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"Madamigella, avete mai visto la peste?": a questa domanda, posta nel Candido di Voltaire, risponde una gentildonna inglese. Miss Tully narra dieci anni di soggiorno a Tripoli, dal 1783 al 1793. Le sue lettere, interrogate a partire... more
"Madamigella, avete mai visto la peste?": a questa domanda, posta nel Candido di Voltaire, risponde una gentildonna inglese. Miss Tully narra dieci anni di soggiorno a Tripoli, dal 1783 al 1793. Le sue lettere, interrogate a partire dall'epidemia del 1784-86, sono vivide rappresentazioni non solo della peste, ma anche della società maghrebina. Si tratta di una fonte poco utilizzata, mentre è ricca di spunti sia in direzione della storia ambientale che di quella sociale. Il volume è frutto di autentica originalità, di un punto di vista metodologico innovativo e aperto al confronto con la storiografia internazionale. L'episodio epidemico è inserito nella lunga durata temporale della seconda pandemia di peste e nel più ampio spazio mediterraneo.
"Una battaglia europea" lo fu veramente quella combattuta il 20 giugno 1719 a Francavilla di Sicilia. Si affrontarono Austriaci e Spagnoli, ma insieme a loro soldati di varie nazionalità, non esclusi i Siciliani. Il volume raccoglie gli... more
"Una battaglia europea" lo fu veramente quella combattuta il 20 giugno 1719 a Francavilla di Sicilia. Si affrontarono Austriaci e Spagnoli, ma insieme a loro soldati di varie nazionalità, non esclusi i Siciliani. Il volume raccoglie gli interventi di studiosi italiani ed europei al Convegno internazionale di studi storici, che affrontò in occasione del Tricentenario l'impegno di colmare la carenza di studi sulla guerra di Sicilia (1718-1720) nel quadro della Quadruplice Alleanza. Sotto l'egida della Società Italiana di Storia Militare, i saggi offrono un contributo solidamente ancorato alla "new military history".
La storia di un edificio, una residenza fortificata, diventa, in questo lavoro, l'occasione per ripercorrere le vicende di tutto un territorio e per introdurre riflessioni più generali che toccano diversi argomenti, spaziando dall'arte... more
La storia di un edificio, una residenza fortificata, diventa, in questo lavoro, l'occasione per ripercorrere le vicende di tutto un territorio e per introdurre riflessioni più generali che toccano diversi argomenti, spaziando dall'arte all'architettura, dall'economia alla storia materiale. Il testo, infatti, non è riconducibile a generi e categorie storiografiche predeterminate: esso riesce a utilizzare una quantità di fonti eterogenee, funzionali alla sua ricostruzione - manufatti, fonti archivistiche, memorie, trattati, mappe, rilievi topografici, fotografie - per restituire una realtà complessa, costruita su più piani, quasi come si trattasse di cerchi concentrici che, partendo da un tema centrale, via via si allargano offrendoci informazioni sempre più ampie e viste da diverse prospettive.
Le persone oggi vedono la minaccia degli sciami di locuste come una cosa del passato. Non è proprio così: nel 1987 l'Africa del Sud fu severamente colpita e il "Times" del 19 giugno 2001 indicava le invasioni di cavallette come un... more
Le persone oggi vedono la minaccia degli sciami di locuste come una cosa del passato. Non è proprio così: nel 1987 l'Africa del Sud fu severamente colpita e il "Times" del 19 giugno 2001 indicava le invasioni di cavallette come un problema in aumento in Africa, in Kazakhstan, in Cina e persino negli Stati Uniti. La mancanza di fondi, la riluttanza a usare insetticidi dannosi per l'ambiente, lo stato di guerra di troppe aree del mondo e l'instabilità, che impediscono il monitoraggio delle aree di riproduzione delle locuste, potrebbero portare a un allargamento delle situazioni problematiche. Naturalmente la questione ha una storia alle spalle. E dovrebbe interessare molto agli storici, e a tutti quelli interessati alla propria storia: organismi biologici "invisibili" furono nemici all'umanità nell'Europa e nel Mediterraneo dell'epoca preindustriale.
Ma anche esseri viventi più visibili dei microbi, come locuste e roditori, portarono effetti che dovrebbero richiamare l'attenzione dei ricercatori, ad esempio nel campo della storia economica o in quello della storia sociale, non esclusa quella delle mentalità.
This research provides a good overview of the importance of arsenals in the Early Modern naval, military, economic, and social history of the Mediterranean, focusing on four case studies in a comparative framework. Thanks to the research... more
This research provides a good overview of the importance of arsenals in the Early Modern naval, military, economic, and social history of the Mediterranean, focusing on four case studies in a comparative framework. Thanks to the research on the arsenals of Constantinople/Istanbul (Ottoman Empire / Turkey), Birgu (Malta), Messina, (Italy) and Barcelona (Spain) now we gain a much better knowledge on a wider overview.
La decisione di "scrivere un libro" deriva dal sentirsi inappagati dallo stato della discussione in merito alla storia ambientale, nell'ambito della ricerca italiana. Allo stesso tempo il reperimento e la lettura dei lavori della... more
La decisione di "scrivere un libro" deriva dal sentirsi inappagati dallo stato della discussione in merito alla storia ambientale, nell'ambito della ricerca italiana. Allo stesso tempo il reperimento e la lettura dei lavori della storiografia nazionale ha mostrato la possibilità, visti i grandi vuoti di conoscenze, di contribuire, seppur modestamente, al dibattito scientifico e metodologico nell'ambito della disciplina storica. Peraltro, ciò che è già noto a livello internazionale non sembra ancora adeguato a dar compiuta cognizione di causa per quanto riguarda la regione mediterranea.
Research Interests:
La storia delle confraternite maltesi in età moderna viene vista, in questo libro, come un processo di lunga durata, che traccia una linea interpretativa dalle medievali corporazioni alle contemporanee Trade Unions. Due dimensioni -... more
La storia delle confraternite maltesi in età moderna viene vista, in questo libro, come un processo di lunga durata, che traccia una linea interpretativa dalle medievali corporazioni alle contemporanee Trade Unions. Due dimensioni - storia politica e storia sociale - sono costrette a "collaborare"; comincia un'altra impresa. Guardando "dal basso", dal contesto territoriale, dalle azioni sociali, dai gruppi di mestiere e dalle confraternite, ci si spinge fino a un punto di vista privilegiato per capire i processi "alti". La ricerca si cala in fonti primarie, in materiali indagati per la prima volta nei diversi archivi maltesi; se ne ha una "descrizione densa". Si rivelano le tipologie associative, le pratiche religiose, la fittissima trama confraternale e la vita pubblica, complicata dalla "sovrapposizione di autorità" - l'inquisitore, il vescovo e il clero locale, il Gran Maestro dell'Ordine - che definisce il contesto entro cui si muovono le "fratellanzi" maltesi. Si apre un profondo spaccato di storia sociale: a livello collettivo le confraternite attivano forti processi di identificazione e di compenetrazione nella vicenda politica. In molti casi esse sono dei veri centri di potere, oltre a essere le prime forme associative in cui si sperimenta una sorta di "democrazia di base". Si rintraccia così il "preconscio politico" nella successiva nascita delle Trade Unions e del Labour Party. La pluralità di prospettive attivate mostra in questo caso l'utilità della
dimensione locale, della piccola scala.
Research Interests:
Al centro del Mediterraneo, si può essere allo stesso tempo isolati – come avviene a chi vive appunto in un’isola - e fortemente connessi con altre sponde, altre popolazioni, altre culture? Si può essere annessi nei domini di grandi... more
Al centro del Mediterraneo, si può essere allo stesso tempo isolati – come avviene a chi vive appunto in un’isola - e fortemente connessi con altre sponde, altre popolazioni, altre culture? Si può essere annessi nei domini di grandi potenze esterne e nello stesso tempo rimanere fortemente connessi al proprio interno? La storia dei maltesi, fra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800, offre un’affascinante occasione di studio rispetto a questi ampi quesiti.
Research Interests:
Le feste sono al centro dell'identità delle due comunità di Malta e di Messina, legate da una storia comune e da una secolare tradizione di rapporto col mare. Questo studio punta sul modo di vivere il tempo della festa, non solo dal punto... more
Le feste sono al centro dell'identità delle due comunità di Malta e di Messina, legate da una storia comune e da una secolare tradizione di rapporto col mare. Questo studio punta sul modo di vivere il tempo della festa, non solo dal punto di vista religioso, ma anche come occasione sociale di affermazione della "personalità collettiva municipale": la Vara di Messina, la "purcissjoni" di San Paolo a Malta, il "folle" Carnevale ne sono i momenti cruciali nel corso di tutta l'età moderna. Altrettanto importanti sono i luoghi dove le feste si dispiegano: gli spazi pubblici vengono utilizzati come punti-chiave dove si confrontano religioso e civile, poteri politici, autorità ecclesiastiche, partecipazione popolare, dissenso sociale. Nelle loro feste messinesi e maltesi confermano il proprio mondo municipale e allo stesso tempo lo trasformano.
Research Interests:
This research provides a good overview of the importance of arsenals in the Early Modern naval, military, economic, and social history of the Mediterranean, focusing on four case studies in a comparative framework. Thanks to the research... more
This research provides a good overview of the importance of arsenals in the Early Modern naval, military, economic, and social history of the Mediterranean, focusing on four case studies in a comparative framework. Thanks to the research on the arsenals of Constantinople/Istanbul (Ottoman Empire / Turkey), Birgu (Malta), Messina, (Italy) and Barcelona (Spain) now we gain a much better knowledge on a wider overview.
