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XI Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana Isole e terraferma nel primo cristianesimo Identità locale ed interscambi culturali, religiosi e produttivi university press Studi e Ricerche di Cultura Religiosa Nuova Serie viii Isole e terraferma nel primo cristianesimo Identità locale ed interscambi culturali, religiosi e produttivi Atti XI Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana Cagliari, Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio – sede della Cittadella dei Musei Cagliari, Pontiicia Facoltà Teologica della Sardegna Sant’Antioco, Sala Consiliare del Comune 23-27 settembre 2014 a cura di Rossana Martorelli ‐ Antonio Piras ‐ Pier Giorgio Spanu university press 2015 università di cagliari dipartimento di storia, beni culturali e territorio università di sassari dipartimento di storia, scienze dell’uomo e della formazione pontificia facoltà teologica della sardegna dipartimento di scienze bibliche e patristiche Con il contributo del Servizio Nazionale per gli Studi Superiori di Teologia e di Scienze Religiose della Conferenza Episcopale Italiana e del Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio dell’Università di Cagliari © 2015 PFTS University Press Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna via Sanjust, 13 - 09129 Cagliari isbn 978-88-98146-22-2 INDICE 13 Introduzione Francesco Atzeni 15 Saluto del Rettore dell’Università di Sassari Attilio Mastino 17 Saluto del Preside della Pontiicia Facoltà Teologica della Sardegna Maurizio Teani 17 Saluto del Comitato promotore Rossana Martorelli 21 Cronaca del Congresso 27 Programma del Congresso 33 Relazione introduttiva: Le origini cristiane di isole e “continenti” tra identità e uniformità, alla prova dell’archeologia Philippe Pergola 47 I. Origine ed evoluzione del cristianesimo fra la terraferma e le isole 49 L’organizzazione delle Chiese nell’Italia tardoantica tra isole e terraferma Donatella Nuzzo 63 Concettualizzazione e simbologia di “isola” e “terraferma” nella letteratura biblica e patristica Antonio Piras 73 Discussione 79 II. Organizzazione dei cimiteri, dei santuari martiriali e diffusione del culto dei santi fra isole e terraferma 81 Sviluppi monumentali e insediativi dei santuari dei martiri in Sardegna Vincenzo Fiocchi Nicolai & Lucrezia Spera 125 Sepolture cristiane e pagane tra III e IV secolo: il caso della necropoli sul colle di Bonaria a Cagliari Sabrina Cisci & Piergiorgio Floris 135 Le aree funerarie fra isole e terraferma: esempi dalla Sicilia e dalla Sardegna Rosa Maria Carra Bonacasa, Giuseppe Falzone, Giuseppina Schirò, Emma Vitale & Elisabetta Sanna indice 181 Latomie, apprestamenti idraulici, oicine di vasai e luoghi di culto pagani. Il reimpiego delle preesistenze nelle catacombe di Siracusa e le puntuali analogie con alcuni dei cimiteri sotterranei magiori e minori di Roma Gioacchina T. Ricciardi 191 Cimiteri riservati negli ediici di culto. Il caso di Caucana (Sicilia) Giovanni Distefano 197 Lo spazio degli infanti nei cimiteri tardo-antichi: organizzazione e distribuzione spaziale fra ritualità e consuetudini sociali Lidia Vitale 203 Riti e pratiche funerarie nel processo di costruzione di una memoria identitaria: esempi da Sardegna e Sicilia Paola De Santis 221 Il ruolo delle isole magiori e minori nella difusione del culto dei santi. Dinamiche e modalità di circolazione della devozione Rossana Martorelli, Lucia Mura, Marco Muresu & Laura Soro 255 Culto e reliquie tra isole e terraferma: l’isola di Bergegi (Liguria) Alessandra Frondoni 267 Discussione 271 III. Edifici di culto cristiani, architettura e scultura fra isole e terraferma 