Toscana

Questo libro analizza il fenomeno della cristianizzazione nel territorio corrispondente all’attuale Toscana centro-settentrionale dal IV al X secolo d.C., sia negli ambiti urbani che negli spazi rurali. Attraverso una puntuale analisi delle fonti scritte, archeologiche, architettoniche ed epigrafiche vengono enucleati i processi di formazione e graduale strutturazione della rete chiesastica nel territorio, in stretta relazione con le evoluzioni dei sistemi insediativi, economici ed amministrativi. Questo volume rappresenta la prima sintesi complessiva sulla topografia cristiana tout court nel territorio toscano e vuole essere uno strumento di riflessione per la comprensione di tali dinamiche e, al contempo, lanciare nuovi stimoli per rilanciare l’agenda della ricerca.territorio corrispondente all'attuale Toscana centro-settentrionale dal IV al X secolo d.C., sia negli ambiti urbani che negli spazi rurali. Attraverso una puntuale analisi delle fonti scritte, archeologiche, architettoniche ed epigrafiche vengono enucleati i processi di formazione e graduale strutturazione della rete chiesastica nel territorio, in stretta relazione con le evoluzioni dei sistemi insediativi, economici ed amministrativi. Questo volume rappresenta la prima sintesi complessiva sulla topografia cristiana tout court nel territorio toscano e vuole essere uno strumento di riflessione per la comprensione di tali dinamiche e, al contempo, lanciare nuovi stimoli per rilanciare l'agenda della ricerca. Gabriele CastiGlia è Ph.D. al Pontificio Istituto di Archeologia di Roma, dove è anche Assistente alle cattedre di Metodologia, Topografia Generale e Topografia dell'Orbis Christianus Antiquus e assegnista di ricerca. Da quasi vent'anni è impegnato in numerosi scavi, sia in Italia (prevalentemente Toscana e Liguria) che all'estero (Eritrea), ambiti sui quali ha all'attivo numerose pubblicazioni. Nel 2020 ha conseguito l'Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN) a Professore Associato di Archeologia (Fascia

Ricostruzione della carriera e dell'attività professionale di Ser Luca di Gasparo da San Gimignano, che, nel pieno XV secolo, dopo un brillante esordio anche a servizio della corte pontificia, concentrò la propria attività entro un ampio orizzonte toscano toccando numerosi centri dello stato fiorentino, lavorando principalmente a servizio dei Comuni, senza tuttavia rinunciare a servire una clientela privata, spesso di alta levatura sociale.

Il presente studio, sebbene sia circoscritto spazialmente al comprensorio della Val di Chiana, intende rappresentare un caso di studio nel complesso rapporto che intercorre tra uomo e natura, mettendo in luce alcune caratteristiche e ciò che significava, in età preindustriale, cercare di modificare un ambiente e un paesaggio per soddisfare le necessità della società. I due fattori, uomo e natura, si intrecciano nello spazio d’azione rappresentato dall’ambiente, base del processo storico qui studiato e se vogliamo quadro di riferimento in cui si svolgono le vicende umane nel corso della storia.

Diapositive per una lezione di aggiornamento per professori di scuola secondaria di secondo grado nell'ambito di un corso sulla didattica della storia contemporanea promosso dalla  Consulta Scolastica della Valtiberina Toscana (febbraio 2019).

Venerdì 5/06 ho presentato durante il convegno FIAIP  i progetti:
1. Non Solo Lago 
2. Golf in Toscana, Green Casentino Experience.
Sono felice di condividerli perchè spero siano d'ispirazione per altri simili in tutta Italia e nel mondo.

“La chiesa di S. Maria in Canonica dalle origini alla consacrazione del 1603”, in “Studi e memorie per Lovanio Rossi”, a cura di Curzio Bastianoni, (Biblioteca della «Miscellanea Storica della Valdelsa», n. 24) Castelfiorentino, Società Storica della Valdelsa, 2011, pp. 353-373.

