Storia Militare

Osmanlı Devleti ile Venedik Cumhuriyeti arasında, küçük birtakım mücadeleleri kenara bırakırsak en temelde yedi ayrı savaş meydana gelmiştir. Savaşların son üçü ise incelediğimiz tarih aralığında yaşanmıştır... bu savaşların çoğu Osmanlılar tarafından Venediklileri Balkanlardan tamamen atmak için bilinçli bir politikanın ürünü olarak çıkarılmışlardır. Çünkü Osmanlı yöneticileri için karada Venediklilerle yapılacak olan savaş denizde yapılanların aksine çok daha kolay neticelenecek ve istenilen hedefe çok hızlı bir şekilde ulaşmak mümkün olacaktır. Hatta bir kronikte ifade edildiği şekliyle; “Venedik keferesi dahi deryâ cengi hilekârlığında akrânı nadir pehlevândır. Lâkin karada musâff cenglerine zehresi olmayup, kal’alarından taşra çıkması güya balık sudan çıkduğı misillidür".  Ancak, burada ifade edildiği şekliyle kara özelinde cereyan eden
savaşlarda -ki bunlar meydan savaşları değil kuşatma savaşlarıdır- Venedikliler, Osmanlıların ifade ettiği gibi pek de sudan çıkmış balık olmamışlar; aksine Osmanlı ordusunu birçok noktada mağlup etmişler veya başarılı savunmalar gerçekleştirmişlerdir.

Applicare le metodologie dell'analisi delle reti sociali all'ambito della ricerca storica può fornire una misura quantitativa quanto qualitativa a supporto degli storici. Nella fattispecie si vuole presentare uno studio in cui si è analizzata una vasta gamma di documenti relativi agli anni precedenti la famosa Battaglia di Benevento avvenuta nel febbraio del 1266 in cui Manfredi, Re di Sicilia, perse la vita a causa di un presunto tradimento dei baroni che dovevano supportarlo in battaglia. Il grafo delle relazioni creato a partire dalla vastissima documentazione online (es. Regesta imperii) e non (es. Registri Angioini) ha permesso di ricostruire una fitta rete di comunicazioni tra le figure principali del periodo: il Papa Clemente IV (documenti dal 1265 al 1266), Manfredi (documenti dal 1257 al 1266) e Carlo I d'Angiò (1265 al 1267). Infine la lunga serie di personalità citate nella documentazione ha consentito, grazie all'uso del software UciNet, una puntuale applicazione di alcune euristiche proprie dell'analisi di rete permettendo dapprima un'analisi su diversi piani semantici e infine un bilancio sul grafo complessivo dei livelli di Degree e Betwenness su quei nodi che storicamente sono individuati come i personaggi chiave della disfatta di Manfredi. I risultati mostrano come ad alti livelli di Betweenness e Degree il soggetto è tra quelli indicati come traditore dagli storici, mentre coloro che hanno un basso grado di Betweenness nonostante Degree alta, pare siano coloro che gli storici identificano come fedelissimi al Re e che effettivamente morirono nella battaglia o furono imprigionati e uccisi qualche mese dopo. Uno sviluppo futuro potrebbe prevedere misure predittive sul grafo o l'aggiunta della rete dei matrimoni tra le varie famiglie coinvolte nell'analisi.

Le procedure adottate e applicate al processo di Norimberga prevedevano per l'accusa la possibilità, praticamente senza limiti, di reperire documentazione, convocare ed interrogare testimoni che con le cattive confessarono tutto quello che gli si voleva far confessare. L'accusa ebbe quindi tutto il tempo per formulare le accuse che più riteneva opportune o necessarie e per preparare le udienze. E in quel tragico frangente spesso la realtà si intrecciò alla fantasia. Il giudice Edward L. Van Roden, che nel 1947 venne incaricato di un'inchiesta sulle irregolarità degli inquirenti americani nei confronti di detenuti tedeschi e su quali fossero i metodi di interrogatorio nei cosiddetti "processi minori" che si tennero in Germania dal 1947 in poi, racconta nella sua relazione: Gli investigatori americani della corte militare a Dachau in Germania usavano i seguenti metodi per estorcere le confessioni: pestaggi brutali con calci violenti, rottura dei denti e delle mascelle, processi finti, isolamento, travestimenti da preti confessori, sottoalimentazione dei detenuti, privazioni morali, promesse di clemenza.

