Topografia Antica

Una rilettura complessiva del tracciato dei confini delle XI regioni create con la riorganizzazione augustea dell'Italia. Considerazioni storiche, amministrative e topografiche.

An overall reinterpretation of the layout of the borders of the XI regions created with the Augustan reorganization of Italy. Historical, administrative and topographical considerations.

This study deals with the topography of al–Ušmūnain city, through Arabic papyri. In light of the information provided by these papyri, I have discussed the influence of the Islamic conquest on urban activity in al–Ušmūnain city and whether the Arabs inhabited the old city or created a new site. Also, the parts of the city, official and religious establishments, streets, market and cemetery after the Islamic conquest have been identified.

L'acquedotto Claudio è un monumento che reca i segni delle diverse fasi storiche attraversate dalla città di Roma: nel I secolo d.C. venne costruito per rifornire una popolazione in crescita, fu protagonista durante l'assedio dei Goti del 537 d.C., venne restaurato da Papa Adriano I e sfruttato come cava di materiali per la costruzione dell'acquedotto Felice (1585). Questa infrastruttura è lo specchio del rapporto di interdipendenza lungo ventuno secoli tra l'uomo e il territorio a S-E dell'Urbe.

The Claudian water aqueduct in the coubtryside: twenty-one centuries of land utilisation and history
The Aqua Claudia is a monument bearing the signs of the various historical phases crossed by the city of Rome: in the first century AD it was built to supply a growing population, it was the protagonist during the siege of the Goths of 537 AD, restored by Pope Adrian I and exploited as a quarry of materials for the construction of the Felice aqueduct (1585). This infrastructure clearly returns the interdependent relationship between man and the area to S-E of the City along twenty-one centuries.

In occasione dei lavori di ristrutturazione dello stabile di proprietà del Comune di Todi situato sul lato settentrionale di Piazza di Marte, destinato ad accogliere gli uffici dei settori Tecnico ed Urbanistica, la rimozione delle pavimentazioni del piano terreno mise in luce un’interessante stratigrafia archeologica. Comune e Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria decisero di comune accordo di ampliare in alcuni ambienti l’estensione e la profondità degli scavi per indagare le strutture archeologiche che stavano emergendo. Le indagini sono state realizzate dallo scrivente nei mesi di gennaio - ottobre 2011, per incarico dell’ente proprietario (responsabile del Procedimento Geom. Pierluigi Mariani, direttore dei lavori Ing. Fabrizio Gentili) e sotto la direzione scientifica della Dott.ssa Dorica Manconi della Soprintendenza. Una seconda tranche delle indagini, che avrebbe dovuto svolgersi sotto la direzione del Dott. Giovanni Altamore, è stata più volte differita.

The paper deals with the application of Geographical Information Systems to landscape archaeological studies and, in particular, with their use in those researches that follow an archaeomorphological approach, outlining their analytical potential especially for what concerns the study of ancient land divisions. The case study presented here, is specifically about the contribution that such Systems can bring to the archaeomorphological study of a wide stretch of the alluvial plain extended to the south of the city of Padua: in this area, the analysis of landscape morphologies highlights the traces of ancient territorial structurations organized by orthogonal axes that could be recognised as land divisions carried out during Roman times.

This is an old paper deriving from the Albegna Valley Survey, directed by myself and Maria Grazia Celuzza.  It looks at the relationship between the sites discovered and the centuriation of the territory of Saturnia, detecting a dense pattern of small farms to the east of the colony, and, conversely, a looser structure of large villas to the south and east.  I conclude that only a portion of the territory was assigned to new coloni, and that some was perhaps left to the original landlords.  The published paper got the name wrong (Centuriated not Centuriate) and messed up the images, repaired here.