Relazione presentata al Convegno “I paesaggi del sottosuolo. Paesaggi geologici, archeologici, minerari e delle acque. Paesaggi geologici, archeologici, minerari e delle acque”, Rocca San Silvestro (LI), 27-29 giugno 2014.

L’evoluzione del mio progetto “A cento metri da casa”, già proposto nella città di Pistoia un paio di anni fa con l’intento di leggere le trasformazioni economiche e sociali dei micro territori che riflettono la complessità dei macro, può essere applicato oggi nella realtà del Mugello, in provincia di Firenze.
Qui, tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima del Novecento, si scava la lignite, spesso con metodi artigianali e limitate concessioni. Anche qui il micro riflette il macro (i grandi impianti del Valdarno aretino) e la valorizzazione degli ex impianti di Lumena (utilizzati come caso di studio) può essere un valido supporto turistico e didattico per l’area del Mugello stessa.


In Pistoia, Tuscany, a couple of years ago I proposed the project “A hundred yards around home”, aimed at presenting new ways for resident to see their micro urban surroundings supporting economical and social transformations reflecting the macro complexity around. Now the development of my project is ready to be applied in the Mugello area context.
There, between the second half of the nineteenth century and early twentieth century, the land has been dug for lignite often with homespun techniques and with restricted mining claims. In the same way here the micro reflects macro (the big plants in Valdarno area, Arezzo) and a brand new enhancement of Lumena’s old plants (our case history) could be a considerable educational and tourist hub for Mugello area.

ABSTRACT 
In questa tesi vieni analizzata la produzione ceramica in Toscana, dal periodo tardo antico al XV secolo. Lo studio ha cercato di fornire, più che una mera e dettagliata catalogazione dei manufatti ceramici,un resoconto dei tanti processi storici, economici, commerciali e demografici che mostrano una relazione molto forte con gli andamenti della produzione ceramica. La tesi si potrebbe dividere in due parti avendo presente la disponibilità di fonti edite. La prima parte composta dai primi due capitoli della tesi, che volgono la loro attenzione sui secoli rispettivamente della transizione e sull’età delle invasioni. In questa prima parte aleggiano diverse ombre circa l’esiguità di dati e scavi nei secoli in questione. Solo negli ultimi anni i laboratori di archeologia delle varie università toscane stanno provvedendo a colmare questo gap. La seconda parte invece, è composta dagli ultimi tre capitoli che esaminando rispettivamente: la ceramica di produzione locale in età altomedievale, la ceramica di produzione locale in età bassomedievale, le importazioni ceramiche tra XII e XV secolo, vanno in contrapposizione con quanto riscontrato nella prima parte della tesi. Infatti, ho avuto a disposizione una grande ricchezza di fonti, fatta non di sole restituzioni archeologiche ma anche letterarie e iconografiche. Percorrendo il contenuto non è difficile riscontrare quanto gli andamenti delle produzioni ceramiche mostrano una forte relazione con alcuni processi storici, economici, bellici, demografici e commerciali.  Tali avvenimenti  possono influenzare esigenze alimentari e in un certo senso artistiche, che di secolo in secolo sfociano in una commistione di nuove forme e nuove classi ceramiche sempre più accessibili presso le varie classi sociali. Basti pensare a quanto sia stata determinante la riapertura dei traffici commerciali nel Mediterraneo e  l’ascesa di Pisa tra le potenze marinare, per rendere sbalorditivo soltanto a pensare quanto abbia potuto influenzare una sola città produzioni e consumi, non unicamente per il proprio contado, ma per la Toscana in generale.

A partire dal 2007 è iniziato un progetto di ricerca, tuttora in corso, sulla Versilia medievale per analizzare le dinamiche storico-insediative di questa porzione costiera della Toscana settentrionale, comprenderne la struttura dell’insediamento altomedievale, le sue trasformazioni e infine le dinamiche dell’incastellamento, verificando l’ipotesi di un incastellamento già dal X secolo. L’avvento del potere signorile, infatti, avvia una nuova fase di controllo del territorio, che sembra esplicitarsi attraverso la gestione delle attività estrattive, delle risorse agro-silvo-pastorali e della viabilità. Lo studio delle strutture della signoria territoriale in connessione ai siti minerari è già stato sviluppato con notevole successo nella Toscana meridionale, e questa ricerca vuole comprenderne le modalità in questa zona, ma anche mettere in luce le possibili differenze, soprattutto in relazione alla forte e diretta influenza esercitata dalle due città limitrofe di Lucca e Pisa.

