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Ostacoli al risveglio della Kundalini

Le sindromi psichiatriche vengono rivisitate in rapporto algi ostacoli nella direzione della Kundalini nel suo ascendere e purificare i chakra.

Ostacoli al risveglio della Kundalini Dr Claudio Maddaloni Ostacoli al risveglio della Kundalini 1 1. Stati della Kundalini 3 1. Risveglio della coscienza 3 2. Risveglio della Shakti Kundalini 3 3. Attivazione e despiraizzazione 4 4. Reazioni 4 5. Kundalini ascendente 5 2. Psichiatria, o Andar per mare 7 1. Resistenza 7 2. Risvegli spirituali e psicosi psichiatrica 8 3. Sindromi di dolore e incomprensione 9 Nevrosi 9 Psicosi 10 1. I sintomi legati alle crisi di identità sono 11 2.La seconda serie di sintomi, collegata all'attivazione della Kundalini, 11 3. Terza serie di sintomi 12 4. Altro 12 3. Kundalini deviata 12 1. Livello corporeo 12 2. Livello psichico 14 3. Livello spirituale 16 4. Trattamento 16 Per riassumere e concludere 17 1. Stati della Kundalini Riassumiamo brevemente gli stadi evolutivi della forza vitale del risveglio della Kundalini nel sistema sottile, nei canali Ida e Pingala e che sorge a Shushumna. 1. Risveglio della coscienza Il risveglio avviene in uno spazio-tempo assoluto, non incarnato, nella coscienza assoluta; è Shiva, che si sveglia e diventa consapevole di se stesso, che è il risveglio della coscienza a se stessa. Prima di allora la condizione è descritta come esistenza inconsapevole di sé, in movimento perché mossa e senza scopo, che non va da nessuna parte. Questo è descritto nella Divina Commedia come emergente dalla "selva oscura" e corrisponde a questa attivazione. È lo stato di "La bella addormentata" (dove "lei" è la coscienza), addormentata nella foresta. Il risveglio comporta una crisi di identità, una consapevolezza di non essere la persona, con conseguente senso di perdita di sé, perdita di ogni riferimento, demotivazione, spersonalizzazione ... 2. Risveglio della Shakti Kundalini Allo stesso tempo, nel tempo-spazio della persona, cioè a livello personale, l'attivazione del processo energetico, il risveglio della Shakti Kundalini si manifesta nel suo corpo sottile, con intensità variabile per una serie di motivi . Questa attivazione inizia inizialmente a circolare in modo diverso rispetto a prima, procedendo verso l'incarnazione, l'integrazione nella propria vita di questo risveglio, attraverso la purificazione della coscienza individuale, a causa di questa nuova circolazione nei canali sottili centrali e laterali. La Kundalini procede in questo risveglio da una condizione “arrotolata” e legata alla terra (nel muladhara chakra) fino ad un sollevarsi progressivo e graduale, despiralizzandosi, passo dopo passo. In questa attivazione iniziale, diremo che la Kundalini è nella fase di attivazione e la persona inizia a porsi delle domande; diventa un ricercatore, comincia a indagare sulle energie interne ed esterne, e sulle loro proiezioni nel mondo di scena, che potrà anche materializzarsi nell’incontro con un Maestro, una guida, che alla fine lo riporterà a casa. La consapevolezza cresce nell'uomo e allo stesso tempo le condizioni esterne sembrano cambiare allo stesso modo. Nella Divina Commedia questo viene descritto come Dante che incontra Virgilio, che rappresenta la mente illuminata, e tutti gli incontri all'Inferno e al Purgatorio sono progressivamente più luminosi, più capaci di distinguere il male dal bene. Nell'Eden incontra finalmente l'incarnazione del principio femminile supremo dell'amore, Beatrice. È stata lei la forza trainante che gli ha mandato Virgilio, è lei che completerà il processo di purificazione in Eden, Lei è la forza motrice verticale che lo guiderà dalla terra al settimo cielo, al settimo chakra, sotto forma di fuoco divino d'amore, Kundalini. L'astrologia descrive come l'energia circola nei due canali laterali che sono uno, mostrando come dovremmo disidentificarci dal sonno, ossia dalla forza che spinge verso il basso la coscienza, e come la purificazione avvenga lungo lo stesso percorso, la strada dei sei chakra rappresentati come dodici zodiacali segni; è il sentiero della luce, da cui prende il nome Jyotish, l'astrologia vedica. Allo stesso tempo, per quel tanto che il risveglio procedeverso la solarizzazione, nei singoli pianeti, anche i due nodi lunari si attivano sempre di più. Ricordiamo che essi sono la testa e coda del drago, del percorso diretto, e che girano in senso contrario al resto dei pianeti, indicando come via diretta il ritorno al centro dello zodiaco. È "l'amore che muove il sole e le altre stelle", che trova la porta, la star gate, per il ritorno. Questa interpretazione dei nodi lunari dovrebbe essere approfondita. 3. Attivazione e despiraizzazione Questa fase di attivazione procede poi gradualmente e ciclicamente verso un'attivazione graduale più intensa, e ad una corrispondente maggiore attivazione delle energie emergenti dai chakra, allineate sulla colonna vertebrale astrale. Questo comporta un corrispondente maggiore manifestarsi delle resistenze a questa circolazione, all’emergere di un conflitto che si esprime a livello fisico e psichico in una misura che non era così presente e evidente nel precedente regime energetico. A livello fisico, (il processo più precisamente accade a livello del corpo sottile, ma viene percepito come qualcosa appartenente al corpo fisico), possiamo osservare una serie di sintomi ben noti a chiunque entri in crisi: si tratta di sintomi di modesta entità inizialmente, che derivano da una iperattivazione energetica nei chakra. Discuteremo più approfonditamente questo punto tra poco. La Kundalini in questa fase sta diventando parzialmente ascendente, e sta raggiungendo e attivando inizialmente i chakra inferiori, a volte solo per placarsi e abbassarsi di nuovo, se la strada che deve percorrere non è ancora pronta; l'energia in questi casi regredisce ed è richiamata ancora una volta nelle vecchie identificazioni. Si dice che solo dopo essere progredito oltre il terzo chakra il processo non tende più a regredire, e rimane attivo nel progredire ulteriormente verso i chakra superiori In queta condizione, l’energia che sale a un certo punto, ma poi regredisce o devia dal suo cammino naturale, a causa dell’incompleto stadio di purificazione; così facendo alimenta maggiormente i canali laterali, attivando così in misura crescente la circolazione energetica in Ida e Pingala. La persona diviene sempre più cosciente in questo stato di ogni area della sua vita, lo zodiaco risulta svegliarsi, a livello personale cresce il rendersi conto, e la consapevolezza altresì di cosa e quanto proiettiamo nel mondo esterno e nelle relazioni. 