Storia Locale

Qui si propone la prima edizione critica del volume iniziale relativo all’inedita Raccolta di memorie storiche per Maiori di Luigi Staibano. L’intento del presente lavoro è garantire la piena e immediata fruibilità di una fonte storica dimenticata ma preziosa per l’intera Costa d’Amalfi. La Raccolta di memorie ha vissuto un processo editoriale complesso e travagliato che non è stato mai portato a termine dall’autore. Nella presente edizione si tiene conto di queste difficoltà, segnalando i punti critici del testo con aggiunte a piè di pagina. Al volume  precede una parte introduttiva ove vengono raccolte tutte le fonti reperibili sul
profilo dell’autore. La ricerca è stata approfondita e sistematizzata con il recupero di documenti d’archivio riportati in appendice. Nella scheda di presentazione, inoltre, si propone il primo studio araldico sul blasone della famiglia Staibano. Quindi, oltre che sul valore dell’opera, si richiama l’attenzione sull’autore e sulle sue umane contraddizioni.

La ricerca toponomastica applicata alla ricerca storico-urbanistica rappresenta un valido strumento per diverse branche del sapere.
I nomi propri dei singoli luoghi conservano una traccia della propria origine.
Numerosi i nomi di contrade e frazioni abruzzesi che sono dei gioielli toponomastici. Abbateggio, Cappelle sul Tavo, Elice,  Lettomanoppello,  Moscufo, Pescara, Penne, Pianella, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Serramonacesca, Spoltore e tante altre località trattate nell'articolo.
I glottologi devono possedere competenze molto vaste per scandagliare il passato.
Le trascrizioni arbitrarie sono pesanti inesattezze e costituiscono veri e propri falsi storici.
La contrada Marchegiani o Marcheggiani viene chiamata dal popolo 'a le Marchesciane', famiglia stanziata a Pianella tra il XVIII ed il XIX secolo che ha dato il nome, toponimo alla Fontana e ad una contrada di Pianella.

Breve storia locale corredata da fotografie. Giovanni Concubleth, il suo testamento, San Pietro Spina di Ciano e Fra' Gerasimo, San Lorenzo di Arena. Antichi mulini ad acqua di Dasà.
Salendo in direzione Arena, usciti dall’abitato di Dasà, e proseguendo per circa trecento metri vi è, sulla destra, una fetta di terreno denominato nel dialetto dasaese Mastrufuanzu.
Luogo conosciuto nel paese di Dasà per le tre fontane d’acqua corrente, proveniente dal soprastante monticello, che un tempo erano presenti - prima dell’apparire delle fontane pubbliche nel paese – e fornivano l’acqua necessaria agli abitanti dasaesi per le loro primarie esigenze.
Con l'avvento delle fontane pubbliche nell’abitato, l’acqua si prelevava dalle tre fontane di Mastrufuanzu soltanto in estate poiché era fredda; questo al tempo in cui non esistevano ancora in paese i frigoriferi e le acque minerali.
A tal proposito mi piace inserire, in queste righe di storia locale, una datata poesia dialettale intitolata “Vecchia fontana” di Giuseppe Bruni proposta nel gruppo Facebook Dasà nel cuore (2020). Dipinti di Mike Arruzza.

L’esperienza didattica del Liceo Scientifico “G. Galilei” di San Donà di Piave ha mostrato come lo strumento del laboratorio storico, inteso come un’attività di ricerca che mette in connessione storia generale e storia locale e che porta alla produzione attiva di contenuti, può rivelarsi una possibilità interessante nell’incontro tra l’acquisizione di conoscenze e lo sviluppo di abilità e competenze sulla storia, oltre che nello sviluppo di strumenti fondamentali per la comprensione della complessità presente. Così come è stato sviluppato negli anni dai docenti del Liceo, in particolare nell’esperienza sulla Resistenza e in quella sul “miracolo economico”, il laboratorio dà anche la possibilità di mettere in connessione la scuola con la comunità, la quale diventa oggetto di analisi, ma anche destinataria del lavoro degli studenti.