"Las obras de ingeniería romana se caracterizan entre otras cosas por responder a una geometría muy cuidada. Las carreteras tienen, cuando el terreno es propicio, alineaciones largas y precisas, sus pendientes son suaves. Las ciudades y los campos se cuadriculaban escrupulosamente llegando a alcanzar las dimensiones de estas parcelaciones tamaños enormes. Pero probablemente los acueductos, esas largas canalizaciones que llevaban el agua desde las fuentes naturales u otras captaciones hasta las ciudades, para el consumo humano, alcancen el paradigma de la perfección geométrica, precisamente porque su funcionamiento está fuertemente condicionado a este factor.
Cuando hemos analizado el proceso constructivo de estas obras y la metodología de replanteo y construcción, nos han asaltado dudas razonables sobre la forma en que los técnicos romanos conseguían medir y construir con precisión cada cosa en su sitio. Estas obras adquieren en ocasiones una complejidad extrema y su realización, incluso hoy y con nuestros medios, sería objeto del máximo esmero y no poca dificultad en su replanteo, de forma que se garantizase su correcto funcionamiento.
Después de cierto tiempo analizando estos extremos, incentivados en buena medida por lo poco que de ello se sabe y lo escasamente convincente que resulta lo propuesto sobre la ciencia topográfica romana, en la mayor parte de los textos modernos escritos al efecto, en este trabajo se expondrá un avance de lo que sobre esta particular temática hemos ido desarrollando.
A la vez que presentaremos alguno de los instrumentos que hemos reconstruido, su funcionamiento y el resultado de las experiencias que con ellos hemos realizado, expondremos someramente algunas de las técnicas que, estando perfectamente al alcance de los especialistas romanos, pudieron ser utilizadas con éxito en sus obras de ingeniería."

The objective of this work is to rebuild the relationship cave/territory, to identify factors that have contributed to the continued exposure of the resort by man from prehistoric to modern times, through the consultation of written sources, audio recordings, archaeological documentation territorial, topographic reading and surveys. At the moment the archaeological research of the surface does not leave room to the hypothesis of a church-cave dedicated to San Pellegrino, in the absence of documentation including the destination Christian worship. An ancient road leads to the assumption, on the basis of comparisons also place names, you can also stay inside the cave for hermits.

Riassunto. Il contributo vuole presentare alcune considerazioni preliminari inerenti i resti inediti di un ponte individuato lungo il tratto irpino della via Herculia, in località Difesa Grande di Ariano Irpino (AV). Le strutture rilevabili sul torrente Lavella, affluente del Cervaro, si riferiscono ai resti del pilone occidentale e a pochi lacerti della spalla orientale. Si trattava di un ponte ad arcata unica, modesto nelle dimensioni ma sufficiente a superare il piccolo corso d'acqua. Le attività di ricerca qui presentate hanno, quindi, avuto l'obiettivo di documentare i resti di un ponte mai osservato sul campo e di valutare, al contempo, lo stato di conservazione delle strutture. In attesa di futuri approfondimenti, le evidenze descritte in questo lavoro potrebbero rappresentare un ulteriore caposaldo nella ricostruzione della via Herculia in Hirpinia. Parole chiave: Via Herculia, ponte sul Lavella, Hirpinia, Ariano Irpino, cost surface analysis. [en] Remarks on the roman bridge over the Lavella River, along the Herculia route in Hirpinia.

The aim of this project is to systematize all the archaeological evidence within the municiplaities of Corbetta and Albairate (MI) and to identify new sites through traditional methods and new technologies. The research steps were: the collection of the existing informations, including the unpublished documents from Archivio Pisani Dossi; the analysis of vertical, historical, aerial photographs; the ground truth checking of sites and anomalies through field survey and drone survey, with both visbile and thermic cameras. Images, captured with photogrammetry standards, were elaborated to obtain 3D models, orthophotos and DEMs. All data were managed in a GIS environment.

Il terzo capitolo è dedicato ad un'approfondita descrizione della tecnologia GIS nella prima parte (caratteristiche, funzioni, ambiti d'applicazione e prospettive future) della cartografia numerica nella seconda parte (strutture e tipologie dei dati, tecniche di acquisizione e concetto di scala in cartografia numerica)

Questo volume è il primo di una serie di contributi che saranno pubblicati per iniziativa del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento e che raccoglieranno studi e ricerche archeologiche e topografiche su città e territori in Puglia, collegati alle cattedre di Topografia antica, Aerotopografia archeologica e Urbanistica del mondo classico.

