corso degli ultimi anni l’attività di ricerca dell’Università degli Studi di Roma “Sapienza”, si è concentrata sull’area delle cosiddette Terme Meridionali, portate alla luce quasi completamente nella loro articolazione, utilizzate e frazionate, seppur non nella loro funzione originaria, quale luogo per attività artigianali e funzione abitativa nel corso del secolo XI. La sequenza stratigrafica riconosciuta in questa parte delle Terme Meridionali risulta molto chiara: ad una fase di scarico di materiale archeologico eterogeneo in fosse circolari (fine X – inizi XI), segue l’attività della fornace e delle strutture annesse ed ancora un parziale riutilizzo dell’area ad uso funerario : Infine, nel corso della seconda metà del secolo XI si realizzano delle strutture domestiche dotate di tannur . Lo studio della ceramica e delle strutture rinvenute ci ha inoltre fatto escludere la presenza di tracce abitative riferibili ad età normanna. Quest’area della Villa risulta abbandonata dopo la conquista della Sicilia centrale nell’ultimo ventennio del secolo XI.
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Il contributo intende presentare i risultati delle ultime campagne di scavo presso la fortezza ossidionale del Castellazzo di Monte Iato, fortilizio di assedio fatto edificare da Federico II contro parte della popolazione musulmana... more
Il contributo intende presentare i risultati delle ultime campagne di scavo presso la fortezza ossidionale del Castellazzo di Monte Iato, fortilizio di assedio fatto edificare da Federico II contro parte della popolazione musulmana residua di Sicilia, assediata nel vicino centro fortificato di Giato. Gli assedi avvennero tra gli anni 1223-1226 e nel 1246. L'esistenza di questo accampamento fortificato è attestata da una serie di documenti di Federico II dati in castris in obsidione Iati fra 1222 e 1224 e da un passo di una cronaca, per quanto riguarda l'assedio finale del 1246. Le stutture fortificate cingono un pianoro posto a quota 700 m s.l.m. con una muro a doppio paramento in pietre legate con malta di terra argillosa. In modo alternato dalla cinta si aggettano delle torri rettangolari mentre gli ambienti finora rintracciati risultano addossati alla cinta muraria. Alcuni, di forma quadrata hanno carattere squisitamente militare mentre altri, rettangolari, sono stati interpretati con funzione ludico-ricreativa. Sono stati rinvenuti manufatti dal carattere militare (punte di freccia, quadrelle di balestra, coltelli) e anche dadi in avorio, fermagli e monete. Unico ingresso ancora noto è una postierla sul lato nord che conserva gli stipiti, il blocco con il cardine per la porta e parte della pavimentazione originaria costituita da lastre irregolari allettate rilavorando il piano roccioso naturale. Le indagini magnetometriche hanno rivelato inoltre l'esistenza, al centro del pianoro circa, di un edificio dotato di abside semicircolare, forse riferibile ad una cappella per il culto. Le prossime indagini archeologiche, programmate per la tarda primavera cercheranno di verificare l'ipotesi. Insieme allo studio per il sito del Castellazzo è stata portata avanti una ricerca sul territorio circostante per la definizione delle realtà archeologiche e monumentali ancora esistenti. Sono state censite più di 200 UT (Unità Topografiche) con documenti archeologici che vanno dal Paleolitico Superiore al Basso Medioevo, a significare la ricchezza storica oltreché paesaggistica dei luoghi.