4. Reazioni La persona in tutto questo può essere spaventata e cercare aiuto, o può capire o almeno percepire che è in atto un cambiamento positivo più profondo. Quando questo processo inizia, si diventa più consapevoli della propria vita, più consapevoli delle relazioni personali o del mondo che ci circonda, come qualcuno che inizi a svegliarsi, e in questa fase potrà capitare ad esempio di volersi dedicarsi ad un percorso spirituale di trasformazione. Le risposte psicologiche dipendono dagli stadi di evoluzione della coscienza individuale, che a sua volta è collegata generalmente alla fase di evoluzione collettiva nella società in generale. La psicologia transpersonale ha ripreso dalle dinamiche a spirale (Clare Graves) un modello di evoluzione della coscienza in sette stadi, che è stata poi riformulata da Ken Wilber nel suo ampio lavoro sull'evoluzione della coscienza a livello individuale e collettivo lungo la storia. In questa teorizzazione, l'umanità in generale e l'individuo evolvono da stati più primari ed egoistici, espressione di un'attivazione solo delle energie dei chakra inferiori, a stadi di coscienza più elevati, dove le persone sono più evolute e capaci di amore, cooperazione e comprensione . Le risposte a questo cambiamento a livello della coscienza variano da atteggiamenti difensivi e regressivi, che si manifestano come crisi psichiatriche, alla accettazione ed allo sviluppo di pratiche evolutive come la meditazione, la carità e la saggezza. Come conseguenza di questa diversa capacità di cedere il passo a questa pressione e cambiamento evolutivo, osserveremo più o pochissimi sintomi, che vanno dai disturbi nevrotici minori a problemi psichiatrici di maggior rilievo; questi spesso manifestano al contempo dei. sintomi a livello del corpo, lungo il periodo di trasformazione. I più impreparati reagiranno intensamente, cercando con tutti i mezzi di frenare il processo, in altri al contrario osserveremo una maggiore accettazione e persino dei tentativi di accompagnare ed aiutare il processo, ad esempio cercando guida o psicoterapia. A questo proposito, le resistenze possono manifestarsi non solo come meccanismi difensivi psicologici, ma anche a livello più organico fisico come malattia reale, come conseguenza di un mancato allinearsi al flusso di energia più alto, ad una resistenza che entra in azione ancora prima oppure comunque al di là del piano della possibile elaborazione psicologica. Ci troviamo di fronte così a numerosi disturbi funzionali e persino organici, a vere e proprie malattie che derivano da questa circolazione in qualche modo ostacolata e che premono per un ulteriore sviluppo. A volte, l'attivazione dell'energia può prendere strade sbagliate o devianti, oppure potrebbe esprimersi in modo sbilanciato, ed andare ad invadere la rete più superficiale dei canali energetici (descritti nell'agopuntura, ad esempio), o ancora attivare un funzionamento endocrino sbilanciato, a causa della connessione di queste ghiandole al funzionamento dei chakra. Torneremo su questo. Con quale rapidità ascenderà la Kundalini? Il periodo di questa fase intermedia necessaria affinché la kundalini ritorni dalla terra al cielo interno è così variabile che una loro classificazione sarebbe impossibile e forse anche indesiderabile. Basti per ora dire che ciascuno si porrà in uno spettro che va da risvegli imporvisi, in persone preparate come anche non preparate, sino all’estremo opposto, ossia risvegli graduali, morbidi, come un viaggio tranquillo, un fiume senza cascate, fino a raggiungere il mare aperto. Parliamo ora del sollevarsi più diretto di Kundalini in Shushumna. 5. Kundalini ascendente Nel corso del tempo si raggiungono generalmente uno o più momenti intensivi e liberatori, in cui l'energia raggiunge il suo scopo, e la Kundalini si raddrizza completamente e ascende al cielo, ossia il cielo interiore, il settimo cielo, il settimo chakra, che è anche la sua origine. Quando il processo, gradualmente o più direttamente, viene attivato per via del verticalizzarsi del serpente, quando il fuoco sale al cielo, come nel Paradiso di Dante, possiamo trovarci desiderosi di seguire, allinearci e accompagnare in un modo attivo questa riunificazione, questo yoga; e questo è ciò di cui si occupa lo yoga Kundalini. Dal risveglio in poi, c'è un auto-riconoscimento della coscienza, ma questo potrebbe ancora essere gravato dalle identificazioni egoiche. Quindi quasi sempre questi processi sono molto difficili da sostenere e da aiutare negli altri; molto spesso è in questa specifica fase di iperattivazione e flusso energetico ai chakra superiori che si osservano e si sperimentano gli squilibri più acuti e più gravi, dove compaiono e si sviluppano le principali sindromi psichiatriche; l'impreparazione che ancora persiste in questa fase renderà questi squilibri molto più evidenti. Una volta che la Kundalini si alza e non lascia più spazio alla preparazione o al rifiuto, ciò che accade nella fase acuta è di accompagnare, proteggere, sostenere il processo, aiutando la condizione fisica e mentale in ciò che serve per sostenerlo, ossia fornire rifugio cibo, una presenza accogliente e centrata, eventualmente farmaci in grado di placare ed equilibrare l'energia, consigli discreti su questioni materiali specifiche o altro