im Library
.,H e
York,
New
York 10023
fLAS
.
cari,
•/), /
-i/1"-
'
0-
j$S ICùaélu
a
\
&
COLLEZIONE
MONOGRAFIE ILLUSTRATE
Serie
V
-
ITALIA ARTISTICA
10.
IL
LAGO
DI
GARDA
GIUSEPPE SOLITRO
Il
LAGO
CON
128
di
GARDA
ILLUSTRAZIONI
BERGAMO
ISTITUTO ITALIANO D'ARTI GRAFICHE
1904
-
EDITORE
TUTTI
I
DIRITTI RISERVATI
Officine dell'Istituto Italiano d'Arti Grafiche
INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI
Arco
—
Panorama
e
castello
Bardolino
Bogliaco di Gargnano
Palazzo Bettoni
Panorama
Caccavero di Salò
Ponte di S. Anna
—
—
—
Campione
Desenzano —
—
—
—
Il
.
Castello
.
porto
45
—
—
94
Malcesine
12
—
Il
porto
127
10
—
Panorama
128
88
.
16
Interno
—
15
133
132
—
....
Chiesa protestante
Panorami
Punta
66-67
di
—
69
.
Cortile
Dalla
Bettoni
Panorama
(Ritratto di)
Garda
Palazzo del principe Scipione Borghese
visto da
(II)
.
—
Avanzi dell'antico
Lazise
Darsena dei Veneziani
castello
.
.
—
Il
castello
—
Panorama
Panorama
Limone
—
Serre di agrumi
Loppio
(Il
Maderno
— —
Il
lago
—
di) nel
Chiesa
Trentino
di S.
.
.
.
.
Andrea Apostolo
Interno
golfo
La piazza
e la colonna veneziana
...
Piazza Vittorio Emanuele
Maguzzano
ronica
— Cascina
detta
«
di
di.
—
—
—
Riva
—
Antica carta topografica
.
142
....
104
(1483)
.
121
— Chiesa dell'Inviolata — Altare maggiore
— — Decorazioni del soffitto
—
Priore nel coro
.
.
.
.
9
—
138
—
golfo
100
11
lago
103
Il
porto
102
L'antica rocca
105
117
137
—
139
—
136
—
Palazzo del Provveditore
97
—
Palazzo Pretorio
99
—
143
74
75
—
71
Salò
—
Casa
Sorlini,
17
— —
la
^
107
101
HO
116-119
dove nacque Gasparo
60
da Salò
Cattedrale
109
IH
Porta S. Michele
—
ìin
...
Strada del Ponale
73
»
......
105
106
Panorama
Porta S. Marco
—
—
La Macche-
115
Il
La prima galleria della strada del Ponale
La torre Apponale nelle sue trasformazioni
...
Palazzo degli Abbondi
72
114
108
Il
39
113
112
-
—
—
l'i
141
Cascate del Ponale
61
Maderno
18
Molmenti (da un
Pietro Fragiacomo)
Il Mincio
Peschiera
La rocca, secondo M. Sanuto
91
35-38
34
castello e la villa
Il
— Facciata
— — Stallo del
— bastione
90
.
Gasparo da Salò
Lago
93
92
villa
Isola di
68
125-126
castello
Il
segno inedito
134
golfo
Croce d'argento ce-
sellato
—
Zanardelli
Fasano
Convento dei Francescani
Gargnano
-
Chiesa dei Frati
70
La rocca
—
—
14
—
—
89
11
Gardone
—
chiesa e l'ex convento dei
Ponte della ferrovia
—
—
— La
Manerba — La rocca
Moniga — Il castello
Il
—
Frati
13
—
—
—
Maguzzano
135
Piazza del Mercato
Fasano di Maderno — Villa
Garda — Chiesa parrocchiale
—
—
123
—
Affresco del Palma sotto
cupola dell'abside
55
Ancóna
59
gotica
INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI
Salò
— —
——
- —
—
Cattedrale
—
51
Facciata
Fianco a mezzodì
53
Finestra in terracotta
50
Interno
54
Mensola
57
- Piccolo altare a destra dell'aitar
mag56
giore
52
Porta
- Cura del refe
65
- Dalla piazza Vittorio
Emanuele
...
—
Dal viale del cimitero
Imbarcadore del piroscafo e porticato
fronte al Palazzo Municipale
Imboccatura del golfo
- Palazzo Martinengo a Barbarano
Fontana monumentale
Statua di una dogaressa
—
—
31
.
....
24
—
Collina delle Grotte di Catullo
21
—
....