In this paper we present ourselves as the “historical witnesses” of a problematic phenomenon which has afflicted Venice for centuries. The frequency of flooding in Venice has drastically increased over the last 50 years as a major... more
In this paper we present ourselves as the “historical witnesses” of a problematic phenomenon which has afflicted Venice for centuries. The frequency of flooding in Venice has drastically increased over the last 50 years as a major consequence of natural and anthropogenic land subsidence, and a more active lagoon hydrodynamics induced partly by deepening of the largest navigation channels. Is Venice dying, a victim of its environment and of its own success? Many people fear so: the local residents who observe the decline of their beloved city, the Italian authorities, the millions of visitors. Beyond the splendour of restored churches and palaces, beyond the magnificent facades, the; reality is dramatic: the city is now often admired from gigantic ships in the Giudecca canal by cruisers of modern times. The survival of Venice as a living and vibrant city is at risk. The lagoon environment has always been characterized by a pronounced morphodynamics, inducing important morphological c...
After the Knights of St. John of Jerusalem left Rhodes in 1522, the island of Malta became Christian Europe's next line of defence against the Ottoman Turks. Forty years later, with the conclusion of the Great Siege of Malta in 1565,... more
After the Knights of St. John of Jerusalem left Rhodes in 1522, the island of Malta became Christian Europe's next line of defence against the Ottoman Turks. Forty years later, with the conclusion of the Great Siege of Malta in 1565, the situation in the Island (but also in Catholic Europe) was very serious. After such a moment of deep crisis, it was necessary to decide a new strategic policy of defense against the external ‘enemies’.Grand Master Jean de La Valette decided to build the new capital – Valletta – after the great disaster. He realized the Knights needed a new city with strong defences in case the Turks have returned. The Knights of Malta continually refortified Valletta until its surrender to the French in 1798.The aim of this paper is to show how during Modern Age a tragic event, as the Great Siege of 1565, brought an unexpected richness to the Knights and to the Maltese people. The building of the new capital required a strong number of local and foreign handiwork...
La co-evoluzione uomo-natura è una sorta di lotta al buio, in cui è necessaria tutta l’ingegnosità umana per vincere, sapendo comunque che in ogni caso la vittoria è sempre temporanea. La competizione con l’erosione del suolo, con le... more
La co-evoluzione uomo-natura è una sorta di lotta al buio, in cui è necessaria tutta l’ingegnosità umana per vincere, sapendo comunque che in ogni caso la vittoria è sempre temporanea. La competizione con l’erosione del suolo, con le siccità, con le alluvioni, con le mutazioni climatiche (e con le locuste – giusto per citare alcune sfide che si presentano visibilmente, e non nemici invisibili come i microbi) richiede alle società dell’età pre-industriale capacità di adattamento e flessibilità di risposte. Affrontando questa tematica ci si cala pienamente nell’ambito della storia ambientale, la quale a sua volta non può procedere che mettendo a profitto ciò che viene offerto dalla ricerca, nei diversi campi che vanno dalla geografia alla climatologia, dall’economia all’antropologia.
Today people consider the threat of swarms of locusts as a thing belonging to the past. That is actually not the case: till now, the invasions of locusts are a terrible deal for different areas of the world. Of course, the question has a... more
Today people consider the threat of swarms of locusts as a thing belonging to the past. That is actually not the case: till now, the invasions of locusts are a terrible deal for different areas of the world. Of course, the question has a history behind it. The co-evolution nature-society is somehow a fight in the dark. Living beings more visible than microbes, such as locusts, led effects that should draw the attention of researchers of economic and social history, not excluding the history of mentality. If we assume that migrations of locusts are connected with climatic factors, then a historical reconstruction of their invasions can be useful in advancing research in Mediterranean environmental history. It seems evident the interest in investigating the possible relationship of the phenomenon with the Little Ice Age.
One of the problems characterizing the fortification of a coastal city originates from the port infrastructure that claims conflicting demands on the seclusion imposed from the Old Regime urban defence. Starting from the Medieval Age and,... more
One of the problems characterizing the fortification of a coastal city originates from the port infrastructure that claims conflicting demands on the seclusion imposed from the Old Regime urban defence. Starting from the Medieval Age and, a fortiori, after the military revolution in the sixteenth century, the cities shut themselves to preserve their wealth and their social construction. The security of their freedom, their collective organization and the domain of the surrounding area pass through fortifications and walls. These are the defence against treacherous and dangerous strangers. But in the port cities urban life is animated by the harbour and this must necessarily be open to foreigners, thus making the city somewhat vulnerable. The dual dynamics, the dual intent, are recognized in maximum closing as opposed to the maximum opening.
The present study aims to offer a new perspective through which to study the current phenomena of globalization, research and offer educational operations suitable for the elimination of the distances between the various cultures and the... more
The present study aims to offer a new perspective through which to study the current phenomena of globalization, research and offer educational operations suitable for the elimination of the distances between the various cultures and the concept of mono identity and the achievement of the concept of poly identity. The study will focus in particular on the theoretical perspective of the intercultural approach, starting from a reflection of the relationship between sociology and globalization.
La storia militare non è più histoire-bataille. La politica, la cultura, l’economia, la composizione degli eserciti sono importanti al pari delle battaglie. Per quanto riguarda l’età moderna non si può non fare riferimento alla... more
La storia militare non è più histoire-bataille. La politica, la cultura, l’economia, la composizione degli eserciti sono importanti al pari delle battaglie. Per quanto riguarda l’età moderna non si può non fare riferimento alla Rivoluzione militare e ai mutamenti da essa introdotti anche sul piano sociale grazie al dibattito storiografico innescato da Michael Roberts e ulteriormente approfondito da Geoffrey Parker. In Italia, come in altri paesi europei, il processo di professionalizzazione di unità dell’esercito cui stabilmente venivano affidate competenze di controllo del territorio si può senz’altro affermare sia stato un fenomeno settecentesco.
The distinction between modernity and premodernity based on the opposition between territory and network is already present in Immanuel Wallerstein's work on world systems, which emphasizes a difference between world economies and world... more
The distinction between modernity and premodernity based on the opposition between territory and network is already present in Immanuel Wallerstein's work on world systems, which emphasizes a difference between world economies and world capitalist economies. According to Wallerstein, the former were limited by the territorial reach of political authorities (typically, imperial formations), while the latter are characterized by a tendency to break down or transcend the limits imposed by notions of territorial integrity.
A Francavilla di Sicilia, in provincia di Messina, vicino Taormina, quest’anno ricorre il trecentesimo anniversario della battaglia che lì si svolse nel 1719 fra gli eserciti dell’impero austriaco e dell’impero spagnolo. A Francavilla,... more
A Francavilla di Sicilia, in provincia di Messina, vicino Taormina, quest’anno ricorre il trecentesimo anniversario della battaglia che lì si svolse nel 1719 fra gli eserciti dell’impero austriaco e dell’impero spagnolo. A Francavilla, legato alla battaglia, c’è un peculiare paesaggio storico, fatto di una collina rocciosa con in cima un convento dei Cappuccini, in mezzo al fiume S. Paolo e al torrente Zavianni, affluenti del fiume Alcantara (odierno Parco fluviale). A Francavilla il Comune vuole “celebrare” il trecentesimo anniversario, mentre l’Università di Messina offre la sua partnership.
Prima nel 1999 e poi di nuovo nel 2007, Jeremy Black, studioso da tempo impegnato sul fronte della storia militare, tiene a evidenziare la mancata conoscenza della battaglia di Francavilla di Sicilia del 1719 e la sua assenza nella... more
Prima nel 1999 e poi di nuovo nel 2007, Jeremy Black, studioso da tempo impegnato sul fronte della storia militare, tiene a evidenziare la mancata conoscenza
della battaglia di Francavilla di Sicilia del 1719 e la sua assenza nella storiografia internazionale. Allora è cosa buona e giusta colmare un vuoto, una lacuna di conoscenza, ma come fare, trattando di storia militare, a non ricadere nalla "histoire-bataille" d'altri tempi? Come fare a evitare il sovraccarico di "evenemenzialismo" che
sembra connaturato alla narrazione delle imprese militari? E, infine, come fare a eguagliare i livelli della "new military history"?
In the sixteenth century, the Ottoman capital gradually became a centre of diplomacy as European nations set up permanent diplomatic missions, paving the way for regular contact and active social relations between European diplomats,... more
In the sixteenth century, the Ottoman capital gradually became a centre of diplomacy as European nations set up permanent diplomatic missions, paving the way for regular contact and active social relations between European diplomats, their large retinues, Ottoman
grandees, and all types of intermediaries. The history of diplomatic translation and interpretation in the Ottoman Empire is tightly linked to dragomans. As the ones who were translating all official correspondence, dragomans had access to sensitive information, a good reason why European ambassadors found it expedient to buy
their goodwill by making regular payments and acquiescing to their occasional requests for rewards and favors.
La storia degli incontri/scontri tra popoli, quella che potremmo chiamare la storia dei confini, non è semplicemente una storia delle differenze ma anche una storia delle "somiglianze". Risulta innegabile che il Mediterraneo abbia anche... more
La storia degli incontri/scontri tra popoli, quella che potremmo chiamare la storia dei confini, non è semplicemente una storia delle differenze ma anche una storia delle "somiglianze". Risulta innegabile che il Mediterraneo abbia anche rappresentato uno spazio di ostilità e di contrasti. Conoscenze geografiche e cartografiche. I geografi ottomani supportarono l'espansione imperiale attraverso le informazioni pratiche che essi fornivano. L'analisi delle varie opere consente di visualizzare la connessione tra lo sviluppo della consapevolezza geografica e le imprese militari imperiali che caratterizzano il XVI secolo. Piri Reis cartografo e non solo. Le incursioni. Un mondo di spie. Confini evanescenti. Reali obiettivi e strategie. Bisogna tener presente che anche la guerra scatenata nella seconda metà del Cinquecento per la conquista dell'isola di Cipro rappresenta un interessante esempio di geo-strategia mediterranea ottomana. Il conflitto tra il Turco e la Lega Santa fu un evento cruciale per la storia mediterranea, che modificò la fisionomia stessa del Mare Nostrum. E comunque, malgrado la permanenza del conflitto, il Mediterraneo rimase pur sempre un'area di contatto tra i due mondi, una frontiera permeabile, in cui relazioni diplomatiche, scambi culturali e interessi commerciali continuarono a essere
praticati.