che la persona in crisi no potrebbe in quel momento affrontare. La fase acuta prima o poi si allontana, e sebbene questa liberazione dall'ego, non dell’ego, possa avvenire ripetutamente, ciclicamente, tuttavia nelle fase inter-critiche è spesso necessario un diverso tipo di assistenza, per il sostentamento, per chiarimenti, per l’integrazione. Più avanti diremo di più sulle sindromi psichiatriche e sul loro trattamento. Nella Divina Commedia, il paradiso è il luogo dell'ascesa diretta della Kundalini, per raggiungere il settimo chakra. Tutto il paradiso è una condizione trascendentale di visione e beatitudine, per colui che, come Dante, ha completato la disidentificazione dell'ego, che avviene nell'inferno, e purificato la sua coscienza, chakra dopo chakra, come Dante ha fatto in Purgatorio. Senza entrare qui in dettaglio sulla struttura e saggezza della Commedia, credo che i pazienti psichiatrici siano anime volanti, quindi anime celesti, che cadono a causa dell'evoluzione incompleta dell'ego, dovendo tornare indietro per alcune aree dell'inferno e per continuare e completare lo sforzo di rettifica del Purgatorio. In altre parole, vedo le tre cantiche della Commedia l come tre fasi contemporanee, e non sequenziali; e collego questa struttura del mondo interiore che Dante espone, ai tre canali dello Yoga nel corpo sottile. Beatriceda questo punto di vista è Kundalini, la forza motrice che spinge verso il cielo più alto; essa tuttavia non può ascendere in linea retta finché la preparazione non è terminata, cosicché viene descritta la fase di srotolamento spirale che osserviamo in Inferno e Purgatorio. Le identificazioni ancora presenti e operanti nella personalità, che Kundalini costringe ad abbandonare rapidamente, vecchie abitudini ancora presenti nei chakra, sono tutte tendenze che portano Kundalini fuori allineamento e che non sono compatibili con lo straordinario impulso ad ascendere diretto della kundalini. Da ciò deriva lo squilibrio che incontriamo in queste persone sofferenti. Comunque, bene o male questo è ciò che sta accadendo, Shakti si attiva del tutto in questa fase per raggiungere l'unione con Siva (come esprime il simbolo indù o buddista Yab Yum), e nei casi migliori rimane poi costantemente unita, per così dire "sposata" , in costante unione intima con Shiva, la coscienza realizzata. A questo punto sono "un tutt’Uno", che è la condizione, incarnata nel corpo, del vero uomo e del vero Dio, come nelle statue del Buddha Eden. È qui che dobbiamo ora soffermarci per alcune considerazioni cliniche sugli stati mentali durante questi processi, perché come dicevamo, non solo la spiritualità si occupa di questo, ma anche la psichiatria. 2. Psichiatria, o Andar per mare Un detto attribuito a Platone dice che ci sono tre tipi di persone nel mondo: i vivi, i morti e quelli che solcano il mare. Senza dubbio i vivi sono coloro che hanno compiuto il viaggio, che hanno trovato se stessi e sono arrivati. Sono rari e non facili da riconoscere, se non sei uno di loro. I morti sono quelli che devono ancora iniziare; vivono e basta, senza autocoscienza; non sanno nemmeno se e quanto sono ammalati. Sono la maggioranza dell'umanità. Quelli che vanno per mare sono quelli che sono partiti dalla riva del “me”, ma non sono ancora arrivati ​​sulle rive del Sé, se ce ne fossero. Questi sono davvero tanti, anche se pochi rispetto ai morti, ma devono passare attraverso la morte per arrivare alla vita. Sono quelli menzionati nella Divina Commedia, sono quelli che navigano verso la luce, ma anche quelli che affogano prima di raggiungere la meta. I primi sono curate dai maestri spirituali, mentre i secondi sono recuperati e curati da psichiatri e psicologi. Tuttavia, il viaggio per mare dipende da molti fattori, dalle condizioni esterne, dalla barca di cui disponi, dalla guida che ti aiuta, dalla comprensione del percorso ... Vogliamo qui descrivere brevemente coloro che più spesso gridano aiuto, che soffrono troppo, per aiutarli a tornare a casa. È successo un grande cambiamento, dentro di loro, e così sono partiti. .Questo evento è il risveglio: la coscienza si è svegliata, è partita dal sonno e sta cercando se stessa. In un esempio ripetuto di frequente, è come una nascita, come la nascita di un nuovo essere, e c'è bisogno di aiuto. 1. Resistenza Un detto recita così: la sofferenza non deriva dal cambiamento ma dalla resistenza al cambiamento. Ora ,nel parto di un bambino la sofferenza è la regola, e la resistenza è naturale, per tutti. Ci sono molti casi, però, in cui le cose sono più complicate che in altri, no ci sono anzi due parti uguali, e poi ci sono i parti patologici, in cui esiste il rischio di vita sia per la madre che per il figlio. La persona non è preparata, non è pronta per questo evento, ed allora soffre eccessivamente e chiede aiuto. L'ostacolo al risveglio, nella coscienza, è il sonno della coscienza, e questo è più profondo in alcuni, o è specifico per certi aspetti della vita e non per altri. La tradizione parla di un velo, un ostacolo alla visione chiara, alla luce; quindi un'ombra, un'impurità, una macchia. I tibetani parlano di visione pura e impura. Gli ostacoli egoici, le impurità sono come il condizionamento della coscienza personale ed hanno molteplici cause, comprese forse le vite precedenti. Questa condizione di caduta della coscienza in uno stato di incoscienza, si manifesta come un'opposizione al cambiamento, una resistenza inconscia, che la coscienza stessa percepisce come sofferenza. Questo ostacolo è una "resistenza" soggettiva a tutto ciò che accade; è come se nel risveglio la coscienza si trovasse a lottare contro se stessa in quanto ancora in parte addormentata, ossia in quanto ancora in parte identificata con l'io. Quindi, l'ego è in qualche modo opaco, oscurato, non è "trasparente", ma appesantito da un'impurità. L'ostacolo è solitamente inconscio; e per la legge che "ciò che è inconscio è proiettato", l'io individuale lotta contro il proprio bene. Quindi, è l'ego che soffre, ma anche l’ego che fa soffrire. Vediamo quindi che il risveglio della Kundalini, sebbene sia un processo che mira alla liberazione, non è una passeggiata piacevole per l'ego in trasformazione. E quando il cambiamento inizia, in modo irreversibile, come nel caso del parto, provocherà condizioni di maggiore e minore difficoltà, a seconda del livello di purezza, luce, preparazione del soggetto in cui questo avviene. 