Grotte di Catullo
— —
Affreschi
27
22-23
— castello Scaligero
25-28
— — Entrata verso mezzogiorno .... 29
— Panorama
20
Il
-
Pietre antiche rinvenute
nelle
Grotte
di
144
47
Torbole
43
Torri del Benaco —
Chiesa
Toscolano
63
32
Mavino
124
—
- Colle
63
—
Il
castello
di
Gaino
....
129
87
Gaino
85
Colle e chiesa di Gaino
86
di
40
-
Il
lago
77
Piazza Napoleone
4b
-
Il
porto
7b
Piazza Vittorio Emanuele
49
Porta della cbiesa
del
convento a Bar-
barano
64
- Porta del palazzo del Provveditore
—
33
Catullo
62
.
— —
— —
— Panorama
-
41
44
—
—
Pulpito
di
....
.
—
——
- Chiesa di S. Pietro in
del pulpito e pila dell'acqua
santa
—
Chiesa di S. Maria Maggiore
Sirmione
Banco (1602)
La cena degli Apostoli
Strada
e
S. Felice di
.
.
cavalcavia
Scovolo
castello
S. Vigilio (Punta di)
—
Avanzi
—
Panorama
—
Porta della chiesa parrocchiale
- Santuario
50
—
48
Tremosine
79
S. Maria
Camerate
di
Valle delle
—
del
....
Benaco
$7
131
—
Pieve
.
80
82-83-84
Altipiano
- Lapide del campanile di Voltino
dell'antico
.
81
96
...
96
95
IL
LAGO
DI
GARDA
IL
LAGO VISTO DA MADERNO.
(Fot. Unterveg-er, Trento).
Suso
in Italia bella giace
A
Sovra
Tirolli,
Lamagna
nome Benaco.
ed ha
Canto XX).
(Inferno,
L
Garda, l'antico Benaco, è
Giace
il
piedi delle Alpi
ai
Baldo a
più vasto e
Reticke
il
più illustre dei laghi
meridionali fra
Loppio
oriente, dalla depressione di
fino
giorno è limitato dal grandioso anfiteatro morenico, che prende
di più
razzi e di piani ondulati,
che cento chilometri, per
Garda
Ha una
schiera.
Km.
è alto 65
158,400;
a Caprino e a San
A
il
m.
sul
livello
massima
larghezza
la superficie di
volume
di
mezzo-
suo nome, e che
il
triplice cerchia di colline, di ter-
Kmq.
Mantova
e Verona.
del mare, lungo
di
Km.
369,98
-
17,200;
Km.
51,600 da Riva a Pe-
media
di
7
;
il
perimetro
Km.
Dell'origine del bacino
3
di
di cui 14,46 in territorio austriaco; la
Muslone e Castelletto di Brenzone, la media
49,76; l'angolo medio d'inclinazione di 5°,4i
profondità massima di m. 346, tra
m. 135;
italiani.
catena di Monte
toccando Castiglione, Solferino, Cavriana e Volta, discende
nella pianura lombardo-veneta, fra Brescia,
Il
la
Alpi del Garda a occidente, da Riva a Salò.
Vigilio, e le
con uno sviluppo
un laco
pie dell'alpe, che serra
di
.
si
discute ancora fra gli scienziati
;
l'opinione più accettata
è quella del nostro Taramelli, che l'attribuisce a escavazione glaciale.
Comunque
sia,
a noi piace ammirarlo così
come oggi
si
presenta, superbamente
cime eccelse e le rupi nude che lo dominano a settentrione, come fra
i
morbidi poggi che lo accompagnano a mezzodì. Nel vario e magnifico suo panorama, noi troviamo in breve spazio raccolte e ripetute tutte le austere
meraviglie dell'Alpi sovrane e la domestica gaiezza dei clivi fioriti che fanno ghirbello fra le
i
dolci pendii e
landa a Firenze.
Il
colore e la trasparenza dell'acqua sono le caratteristiche più appariscenti del
ITALIA ARTISTICA
io
Garda:
il
primo intensamente azzurro, più che
superiore assai a quella di
Il
di essa
i
i
ogni altro lago italiano
in
vera
alla
sua
1'
tinta.
ultimo dei
Quanto
DESENZANO
medio annuale
fisici
di
visibilità
la
seconda
dell'acqua del Benaco, trovò
scala cromatica del Forel per valutarne
aggiunse tre gradi,
rebbe appunto
;
laghi italiani e svizzeri studiati fin ora.
Garbini, nelle sue osservazioni sui caratteri
insufficiente la
N.
tutti
dell'acqua
è
—
IL
di
intensità dell'azzurro, e al
l'
N.
quali, indicato col
trasparenza,
alla
IOKTO.
m.
(Fot.
14,99,
e
il
o.
corrisponde-
avvertì che
limite
il
limite
Unterveger, Trento).
medio annuale
di
oscurità assoluta di m. 95.