La ricerca ruota attorno al mistero delle origini della città di Pescia, che una tradizione storiografica seicentesca pretende di collocare nel periodo romano. Unendo i dati desunti dalle analisi letterarie, toponomastiche, e dalle più recenti indagini topografiche e archeologiche, lo studio tenta di delineare una ricostruzione plausibile circa l'origine e dell'evoluzione dell'abitato.

Despite the important studies on the armies of Italian cities and the numerous works on medieval weapons, weapons have rarely been analyzed in terms of military utility. The article aims to assess the material reality of the 13th century armaments in use by the Tuscan militias, through the analysis of written and iconographic sources.

Il saggio ricostruisce le vicende della vita religiosa a Sansepolcro nell'ultimo secolo prima della creazione della diocesi. Un periodo,questo, caratterizzato da un notevole dinamismo laicale (confraternite, monte di pietà), dal rinnovamento delle antiche presenze francescane maschili e femminili, dall'acuirsi delle tensioni fra l'abate camaldolese e l'autorità diocesana, con il protrarsi di una vertenza nella quale si inserisce anche l'azione del priore generale Ambrogio Traversari.

Funde, Eigennamen und Schriftzeichen beweisen Roms lange Zugehörigkeit zur etruskischen Kultur. Die historisch faßbaren Anfänge des Etruskertums in Italien fallen mit der mythischen  Gründungzeit Roms (datiert auf 753 v. Chr.) zusammen. Die Sage berichtet vom korinthisch-etruskischen Ursprung der letzten römische Könige und von Einfällen der Etrusker unter dem König von Clusium Lars Porsenna nach dem Sturz der Tarquinier.  Die zwei römischen Gründungsmythen, die Äneas- und die Romulus-Sage, bezeugen die enge Verbindung Roms mit den etruskischen Nachbarn. Von den sieben sagenhaften Königen Roms, von Romulus bis Tarquinius Superbus, waren vier etruskischer Herkunft. Romulus ist der mythische Ahnherr der *Ruma, eines aus lat. Roma erschlossenen Geschlechternamens. Die erschlossene etruskische Form von Romulus lautet *Rumle. Von ihm leiten sich auch die Gentilizien Romulius bzw. Romilius ab. Auf die Romulii oder Romilii ist auch die erste der  sechzehn ältesten römischen Landtribus, die Romulia zurückzuführen. Remus gilt als der Ahnherr der Remmii, eines Geschlechts, das es wohl im ältesten Rom gegeben haben muß. Dem Gentilnamen liegt der etruskische Name  Rem-ne oder Rem-ni zugrunde. Von diesem Gentilizium leiten sich in und um Rom die Toponyme Rem-ona und Rem-oria her. Tyrrhener  und Römer wurden von den Griechen häufig synonym benutzt: Tyrrhenoì  è Rhomaîoi („Tyrrhener oder Römer“), ebenso wie Tyrrhenía è Italía. Einige Sprachelemente seien zusätzlich genannt: Im Etruskischen lauten die Namensbezeichnungen für Rom Ruma, für Römer Rumach, für Troja Truia, für Trojaner Truial. In der Frühzeit herrschte ein Priesterkönig (lauchme oder lochume, lat. lucumo) in jeder etruskischen Stadt, ein Titel, der möglicherweise auf die Heilskönige und Richter der nordostgeorgischen Bergstämme verweist, die häufig den Namen Luchumi trugen.