273 La ricostruzione della rete ecclesiastica attraverso il corpus europeo delle chiese altomedievali (CARE) Gian Pietro Brogiolo 291 Spazi urbani di età bizantina e sedi episcopali della Sardegna settentrionale nell’XI secolo: spunti di rilessione attraverso il caso di Bosa (V-VII secolo) Laura Biccone, Franco G.R. Campus & Alessandro Vecciu 307 Suppellettile in bronzo di età tardoantica in Sicilia e Sardegna: produzione, uso e committenza Isabella Baldini & Rita Schiaffino 317 Ecclesiae aediicantur, dedicantur, implentur (Agost. serm. cccxxxvi, 3). La “cattedrale” paleocristiana: costanti e variabili tra IV e VI secolo, tra isole e terraferma Gisella Cantino Wataghin 341 La cattedrale di Regio Emilia. Evoluzione architettonica tra tardo antico e alto medioevo Renata Curina 349 Il ruolo dei marmi bizantini nella produzione scultorea della Sardegna tardoantica e paleocristiana Claudia Barsanti & Alessandra Guiglia 369 Sigle di lavorazione e atelier marmorari: nuove rilessioni sul relitto di Marzamemi Giulia Marsili 377 Nuove considerazioni sulla scultura protobizantina delle isole tra importazione e produzione locale: il caso della Sicilia Silvia Pedone 6 isole e terraferma nel primo cristianesimo 395 Produzione e commercio del marmo lungo le rotte del Mediterraneo: evidenze dai depositi e dai relitti navali delle coste italiane Andrea Paribeni & Elena Flavia Castagnino Berlinghieri 403 Su un frammento scultoreo di Vico III Lanusei (Cagliari): modelli e circolazione della decorazione a tralcio e foglia cuoriforme nel Mediterraneo occidentale Andrea Pala 409 Discussione 415 IV. La circolazione e gli scambi commerciali fra isole e terraferma 417 Produzioni, merci e scambi tra isole e terraferma nel Mediterraneo occidentale tardoantico Giuliano Volpe, Danilo Leone, Pier Giorgio Spanu & Maria Turchiano 441 Dalla Sicilia “granaio dell’Urbe” all’autorifornimento regionale nel Lazio: forme e modi dell’approvvigionamento alimentare a Roma tra la tarda antichità e l’alto medioevo Daniela De Francesco 447 L’Isola di Pantelleria e il canale di Sicilia. Scambi commerciali e circolazione delle merci in età tardo antica Roberta Baldassari 457 Ricerche archeologiche nell’ager Tharrensis. Gli insediamenti tardoantichi Barbara Panico, Pier Giorgio Spanu & Raimondo Zucca 465 Rapporti economici tra la Chiesa di Ravenna e la Sicilia nell’altomedioevo: storia e archeologia Mila Bondi & Marco Cavalazzi 471 Circolazione e scambi commerciali sulla rotta Cartagine-Roma: il caso dell’arcipelago delle Egadi Fabiola Ardizzone & Filippo Pisciotta 481 Sulle sponde del Mediterraneo. Il porto di Agrigentum in età tardo antica e bizantina Valentina Caminneci 491 Discussione 495 V. Epigrafia cristiana fra isole e terraferma 497 Appunti e spunti sull’epigraia cristiana fra isole e terraferma Danilo Mazzoleni 511 Un testo epigraico sul sacramento del battesimo in Sardinia Attilio Mastino, Paola Ruggeri & Raimondo Zucca 521 L’epigraia nei manoscritti. La seduzione del falso Antonio M. Corda 529 Discussione 7 indice 533 VI. Iconografia cristiana fra isole e terraferma 535 Rotte igurative cristiane della tarda antichità: la rete dei movimenti iconograici tra isole e terraferma Fabrizio Bisconti & Matteo Braconi 557 L’apparato iconograico dei mosaici funerari in Sardegna: apporti esterni ed interpretazioni locali Giovanna Ferri 565 Il ciclo pittorico nel Cubicolo di Giona a Cagliari. Un’iconograia a confronto tra isole e terraferma Nicoletta Usai 571 Nuove rilessioni iconograiche sul registro inferiore del sarcofago con il sacriicio di Isacco del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari Dimitri Cascianelli 577 Circolazione dei Vangeli