Il
di
Benaco nei tempi
freddo straordinario.
oscilla
storici
gelò una volta sola, e precisamente nel
La temperatura
delle
sue
acque,
misurata
generalmente
da dicembre a febbraio
fra
8°, 7,5 e i5 ,2,5 C. da marzo a aprile;
fra i7°,,50 e 27°,50 C. da giugno a agosto;
fra 22 50 e i7°.,5o C. in settembre;
e fra 15
e io°,o
C. da ottobre a novembre.
fra
6°, 2 5
,
e
io°,o
C.
;
1709,
anno
alla superficie,
IL
La qual temperatura
—
LAGO
seguendo
tamente dalla superficie verso
notevoli oscillazioni a seconda
il
GARDA
DI
il
Garbini
-
-
n
decresce irregolarmente e
fondo, e la zona del salto è fra
della stagione,
estiva
o
i
20 e
i
len-
30 m., con
invernale. Parimenti
i
piani
m. non corrono paralleli, ma ondulati, secondo le diverse
profondità del bacino. La temperatura costante abissale comincia fra m. 175 e 250,
isotermici fra
e risulta
di
io e 200
7°,8 C.
;
la
più alta trovata fin oggi nei laghi profondi.
—
DESENZANO
Con
la tinta
e la trasparenza
PONTE DELLA FERROVIA.
dell'
acqua,
s'
(Fot. Unterveger, Trento).
accordano
il
colore e la limpidezza
del cielo, fuse mirabilmente nella gloria luminosa del sole.
Le
pompa
rive intorno,
del verde
nettamente profilate
nelle infinite
due conche azzurre che
Sopra le rive, in alto, e lungo
risalto,
alle
si
i
guardano e
nitidi
nezza del sole saettante, o pittorescamente
orli,
si
genda
e storia s'affaticano e
si
si
tempo
stesso
la
danno
completano.
succedono, o
ammucchiati,
cipressi, paesi e ville e santuari e torri e rovine di
spiegano tutta
lucidissima,
nell' aria
sue gradazioni, e dividono, e nel
tutti
confondono, crescendone
allineati nella pie-
o seminascosti fra olivi e
i
il
tempi, intorno a cui legfascino e
il
mistero.
Luce
ITALIA ARTISTICA
12
e
ombra scherzano
su esse e sull'acqua, e
le
avvolgono e
le
penetrano con
le
sedu-
zioni più raffinate, coi più arditi contrasti, coi più soavi incantesimi.
IiESENZAXO
Di giorno,
il
sole
vi
sfoggia
tutte
le
—
CASTELLO.
forme
conquista con carezze da bimbo, con fantasie
ardori da inamorato, con
prodigalità
trasmutano miracolosamente
con
la
da
della
sua
forza, e le investe e le
da poeta, con astuzie da
nababbo. Di
notte,
prodigiosa fecondità
la
artista,
con
luna e le stelle
dell'arte
le
loro maliarda, e
LAGO
IL
coprono
DI
GARDA
i
3
di tersi e trasparenti
cristalli le pietre ruvide e nere, vestono di lamine
guglie, seminano faville iridescenti sui pendii e fra le selve, cingono di
mistiche aureole le cupole e di monili le croci, popolano di armati le torri, e di
d'argento
fantasmi
le
Oh
bellezza
le
le
!
fosse e
i
burroni.
Garda
divine notti del
Coi
miti
raggi
delle
silenzio solenne della natura
!
Chi sa ridirne tutta
un desiderio fortemente
sentito,
con
DESENZANO
con
dei
la soavità di
fiori
della
ma
la
—
l'
intima poesia e
mare
nel
che dorme, piovono
e voci indistinte, inafferrabili al senso,
di
viaggianti
stelle
sulle
cose, sospiri, fremiti e suoni
sottilmente penetranti nel cuore con l'ansia
dolcezza di una fantasia a lungo accarezzata,
PIAZZA DEL MERCATO.
un caro sogno raggiunto.
E
e dell'erbe, salgono le aspirazioni, le
dalla terra al cielo, col fiato
memorie,
i
palpiti,
grande anima umana, sveglia e vibrante sempre a traverso
Così bello nei giorni sereni,
della tempesta.
Il
il
Garda tocca
terrore degli uomini, la
non scemano l'ammirazione
alla forza
la spirituale
dell'azzurro infinito, nel
i
fastigi del
che
cui assurge, è paragonabile soltanto a quella dell'
nelle
odoroso
tumulti, le estasi
lo spazio e
il
tempo.
sublime nelle convulsioni
muovono
rovina delle cose
poderosa,
i
la pietà,
ma
proporzioni gigantesche
Oceano.