Das etruskische Erbe Roms gelangte erst Jahrhunderte später, während des Humanismus und in der Renaissance wieder zum Vorschein. Bei der Hinwendung zur Antike in der Rinascita spielte in der Toskana und in Latium, vor allem in Florenz und Viterbo, die Etruscheria, die Begeisterung für die Etrusker, eine besondere Rolle. Das Etruskertum diente als Modell gesellschaftlicher Erneuerung und fand Eingang in die kulturellen Programme der Renaissancefürsten, nicht zuletzt  der Medici. Der römische Baumeister Vitruv hatte  in seinem Augustus gewidmeten Werk De architectura  die tuskische Säulenordnung beschrieben. Diese Schrift regte die Renaissancearchitekten Andrea Palladio und Giorgio Vasari an. Der Palladianismus bildet zwei Jahrhunderte später eine der wichtigsten Stilrichtungen des Klassizismus. Durch die Lektüre von Palladio inspiriert, errichtete Thomas Jefferson sein Haus „Monticello“ mit toskanischem Portikus – die  erste toskanische Villa in der Neuen Welt.  Den Etruskern verdankt das  abendländischen Denken  schließlich  eine zentrale Kategorie – die Person.

I due saggi, pubblicati nel primo volume della collana "La nostra storia", ripercorrono la vita religiosa a Sansepolcro dalle origini del monastero (attorno al quale sorse il Borgo) fino al passaggio del movimento dei Bianchi nel 1399, mettendo in luce i rapporti tra comunità monastica e vescovo diocesano, la presenza degli ordini mendicanti e di altri insediamenti religiosi femminili, la vita religiosa dei laici.

Il paesaggio di Toscana è un’esperienza estetica diffusa e condivisa. E’ un archetipo famoso nel mondo per l’idea di armonia cui rimanda, connotata dal Rinascimento, segno di bellezza, di cultura e di arte. Il paesaggio che si apre intorno Radicondoli è un classico e meraviglioso paesaggio toscano, che ci piace e ci commuove.
Questa Guida propone sei percorsi posti all’interno del territorio comunale, pensati per rendere l’esperienza di lettura semiotica del paesaggio accessibile a tutti.
Percorrendo ogni itinerario e usando gli strumenti grafici e testuali contenuti in questa Guida il turista può penetrare i segreti del territorio che osserva trasformando l’armonia e la bellezza in conoscenza e appagamento.
Considerare il territorio nella sua dimensione contemplativa
di paesaggio un luogo di sapere non è cosa scontata. La bellezza e la cultura hanno molto in comune, ma cosa? Rispondere vuol dire andar oltre ciò che l’immagine visiva istantaneamente suggerisce; significa prendere spunto dalla bellezza e predisporsi a leggere il testo-paesaggio con pazienza e un po’ di applicazione.
Il risultato sarà straordinario.

Il volume analizza un'abbondante documentazione dei secoli XIII-XV relativa alle scuole ecclesiastiche legate alla canonica della cattedrale di Città di Castello, al monastero camaldolese di Sansepolcro e agli Ordini mendicanti presenti nei due maggiori centri dell'Alta Valle del Tevere. Di particolare interesse si rivelano le costituzioni della scuola canonicale del 1288, la cui attività è documentata dal 1233 al 1469. Dal capitolo della cattedrale di Città di Castello dipende anche la pieve di Santa Maria in Sansepolcro, la cui scuola è sporadicamente documentata nel 1279 e nel 1292.
La seconda parte del libro è dedicata alla presentazione di alcune biblioteche ecclesiastiche (monastero camaldolese di Anghiari 1140, vescovo di Città di Castello 1279, monastero camaldolese di Sansepolcro 1478/80) e familiari queste ultime nell'intento di capire quali testi di cultura religiosa fossero diffusi fra i laici.
Un'appendice finale raccoglie schede documentarie e bibliografiche su alcuni maestri di diritto canonico e di teologia, tra i quali il domenicano Giacomo Nardi da Città di Castello, gli agostiniani Dionigi da Sansepolcro e Rodolfo da Città di Castello, i camaldolesi Giovanni Abbarbagliati da Sansepolcro e Alessio da Città di Castello, il minore conventuale Luca Pacioli e i Servi di santa Maria Niccolò di Francesco da Sansepolcro e Stefano di Luca Becci.