https://www.ibs.it/1945-germania-anno-zero-atrocita-libro-massimo-lucioli-wehrmacht-research-group/e/9788831430159

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale i vertici militari integrarono il clero nell’organizzazione bellica per aiutare moralmente i militari combattenti. Furono selezionati e reclutati i cappellani militari, uno per ogni reggimento, che però risultarono una minoranza rispetto al numero dei sacerdoti e preti mobilitati, che, imbracciando le armi, divennero preti-soldato. Essi, nel combattere, si trovarono di fronte a molti problemi e remore psicologiche, ma la maggior parte di loro furono d’esempio nell’affrontare le fatiche e i rischi della guerra.
Nello stesso periodo la Chiesa fu accusata di antipatriottismo da alcune fazioni della classe dirigente, critica poi smentita dalla realtà dei fatti: il clero e i preti soldato, non furono solo soldati di Cristo, ma anche veri soldati.

Descrizione del fondo archivistico del generale Tullio Marchetti (1871-1955), uno dei più importanti conservati nell'archivio storico del Museo della Guerra, in quanto comprende documentazione di grande rilevanza nazionale sia sull'attività di raccolta di notizie sul sistema difensivo e sul dispiegamento di forze militari dell'esercito austro-ungarico svolta dall'Ufficio informazioni della I Armata del Regio Esercito Italiano nel corso della guerra italo-austriaca, sia sul ruolo di primo piano svolto dall'Ufficio P del Comando Supremo nella diffusione della propaganda di guerra rivolta tanto alle proprie truppe e alla popolazione quanto alle unità militari avversarie.

Il volume, che raccoglie gli Atti di un Seminario Internazionale che la Società Italiana di Storia dello sport e la sua delegazione di Caserta e la Società Italiana di Storia Militare hanno organizzato nell'autunno del 2017 in questa città, affronta il tema delle origini dello sport tra l'800 e il "secolo delle masse", focalizzando la sua attenzione al Sud d'Italia, con qualche apertura ai Sud d'Europa.

Il Gargano e il suo ruolo strategico per il controllo del medio Adriatico ai principi della Guerra Fredda

Quella che state per leggere è una storia complessa, dalle mille sfaccettature, una storia di segreti, intrecci, la storia di un paese, l'Italia, al principio del secondo dopoguerra. Aldilà del sensazionalismo di questa nuova scoperta a livello locale, non la si può comprendere appieno senza inquadrare i fatti tra gli anni 1946 e 1948.

L'oplita, il legionario, espressione di un preciso senso dello stato, greco prima e romano poi, sono qui soggetto di un'attenta analisi. A partire dagli archetipi omerici del guerriero, per arrivare alla fine dell'importanza delle fanterie in età tardo antica, attraverso lo studio di equipaggiamenti, evoluzioni tattiche, battaglie, viene descritta l'evoluzione storica dell'esercito greco romano.

Si esaminano i profili dei Capi, notabili e personaggi di interesse, inclusi quelli del clero, sia eritrei che etiopici del 1892 e, pur essendo senza firma, il documento originale è quasi sicuramente da attribuire al Governatore della Colonia Eritrea, il Generale Oreste Baratieri. L’originale è conservato presso l’Archivio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito.