Fluctibus et fremiti! adsurgens Benace marino.
ITALIA ARTISTICA
H
Il
vento più
sempre
terribile e
o dalle gole del
dalle più interne valli del Trentino
irruente e minaccioso, con
corteo di
triste
romba,
nubi, e
assorda con l'orrendo clamore di mille belve affamate.
cupisce e s'abbassa, e fra lampi accecanti e orribili
Le
le
perdono
creste dei monti
rive
si
pate in aria fra
le
nell'oscurità
s'
1
le
onde con
intravedono qua e
nebbie fosche,
le creste
irte
là
a
fuggenti
e fangose
MAGLZZANO
—
tratti,
—
Di
Baldo.
rugge,
fischia,
si
Il
stride,
e
cielo
;
soltanto
quasi fantasmi evanescenti, cam-
vertiginosa
gonfia sotto
e
scatena
si
là precipita
improvvisamente s' intuoni rovescia acqua a diluvio.
ridda
in
montano
s'
il
senza direzione e
flagello
che
la sferza,
inabissano, schiumano e
s'
inse-
LA CHIESA E L*EX CONVENTO DEI FRATI.
guono, s'accavallano e cozzano furibonde
segnano un disastro e un'angoscia.
E una lotta titanica che si combatte
citi,
Borea
densa e paurosa che non conosce confini
misura. L'acqua del lago nera e minacciosa
e
—
temuto, chiamato sul lago Souer
e l'uomo che vi assiste atterrito,
fra loro e
con
le rive,
su cui ad ogni urto
nell'aria e in terra fra gli
non mai sente
di
più la sua
elementi infero-
pochezza e
la
sua
impotenza.
Garda
è
Val di Genova e Sarca di Campiglio.
Il
Il
principale immissario del
vedretta del M. Lobbia, una delle
l'Adamello
;
il
più
Sarca, che nasco in due rami, Sardi di
primo scaturisce a 2050 m. di altezza dalla
il
caratteristiche
e interessanti del plesso del-
secondo dal Lago Nambino, a 1796 m., a piedi della Presanella.
IL
Il
Sarca
di
Val di Genova
LAGO
DI
GARDA
i
5
da principio con forte pendenza e indomita
che gli dà il nome, fra balze e dirupi, ingrossato da
forma d' imponenti cascate dalle valli contigue poi unito
corre
furia nella selvaggia vallata
torrenti, rigurgitanti in
;
presso Pinzolo col ramo di Campiglio,
traversa la verde
a riposarsi nel lago, fra Torbole e Riva,
MAGUZZANO
Il
—
r
I
.
di Rendena,
dopo un percorso complessivo
Ivi
E
fassi
convien che tutto quanto caschi
in
grembo
a
Benaco
star
non pò,
fiume giù per verdi paschi.
Tosto che l'acqua corre a metter co,
più Benaco, ma Mincio si chiama
Fino a Governo, dove cade in Po.
Non
77
Km.
INTERNO DELLA CHIESA DEI FRATL
Sarca è l'unico emissario del lago, da cui esce a Peschiera col nome
Ciò che
e scende
di
di Mincio.
ITALIA ARTISTICA
i6
Altri affluenti a destra sono il Varone,
noto perla pittoresca cascata presso Riva;
il
Ponale, scaricatore di tutte
Ledro
V. di
il
;
le
acque di
Brasa dalle acque freddissime,
nel territorio di
Tignalga,
Tremosine
celebre
nel
Campione o
Campo-
il
;
Trattato di
formio come linea divisoria fra
e gli Stati Austriaci
nico
V.
la
;
Suro o Barbarano
di
o Trobiolo alle porte di Salò
il
Rino
la Cisalpina
Toscolano
il
;
Corano
Remore
il
;
Bor
il
;
il
;
e
nella Valtenese,
A
sinistra,
ed altri minori.
poche acque riceve il Garda,
e torbide e rovinose per lo più, uscenti impe-
tuose dalle strette valli
ricevono
l'
nome,
del
V.
da cui
Baldo,
del
Bove,
Ronco,
rio
Colong'a,
Delle 22 specie di pesci che
popolano
il
Acqua,
Castel
rio
V.
del-
V. Tesino, ecc.
le
acque
del lago,
13
solamente hanno vera
importanza economica, e sono
la
—
MAGUZZANO
CROCE D'ARGENTO CESELLATO
la
trota,
la
sardella,
carpa, la tinca,
l'
barbio,
il
carpione,
il
:
anguilla,
l'
luccio,
il
alborella,
il
NELLA CHIESA DEI FRATI.
cavedano,
narelli
più ricercati per squisitezza di carni,
fra
ittiologi
gli
;
dei quali alcuni vollero
due varietà.
sola in
Il
carpili
—
non
essendo fra
i
Intorno
è
;
ma
vairone
e
lo
spi-
>.
i
più illustri per storia,
veder
in essi
due specie diverse,
una
altri
Pavesi e col Fatio, sostenne che
il
car-
Carpio L.\ nel dialetto veronese carpimi, nel bresciano
var.
