Ottocento

"Itinerari del Mercato Artistico. Collezionisti, antiquari e intermediari da Napoleone all'Unità", Online/Università degli Studi di Trento, 7-8 giugno 2021

Il fiorente mercato artistico nel periodo intercorso tra l’ascesa napoleonica e l’Unità d'Italia, alimentato dalle requisizioni e dalle soppressioni, dalla dispersione di antiche collezioni aristocratiche e dalla formazione di nuove raccolte, attende ancora di essere indagato in una prospettiva che confronti le diverse realtà negli Stati dell’Italia preunitaria.

Gli itinerari tracciati da dottorandi e dottorande, ricercatori e ricercatrici in occasione di queste giornate di studio si snoderanno attraverso meccanismi e vicende del gusto, del collezionismo e del mercato artistico nella prima metà del XIX secolo. I protagonisti saranno sia note sia inedite figure di collezionisti, mercanti e intermediari attivi entro e oltre i confini degli stati preunitari.

Le giornate di studio, a cura di Valeria Paruzzo e Sara Tonni, sono organizzate nell’ambito del neonato Laboratorio CoMe800 – Collezionismo e Mercato artistico nell’Ottocento.

L’evento si svolgerà online sulla piattaforma Zoom. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti, previa registrazione obbligatoria dal 24 maggio al 6 giugno, fino alle ore 12.00 attraverso il link: https://webapps.unitn.it/form/it/Web/Application/convegni/itinerariMercatoArtistico

Per ulteriori informazioni: lab.come800@gmail.com

New archival documents on Felice De Vecchi and the villa constructed on his demand in 1853 by the joung architect Alessandro Sidoli, professor in Perspective at the Accademy of Brera, allowed the Author to recon- struct the adventourous travel in Orient (since 1841) by Felice De Vecchi, travel which is at the basis of the exoteric choises for the project design. This is, for our Review, the occasion to firmly relaunching the appeal to not leave fur- ther deteriorating such important material document, on which since 1990 we have been recalling the attention (till now without success) of the institutions.

Il Cardinale Nicholas Wiseman, figura di spicco nei rapporti tra l'Inghilterra e lo Stato Pontificio nell'800 e autore del romanzo "best seller" Fabiola, aveva una passione innata per Monte Porzio Catone, paese nei pressi di Roma dove passò le estati della sua giovinezza in qualità di studente e poi rettore del Venerabile Collegio Inglese di Roma. Il testo analizza la ricorrenza del paese dei Castelli Romani nei testi e nei ricordi del Cardinale.

_The Physiology of Love and Other Writings_ is the first English annotated collection of Mantegazza’s selected works. In my extensive introductory essay, Mantegazza’s hybrid contributions from fiction, travel-writing, and ethnography to physiology, medicine, and politics are reevaluated as instances of a proto-cultural-studies approach attuned to the cross-fertilization of disciplines and the circulation of ideas in a period of European intellectual history that defied the notion of specialization.
Table of contents:
The Physiology of Love
And Selections from:
On The Hygienic and Medicinal Virtues of the Coca Plant and on Nervine Nourishment in General
One Day in Madeira
A Voyage to Lapland with my Friend Stephen Sommier
India
Epicurus: Essay in a Physiology of the Beautiful
The Neurosic Century
The Tartuffe Century
Head: Or, Sowing Ideas to Create New Deeds
Political Memoirs of a Foot Soldier in the Italian Parliament
The Year 3000: A Dream
The Psychology of Translation

Il periodo definito ordinariamente di transizione dall'ancien régime
all'epoca contemporanea, oggetto di nuova attenzione da parte
della demografra storica italiana, risulta ancora più interessante se si
precisano i suoi termini "geografici"; ad esempio, se si localizza la fase
della vicenda demografica dell'Italia meridionale.

Questo lavoro nasce dalla volontà di ripercorrere, in poche pagine, la vita dell'artista olandese attraverso una selezione di opere meno conosciute.
Quando Van Gogh decise che sarebbe diventato artista, nessuno, e tanto meno lui stesso, immaginava celasse uno straordinario talento artistico. Tuttavia in un arco di tempo, sorprendentemente breve, Vincent si trasformò da principiante maldestro in artista vero e proprio.