apocrii tra isole e terraferma: rilessi nell’iconograia cristiana dei primi secoli (IV-VII) Sandra Sedda 587 Motivi cristiani ed ebraici nei corredi della necropoli di Pill’e Matta, Quartucciu (CA). Materiali e contesti inediti Donatella Salvi 597 Discussione 603 VII. Correnti monastiche fra isole e terraferma 605 Le ‘isole’ di Girolamo. Visioni sullo spazio dell’ascesi fra Roma e l’Italia alla ine del IV secolo Federico Marazzi 615 Sviluppo e prime manifestazioni del monachesimo tra terraferma e isole: il contesto italiano Maria Carla Somma 631 I monasteri tra isole e terraferma all’età di Gregorio Magno Francesca Romana Stasolla 645 Discussione 647 VIII. Novità 649 I metropoliti milanesi a Genova (569-644?) e il ritrovamento di un fonte battesimale paleocristiano nella Cattedrale di San Lorenzo Mario Marcenaro 657 Un inedito complesso cimiteriale suburbano della Torino paleocristiana Luisella Pejrani Baricco 667 Nuovi dati su S. Marziano di Tortona e la cattedrale di Asti Alberto Crosetto 8 isole e terraferma nel primo cristianesimo 673 Nuovi dati dal Verbano Cusio Ossola: gli scavi della chiesa di S. Pietro a Gravellona Toce e dell’oratorio dei SS. Fabiano e Sebastiano a Verbania Francesca Garanzini 681 La necropoli della Ferrovia di Cividale del Friuli, tra vecchi rinvenimenti e nuove scoperte Fabio Pagano 687 Nuovi scavi e ricerche sulle prime fasi insediative cristiane nel complesso degli horti Domitiae Lucillae e della “domus Annii” (comprensorio ospedaliero S. Giovanni-Addolorata, Roma) Jun Yamada & Alessandra Cerrito 695 Nuove considerazioni sull’attività dei presbiteri Urso e Proclino a Roma. Altari a confronto Agnese Pergola 703 Nuovi dati sulle lucerne tardo antiche di Ostia Roberta Ruotolo 711 Nuove acquisizioni sulla chiesa di San Pietro in Campo di Merlo sulla via Portuense a Roma Marialuisa Zegretti 719 Cristianizzazione, culti e aree funerarie. Nuove acquisizioni dall’Abruzzo interno in età tardoantica Sonia Antonelli & Marzia Tornese 727 Le lucerne di età tardoantica e altomedievale dalla catacomba di S. Gennaro a Napoli Carlo Ebanista, Claudia Giordano & Antonio Del Gaudio 743 Inediti elementi scultorei altomedievali dal santuario di S. Felice a Cimitile Carlo Ebanista 757 Gangivecchio (PA), Prima campagna di scavo. Nuovi dati sul destino delle ville romane Fabiola Ardizzone & Marco Manenti 767 La cristianizzazione delle isole minori: il caso dell’abitato di Scauri a Pantelleria Leonardo Abelli & Pier Giorgio Spanu 781 Possibili indizi per l’ubicazione della cattedrale paleocristiana di Cagliari Rossana Martorelli 791 Un possibile caso di antico “antiquariato cristiano” dall’agro serdianese: rilessioni sull’iniziale difusione del Cristianesimo nell’hinterland di Cagliari Antonello V. Greco 797 La Basilica urbana di Nora tra terra e mare: i nuovi rilievi Jacopo Bonetto, Anna Bertelli, Giovanni Gallucci & Ivan Minella 807 Tomba ipogeica di Decimoputzu, loc. San Giorgio Massimo Casagrande 815 Olbia tra paganesimo e cristianesimo Giovanna Pietra 821 Nuove attestazioni epigraico-scultoree della grecità bizantina in Sardegna Fabrizio Sanna & Luca Sarriu 825 Discussione 9 indice 835 IX. Poster 837 Scavi, scoperte e restauri in Liguria nell’ultimo decennio Alessandra Frondoni 847 La basilica funeraria e battesimale di Capo Don (Liguria. Riva Ligure-IM). Nuove ipotesi sulla sequenza delle fasi costruttive dalla tarda età imperiale all’età post-medievale Luigi Gambaro & Aurora Cagnana 853 Spazi del sacro a Campo della Fiera (Orvieto, Umbria) tra tarda antichità e medioevo Danilo Leone 861 Nuove acquisizioni dai recenti restauri nelle catacombe romane dei SS. Marcellino e Pietro ad duas lauros Rafaella Giuliani 