Biografia e genealogia de meu bisavô Giovanni Battista Novelli de Calcinaia (Pisa) que se casou com Galzuinda de Araújo Macedo de Minas Gerais.

Giovanni Novelli nasceu em Calcinaia, província de Pisa, na Itália em 1855 e emigrou por volta de 1880 para o interior de São Paulo, Mococa e São José do Rio Pardo. Casou-se em 1888 com a brasileira Galzuinda de Araújo Macedo de S. Gonçalo do Sapucaí, Minas Gerais. Neste bloco (parte 1) trata-se dos ancestrais de Giovanni.

São José do Rio Pardo, Casa Branca, Mococa, Monte Santo de Minas, Campinas, São Paulo.

Calcinaia, Bientina, Santa Maria a Monte, Castelfranco di Sotto, Pisa, Firenze, Lucca.

Famiglia Novellli, Famiglia Morelli.

Giovanni Novelli & Galzuinda de Araújo Macedo - ancestrais e descendentes - Parte 1 - NOVELLI

Il volume contiene due saggi introduttivi: uno dedicato all'inquadramento storico letterario (P. Nanni); e l'altro all'esame tecnico scientifico per una valutazione dei proverbi alla lue delle moderne conoscenze. Seguono due "Appendici": la prima dedicata all'elenco completo dei proverbi attinenti all'agricoltura pubblicati in Toscana tra Sette e Ottocento; la seconda raccoglie 54 proverbi pubblicati e commentati sulle pagine del "Giornale Agrario Toscano" alla metà del XIX secolo

Ho ritrovato pochi giorni fa, fra i miei sparpagliati fogli, la fotocopia di un articolo rinvenuto fra le carte dello scomparso Prof. Ezio Pandiani (giornalista e latinista di Fivizzano) il quale annotava di proprio pugno: " Il Telegrafo 18 agosto 1936". L'articolo del quotidiano "Il Telegrafo" ha il titolo: "TESORI SOTTERRANEI DELLA LUNIGIANA-L'oro e il ferro di Sassalbo-Fivizzano" è a firma de' IL VIANDANTE che, come ogni studioso di Lunigiana sa, è lo pseudonimo del giornalista e scrittore spezzino Carlo Caselli, famoso per il suo libro LUNIGIANA IGNOTA stampato nell'anno 1933.

La culla rappresenta il primo oggetto che l'uomo costruisce per la sua creatura e oltre  a curare l'accoglienza e  la comodità, accompagnandola con il classico dondolio, ne cura anche i motivi estetici incidendo esternamente nel legno segni beneauguranti ...vedremo quali e il loro singolo valore .

Il presente lavoro analizza lo studio della catacombe di S. Mustiola a Chiusi (SI) e dei suoi reperti ceramici rinvenuti nello scavo del 2016.
In particolare viene evidenziato attraverso lo studio di alcuni esemplari di lucerne l'utilizzo intensivo della catacomba in due diverse fasi

Questo lavoro di tesi triennale si propone di portare a sintesi quanto finora edito sugli strumenti agricoli di età medievale, in termini di analisi cronotipologica e di storia e archeologia della produzione, soprattutto prendendo in esame i rinvenimenti fatti nel territorio toscano. Particolare attenzione è stata posta agli aspetti iconografici, lessicali e tecnologici legati agli strumenti agricoli, poi riassunti in una serie di tavole poste a corredo del testo. Lo spoglio di quanto pubblicato fino ad oggi ha dunque permesso di fare alcune considerazioni critiche sui tipi di archeologia che hanno riguardato più da vicino l’analisi dei manufatti legati al mondo agricolo e di presentare alcune proposte metodologiche per migliorare lo studio di questa particolare classe di manufatti.