The femme fatale is the icon of a boundless pleasure: with her means of seduction she becomes a craftswoman of irrepressible passions and destroys the male ego. The following contribution traces a linear path that describes the genesis, the role and the context in which the femme
fatale is born, lives and works in D’Annunzio’s works.

Presso l'Archivio Centrale dello Stato è consultabile il fondo "ASSE ECCLESIASTICO", costituito da una serie di verbali di prese di possesso dei beni ecclesiatici sotto l'ex Stato Pontificio e passati al demanio statale dopo l'unificazione. Le province consultabili sono quelle di: Aquila, Benevento, Brescia, Salerno, Siracusa, Udine.

El articulo analiza tanto la biografía como las obras, en especial las vinculadas a las colecciones del Prado, de los escultores Felipe Moratilla (Madrid, 1827 -­1908/93) y Agapito Vallmitjana Barbany (Barcelona, 1830/3­ - 1905). Profundiza en todas las obras que posee el Museo, y en particular en la inspiración y versiones del Cristo yacente de 1872 del Museo del Prado que se localizan en la capilla-panteón de Comillas, en la Cofradía del Santo Sepulcro de Pamplona, y  en la capilla de la Virgen de Montserrat de la catedral de San Pedro de Vic

https://www.museodelprado.es/coleccion/artista/moratilla-parreto-felipe/c9157e9a-9044-47bd-a590-112bbab15eab?searchMeta=moratilla

https://www.museodelprado.es/coleccion/artista/vallmitjana-barbany-agapito/c8f90e3b-12ff-451b-8e68-b680dfd41049?searchMeta=agapito

Tra fine '800 e inizi '900 il potere politico savese era conteso tra le due fazioni dette  Milampi e Spuntuni. La rivalità tra questi due schieramenti raggiunge un suo apice cruento nel 1908, anno in cui avviene una sanguinosa rissa che sfocia in tragedia presso il piazzale della antica chiesa di Pasano. La storia della annosa faida tra Milampi e Spuntuni è contornata oltre che da avvenimenti politici, da storie d'amore e di passione, dai canti dei cantastorie che ricostruiscono in versi e in forma epica gli avvenimenti, e dalle cronache dei giornali dell'epoca più o meno parteggianti per l'uno o l'altro schieramento.

Esiste un Gotico autoctono nell'Italia del diciannovesimo secolo, una rielaborazione locale di forme e modelli inglesi - un Gotico "sotto il sole", per così dire? Nel suo breve saggio Francesca Saggini affronta questo argomento molto dibattuto facendo valere la presenza di chiari motivi e strutture gotici in diversi romanzi italiani, da I promessi sposi di Alessandro Manzoni (1827), a Le avventure di Pinocchio (1883) di Carlo Lorenzini (Collodi). Il percorso del Gotico italiano si chiude con i discorsi antirazionalisti e antiscientifici fioriti alla fine del secolo e modalità ermeneutiche come lo spiritismo, il mesmerismo e l'occultismo, sempre più di moda nella stampa popolare. Il saggio include una disamina del tutto inedita sui vampiri italiani dell’Ottocento, che non smisero mai di affiorare anche all’ombra del nostro sole nero.