—
—
trota
non
che semplice variazione locale del Salmo lacnstris
tali da giustificarne la divisione di specie.
,
due differenze anatomiche
al
carpione s'accumularono
gende per celebrarne
pesca
il
più interessanti per le discussioni suscitate
Garbini, d'accordo col
— Salmo lacusfris
pione
i
scardola,
due primi sono
I
i
la
le
origini quasi
sopra tutto per sostenere
fantastiche favole e le più strane leg-
le più
saporosità
divine, la
al
Benaco
il
delle carni,
i
sistemi di
vanto d'esserne solo possessore e
custode.
Le
lodi iperboliche
non comuni
il
;
tornano spesso a danno del lodato, se anche fornito di pregi
ond'è che non a
tutti
parranno interamente giustificate quelle ch'ebbe
carpione da prosatori e poeti; certo è però ch'esso è boccone ghiotto e delicato.
marzo al giugno, e che, nella regione del lago, non
rata completa la mensa signorile ove esso manchi.
Il
Moscardo (Hisforia di Verona), non so con qual fondamento,
specie nei mesi dal
l'
imperatore Tiberio voleva
Cerio, descrivendo
il
alla
sua tavola
banchetto dato
in
i
Milano
carpioni
il
5
da
lui
è
con ado-
giugno 136S per
gli
che
asserì
stesso pescati
;
e
il
sponsali di
LAGO
IL
madonna Violante
figlia di
e
;
principi e sovrani,
mando
a sé tutti
gran conto
1850
Il
;
e l'esportazione, richia-
5
ettogrammi e mezzo
ai 6
dottor Malfer però ricorda un individuo del peso di Kg.
il
carpione
luogo antanelli, reoni,
reetli,
pescava soltanto con
si
reti di
2
di rado'
;
'/
3
>
pescato
più maniere,
dette sul
brasol età,
ed erano
sar denari, chemasi o comaschi,
pesche classiche, emozionanti, a cui
i
come
magistrati rivieraschi invitavano
personaggi cospicui che visitavano
i
Garda),
di
di
i
Anticamente
tacolo
Repubblica
in cui la
più grosso di cui s'abbia memoria.
il
;
Lago
Venezia
mancanza nei pubblici banchetti a
il
peso del carpione varia solitamente dai
Il
è superiore.
quindicesima imbandigione
la
Butturini [La pesca nel
il
così che, ad evitarne la
ne proibiva temporaneamente la vendita
pescatori pigliavano.
quelli che
teneva questo pesce
nel
carpioni
scorta di documenti, dimostrò
la
17
Galeazzo Visconti, disse che
era composta, tra altro, di
con
GARDA
DI
il
lago. Così, per ricordar
i
a spet-
principi sol-
1489 assisteva alla pesca del carpione l'imperatore tedesco Federico III,
Maria d'Austria figlia di Carlo V, e nel 1765 Giuseppe II imperatore.
Oggi abbandonate le reti troppo costose, sono usati ancora reoni, reetti e co-
tanto, nel
e nel 1582
maschi, secondo
la
i
luoghi e
le
stagioni
dindana, adoperata anche per
La dindana
—
da 70 e più metri
introdotta sul
di
;
ma
la trota e
Garda
nel
regina da per tutto, e in ogni tempo, è
pel luccio.
1850
—
lunghezza, avvolto intorno a
un
è
filo
scorrevole
di
lino o di ottone,
cilindro
da cui
può
svolgersi senza impaccio, con a capo un'esca rappresentata da un pesciolino morto,
o da una. latta lucente foggiata a pesce, sotto cui
si
nasconde un
amo
o ancoretta
a punte robuste.
Con
la
gero lungo
dindana abbandonata nell'acqua, naviga
il
pescatore nel barchetto leg-
le ri-
ve o nel mezzo,
dove sa che il pesce dimora e spes-
seggia.
E quando
questo
abbocca
preda e
la
me
insie-
la punta, sen-
te
pescatore
il
allo
strappo im-
provviso del
che
l'
filo
inganno
è
riuscito, e allenta
il
suo ordigno di
morte, e arresta
un poco
perchè
la barca,
la
vittima
nei disperati sforzi
che
fa
per
liyr-
berarsi dall'unci-
no che
la dilania.