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The study of Jato and Belìce Destro valleys is demonstrating that are many differences over rural settlements pattern. Between roman and byzantine period there are recorded a massive amount of both big and scattered villages. The Islamic... more
The study of Jato and Belìce Destro valleys is demonstrating that are many differences over rural settlements pattern. Between roman and byzantine period there are recorded a massive amount of both big and scattered villages. The Islamic period had represented a turning point in the pattern of rural settlements: within the Jato’s Valley, villages and little house are nearly localisated at the bottom of the rock mountain near spring sources; on Belìce’s Valley there are a significant number of villages relatively far from each other and in some cases located nearby littler mountains. Analysis of the ceramic fabrics recovered during the survey reveals that most of this pottery was produced in Palermo, reflecting the strong relationship of this territory to the Sicilian capital
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Dal confronto con tre zone della Sicilia che occupano aree geografiche ad oriente, al centro e ad occidente, emerge una lettura articolata delle testimonianze archeologiche che si prestano ad essere analizzate nella loro globalità. Si... more
Dal confronto con tre zone della Sicilia che occupano aree geografiche ad oriente, al centro e ad occidente, emerge una lettura articolata delle testimonianze archeologiche che si prestano ad essere analizzate nella loro globalità. Si verificano considerazioni già note e si pongono altre basi per affrontare le fasi di popolamento rurale di età islamica, sia iniziale che matura. Il periodo VIII-inizi IX è ben riconoscibile nella Sicilia centrale ed orientale sebbene alcune classi di materiali, come le ceramiche a stuoia, risultano ora presenti in almeno due siti di area occidentale senza tuttavia poter assumere un peso archeologico rilevante. Tra fine IX e prima metà X si riconoscono diversi insediamenti che si istallano su aree già abitate in altri periodi e legate alla viabilità NS da e verso la costa centro-occidentale dell’isola. Successivamente e fino alla metà del secolo XI l’insediamento subisce un incremento esponenziale sia al centro che ad occidente mentre ad oriente ci sfuggono le dinamiche generali. Ancora oltre, tra fine XII e XIII si attesta la scarsa presenza nel territorio in favore di un accentramento verso realtà urbane del tutto nuove, come nel caso di Piazza Armerina fondata a partire dal 1163. Ciò che emerge è lo “spessore archeologico” dei grandi siti rurali frequentati in moltissimi casi già dall’Età del Bronzo e fino a tutto il XII secolo ad indicare la persistenza dell’abitare che in futuro dovrà essere affiancata dalla conoscenza dei modi dell’abitare.
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Il contributo raccoglie i dati editi ed inediti sulle attuali conoscenze di impianti funerari tardoantichi ed altomedievali nel territorio provinciale di Palermo. Frutto di una capillare ricerca sul terreno, si sono registrati e rilevati... more
Il contributo raccoglie i dati editi ed inediti sulle attuali conoscenze di impianti funerari tardoantichi ed altomedievali nel territorio provinciale di Palermo. Frutto di una capillare ricerca sul terreno, si sono registrati e rilevati più di settanta siti molti dei quali sconosciuti. Si presentano i rilievi diretti alle strutture ipogee riconosciute e due Tavole di distribuzione che contengono il dato archeologico e monumentale più aggiornato attualmente disponibile.
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This paper focuses on the territory of the Diocese of Cefalù during the Norman and Swabian reigns, with the presence of numerous ecclesiastical institutions set up following the immigration of latin colonists from Italy and Europe. The... more
This paper focuses on the territory of the Diocese of Cefalù during the Norman and Swabian reigns, with the presence of numerous ecclesiastical institutions set up following the immigration of latin colonists from Italy and Europe. The diocese was founded during the reign of Leo III the Isaurian in conjunction with the allocation of a military contingent in a pattern known in Calabria and Asia Minor. In 1132 Roger II created the Diocese of Cefalù separating the territory from Messina. The goal of the following research is to present the Norman's bound of diocese, showing the existence of several extraterritorial property. At the end of this paper we will consider some religious buildings located along the eastern border, unfortunately poorly preserved, but also tangible sign of the prestigious past of the Diocese of Cefalù in the Middle Ages.