Nel clima della Restaurazione, il conte Claudio Boschetti e la consorte Teresa Bertolini Cataldi furono personalità d’indubbio spicco della realtà culturale modenese, per importanza delle committenze e per il gusto informato di cui furono espressione; nel novero dell’aristocrazia, locale e non solo, si distinsero come veri arbitri nelle scelte estetiche della corte, nella quale godevano di ruoli eminenti e strategici, assecondando e rafforzando la politica culturale austro-estense. Un fondamentale capitolo della committenza dei conti Claudio e Teresa Boschetti è
costituito dalla ristrutturazione del palazzo avito di corso Canalgrande, ora n. 84, noto per aver accolto la Banca d’Italia dal 1898 al 2008. La cultura figurativa della Restaurazione avrà in particolare nella contessa Teresa una personalità di mecenate e committente fra le più acute e informate. Importantissimo sarà l’episodio di ristrutturazione di un antico casino già Molza a Collegara, trasformato in una delle più eleganti sedi di villeggiatura della Restaurazione: la Villa Buonafonte, più nota come delle Cento Finestre. Il nome d’artista forse più illustre che ricorre nelle committenze della contessa Teresa è quello di Adeodato Malatesta (1806-1891), il celebre caposcuola emiliano, che ne fisserà le sembianze in un ritratto; ritratto “narrativo”, pervaso dall’atmosfera intimistica e confidenziale del biedermeier, che l'autore condivide con maestri quali l’austriaco George Waldmüller e il veneto Michelangelo Grigoletti, consegnando l’immagine della dama a quella dimensione internazionale, d’orbita austriaca, a cui ella stessa apparteneva.

Here, a specific episode of Foscolo’s study of Dante is set in a historical context : his first contact with « il padre nostro Allighieri », our father Alighieri, as told by Foscolo himself in the first lines of the fragment known as Della poesia lucreziana. The autobiographical reading that is usually provided of such passage fails to capture the full wealth of its implications. Inspired by some of Carlo Dionisotti’s methodological guidelines, completed by Giuseppe Indizio’s and Carlo Ginzburg’s ones,
the paper provides new documents about Foscolo’s Dalmatian years, with a focus on his mentor, Francesco Gianuizzi. The fragment acts as a tool to fruitfully investigate a broader area, halfway between biography and literary culture, than Foscolo’s words may suggest. Their ultimate meaning goes back to Vittorio Alfieri’s lesson, both in the image
that Foscolo wants to give of himself and in the choice of Dante’s appellation, ‘father’. Echoes of Alfieri’s appellation can be found in two of Foscolo’s texts, the ode A Dante and a passage from the Ortis, if read in parallel with sonnet liii from Alfieri’s Rime.

Il Catalogo ragionato delle opere di Ettore Tito (1859-1941) è frutto di un lavoro di ricerca diretto nel corso dell’ultimo quinquennio da Angelo Enrico e Francesco Luigi Maspes. Il progetto, finalizzato a un approfondimento della produzione del pittore di origini campane ma veneto d’adozione, segue il lungo percorso artistico di Tito, attraverso un arco cronologico che dai primi saggi, eseguiti durante il periodo di formazione presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, giunge fino al termine della sua attività, interrotta dalla morte nel 1941. Il catalogo, presentato da Fernando Mazzocca e corredato da apparati tecnici e da una biografia a cura di Silvia Capponi, si avvale della collaborazione di Anna Mazzanti e Paul Nicholls, i cui saggi consentono di approfondire e mettere in relazione la figura di Ettore Tito rispetto al vivace panorama artistico italiano e internazionale dell’epoca.

dal Convegno di studi L'ULTIMO DUCA. FRANCESCO V D'AUSTRIA ESTE, Modena 1 giugno 2019. La celebrazione dinastica fu la motivazione primaria delle committenze di Francesco V d'Austria Este (1819-1875), salito al trono agli inizi del 1846, a seguito della morte del padre Francesco IV. Tale celebrazione rinviene in pittura un capitolo assai cospicuo nella ritrattistica di Adeodato Malatesta (Modena 1806-1891), il rinomato caposcuola emiliano, sia per numero di esemplari, sia per altezza qualitativa, con saggi fra i più nobili del suo foltissimo catalogo. Si vogliono qui ricordare altre committenze austro-estensi dettate da questo spirito di propaganda politica. Così un noto dipinto che Malatesta realizza nel 1841 per Francesco IV, poi entrato in possesso di Francesco V e da questi ceduto allo Stato italiano: la Vestizione di Alfonso III d’Este in abito da cappuccino, di cui si sottolinea la ricerca filologica che sarà tipica della pittura storica di Malatesta. Seguiranno commissioni a vari esponenti dell'Accademia Atestina, diretta dall'artista, sostenuta della politica di promozione artistica del governo e dell'entourage di corte, anche mediante la Società d'Incoraggiamento per gli Artisti degli Stati Estensi. Il nome di Francesco V è legato a quella che è ritenuta "vera opera di culto nel panorama della pittura storica italiana":  l'enorme tela di Malatesta con La disfatta di Ezzelino da Romano a Cassano d'Adda. Si ricostruiscono poi episodi di committenza dei familiari del duca, sia per interessi collezionistici, sia per la devozione privata.

