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  • Lucia Di Pierro, archaeologist, Teacher of art history, sculpture, Art and design; MIM, Ministero dell'Istruzione e d... moreedit
Funerary rituality in roman Placentia between the III century B.C. and the 2nd century A.D This thesis research focuses on the study of urban necropolisesof the Roman city of Piacenza between the 3rd century BC. and the 2nd century AD, to... more
Funerary rituality in roman Placentia between the III century B.C. and the 2nd century A.D
This thesis research focuses on the study of urban necropolisesof the Roman city of Piacenza between the 3rd century BC. and the 2nd century AD, to partially compensate for the hiatus that had arisen over the years, which, as we will see illustrated in the following work, is the result of several causes.
The documentary research, the new archaeological acquisitions and the critical review of the old excavations in the funerary field have made it possible to analyze the necropolis in the nearby of the city from an overall view, trying in part to fill some gaps.
Burial, rite and topographical location of the burial grounds tecniques have been highlighted.
Tra le varie attività produttive del mondo romano la produzione fittile deteneva un ruolo predominante in Italia settentrionale, questa attività è attestata quasi ovunque e vi è un infittimento nelle aree lungo il corso del fiume Po. Nel... more
Tra le varie attività produttive del mondo romano la produzione fittile deteneva un ruolo predominante in Italia settentrionale, questa attività è attestata quasi ovunque e vi è un infittimento nelle aree lungo il corso del fiume Po.
Nel territorio di Placentia non mancano attestazioni di queste produzioni, sono vari i ritrovamenti di fornaci e di prodotti finiti, presenze queste che sono attestate già nella fase del processo di romanizzazione, come dimostrato dalle fortificazioni laterizie presenti a Placentia dal
190 a.C.
Nella fase coloniale a Placentia sono attive le produzione di terracotte architettoniche, ceramica a vernice nera padana e vasellame della cultura La Tenè, come dimostrato dai vari rinvenimenti.
Nel suburbio piacentino come per tutto il territorio emiliano, non dovevano mancare altre attività come fornaci per vetro, calcare e trasformazioni dei prodotti, ma spesso i ritrovamenti sono esigui e di molte attività abbiamo attestazione solo attraverso gli
scarti di produzione, possiamo presuppore per queste che molte strutture produttive erano provvisorie e la loro realizzazione era dettata da una esigenza momentanea.
Per questi motivi il seguente contributi si focalizzera solo sulla produzione figulina.
CARTA ARCHEOLOGICA(GIS): Territori di Confine: la Val Tidone e l'Oltrepò Pavese Contributo alle carta archeologica di Castel San Giovanni, Pieve Porto Morone e Rovescala. Carta archeologica per il censimento del patrimonio archeologico... more
CARTA ARCHEOLOGICA(GIS): Territori di Confine: la Val Tidone e l'Oltrepò Pavese Contributo alle carta archeologica di Castel San Giovanni, Pieve Porto Morone e Rovescala.
Carta archeologica per il censimento del patrimonio archeologico presente nel territorio di confine: la Val Tidone e l'Oltrepò Pavese, dalla romanizzazione al V sec. d.C.
Tavole prodotte:
1-Castel San Giovanni N-E;
2-Castel San Giovanni, loc. Polesera;
3-Castel San Giovanni, loc. Ganaghello;
4-Pieve Porto Morone;
5-Rovescala, loc. Luzzano - loc. Molino.
6-Tavola unione.
Nel territorio castellano il rinvenimento più importante di carattere funerario è una tomba di epoca repubblicana, inquadrabile cronologicamente tra la meta del II e l'inizio del I secolo a.C.
L'elenco dei ritrovamenti archeologici dei quattro comuni indagati( Rottofreno,Calendario,Sarmato e Castel San Giovanni) ha la finalita di censire i beni presenti nella parte occidentale della provincia di Piacenza, che comprende più... more
L'elenco dei ritrovamenti archeologici dei quattro comuni indagati( Rottofreno,Calendario,Sarmato e Castel San Giovanni) ha la finalita di censire i beni presenti nella parte occidentale della provincia di Piacenza, che comprende più comuni. Si sono selezionati per questo studio gli insediamenti adiacenti al fiume Po e all'attuale via Emilia che ricalca l'antica via Postumia. Tra i comuni scelti alcuni fanno parte del comprensorio della Val Tidone e altri del comprensorio della Val Trebbia.
La finalita di creare questo elenco è la realizzazione delle carte archeologiche.
Carta archeologica per il censimento del patrimonio archeologico presente nella parte occidentale della provincia di Piacenza, dalla romanizzazione al V sec. d.C. Tavole prodotte: 1- Rottofreno; 2- Calendasco; 3- Sarmato; 4- Castel... more
Carta archeologica per il censimento del patrimonio archeologico presente nella parte occidentale della provincia di Piacenza,  dalla romanizzazione al V sec. d.C.