2. Risvegli spirituali e psicosi psichiatrica Avremo quindi alcune situazioni in cui il processo, sia nel periodo di preparazione che nell'esordio completo più o meno acuto, è accolto e accompagnato senza la necessità di un aiuto medico o psicologico specificamente dedicato. Ad esempio, spesso è sufficiente accompagnare queste condizioni, che sono state chiamate emergenze spirituali, in un ambiente protetto, con l'aiuto di persone consapevoli di ciò che sta accadendo, magari perché lo hanno vissuto. In altre situazioni, e forse sono la maggioranza, il livello di coscienza della persona in cui ciò avviene ancora impreparato; ci sono ancora attaccamenti alla personalità, all'ambiente, e le persone non sono pronte a lasciare il loro mondo e anche sé stesse, non sono pronte a lasciare spazio per la nascita di un nuovo stato di coscienza. In questi casi si attua una serie di reazioni dell'Io, volte a ostacolare, e si può generare un conflitto maggiore, un conflitto che può essere anche intenso e spesso prolungato, in cui è bloccata la coscienza: da un lato, il processo è irreversibile e progressivo, dall'altra parte non si è ancora coscienti e capaci di lasciar andare tutte le resistenze, di comprendere e accogliere il cambiamento. Queste condizioni, risultanti dalle reazioni dell'ego residuo al processo di crescita, sono principalmente di controllo e fuga, che sono dei modi per cercare di sopravvivere al processo di trasformazione di morte e rinascita. Queste condizioni costituiscono la maggior parte dei disturbi, manifestazioni dell'Io distonico, infernale. I sintomi sono generalmente considerati patologici, e trattati come tali, dai pazienti stessi e dalle famiglie e dagli operatori sanitari che si impegnano a d abbattere la crisi. Potremmo dire che la psichiatria vede soprattutto questo tipo di crisi evolutive, quelle bloccate, quelle contrastate, quelle cattive, che spesso non si evolvono, diventano croniche, diventano stantie. La teoria e la pratica psichiatrica sono in gran parte costituite dall'assistenza ai processi che avvengono in persone ancora impreparate, perché ancora troppo identificate con il vecchio regime, quando è giunto ormai il momento di un cambiamento complessivo, intenso e definitivo. La mia convinzione (e non solo la mia), però, è che le condizioni che abbiamo appena esposto non sono che due estremi di uno spettro in cui non ci sono due crisi uguali, ma piuttosto che ci sono modi infiniti di risveglio e infinite forme di resistenza, così come esistono infiniti modi individuali di incarnarsi, opporsi. Non potremo quindi seguire delle linee guida uguali per tutti, ma scienza e coscienza piuttosto. Osservare ed intervenire in una condizione specifica quindi deve sicuramente tenere conto di quante più specificazioni possibili, e considerare comunque che sebbene il processo sia unico, in ogni caso il risveglio ed è difficile (per l'io). Non sempre si può sollevare il paziente dalla sua sofferenza, ma sempre si potrà aiutare, alleviare, accompagnare. Questo atteggiamento sarebbe già molto per ridurre il pessimismo e la paura in cui psicoterapeuti e psichiatri spesso cadono di fronte a condizioni così intense e sovversive, e non sconsiglia anzi prevede anche una adeguata attenzione e cautela, necessarie per proteggere e aiutare questi pazienti, mentre tuttavia consente una comprensione più profonda delle crisi psichiatriche. 3. Sindromi di dolore e incomprensione Gli ostacoli che si attivano nella coscienza individuale si manifestano come un conflitto con il processo in corso,: la resistenza si manifesta in forma di sintomi. Vediamoli più da vicino, considerandoli in base alla fase in cui si verificano. Nevrosi Una prima serie di sintomi sono compatibili con un funzionamento connesso alla realtà precedente, sono cioè più lievi e costituiscono l'insieme delle nevrosi. Queste sindromi sono un'espressione di questa resistenza ed emergono quando il processo è ancora in fase iniziale. Troviamo qui disturbi in cui i meccanismi di difesa sono in prima linea, come tratto caratteriale o come aspetto francamente sintomatico, come lad esempio nelle due principali nevrosi, il DAP, o disturbo da attacco di panico, o il DOC, il disturbo ossessivo compulsivo. In altri casi, come nel doc più grave, o nei disturbi paranoidi della personalità, la condizione di destrutturazione è più avanzata, e si sta diffondendo nella psiche un atteggiamento psicotico di paura della morte chiaramente avvertita; in questi casi si osserva l'uso massiccio e inappropriato del meccanismo di interpretazione paranoide della dissociazione, dove la persona sta cercando di usare il pensiero processo difensivo e aggressivo per sopravvivere. Cercando in questo modo di non sentire il pericolo, costruisce e mantiene un castello di interpretazioni difensive, difese paranoiche, dove il nemico e il pericolo devono essere esclusi all'esterno e annientati per salvarsi. Ma finché l'egp sopravvive, ed è al comando, il vecchio regime lavora in conflitto con l'inconscio,. Siamo tuttavia in queste condizioni ancora nell'area nevrotica, in cui apparentemente c'è un qualche controllo sul processo trasformativo, di morte e rinascita. A livello fisico, (o meglio sull'energetica del corpo sottile), l'attivazione del Kundalini in forma lieve nelle fasi iniziali si esprime a livello psichico come condizioni nevrotiche, ma allo stesso tempo quasi invariabilmente, sebbene in vari gradi , si esprime anche a livello del corpo sottile e come una sorta di manifestazione psicosomatica, dovuta al trabocco energetico