- University of Calabria, Dipartimento di Studi Umanistici, Faculty Memberadd
- Art History, History of Collecting and Antiquarianism, Nineteenth Century Studies, Nineteenth-century Art, Ottocento italiano, 16th and 17th century Dutch and Flemish Art, and 20 moreBaroque art and architecture, History of Museums, Historiography (in Art History), Latin American Art, Neoclassicism, 19th century Italian art, History of Things, Cultural History, New Museology, Ecclesiastical Patronage, Historiography of Art History, Ottocento, Federico Barocci, Early Christian Archeology, Neoclassical sculpture, Roman Baroque Sculpture, Collecting and Collections History of Collecting, Cross-cultural artistic relations, Early Christian Archaeology, and Italian Baroque artedit
Un ciclo di incontri e webinar per conoscere la storia dell'arte militante, a cura di Giovanna Capitelli e Maria Saveria Ruga
Research Interests:
La basilica prima e dopo l'incendio del 1823 Laboratorio di Culture del Patrimonio Summer School, 3-15 luglio 2023 Dipartimento di Studi Umanistici e di Architettura Università Roma Tre diretta da Giovanna Capitelli ed Elisabetta... more
La basilica prima e dopo l'incendio del 1823
Laboratorio di Culture del Patrimonio
Summer School, 3-15 luglio 2023
Dipartimento di Studi Umanistici e di Architettura
Università Roma Tre
diretta da Giovanna Capitelli ed Elisabetta Pallottino
Laboratorio di Culture del Patrimonio
Summer School, 3-15 luglio 2023
Dipartimento di Studi Umanistici e di Architettura
Università Roma Tre
diretta da Giovanna Capitelli ed Elisabetta Pallottino
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Il 1 e il 2 ottobre 2019, rispettivamente all'Istituto olandese e all'Accademia Belgica di Roma si terrà un convegno sugli artisti belgi e olandesi che si formano a Roma nell'Ottocento. Tante novità e belle cose.
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Il 27 maggio 2019, nel novero delle attività previste dal progetto di mobilità internazionale Italia-Cile, si terrà un seminario aperto al pubblico presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università Roma Tre
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Invitamos a los investigadores a presentar ponencias que permitan reflexionar sobre la(s) política(s) en la Historia del Arte en distintos planteamientos. Aunque se ha discutido mucho sobre las relaciones entre Arte y Política en el curso... more
Invitamos a los investigadores a presentar ponencias que permitan reflexionar sobre la(s) política(s) en la Historia del Arte en distintos planteamientos. Aunque se ha discutido mucho sobre las relaciones entre Arte y Política en el curso del tiempo, parecen quedar aún aspectos por aclarar sobre la Historia del Arte y la Política. ¿De qué modo la Historia del Arte se posicionó y se posiciona frente a diferentes contextos políticos: revoluciones, guerras, rupturas, golpes, censura, tortura o exilio? ¿Cómo los historiadores del arte se posicionaron frente a conflitos políticos y sociales? ¿Cómo la Historia del Arte, en cuanto disciplina, fue influenciada por contextos políticos diversos y de qué modo fue capaz de influenciar cambios estructurales en las sociedades? ¿Cuál es el contenido político de las tareas del historiador del arte? ¿Cómo las variadas formas de “solucionar el pasado artístico” generaron diferentes nociones de patrimonio – lo que debería ser preservado y restaurado y lo que debería ser destruído y olvidado? ¿Cómo los Museos de arte se tornaron escenarios de debates sobre lo que debería ser expuesto y lo que debería ser ocultado? ¿De qué manera la noción de “redes” – intercambios culturales, conexiones entre distintas formas y saberes artísticos, por medio de variadas formas de comunicación, (del pergamino a las pantallas electrónicas, de las grandes navegaciones a internet), en fin, cómo las circulaciones artísticas pudieron y pueden generar transformaciones políticas? ¿Cuál es el potencial transformador de la Historia del arte como “discurso de cambio”? ¿Por qué el estudio de las Artes y la comprensión del Arte en el tiempo puede significar una amenaza a los poderes establecidos? ¿Cuál es el tono político de la enseñanza de la Historia del Arte y por qué el estudio de las artes debería ser evitado en la formación escolar?