La nascita, gli sviluppi e la storia del sistema stradale che, all’epoca della Roma repubblicana, collegò Roma al territorio dei Veneti e, in epoca imperiale, collegò la X Regio Venetia et Histria con le province della Raetia, del Noricum, della Pannonia e dell’Illyricum, confermando alla Venetia l’antico carattere di area elettiva di raccordo e di scambio tra l’Italia, le popolazioni germaniche e l’area danubiana.
Una pubblicazione di carattere divulgativo ma fondata su un esame rigoroso delle fonti antiche e della letteratura scientifica moderna, che pone a disposizione anche di chi non è uno specialista della materia le risultanze degli studi scientifici svolti fino ad oggi, rendendo doverosamente conto delle certezze maturate attraverso secoli di studio e delle incertezze (tuttora numerose) che restano da dirimere e sulle quali si attende ancora il contributo risolutivo dell’Archeologia.
L’analisi si sviluppa a partire dall’esame delle fonti storiche antiche, alla ricerca dei brani che menzionano, direttamente o indirettamente, le vie tracciate dai Romani
nella X Regio. La sequenza di costruzione delle strade è puntualmente riflessa nella storia dell’espansione romana, prima in Italia e poi oltre l’arco alpino. L’esame delle fonti itinerarie di epoca romana giunte fino a noi aiuta ad individuare i percorsi delle vie. La distribuzione delle pietre miliari ad esse riferibili, le evidenze archeologiche
emerse fino ad oggi e i toponimi indicativi del passaggio delle vie, segni tuttora vivi nei territori attraversati, consentono infine di individuare il tracciato di massima delle  antiche strade romane e di rappresentarlo in forma grafica nelle 224 pagine di illustrazioni a colori che corredano il volume.

Obiettivo del contributo qui presentato (estratto della Tesi di Specializzazione di chi scrive) è quello di contribuire a ricomporre e riunire la frammentata documentazione archeologica nel territorio dell’antica Contea di Mascali. Quest’ultima è un’entità para-statale nata nel XVI sec. che basò la sua ricchezza su un vasto territorio alle pendici orientali dell’Etna – compreso tra l’Alcantara, a Nord, e il torrente Fago, a Sud – che già i Calcidesi di Naxos avevano occupato in maniera stabile per lo sfruttamento agricolo. Per la pri-ma volta in questo contesto storico-geografico si è tentato di ovviare alla discontinuità nella documentazione mediante l’utilizzo di una piattaforma GIS attraverso la quale è stato possibile incrociare i dati provenienti, in particolare, dalla lettura delle fonti antiche, dalla raccolta di tutte le informazioni edite sul record archeo-logico, dalla consultazione della cartografia storica. In tal modo è stato possibile mappare completamente il contesto e ricostruire più facilmente ed esaustivamente questo paesaggio antico in un arco cronologico che va dall’Età del Bronzo al Medioevo giungendo fino all’età moderna e ai giorni nostri. In una dimensione di “archeologia pubblica” la carta qui presentata intende integrare i dati del passato con quelli del presente e del futuro e potrà essere utile non solo agli addetti ai lavori ma anche per le pubbliche amministrazioni e alla comunità territoriale.

L’acquedotto augusteo del Serino è qui descritto non tanto nelle sue caratteristiche tecniche ma nel suo inquadramento nel contesto del territorio attraversato. L’articolo evidenzia quali città (civitates) o insediamenti erano serviti e perché altre civitates erano escluse. Sono inoltre accennate le strade principali e le centuriazioni delle zone attraversate. Ciò permette di valutare in modo chiaro e immediato come grandiose opere quali l’acquedotto augusteo non erano monumenti isolati ma integrati in un contesto di governo e organizzazione del territorio assai capillare, esteso e organizzato.

La Domus di Giove fulminatore è sita nella regio IV di Ostia, poco prima dell'incrocio tra il cardine massimo e la via del Tempio rotondo, portata alla luce tra il 1923 e il 1940.
Si tratta di un raro caso di domus ad atrio centrale tuscanico d'impianto repubblicano, conservatasi, senza sostanziali modifiche, fino alla tarda età imperiale.
Il nome moderno deriva dall'iscrizione greca ancora visibile in un piccolo altare di marmo, situato nel tablinio: ΔΙΙ / ΚΑΤΑΙ / ΒΑΤΗΙ, ossia "A Giove Discendente".
L'analisi tecnica delle strutture superstiti consente di individuare almeno sei fasi costruttive cronologicamente successive, collocate tra la metà del II secolo a.C. e il V secolo d.C. Le fasi corrispondono a quelle della vicina Domus della Nicchia a Mosaico, con la quale aveva forse un legame più stretto della semplice contiguità topografica.
Se ne propongono qui il rilievo archeologico, l'analisi tecnica delle murature superstiti, ed alcune proposte ricostruttive.