The aim of this paper is to examine the creation of the Ottoman capital of Istanbul through the reformulation of the Byzantine capital of Constantinople, following new perspectives on a formative period in the city‘s history. Following... more
The aim of this paper is to examine the creation of the
Ottoman capital of Istanbul through the reformulation of the Byzantine capital of Constantinople, following new perspectives on a formative period in the city‘s
history. Following its conquest, the Ottoman Sultan, Mehmed II, immediately set out to rebuild the city and re-establish its economic and social vivacity. He resettled people from across the Ottoman Empire in the capital, and built the Grand Bazaar in the city‘s marketplace, dominating Istanbul‘s city centre.
Looking at Islam with a mixture of fear, bewilderment and uneasiness, European Christians saw Muslims as the enemy and rival of Christianity. The Orient and Orientals were always in the position of ‘outsiders’ and were considered to be... more
Looking at Islam with a mixture of fear, bewilderment and uneasiness, European Christians saw Muslims as the enemy and rival of Christianity. The Orient and Orientals were always in the position of ‘outsiders’ and were considered to be the weak partners for the West. This displacement made the Ottomans and the Orientals seem to be alien, backward, the ‘other’, existing somewhere in the peripheral world of Western egemony. Still, it did not prevent Western interest in the Orient. The growing historiographical recognition (among Ottomanists, at least) of widespread familiarity between certain early modern Ottoman political élites and their European counterparts has had radical implications for the master-narrative of Ottoman history.
By the mid-fifteenth century, Ottoman-controlled territories had completely enveloped Constantinople. Ottoman expansion at the expense of the Byzantine empire was in fact further aided by the weakness of the heir of Roman glory.... more
By the mid-fifteenth century, Ottoman-controlled territories had completely enveloped Constantinople. Ottoman expansion at the expense of the Byzantine
empire was in fact further aided by the weakness of the heir of Roman glory. Financially exhausted, internally corrupted, and politically separated from the
main European powers, the Byzantine empire was simply incapable of offering a coherent and effective defense against the growing Ottoman forces.The city,
the Second Rome, capital of a by-then inexistent empire, fell in 1453 after a siege. It is only then the Ottomans began a considerable and rapid shipbuilding
program, rising to challenge in the following century Venice in the Mediterranean sea and the Portuguese in the Indian ocean. By conquering Constantinople, however, the Ottomans gained more than some tacit recognition of their power. With the city under their control, the Ottomans inherited not only a strategically located position dominating the straits but also a centre of naval power.
When the Ottomans began their rise to power in the fourteenth century they confronted Christian demographic dominance comparable to that which the first Muslims encountered seven centuries earlier, but the dynasty‘s policies and their... more
When the Ottomans began their rise to power in the fourteenth century they confronted Christian demographic dominance comparable to that which the first Muslims encountered seven centuries earlier, but the dynasty‘s policies and their consequences differed from that of their predecessors. The nature of the non-Muslim communities that each faced was different as well. During its foundational first centuries, until roughly the early sixteenth, the Ottoman realm comprised a Muslim minority ruling a Christian majority, adjacent on one flank to a large number of Christian States. The subject Christian population and the surviving Christian dynasties were largely Orthodox, but the Christian States on the western periphery were Catholic. The aim of this paper is to show how the religious and cultural differences spread out giving origin to some mixed identities which characterized the Ottoman Empire.
Syracuse, great Byzantine capital, seat of the 'Stratega', knew a medieval decline but became a focal point of fortified structures during Early Modern Age within the Kingdom of Sicily. This wonderful and challenged city faced a new... more
Syracuse, great Byzantine capital, seat of the 'Stratega', knew a medieval decline but became a focal point of fortified structures during Early Modern Age within the Kingdom of Sicily. This wonderful and challenged city faced a new decline at the beginning of the contemporary age. ln fact, many hopes of economic development were born in the 1950/60 with the start of a process of industrialization but actually it was a heavy failure. A new era appeared at the end of the 20th century with the urban planning, restoration and regeneration, and the final success, obtained as tourist capital of the Mediterranean. This important goal is representend by the island/district of Ortigia, connected to the main land, through two bridges. The aim of this paper is to examine the long term urban history and the different phases which followed during thirteen centuries in an "accordion city".
Syracuse, great Byzantine capital, seat of the "Stratega", knew a medieval decline but became a focal point of fortified structures during Early Modern Age within the Kingdom of Sicily. This wonderful and challenged city faced a new... more
Syracuse, great Byzantine capital, seat of the "Stratega",
knew a medieval decline but became a focal point of fortified structures during Early Modern Age within the Kingdom of Sicily. This wonderful and challenged city faced a new decline at the beginning of the contemporary age.
Il contributo muove dalla considerazione che la prospettiva storica mediterranea, se intende rivolgersi ai rapporti fra popoli, stati, religioni, civiltà proprie del Mediterraneo, deve guardare anche al di là del bacino marittimo e della... more
Il contributo muove dalla considerazione che la prospettiva storica mediterranea, se intende rivolgersi ai rapporti fra popoli, stati, religioni, civiltà proprie del Mediterraneo, deve guardare anche al di là del bacino marittimo e della regione geografica sino alla dimensione, prospettata da Fernand Braudel, di un «mondo mediterraneo»». In questo “mondo” si incontrano (e scontrano), come già in passato, l'Europa, come Unione Europea e come intero continente, i paesi arabi, la Turchia e Israele; a questo spazio più ampio si deve appunto guardare e al largo raggio di rapporti di varia natura fra i suoi popoli, stati, civiltà.
Radicata nella tradizione ellenistica (Hodoiporicòn), la letteratura di viaggio medievale, a partire dai racconti, risalenti al IV secolo, di Eteria e del Pellegrino di Bordeaux, è largamente connessa alla pratica del pellegrinaggio e in... more
Radicata nella tradizione ellenistica (Hodoiporicòn), la letteratura di viaggio medievale, a partire dai racconti, risalenti al IV secolo, di Eteria e del Pellegrino di Bordeaux, è largamente connessa alla pratica del pellegrinaggio e in particolar modo, malgrado la presenza di altre importanti destinazioni (Roma, Santiago), alla peregrinatio ad Terram Sanctam.
Ci sono due possibili livelli di osservazione dell’attività culinaria. Da una parte, la materia (ciò che si prepara in cucina) e la sua rappresentazione codificata (le ricette e i ricettari). Dall’altra, l’ambiente circostante, ovvero... more
Ci sono due possibili livelli di osservazione dell’attività culinaria. Da una parte, la materia (ciò che si prepara in cucina) e la sua rappresentazione codificata (le ricette e i ricettari). Dall’altra, l’ambiente circostante, ovvero tutto ciò che si trova a monte della sua realizzazione: produzione e commercializzazione degli alimenti, livello generale delle tecniche, quadro mentale e istituzioni della società. L’incontro delle cucine occidentali e orientali contribuisce
ulteriormente alla circolazione di mode culinarie, ricette, alimenti ma anche di norme religiose e sociali: una maniera per avvicinarci a una cultura millenaria
che appaga la mente e la gola.
The frequency of flooding in Venice has drastically increased over the last 50 years as a major consequence of natural and anthropogenic land subsidence, and a more active lagoon hydrodynamics induced partly by deepening of the largest... more
The frequency of flooding in Venice has drastically increased over the last 50 years as a major consequence of natural and anthropogenic land subsidence, and a more active lagoon hydrodynamics induced partly by deepening of the largest navigation channels. Is Venice dying, a victim of its environment and of its own success? Many people fear so: the local residents who observe the decline of their beloved city, the Italian authorities, the millions of visitors. Beyond the splendour of restored churches and palaces, beyond the magnificent façades the reality is dramatic: the city is now often admired from gigantic ships in the Giudecca canal by cruisers of modern times. The survival of Venice as a living and vibrant city is at risk. The lagoon environment has always been characterized by a pronounced morphodynamics, inducing important morphological changes to the lagoon setting over the relatively short time of a few centuries. The aim of this paper is to analyse the disasters history of this fascinating world surrounded by waters. In fact, the economic system and the existence of the “Serenissima” Republic itself was based on “water”. Water meant refuge, safety, nourishment, wealth, military strength, and prospect for new developments.
Early Modern Europe was a world ‘on the move’, where travellers, merchants, soldiers and pilgrims met on the roads every day. In this context Malta represents an important opportunity for the study of Mediterranean slavery and religious... more
Early Modern Europe was a world ‘on the move’, where travellers, merchants, soldiers and pilgrims met on the roads every day. In this context Malta represents an important opportunity for the study of Mediterranean slavery and religious conversions: a perfect microcosm where it is possible to analyse macro phenomena. This paper focuses on one of the most remarkable aspects of Roman Inquisition in Malta: the social control in a place where different religious jurisdictions had to coexist.