867 Archeologia paleocristiana nella valle del iume Torto Rosa Maria Cucco 871 Dalla villa al villagio. L’età romana e tardoantica attraverso la circolazione di merci, prodotti e manufatti nelle Valli dello Jato e del Belìce Destro (PA) Antonio Alfano 877 Iconograie narrative su alcune coppe e lucerne siciliane Giovanni Distefano & Angelica Ferraro 881 L’evoluzione dello spazio sacro del complesso di San Saturnino a Cagliari. Metodi di lettura della cartograia storica e rappresentazione GIS per la tutela del contesto urbano e del sistema archeologico e monumentale di una piazza contemporanea Laura Zanini 889 ISTHMOS Project. Indagini archeologiche a Nora (Pula, CA). Campagne 2013-2014 Romina Carboni, Francesca Collu, Emiliano Cruccas & Maura Vargiu 895 Markers di difusione cristiana a Tratalias: agiotoponomastica e materiali Claudia Cocco 901 Il territorio di Iglesias in epoca prepisana: considerazioni storico-archeologiche alla luce dei principi dell’archeologia del paesagio Elena Bellu 907 Indagini archeologiche nel territorio di Astia, comune di Villamassargia. Primi risultati Marta Macrì 915 Εἰς μέταλλον Σαρδονίας. Metalla ed il Sulcis iglesiente prima della pax costantiniana Mattia Sanna Montanelli 921 Il territorio di Gonnosfanadiga (Medio Campidano) tra la tarda antichità e l’alto medioevo Cristiana Cilla & Giovanni Ugas 929 San Giorgio di Sinis. I materiali metallici Barbara Panico & Pier Giorgio Spanu 935 Il Sinis di Cabras tra tarda antichità e Alto Medioevo: primi risultati di una ricerca territoriale Carla Del Vais, Salvatore Sebis, Valentina Chergia, Maria Mureddu, Enrico Dirminti & Pietro Francesco Serreli 10 isole e terraferma nel primo cristianesimo 941 Il territorio di Usellus (OR) tra l’età romana imperiale e l’alto medioevo: primi risultati del censimento archeologico dell’area comunale Carla Del Vais & Pietro Francesco Serreli 947 Porto Torres (SS). Quotidianità e rapporti commerciali nella Turris Libisonis tardo antica. Un contesto di V-VI secolo d.C. dall’area portuale Daniela Deriu 951 Il sito tardoromano-altomedievale di Santa Filitica (Sorso-SS): nuove ricerche Elisabetta Garau, Daniela Rovina, Luca Sanna, Valeria Testone & Vittorio Longo 961 La moneta come “indicatore” dell’insediamento in età bizantina: una ricerca in corso. L’esempio del villagio attorno alla chiesa di S. Giovanni di Noale (Ossi, Sassari) Marco Muresu 969 Un’iscrizione paleocristiana di Carales riscoperta attraverso la documentazione secentesca (CIL X, 7589) Pierpaolo Longu 975 Conclusioni: Isole e terraferma nel primo cristianesimo. Identità locale ed interscambi culturali, religiosi e produttivi Marc Mayer i Olivé 979 Chiusura dei lavori 11 DALLA VILLA AL VILLAGGIO. L’ETà ROMANA E TARDOANTICA ATTRAVERSO LA CIRCOLAZIONE DI MERCI, PRODOTTI E MANUFATTI NELLE VALLI DELLO JATO E DEL BELÌCE DESTRO (PA)1 Antonio Alfano Libero ricercatore – Sapienza Università di Roma antonioalfano33@gmail.com Riassunto Si presentano in questa sede i risultati delle ricognizioni intensive e sistematiche condotte nel territorio dell’immediato retroterra di Palermo. Le importazioni, sia per quanto riguarda la ceramica ine che i contenitori da trasporto, sono legate in modo quasi esclusivo alla Tunisia ed agli atelier del golfo d’Hammamet. La presenza di almeno quattro ville tra II e IV d.C. (frammenti di serpentino, colonne, frammenti di porido, stucchi e mosaici), nei cui luoghi sorgeranno poi dei villaggi, sia tra il V ed il VII che in età islamica, ci informa inoltre della persistenza abitativa di aree geograiche ben strutturate. Sebbene si noti una contrazione del popolamento, tra seconda metà VI e VII sono continui i rapporti con l’Africa, già