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Le opportunità lavorative di uno storico dell’arte, nonostante la crisi che ci affligge da diversi anni, sembrano ampliarsi, almeno qualitativamente, anche grazie alla creatività e all’intraprendenza. Artestorie propone una raccolta di testimonianze per una mappatura delle professioni praticabili oggi in Italia da chi è laureato in storia dell’arte. Le professioni possibili sono più numerose di quelle descritte nel libro, che ne propone alcune tra le più diffuse, dalle attività tradizionali (ricerca, insegnamento) a quelle più innovative e in via di consolidamento (cura dei social network, delle community, analisi dei pubblici, Technical Art History). Ciascuna delle trenta professioni qui raccontate, pur partendo dalla conoscenza approfondita della storia dell’arte acquisita durante il percorso accademico, richiede competenze specifiche maturate dagli autori attraverso percorsi ‘inventati’, il più delle volte al di fuori dei curricula universitari, che hanno reso possibile l’ingresso nel mondo del lavoro. Queste nuove professioni, talvolta ancora in cerca di una definizione condivisa, si inseriscono in un contesto che sta evolvendo verso una cultura della partecipazione aperta a differenti pubblici e che propone di agire in relazione alla fruizione, comunicazione e valorizzazione del patrimonio culturale. Artestorie è diviso in cinque macroaree in cui sono riunite le professioni che agiscono dentro e fuori le istituzioni culturali. I professionisti coinvolti hanno accolto l’invito a raccontarsi ai ‘futuri’ storici dell’arte e si sono messi in gioco, narrando luci ed ombre dei loro percorsi professionali. Il cantiere Artestorie si è rivelato anche luogo di scambio, riflessione e confronto non solo sulle forme della disciplina, ma anche su strategie e obiettivi che storici dell’arte di un paio di generazioni sentono di condividere, e per cui sono disposti a impegnarsi. Da questa esperienza si comprende ancora una volta l’importanza di fare rete, e infatti da qui che si propone di ripartire a chi studierà domani la storia dell’arte, a chi lo sta già facendo, a chi nelle istituzioni individua i percorsi formativi e ai professionisti del settore. Dalle esperienze raccolte emerge la necessità che in molte delle professioni si integrino competenze legate al mondo della comunicazione, del management e della mediazione. E nella mediazione includiamo anche il saper dialogare con diversi profili professionaliù – archeologi, architetti, restauratori, informatici, legislatori, amministrativi – per citarne alcuni tra quelli coinvolti nello studio e nella trasmissione del patrimonio al futuro. Una propensione al dialogo utile anche a costruire un lessico condiviso su cui fondare la costruzione di progetti e strategie comuni
2018 •
collegArti 1/2018 raccoglie i saggi degli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Arti Visive che si sono cimentati in una "palestra di scrittura" dedicata alla critica d'arte con una serie di articoli pubblicati on-line sul sito del Corso di Studi. Si tratta di interviste e recensioni di eventi organizzati durante l'anno accademico 2016-2017 nel Complesso Monumentale di Santa Cristina che accoglie anche la Fondazione Zeri. Gli argomenti trattati rispecchiano, quindi, la molteplicità dell'offerta formativa e di terza missione, cioè di dialogo con la cittadinanza, offerta in Santa Cristina: si va dalla presentazione di lavori di ricerca di studiosi italiani e internazionali, ai resoconti di alcune delle mostre più significative organizzate nel territorio nazionale, fino ad incontri con professionisti che operano a vario titolo nel settore dell'arte. Il volume presenta, così, una panoramica che contribuisce a mettere in luce l'articolato ambito di form...