Orvieto Luogo delle acque. Il reticolo idrografico superficiale del pianoro orvietano. I fossi che scorrevano e solcano il plateau fino al bordo delle rupi: salti e cascate; sorgenti e fonti. Una rapida anlisi dell'evoluzione idrogeomorfologica della mesa rupestre di Orvieto.

(«Archivio Storico di Belluno Feltre e Cadore», a. 74 (2003), n. 321 (gennaio - aprile), pp. 35-49).
Si ricostruisce in buona parte la vicenda biografica e l'attività di Valentino Zuliani Porta di Ferro, vissuto tra il 1679 e il 1754, la cui famiglia era originaria di Perarolo di Cadore ed in seguito, arricchitasi, si trasferì a Ceneda, nel palazzo ora di proprietà della Curia Vescovile di Vittorio Veneto. Fonti documentarie attestano che sistemò l'organo del sec. XVII nella chiesa di S. Nicolò a Perarolo di Cadore, costruì l'organo della chiesa di S. Giustina ad Auronzo di Cadore e fu chiamato successivamente a spostarlo in altra posizione del medesimo edificio (poi sostituito dall'organo di Gaetano Callido); collaudò inoltre l'organo della chiesa di S. Martino di Valle di Cadore dopo il restauro operato dall'organaro Giacomo Prosdocimi, sistemò l'organo della chiesa dei SS. Simone e Giuda Taddeo di Borca di Cadore. Nessun suo strumento è oggi esistente.

Il Cardinale Nicholas Wiseman, figura di spicco nei rapporti tra l'Inghilterra e lo Stato Pontificio nell'800 e autore del romanzo "best seller" Fabiola, aveva una passione innata per Monte Porzio Catone, paese nei pressi di Roma dove passò le estati della sua giovinezza in qualità di studente e poi rettore del Venerabile Collegio Inglese di Roma. Il testo analizza la ricorrenza del paese dei Castelli Romani nei testi e nei ricordi del Cardinale.

La Stazione Sperimentale di Batteriologia Agraria di Crema,
nata nel 1914 divenne presto un centro d’eccellenza riconosciuto a livello nazionale. Merito dei risultati ottenuti va in gran parte al dott. Franco Samarani che, grazie al suo ingegno e al suo intuito, portò il laboratorio cremasco a risultati che contribuirono al progresso agricolo sia in Italia che all’estero.

This article explores the development of a municipal welfare state in post-war Milan. Looking at developments from a municipal level has interesting implications for the current historiography of the Italian welfare state which is less attentive to regional variations. The article shows how certain cities were able to develop local provision based on municipal rather than national strategies.
Here on Academia you can read the introduction.
You can find the article at this link:
http://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/20514530.2015.1101290?journalCode=yjrl20

Vengono qui presentati, in forma compendiata, i risultati di una ricerca – storica e d’archivio - di oltre un quinquennio che ha consentito agli autori di raccogliere i dati biografici e militari relativi agli oltre 1300 reduci Carraresi della prima Guerra Mondiale (riguardanti i paesi di Carrara S. Giorgio e Carrara S. Stefano in provincia di Padova, dal 1995 unificati nel nuovo comune di Due Carrare). Le singole schede personali, in forma estesa e completa, saranno trasmesse ai ricercatori previa motivata richiesta agli autori.

Il saggio presenta la ricostruzione della storia di una delle chiese barocche più belle della città di Foggia, la chiesa del Purgatorio, oggi chiesa della Misericordia, attraverso l'analisi di alcuni documenti d'archivio. Interessante è anche la documentazione sulla macchina dell'altare marmoreo, e dell'organo settecentesco di Fabrizio Cimino di scuola napoletana.
[qui allegata è una bozza di stampa!]