Esas podrían ser algunas de las preguntas para incentivar nuestras reflexiones, sin olvidar la preferencia de las Jornadas de Historia del Arte por trabajos que lleven a la comprensión de las obras, se busca en esta oportunidad reunir investigaciones sobre la Política (en singular) y las
4 políticas (en plural) en la Historia del Arte; sobre las redes de comunicación y tejidos de influencias; sobre la postura del historiador del arte frente a contextos de crisis políticas y sociales o sobre cómo se procesan discursos de cambios en las narrativas histórico-artísticas.
Esas podrían ser algunas de las preguntas para incentivar nuestras reflexiones, sin olvidar la preferencia de las Jornadas de Historia del Arte por trabajos que lleven a la comprensión de las obras, se busca en esta oportunidad reunir investigaciones sobre la Política (en singular) y las
4 políticas (en plural) en la Historia del Arte; sobre las redes de comunicación y tejidos de influencias; sobre la postura del historiador del arte frente a contextos de crisis políticas y sociales o sobre cómo se procesan discursos de cambios en las narrativas histórico-artísticas.
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Si tratta di un contributo pubblicato nel volume La riscoperta del Seicento. I libri fondativi, a cura di Andrea Bacchi e Liliana Barroero, Genova, Sagep, 2017. (Collana Quaderni di Ricerca, che raccoglie gli esiti dei progetti di studio... more
Si tratta di un contributo pubblicato nel volume La riscoperta del Seicento. I libri fondativi, a cura di Andrea Bacchi e Liliana Barroero, Genova, Sagep, 2017. (Collana Quaderni di Ricerca, che raccoglie gli esiti dei progetti di studio e ricerca promossi dalla Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo in ambito storico, storico-artistico, storico-architettonico e storico-critico).
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Le opportunità lavorative di uno storico dell’arte, nonostante la crisi che ci affligge da diversi anni, sembrano ampliarsi, almeno qualitativamente, anche grazie alla creatività e all’intraprendenza. Artestorie propone una raccolta di... more
Le opportunità lavorative di uno storico dell’arte, nonostante la crisi che ci affligge da diversi anni, sembrano ampliarsi, almeno qualitativamente, anche grazie alla creatività e all’intraprendenza. Artestorie propone una raccolta di testimonianze per una mappatura delle professioni praticabili oggi in Italia da chi è laureato in storia dell’arte. Le professioni possibili sono più numerose di quelle descritte nel libro, che ne propone alcune tra le più diffuse, dalle attività tradizionali (ricerca, insegnamento) a quelle più innovative e in via di consolidamento (cura dei social network, delle community, analisi dei pubblici, Technical Art History). Ciascuna delle trenta professioni qui raccontate, pur partendo dalla conoscenza approfondita della storia dell’arte acquisita durante il percorso accademico, richiede competenze specifiche maturate dagli autori attraverso percorsi ‘inventati’, il più delle volte al di fuori dei curricula universitari, che hanno reso possibile l’ingresso nel mondo del lavoro. Queste nuove professioni, talvolta ancora in cerca di una definizione condivisa, si inseriscono in un contesto che sta evolvendo verso una cultura della partecipazione aperta a differenti pubblici e che propone di agire in relazione alla fruizione, comunicazione e valorizzazione del patrimonio culturale. Artestorie è diviso in cinque macroaree in cui sono riunite le professioni che agiscono dentro e fuori le istituzioni culturali. I professionisti coinvolti hanno accolto l’invito a raccontarsi ai ‘futuri’ storici dell’arte e si sono messi in gioco, narrando luci ed ombre dei loro percorsi professionali. Il cantiere Artestorie si è rivelato anche luogo di scambio, riflessione e confronto non solo sulle forme della disciplina, ma anche su strategie e obiettivi che storici dell’arte di un paio di generazioni sentono di condividere, e per cui sono disposti a impegnarsi. Da questa esperienza si comprende ancora una volta l’importanza di fare rete, e infatti da qui che si propone di ripartire a chi studierà domani la storia dell’arte, a chi lo sta già facendo, a chi nelle istituzioni individua i percorsi formativi e ai professionisti del settore. Dalle esperienze raccolte emerge la necessità che in molte delle professioni si integrino competenze legate al mondo della comunicazione, del management e della mediazione. E nella mediazione includiamo anche il saper dialogare con diversi profili professionaliù – archeologi, architetti, restauratori, informatici, legislatori, amministrativi – per citarne alcuni tra quelli coinvolti nello studio e nella trasmissione del patrimonio al futuro. Una propensione al dialogo utile anche a costruire un lessico condiviso su cui fondare la costruzione di progetti e strategie comuni