nel sistema dei chakra. Questi disturbi sono generalmente percepiti come sintomi del corpo fisico, per varie ragioni; innanzitutto, il paziente stesso è ancora identificato molto con il proprio corpo fisico; inoltre, anche a livello di convinzioni, nella popolazione generale e nei caregivers stessi è installato e prevalente un paradigma biomedico, quindi questo punto di vista materialistico è il primo e più approvato approccio a questo mondo sottile. Di conseguenza, questi squilibri energetici sono molto spesso, e sfortunatamente per i pazienti, scambiati per sintomi fisici, e danno luogo frequentemente a esami diagnostici e sperimentazioni terapeutiche senza fine con esito negativo o incerto riguardo la diagnosi o il trattamento del disturbo. In realtà, come il dott. Lee Sannella spiega nel suo libro, è il physio kundalini che vediamo qui all'opera, e che genera questo tipo di sofferenza acuta e inspiegabile. Con questo termine questo autore si riferisce alla componente della Kundalini che insiste sul sistema dei chakra, allineati nell’asse centrale del corpo sottile e che si manifesta con sintomi che sembrano corporei. Il flusso energetico lungo il sistema dei chakra può manifestarsi in una catarsi psicosomatica, in cui i sintomi si manifestano come disturbi funzionali critici negli organi e apparati interessati in quella stazione energetica. Tra questi ci sono una sensazione di tremore all'interno del corpo, come di un sottile terremoto, o un risalire di una corrente, con brividi, scariche elettriche lungo il corpo e la colonna in particolare; sono inoltre presenti numerosi altri sintomi inquietanti per il paziente nelle regioni dell'area genitale (iper o ipo eccitazione sessuale), nello stomaco (come la nausea), nel cuore (ritmo alterato, sensazione di peso o dolore), nella gola (sensazione di soffocamento, afonia) o nella testa (acufeni, vertigini, problemi temporanei di vista, mal di testa o sensazione di testa troppo piena o che scoppi). A livello più psicologico, la sindrome da kundalini è accompagnata da vari gradi di senso di paura, senso di confusione nella testa e confusione nel pensiero, disorientamento, difficoltà di memoria e concentrazione,; possono sorgere forti emozioni, o al contrario il paziente può avere la sensazione di non sentire più le emozioni, o di non sentire come prima. Psicosi Una seconda serie di sintomi si verifica quando il processo si intensifica e diventa incontrollabile e l'identità entra in una crisi completa; si tratta qui di sintomi che la psichiatria chiama psicosi, perché qui il funzionamento della personalità è fortemente squilibrato e spesso richiede assistenza diretta, a volte anche urgentemente. Le psicosi sono il pane quotidiano dello psichiatra, e costituiscono un gruppo eterogeneo. Riassumendo e semplificando, nelle psicosi possiamo distinguere abbastanza chiaramente tre serie di sintomi. Questi sono legati da un lato al processo di crisi dell'Io, dall'altro all'energetica del suo evolversi, ma infine anche alla residua reattività dell'Io, che è così disturbata e disturbante da richiedere un aiuto esterno, al punto che la persona, come si dice in psichiatria, “è pericolosa per se stessa o per gli altri”. Vediamoli una rapida panoramica di questo campo. 1. I sintomi legati alle crisi di identità sono - depersonalizzazione, ossia il non riconoscersi o ritrovarsi, in gradi o continuità diversi, e al contrario derealizzazione, come se il mondo non fosse lo stesso, non reale o esistente, o deformandosi e alterato in molti modi. -derealizzazione, specularmente, come se il mondo non fosse più lo stesso, o fosse meno reale o finto del tutto, di cartone ad esempio, o deformato in vari modi. Non ci si sente più collegati al vecchio “io”, si avverte una dissociazione, un di orientamento, una sensazione di isolamento e solitudine davvero molto profonde, un senso di morte, come ad essere in un deserto, in una notte oscura dell'anima. Anche il corpo può essere percepito come deformantisi, così come possono essere percepite alterate le relazioni e il modo in cui viene percepito l'affetto, o le sensazioni. In questi processi di spersonalizzazione sorgono altri sintomi come la -demotivazione, cioè l'apatia, -la mancanza di desiderio, o anedonia -la mancanza di concentrazione, perdita di memoria, disorientamento Quando prevalgono sintomi di questo tipo, psichiatricamente saremmo orientati verso una diagnosi dello spettro schizofrenico, dalle forme più lievi a quelle più gravi e croniche. 2.La seconda serie di sintomi, collegata all'attivazione della Kundalini, Questi sintomi possono evolversi e possono maturare per raggiungere un'iperattività energetica più continua e intensa e traboccare a tutti i livelli. In questi casi, possono anche trasformarsi rapidamente in condizioni più importanti, come una situazione ipomaniacale bipolare, o addirittura maniacale, con necessità di ricovero. Il ripetersi di questi episodi, come nel parto, non è la semplice ripetizione di un identico squilibrio che la persona teme. Ad un esame più attento, esprime piuttosto una maturazione della crisi nel tempo, sembra produrre una progressiva trasformazione nel corpo sottile della persona, e della sua consapevolezza. A livello globale, questi sintomi sono stati categorizzati sotto la diagnosi delle varie forme di disturbi affettivi bipolari, per chiarire che il sistema energetico affettivo è principalmente interessato dal cambiamento. Le condizioni bipolari nelle loro varie forme esprimono l'andamento energetico affettivo oscillante derivante dalla Kundalini attivata. I pazienti differiscono enormemente tra di loro nella capacità di mantenere una distanza dall'identificazione con questo forte flusso energetico, e la maggior parte di loro viene trascinata via da questa bufera energetica, diventando iperattiva, insonne, aggressiva, ipersessuale, iper di ogni cosa, con rapidi cambiamenti dell’umore, pensiero veloce, logorrea etc . Per riequilibrare il sistema gli psicofarmaci sono generalmente necessari e sono benvenuti se usati con saggezza. 