fondamentali per la rinnovata importanza che assume la Sicilia quale collegamento con Roma. Parole chiave: Valle Jato, villaggio, porido Abstract With this contribution, we would like to present data of the survey undertaken in the Valle di Jato, situated in Palermo’s hinterland. In this paper we would like to contribute to the reconstruction of the roman history of this archaeological landscape, and of its material culture that relecting the strong relationship of this territory to the Tunisia. There is an exceptional concentration of Tunisian imports coarse ware, amphorae and also ine wares in particular D production. The villages take the place of villae (with marbles, column, fresco and mosaics) between 4th and 5th in strategic point of territory, and reveal a marked longevity until the inal phase of Islamic rule and, in several cases, beyond this. A irst phase of decrease in settlement density took place in the second half of 6th A.D. Nonetheless, the settlement network continued to be complex and variegated. Keywords: Valle of Jato, villages, marbles Si ringraziano le famiglie Lepore e Pusceddu per l’accoglienza e per aver reso il soggiorno intenso e piacevole durante i giorni del Congresso. Grato alla prof.ssa Rossana Martorelli ed al dott. M. Muresu per la possibilità di partecipare al Congresso e per l’accoglienza eccellente riservata. Grazie ancora alla mia famiglia ed a Margherita che hanno reso possibile tale esperienza. Introduzione L o studio, ora concluso, del territorio delle Valli dello Jato e del Belìce Destro ha portato alla luce diverse testimonianze archeologiche (UT – Unità Topograiche) che si concentrano soprattutto tra i secoli IV-VII e X-XII (tav. I, 1). In questa sede ci occuperemo del primo periodo con particolare attenzione al momento di delicato passaggio tra tardoantico e medioevo. Per la metodologia adottata ed i risultati delle ricerche relativi ai secoli più tardi si rimanda alla bibliograia già edita (Alfano, 2014; Alfano & Muratore, 2014; Alfano & Salamone, 2015; Alfano & Sacco, 2014; Maurici et al., 2014). Dalla Villa al Villaggio Le dinamiche territoriali della prima età imperiale sono legate alla presenza della importante città di Ietas, che tra le tributarie di Roma risultava uno dei più importanti insediamenti dell’isola. Gli scavi condotti da ben 43 anni dalle missioni universitarie svizzere hanno infatti mostrato la ricchezza e la vastità dell’insediamento (circa 40 ha) che ino al IV secolo risulta inserito nei circuiti commerciali con l’Africa e con le province occidentali dell’Impero Romano2. A partire dalla metà del V è indicato un periodo di decadenza in contrasto con quanto avviene nel territorio circostante. Su questa premessa il nostro studio ha cercato di cogliere le diferenti soluzioni abitative tra la prima e la tarda età imperiale. Ci si rende conto infatti che la natura e l’importanza del sito hanno costituito centro di attrazione per l’abitato intercalare che risulta già intenso a partire dal I sec. a.C. In assenza di scavi archeologici non possiamo spingere oltre le nostre considerazioni, ma crediamo che le campagne dello Jato e del Belìce Destro siano state ittamente insediate su tutte le condizioni geomorfologiche, con una netta prevalenza per le scelte legate alla vicinanza delle risorse idriche. Dall’insediamento di Iatas si dovevano scorgere decine di unità abitative che progressivamente vennero abbandonate in favore di una nuova articolazione insediativa. L’area di c.da Dammusi e quella della Chiusa, nello Jato ed in prossimità del iume, sono quelle più dense e ricche di Unità topograiche come quella di Monte Aperto nel Belìce Destro. Si raccol- 1 2 La