La componente corazzata dei Carabinieri nel secondo dopoguerra Nell'immediato secondo dopoguerra, con l'Italia ancora militarmente occupata dagli anglo-americani e le Forze Armate nazionali sotto il diretto controllo degli Alleati, il problema del man-tenimento dell'ordine pubblico ebbe la preminenza sulla difesa dei confi ni. Al termine della seconda guerra mondiale, infatti, con l'Austria presidiata dagli eserciti delle potenze vincitrici e con Francia e Jugoslavia alleate degli Anglo-americani, non vi erano minacce esterne dai cui difendersi. Le maggiori preoccupazioni venivano invece dall'interno del Paese, che vedeva alcune regioni del sud Italia in preda a rivolte, come la Sicilia dove imperversava il movimento indipendentista e le Puglie sconvolte da sollevazioni di piazza a sfondo politico-economico. Anche nel centro-nord regnava la tensione, causata dall'incompleto disarmo delle bande partigiane e da frequenti agi-tazioni e astensioni dal lavoro. Il clima politico era effervescente nell'attesa del referendum popolare che doveva delineare il quadro istituzionale del Paese, con il fronte antifascista ormai in disfaci-mento e la crescente contrapposizione tra le forze di sinistra e quelle di centro in parte ancora legate alla Monarchia. Data la critica situazione politico-economica della Nazione, nella seconda metà del 1945 il co-mando anglo-americano si convinse della necessità L'AUTOBLINDO FIAT-6616 di Filippo Cappellano Il primo prototipo di Fiat-6616A presentato a Passo Corese nell'ottobre 1972. Prototipo dell'autoblindo Fiat-6616 in valutazione su terreno sabbioso. E' con grande piacere che presento questo articolo redatto dal Col. Filippo Cappellano, uno dei più preparati e documentati divulgatori di storia militare italiana. La sua collaborazione con il GMT è lunghissima e profi cua e si è sostanziata lavori spesso di grande spessore. L'articolo che Cappellano ha realizzato per questo numero del Notiziario affronta un argomento assai poco trattato dalla pubblicistica specializzata del settore. Si tratta dell'autoblindo Fiat 6616, uno dei primi mezzi corazzati costruiti dall'industria nazionale italiana nel dopoguerra. Come si ricorda nell'articolo, il mezzo ebbe notevole successo anche all'estero e fu venduto a numerose nazioni in quantitativi anche elevati.

The battles fought between the Genoese and the Venetians in the lagoon of Chioggia, between 1379 and 1380, marked a turning point for naval warfare. Namely, these battles saw for the first time a massive use of embarked artillery, in a process carried out thanks to the navies in the Mediterranean rather than in the Northern seas, despite what a certain historiography claims. The early presence of bombards on galleys, cogs and ganzaroli would change the course of sieges and of amphibian operations: since Chioggia, naval warfare had not only been left in the hands of crossbowmen and crew anymore, but it would have become also one of exhausting bombardments. My contribute will be an attempt to propose hypothesis on the tactics and aims of the Genoese, that almost reached the enemy's capital; to investigate the symbolic dimension of the conflict, always present in the fighting between Genoa and Venice, with the stealing of relics and insignias. The usage of the new weapons employed in the lagoon will be then examined, starting from the coeval chronicles that can give first-hand information on their first use, showing the changes occurring in the art of warfare. This will allow to carry out an in-depth analysis on the new ways of managing the conflict, especially in the uncommon circumstances of an amphibian siege. This naval and trenches warfare, in which artillery was for the first time relevant, marked one of the transformations that preconized the positional warfare of the following centuries.

LA FONDAZIONE "ETTORE MUTI" (1944): UN PROGETTO DIMENTICATO di Pietro Cappellari

Nel Pantheon degli eroi fascisti Ettore Muti ha certamente un posto di rilievo, se non unico, non solo per la straordinarietà del personaggio, ma anche per le vicende legate alla sua morte che ne fecero ad honorem il primo Martire della Repubblica Sociale Italiana, capace di mobilitare "alla riscossa" i fascisti repubblicani che, anche in suo nome, in quell'Autunno 1943, ripresero le armi per riscattare l'Onore d'Italia, offeso dalla resa incondizionata e dal conseguente passaggio al nemico: a lui vennero dedicate numerose unità fasciste che si costituivano ed improvvisavano in quei giorni di caos; a lui fu intitolata una delle più caratteristiche e famose unità della RSI, la Legione Autonoma Mobile di Milano; la XXIX Brigata Nera di Ravenna si fregiò del suo nome. Nato a Ravenna il 22 Maggio 1902, Ettore Muty (successivamente Muti)-nome scelto in onore del condottiero Ettore Fieramosca-fin dalla gioventù dimostrò un carattere forte e generoso ed un attaccamento schietto agli ideali patriottici. Si ricorda il compito affidatogli da un Professore socialista sul tema dell'alunno modello. Ettore lo descrisse in base agli ideali del docente: docile, pacifista, schivo dalle cattive compagnie… e concluse con un lapidario: "Questo però non è un ragazzo, ma un aborto di natura". Non furono parole vane: interventista, allo scoppio della Grande Guerra, tredicenne scappò da casa per arruolarsi come Volontario, riuscendo dopo varie traversie a vestire la divisa degli Arditi ricoprendosi di gloria.