La co-evoluzione uomo-natura è una sorta di lotta al buio, in cui è necessaria tutta l’ingegnosità umana per vincere, sapendo comunque che in ogni caso la vittoria è sempre temporanea. La competizione con l’erosione del suolo, con le... more
La co-evoluzione uomo-natura è una sorta di lotta al buio, in cui è necessaria tutta l’ingegnosità umana per vincere, sapendo comunque che in ogni caso la vittoria è sempre temporanea. La competizione con l’erosione del suolo, con le siccità, con le alluvioni, con le mutazioni
climatiche (e con le locuste – giusto per citare alcune sfide che si presentano visibilmente, e non nemici invisibili come i microbi) richiede alle società dell’età pre-industriale capacità di adattamento e flessibilità di risposte. Affrontando questa tematica ci si cala pienamente nell’ambito della storia ambientale, la quale a sua volta non può procedere che mettendo a profitto ciò che viene offerto dalla ricerca, nei diversi campi che vanno dalla geografia alla climatologia, dall’economia all’antropologia. Al ricombinare quello che gli studiosi sanno, ognuno nel proprio campo disciplinare, vanno aggiunti però nuovi elementi di conoscenza, che magari si possano desumere da ambiti spaziali più circoscritti ma allo stesso tempo ricchi di elementi di comparabilità.
Today people consider the threat of swarms of locusts as a thing belonging to the past. That is actually not the case: till now, the invasions of locusts are a terrible deal for different areas of the world. Of course, the question has a... more
Today people consider the threat of swarms of locusts as a thing belonging to the past. That is actually not the case: till now, the invasions of locusts are a terrible deal for different areas of the world. Of course, the question has a history behind it. The co-evolution nature-society is somehow a fight in the dark. Living beings more visible than microbes, such as locusts, led effects that should draw the attention of researchers of economic and social history, not excluding the history of mentality. If we assume that migrations of locusts are connected with climatic factors, then a historical reconstruction of their invasions can be useful in advancing research in Mediterranean environmental history. It seems evident the interest in investigating the possible relationship of the phenomenon with the Little Ice Age. Environmental History in the Making Environmental History pp 289-306 Locust Invasions, Climatic Factors and Human Affairs in Modern Age £80.00* prices may vary according to local VAT. consider the threat of swarms of locusts as a thing belonging to the past. That is actually not the case: till now, the invasions of locusts are a terrible deal for different areas of the world. Of course, the question has a history behind it. The society is somehow a fight in the dark. Living beings more visible than microbes, such as locusts, led effects that should draw the attention of researchers of economic and social history, not excluding the history of mentality. If at migrations of locusts are connected with climatic factors, then a historical reconstruction of their invasions can be useful in advancing research in Mediterranean environmental history. It seems evident the interest in investigating onship of the phenomenon with the Little Ice Age. Locust Invasions, Climatic Factors and Human Affairs in Modern Age consider the threat of swarms of locusts as a thing belonging to the past. That is actually not the case: till now, the invasions of locusts are a terrible deal for different areas of the world. Of course, the question has a history behind it. The society is somehow a fight in the dark. Living beings more visible than microbes, such as locusts, led effects that should draw the attention of researchers of economic and social history, not excluding the history of mentality. If at migrations of locusts are connected with climatic factors, then a historical reconstruction of their invasions can be useful in advancing research in Mediterranean environmental history. It seems evident the interest in investigating onship of the phenomenon with the Little Ice Age.
Il panorama mediterraneo dei primi anni dell'Ottocento è stato caratterizzato dalle crescenti tensioni e dai continui scontri tra le potenze che, a quel tempo, si contendevano questo 'specchio di mare'. Nella lunga "notte di fuoco" del16... more
Il panorama mediterraneo dei primi anni dell'Ottocento
è stato caratterizzato dalle crescenti tensioni e dai continui scontri tra le potenze che, a quel tempo, si contendevano questo 'specchio di mare'. Nella lunga "notte di fuoco" del16 febbraio 1804 avviene qualcosa di estremamente singolare: il brigantino americano Intrepid - pilotato dal nocchiero siciliano Salvatore Catalano - incendia la fregata americana Philadelphia incagliatasi nell'ottobre dell'anno precedente (e arresasi senza combattere) nella rada di Tripoli, città del pasha
Yusuf Qaramanli.
It is important to pay attention to the Acridophages’ phenomenon, because there are ongoing attempts in order to extend the use of locusts as worldwide food, as showed by the Fao documents or by the initiatives organized by the 2015 Expo... more
It is important to pay attention to the Acridophages’ phenomenon, because there are
ongoing attempts in order to extend the use of locusts as worldwide food, as showed by the Fao
documents or by the initiatives organized by the 2015 Expo about food. The essay retraces the
history of locust-eaters in the relationship with Western civilization, starting from the studies of
the sixteenth-century scientists; according to these scholars locusts were good just for medical
purposes. This survey dates back till the origin of the knowledge of the Acridophages thanks to
Herodotus and Diodorus of Sicily, and then examines in depth its “identification” during Modern
Age and in several regions of the world.
Negli ultimi decenni, grazie ad una maggiore accessibilità alle fonti archivistiche ottomane presenti a Istanbul, Ankara, Il Cairo e Gerusalemme, la conoscenza della storia dell’Impero turco dal suo interno ha favorito un nuovo approccio... more
Negli ultimi decenni, grazie ad una maggiore accessibilità alle fonti archivistiche ottomane presenti a Istanbul, Ankara, Il Cairo e Gerusalemme, la conoscenza della storia dell’Impero turco dal suo interno ha favorito un nuovo approccio storiografico, contribuendo a scardinare la tradizionale interpretazione dei rapporti tra il mondo orientale e il mondo occidentale. L’obiettivo di questo articolo di sintesi, che fa il punto sulle più recenti acquisizioni storiografiche sul Mediterraneo di età moderna, è offrire una discussione sulle reciproche influenze tra queste due aree geografiche,  attraverso l’analisi della dimensione economica, sociale, militare e religiosa.
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The aim of this paper is to outline the major urban transformations that accompanied the Ottoman conquest and subsequent rule of Constantinople. The city of Constantinople, or rather Istanbul as it is called following the Ottoman conquest... more
The aim of this paper is to outline the major urban transformations that accompanied the Ottoman conquest and subsequent rule of Constantinople. The city of Constantinople, or rather Istanbul as it is called following the Ottoman conquest in 1453, became such an urban and military symbol. The conquest of Constantinople (Kostantiniyye)-Istanbul engendered Mehmed II’s lifelong ambition to revive the ruinous
city’s ancient status as the prosperous capital of a world empire.
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Among the devotional traditions that characterised religious and maritime festivals in Messina during the early modern period, the 'Vascelluzzo' festival has played a particular important role. The procession of the 'Vascelluzzo' (small... more
Among the devotional traditions that characterised religious and maritime festivals in Messina during the early modern period, the 'Vascelluzzo' festival has played a particular important role. The procession of the 'Vascelluzzo' (small vessel) follows the devotional course of the 'Corpus Domini', in which the religious element is superimposed on the popular element. There are different versions of the historical event that gave rise to the traditional festival of the 'Vascelluzzo'. In 1575, a small silver vessel was chiselled by Messinese silvesmiths, commissioned by the municipal Senate to thank the Virgin for her protection during terrible famines. A traditional procession, during which people followed the sacred vessel, was promoted by the Confraternity of Sailors, which was established in the church of Santa Maria di Porto Salvo.
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The aim of this paper is to analyze the importance of the phenomenon represented by the most popular forms of social and religious association present in Malta during Modern Age. Confratemities brought about a programme of training of the... more
The aim of this paper is to analyze the importance of the phenomenon represented by the most popular forms of social and religious association present in Malta during Modern Age. Confratemities brought about a programme of training of the individual conscience and of diffusion of messages of fraternity
and justice, fomenting feelings of 'democracy' and of rights defence. Most confratemities defended their ìndependence from the ecclesiastical and political power; the social engagement did not produce only spiritual elevation, but it deterrnined also a new awareness of human, social and political rights. In some confraternities the mernbers clearly showed their dissent towards the clergy allied with the Spanish power.
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A landmark in the history of the Maltese islands, the victory of 1565 represented a turning point in the struggle of Christendom against the Ottoman Empire. As early as October 1564, rumours circulated about an attack of the Ottomans on... more
A landmark in the history of the Maltese islands, the victory of 1565 represented a turning point in the struggle of Christendom against the Ottoman Empire. As early as October 1564, rumours circulated about an attack of the Ottomans on the island of Malta. The Grand Master of the Order of St John of Jerusalem, Jean Parisot de La Valette, immediately ordered the return of all Knights to the Convent - the headquarters of the Order in Birgu - and appealed for assistance in preparing the immment siege.
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Alla singolare querelle che vide coinvolti l'Impero usso e Malta, in un momento storico caratterizzato dalla crescenti rivalità tra gli Stati europei, è rivolto il contributo di Elina Gugliuzzo, che evidenzia la politica portata avanti... more
Alla singolare querelle che vide coinvolti l'Impero usso e Malta, in un momento storico caratterizzato dalla crescenti rivalità tra gli Stati europei, è rivolto il contributo di Elina Gugliuzzo, che evidenzia la politica portata avanti dallo zar Alessandro I: una politica di protezione dell'Ordine di san Giovanni di Gerusalemme dopo la conquista francese. Essendo il doppio ruolo di zar di Russia e di Gran Maestro un ostacolo insormontabile per l'eventuale riconquista della sovranità da pane dei Cavalieri, egli mantenne, dopo la sua ascesa al trono, il protettorato sull'isola, proclamando la sua residenza imperiale temporanea capitale dell'Ordine.
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The history of a city like Messina, born in the sea and living thanks its strategic position in the Mediterranean, cannot set aside the history of its arsenal. In reality an arsenal is a military structure of fundamental importance for... more
The history of a city like Messina, born in the sea and living thanks its strategic position in the Mediterranean, cannot set aside the history of its arsenal. In reality an arsenal is a military structure of fundamental importance for every seafaring city, usually protected by walls and fortifications. An arsenal is a very complex structure with shipyards destined to build, to repair, to arm and to render 'working' the ships of a armed naval fleet.