bibliograia su Monte Iato e sui ritrovamenti è molto estesa. Si consiglia lo spoglio della rivista Sicilia Archeologica a partire dal 1971 e della rivista Antike Kunst dal 1972 su cui a cadenza annuale appaiono i resoconti delle campagne di scavo, inoltre la serie Studia Ietina con volumi speciici dedicati ad alcune classi di materiali o all’urbanistica. antonio alfano gono diversi frammenti in sigillata sia italica che nelle produzioni A e D e qualcuna in C. Oltre ai prodotti di fabbrica africana si riconoscono anfore di produzione regionale (Dressel 21-22) o microasiatica (MAUXXVII-XXVIII/ Agora G 199) e forme vicine al Tipo Termini Imerese 151/354 (Malitana et al., 2008). Tutto questo attesta come l’attività di importazione di prodotti d’uso comune fosse varia ed articolata al contrario delle anfore che, per i primi secoli dell’impero, si riscontrano in un numero esiguo di esemplari, a signiicare l’autosuicienza del territorio. Eccezionale il ritrovamento di tre frammenti di sectilia in serpentino ed uno in porido dalle UT 33, 138, 149 (tav. I, 2, 4); la prima, Arcivocale, nel Belìce e le altre due in c.da Fellamonica ed in c.da Dammusi. Entrambe le tipologie provengono da cave imperiali ed hanno il loro momento di circolazione più iorente in epoca lavia (Gnoli, 1971). Accompagnate dalla presenza di frammenti architettonici di rivestimento, vetri, colonne, frammenti di mosaici come nelle UT 83 e 100 sempre nello Jato, suggeriscono la presenza di strutture di un certo impegno, sebbene il loro carattere non possa essere portato alla luce dai soli rinvenimenti di supericie. Altro grande insediamento, attivo tra III a.C. ed inizi del IV è quello in c.da Fellamonica (UT 188). Un primo momento di cambiamento si ha proprio a partire dalla metà del IV secolo: gli insediamenti appena citati si riducono notevolmente ed il registro archeologico appare meno articolato. Continua in molti casi la persistenza geograica, ma cambia l’articolazione insediativa generale. Si fanno più presenti piccoli nuclei abitativi cui si aiancano notevoli agglomerati che possiamo certamente individuare come villaggi. Scompaiono i siti lungo il iume Jato e persistono quelli lungo la via pedemontana settentrionale della Valle dello Jato, in connessione con la viabilità da e verso Palermo. Lo sfruttamento agricolo risulta intensivo ed in stretto rapporto con Roma grazie anche alla rinnovata importanza che assume la Sicilia quale testa di ponte per l’Africa (Vera, 2010; Vitale, 2012 pp. 9-13). Se i villaggi sorgono e si sviluppano in luogo di insediamenti precedenti (c.da Signora, Dammusi, Monte Aperto, Verzanica, Pietralunga) i piccoli nuclei abitativi sono distribuiti senza una particolare connotazione geograica (tav. I, 3, 5). Nondimeno i prodotti quali anfore africane e le più comuni forme in sigillata D (Hayes 59, 61 e 67 in diverse varianti) arrivano dovunque. A partire dall’età costantiniana e ino alla ine del V secolo il villaggio (Volpe, 1996), quale luogo di smistamento delle risorse del latifondo e sede di mercato, risulta essere la forma abitativa più presente. Nel quadro generale che emerge dalla lettura dei frammenti si individua un netto predominio di prodotti di fabbrica africana, con una varietà tipologica che riguarda tanto le produzioni ini quanto i contenitori da trasporto, e sottolinea lo stretto rapporto con la Tunisia e in particolare con gli atelier del golfo di Hammamet. La parte più considerevole di esemplari è riconducibile alla produzione D ino alla ine del VII secolo quando il numero dei villaggi sarà ridotto nonostante il continuo approvvigionamento di prodotti dal Nord-Africa (sigillata D nelle forme 81 A, 91 A, B e D, 99 