,^-r-
.*.-
*
MAGUZZANO
—
CASCINA DETTA
«
LA MACCHERONICA
ITALIA ARTISTICA
18
sempre più profondamente ne
resti offesa e
attaccata.
Qualche
volta,
se
il
pesce è
grosso e robusto, avviene che riesca a togliersi dall'amo, non però dalla morte.
Degna
rivale del carpione, e sotto certi aspetti migliore, è la trota, preferita dai
gastronomi per l'eccellenza della carne bianca
facilmente digeribile
?
grazia dei colori,
;
hanno meritato
le
e più soda e gustosa, senza noia di
che aggiunte all'eleganza delle forme e alla
titolo di pesce senza difetti. Del resto, della
qualità,
il
superiorità accordatale è indice eloquente
da cinque a sette
lire
il
prezzo, che sul mercato benacense varia
chilogramma. mentre arriva a
il
tre
o tre
e
mezzo appena
il
carpione.
peso ordinario d'una trota è da due a tre chilogrammi
Il
ai quattro,
ai
;
non raramente arriva
cinque e anche a più.
già ricordato dottor Malfer, valente naturalista e dotto conoscitore della pesca
Il
del lago, ci dice che
il
20
luglio
1897 fu pescata
fregola del peso di kg. 14.7, lunga m.
specie pescato nel
La
trota, oltre
Garda a ricordo
che con
la
1.15,
davanti a Torri una
larga 0.49;
trota fuori
più grosso individuo della
il
dei pescatori più vecchi.
dindana,
si
piglia con reti a strascico e fisse, ai/itane,
petorgne, valancheri; con quest'ultimi nel braccio settentrionale del lago presso Tor-
tempo in cui essa ne risale la corrente per celebrare
acque più fredde del fiume. Altra località da lei preferita per la
ottobre a gennaio
è l'imboccatura del Mincio.
bole, alla foce del Sarca, nel
i
suoi amori nelle
fregola
e
—
All'appressarsi del
—
tempo
lieto
>
scrive
il
Malfer
e
le
trote
abbandonano
profondità dai 60-80 m. ove se ne vivevano disperse, e remigano lungo
MONICA
—
IL
CASTELLO.
il
fondo
le
al
IL
LAGO
GARDA
DI
MONIOA
—
IL
*9
CASTELLO E LA VILLA MOLMENTI.
(Da un disegno inedito
di Pietro
Fragiacomo).
convegno amoroso. Arrivano a piccoli gruppi e veLe femmine imbrunano il
dorso dopo circa sei ore dacché sono giunte e constono tosto l'abito nuziale.
servano bianco
d'un colore più scuro e tingono
il
il
numero arriva quasi a due terzi della
come parrebbe a prima vista, con carattere
loro
sembra
affidato
compito massimo,
il
passa
nido più adatto pei nascituri, mentre
totalità,
altri
Se per dignità
di storia,
i
lieta
La
mensa
sardella
nozze non
si
compiono,
femmina pre-
a cui anco una volta
da luogo a luogo, scruta e sceglie
distacchi più curante di sé
bontà
di
sapore ed elevatezza
ma
carpione e trota
di costo,
per quantità e valore economico è
di prezzo più
modesto, può allietare
del povero.
—
vivace, sollazzevole.
aiosa finta Cuv.
I
scarabina, se giovane
—
var. lacustris
Fatio
Garda la distinguono con
sardeua se media agone se adulta.
pescatori del
;
—
è
tre
nomi secondo
pesce
elegante,
l'età,
;
Dalla fine di maggio all'agosto,
le sardelle
s'avviano alle loro stazioni
di
fregola
poderosi, e navigano poco sotto la superficie dell'acqua, che tutta
unite in stuoli
commuove
le
La femmina,
repentini
pesci l'aristocrazia del lago,
superiore la sardella, che pur gustosissima,
la
maschi vestono il dorso
un colore di seppia. Il
».
rappresentano tra
anche
ma
eli
maschio, pur seguendola ansioso o prece-
il
dendola, appare nelle sue mosse rapide e nei
che degli
i
;
poliandrico, perchè ogni
dilige in generale l'individuo più forte e più bello.
il
ventre
ventre, specie le pinne,
si
anima e vibra al loro passaggio.
Si pesca con reti' dette scaroline, ma più assai col remati, con cui si fanno ta volta prese prodigiose, fino a trenta quintali in una sola pescata. Una pesca di sardelle in una notte di maggio, è spettacolo fortemente impressionante, che lascia rie
si
cordi indimenticabili.