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With this contribution, we would like to present data of the survey undertaken in the Valle of Jato, situated in Palermo’s hinterland. In this paper we would like to contribute to the reconstruction of the roman history of this... more
With this contribution, we would like to present data of the survey undertaken in the Valle of Jato, situated in Palermo’s hinterland. In this paper we would like to contribute to the reconstruction of the roman history of this archaeological landscape, and of its material culture that reflecting the strong relationship of this territory to the Tunisia. There is an exceptional concentration of Tunisian imports coarse ware, amphorae and also fine wares in particular D production. The villages take the place of villae (with marbles, column, fresco and mosaics) between 4th and 5th in strategic point of territory, and reveal a marked longevity until the final phase of Islamic rule and, in several cases, beyond this. A first phase of decrease in settlement density took place in the second half of 6th A.D. Nonetheless, the settlement network continued to be complex and variegated.
Research Interests:
Si tratta di un breve contributo che illustra il popolamento rurale in un territorio ricco di testimonianze archeolgiche.
Pubblicato negli Atti del V Convegno Nazionale dei Giovani Archeologi - Catania 23-26 maggio 2013.
Pubblicato negli Atti del V Convegno Nazionale dei Giovani Archeologi - Catania 23-26 maggio 2013.
Research Interests:
Si tratta di un contributo che spiega l'articolazione del SIT e del database realizzati ed utilizzati per il progetto di ricognizione intensiva e sistematica nelle valli dei fiumi Jato e Belìce Destro.
Research Interests:
Si presentano i risultati delle prime due campagne di scavo archeologico in località Castellazzo di Jato, volte alla ricerca della fortificazione d'assedio fatta erigere dalle truppe di Federico II durante gli anni d'assedio all'ultima... more
Si presentano i risultati delle prime due campagne di scavo archeologico in località Castellazzo di Jato, volte alla ricerca della fortificazione d'assedio fatta erigere dalle truppe di Federico II durante gli anni d'assedio all'ultima roccaforte islamica di Sicilia.
Research Interests:
Si tratta del primo lavoro sul territorio dello Jato e del Belìce Destro licenziato alla fine del 2012 e per questo ampliato ed aggiornato di recente con il contributo della dott.ssa Viva Sacco. ALFANO A., SACCO V. 2014, Tra alto e basso... more
Si tratta del primo lavoro sul territorio dello Jato e del Belìce Destro licenziato alla fine del 2012 e per questo ampliato ed aggiornato di recente con il contributo della dott.ssa Viva Sacco. ALFANO A., SACCO V. 2014, Tra alto e basso medioevo. Ceramiche, merci e scambi nelle valli dello Jato e del Belìce Destro dalle ricognizioni nel territorio (Palermo). Online in: www.fastionline.org/docs/Folder-it-2014-309.pdf
Il contributo costituisce la base metodologica che ha dato inizio alle ricerche e che stanno per essere completate
Il contributo costituisce la base metodologica che ha dato inizio alle ricerche e che stanno per essere completate
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Il contributo intende esaminare il ruolo marittimo dell’area adriatica del centro Italia (Molise, Abruzzo, Marche) alla luce dei ritrovamenti subacquei e terrestri. Partendo dalla distribuzione dei relitti e dei giacimenti marini si... more
Il contributo intende esaminare il ruolo marittimo dell’area adriatica del centro Italia (Molise, Abruzzo, Marche) alla luce dei ritrovamenti subacquei e terrestri. Partendo dalla distribuzione dei relitti e dei giacimenti marini si cercherà di evidenziare i rapporti che intercorrevano tra i porti, gli approdi e gli scali presenti lungo le coste adriatiche. In relazione a queste evidenze e alle fonti itinerarie, storiche e archeologiche si proporrà una nuova carta inerente, non solo alla distribuzione dei relitti, ma anche alle rotte che presumibilmente in età imperiale romana interessavano il Mare Superum; tenendo presente anche il ruolo che questa parte di Mediterraneo assumerà a partire dall’età bizantina essendo considerata la vera porta d’Oriente. Nello specifico del tema del convegno, la carta di distribuzione potrà essere un utile strumento per favorire futuri progetti di tutela e valorizzazione.
