Venetian History

Since XV century till the end of Venetian Republic Lombards were the ruler of building industry in Venice. Their <<botteghe>> produced pietra d'Istria capitals, architectural details but several of them were also original architects in touch with novelties from Florence, Urbino or Milan.

"Cos’era Udine agli occhi di un cividalese del Quattrocento, se non una ‘neonata’ irriverente? Partendo da questa domanda provocatoria, il saggio delinea lo sviluppo e la storia di Cividale durante il Medioevo da un’angolatura diversa: quella del conflitto latente che la contrappose a Udine per la maggior parte del tempo.

Come sottolinea il titolo del saggio, si tratta di un percorso che inizia in età tardo antica, quando ‘Forum Iulii’ strappò ad Aquileia la palma di capitale, e si conclude al tramonto del Medioevo, quando quella che ormai si chiamava ‘Civitas Austriae’ cedette il primato a Udine.

Dapprima come ‘forum’ romano, quindi come ducato longobardo, e più oltre, in età carolingia, quando è attestata l’esistenza di una scuola capitolare, nei secoli centrali del Medioevo Cividale del Friuli crebbe fino a divenire la sede prediletta dei patriarchi aquileiesi. E fu proprio il rapporto con alcuni presuli – in particolare da Bertoldo di Andechs Merania in poi – a contrapporre l’antica ‘città ducale’ alla nuova ‘terra’ di Udine. Un continuo rivaleggiare che non si esaurì nemmeno con la sottomissione a Venezia (1419-21) e che, anzi, inseguì i primati già nella decorazione delle insegne che celebravano la Serenissima."

This is the comprehensive presentation of the first results of several years of research of the official participants lists of the Bilderberg conferences. I decided to publish it here so everyone can do his own research based on this preliminary database of all participants from almost 65 years of Bilderberg conferences. Feel free to draw your own conclusions. Peace <3

An annotated edition of "La causa e gli effetti", a late 18th century anti-Masonic text. The text was written probably by a priest or other member of the Catholic hierarchy. The text contains a detailed description of the destruction of Venice's last Masonic lodge together with lots of information about other freemasonic groups in the peninsula

Italien als Vorbild.Ökonomische und kulturelle Verflechtungen europäischer Metropolen am Vorabend der 'ersten Globalisierung' (1300-1600)
Internationale Jahrestagung des Mittelalterzentrums „Forum Mittelalter“
der Universität Regensburg in Verbindung mit dem     
DFG-Graduiertenkolleg 2337 „Metropolität in der Vormoderne“ 
15. - 17. November 2018, Regensburg

This essay investigates the role of the glass business in shaping the identity of glassmakers in Renaissance Venice. First, it re-examines the debated issue of secretiveness, highlighting the role played by immigration and emigration, and stressing how mobility affected the intersection between secrets and the creation of a distinctive identity. It then focuses on trade, examining the role played by the Venetian high political bodies in protecting a manufacturing that became a matter of state. It argues that thanks to government protection the participation of glass entrepreneurs in commerce did not need any formal branding, yet only to be recognized as “Venetian.” Lastly, the case study of the Bortolussi family shows the strategies of those glassmakers who tried to ascend to a superior social status, that of Venetian “cittadini originari.”

Libri, biblioteche e librerie sono degli ottimi specchi attraverso i quali cogliere l'evoluzione di una società e dei suoi cambiamenti. Le raccolte librarie permettono di leggere i mutamenti che caratterizzano il ruolo dei ceti dirigenti e del complesso mondo dei professionisti sui quali si regge il governo non solo di un regno, ma anche di una città, di un convento o di un feudo.
Books, libraries and bookstores are good mirrors through which to grasp the evolution of a society and its changes. The library collections allow you to read the changes that characterize the role of the ruling classes and the complex world of professionals on which governs not only a kingdom, but also a city, a convent or a feud.

La rivista "Venetica" propone un appropriato approfondimento sui Congressi italiani degli scienziati (1839-1847) ospitati nel Veneto asburgico (Padova 1842 e Venezia 1847) in un'ottica non localistica ma di localizzazione degli svolgimenti di un'istituzione "anomala" di una nascente comunità scientifica trasversale ai vari Stati preunitari.