Nel periodo agosto-ottobre 1943 la provincia di Benevento fu ripetutamente colpita dai bombardieri alleati. Il capoluogo, in particolare, subì distruzioni ingenti, che cambiarono il volto della città, e un elevato numero di vittime, superiore alle 1.000 persone.
L'articolo ricostruisce la storia dei bombardamenti sul Sannio, raccontando brevemente le diverse incursioni e mettendo in evidenza gli effetti e la reazione della popolazione, le conseguenze materiali e morali; la memoria dei bombardamenti.

In the period August-October 1943, the province of Benevento was repeatedly hit by Allied bombers. The chief town, particularly, suffered from a massive destruction, that changed the face of the city, and an high number of victims, superior to 1.000 people.
The article reconstructs the history of the bombing on Sannio province, shortly telling each air strike and highlighting effects and reaction of the population; material and moral consequences; memory of the strikes.

La mattina del 28 aprile 1930, dall'aeroporto di Capua, il capitano pilota Antonio Ramirez a bordo di un velivolo da ricognizione partiva per un addestramento, ma mentre tentava la manovra per rientrare in campo da quota cinquanta metri, in seguito a imperfetto funzionamento del motore, precipitava al suolo. La morte fu inevitabile. Dal 15 febbraio 1939 a suo nome è intitolato l’aeroporto militare di Gioia del Colle, sede del 36° Stormo "Colonnello Riccardo Helmut Seidl".

La storia dimenticata dei "Nisei" nippoamericani durante la seconda guerra mondiale, tra Piemonte e Liguria. Il passaggio nelle nostre terre del 442nd Infantry Regiment - 100th Infantry Battalion: il più medagliato corpo dell'esercito americano.

Il documento descrive il ruolo delle truppe nippoamericane (in particolare il 442nd Infantry Regiment e il 100th Infantry Battalion) durante la liberazione della Liguria e del Basso Piemonte alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Contrariamente alle efferatezze compiute dalla famigerata Divisione Turkestan, i soldati nippoamericani si distinsero per il loro eroismo, la dedizione e lo spirito di sacrificio verso la patria americana. Nonostante il loro importante contributo, il testo sottolinea come la loro presenza sia stata quasi del tutto trascurata, a differenza degli episodi di violenza perpetrati da altri reparti. L'articolo si concentra in particolare sulle aree del genovesato e del novese, teatro delle azioni di questi soldati nippoamericani.

The document describes the role of Japanese-American troops (particularly the 442nd Infantry Regiment and the 100th Infantry Battalion) during the liberation of Liguria and Lower Piedmont at the end of World War II. In contrast to the atrocities committed by the infamous Turkestan Division, the Japanese-American soldiers distinguished themselves for their heroism, dedication, and spirit of sacrifice towards their American homeland. Despite their important contribution, the text emphasizes how their presence has been almost entirely overlooked, unlike the episodes of violence perpetrated by other units. The article focuses in particular on the areas of Genoa and Novi Ligure, the theater of action of these Japanese-American soldiers.