Tavole prodotte:
1-  Rottofreno;
2-  Calendasco;
3-  Sarmato;
4-  Castel San Giovanni;
4a-Castel San Giovanni;
4b-Castel San Giovanni;
5-Tav. unione;
6-centuriazione agro piacentino- parte occidentale.
La parte occidentale dell'ager Placentinus. Contributo alla carta archeologica di Rottofreno, Calendasco, Sarmato e Castel San Giovanni. Obiettivo principale della seguente ricerca di tesi è quello di far chiarezza sui sistemi... more
La parte occidentale dell'ager Placentinus. Contributo alla carta archeologica di Rottofreno, Calendasco, Sarmato e Castel San Giovanni.

Obiettivo principale della seguente ricerca di tesi è quello di far chiarezza sui sistemi insediativi del territorio di confine tra la provincia di Piacenza e la provincia di Pavia in epoca romana; in particolare l'indagine si focalizza sullo studio dei comuni di Rottofreno, Calendasco, Sarmato e Castel San Giovanni che costituiscono la parte più occidentale della provincia di Piacenza. I luoghi indagati e in particolare la cittadina di Castel San Giovanni (PC) nel corso della loro storia sono stati oggetto di ricostruzioni fantasiose.
In particolare questo studio è il prosieguo dell'indagine svolta durante la tesi triennale.
La scelta di portare avanti questo progetto è dovuto ai nuovi dati emersi durante le mie ricerche, in particolare il ritrovamento di documenti e di reperti che si credevano perduti.
L'Oltrepò Pavese e la Val Tidone sono costellati di costruzioni rurali e di insediamenti sparsi costituiti da vici e pagi. In epoca romana, il popolamento della Val Padana era distribuito nelle città e in una fitta rete d’insediamenti, costituita da ville singole sparse e da piccoli agglomerati rurali. La logica distributiva delle varie tipologie abitative era legata alla centuriazione, alla vicinanza delle strade consolari e alla funzione economica e sociale, ma anche ad elementi di carattere geografico e geomorfologico, di cui il fiume Po e i suoi affluenti sono stati gli elementi caratterizzanti.
Tesi a/a 2016/2017 Territori di Confine: la Val Tidone e l'Oltrepò Pavese Contributo alle carta archeologica di Castel San Giovanni, Pieve Porto Morone e Rovescala. INTRODUZIONE Milioni di anni fa il territorio in cui oggi si trovano la... more
Tesi a/a 2016/2017
Territori di Confine: la Val Tidone e l'Oltrepò Pavese
Contributo alle carta archeologica di Castel San Giovanni,
Pieve Porto Morone e Rovescala.