U radu je analizirana rukopisna karta srednje i dijela sjeverne Dalmacije nepozna-tog autora, nastala, po svoj prilici, u prvom desetljeću 16. stoljeća. Ta je karta naj-stariji sačuvani detaljni prikaz neke hrvatske regije, a pohranjena je u Državnom arhivu u Veneciji (Archivio di Stato di Venezia). Analizom geografskih i toponoma-stičkih podataka koji su u nju ugrađeni te korelacijom tih podataka s arhivskim vrelima i drugim ranonovovjekovnim kartama, utvrđeno je da je ona što se tiče kvantitete i kvalitete sadržaja činila značajan iskorak u vizualizaciji prostorne stvar-nosti. Stoga je riječ o dragocjenom kartografskom spomeniku, nezaobilaznom za povijesno-geografska istraživanja Hrvatske i Jadrana kao arene višestoljetne vojno-političke konfrontacije Mletačke Republike, Ugarsko-Hrvatskoga Kraljevstva (od 1527. pod vlašću habsburške dinastije) i Osmanskoga Carstva. Ključne riječi: karta, Dalmacija, Hrvatska, Mletačka Republika, 16. stoljeće This paper analyses the manuscript map o...

I rapporti tra la repubblica di Venezia e il regno di Napoli durante il regno di Ferrante d’Aragona (1458-1494) non furono mai positivi. Una piccola eccezione si registrò negli anni dal 1470 al 1473, quando la minaccia dei Turchi a est aveva contribuito a far convergere alcuni obiettivi politici delle due potenze italiane. L’apice della concordia tra Venezia e Napoli fu raggiunto nel 1471, quando fu stipulato un accordo di carattere difensivo tra le due, finalizzato alla lotta comune contro la Sublime Porta.
Improvvisamente e in maniera piuttosto brusca, però, l’alleanza si spezzò nel 1473; la causa di ciò fu l’insorgere di una nuova rivalità tra Ferrante e Venezia, stavolta divampata in seguito a quella che venne poi definita la “Questione di Cipro”.
Nel 1464 la regina dell’isola, Carlotta di Lusignano, era stata detronizzata dal fratellastro, Giacomo II, che, una volta cinta la corona, si affrettò a ricercare alleati per consolidare il proprio status. Trovò in primis la Serenissima, che, vista la posizione di Cipro, baluardo d’Occidente rivolto verso l’Oriente, propose a Giacomo II un matrimonio veneziano, in modo da vincolare a sé l’isola.
Nel 1472, dopo lunghe trattative, Caterina Corner, appartenente a una delle famiglie più in vista del patriziato veneziano, divenne regina di Cipro. Il successo della repubblica di San Marco non poté che scontentare Ferrante, timoroso della crescita di autorità dei Veneziani nel Mediterraneo orientale. Il malcontento fu causato anche dal fatto che, prima di concludere le proprie nozze con la veneziana, Giacomo II si era rivolto a Napoli e aveva considerato l’idea di prendere una moglie aragonese.
Dal momento che Giacomo II, a causa della detronizzazione di Carlotta, era di fatto un usurpatore, una sua successione non sarebbe stata priva di contese: proprio in quest’ottica, il sovrano aragonese si impegnò per organizzare le nozze di una figlia di Giacomo, Carlotta, e un suo figlio naturale, Alfonso; in questo modo voleva creare una linea dinastica parallela e rivale a quella veneziana, alla quale appoggiarsi per rivendicare il trono di Cipro in caso di morte prematura del sovrano.
E questo fu quanto accadde a luglio del 1473, quando Giacomo II venne a morte e, in mancanza di sue disposizioni testamentarie chiare, scoppiò il caos nell’isola.
La “Questione di Cipro” si trascinò con fasi alterne, congiure, assassini e minacce da una e dall’altra parte fino ai primi mesi del 1474, quando l’isola era ormai in mano ai Veneziani.
Mentre le cronache veneziane, a partire da quella di Domenico Malipiero, narrano con dovizia di particolari il succedersi degli avvenimenti sull’isola cipriota, le principali opere cronachistiche napoletane li tacciono; se questo sia causato dal fallimento della politica aragonese non è dato sapere. Ad ogni modo è napoletana la figura protagonista di questa questione, il re Ferrante d’Aragona. Contrapposto alla pluralità di soggetti dai quali sono formate le istituzioni veneziane, il sovrano aragonese è il vero fautore dell’iniziale successo e poi della definitiva sconfitta di Napoli nella corsa al possesso di Cipro.
Da tre diverse fonti diplomatiche quattrocentesche è possibile ricostruire la memoria della figura di Ferrante in questa circostanza: dai dispacci di Leonardo Botta, oratore sforzesco a Venezia, da quelli di Francesco Maletta, collega di Botta operante a Napoli e da quelli di Zaccaria Barbaro, ambasciatore veneziano alla corte aragonese.
Tramite le lettere di ognuno di loro è giunto fino a noi un ricordo peculiare del sovrano, nato dalle esperienze personali dei tre ambasciatori e dal loro rapporto, più o meno diretto, con la corte aragonese durante i fatti del 1473; infatti, se Maletta, vista la sua qualità di residente a Napoli, ebbe modo più volte di dialogare direttamente con Ferrante, cosa che fece anche Barbaro, la memoria di Ferrante che traspare dai dispacci di Botta, che risiedeva presso la rivale Venezia, rimase sempre astratta e indiretta, poiché filtrata dalle testimonianze che l’oratore riceveva in Laguna o dalle lettere del suo signore, il duca di Milano.
Accompagnata dal constante riferimento alle cronache veneziane, questa vuole essere la ricostruzione delle memorie, talvolta discordanti tra loro, che questi diplomatici hanno lasciato del sovrano di Napoli, grande protagonista della “Questione di Cipro”.