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L'obiettivo di questo studio è quello di investigare una particoiare tipologia di città portuali mediterranee: le città portuali che presentano un hinterland limitato. Durante l'età moderna alcune 'città-isole' giocarono un ruolo... more
L'obiettivo di questo studio è quello di investigare una particoiare tipologia di città portuali mediterranee: le città portuali che presentano un hinterland limitato. Durante l'età moderna alcune 'città-isole' giocarono un ruolo fondamentale nel mondo mediterraneo. Il mare Mediterraneo rappresentava
un 'medium of communication' e la ctttà portuale costituiva un vero e proprio fulcro nei densi networks di connessioni marittime attraverso cui le persone, le merci, Ie idee fluivano e confluivano.
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C'est le cas de Minorque au XVIIIe siècle, mais également celui de Malte entre la fin du XVIIIe et le début du XUXe siècle : l'étude menée par Elina Gugliuzzo témoigne bien de l'épanouissement de l'ile dans une ouverture économique... more
C'est le cas de Minorque au XVIIIe siècle, mais également celui de Malte entre la fin du XVIIIe et le début du XUXe siècle : l'étude menée par Elina Gugliuzzo témoigne bien de l'épanouissement de l'ile dans une ouverture économique
désormais indissociable de sa situation stratégique définitivement acquise au coeur de la Méditerranée. L'ile-forteresse perdue par les chevaliers de Saint-Jean de Jérusalem sert alors d'appui essentiel à la colonisation et d'escale de fret sur les routes commerciales de l'Empire anglais, tandis que son ouvertur large à la mer contribue à ciseler un "etre insulaire" original, à la fois oriental et occidental, conséquence d'une histoire frontalière faite de permanences culturelles et de superpositions d'influences extérieures.
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Malta è stata da sempre, grazie soprattutto alla sua posizione geografica al centro del Mediterraneo, luogo d'incontro di stranieri. Dalle dominazioni subite fin dall'antichità - ricordiamo che conobbe le influenze romane, bizantine,... more
Malta è stata da sempre, grazie soprattutto alla sua posizione geografica al centro del Mediterraneo, luogo d'incontro di stranieri. Dalle dominazioni subite fin dall'antichità - ricordiamo che conobbe le influenze romane,
bizantine, musulmane, e di nuovo cristiane dopo la riconquista siciliana dell'Xl secolo - fino all'arrivo dei cavalieri del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme è stato un continuo mescolamento di lingue, civiltà, modi di fare differenti.
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Maltese islands have always formed a port of call between Europe and North Africa, a strategic and cultural bastion between the Christian and Muslim worlds. The Maltese have been in touch with both for centuries, and the cultures of both... more
Maltese islands have always formed a port of call between Europe and North Africa, a strategic and cultural bastion between the Christian and Muslim worlds. The Maltese have been in touch with both for centuries, and the cultures of both have contributed many traits and many characteristics that the islanders have adapted to their own use.
Research Interests:
Messina dues its peculiarities to the secular maritime and commercial tradition. The sixteenth-century cartography gave us the image of a city-port which was one of the most prestigious in the Mediterranean scenery, surrounded with... more
Messina dues its peculiarities to the secular maritime and commercial tradition. The sixteenth-century cartography gave us the image of a city-port which was one of the most prestigious in the Mediterranean scenery, surrounded with embattled walls, protected in the west by the royal castles, the fortress of the Salvatore and by the Montorsoli (Michelangelo’s pupil) tower on the San Raineri isthmus, by the palace-castle in the Terranova area.
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L'analisi delle aggregazioni spontanee del quotidiano rivela un comune denominatore: la solidarietà. La solidarietà è promotrice di relazioni privilegiate nell'ambito di una data comunità e definisce la natura delle relazioni con i suoi... more
L'analisi delle aggregazioni spontanee del quotidiano rivela un comune denominatore: la solidarietà. La solidarietà è promotrice di relazioni privilegiate nell'ambito di una data comunità e definisce la natura delle relazioni con i suoi partners. In altre parole, la solidarietà concerne le relazioni all'interno di un gruppo e stabilisce i suoi rapporti con il "réseau" in cui traccia le frontiere delle sue aree d'alleanza.
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Being a stranger in a city is not a new reality. Mediterranean cities developed a form of «cosmopolitism» founded on a maritime and commercial basis. Harbours, which, out of the need for a long-distance trade, received in a somewhat... more
Being a stranger in a city is not a new reality. Mediterranean cities developed a form of «cosmopolitism» founded on a maritime and commercial basis. Harbours, which, out of the need for a long-distance trade, received in a somewhat constant fashion, groups of foreign merchants whose authority got stronger to encourage and to arrange trade. Traditionally, harbour cities have housed cosmopolitan merchant communities; this kind of cosmopolitism has been brought to a halt by colonialism and wars, but Mediterranean harbour cities are always privileged places of exchange.
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Resorts, the millenarian past and its vestiges, the harbour functions, particular form of space organization and of human settlements can allow that cities, and above all harbour cities, can give the Mediterranean the unity which has been... more
Resorts, the millenarian past and its vestiges, the harbour functions, particular form of space organization and of human settlements can allow that cities, and above all harbour cities, can give the Mediterranean the unity which has been looked for. The analysis of urban phenomena constitutes a fundamental basis to understand political, economical, and social history.
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"1719: un anniversario 'in the making' a Francavilla di Sicilia": questo era il titolo dell'intervento proposto e accettato nel programma della Terza Conferenza della Public History, organizzata a S. Maria Capua Vetere/Caserta dal 24 al... more
"1719: un anniversario 'in the making' a Francavilla di Sicilia": questo era il titolo dell'intervento proposto e accettato nel programma della Terza Conferenza della Public History, organizzata a S. Maria Capua Vetere/Caserta dal 24 al 28 giugno 2019. La "public history" si fa, e poi magari la si racconta. Era questo l'intento che stava dietro quel titolo.
In this paper we present ourselves as the " historical witnesses " of a problematic phenomenon which has afflicted Venice for centuries. The frequency of flooding in Venice has drastically increased over the last 50 years as a major... more
In this paper we present ourselves as the " historical witnesses " of a problematic phenomenon which has afflicted Venice for centuries. The frequency of flooding in Venice has drastically increased over the last 50 years as a major consequence of natural and anthropogenic land subsidence, and a more active lagoon hydrodynamics induced partly by deepening of the largest navigation channels. Is Venice dying, a victim of its environment and of its own success? Many people fear so: the local residents who observe the decline of their beloved city, the Italian authorities, the millions of visitors. Beyond the splendour of restored churches and palaces, beyond the magnificent façades the reality is dramatic: the city is now often admired from gigantic ships in the Giudecca canal by cruisers of modern times. The survival of Venice as a living and vibrant city is at risk. The lagoon environment has always been characterized by a pronounced morphodynamics, inducing important morphological changes to the lagoon setting over the relatively short time of a few centuries. The aim of this paper is to analyse the history of the disasters which characterized this fascinating world surrounded by waters. In fact, the economic system and the existence of the " Serenissima " Republic itself was based on " water ". Water meant refuge, safety, nourishment, wealth, military strength, and prospect for new developments.
La peste sembrava in via di estinzione alla fine del Settecento; sulle onde del Mediterraneo la battaglia diventava quella per l'egemonia politica, quella ambientale viene trascurata. Invece la peste è lì, più attiva che mai, pronta ad... more
La peste sembrava in via di estinzione alla fine del Settecento; sulle onde del Mediterraneo la battaglia diventava quella per l'egemonia politica, quella ambientale viene trascurata. Invece la peste è lì, più attiva che mai, pronta ad estendere le sua braccia dall'Impero ottomano a Malta nel 1813, alle coste dalmate e a Noja nell'italiana Puglia nel 1815, a Corfù nel 1816 e nel 1818 a Tunisi. Per quanto riguarda Malta in particolare, la malattia non è stata mai endemica, ma l'isola è al centro di flussi epidemici fra Oriente e Occidente, legati alla navigazione commerciale, militare e corsara. Gli scoppi epidemici degli anni '10 dell'800 colgono tutti abbastanza di sorpresa, ma consentono pure di verificare l'impatto sociale, le risposte istituzionali e quelle 'popolari'; nel caso dell'arcipelago posto nel Canale di Sicilia, il popolo è quello maltese di sempre, cambiano invece le istituzioni politiche nel passaggio dal '700 all'800, dal governo dell'Ordine dei Cavalieri alla breve parentesi francese fra il 1798 e il 1800 e infine al nuovo governo inglese.
A infittire le fila dei 'descubridores' dell'America, si trova Francesco da Messina, figlio legittimo di Antonio e Anna Llutin, entrambi naturali della città dello Stretto. Anche Francesco, come molti altri siciliani, passò per... more
A infittire le fila dei 'descubridores' dell'America, si trova Francesco da Messina, figlio legittimo di Antonio e Anna Llutin, entrambi naturali della città dello Stretto. Anche Francesco, come molti altri siciliani, passò per l'Andalusia e, prima di approdare nel vicereame della Nuova Spagna, sostò a lungo nelle isole caraibiche.
Appare poi da atti pubblici localizzato nell'America centrale, nell'odiema Panama. Da lì, nel 1513, seguendo Vasco Nunez de Balboa e Pedrarios, si spinse a esplorare l'area, per essere fra i primi europei a vedere i Mari del Sud. In seguito passò alla conquista del Perù con Francisco Pizarro e Diego de Almagro, mettendosi a
disposizione con "sus arrnas y caballo". Deluso probabilmente dalla spartizione del bottino, se ne tornò indietro, fino al Messico, dove si unì in matrimonio con
Catalina de Pifla, vedova a sua volta del conquistatore Colmeriero.