3. Terza serie di sintomi In vari gradi, generalmente vediamo associato a questi sintomi un aggravamento della sindrome di Kundalini di cui parlavamo poco prima. 4. Altro Altre sindromi psichiatriche che osserviamo negli stati acuti di sofferenza e che richiedono aiuto possono resentarsi nel reparto psichiatrico e, sebbene differiscano anche ampiamente, potrebbero essere viste, come le precedenti, come espressioni di un processo unico per quanto diversificato. Un processo di morte e rinascita dell'identità, e delle sue manifestazioni energiche correlate, mescolate a vari gradi di resistenza organizzata da parte dell'io residuo ancora accreditato, che parla ancora nella testa con il suo vecchio microfono, al quale il paziente in crisi concede ancora ascolto. Ad esempio, in questa visione le varie forme di disturbi della alimentazione come la anoressia e la bulimia, che sono forme in cui non si lascia portare dal processo trasformativo ma l’ego si contrappone cercando di controllare tramite il cibo la situazione energetica che si è attivata; (questi pazienti infatti riferiscono che quando mangiano stanno male, e si può ipotizzare che questo apporto di cibo sul piano energetico. Venga percepito come un aggravarsi indesiderato della condizione energetica attivatasi). Una altra condizione frequente sono le tossicodipendenze, dove si assiste a un progetto di controllo attraverso sostanze psicoattive del processo di morte e rinascita, spesso con un tragico epilogo, mentre stanno danzando sull'orlo dell'abisso. 3. Kundalini deviata Oltre ai sintomi psichiatrici, nelle fasi di attivazione del Kundalini possiamo incontrare sintomi specifici su livelli diversi da quello sin qui considerato, come conseguenza di blocchi specifici in circolazione (impurità, altre forme di resistenze), in modo che la circolazione devia e si manifesta in modo diverso da come potrebbe. 1. Livello corporeo Spesso osserviamo nel corso delle crisi, o in preparazione ad esse, diversi sintomi fisici funzionali e anche organici, che richiedono un'assistenza adeguata. Ciò potrebbe essere collegato a qualche identificazione inconscia con le funzioni corporee, come se esistesse una sorta di cortocircuito psicosomatico; per esempio, il modo in cui un bambino è nato, o è stato allattato, o il modo in cui la madre ha gestito l'igiene del corpo e la cura fisica, o ancora i traumi memorizzati dal corpo in quella fase, possono tutti interferire nella circolazione dell'energia adulta in modo appropriato. Questa area è da indagare ulteriormente. Pertanto, quando la kundalini ascendente devia dalla sua corretta circolazione, può manifestarsi con sintomi a livello corporeo, che di solito iniziano come disturbi funzionali. Questi inizialmente non producono danni organici permanenti e sono quindi reversibili; tuttavia, in casi specifici, o per la loro durata, o per un'ulteriore somatizzazione energetica, possono eventualmente diventare vere e proprie malattie fisiche, del tipo che studiamo in medicina generale. Vediamo molto brevemente qui alcune di queste condizioni: -Lungo l’asse della colonna vertebrale, in particolare in corrispondenza del terzo (lombare) o del quarto o quinto chakra, si possono osservano dolori o blocchi della motilità, talvolta in forma di esordio acuto, come i colpi di strega, che di solito e purtroppo sono indistintamente attribuiti a un'ernia del disco. Questa ernia può ovviamente esistere ed essere diagnosticata come causa del dolore o del blocco, a causa di una pressione fisica sulle radici nervose; l'esperienza però, anche tra i medici ortopedici, indica che la compressione fisica di una radice nervosa non è l'unico caso in cui ritroviamo quei sintomi, come spesso ernie evidenziate radiologicamente non sono sintomatiche. In realtà, spesso una difficoltà nella circolazione energetica lungo la colonna astrale potrebbe essere un fattore che contribuisce al dolore o, talvolta, il fattore principale causale. Inoltre, nella crisi dolorosa locale può benissimo esserci un riverbero delle attività fisiche e del corpo sottile: una contrazione dovuta ad un blocco energetico potrebbe benissimo implicare meccanismi fisici di spasmo, infiammazione, alterata circolazione, che vengono a mantenere ed intensificare la condizione dolorosa, creando un circolo vizioso. Il dolore in sé potrebbe avere anche uno scopo positivo, poiché attira attenzione, energia e cura, porta riposo e cura fisica; tutto ciò potrebbe rievocare ed elaborare traumi della prima infanzia ancora immagazzinati nella memoria del corpo, e riattivare la circolazione energetica nei confronti di questi blocchi. -Osserviamo spesso diverse disfunzioni di organi e sistemi, spesso collegate al sistema delle ghiandole endocrine. Queste a loro volta sono collegati al sistema dei chakra: - a livello del 2 ° chakra, i sintomi possono coinvolgere gli organi e gli apparati della regione, contribuendo o essendo la causa principale di impotenza, anorgasmia e disfunzioni sessuali in genere; alterazioni energetiche qui potrebbero avere un ruolo nell'infiammazione cronica altrimenti inspiegabile della vescica, o degli organi genitali, o nell'ipertrofia prostatica. - a livello del 3 ° chakra: gastrite, reflusso gastroesofageo, diabete. - a livello del 4 ° chakra: irregolarità del ritmo cardiaco fino ad angina e attacchi di cuore, riduzione della respirazione diaframmatica, modulazione dell'immunità nel timo. -al livello del 5 ° chakra: soffocamento nella regione della gola, disturbi del linguaggio, infiammazione cronica nella regione, problemi di deglutizione. - a livello del 6 ° chakra: vertigini e acufeni, disturbi della vista e della messa a fuoco e della luce, differenza tra i due occhi, visioni, o disturbi sottili dell'udito; queste ultime possono giungere a divenire allucinazioni uditive, come voci, o visive. - sempre per l'attivazione del 6 ° chakra, si possono sviluppare funzioni più sottili, prima