The territories of Methoni (Modon) and Pylos (Navarino) were jointly administered by the Ottoman authorities from AD 1500 to 1686, when Venetian forces recaptured them. The Venetian authorities immediately undertook a programme of mapping, to which it is likely that this map, drawn by Francisco de Fabretti, dating between 1690 and 1700, belongs.

In the paper, based on sources – written documents of Venetian military administration, the author analyses Venetian territorial military organisation in Dalmatia (and Boka) in the period between the beginning of the Morean War and the end of the Second Morean War. The author analyses original material within the context of the results of modern historiography regarding early modern European warfighting. In wars fought against the Ottomans, in addition to professional units, in the organisation of which the state relied on military entrepreneurs, Venetian Republic defended its eastern Adriatic lands by the help of territorial militia units, which are in sources referred to as cernide, krajine and ordinanze. Though these were only auxiliary combat units, they facilitated Venetian victories on Dalmatian battlefield to a high extent. Furthermore, Venetian territorial military organisation in Dalmatia and Boka overlapped to the most part with administrative mechanisms through which central authorities endeavoured to integrate into their maritime empire numerous communities, which had in the studied period begun to acknowledge Venetian sovereignty. Several of its structures were thus points where interests of central authorities and local elites evidently came into contact and overlapped.

Il contributo presenta un lungo e interessante inventario di Villa Sardi a Rorai Grande di Pordenone, datato 1763. L’abitazione signorile, probabilmente cinquecentesca, dopo vari cambi di proprietà dieci anni prima era passata, insieme con l’annessa chiesetta di San Bernardino e un antico battirame (maglio), dalla nobile famiglia veneziana dei Lombria ai Sardi, anch’essi veneziani, forse discendenti
dell’architetto Giuseppe. L’inventario ci restituisce con grande precisione gli interni dell’edificio, nel quale erano presenti moltissimi oggetti, mobili, arredi, utensili domestici, quadri, attrezzi da lavoro e suppellettile religiosa.

The present paper provides an extensive and valuable inventory dated 1763 of Villa Sardi in Rorai Grande di Pordenone. This allegedly 16th-century manor went through several changes in ownership. Ten years prior to the inventory, the manor was transferred by the Lombria, a noble Venetian family, to the Sardi, also from Venice and possibly descending from architect Giuseppe Sardi, together with the attached small church of San Bernardino and an old copperwork. The inventory provides a truthful insight into the interiors of the manor, listing many items including furniture, furnishings, household goods, portraits, tools and religious material.