Research Interests: Art History, Art, Museum Studies, Contemporary Art, History of Art, and 12 moreMuseology, History of architecture, Arte Contemporanea, Historia del Arte, Pittura, Arte Moderna, Artes Visuais, History of Architecture, Storia Dell Arte Contemporanea, Storia Dell' Arte Moderna, Storia Dell Arte, and Storia Dell Arte Medievale
Il volume analizza trentuno disegni inediti, databili in massima parte tra il 1805 e il 1835, provenienti dall'atelier di Johann Martin von Rohden (1778-1868), noto pittore di paesaggio tedesco di stanza a Roma. Testimonianza... more
Il volume analizza trentuno disegni inediti, databili in massima parte tra il 1805 e il 1835, provenienti dall'atelier di Johann Martin von Rohden (1778-1868), noto pittore di paesaggio tedesco di stanza a Roma. Testimonianza vivida, rara, e pertanto eccezionale delle relazioni amicali e delle pratiche di condivisione dei materiali di studio intercorse fra un gruppo di artisti di rango operanti nella Roma cosmopolita del primo quarto dell'Ottocento, il gruppo di fogli, dal carattere particolarmente 'privato', fu oggetto di un dono galante da parte di Albert von Rohden (1850-1924), figlio di Franz von Rohden (1817-1903) e nipote di Johann Martin, alla celebre pianista Giulia de Cousandier (1848-1933), allieva di Listz e mattatrice della scena musicale romana post-unitaria. Essi rappresentano pertanto una sezione fin qui sconosciuta del Fondo von Rohden, per la restante parte acquisito dal pittore norvegese Bernt Grönvold nel 1903 e poi andato disperso tra musei e collezioni private prevalentemente tedesche. Il fondo annovera carte di pittori nazareni (Peter von Cornelius, Julius Schnorr von Carolsfeld, Philipp Veit), della cerchia dei paesisti attivi intorno a Johann Martin von Rohden (Carl Philipp Fohr, Joseph Anton Koch, l'olandese Hendrik Voogt), ma anche rari referti del mongolo-russo-tedesco, Feodor Iwanowitsch Kalmück, di Konrad Eberhard, Johann Cantius Dillis, Hieronymus Hess, Johann Adam Klein, dello scultore Johann Christian Lotsch, e di un dilettante, il conte Benedetto Boschi di Tivoli, a testimonianza dei ramificati rapporti della comunità artistica tedesca con la nobiltà laziale. Comprende grandi fogli di studio di paesaggio di Koch e di von Rohden, prove incantevoli sul tema delle nuvole eseguite da Carl Philipp Fohr sulla scia dell'interesse espresso per questo soggetto da Goethe, esperimenti grafici di Peter Cornelius a partire da incisioni quattro-cinquecentesche tedesche, preziosi ritratti in seppia e a contorno di Maximilien Seitz e di Franz von Rohden, ma anche carte che registrano studi di figura di grande tenuta qualitativa, come quelli di Julius Schnorr von Carolsfeld e di Philipp Veit. Questi studi di figura (di eremiti, pellegrini, pastori, suonatori, popolane romane) a più mani svelano un segreto riguardante i dipinti finiti di Johann Martin von Rohden. Per lo staffage (alla tedesca i Figurenstaffage) presente all'interno dei suoi paesaggi ad olio che oggi si trovano nelle raccolte museali di Kassel, Weimar, Fulda, Winterthur, Vienna, von Rohden ricorse all'opera dei suoi amici, che per aiutarlo a dare 'carattere' ai suoi paesi, come voleva il noto critico d'arte Fernow, gli fornirono le proprie invenzioni su carta. Questa piccola raccolta di grafica, sul crinale tra un Album Amicorum e un taccuino di schizzi a più voci è stata ora riscoperta in una collezione romana. Il suo studio rappresenta, crediamo, una significativa aggiunta agli studi sulla pittura di paesaggio a Roma nel primo Ottocento e sul dibattito teorico sul rapporto paesaggio/figura in corso in quegli anni.