“La chiesa di S. Maria in Canonica dalle origini alla consacrazione del 1603”, in “Studi e memorie per Lovanio Rossi”, a cura di Curzio Bastianoni, (Biblioteca della «Miscellanea Storica della Valdelsa», n. 24) Castelfiorentino, Società Storica della Valdelsa, 2011, pp. 353-373.

Il saggio ricostruisce le vicende dalla chiesa parrocchiale di S. Comizio, dalla sua origine alle ristrutturazioni dei primi anni del XX secolo. Si possono trovare anche notizie sulla Confraternita di S. Carlo Borromeo, che nella chiesa di S. Comizio operava, e su alcune opere d'arte sacra, come la Moadonna di Costantinopoli, la tela raffigurante san Comizio.

Cassaro, borgo medievale sugli Iblei, raso al suolo dal sisma del 1693, è una piccola cittadina a impianto urbanistico ortogonale/reticolare. Ricostruita subito dopo il terremoto, poco più in alto del vecchio sito, occupò l'area adiacente a una chiesa cinquecentesca intitolata a San Pietro in Vincoli.
  Scopo di questo saggio, è il tentativo di fare luce su quanto si ipotizza da tempo, ovverosia che l'antica costruzione religiosa, situata sull'altura e distrutta dalle micidiali scosse telluriche, fosse posizionata in maniera differente rispetto a quella che sarà poi eretta sulle sue rovine. Pertanto, l’attuale edificio sacro, realizzato nei primi trent'anni del Settecento, seguirebbe un orientamento perpendicolare al primo, volto cioè verso l'allora città nascente, quasi a rassicurare i pochi superstiti ancora atterriti dall'immane catastrofe.

The paper, through a figural reading following Auerbach’s model, aims at discovering the hidden sense of the sin punished in the third round of the seventh circle of Dante’s Inferno. In analogy with the episode of Paolo and Francesca and that of Ulysses, in which Dante atones even for his own sins, the meeting with his teacher Brunetto Latini, whose speech is all focused on the relationship between politics and morality, is for Dante an opportunity to rethink his political commitment and switch from a position of politically engaged intellectual to an intellectual judging politics. Information in our possession about homosexuality of Brunetto Latini and his fellow prisoners, Priscian, Francesco d’Accorso and Andrea de’ Mozzi is also briefly discussed. At the end of the paper the author considers the issues likely to be developed in a classroom lecture regarding the XV canto.

L'articolo esamina la leggenda metropolitana del fantasma di un cavaliere senza testa, avvistato nel Parco Castello di Novi Ligure. Questa leggenda è diventata popolare negli ultimi vent'anni, arricchendosi di dettagli nel tempo. L'autore non crede nei misteri, ma usa l'opportunità per analizzare come nasce e si sviluppa una leggenda urbana, e per giocare con la storia locale, immaginando a chi potrebbe appartenere la testa recisa del cavaliere.

La leggenda ha iniziato a diffondersi su un blog chiamato "Fantasmi e Misteri" e successivamente ha attirato l'attenzione della stampa locale e degli "esperti di misteri". Diversi testimoni hanno riportato avvistamenti del fantasma, contribuendo alla sua notorietà. L'autore riflette anche sul potenziale turistico di questa leggenda e sulla sua capacità di suscitare interesse per la storia reale di Novi, in particolare la figura di Paolo da Novi e i conflitti storici con la famiglia Fregoso.

Per ragioni storiche profonde ogni centro abitato,
anche il più minuscolo, ha in Sardegna un rapporto
organico profondo con il proprio territorio e presenta
sempre peculiarità culturali che meritano di essere
rivitalizzate. La ricerca storica può far molto per evidenziare
questi profili di identità ai fini di una loro
valorizzazione nei progetti di sviluppo locale. Nel
caso di Setzu questo libro si sforza anche, a tal fine,
di ri-costruire le trame più antiche delle solidarietà
che lo hanno legato ai comuni vicini e all’intera Marmilla.