Anche la libertà dei sensi, celebrata da Giacomo Casanova nell’ultima Venezia, ha una storia che va oltre la narrazione compiaciuta del carnevale, delle maschere, delle cortigiane e dei cicisbei. Immagine simbolo di un secolo, l’indebita ricerca di un piacere deviante dai confini procreativi e coniugali portava con sé il pericolo reale, antisociale, di un modo di vivere e di pensare in contrasto con i fondamenti morali dell’antico regime. Quando nel 1789 a candidarsi a ultimo doge della Serenissima fu Alvise v Sebastiano Mocenigo (1726-1795), un uomo tacciato di vivere apertamente una simile libertà, le reazioni dei più conservatori non si fecero attendere. Attraverso i dispacci delle corti europee, i pamphlet e i processi che il patrizio veneziano dovette subire, questo libro ricostruisce per la prima volta per intero la sua vita: dalle prestigiose ambasciate ricoperte a Madrid e a Parigi al disonore della condanna per sodomia che lo avrebbe portato a essere ricordato come un “doge infame”.

An analysis of the minting and coin circulation data in the famous oration and a refutation of its use as a reliable statistical source. To cite this article: Alan M. Stahl (1995) The deathbed oration of doge mocenigo and the mint of venice, Mediterranean Historical Review, 10:1-2, 284-301; also published as Inter-Cultural Contacts in the Medieval Mediterranean, Essays in Honor of David Jacoby, ed. Benjamin Arbel.

Durante os séculos XII e XV, a Europa Ocidental assistiu à formação de seus primeiros estados territoriais, cuja dinâmica foi acompanhada pela reintrodução de instrumentos monetários e pela própria recuperação da sua vida econômica em geral. O objetivo deste livro é reinterpretar o processo de remonetização européia a partir dos desafios e dilemas próprios das guerras da época, cuja geografia monetária resultante moldou as possibilidades de enriquecimento acelerado.
Nesse contexto, a história veneziana tem muito a contribuir. Por um lado, evidencia o papel decisivo dos conflitos e da geografia política na abertura das oportunidades para a a sua acumulação de riqueza. Por outro, por ser uma cidade tão dedicada aos jogos mercantil e financeiro, sua história permite elucidar questões monetárias próprias do medievo, além de tornar clara a natureza cartal e expansiva de sua moeda.

The essay narrates of the birth of historiography about the Serenissima since the second decade of nineteenth century until the first years of the following century. The historiography deals with myth and anti-myth. And particularly the first is divided in weak, celebrative and strong myth.

Uno studio approfondito su Reitia, la somma dea dei Veneti, scoprendo le analogie con le dee solari del Nord-Europa. Attraverso mito e archeologia nuove concezioni ampliano gli orizzonti dell'antropologia dei Veneti antichi. Nove pagine di bibliografia internazionale.

A little-known series of three immense spalliere on the Abduction of Helen (Walters Art Museum) can now be identified as Venetian, ca. 1468 for the wedding of Caterina Corner with the King of Cyprus, by Dario di Giovanni (Vasari's Dario da Treviso), and the reflection of a performance of theatricals on the abduction of Helen that would have accompanied the wedding, possibly the earliest known representation from the history of Venetian  theater. The paper addresses the environment in Padua in the 1440s, and the school of Squarcione, where Dario and Mantegna were said to be rivals,  the adaptations of Roman sculpture to be seen there including the source for the  earliest classical nude Venus in Venetian art,  as well as the importance of the myth of Trojan ancestry for Venice and the significance of the marriage for the Corner and for Venice. Other essays in the volume reveal important factors of the series original appearance including the remarkable use here of Pressbrokat for a domestic commission.

This essay shows the provenance for one of Arthur Streeton’s greatest paintings, The Grand Canal (1908) which has not been featured in major Streeton publications of the late nineteenth century, or twentieth century, because it has been out of public circulation for up to 84 years. This paper is the longer version of the three published articles.

This volume in the series Lives of the Artists collects the major writings about Titian (c. 1488-1576) by his contemporaries and near contemporaries. The centrepiece is the biography by Vasari and includes the marginal annotations to Vasari by Annibale Carracci, which had never before published in English. The volume also presents for the full English translation of a selection of letters and poems by Pietro Aretino; Carlo Priscianese's full account of a dinner party with Titian, and the contributions by Speroni Speroni and Ludovico Dolce, round out the picture of this hugely thoughtful, intellectual artist, whose paintings remain some of the most sensual and affecting in all of Western art.
Mostly unavailable in any form for many years, these writings have been newly edited for this edition, including the identification of works and people mentioned in each text.