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Fernando Guzmán, Lorenzo Berg, Giovanna Capitelli, Stefano Cracolici, Elisabetta Pallottino, Katherine Vyhmeister A partir de la cuarta década del siglo XIX la élite intelectual chilena comenzó a referirse a la necesidad de renovar el... more
Fernando Guzmán, Lorenzo Berg, Giovanna Capitelli, Stefano Cracolici, Elisabetta Pallottino, Katherine Vyhmeister A partir de la cuarta década del siglo XIX la élite intelectual chilena comenzó a referirse a la necesidad de renovar el espacio y la imagen sagrada. La construcción de la nueva nación requería una iglesia moderna que cultivara en los fieles una piedad ilustrada, propósito que requería la supresión del espacio y la imagen barroca, cuyas formas promovían una religiosidad que se consideraba inapropiada. Esta misma élite instaló el prestigio de Roma, de sus iglesias, altares e imágenes, como un faro al cual debían remitirse los arquitectos, escultores y pintores que colaborarían en esta regeneración del espacio y la imagen sagrada. La actividad en Chile de arquitectos y escultores formados en Roma, así como la llegada de obras ejecutadas en los talleres de la Ciudad Eterna, fueron factores decisivos para hacer realidad este proyecto de renovación. Sin embargo, la documentac...
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Questo breve contributo nasce da un interrogativo che investe il rapporto tra la ricerca storico-artistica e il museo. Fissato un punto di osservazione sugli studi intorno al patrimonio artistico di un determinato periodo (l’Ottocento),... more
Questo breve contributo nasce da un interrogativo che investe il rapporto tra la ricerca storico-artistica e il museo. Fissato un punto di osservazione sugli studi intorno al patrimonio artistico di un determinato periodo (l’Ottocento), in queste pagine si cerchera di rifl ettere sul modo in cui certa recente pratica museologica (2011-2013) ha tradotto il precipitato della ricerca storico-artistica e ci si interroghera su alcune modalita attraverso le quali il museo declina oggi la sua azione di potenziale interlocutore tra la societa e il mondo della storia dell’arte, analizzando i recenti ordinamenti di tre musei europei: il Rijksmuseum di Amsterdam, la Tate Britain di Londra, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. This brief contribution aims to examine the relationship between the art-historical research and museum. In these pages we will try to refl ect on the way in which certain recent museological practice (2011-2013) translated the results of contemporary art-histori...
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This contribution examines the life of «one of the greatest experts in painting and fine antiquities» in mid-seventeenth century Rome, his appearance on the art market as Salvator Rosa's middleman, his work for Cardinal Francesco... more
This contribution examines the life of «one of the greatest experts in painting and fine antiquities» in mid-seventeenth century Rome, his appearance on the art market as Salvator Rosa's middleman, his work for Cardinal Francesco Maria Brancaccio's family ...
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Si tratta di un contributo pubblicato nel volume La riscoperta del Seicento. I libri fondativi, a cura di Andrea Bacchi e Liliana Barroero, Genova, Sagep, 2017. (Collana Quaderni di Ricerca, che raccoglie gli esiti dei progetti di studio... more
Si tratta di un contributo pubblicato nel volume La riscoperta del Seicento. I libri fondativi, a cura di Andrea Bacchi e Liliana Barroero, Genova, Sagep, 2017. (Collana Quaderni di Ricerca, che raccoglie gli esiti dei progetti di studio e ricerca promossi dalla Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo in ambito storico, storico-artistico, storico-architettonico e storico-critico).