A e C, 104 A1 e A2, 105 B e 109). Scarsi i rapporti con l’oriente ad esclusione di alcuni frammenti di contenitori riferibili ai tipi LRA1 e LRA2. Anche la ceramica da fuoco risulta quasi tutta d’importazione: accanto alle produzioni di Pantelleria si trovano le forme Hayes 23, 181 e 197 di provenienza africana. Interessante a tale proposito l’UT 197, in cui è stata praticata una raccolta per quadrettatura. Qui, su una supericie di 600 m2 si è raccolta una percentuale pari al 78 % di ceramica da fuoco del tipo Hayes 197 in numerose varianti. A seguito della guerra grecogotica il popolamento subisce una contrazione e continuano a persistere alcuni nuclei di abitato che raggiungono dimensioni molto estese. Oltre ai rinvenimenti appena citati si rintracciano in diverse forme e decorazioni i coppi a supericie striata che costituiscono un ottimo fossile guida per i secoli VI e VII. Per questo periodo, nelle aree di c.da Verzanica, c.da Monte Aperto, Pietralunga, Dammusi, Procura, è possibile riconoscere degli agrotowns per usare le parole di Roger Wilson, quali grandi insediamenti inseriti in una rete commerciale internazionale rivolta allo sfruttamento agricolo intensivo e posti in vicinanza di punti cardine del territorio (tav. II, 1). Rispetto ai secoli precedenti questi insediamenti si pongono infatti in punti nevralgici soprattutto in relazione alla viabilità (tav. II, 2). Dammusi e Procura sono legati alla via pedemontana che dal iume Jato raggiunge Palermo da un lato e la fertile piana di Partinico dall’altro; Pietralunga, Verzanica e Monte Aperto sono invece legate alla viabilità trasversale che dal Belìce raggiunge le aree del corleonese e la costa meridionale della Sicilia. Dal confronto con le aree attigue alla nostra ricerca e sottoposte ad indagini di uguale tipo, risulta stringente il paragone con i siti di Acquae Segestanae e c.da Rosignolo a Segesta (Cambi, 2005; Molinari & Neri, 2004) e con i siti di contrada Carrubbella, contrada Duchessa e contrada Miccina nell’area di Entella (Facella et al., 2012). Sia nell’esempio segestano (Acquae Segestanae) che in quello entellino il paragone ha un peso ancora maggiore se consideriamo che 872 dalla villa al villaggio estese dimensioni in cui si segnalano anche attività artigianali (fornace per mattoni in c.da Verzanica – UTT 2/11), ed alcune ville in cui gli elementi di pregio più notevole sono costituiti dai sectilia in serpentino e porido: nessuna traccia delle distruzioni operate dai Vandali alla metà del V secolo. Come nel caso della vicina area segestana, non si individua alcuna lessione ma solo l’abbandono di alcuni siti periferici in conseguenza della crescita esponenziale dei villaggi. Ciò che invece è veriicabile anche con le fonti è il passaggio alla coltivazione monocolturale. Le anfore sono quasi tutte di importazione africana per tutto il periodo compreso tra il IV ed il VII ed il latifondo, anche ecclesiastico, è ormai l’unica forma di sfruttamento del territorio. Tutto contribuisce a fare della Sicilia centro-occidentale la fertile terra di mezzo per la fortuna geograica di trovarsi tra l’Africa e Roma. questi insediamenti presentano anche frequentazioni di età successive, come rivela il nostro territorio ad esclusione di c.da Verzanica che conclude la sua vita alla metà del VII d.C. Se allarghiamo lo sguardo all’intera Sicilia ci accorgiamo che il panorama è molto simile: latifondo civile ed ecclesiastico in cui i prodotti africani costituiscono la maggioranza delle importazioni già da età imperiale (Fentress et al., 2004). Il villaggio è quindi la forma di insediamento più attestata, indice della vitalità delle campagne e della loro equiparazione