Massimo d’Azeglio è uno degli emblemi decaduti del Risorgimento: se nel clima postunitario era considerato uno dei personaggi simbolo della stagione dell’indipendenza e dell’Unità, oggi è più spesso ricordato per le sue perplessità sulla spedizione garibaldina e lo scetticismo variamente manifestato sull’integrabilità del Mezzogiorno al nuovo Regno d’Italia.
Scopo di questo libro, fondato in larga parte su un’analisi dei testi letterari e politici di d’Azeglio, è da un lato collocare l’opera di d’Azeglio nel suo contesto, riconoscendo i meriti della sua feconda attività di pubblicista senza nasconderne i limiti e le contraddizioni; dall’altro ricostruire le fasi del suo pensiero, dall’entusiasmo patriottico (e unitario) di prima giovinezza sino al disincanto delle prose mature: nella convinzione che l’Unità sia un valore e che ogni attività letteraria spesa per approssimarsi a tale valore debba essere storicizzata con rispetto.


... Importa piuttosto chiudere queste pagine con l’esortazione di d’Azeglio ad attuare attraverso una democrazia “reale” («Strade, scuole e libertà legale») l’Unità del Paese. Era l’intento che era stato del Cavour dei giorni migliori, del Nievo garibaldino e di tanti altri uomini che credettero nei valori del Risorgimento.

Indice del libro.
Introduzione

I. Tempo di romanzi
1.1 Il tempo dei cavalieri. Ettore Fieramosca
1.2 «Non siete forse tutti figli d’Italia ugualmente?»
1.3 Il tempo della storia. Niccolò de’ Lapi
1.4 «Al convito de’ popoli liberi»

II. diritti della nazione. Pensiero e attivismo politico
2.1. La «causa dell’indipendenza» (1846)
2.2 «Siamo Nazione! Nazione! Nazione!» (1848)
2.3 Il diritto di unirsi, il diritto di dividersi (1859-1861)
2.4 Questioni urgenti: sull’onda emotiva dell’Unità
2.5 «Fatta l’Italia, facciamo gli Italiani». Una frase da restituire a d’Azeglio

III. Nievo e d’Azeglio
3.1 Le «idee di Azeglio e di Balbo»
3.2 d’Azeglio, quale?
3.3 Nievo, d’Azeglio e il romanzo del Risorgimento
3.4 Tra il Niccolò de’ Lapi e le Confessioni: amor di patria e
religione civile
3.5 I contadini e l’utilità politica della religione
3.6 L’emancipazione degli Ebrei
3.7 Verso Sud. D’Azeglio, Carlino e Ippolito

IV. La questione nazionale nel libro de I miei ricordi
4.1 Una vulgata gravemente contaminata. Appunti per una
nuova edizione
4.2 La questione nazionale

Indice dei nomi

... Importa piuttosto chiudere queste pagine con l’esortazione di d’Azeglio ad attuare attraverso una democrazia “reale” («Strade, scuole e libertà legale») l’Unità del Paese. Era l’intento che era stato del Cavour dei giorni migliori, del Nievo garibaldino e di tanti altri uomini che credettero nei valori del Risorgimento.