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Si tratta di un saggio pubblicato nel catalogo della mostra Le peuple de Rome. représentations et imaginaire de Napoléon à l'Unité italienne, Ajaccio, Musée des Beaux-Artes, 2013
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Il volume analizza trentuno disegni inediti, databili in massima parte tra il 1805 e il 1835, provenienti dall'atelier di Johann Martin von Rohden (1778-1868), noto pittore di paesaggio tedesco di stanza a Roma. Testimonianza vivida,... more
Il volume analizza trentuno disegni inediti, databili in massima parte tra il 1805 e il 1835, provenienti dall'atelier di Johann Martin von Rohden (1778-1868), noto pittore di paesaggio tedesco di stanza a Roma. Testimonianza vivida, rara, e pertanto eccezionale delle relazioni amicali e delle pratiche di condivisione dei materiali di studio intercorse fra un gruppo di artisti di rango operanti nella Roma cosmopolita del primo quarto dell'Ottocento, il gruppo di fogli, dal carattere particolarmente 'privato', fu oggetto di un dono galante da parte di Albert von Rohden (1850-1924), figlio di Franz von Rohden (1817-1903) e nipote di Johann Martin, alla celebre pianista Giulia de Cousandier (1848-1933), allieva di Listz e mattatrice della scena musicale romana post-unitaria. Essi rappresentano pertanto una sezione fin qui sconosciuta del Fondo von Rohden, per la restante parte acquisito dal pittore norvegese Bernt Grönvold nel 1903 e poi andato disperso tra musei e collezioni private prevalentemente tedesche.
Il fondo annovera carte di pittori nazareni (Peter von Cornelius, Julius Schnorr von Carolsfeld, Philipp Veit), della cerchia dei paesisti attivi intorno a Johann Martin von Rohden (Carl Philipp Fohr, Joseph Anton Koch, l'olandese Hendrik Voogt), ma anche rari referti del mongolo-russo-tedesco, Feodor Iwanowitsch Kalmück, di Konrad Eberhard, Johann Cantius Dillis, Hieronymus Hess, Johann Adam Klein, dello scultore Johann Christian Lotsch, e di un dilettante, il conte Benedetto Boschi di Tivoli, a testimonianza dei ramificati rapporti della comunità artistica tedesca con la nobiltà laziale. Comprende grandi fogli di studio di paesaggio di Koch e di von Rohden, prove incantevoli sul tema delle nuvole eseguite da Carl Philipp Fohr sulla scia dell'interesse espresso per questo soggetto da Goethe, esperimenti grafici di Peter Cornelius a partire da incisioni quattro-cinquecentesche tedesche, preziosi ritratti in seppia e a contorno di Maximilien Seitz e di Franz von Rohden, ma anche carte che registrano studi di figura di grande tenuta qualitativa, come quelli di Julius Schnorr von Carolsfeld e di Philipp Veit.
Questi studi di figura (di eremiti, pellegrini, pastori, suonatori, popolane romane) a più mani svelano un segreto riguardante i dipinti finiti di Johann Martin von Rohden. Per lo staffage (alla tedesca i Figurenstaffage) presente all'interno dei suoi paesaggi ad olio che oggi si trovano nelle raccolte museali di Kassel, Weimar, Fulda, Winterthur, Vienna, von Rohden ricorse all'opera dei suoi amici, che per aiutarlo a dare 'carattere' ai suoi paesi, come voleva il noto critico d'arte Fernow, gli fornirono le proprie invenzioni su carta.
Questa piccola raccolta di grafica, sul crinale tra un Album Amicorum e un taccuino di schizzi a più voci è stata ora riscoperta in una collezione romana. Il suo studio rappresenta, crediamo, una significativa aggiunta agli studi sulla pittura di paesaggio a Roma nel primo Ottocento e sul dibattito teorico sul rapporto paesaggio/figura in corso in quegli anni.
Il fondo annovera carte di pittori nazareni (Peter von Cornelius, Julius Schnorr von Carolsfeld, Philipp Veit), della cerchia dei paesisti attivi intorno a Johann Martin von Rohden (Carl Philipp Fohr, Joseph Anton Koch, l'olandese Hendrik Voogt), ma anche rari referti del mongolo-russo-tedesco, Feodor Iwanowitsch Kalmück, di Konrad Eberhard, Johann Cantius Dillis, Hieronymus Hess, Johann Adam Klein, dello scultore Johann Christian Lotsch, e di un dilettante, il conte Benedetto Boschi di Tivoli, a testimonianza dei ramificati rapporti della comunità artistica tedesca con la nobiltà laziale. Comprende grandi fogli di studio di paesaggio di Koch e di von Rohden, prove incantevoli sul tema delle nuvole eseguite da Carl Philipp Fohr sulla scia dell'interesse espresso per questo soggetto da Goethe, esperimenti grafici di Peter Cornelius a partire da incisioni quattro-cinquecentesche tedesche, preziosi ritratti in seppia e a contorno di Maximilien Seitz e di Franz von Rohden, ma anche carte che registrano studi di figura di grande tenuta qualitativa, come quelli di Julius Schnorr von Carolsfeld e di Philipp Veit.