Ogni pesce
del lago
ha
le
sue abitudini,
i
suoi ritrovi prediletti
;
ognuno
i
suoi
ITALIA ARTISTICA
20
metodi di pesca il suo aspetto tipico, per cui riesce interessante non
soltanto, ma anche all'artista, al dilettante, al curioso.
l'anno ha
itto
'.
pallidi pieni di
sotto
va
il
;
sotto
sorgere del sole che dà palpiti
al
;
il
luce corruscante
di rimpianti
cielo lucente o sotto la
il
snerva
melanconia e
flagello della
sue pesche. Al primo
pesci e le
suoi
che versa torrenti di
radioso
3
i
sussurri dell'onda
tempesta che
;
il
chiedergli
Le
suo lago, a
il
pane per
parlargli
la
intirizzisce
—
;
;
nel
me-
crepuscoli
nei
dell'afa
in ogni stagione, in
;
i
;
che
ogni ora,
nervi in sussulto, a scan-
PANORAMA.
(Fot.
amoroso o iracondo,
moglie e pei
colline
dell'alba
rive
calme morte
nelle
pescatore nella nera sua barca, con l'occhio fisso e
dagliare
romper
alle
nelle notti serene al tremolìo delle stelle
;
pioggia scrosciante
SIKMIONE
Sommer,
a benedirlo o a
Napoli).
maledirlo, a
figli.
condizioni climatiche speciali per cui è celebre ormai la regione litorale del
Garda, preferibili sotto certi aspetti a quelle della
una vegetazione che
si
riviera ligure
stessa, favoriscono
può chiamare meridionale.
Olivi, lauri, aranci, limoni
vestono
da Gardone cioè a Limone.
rive e
le
quel tratto della sponda occidentale, che
viera,
sulle
all'ittiologo
i
i
colli
e
nostri vecchi
profumano l'aria, specie in
chiamavano Riviera in Ri-
IL
LAGO
DI
GARDA
21
U Agave
americana cresce spontanea sulle rupi di Toscolano e di Gargnano, su
di San Vigilio, di Garda e dell'Isola
il
Rosmarino officinale è
copioso sulle rupi di Monte Castello e eli Campione il Fico d'India, sulle roccie di
Tremosine; Y Oleandro rustico e domestico coi suoi mazzi di fiori bianchi, rossi, color
di rosa, e screziati, da per tutto.
quelle di Limone,
;
;
E
nei giardini, lungo
i
piena terra, e spesso con
excelsa, la
il
margini soleggiati, vivono e giganteggiano all'aperto, in
poca coltura, più specie di palme, la Chamaerops
assai
Phoenix dactylifera, la Pritchavdia filifera. E insieme, il Cedrus Libani,
la Ynccas gloriosa, il Vibnrnwm japonicmn, la Magnolia gran-
Cedrus Deodara,
COLLINA DELLE GROTTE DI CATULLO.
diflora,
il
Mespilns japonica, YOlea fragrans, e cento
gruppi, a boschetti, a
quando
Così
viali,
sull'alta
altri,
(Fot. G. Negri, Brescia).
alberi, arbusti,
erbe; a
a spalliere, sull'una e sull'altra sponda.
montagna
e nella prossima
vernali ogni gioia di frondi scompare, in questo
brume
pianura, alle prime
benedetto angolo
d'Italia,
il
in-
verde
più svariato canta ancora e sempre la gloria del suo colore.
L'olivo è signore su tutta la costiera occidentale e in molti punti dell'orientale,
e copre
i
poggi,
lo vide nascere,
i
gioghi, gli altipiani e
gibboso, contorto,
slancia nell'aria gli esili rami sussurranti
sé ombra, letizia e ricchezza.
i
piagato
pendii.
Immoto da
in mille
ad ogni
secoli sulla
guise dal ferro del
alito di vento,
zolla
che
coltivatore,
e spande intorno a
ITALIA ARTISTICA
22
Suo compagno indivisibile è l'alloro emblema di vittoria e di trionfo, creato da
per salutare e consacrare le glorie della
ome ben disse il Mantegazza
grande civiltà del Mediterraneo. Fra il verde cinereo degli olivi, spicca d'inverno col
;
—
verde suo vigoroso e lucente, e di lontano annuncia la sua presenza con l'acuto profumo. Cresce spontaneo fra i greppi e le pietre, corona le vette, si sprofonda nei
burroni, incurante dei venti e delle tempeste, insensibile al freddo, di nulla bisognoso,
largo rimuneratore del poco spazio che
Dove
l'olivo e
lebre qui dalla più
il
occupa.
lauro mancano, o mescolata
GKOTTK
DI
sfilanti,
pini e
cipressi, alti,
neri,
frondeggia
essi,
E
vite,
ce-
(Fot. Ne^ri. Brescia).