dormienti, come lo sviluppo di poteri speciali, quali vedere nell'oscurità, vedere l'aura, presenze e ombre, vedere il futuro, o malattie negli altri, fino a situazioni più note come precognizione nei sogni, intuizioni ecc. dalle quali la persona può sentirsi intimidita o al contrario orgogliosa. -Possono manifestarsi condizioni legate al 7 ° chakra, come guarigioni inspiegabili in se stessi o negli altri, lettura della mente, tutte situazioni comunque legate alla non separazione. - Disturbi funzionali più sistemici e generali, come ipertensione, invecchiamento, affaticamento; disturbi del sistema immunologico, o psico-neuro-endocrino (studiato da questa nuova scienza, Pnei), come le malattie autoimmuni, la fibromialgia; e ancora, tic, paralisi generale o parziale, (non essere in grado di camminare per esempio), ecc. e tanti altri disturbi che la medicina tratta solo sintomaticamente, per mancanza di una comprensione completa della complessità dell'uomo, che ovviamente ha più dimensioni e non solo quella fisico da considerare. 2. Livello psichico La psicologia in generale si occupa di prendersi cura dei sintomi di una fase relativamente non acuta, o delle fasi iniziali o integrative finali della trasformazione, che si manifestano come nevrosi. Una teoria cara alla psicologia è la teoria del trauma. Questa teoria sostiene che molti, se non tutti i sintomi, derivano da qualche esperienza traumatica nel periodo della infanzia o successivo. Questa è dopotutto un'evoluzione dell'approccio psicogenetico freudiano. Come sappiamo, Jung ha proposto di integrare questo approccio con la teleologia, ecco dove stiamo andando, non solo da dove siamo arrivati ​​qui. I sintomi come disfunzioni o conflitti possono derivare da una difficoltà a diventare ciò che dovremmo essere nella fase successiva. S. Grof in un libro intitolato la psicologia del futuro, suggerisce di amplificare la cartografia della psiche includendo in una visione transpersonale della psicologia le fasi dell'evoluzione perinatale e trascendentale. Il concetto fondante queste teorie psicogenetiche è che i problemi psicologici derivano dal passato, da blocchi nella evoluzione normale dello sviluppo della personalità. E questi arresti o deviazioni nello sviluppo sono causati da fattori esogeni, che creano un conflitto psicologico, un trauma, un'esperienza che non consentirà un successivo equilibrio psicologico armonioso. Gli psicologi generalmente danno poca importanza a fattori endogeni, ad esempio genetici nella psicopatologia normale, e tendono a concentrarsi sulla storia psicologica del paziente nell’ interpretare i sintomi, ad esempio un attacco di panico. D'altra parte, la predisposizione a reagire in modo deviato debole o esagerato risiede nell'organismo, e non proviene necessariamente dall'esterno. Il modo in cui reagiamo all'esperienza traumatica è sicuramente un fattore principale nella definizione di un trauma. Una cosa diviene trauma anche per un fattore interno, dipende “quello che abbiamo fatto, di ciò che ci è stato fatto”, questo è ciò che fa la differenza. Il concetto di endogeno è stato creato nel paradigma biomedico per indicare come una diatesi, ossia una predisposizione alla malattia, dovesse essere ricercata in alcuni fattori congeniti, nel senso di ereditario in generale, debolezza o alterata risposta a stimoli esterni, e potesse manifestarsi anche senza un fattore di attivazione Se trasferiamo questo concetto alla psichiatria, le malattie mentali, per la teoria organica in psichiatria, una psichiatria nata dalla neurologia, sono causate da una predisposizione endogena su cui abbiamo poco potere di intervenire. Come conseguenza di questo punto di vista, le malattie mentali, e in particolare quelle più gravi che sono le psicosi, sono viste come malattie endogene, e ai fattori psicologici viene data poca importanza nella diagnosi, nel trattamento. Gli psichiatri di questo orientamento generalmente svalutano ciò che fanno gli psicologi, nella convinzione che i disturbi derivino da una predisposizione, o nel migliore dei casi da un'interazione di fattori endogeni ed esogeni. C'è però un altro modo per avvicinarsi all'evidenza in psichiatria che il fattore endogeno prevale su quello esogeno per spiegare l'esplosione della sintomatologia. Sulla base del paradigma transpersonale e olistico, la malattia mentale può essere rivista come una trasformazione proveniente dall'interno, dal risveglio, come abbiamo visto, quando i tempi sono maturi. Questa crisi evolutiva inizia con un risveglio dalla coscienza personale, quasi come una nascita di un nuovo essere, dicevamo, attivando allo stesso tempo energie che portano e producono una trasformazione e una purificazione, per evolversi verso una integrazione di questa nuova coscienza. Questa trasformazione è così generalmente difficile e così problematica per l'ego, che ci troviamo di fronte a esperienze disfunzionali, a una serie di sintomi che abbiamo esaminato. nei paragrafi precedenti, e che è considerata una forma di malattia, una malattia della mente, a causa della difficiltà soggettiva da attraversare.. Questo modo di vedere le cose punterebbe ancora una volta il dito sui processi endogeni e ridurrebbe l'importanza di attivare momenti, come le esperienze traumatiche nel presente o nel passato di quella persona, per spiegare la crisi. Piuttosto, il fatto che le situazioni esterne si verifichino in concomitanza con i cambiamenti interni, potrebbe essere visto come una condizione sincronica che risulta essere significativa per il cambiamento che deve verificarsi. A mio avviso, non esiste una vera distinzione, spiritualmente, tra endogeno ed esogeno, perché la coscienza crea entrambi, ma noi crediamo che esista una separazione tra interno ed esterno, tra fisico e psichico, a causa dell'identificazione con il corpo, ma è tutta coscienza. In questa prospettiva, l'attivazione endogena della Kundalini, per ragioni inspiegabili, (il tempo interiore di Dio, o della Natura, o