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A seguito della conclusione dei progetti di ricognizione archeologica in un vasto territorio che si pone ad est e a sud di Palermo, si propone il quadro di sintesi sulle produzioni rinvenute. Il dato è stato in parte reso noto ma a... more
A seguito della conclusione dei progetti di ricognizione archeologica in un vasto territorio che si pone ad est e a sud di Palermo, si propone il quadro di sintesi sulle produzioni rinvenute. Il dato è stato in parte reso noto ma a seguito della valutazione positiva di alcune stratigrafie urbane della città di Palermo, si propone una revisione finale utile a capire come la città ed il territorio comunicano dal periodo aghlabide a quello svevo. Il valore sociale della ceramica si riflette nell’assetto territoriale; le scelte insediative sono ben delineate e perdurano attraverso i secoli, segno di luoghi geograficamente validi nonostante il cambio di governo al potere. Se tra IX e XI secolo le produzioni di Palermo sono la quasi totalità, tra XII e XIII secolo compaiono importazioni dalla Liguria, dalla Campania e da altre zone della Sicilia secondo le nuove reti commerciali tracciate dal Regno Normanno.
This paper presents the results of recent field surveys conducted in a large territorial area located a few kilometers south-east of Palermo. Although some results of these surveys have been published, new discoveries from stratigraphic urban contexts at Palermo call for further revaluations of the dynamics linking this city to its hinterland from the late Aghlabid to the Staufen periods. The social value of ceramics can be grasped in the settlement patterns; the logics of some settlements are self-evident and lasting over centuries, testament to locations that are geographically relevant notwithstanding the changing patterns of political power. Between 9th and 11th centuries Palermitan ceramic productions are the vast majority, whereas between 12th and 13th centuries other regional and extra-regional productions started to appear in the archaeological record, for instance from Liguria and Campania, in accordance with the new trading networks established by the Norman Kingdom.
This paper presents the results of recent field surveys conducted in a large territorial area located a few kilometers south-east of Palermo. Although some results of these surveys have been published, new discoveries from stratigraphic urban contexts at Palermo call for further revaluations of the dynamics linking this city to its hinterland from the late Aghlabid to the Staufen periods. The social value of ceramics can be grasped in the settlement patterns; the logics of some settlements are self-evident and lasting over centuries, testament to locations that are geographically relevant notwithstanding the changing patterns of political power. Between 9th and 11th centuries Palermitan ceramic productions are the vast majority, whereas between 12th and 13th centuries other regional and extra-regional productions started to appear in the archaeological record, for instance from Liguria and Campania, in accordance with the new trading networks established by the Norman Kingdom.
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L’area si colloca nella porzione settentrionale della Provincia di Palermo a circa 30 Km dallo stesso capoluogo sulla direttrice viaria interna per la costa mediterranea dell’isola all’altezza di Sciacca. La principale caratteristica di... more
L’area si colloca nella porzione settentrionale della Provincia di Palermo a circa 30 Km dallo stesso capoluogo sulla direttrice viaria interna per la costa mediterranea dell’isola all’altezza di Sciacca. La principale caratteristica di questo territorio è la presenza di uno sbarramento montuoso costituito dalle propaggini più settentrionali dei Monti Sicani con quote tra i 1000 ed i 1300 m s.l.m. che ha avuto notevole influenza nello sviluppo del popolamento. Le montagne ospitano tracce di vita riferibili alla preistoria ed al basso medioevo, in relazione soprattutto a fortificazioni erette nei punti di controllo dei valichi. La Valle del fiume Jato è