alla vita nelle città; entrambe le entità sono inserite nella rete di traici mediterranei a medio e lungo raggio, in cui la Tunisia rappresenta il principale interlocutore per l’approvvigionamento di merci e beni. Con una percentuale pari al 78 % poi, le sedi geograiche di questi villaggi saranno occupate da insediamenti medievali già alla ine del IX ed a volte per tutto il XII secolo, ad indicare la rilevanza dei luoghi. La presenza del Cristianesimo Bibliografia Tra ine VI ed inizi VII inine, un nuovo impulso al popolamento o la semplice tenuta di aree strategicamente aidabili, si può legare al pontiicato di Papa Gregorio Magno il cui epistolario consente di apprezzare l’evoluzione e l’importanza del latifondo ecclesiastico e la difusione del cristianesimo nell’isola (Mammino, 2004; Puglisi, 1986; Rizzo, 2002 p. 119). Alcune necropoli sub divo e diversi gruppi di sepolture scavate in aioramenti calcarei sono infatti la prova di questo dato ed un elemento in più per comprendere al meglio l’articolazione del paesaggio (Alfano, c.s.). Due grandi necropoli sub divo coesistono nel Belìce Destro: la UT 18 in c.da Verzanica a servizio dell’esteso villaggio formato dalle UUTT 2-11, e la notissima necropoli in c.da Sant’Agata lungo la direttrice per Corleone ed il cui momento più rilevante di frequentazione, a giudicare dai corredi, si data alla seconda metà del V secolo. Non conosciamo la diocesi di appartenenza di queste strutture, sebbene la vicinanza di Carini possa costituire un elemento a favore per questa sede. Alfano, A. 2014. L’insediamento medievale nella valle dello Jato e del Belìce destro: i primi risultati dalle ricognizioni di supericie. In A. Musco & G. Parrino eds., Santi, santuari, pellegrinagi. Palermo: Oicina di Studi Medievali, pp. 237-268. Alfano, A. c.s. Necropoli tardoantiche ed altomedievali nel territorio della provincia di Palermo: tipologia e proposta cronologica. In Medieval Sophia, e-review giugnodicembre 2015. Alfano, A. & Muratore, S. 2014. SIT e database. Archeologia del paesaggio tra le Valli dello Jato e del Belìce Destro. Archeologia e Calcolatori 25, pp. 71-91. Alfano, A. & Sacco V. 2014. Tra alto e basso medioevo. Ceramiche, merci e scambi nelle valli dello Jato e del Belìce Destro dalle ricognizioni nel territorio (Palermo). Disponibile su: http://www.fastionline.org/docs/Folderit-2014-309.pdf[26-03-2015]. Alfano, A. & Salamone, F. 2015. Dinamiche insediative nelle valli dello Jato e dell’alto Belice Destro (Palermo) tra preistoria e medioevo II. In Archeologi in progress. Atti del V Convegno dei giovani archeologi (Catania, 22-23 maggio 2012). Catania: Bradypus, pp. 497-511. Conclusioni Tra il I ed il III d.C. l’insediamento territoriale appare vario ed articolato, le produzioni importate si riferiscono in modo quasi esclusivo alla ceramica da mensa (sigillata A nelle forme Hayes 3 a e b, Hayes 8 a e b, Hayes 9 a e b) e a quella da fuoco mentre olio e vino erano prodotti localmente. Accanto ai piccoli siti a vocazione agricola, si sviluppano villaggi di Cambi, F. 2005. Segesta. I villaggi di età imperiale. In G. Volpe & M. Turchiano eds., Paesagi ed insediamenti rurali in Italia Meridionale tra il Tardoantico e l’Altomedioevo. Atti del Primo Seminario sul Tardoantico e l’Altomedioevo in Italia meridionale (Foggia, 12-14 febbraio 2004), Bari: Edipuglia SrL, pp. 623-640. Facella, A., Perna, M., Puppo, P., Vaggioli, M.A. & Ziro- 873 antonio alfano ne, D. 2012. Dinamiche commerciali e di approvvigionamento ceramico nel territorio di Contessa Entellina in età imperiale e tardoantica: rilessioni preliminari su quattro siti campione. In C. 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