Dopo l’esordio narrativo segnato da "Amore e Patria", per nulla intimorito dalle perplessità sollevate da Mario Torrisi, suo precettore in filologia classica, l’appena ventenne Giovanni Verga decise di cimentarsi ancora con il romanzo storico: nacque così, all’indomani della pace di Villafranca, il progetto de "I Carbonari della montagna", articolato in quattro volumi rimasti nel cassetto per qualche tempo e poi pubblicati a spese della famiglia.
Se nel primo romanzo lo scrittore aveva trovato ispirazione nella rivoluzione americana, qui il riferimento è alla complessa vicenda del Regno di Napoli nel primo decennio dell’Ottocento: oggetto della narrazione sono nello specifico le rivolte insurrezionistiche dei Carbonari calabresi decisi a rovesciare il regime di Murat (ossia di Napoleone) e riguadagnare il Regno ai precedenti sovrani, i Borboni.
Il testo va posto in relazione, come del resto le altre prove giovanili di Verga (il già citato Amore e Patria e il successivo Sulle lagune), con un gusto formatosi sui romanzi nazionali ed europei a forte carattere romantico; né è da passare sotto silenzio come ulteriori modelli operanti e in altra misura decisivi siano stati quelli offerti da Antonino Abate, precettore di Verga e autore nel 1850 del romanzo "Il Progresso e la Morte", e da Domenico Castorina, suo lontano parente da parte di madre e artefice del romanzo storico "I tre alla difesa di Torino nel 1706".

«Chiunque non abbia più legami nella vita deve venire a vivere a Roma. Là troverà per compagnia una terra che alimenterà le sue riflessioni», scrive Chateaubriand nella sua lettera a Fontanes del 1804. Superando il topos romantico delle notturne solitudini di Roma (topos di una città-paesaggio più che società viva, di uno spazio propizio all’intima poesia dell’io), superando anche la persistente tradizione critica di stampo liberale ed il marcato disinteresse, fino agli anni 1990, della storiografia italiana per la sociabilità romana, gli studi più recenti hanno sottolineato la necessità di non restringere l’animazione culturale di questa città cosmopolitica ai soli gruppi di scrittori o aristiti stranieri, e hanno dimostrato la porosità tra ceti di governo, patriziato romano ed élites internazionali. Il presente contributo mette in luce, attraverso alcuni percorsi individuali, il clima di effervescenza intellettuale ed estetica che caratterizza i luoghi d’incontro istituzionalizzati (accademie, università) e gli spazi informali di sociabilità (salotti, conversazioni), e ripercorre la lenta transizione da una sociabilità nobiliare di tipo aristocratico verso una sociabilità di tipo borghese, nel contesto europeo di un’estensione dei viaggi e del turismo a nuovi ceti della popolazione.

Il presente contributo si prefigge di analizzare il ruolo del mare Adriatico nel contesto dei canti storici di Luigi Fichert Le notti adriatiche, all’origine di un’ambiguità di fondo dovuta in primis alla incongruenza delle due principali manifestazioni che il mare assume nell’ambito dell’immaginario culturale ottocentesco dalmata. Le visioni onirico-allucinatorie del mare, che offrono al protagonista la possibilità di sondare i misteri del proprio essere, si alternano a una sua rappresentazione fisica che divide e unisce, spesso legata più in generale al quadro di riferimento storico-politico.