Oggetto del contendere: quanta Messina c'è nella formazione della personalità di Antonello da Messina? Il "da Messina" è un puro fatto anagrafico o c'è un dato che lo oltrepassa? Quanto conta il contesto siciliano e meridionale nella... more
Oggetto del contendere: quanta Messina c'è nella formazione della personalità di Antonello da Messina?
Il "da Messina" è un puro fatto anagrafico o c'è un dato che lo oltrepassa? Quanto conta il contesto siciliano
e meridionale nella vicenda dell'artista? Attorno a queste tematiche, e ad altre più strettamente legate alla storia dell'arte, si è sviluppato il convegno "Antonello e la cultura del Rinascimento in Sicilia", tenutosi a Messina il 23 e il 24 ottobre 2015. I ricercatori e gli studiosi che si
sono susseguiti e confrontati nella due giorni messinese hanno potuto contare su un'eccezionale base di partenza: la relazione introduttiva di Giuseppe Giarrizzo.
Chiunque oggi si appresti a ricostruire la storia di Napoli, anche se soltanto per un frammento, non può non incrociare il percorso storiografico di Giuseppe Galasso. Anche chi non fa ricerca storica, ma semplicemente vuole leggere... more
Chiunque oggi si appresti a ricostruire la storia di Napoli, anche se soltanto per un frammento, non può non incrociare il percorso storiografico di Giuseppe Galasso. Anche chi non fa ricerca storica, ma semplicemente vuole leggere momenti del passato napoletano, non può prescindere dai suoi scritti. A loro volta, spesso, questi fanno intravedere sullo sfondo la grande figura di Benedetto Croce, la evocano, la richiamano, e in questa evocazione emerge in maniera chiara il filo di continuità di una vicenda intellettuale che ha percorso tutto il XX secolo, e continua a percorrere anche questo nostro secolo XXI:
L’existence d’un commerce important d’esclaves en Méditerranée et de nombreux marchés, aussi bien dans le monde chrétien que musulman, a entraîné pour beaucoup d’hommes et de femmes des changements de maîtres, qui pouvaient être de... more
L’existence d’un commerce important d’esclaves en Méditerranée et de nombreux marchés,
aussi bien dans le monde chrétien que musulman, a entraîné pour beaucoup d’hommes
et de femmes des changements de maîtres, qui pouvaient être de religions différentes,
et a pu générer des conversions successives d’individus. Les marchés d’esclaves étaient
florissants un peu partout et se nourrissaient de l’activité corsaire : Malte, Livourne, Venise,
Naples, Gênes, la Sicile, Marseille, Barcelone, Cadix, les Baléares furent des centres de
transactions. Entre les puissances chrétiennes, Malte et l’ordre des chevaliers de Saint-Jean
représentèrent le « boulevard de la chrétienté » contre les Turcs, en particulier, contre les
puissances barbaresques.
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Corno se indica en la "lntroduccion" de Presencias y miradas del cuerpo en la Nueva Espana, coordinado por Estela Rosello Soberon, y fruto del "Seminario permanente Historia de Vidas. Aproximaciones desde la Historia Cultural", el estudio... more
Corno se indica en la "lntroduccion" de Presencias y miradas del cuerpo en la Nueva Espana, coordinado por Estela Rosello Soberon, y fruto del "Seminario permanente Historia de Vidas. Aproximaciones desde la Historia Cultural", el estudio humanistico pluridisciplinar del cuerpo ha tenido escaso desarrollo cuantitativo respecto al mundo novohispano, sin perjuicio del indudable interés de una serie de aportaciones escalonada desde finales de la década de los setenta en la que destacan, ya en la década de los noventa, notables trabajos de Noemi Quezada y -bajo la òptica de la historia del arte- Paula Mues Orts.
Research Interests:
The convenience of a natural harbour, the needs of the maritime trade, the proximity of the sea and its resources had led the people of Malta and Messina – at different times – to construct two coastal cities, two port cities. But, as... more
The convenience of a natural harbour, the needs of the maritime trade, the proximity of the sea and its resources had led the people of Malta and Messina – at different times – to construct two coastal cities, two port cities. But, as like all the Mediterranean port cities, the urban solutions are always ambiguous, always strained in the contradiction between opening and closing.
Research Interests:
After the loss of Rhodes in 1522, the Knights of the Order of St. John were left without a home. In 1530, the Order accepted with reluctance Charles V's offer to create their new base on Malta. In fact, at the request of the Pope, the... more
After the loss of Rhodes in 1522, the Knights of the Order of St.
John were left without a home. In 1530, the Order accepted with
reluctance Charles V's offer to create their new base on Malta. In
fact, at the request of the Pope, the Emperor Charles V in 1530
decided to cede the Maltese Islands to the Sovereign and Military
Order of St. John of Jerusalem, though they remained under the
sovereignty of the King of Sicily.
Research Interests:
Nell'ambito delle rivalità anglo-francesi e del predominio sul Mediterraneo si collocano eventi - apparentemente minori - come la rivolta maltese dei contadini e la battaglia di Maida. Alla fine del XVIII secolo l'Europa stava... more
Nell'ambito delle rivalità anglo-francesi e del predominio sul Mediterraneo si collocano eventi  - apparentemente minori - come la rivolta maltese dei contadini e la battaglia di Maida. Alla fine del XVIII secolo l'Europa stava affrontando importanti cambiamenti costituzionali, che coincisero con la crescente perdita di potere dell'Ordine dei Cavalieri di San Giovanni, ridotto al ruolo di semplice spettatore delle questioni politico-economiche del Mediterraneo.
Research Interests:
Una prospettiva transculturale si coglie nello studio di Elina Gugliuzzo, Una gentildonna inglese e il ’mal mediterraneo’. La peste di Tripoli 1784-1786 (Nuova Rivista Storica / Società editrice Dante Alighieri, pp. 244, euro 22)
Il punto di vista di una donna colta, l’inglese Miss Tully, la quale, con occhi disincantati, guardava gli avvenimenti durante la peste di Tripoli, che furoreggiava tra il 1784 e il 1786. È quello che cerca di cogliere Elina Gugliuzzo, in... more
Il punto di vista di una donna colta, l’inglese Miss Tully, la quale, con occhi disincantati, guardava gli avvenimenti durante la peste di Tripoli, che furoreggiava tra il 1784 e il 1786. È quello che cerca di cogliere Elina Gugliuzzo, in un volume recentemente uscito per la Biblioteca della Nuova Rivista Storica, che, partendo dalle lettere di Miss Tully, ricostruisce un evento di lunga durata, inserendolo nell’affresco di un’epoca.
Gentildonne britanniche e pandemia mediterranea a Tripoli alla fine del Settecento 10 SETTEMBRE 2022 | di Dino Messina di Emilio Gin «Madamigella, avete mai visto la peste?». A questa domanda, posta nel Candido di Voltaire, non risponde... more
Gentildonne britanniche e pandemia mediterranea a Tripoli alla fine del Settecento 10 SETTEMBRE 2022 | di Dino Messina di Emilio Gin «Madamigella, avete mai visto la peste?». A questa domanda, posta nel Candido di Voltaire, non risponde la protagonista baronessina Cunegonda di Thunder-ten-tronckh, ma una signorina inglese, miss Tully. Così facendo, questa diventa la protagonista del libro di Elina Gugliuzzo, Una gentildonna inglese e il "mal mediterraneo". La peste di Tripoli 1784-1786, ultimo titolo della gloriosa "Biblioteca della Nuova Rivista Storica", diretta da Eugenio Di Rienzo, edita dalla Società Editrice Dante Alighieri.
A orizzonti aperti: così si svolse il convegno internazionale in occasione del tricentenario della battaglia di Francavilla di Sicilia del 1719 e così si presenta il volume curato da Elina Gugliuzzo e Giuseppe Restifo 'Una battaglia... more
A orizzonti aperti: così si svolse il convegno internazionale in occasione del tricentenario della battaglia di Francavilla di Sicilia del 1719 e così
si presenta il volume curato da Elina Gugliuzzo e Giuseppe Restifo 'Una battaglia europea. Francavilla di Sìcilia 20 giugno 1719' (Aracne editrice, Roma 2020). Il primo merito del lavoro, che raccoglie i contributi di diciannove autori, è quello di intervenire a colmare un vuoto, presente per la verità non solo nella storiografia italiana, ma pure in quella internazionale. Si tratta del difetto di conoscenza, o meglio di ri-conoscimento, della guerra svoltasi in Sicilia fra 1718 e 172O, cui soltanto sparutamente Jeremy Black ha fatto cenno.
Nella storiografia italiana è apparso un particolare filone di ricerca nel quadro della storia sociale; l'orizzonte della sociablità si è arricchito di contributi. Proprio all'intersecazione fra Mediterraneo e sociabilità si colloca "Dal... more
Nella storiografia italiana è apparso un particolare filone di ricerca nel quadro della storia sociale; l'orizzonte della sociablità si è arricchito di contributi. Proprio all'intersecazione fra Mediterraneo e sociabilità si colloca "Dal quotidiano al politico", lavoro di Elina Gugliuzzo. Già il titolo dà conto del percorso d'indagine proposto, sulla base di una ricchissima documentazione di fonti primarie. Malta è uno scrigno da questo punto di vista e l'autrice lo apre con mano di buon tatto metodologico.