INTRODUZIONE

Milioni di anni fa il territorio in cui oggi si trovano la Pianura Padana e la città di Piacenza era completamente sommerso dalle acque dell'Adriatico, infatti la Pianura venne a formarsi dal riempimento del bacino padano generatosi in relazione all’orogenesi. Quest'area di natura alluvionale è stata sempre abitata da differenti popolazioni; nell'area della Val Tidone e dell'Oltrepò Pavese sono stati portati alla luce manufatti di differenti culture: Liguri, Etruschi, Celti, Romani, Galli, Longobardi, etc..  Alcuni centri abitati evocano a tutt'oggi i nomi dei loro antichi abitanti, molti altri invece hanno cambiato il toponimo che identificava le tracce del loro passato, come nel caso di Castel San Giovanni, in età antica si chiamava Olubra ed era un piccolo presidio militare dipendente dalla piazzaforte di Placentia. Sulla fondazione di Olubra non vi sono fonti certe, il tutto è permeato da miti e leggende che sono andate a intensificarsi nel periodo tra le due grandi guerre.  L'abitato è situato in posizione intermedia tra  Placentia e Clastidium  sulla via Postumia. La collocazione strategica ha portato a presupporre che vi fosse una  stazione di posta romana. Analizzando il territorio, possiamo individuare tracce di una suddivisione regolare di centuriazione, in particolare i cardines a partire da Piacenza: il 16° identificabile nel rettifilo che collega Fontana Pradosa al fiume Po e il 20° che collega Castel San Giovanni  a Parpanese. 
I tre territori indagati non sono mai stati studiati in modo approfondito, in particolare Castel San Giovanni che, a causa delle scarse evidenze archeologiche, non è mai stato interessato da una ricerca  finalizzata allo studio della fase antica.
Le ricerche condotte negli ultimi anni hanno confermato che questa area della Val Padana era intensamente abitata. La mancanza di testimonianze consistenti per i luoghi sotto indagine porta a ipotizzare che la continuità di vita abbia nascosto le tracce del passato, obliterate dalle costruzioni successive.
Questa ricerca  mette in relazione la cittadina di Castel San Giovanni con gli abitati del territorio pavese che la circondano, in particolare i comuni di Rovescala e di Pieve Porto Morone dove sono state riportate alla luce testimonianze archeologiche di particolare interesse. Analizzando i siti sono risultate evidenti le connessioni tra i territori.
La Val Tidone e l'Oltrepò Pavese negli ultimi anni hanno mostrato interessanti evidenze archeologiche, risultato ottenuto grazie alla corretta applicazione di una metodologia  moderna, come è accaduto per l'abitato di Pianello Val Tidone, dove sono stati portati alla luce i resti di un antico vicus e il sito delle Piane di San Martino, l'area archeologica più importante della zona, pur non essendo situato in un luogo strategico come Castel San Giovanni, Pieve Porto Morone o Rovescala.
Importante risultato della seguente tesi è stata la realizzazione di una carta archeologica, strumento indispensabile per il censimento e per la lettura del patrimonio presente nel territorio italiano, utile quindi per una lettura storica e per la prevenzione e la tutela di questi beni.
Ai giorni nostri può apparire strano ma per secoli la cultura occidentale, ha dedicato un’accurata attenzione a mostri e prodigi, eventi strani e mirabilia di ogni genere provenienti da mondi diversi. Popoli differenti sono stati di volta... more
Ai giorni nostri può apparire strano ma per secoli la cultura occidentale, ha dedicato un’accurata attenzione a mostri e prodigi, eventi strani e mirabilia di ogni genere provenienti da mondi diversi. Popoli differenti sono stati di volta in volta fonti di paura e piacere da esibire in spettacoli o da analizzare con cura.  In epoca romana l’esigenza di conoscere popoli diversi fu necessaria per organizzare l’amministrazione. Dalla caduta di Cartagine  Roma era alla testa di un impero immenso di cui ignorava quasi tutto. Rapidamente la sua metodica amministrazione permise di raccogliere informazioni su vari paesi soggetti e su quelli che intendeva assoggettare. Lo stesso “De bello gallico” di Giulio Cesare è denso di considerazioni sulla cultura, la religione, gli usi e costumi dei Galli. Con l’affermarsi del cristianesimo si determinò un mondo relativamente nuovo di intendere i diversi rispetto alla filosofia greca; un mondo che sottolineava l’universalità della natura umana di fronte a Dio.
Research Interests:
“MICRO MACRO”
Interpretare e rielaborare la natura
dalla copia di una foglia alla realizzazione di una installazione
Research Interests:
PROGRAMMA CONVEGNO: Le lenti del passato Approcci multiscalari all'archeologia, Convegno di Studi organizzato dalla Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell'Università di Padova. Padova - Palazzo Liviano (Sala Sartori) 21-22... more
PROGRAMMA CONVEGNO: Le lenti del passato Approcci multiscalari all'archeologia, Convegno di Studi organizzato dalla Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell'Università di Padova.
Padova - Palazzo Liviano (Sala Sartori)
21-22 dicembre 2021
CONVEGNO NAZIONALE DI STUDI
SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN BENI ARCHEOLOGICI
Research Interests:
Questo incontro nasce dalla volontà di riunire in un unico evento i tanti studiosi che negli anni si sono occupati della nostra valle. E' infatti molto sentita la necessità di mettere a confronto i risultati e le opinioni di tutti, nello... more
Questo incontro nasce dalla volontà di riunire in un unico evento i tanti studiosi che negli anni si sono occupati della nostra valle. E' infatti molto sentita la necessità di mettere a confronto i risultati e le opinioni di tutti, nello sforzo di fare il punto della situazione delle ricerche ma anche di aggiungere qualche nuovo tassello alle conoscenze pregresse.
L'obiettivo principale sarà quindi quello di cercare di fornire un ampio quadro, il più possibile comprensivo di tutti i periodi storici dell’antichità, che, utilizzando tutti gli strumenti e i metodi della ricerca storico-archeologica, metta in luce l’importanza e la complessità delle ricerche su questo territorio.
In ragione del vasto taglio cronologico sono, allo stesso tempo, necessari anche alcuni approfondimenti sui territori limitrofi alla Val Tidone, nell'ottica di un confronto aperto e necessario con le realtà vicine.
Da ultimo, ma non meno importante, questo incontro sarà l'occasione per potersi confrontare su i temi della valorizzazione e della crescita dell'offerta culturale del nostro comprensorio, promuovendo il dialogo tra i vari intervenuti e l'elaborazione di proposte concrete.
Research Interests:
I letti in osso dell'ager Placentinus. La rappresentazione del mondo ultraterreno nei letti funerari. The funerary beds found in the Cisalpine area from the late Republican and early Imperial periods, have been analyzed from an... more
I letti in osso dell'ager Placentinus.
La rappresentazione del mondo ultraterreno nei letti funerari.

