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Italo Calvino, Ovidio, e Perseo il Matricida.

Anche ai migliori può sfuggire un particolare che cambia tutto. Con due paginette, vogliamo rincuorare chi non aveva capito che... Che cosa? I racconti mitologici greci o i nostri? Ovidio, Covid, siamo lì.

Italo Calvino, Ovidio, e Perseo il Matricida Leggerezza è la prima di sei Lezioni americane. Calvino vi commenta una stranezza delle Metamorfosi di Ovidio, libro IV, dal verso 740. Non nota che Perseo, avendo mozzato la testa di Medusa, sente il bisogno di «detergere con l’acqua le mani vittoriose», eppure è strano. Perseo come Lady Macbeth? Ha forse commesso un crimine per il quale compie un rito di purificazione? Ovidio precisa bene: «con l’acqua». Il lavacro va fatto con l’Acqua; la maiuscola è aggiunta da un lettore di Bachelard. L’autore di L’eau et les rêves (L’acqua e i sogni) avrebbe potuto citare quel brano di Ovidio al capitolo L’eau maternelle et l’eau féminine. Calvino si sofferma invece su un altro particolare, non simbolico ma esplicito, quasi impudico per chi nasconde i propri sentimenti. Dopo essersi lavato le mani, Perseo posa la testa di Medusa «sopra uno strato di morbide foglie », dice Ovidio. Calvino commenta: «Mi sembra che la leggerezza di cui Perseo è l’eroe non potrebbe essere meglio rappresentata che da questo gesto di rinfrescante gentilezza verso quell’essere mostruoso e tremendo ma anche in qualche modo deteriorabile, fragile.» Diceva bene Calvino, o quasi. Perseo è un eroe di leggerezza per i suoi voli, ma quel “gesto di rinfrescante gentilezza” va chiamato col proprio nome: “Affetto”. Per chi? Lo vedremo. Calvino ha ragione in pieno quando ricorda che «ogni interpretazione impoverisce il mito e lo soffoca: coi miti non bisogna aver fretta; è meglio lasciarli depositare nella memoria, fermarsi a meditare su ogni dettaglio, ragionarci sopra senza uscire dal loro linguaggio di immagini.» Le otto parole iniziali di un breve discorso sul metodo – ogni interpretazione impoverisce il mito e lo soffoca» – non esprimono alcun divieto, se capiamo il seguito. Dopo che il mito si sia depositato in noi, possiamo, dobbiamo in certi casi, interpretarlo. Possiamo, dobbiamo ignorare il coro dei pappagalli che usano otto parole di Calvino per rinunciare e chiudere ogni mito nella sua forma esterna: una buccia ormai rinsecchita. Interpretando i miti maturati in noi, possiamo riaccenderli, usarli come faro dei nostri pensieri, delle nostre azioni, grazie a una consapevolezza acquisita «senza uscire dal loro linguaggio di immagini.» Oppure, invece d’interpretare parole trasmesse, possiamo tradurre le immagini di una civiltà passata con immagini attuali. Quelle, per esempio, di un racconto di fantascienza. «In una galassia vicina, vicinissima, c’era un umanoide, un robot killer: Perseo. Uccideva perché così era stato programmato nel linguaggio binario U/S: Uccidi / Salva. Il suo sistemo operativo era la prima versione del nostro NanoSoft-Patriarcato.7, ormai vecchiotto. Anche quel giorno, Perseo compì la sua missione. A sporco lavoro terminato, dopo essersi lavato le mani, stese un letto di morbide foglie dove posare la testa mozzata di Medusa affinché non fosse rovinata dalla dura sabbia. Allora, un fremito attraversò la galassia: un difetto di programmazione aveva fatto riemergere quel poco di umano rimasto nel robot killer: l’Ordine era in pericolo!» Tanta attenzione per un mostro orrendo si spiega con l’etimologia del nome Medusa: in Greco vale come Protettrice, o Madre. Difatti, Perseo usa la sua testa mozzata come ogni Eroe greco usa il Sacro Scudo a forma di 8: per proteggersi e sconfiggere il nemico. Abbiamo dimostrato ormai che lo scudo a 8 rappresentava la Dea Primordiale. (Nota A) Nel racconto inciso sulla daga di Micene, un guerriero mal protetto da uno scudo comune è stato ucciso dal Leone. Il guerriero con scudo a 8 colpisce la Belva con la lancia; gli altri leoni fuggono. Non stiamo a spiegare chi fosse il Leone; l’abbiamo fatto altrove. (A1) Gent. Sig. Calvino, nella prima delle Sei proposte per il prossimo millennio, lei ha scelto l’esempio giusto: Perseo il Matricida. Il nostro terzo millennio è iniziato; speriamo che sia l’ultimo della serie di sette, per chi conta dall’inizio del Patriarcato. Sette millenni sono tanti? Non per chi rifletta alla Storia, che include la “preistoria”. Ma possono bastare. Caro Italo da Bussana, lascia che te lo dica, con affetto & leggerezza, chi ha percorso spesso il tuo sentiero dei nidi di ragno. La leggerezza di cui parli nella prima lezione non era di Perseo ma di Ovidio. Con una prudenza lievemente cortigiana, aveva mormorato una cosina en passant. Come niente fosse, aveva lanciato un macigno contro il sistema, per il prossimo millennio. Ovidio aveva parlato poco ma, con altre freccette, quel poco era stato troppo. Ora sta zitto, per chi non sa più leggere. (B) L’esilio era la punizione di chi attentava all’Ordine rivelando arcani, e Ovidio fu punito. Io speriamo che me la cavo. Mercoledì 1 luglio 2020 Dalle falde di Mamma Etna che fuma sempre più nervosamente, Jean Santilli https://independent.academia.edu/JeanSantilli Note A - Nostra Signora Dea & Il femminicidio degli Eroi Anche in francese e in inglese su https://independent.academia.edu/JeanSantilli A1 - Capitolo Nostra conclusione su Micene, Delfi, e il resto. (p. 20) B – Omero, Parmenide, Cappuccetto Rosso e il peccato mortale dell’Accademia. Solo in italiano sul sito indicato in A. Copyright 2020 Jean Santilli