molto profonda, ricca di sorgenti che sgorgano dalla base dei massicci montuosi e con terreni coltivati in prevalenza a vigneto ed uliveto. Il fiume biforca il suo percorso nei pressi dell’invaso artificiale Poma; da qui, tornando indietro e seguendo il Vallone Desise si raggiunge il ramo destro del fiume Belìce dove il paesaggio è più dolce e le colline hanno quote che variano dai 400 ai 700 m s.l.m. Raitano, Cozzo Arcivocale, Monte Arcivocalotto, Pietralunga e Cozzo Monaca costituiscono la dorsale calcarea che divide i due rami del Belìce e su cui l’insediamento umano si è avuto sin dalla preistoria. Il paesaggio è quasi esclusivamente coltivato a seminativi stagionali fino ai rilievi del corleonese. Punto di incontro tra i due territori è la dorsale formata dai Monti Iato, Perciana, Pagnocco e Serre della Ginestra anch’essi di notevole altezza (tra 900 e 1300 m. s.l.m) che per la loro posizione centrale costituiscono eccezionali punti di vedetta fin verso i rilievi del trapanese e dell’agrigentino. Si spiega per questo la scelta insediativa su Monte Iato quale punto di controllo e gestione dei traffici commerciali tra la costa settentrionale e quella meridionale della Sicilia. Ancora per le fasi iniziali dell’altomedioevo (VI-VIII sec.), l’insediamento si concentra in grossi villaggi aperti in aree collinari mentre a partire dalla fine del IX, con l’avanzata musulmana, e fino alla metà del secolo XI si ha quella che abbiamo definito “esplosione rurale”, per via dei grandi e piccoli insediamenti posti su diversi punti del paesaggio con un record archeologico ricchissimo ed avvicinabile ai contesti urbani. Benessere economico, vitalità dei territori e sfruttamento intensivo delle risorse agricole sono i fattori scatenanti questa eterogeneità degli abitati, cui spesso riusciamo a collegare il dato toponomastico ed archivistico. Durante il periodo del regno normanno (1130) e fino ad età guglielmina (1180 ca.) le risorse del fiume Jato vengono ulteriormente sfruttate con la costruzione di alcuni mulini, mentre il fiume Belìce, nel tratto oggetto del nostro studio, non sembra essere sfruttato in tal senso, visto il corso più tortuoso, le continue esondazioni e la difficoltà dei terreni limitanei (come si evince dalle lanche fossili). L’osservazione autoptica degli impasti della ceramica da mensa ci consente una osservazione in particolare. Se da un lato si nota come tra i reperti di età islamica sia attestata, con qualche rarissima eccezione, solamente la produzione palermitana, per quelli di età normanna sembrerebbe aumentare la frequenza di altre produzioni, al momento non ben identificate, anche se la presenza di vasellame di Palermo resta sempre preponderante. Se questo dato sia collegato alla migrazione di popolazione dalla Sicilia centrale e/o orientale è ancora troppo presto per dirlo, certamente risposte più decisive potrebbero venire da dati di scavo. Alla fine del periodo normanno, si data la nascita dell’Arcidiocesi di Monreale, le cui platee ci informano in modo puntuale sul paesaggio rurale e sulle strutture abitate. Nella prima metà del XIII secolo, le campagne risultano già in parziale abbandono ed il territorio diventa oggetto delle repressioni contro la popolazione musulmana residente. Eccezionale risulta così il fortilizio di assedio fatto edificare da Federico II contro parte della popolazione musulmana residua di Sicilia, assediata nel vicino centro fortificato di Giato. Gli assedi avvennero tra gli anni 1223-1226 e nel 1246. L’esistenza di questo accampamento fortificato è attestata da una serie di documenti di Federico II dati in castris in obsidione Iati fra 1222 e 1224 e da un passo di una cronaca, per quanto riguarda l’assedio finale del 1246. Gli scavi archeologici, ancora in corso, hanno mostrato uno spaccato della vita militare di un esercito federiciano con tutte una serie di informazioni circa la tecnologia militare, la dieta e la tecnica costruttiva.
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Presentazione per il LII Convegno Internazionale della Ceramica. Ceramiche Ligure e Ceramica Siciliana a confronto, Savona - Genova 11-12 / 10 / 2019