The funerary beds found in the Cisalpine area from the late Republican and early Imperial periods,
have been analyzed from an iconographic and iconological point of view, as elements of Hellenistic derivation,
as well as a tangible sign of the process of cultural transformation.
The Hellenic models are already present in the II century. B.C. in the colonies in Italy, in particular in the micro-Asian current
and neo-attic related to war exploits. In Rome Greek or Greek-trained artists reworked in Roman key the Hellenic models, creating that characterizing Roman eclecticism that we find in the beds
funerary objects found in the ager Placentinus.
Il territorio di Piacenza tra la ne degli anni ’80 e anni ’90 ha restituito in più occasioni frammenti in osso lavorato pertinenti a letti funerari. Questa tipologia di arredamento di derivazione ellenistica si è diffusa nel mondo romano... more
Il territorio di Piacenza tra la ne degli anni ’80 e anni ’90 ha restituito in più occasioni frammenti in osso lavorato pertinenti a letti funerari.
Questa tipologia di arredamento di derivazione ellenistica si è diffusa nel mondo romano a partire dal III sec. a.C. nei territori del Centro Italia,
per poi espandersi verso nord.
Studi etnografici, prove sperimentali e una attenta indagine traceologica e della catena operativa possono dare indicazioni sulla produzione dei letti funerari in osso e rispondere a quesiti non risolti.

Between the end of the 1980s and 1990s, the territory of Piacenza returned on several occasions fragments of worked bone belonging to funerary beds.
This type of furniture of Hellenistic derivation spread in the Roman world starting from the 3rd century. B.C. in the territories of Central Italy,
and then expand to the north. .

Ethnographic studies, experimental tests and a careful traceological investigation and of the operational chain can give indications on the production of bone funerary beds and answer unresolved questions.
TRACCE DI TRASFORMAZIONE TRA EPOCA ROMANA E TARDO ANTICO NELLA PARTE OCCIDENTALE DELL’AGER PLACENTINUS. La civitas romana si trasforma nella civitas romana barbarica e con la calata delle popolazioni provenienti dal Nord si avvia la... more
TRACCE DI TRASFORMAZIONE TRA EPOCA ROMANA E TARDO ANTICO NELLA PARTE OCCIDENTALE DELL’AGER PLACENTINUS.