Il castello d'Alcontres di Nizza di Sicilia in realtà non è un vero e proprio castello, bensì, una residenza fortificata, realizzata riadattando un fondaco preesistente a cui era annessa una torre di avvistamento. A dircelo è Elina... more
Il castello d'Alcontres di Nizza di Sicilia in realtà non è
un vero e proprio castello, bensì, una residenza fortificata, realizzata riadattando un fondaco preesistente a cui era annessa una torre di avvistamento. A dircelo è Elina Gugliuzzo, storica di vaglia, nel suo libro fresco di stampa, "Residenze
fortificate del XVII secolo: Salento, Sicilia, Malta", edito
da Armando Siciliano. Il libro della Gugliuzzo, scrive
Fausta Gallo nella prefazione, non è riconducibile a
generi e categorie storiografiche predeterminate, e forse in ragione di questa sua libertà dai generi,
diciamo noi, è un libro molto godibile, svelto, che ha la sua forza proprio nel punto di vista con cui guarda alla storia, dal momento che utilizzando molte fonti eterogenee ci restituisce una realtà palpitante, che vediamo svolgersi sotto i nostri occhi in tutta la sua complessità.
Uno sciame di domande segue gli sciami delle locuste, che di tempo in tempo – fra la metà del Trecento e la metà dell’Ottocento – si son o abbattuti su tante regioni del Mediterraneo. A farsi infestare e a infestare con gli interrogativi... more
Uno sciame di domande segue gli sciami delle locuste, che di tempo in tempo – fra la metà
del Trecento e la metà dell’Ottocento – si son o abbattuti su tante regioni del Mediterraneo.
A farsi infestare e a infestare con gli interrogativi sono i due storici Elina Gugliuzzo e
Giuseppe Restifo, e non tanto per procedere sulla strada della sola rappresentazione
culturale di questi animaletti, così piccoli, così nocivi. Avrebbero potuto farsi catturare
dall’enfasi della loro prima apparizione alle luci della ribalta: le cavallette furono l’ottava
piaga biblica, descritta nel libro dell’Esodo. Colpirono duramente l’Egitto del faraone, cui si
contrapponeva Mosè alla guida del popolo ebraico: avvenimento indelebile nella memoria
delle genti mediterranee, castigo meritato per le colpe e i peccati, cavallette vere e in
metafora.
La Méditerranée - “notre mère” – selon la définition de Dominique Fernandez, répresente le carrefour des trois continents appartenents au soi-disant Vieux Monde. Remonter à une identité méditerranéenne ce n’est pas simple si on considére... more
La Méditerranée - “notre mère” – selon la définition de Dominique Fernandez, répresente le carrefour des trois continents appartenents au soi-disant Vieux Monde. Remonter à une identité méditerranéenne ce n’est pas simple si on considére la pluralité de lieux et de gens que ce mot réunit.
Research Interests:
Aspetto non di secondaria importanza il fatto che Malta, ricca di porti, s’arricchiva per i continui flussi commerciali e militari e culturali da e verso l’intera area mediterranea e oltre. «In molti casi le ‘fratellanzi’ (le... more
Aspetto non di secondaria importanza il fatto che Malta, ricca di porti, s’arricchiva per i continui flussi commerciali e militari e culturali da e verso l’intera
area mediterranea e oltre. «In molti casi le ‘fratellanzi’ (le confraternite maltesi) sono le prime forme associative in cui si sperimenta una “democrazia di base”. Si rintraccia così il preconscio politico della successiva nascita delle trade unions».
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La piaga delle locuste: ambiente e società nel Mediterraneo d’età moderna (Giapeto Editore, Napoli, 2014), di Elina Gugliuzzo e Giuseppe Restifo è un libro non frequente nella storiografia italiana. Non lo è perché l’ampliamento tematico... more
La piaga delle locuste: ambiente e società nel Mediterraneo d’età moderna (Giapeto Editore, Napoli, 2014), di Elina Gugliuzzo e Giuseppe Restifo è un libro non frequente nella storiografia italiana. Non lo è perché l’ampliamento tematico e metodologico prodotto dalla Nouvelle histoire delle Annales ha solo marginalmente incentivato le ricerche storiche sull’ambiente in Italia. Non lo è, inoltre, perché lo spettro di competenze necessarie per simili ricerche (la meteorologia storica, l’etologia, la storia della mentalità, ecc.) difficilmente sono possedute da un unico soggetto capace di ridurle a sintesi.
Uno sciame di domande segue gìi sciami delle locuste, che di tempo in tempo - fra la metà del Trecento e la metà dell'Ottocento - si sono abbattuti su tante regioni del Mediterraneo. A farsi infestare e a infestare con gli interrogativi... more
Uno sciame di domande segue gìi sciami delle locuste, che di tempo in tempo - fra la metà del Trecento e la metà dell'Ottocento - si sono abbattuti su tante regioni del Mediterraneo. A farsi infestare e a infestare con gli interrogativi sono i due storici Elina Gugliuzzo e Giuseppe Restilo, e non tanto per procedere sulla strada della sola rappresentazione culturale di questi animaletti, così piccoIi, così nocivi.
Che tempo faceva? Attorno a questa domanda Elina Gugliuzzo, Rosario Moscheo e Giuseppe Restifo hanno costruito un libro denso di stimoli e di riflessioni a partire da un tema - il clima - che è un pretesto ideale per fare il punto sulla... more
Che tempo faceva? Attorno a questa domanda Elina Gugliuzzo, Rosario Moscheo e Giuseppe Restifo hanno costruito un libro denso di stimoli e di riflessioni a partire da un tema - il clima - che è un pretesto ideale per fare il punto sulla storia ambientale, ma più in generale sul ruolo della cultura storica nel nostro tempo. Si intitola 'Lezioni di storia ambientale' ed è il frutto di
una esperienza didattica e di ricerca che sotto la regia di Restifo ha coinvolto ricercatori e studenti in studi caratterizzati da un approccio glocale, interdisciplinare
e di lungo periodo ai temi della nascita della storia ambientale, della sua derivazione dalla storia economica e dei suoi nessi con la world history e la big history, parlando soprattutto di clima, di paesaggio e di identità sociale e territoriale
La storia è fatta dagli uomini, ed è stata scritta da altri uomini, è vero; ma al di là di questo antropo-centramento, la storia è fatta ancor prima dai rapporti esistenti tra gli esseri viventi e il loro ambiente. La co-evoluzione, con... more
La storia è fatta dagli uomini, ed è stata scritta da altri uomini, è vero; ma al di là di questo antropo-centramento, la storia è fatta ancor prima dai rapporti
esistenti tra gli esseri viventi e il loro ambiente. La co-evoluzione, con le sue trasformazioni, può essere assunta a metodo di lettura della storia della vita sul
pianeta, o su un suo pezzettino, quale può essere la regione dello Stretto di Messina.
Uno sciame di domande segue gli sciami delle locuste, che di tempo in tempo fra la metà del Trecento e la metà dell’Ottocento, si sono abbattuti su tante regioni del Mediterraneo. A farsi infestare e a infestare con gli interrogativi sono... more
Uno sciame di domande segue gli sciami delle locuste, che di tempo in tempo fra la metà del Trecento e la metà dell’Ottocento, si sono abbattuti su tante regioni del Mediterraneo. A farsi infestare e a infestare con gli interrogativi sono i due storici Elina Gugliuzzo e Giuseppe Restifo, e non tanto per procedere sulla strada della sola rappresentazione culturale di questi animaletti, così piccoli, così nocivi. Lo scopo del volume è quello di esaminare l’impatto reale ed effettivo delle
invasioni delle locuste, il posto che esse ebbero nelle vicende delle comunità umane, laddove le due storie s’intreccino, sull’arco del mezzo secolo dall’età medievale all’inizio dell’epoca contemporanea.
L’ouvrage de l’historienne italienne Elina Gugliuzzo sur les confréries maltaises à l’époque moderne se situe, en partie, dans la continuité des études de micro- histoire, menées notamment par certains de ses compatriotes, et... more
L’ouvrage de l’historienne italienne Elina Gugliuzzo sur les confréries maltaises
à l’époque moderne se situe, en partie, dans la continuité des études de micro-
histoire,  menées  notamment  par  certains  de  ses  compatriotes,  et  qui  vont  des
travaux de Carlo Ginsburg à ceux d’Edoardo Grendi, de ceux de Giovanni Levi
à ceux de Carlo Maria Cipolla. En étudiant les groupes sociaux « d’en bas », l’on
adopte un point de vue privilégié pour comprendre les processus politiques adop-
tés  par  ceux  « d’en haut ». Cependant, son  ambition  est  ici non de mener une
étude des confréries maltaises à un moment donné de l’époque moderne, mais
de  l’envisager  sur  un  temps  plus  long  et  d’essayer  de  démontrer  comment  les
confréries (dans leur composition, fonctionnement, idéologie – peut-être, aussi –
fondée sur la solidarité et l’action sociale), en perpétuelle évolution, sont, en fait,
à  l’origine  des Trade  unions  et  du  Labour Party  maltais.
'Il Mediterraneo. Geografia della frattura' di Bernard Kayser fa parte dell'Enciclopedia del Mediterraneo, un lavoro culturale promosso dall'Accademia Tunisina di Scienze, Lettere ed Arti di Tunisi, con il contributo di ospitalità... more
'Il Mediterraneo. Geografia della frattura' di Bernard Kayser fa parte dell'Enciclopedia del Mediterraneo, un lavoro culturale promosso dall'Accademia Tunisina di Scienze, Lettere ed Arti di Tunisi, con il contributo di ospitalità dell'Ambasciata italiana, con editori del Nord Africa e della Francia. L'obiettivo è quello di inserire il Mediterraneo al centro del dibattito attuale e della ricerca di prospettive adeguate alle aspettative della popolazione mediterranea.