A key strand of research for social and economic historians of the pre-industrial period is the relationship between city and countryside. Sometimes urban and rural environments enjoyed mutually beneficial relationships, though in other cases cities reduced their rural hinterlands to poverty and decay – the question is, why? By focusing on late-medieval Florence and Tuscany, this paper moves away from approaching this question through an ‘urban bias’, and suggests the answers can be found within the structural configuration of rural societies themselves. Essentially, some rural regions were well set up to repel urban predatory tendencies, while other societies were susceptible to exploitation.

The varied furnishings and artworks found in the Villa “La Petraia” symbolize the peculiar stratification of tastes and cultural choices of its inhabitants. Among these different elements, a widespread sense of exoticism originates from the presence of thirty-six Chinese painted papers, which date back to the second half of the Seventeenth century. Most likely, they were produced in the port city of Canton, and were destined exclusively to the Western market. These paintings were bought, together with hundreds of other samples, by Peter Leopold of Habsburg-Lorraine, who followed the exoticism trend which had exploded in Europe during the same century, and were displayed at the Villa di Castello. Because of the lack of information regarding these paintings, this paper has tried to retrace the historical events and vicissitudes of the collection from the Villa “La Petraia”, as well as to study its historical and artistic features. This research starts from the analysis of the inventory from the Villa, redacted in 1911, in which the Chinese paintings were registered for the first time. Setting the transfer of the paintings from the Villa di Castello to the Villa “La Petraia” around 1861 and 1911, the research goes on by analyzing how the painting had been set up since 1911 until today, and the subsequent loss of some of them. Secondly, the study focuses on the phenomenon of exoticism during the Grand Duchy of Tuscany, which was strictly connected to the original gathering of Chinese painted papers in the Villa di Castello. Its acquisition and preparation, by the hand of Peter Leopold of Habsburg-Lorraine, also, have been examined. Finally, the execution techniques and the different types of decoration have been described in relation to the Chinese painted papers of Villa La Petraia, using stylistic comparisons with similar samples from the second half of the Seventeenth century.

The archaeological research conducted starting in 2000 at the Rocca Cerbaia in Val Bisenzio (Prato) is part of an overall project aimed at analysing the settlement dynamics in the Appennine area which so far has included the investigation of a wide variety of sites ranging from the Early Middle Ages to the 16th century. This site, in fact, was already occupied in the Early Middle Ages by wooden structures, which were followed by a cemetery area entirely occupied by the graves of young children. The stone structures pertaining to the cassero began to be built only starting in the 11th-12th century and betweeen the end of the 12th and the beginning of the 13th century this latter was replaced during a monumental reconstruction characterised by symbolic imperial references which we are tempted to link to the acquisition of the Alberti family. A transformation phase which the archaeological record dates to the 14th century, included an overall remodelling of the site and the creation of a new palazzo, while the final phase of reuse dates to the Modern Era and is related to occasional occupation. In conclusion, the question we are asking here is whether we can propose a hypothesis for the occupation of these summits during the Early Middle Ages which subsequently brought about formation of pre-castle sites and which later gave rise to castle structures in stone following the southern Tuscan model.

Nel 2005 l'Università di Siena ha acquisito l'archivio del poeta e critico d'arte Alessandro Parronchi, all'interno del quale troviamo un vero e proprio "fondo nel fondo" costituito dalle carte del pittore viareggino Mario Marcucci. La tesi si pone come obiettivo quello di indagare il rapporto tra i due personaggi, partendo proprio dalla particolarità di questo secondo fondo.
Il lavoro si è articolato in due fasi: nella prima è stata ricostruita la storia dell'amicizia tra Parronchi e Marcucci, utilizzando come fonte principale le lettere che i due si scambiarono nel corso di circa quarant'anni (dal 1939 agli anni '80); nella seconda si sono indagate le affinità artistiche nell'ambito dei rispettivi processi creativi (pittura e poesia), ponendo a confronto i componenti del percorso poetico di Parronchi con i quadri realizzati da Marcucci (collezione privata di Parronchi, oggi proprietà dall'Ente Cassa di Risparmio di Firenze).