astrologico, indifferentemente), probabilmente non è qualcosa da prendere separatamente, come conseguenza di specifiche condizioni fisiche o psicologiche, associate all'insorgenza di quelle crisi; piuttosto, questi eventi dovrebbero essere considerati congiuntamente come accadendo insieme, "sincronistici". Ad esempio, una sindrome da stress post-traumatico può essere alleviata da farmaci specifici o interventi psicologici, ma potrebbe anche essere il modo in cui un processo di trasformazione, che stava già emergendo, ha creato nel mondo esterno una condizione per lo scenario di morte-rinascita. manifesto. Tutti i sintomi sono quindi da considerare da questo punto di vista come endogeni. Probabilmente la "teoria del trauma" è così cara alla psicologia moderna a causa della resistenza a riconoscere il ruolo primario della coscienza, e per il fatto che l’ego ha in questa prospettiva un ruolo secondario, e per il rifiuto del senso di impotenza che si prova in questa posizione. Quindi i sintomi psichici devono ancora una volta essere riferiti al processo evolutivo della Kundalini, che si fa strada attraverso le resistenze, per fondersi alla fine con la coscienza superiore. In questo processo ci porta in una crisi psicologica e in un riassetto dell'identità, dei ruoli emotivi e del pensiero, per raggiungere una maggiore consapevolezza di sé a un livello superiore alla personalità. 3. Livello spirituale Gopi Krishna, nella sua seconda autobiografia dei suoi ultimi anni, riferendosi al suo risveglio i(ntorno al suo trentacinquesimo anno) avvenuto in seguito a pratiche meditative concentrative intense e prolungate, osserva che la circolazione alterata nel suo canale solare Pingala era la causa di un grave squilibrio nel suo sistema sottile, deviando Kundalini dal raggiungere il suo chakra della corona. Egli si trovò così di fronte a una condizione prolungata ed estremamente dolorosa e bruciante nel suo corpo, per lo sviluppo squilibrato nel suo risveglio, ossia un passaggio di Kundalini principalmente solo dal lato di Pingala, creando questa sensazione di ustione dall'interno. La soluzione della condizione dolorosa ed intollerabile avvenne solamente quando riuscì deliberatamente ad incanalare l'energia riequilibrante di Ida in Shushumna. La sintomatologia si risolse così rapidamente in un regime ad alta energia in cui il calore, l'equilibrio e la piacevole espansione della coscienza finalmente si stabilizzarono. 4. Trattamento Quest'ultimo in particolare è solo uno dei molti esempi che si potrebbero fare, di come una Kundalini deviata sia non solo percepibile, ma piuttosto sintomatica, bloccata, dolorosa e invalidante. Ho pensato che sarebbe stato utile ai ricercatori spirituali, così come ai pazienti in una trasformazione psicotica, riflettere meglio sull'origine e il trattamento dei disturbi mentali dal punto di vista dell'evoluzione della coscienza, invece che dal benessere dell'ego. Mi rivolgo quindi con questo articolo alle professioni di aiuto, e agli psichiatri prima di tutto, ma anche a tutti quelli che aiutano queste persone per aiutare o almeno per accompagnare e rispettare il sacro processo che appare così terribile. Terribile tuttavia è un termine che indica ciò che è al di là del bene e del male; dèi, o natura, o parto o morte connotano essere messi nelle piccole scatole di separazione, sono oltre. Un termine migliore potrebbe forse essere "il bene più alto". Il risveglio è come una nascita e una morte allo stesso tempo; è un paradosso, come la verità. In quanto passaggio sacro, come la nascita di un nuovo essere, richiede un'ostetrica con questa esperienza, una guida. Per questo in questa fase le persone vanno spesso in psicoterapia o cercano percorsi spirituali. Spesso gli psichiatri sono le prime figure chiamate ad assistere questi travagliati processi di risveglio. E’ necessaria tuttavia una nuova psichiatria, una psichiatria transpersonale, che è l'unica che aiuterebbe in questo tipo di nascita, questa rinascita della coscienza dal punto di vista del Sé. Questa nuova psichiatria dovrà fondarsi su presupposti più ampli: se da una parte infatti in psichiatria il paradigma medico biologico rimane necessario (ad esempio, l'uso di farmaci psichiatrici può essere necessario per riequilibrare energie e coscienza), l’intervento comunque dovrebbero anche trascendere questo paradigma di malattia e controllo, e aprirsi ala dimensione oltre che psicologica anche spirituale. Sarà così possibile accompagnare la crisi, e non solo abbattere la crisi perché patologica. Quindi parlo soprattutto ai medici, poiché in questa prospettiva gli psicologi o gli insegnanti sono figure che possono aiutare solo una parte del processo in corso, e spesso chi si rivolge a loro ottiene risposte clinicamente insufficienti. Per riassumere e concludere Come abbiamo visto, gli stati di Kundalini durante il risveglio sono spesso in primo piano a causa delle loro manifestazioni e degli ostacoli psichici percepiti e costituiscono il nucleo delle difficoltà psichiatriche. Oltre che in psichiatria, è nelle arti figurative in particolare che si manifestano le varie fasi e modalità di questa circolazione, dove quindi esse trovano le parole per raccontare e per fare riconoscere il mistero di questa trasformazione. Tra questi, la Divina Commedia di Dante Alighieri occupa una posizione speciale, perché parla di tutto questo processo in modo ineguagliabile, disegnando una mappa completa ed eterna del risveglio. Il messaggio contenuto nella Divina Commedia è analogo o piuttosto identico a quello che si trova in tutte le tradizioni sagge, dal buddismo all'induismo al taoismo. La Kundalini, come abbiamo visto, può procedere gradualmente, ma altre volte può anche salire bruscamente. La sua via è la strada tanto cercata, ed è quella via interiore che Dante ha definita una retta via smarrita, e tuttavia esistente, quella via per tornare direttamente a casa, per superare ogni separazione e per riconoscersi nell'origine oltre che nella meta.