Research Interests:
Un libro sul Mediterraneo rappresenta certamente un progetto talmente ambizioso, e forse velleitario in questa fase della storiografia italiana, da rischiare fatalmente di deludere le aspettative del lettore. "Che cos'è il Mediterraneo?... more
Un libro sul Mediterraneo rappresenta certamente un progetto talmente ambizioso, e forse velleitario in questa fase della storiografia italiana, da rischiare fatalmente di deludere le aspettative del lettore. "Che cos'è il Mediterraneo? Mille cose al tempo stesso. Non un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi. Non un mare ma una successione di mari".
Research Interests:
Si ringrazia Elina Gugliuzzo per le traduzioni dal francese e dall'inglese dei testi di Bourdelais, Kostis, Moulin, Panzac. Pur sapendo perfettamente che I'orizzonte dell'estirpazione delle epidemie, preso in considerazione sin dal XIX... more
Si ringrazia Elina Gugliuzzo per le traduzioni dal francese e dall'inglese dei testi di Bourdelais, Kostis, Moulin, Panzac. Pur sapendo perfettamente che I'orizzonte dell'estirpazione
delle epidemie, preso in considerazione sin dal XIX secolo e molto pregnante fino agli anni 1960, non è che un orizzonte inaccessibile per definizione, l'opinione pubblica e gli storici si erano abituati a ragionare in questo quadro comodo.
Research Interests:
Any territory has its boundaries characterised by environmental markers: the seashore, a river, the top of a mountain. An environmental heritage has place within those boundaries and it is partially seen by the human community as an... more
Any territory has its boundaries characterised by environmental markers: the seashore, a river, the
top of a mountain. An environmental heritage has place within those boundaries and it is partially
seen by the human community as an economical resource: farm land, woods, mines and quarries,
waters. On the same land, in the typical ways of the same community, there are established some
borders, which delimit the area of competence of political authority and that relating to property. All
these different boundaries - environmental, political, juridical - may coincide with current administrative boundaries, but most often they do not and are differently practiced by humans and nonhuman agerts.
The relationship between the Ottomans and the Christians did not evolve around continuous hostility and conflict, as is generally assumed. The Christian and Muslim shores of the Mediterranean in fact had good reason to cooperate, at least... more
The relationship between the Ottomans and the Christians did not evolve around continuous
hostility and conflict, as is generally assumed. The Christian and Muslim shores of the Mediterranean
in fact had good reason to cooperate, at least economically, if not culturally.
Research Interests:
The aim of this paper is to understand the sanitary policies adopted by the Ottoman Empire during the recurring outbreaks of plague in a comparative perspective. When the Black Death first arrived, Constantinople was still part of the... more
The aim of this paper is to understand the sanitary policies adopted by the Ottoman Empire
during the recurring outbreaks of plague in a comparative perspective. When the Black Death
first arrived, Constantinople was still part of the Byzantine empire and the Ottomans were a
small Anatolian group. This was followed by three phases of plague activity from the time the
Ottoman’s conquered Constantinople, renaming it Istanbul.
Research Interests:
The origins of the Maltese Carnival go back to the first years of the 15th century; we have a testimony of November 1482 when, during a debate of the city Council for the imposition of new tax, the Captain of the City expressed the... more
The origins of the Maltese Carnival go back to the first years of the 15th century; we have a testimony of November 1482 when, during a debate of the city Council for the imposition of new tax, the Captain of the City expressed the opinion that no tax had to be collected until the successive Carnival. The Carnival really was considered similar to the religious festivities; this is testified also from the use of the name Carnival as if it were a Christian name. Later the Knights will decide to encourage it. A great impulse to this happened in 1560, when the Grand Master La Valette allowed the use of the masks in public. The occasion was represented from the presence in the Gran harbour of the Christian fleet that had been forced to the inactivity from the unfavorable weather and the diseases and the Great Genovese Admiral Doria, irritated for the forced inactivity, he allowed his men to make merry ashore. They consented gladly and for some days the flower of the European chivalry and aristocracy made noisy, fun, dance and masks as Malta had never seen before. The new entertainment enjoyed both the Maltese and the Knights till to become a peculiar characteristic of the traditional festas.
El Seminario Permanente Interinstitucional es un espacio académico destinado a promover el debate entre distintas líneas de investigación relativas al estudio histórico y comparado de los desastres relacionados con amenazas de origen... more
El Seminario Permanente Interinstitucional es un espacio académico destinado a promover el debate entre distintas líneas de investigación relativas al estudio histórico y comparado de los desastres relacionados con amenazas de origen natural y biológico.
Research Interests:
Video della presentazione con i professori Salvatore Bottari, Elina Gugliuzzo, Virgilio Ilari, Angelo Pirri e Giuseppe Restifo
Contribution to Conference: video
[Il Giardino di Albert-RSI Radiotelevisione svizzera-Rete Due] Le locuste accompagnano il nostro immaginario fin dagli albori della civiltà. Nella Bibbia compaiono fin dall'inizio e ritornano in diversi altri punti: di locuste si nutre... more
[Il Giardino di Albert-RSI Radiotelevisione svizzera-Rete Due] Le locuste accompagnano il nostro immaginario fin dagli albori della civiltà. Nella Bibbia compaiono fin dall'inizio e ritornano in diversi altri punti: di locuste si nutre Giovanni Battista nel deserto, locuste grandi come draghi compaiono nell'apocalisse di Giovanni… E se in epoca moderna il flagello delle invasioni di locuste sembra appartenere ormai al passato, altrove il problema ritorna drammaticamente e regolarmente ancora oggi. Marco Pagani, con l'aiuto della storica e saggista Elina Gugliuzzo, che alle cavallette ha dedicato importanti ricerche, ci conduce alla scoperta del nostro rapporto conflittuale, mistico, simbolico con questo piccolo e vorace insetto.
A collection of 13 articles and 10 book-reviews. 1 Venetia rules the Rivers. La geo-strategia fluviale veneziana (1431-1509), di FEDERICO MORO 2 Razmysl, il misterioso “ingegnere” di Ivan il Terribile, di MARIO CORTI 3 The... more
A collection of 13 articles and 10 book-reviews. 
1 Venetia rules the Rivers. La geo-strategia fluviale veneziana (1431-1509),
    di FEDERICO MORO
2 Razmysl, il misterioso “ingegnere” di Ivan il Terribile,
    di MARIO CORTI
3 The Military Status of the Ionian Islands in 1589 based on the Report by
    Giovanni Battista del Monte, by KOSTAS G. TSIKNAKIS
4 Letteratura di viaggio e osservazioni militari a cavallo fra Cinque e Seicento.
    Gli scritti di Filippo Pigafetta, Leonardo Donà e Silvestro Querini
  di TONI VENERI
5 La pensée militaire du duc Charles V de Lorraine et ses sources,
    par FERENC TOTH
6 Defending the Regno di Morea. Antonio Jansic and the Fortress of Modon,
    by ERIC G. L. PINZELLI
7 Fortificazione campale e ordini di battaglia. Un esempio piemontese del 1743,
    di ROBERTO SCONFIENZA
8 Metamorfosi di un condottiero. Castruccio Castracani da Machiavelli ad Algarotti,
    di DENISE ARICÒ
9 Les ressources de l'Europe contre les ressources du monde? La marine de
    Napoléon contre la Royal Navy, par NICOLA TODOROV
10 Milano città militare in età napoleonica (1800-1814),
    di EMANUELE PAGANO
11 L’esercito dissolto: la IV Divisione Val di Noto e il suo sventurato comandante nella
      rivoluzione siciliana del 1820-21, di GIACOMO PACE GRAVINA
12 “Italianissimo but not simpatico”. Hugh Forbes nella Rivoluzione
    Italiana del 1848-49, di VIVIANA CASTELLI e VIRGILIO ILARI
13 Paolo Solaroli di Briona. Un sarto novarese tra India e Risorgimento,
    di TOMASO VIALARDI DI SANDIGLIANO

Recensioni / Reviews
1 VIRGILIO ILARI, Scrittori Militari Italiani dell’età moderna.
    Dizionario bio-bibliografico 1410-1799 [di DENISE ARICÒ]
2 MICHEL PRETALLI, Penser et dire la ruse de guerre. De l’Antiquité à la
  Renaissance [di WILLIAM BONACINA]
3 IOANNA IORDANOU, Venice’s Secret Service. Organizing Intelligence in the
    Renaissance [di FRANCESCO BIASI]
4  FRÉDÉRIC CHAUVIRÉ, The New Knights: The Development of Cavalry
    in Western Europe, 1562-1700 [di LUCA DOMIZIO]
5 ILYA BERCOVICH, Motivation in War The Experience of Common Soldiers
    in Old-Regime Europe [ROBERTO SCONFIENZA]
6 LUCA GIANGOLINI,  L’esercito del papa. Istituzione militare,
    burocrazia curiale e nobiltà nello Stato della Chiesa (1692-1740)
    [di GIAMPIERO BRUNELLI]
7 ELINA GUGLIUZZO e GIUSEPPE RESTIFO, Una battaglia europea.
    Francavilla di Sicilia 20 giugno 1719 [di MARIAGRAZIA ROSSI]
8 ARON WEISS MITCHELL, The Grand Strategy of the Habsburg Empire,
  1700-1866. A    Study In Interstitial Time Management
  [di EMANUELE FARRUGGIA]
9 MARIO CORTI, Italiani d’arme in Russia. Artigiani, ingegneri, ufficiali
  in un esercito straniero (1400-1800) [di VIRGILIO ILARI]
10 CRISTIANO BETTINI, Come progettavano i velieri. Alle origini
    dell’architettura moderna di navi e yacht [di MARIO ROMEO]