La civitas romana si trasforma nella civitas romana barbarica e con la calata delle popolazioni provenienti dal Nord si avvia la crisi del periodo Tardoantico. Nell'intera zona emiliana, il quadro socio-economico del periodo vede la nascita di una nuova aristocrazia militare, i cui esponenti ampliano sempre più i loro possedimenti, a discapito dei piccoli proprietari terrieri; le campagne iniziano a spopolarsi e le città a riempirsi di proletari, schiavi, uomini semi-liberi, contadini ridotti ad una condizione di povertà; le piccole proprietà terriere non sempre sono abbandonate dai contadini, ma vengono adibite a nuove funzioni.
La crisi economica che ne seguirà contiene i prodromi della società medievale.
La VII edizione del convegno si tiene a BARDI (PR) dal 21 al 22 settembre 2019 avrà come sottotitolo LONGOBARDI: IL QUOTIDIANO NELLE FONTI E NEI DATI MATERIALI ed è organizzata con l'Associazione IL CAMMINO VAL CENO di Bardi (Pr)
From the third century BC, there appears in Cisalpina a new category of furniture: funerary beds of Hellenistic origins, generally made of bone, such as the specimens of Republic Age discovered in the Piacenza area between the 1980s and... more
From the third century BC, there appears in Cisalpina a new category of furniture: funerary beds of Hellenistic origins, generally made of bone, such as the specimens of Republic Age discovered in the Piacenza area between the 1980s and 1990s.
The specimens from the Ager Placentinus show important similarities with those unearthed in Central Italy, suggesting the existence of a koiné that from the third century BC expanded into Northern Italy. Unanswered questions persist in the survey
of this particular category of furniture. However, we have attempted to identify through experimental tests some of the carving techniques employed in antiquity.

Keywords: experimental archeology, traceological investigation, funeral beds, bone processing, archeology of productions
I letti funerari in osso di epoca repubblicana, rinvenuti nel territorio piacentino tra gli anni '80 e '90, hanno evidenziato importanti analogie dal punto di vista iconografico e di lavorazione con gli esemplari attestati nel Centro... more
I letti funerari in osso di epoca repubblicana, rinvenuti nel territorio piacentino tra gli anni '80 e '90, hanno evidenziato importanti analogie dal punto di vista iconografico e di lavorazione con gli esemplari attestati nel Centro Italia. Caratteristica questa  che ha messo in evidenza una koinè che dal III secolo a.C.  si era diffusa verso il nord Italia. Per questa categoria particolare di mobilio vi sono quesiti ancora non del tutto risolti. Attraverso prove sperimentali si è cercato di individuare alcune delle tecniche utilizzate in antichità.
Frammento di iscrizione funeraria murato lungo via Roma/Frammento di iscrizione da via Livia (1) e (2)
LUCIA DI PIERRO La parte occidentale dell'ager Placentinus
Research Interests:
Guida archeologica, Museo Civico di Palazzo Farnese, Piacenza. Dalle origini del Museo civico alla Sezione romana. A cura di: Micaela Bertuzzi, Antonella Gigli, Marco Podini Testi di Francesco Belfiori, Micaela Bertuzzi, Alessandro... more
Guida archeologica, Museo Civico di Palazzo Farnese, Piacenza. Dalle origini del Museo civico alla Sezione romana.
A cura di: Micaela Bertuzzi, Antonella Gigli,
Marco Podini

Testi di Francesco Belfiori, Micaela Bertuzzi,
Alessandro Biasion, Mattia Francesco Antonio Cantatore,
Nicola Criniti, Sandro De Maria, Lucia Di Pierro,
Sara Ferrari, Antonella Gigli, Riccardo Helg,
Mariarosa Lommi, Roberto Macellari, Ilaria Maestri,
Maria Maffi, Stefania Mazzocchin, Giovanna Paolucci,
Marco Podini, Elisa Ponzi, Raimondo Sassi

-Studio sintetico dei materiali attualmente esposti nella sezione romana del  Museo Civico di Palazzo Farnese, Piacenza.