Il contributo propone, per la prima volta, una sintesi storico-topografica sulla storia della via Cornelia in età classica. Particolare attenzione è dedicata all'origine del nome, alla ricostruzione del percorso e all'evoluzione dei paesaggi storici, tra l'età orientalizzante e quella tardo antica.

Ruvo di Puglia is a city located in the continuity of life in the central part of Apulia. It stands on a hill located between the so-called premurgiana area and the Adriatic coast. The first traces of the area date back to the Middle and Upper Paleolithic while the most documented phase is the Peucetian Age with numerous monumental tombs with rich graves. At the beginning of the third century BC, Ruvo becomes a member before becoming municipium after the social war. The survival of the city was guaranteed by the Via Minucia which connected Benevento to Brindisi through Puglia. This road will become the Traiana in Imperial times, ensuring continuity of life in the city. Nevertheless, the town lost its hegemony and was greatly reduced. One of the few Roman epigraphic evidence attests the presence of a surrounding wall of which no trace remains: what is preserved material dates from the Aragonese domination. The attention on the origins of Ruvo is focused in the early nineteenth century, following the random discoveries of rich grave peuceta. This phenomenon contributes to wage a " excavations fever " and plundering of a necropolis with consequent destruction of the ancient urban fabric. Encouraged by Borbonic Government, the results of these excavations went to increase the actual collection of the Museum Borbonico of Naples and private collections around the world.

L’area geografica presa in esame ricade nella Tavoletta dell’Istituto Geografico Militare 160 I NE (VILLA LATINA) redatta nel 1942 alla scala di 1:25000; comprende gli attuali Comuni di Villa Latina, di Picinisco, di S. Biagio Saracinisco e, marginalmente, quelli di Atina, di Settefrati, di Belmonte Castello, di S. Elia Fiumerapido e di Vallerotonda. I confini della ricerca si attestano sui limiti stessi della Tavoletta, ma per una maggiore contestualizzazione territoriale dei dati emersi sono stati presi in considerazione anche quegli elementi di particolare interesse archeologico che riguardano l’areale studiato. Ad O la carta lambisce Atina, importante centro pre-romana/romano e medievale della Valle di Comino; a N-NE sono esclusi il Santuario di Canneto di epoca preromana-romana (Comune di Settefrati) ed i confini naturali regionali costituiti dai rilievi del gruppo Meta-Mainarde; ad E i limiti ricadono immediatamente a ridosso dell’importante insediamento fortificato italico di M. S. Croce (Comune di S. Biagio Saracinisco) escludendo altri siti d’altura situati lungo il passo tra l’attuale confine orientale del Lazio e quello occidentale del Molise. Il settore preso in esame rientra nel comparto geografico sud-orientale del Lazio, in provincia di Frosinone, a confine con l’Abruzzo a N/NE, con il Molise a E, con il cassinate a S e con la piana di Atina a O. Chiude la porzione orientale della Valle di Comino grazie ad una chiostra montana costituita dai rilievi del gruppo Meta-Mainarde a NE e da quelli del M. S. Croce-M. S. Maria a SE
L’obiettivo di questo studio è la realizzazione di una carta archeologica territoriale indispensabile alla ricostruzione del paesaggio antico seguendo le linee insediamentali ed evolutive che hanno caratterizzato il popolamento del Lazio Meridionale. Questo strumento riassumerà i dati provenienti da carte tematiche differenti facendo riferimento ad un apparato analitico in cui i singoli siti sono descritti più accuratamente: Tavola 1 l’idrografia, Tavola 2 la toponomastica, Tavola 3 la carta archeologica complessiva ed infine una tavola, Tavola 4, con l’indicazione delle informazioni bibliografiche confermate, o smentite, al momento della ricognizione.
La sintesi storico-topografica che emerge da questo studio ha permesso di puntualizzare e contestualizzare i singoli rinvenimenti, le strutture e gli insediamenti a partire dalla preistoria ma con una maggiore presenza di testimonianze inquadrabili nel periodo preromano e romano.