Il libro tratta la produzione dell'intagliatore Pietro Bencivinni, natio di Polizzi Generosa, di cui per la prima volta si ricostruisce la biografia e il catalogo, ed esamina più di 250 sculture e intagli lignei dal Quattrocento all'inizio dell'Ottocento custoditi nelle chiese dei quattordici paesi delle Madonie (Caltavuturo, Castelbuono, Cefalù, Collesano, Gangi, Geraci Siculo, Gratteri, Isnello, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Pollina, San Mauro Castelverde e Sclafani Bagni). Sono centri che appartengono alla provincia di Palermo e che rientrano nell’antica Diocesi di Cefalù. La pubblicazione presenta una appendice documentaria costituita da 547 documenti rinvenuti presso l’archivio di Stato di Termini Imerese, in quello Diocesano di Cefalù nonché in quelli delle parrocchie dei centri madoniti. La ricerca ha rivelato un cospicuo numero di artisti locali che hanno realizzato opere ancora esistenti, come i cori delle Matrici di Petralia Soprana e Gratteri, il mobile di sagrestia della chiesa del Santissimo Salvatore di Petralia Soprana, il Cristo Risorto della chiesa di S. Michele di Isnello, l'Immacolata della Chiesa Madre di Geraci Siculo, la vara della crocifissione della chiesa di San Filippo di Scafani Bagni, le cornici, le custodie e le cantorie di numerose chiese. È stato pure ampliato il catalogo degli artisti del Cinque e del Seicento attivi pure in altri centri della Sicilia, come quello dello spagnolo Diego Ingutierrez, dei Matinati, dei Li Volsi da Tusa-Nicosia, di fra' Innocenzo da Petralia Sottana e del più noto fra' Umile da Petralia Soprana, di Vincenzo Di Giovanni e di Francesco Reyna. Particolare attenzione viene riservata alla produzione dei Ragona e a quella del gangitano Filippo Quattrocchi, scultori attestati in altri centri dell’Isola, da Messina a Catania, da Agrigento a Trapani. Il volume comprende un capitolo sulle sculture realizzate dai napoletani tra la fine del Seicento e il Settecento, come Giacomo Colombo, Lorenzo Cerasuolo, Gaetano Franzese, Gaspare Castelli e Domenico Puglisi, ed un altro interamente dedicato ai palermitani Bagnasco che concludono la grande stagione della scultura lignea in epoca Neoclassica.

Prima mostra monografica dedicata a Luigi Basiletti  con alcuni dipinti e disegni inediti provenienti da collezioni private. Le vedute riprendono i luoghi attraversati dal pittore bresciano durante i suoi i viaggi in Lazio e in Campania, Nella sua non vasta produzione comprende tele ispirate alle colline e ai laghi delle Prealpi bresciane che, per la prima volta, assumono il valore di soggetto figurativo.

La tesi è incentrata sulle vicende del teatro di Santa Radegonda in epoca napoleonica. Attraverso la disamina dei periodici dell'epoca e delle carte degli archivi milanesi, vengono prese in esame la politica culturale dei Francesi a Milano, i repertori, le compagnie e la drammaturgia. Particolare attenzione è stata dedicata alle cronache teatrali del tempo.

http://www.muva.gallery/cms/campania-textilis/

POR CAMPANIA FSE 2014-2020 2014IT055FOPO20
accordo ex art. 15 Legge 7 agosto 1990 n. 241 tra
Regione Campania - Autorità di Gestione del POR Campania FSE
Università degli Studi di Napoli “Federico II” / Università degli Studi di Napoli “Parthenope” / Università
degli Studi di Salerno / Università Suor Orsola Benincasa di Napoli / Università degli Studi di Napoli
l’Orientale / Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” (capofila)
Analisi critica delle linee strategiche di potenziamento del sistema Moda in Campania

La mostra documentaria è l’esito di un progetto finanziato dalla Regione Campania (POR/FSE 2014-2020)
affidato all’Università Suor Orsola Benincasa in partnership con altri atenei campani.

Questo volume rappresenta, in maniera sintetica,
gli esiti della ricerca dell’Università Suor Orsola
Benincasa svolta, nell’arco di un’annualità da
assegnisti e borsisti, secondo le linee guida di
progetto per l’“Analisi critica delle linee strategiche
di potenziamento del sistema Moda in Campania”.
Tra gli obiettivi principali per la “Valorizzazione
dei giacimenti culturali della filiera della moda
regionale”, attribuiti al gruppo di ricerca UNISOB,
sono stati individuati dei principali temi di studio:
1. Individuazione e ricerca delle risorse archivistiche
e documentarie relative alla presenza di siti
manifatturieri e di commercio tessile in Campania;
2. Analisi del territorio con individuazione di
complessi produttivi per la creazione di una
mappatura integrata per evidenziare la tradizione e
l’identità storica con relativi elementi di continuità;
3. Studio delle preesistenze per un miglioramento
dell’experience turistica interessata ai giacimenti
culturali con la possibile individuazione di sedi
storiche di collezioni tessili, luoghi produttivi e
musei industriali.
4. Analisi delle possibili strategie di comunicazione
del sistema della moda regionale attraverso
caratteri di innovazione.