La Guerra dei Cent'anni è identificabile come uno spartiacque di fondamentale importanza per la storia europea, e in particolare per quella militare; dopo la sua conclusione strumenti, tecniche e armamenti erano completamente mutati, introducendo prepotentemente e definitivamente l'era della polvere da sparo.
Il saggio in questione focalizza l'analisi su un aspetto particolare del conflitto indicato, ossia le realtà degli assedi con particolare riferimento agli strumenti "classici" e a quelli innovativi utilizzati in tali ambiti, in un mutevole rapporto tra tradizione e modernizzazione dell'arte ossidionale

Dopo gli sviluppi del primo conflitto mondiale, anni nei quali l'aviazione italiana era fra le migliori al mondo, si assiste a una graduale ma inesorabile stagnazione dello sviluppo dell'arma aerea nel nostro paese; il lavoro in questione si occupa di analizzare alcuni fattori che causarono tale inversione di tendenza, culminata nella clamorosa ed evidente inferiorità numerica, strumentale e tecnologica nei confronti di angloamericani prima e di tedeschi poi durante la Seconda Guerra mondiale, non dimenticando di inserire il tema nel più ampio panorama economico e politico del Ventennio fascista

Il separatismo siciliano, seppur diverse volte evocato nel corso della storia dai moti insurrezionali, ebbe vasta diffusione e inquietanti sviluppi tra il 1943 e il 1950. Nella primavera-estate del 1943, alla vigilia dell’operazione Husky, venne fondato il Comitato provvisorio per l’Indipendenza, sedicente portavoce dei sentimenti del popolo siciliano. Grazie al vuoto politico e all’assenza di alternative, il nuovo movimento si pose come corrente antifascista di rinnovamento ottenendo il consenso di una popolazione affamata e stremata dalla guerra. Nel febbraio del ‘44, la riconsegna dell’amministrazione dell’isola alle autorità italiane e la partenza della Commissione Alleata, deluse le aspettative dei separatisti che agognavano la nascita di una repubblica indipendente. Nei mesi successivi, si affermò l’ala eversiva e venne costituito l’esercito indipendentista. Il governo intervenne impiegando divisioni dell’esercito tra azioni di rastrellamento e battaglie campali. Solo nel 1946 fu intavolata la trattativa segreta tra Stato e separatisti che avrebbe portato all’autonomia.
Il volume è la prima raccolta degli inediti documenti del Regio Esercito e del Servizio Informazioni Militare più significativi.

EN: The present work is devoted to present the military reforms of the Kingdom of Sardinia from the Restoration age until Villamarina period at the head of the ministry of the War, to provide a series of biographies of the main protagonists of line infantry and cavalry high-rankin officialdom.

ITA: L'elaborato si propone di tracciare un filo diretto nelle riforme militari del regno di Sardegna dalla Restaurazione sino al dicastero di Emanuele Pes di Villamarina nella Guerra e di proporre, per quanto concerne il periodo carloalbertino, una serie di biografie riguardanti gli Stati Maggiori reggimentali della fanteria di linea e della cavalleria.

FRA: Le mémoire se propose de présenter les reformes militaires du Royaume de Sardaigne, à partir de la Restauration jusqu’au ministère de Emanuele Pes di Villamarina pendant la Guerre et, par ailleurs, de proposer, en ce qui concerne l’époque du Roi Charles Albert, une série de prosopographies regardant les états-majors régimentaire de l’infanterie de ligne et de la chevalerie.

Le Waffen-SS parteciparono a quasi tutte le battaglie della seconda guerra mondiale; i suoi soldati diedero prova di combattività, efficienza e forte motivazione ideologica al punto che, da una parte, esse si macchiarono di efferati episodi di violenza sommaria contro civili e prigionieri di guerra e, dall'altra, sovente dimostrarono un ingiustificabile disprezzo del pericolo.

Il mondo letterario salgariano è pieno di avventure e luoghi geografici più o meno di fantasia, ma quasi sempre si basano su elementi storici reali, anche se talvolta con qualche imprecisione riguardante dati, nomi e avvenimenti. L’argomento è così complesso che non è semplice dare un volto storico all’intera opera salgariana, infatti, sia per il numero elevato di romanzi e racconti sia per i numerosi periodi storici toccati, per poterlo fare ci vogliono persone appassionate ai libri e con conoscenze dei conflitti che vanno dall’antichità agli inizi della Prima guerra mondiale. Il lavoro di ricerca risulta quindi enorme e qui tentiamo un breve riassunto ragionato del vasto mondo storico militare salgariano.