Angelica e Bradamante. Le donne del design
Anna Maria Fundarò. Protagonista della didattica per lo sviluppo dei contesti meridionali e mediterranei (1970-1990)Questo contributo concerne il ruolo intellettuale della componente femminile nella disciplina del design tra vincoli e opportunità di contesto. Anche su questo specifico argomento, come per quelli relativi al ruolo professionale e imprenditoriale, la storia ci restituisce un quadro di riferimento prevalentemente maschile. Non che la riflessione critica sul progetto sia mancata di grandi donne, ma in una struttura sociale “scomoda” e in ambienti professionali dominati da uomini che hanno contribuito a cristallizzare i ruoli di genere – mettendo a dura prova la capacità delle donne di fare scelte autonome, centrate sulla coscienza della propria individualità –, il loro pensiero non ha avuto chance per essere apprezzato quanto sarebbe stato giusto e utile. Così la ricerca storica non è riuscita ancora a dare una definizione precisa e obiettiva del contributo delle donne allo sviluppo della disciplina del design, né a favorire una costruzione sociale del femminile e dei suoi metodi. Oltre a un’evidente questione storiografica, sono stati determinanti i fattori culturali e socio-economici dei contesti in cui le donne hanno operato, che di fatto hanno condizionato i percorsi delle singole individualità, anche in quei campi in cui alle donne è stata permessa la partecipazione attiva, come nel caso della didattica. In questo campo, a differenza della professione e dell’imprenditoria, non sono mancate le figure femminili, almeno a partire dalla fine dell’Ottocento, seppur concentrare nell’area delle scienze umanistiche piuttosto che in quelle tecnico-scientifice. Bisogna tuttavia considerare che in Italia l’ampliamento della didattica universitaria sul progetto “dalla città al cucchiaio” inizia a delinearsi timidamente negli anni Cinquanta e procede secondo un processo lento e non lineare, e solo ora la storia di questo passaggio comincia a essere ricostruita. Fin dagli inizi di questo percorso,..
Collegarti 1/2019, pp. 193-198
Federico Zeri in TV2018 •
A vent'anni dalla morte di Federico Zeri la Fondazione che porta il suo nome e il Dipartimento delle Arti dell'Università di Bologna hanno deciso di commemorare l'anniversario della scomparsa del grande maestro con un ciclo di tre incontri al DAMSLab. Lo scopo della rassegna, curata da Nino Criscenti, è stato quello di riordinare e provare a dar vita al consistente patrimonio di apparizioni televisive che ha avuto come protagonista il maestro romano nello scorso secolo, sottolineandone il ruolo di uomo, storico dell'arte e polemista. Sono stati protagonisti delle tre serate Anna Ottani Cavina, Andrea Bacchi e Tomaso Montanari.
La ricerca, nel contributo di Beatrice Borghi, assume il valore di un vero viaggio intellettuale, che risponde a un’esigenza precisa: interrogare, cercare risposte, comprendere. È questo l’approccio, la predisposizione, che deve caratterizzare la relazione in presenza tra le testimonianze del patrimonio culturale e coloro che ne fanno esperienza. Il museo - e così la biblioteca e l’archivio - propongono un “modo di vedere”4, una porzione del sapere, che per essere compresa, deve essere esplorata con l’attitudine della curiosità intelligente, che non ha requie e non si pone limiti, in quanto generativa di altri interrogativi e dunque di ulteriori ricerche. Mettendo in risonanza ciò che già si sa o si sa fare, arricchendo il vissuto personale, fornendo indizi preziosi per proseguire in altri contesti, anche in autonomia, rispetto a quanto intrapreso. Purtroppo tale approccio non è pratica abituale in ambito scolastico- formativo, poiché non si sollecita l’allievo a essere attore del percorso di ricerca, ma solo destinatario passivo di preconfezionate porzioni di conoscenza. Nell’esempio delle fasi di un itinerario di ricerca storica da condurre in ambito scolastico Beatrice Borghi ricompone il tracciato delle azioni imprescindibili: dalla problematizzazione, alla predisposizione delle modalità di lavoro diretto con le fonti, fino all’organizzazione rigorosa degli esiti. Fondamentale è prestare attenzione agli interessi degli studenti, alla motivazione che muove la loro intraprendenza nel condurre un’indagine attiva. All’interno di quest’esperienza, l’insegnante è sia mediatore sia del sapere esperto, poiché ne cura la selezione e la trasposizione, sia facilitatore della relazione tra la messe di tracce, di indizi, informazioni e gli alunni-attori. Beatrice Borghi afferma che: «siamo noi stessi la fonte più importante della nostra storia: siamo il visibile e l’invisibile e la nostra conoscenza è l’inizio di un’attività di ricerca volta a scoprire e a far riaffiorare la sedimentazione di tracce che sono in noi, che nei millenni si sono 4 S. Alpers, “Il museo come modo di vedere”, in I. Karp e S.D. Lavine (a cura di), Culture in mostra. Poetiche e politiche dell’allestimento museale, Clueb, Milano, 1991. stratificate e che ci hanno accompagnato fino al presente»5 e la didattica laboratoriale è “spazio di esperienza”, una sorta di “officina” attrezzata, all’interno della quale insegnanti e allievi si preoccupano di investigare, comparare, ricomporre quadri di contesto, costruire... Ponendo al centro la consapevolezza dell’operatività assunta (perché si fa, cosa si fa, come si fa), si sviluppano capacità autoriflessive riguardo al sapere e al saper fare. Ed è proprio questa consapevolezza che deve caratterizzare ogni esperienza laboratoriale, anche all’interno di un museo, a diretto contatto con il patrimonio culturale. Un richiamo importante presente nel saggio è quello inerente il raccordo condiviso che a livello formativo si deve attuare tra università, scuola e territorio, e a livello esperienziale, si può attivare con il partenariato tra istituzioni scolastiche e istituzioni culturali.