Questi studi di figura (di eremiti, pellegrini, pastori, suonatori, popolane romane) a più mani svelano un segreto riguardante i dipinti finiti di Johann Martin von Rohden. Per lo staffage (alla tedesca i Figurenstaffage) presente all'interno dei suoi paesaggi ad olio che oggi si trovano nelle raccolte museali di Kassel, Weimar, Fulda, Winterthur, Vienna, von Rohden ricorse all'opera dei suoi amici, che per aiutarlo a dare 'carattere' ai suoi paesi, come voleva il noto critico d'arte Fernow, gli fornirono le proprie invenzioni su carta.
Questa piccola raccolta di grafica, sul crinale tra un Album Amicorum e un taccuino di schizzi a più voci è stata ora riscoperta in una collezione romana. Il suo studio rappresenta, crediamo, una significativa aggiunta agli studi sulla pittura di paesaggio a Roma nel primo Ottocento e sul dibattito teorico sul rapporto paesaggio/figura in corso in quegli anni.
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""This brief contribution aims to examine the relationship between the art-historical research and museum. In these pages we will try to reflect on the way in which certain recent museological practice (2011-2013) translated the results... more
""This brief contribution aims to examine the relationship between the art-historical research and museum. In these pages we will try to reflect on the way in which certain recent museological practice (2011-2013) translated the results of contemporary art-historical
research, fi xing as observation point the studies on the artistic heritage of a particular period (the nineteenth century); we will question some of the ways in which the museum today provides its share of potential interlocutor between society and the world of art history, analyzing the recent diplays of three European museums: the Rijksmuseum in Amsterdam, the Tate Britain in London, the Galleria Nazionale d’Arte Moderna in Rome.""
research, fi xing as observation point the studies on the artistic heritage of a particular period (the nineteenth century); we will question some of the ways in which the museum today provides its share of potential interlocutor between society and the world of art history, analyzing the recent diplays of three European museums: the Rijksmuseum in Amsterdam, the Tate Britain in London, the Galleria Nazionale d’Arte Moderna in Rome.""
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Si tratta di una breve recensione delle mostre organizzate a 's Hertogenbosch e a Madrid per celebrare il centenario della morte di Jheronymus Bosch, pubblicata sul Manifesto del 31 luglio 2016
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Call for papers Conference in Rome, 19-21 October 2015, Another Horizon. Northern Painters in Rome and Naples 1814–1870, Accademia di Danimarca / Istituto Svedese di Studi Classici. Abstracts (maximum 175 words) for 20-minute papers... more
Call for papers Conference in Rome, 19-21 October 2015,
Another Horizon. Northern Painters in Rome and Naples 1814–1870, Accademia di Danimarca / Istituto Svedese di Studi Classici.
Abstracts (maximum 175 words) for 20-minute papers should be submitted to olin@isvroma.org before 1 April 2015. It is hoped that a travel allowance and accommodation will be available for speakers with accepted papers.
Conference committee: Tiziano Antognozzi, Liliana Barroero, Giovanna Capitelli, Kristian Göransson, Martin Olin, Marianne Pade, Adelaide Zocchi
Another Horizon. Northern Painters in Rome and Naples 1814–1870, Accademia di Danimarca / Istituto Svedese di Studi Classici.
Abstracts (maximum 175 words) for 20-minute papers should be submitted to olin@isvroma.org before 1 April 2015. It is hoped that a travel allowance and accommodation will be available for speakers with accepted papers.
Conference committee: Tiziano Antognozzi, Liliana Barroero, Giovanna Capitelli, Kristian Göransson, Martin Olin, Marianne Pade, Adelaide Zocchi