Angelica e Bradamante. Le donne del design
professione designer. indagine su “donne designer” e mondi professionali2017 •
MU6 Il giornale degli Amici dei Musei Abruzzo n. 14
Là qui Là - VI Giornata degli Amici dei Musei a L'Aquila2009 •
2017 •
AIPH 2019 - Book of Abstract
1719, un anniversario ‘in the making’ a Francavilla di Sicilia [abstract]2020 •
Per Brera Sito Unesco. Atti del convegno internazionale 29 novembre-1 dicembre 2012
Accademia di Brera fra tradizione e innovazione 20190727 83268 1osvo722013 •
Fondazione Aamod
La memoria audio-visiva: uso dei materiali filmici e sonori per la formazione universitaria e specialistica2008 •
«Il capitale culturale», n. 24, 2021,
Giornata di studi - La storia dell'arte tra i banchi di scuola2013 •
2020 •
A. Ghirardi, C. Franzoni, S. Simoni, S. Nicolini (a cura di), Insegnare la Storia dell'arte
Didattica della storia dell'arte e prospettiva di genere2009 •
2017 •
RiMe. Rivista dell'Istituto di Storia dell'Europa Mediterranea
Musica nuova per Monte Sirai - Archeologia in musica / New Music for Monte Sirai - Archeology in music.2017 •
RiMe. Rivista dell'Istituto di Storia dell'Europa Mediterranea
RiMe 1/I n.s. (December 2017)_"Humanities, from the production of new knowledge to dissemination and return". Edited by Giovanni Siniin: Patrimoni plurali. Musei, educazione e saperi in chiave interculturale (a cura di E. Gennaro)
Musei e interpretazioni multivocali: la “narrazione partecipata” dei patrimoni culturali2009 •
Saperi, Parole e Mondi La scuola italiana tra permanenze e mutazioni (secc. XIX-XXI)
A passo di danza: scuole teatrali, collegi femminili e licei coreutici2020 •
2003 •
Da Michelangelo alla Contemporaneità. Storia di un primato mondiale. 450 anni dell'Accademia delle Arti del Disegno, a cura di Enrico Sartoni
Da Michelangelo alla Contemporaneità. Storia di un primato mondiale. 450 anni dell'Accademia delle Arti del Disegno, a cura di Enrico Sartoni2014 •
2013 •
«Notiziario Bibliografico - periodico della Giunta regionale del Veneto», n. 31, giugno 1999
D. Calabi - U. Camerino - E. Concina, "La città degli ebrei. Il Ghetto di Venezia: architettura e urbanistica", Venezia, Marsilio, 1991, p. 34; F. Barbieri - G. Candia, "Gerardo Marchioro “architetto costruttore” di Castelnovo Vicentino", Vicenza, Stocchiero Grafica, 1993, p. 35 [1999]1999 •
La tomba Levi di Guido Costante Sullam
TOMBA LEVI catalogo24x30 def low2021 •
2010 •
in: MAP for ID. Esperienze, Sviluppi e Riflessioni (a cura di M. Pereira, A. Salvi, M. Sani, L. Villa)
Il progetto pilota “Lingua contro Lingua. Una mostra collaborativa” alla Third International Conference on the Inclusive Museum2010 •