E qua
puntuti,
la
insieme, gelsi e frutta
CATULLO.
d'ogni specie, che l'almo sole colora e insapora.
mente
con
remota antichità pel prezioso suo umore.
e
là.
o
sfidatori del
soli,
o processional-
fulmine, giganti
del
Benaco, testimoni del passato lontano, àuguri del più remoto avvenire. Talché in un
giro d'occhi, l'attonito visitatore del lago
ammira
vicini
il
colosso dell'Alpe e
il
fiore
del tropico.
Fuorché Riva
all'Austria, tutto
il
e Torbole,
che sono parte del Trentino, e quindi ancora soggette
lago è nel
Regno
Sirmione, appartiene
quella di Verona.
d'Italia.
amministrativamente
La sponda
alla
destra,
con
provincia di Brescia
;
la
la
penisola di
sinistra
a
SIRMIONE
—
GROTTE DI CATULLO.
(Fot. Negri, Brescia).
ITALIA ARTISTICA
24
confine italo-austriaco
Il
chilometri e
-
il
o,
V.
torn nte
è segnato
da due
mezzo da Limone,
in
pilastri,
a circa sette chilometri a settentrione
di
Marza
:clesiasticamente,
di
cui
uno
sulla
un'insenatura detta Caci
;
di Malcesine, nel
riva bre-
l'altro sulla
punto
dove
sfocia nel lago.
Riva
e Torbole sono
sponda veronese e parte della bresciana, fino
il
resto in quella di Brescia.
di Verona
comprese
alle
nella diocesi di Trento
porte del
comune
;
la
di Salò, in quella
;
SIKMIOM-:
Il
lito
—
S.
I'ILTKO IN MAVINO.
(Fot. Negri, Brescia).
il lago
da Milano o da Venezia, scende di sodove comincia il suo giro per terminarlo a Pe-
forestiero che viene a visitare
alla stazione di
Desenzano,
di
schiera.
Desenzano siede
lare,
i
in
fondo
al
lago a mezzogiorno,
cui limiti sono la punta della penisola
di
in
un vasto golfo semicirco-
Sirmione
a oriente, lo
sperone
di
Corno a occidente. Qui le colline moreniche di destra dell'antico ghiacciaio abbandonano il margine del lago, e allargandosi in amplissimo arco, vanno a confonAI.
dersi nell'immensa cintura collinosa della
morena
frontale
;
sul
cui
lembo
inferiore
si
IL
LAGO
GARDA
DI
27
distende la grossa e importante borgata, una delle prime forse del Garda a ricever
vestigia d'uomo,
A
dopo
il
ritiro
dell'immane ghiacciaio.
poca distanza dal paese,
preistorica detta
Pnlada
—
sulla strada di Lonato,
ora esaurita
—
,
la
più
trovasi la
interessante
classica stazione
della
regione per
quantità e qualità di avanzi dell'epoca neolitica.
Scoperta per caso nel 1873, fu con intelligenza cercata dal dottor Pietro Rambotti di Desenzano, il quale coi molti oggetti raccoltivi, formò un po' alla volta in
SIRMIONE
sua casa un vero
Museo
—
AFFRESCHI NELLA CHIESA DI
preistorico, visitato
S.
PIETRO IN MAVINO.
da nazionali e
stranieri,
giudicato dallo
Stopparli uno dei più completi d'Italia.
La
preziosa raccolta, composta di crani umani, di scheletri di animali terrestri,
acquatici, e d'aria, di armi di selce e di corno, di strumenti
gilla induriti al sole,
altri
oggetti,
Museo
di
Non
dopo
la
da pesca, di vasi di arda lavoro, di ninnoli ornamentali, e di cento e cento
morte del paziente raccoglitore, fu venduta allo Stato per il
di utensili
Roma.
sarà mai lamentato abbastanza
da chi
tenga
nel
dovuto rispetto
i
diritti
ITALIA ARTISTICA
28
Desenzano
della storia, che
e la Riviera
si
siano lasciati togliere la bella collezione,
loveva essere principio del vagheggiato Museo beiiaccuse,
latte le
memorie
le lapidi, le statue,
di miglior
i
della storica regione, rivendicando
frammenti d'ogni specie, nei vari tempi
SIRMIONE
ciali
per
facilità
la
—
IL
maggior
utilità
;
che hanno, per
CASTELLO SCALIGERO.
e efficacia di confronti,
comodo
oggetti perdono ogni loro individualità e non
(Fot. Negri, Brescia).
in
paragone delle grandi e uni-
e classificata, della massa,
i
vari
esercitano quindi efficace azione sug-
gestiva sullo spirito del visitatore.
Nella parte più elevata di Desenzano s'alza l'antico castello
che vuoisi eretto sopra ruderi
è probabile sia sorto nel
X
di fortilizio
secolo,
di
per effettiva ricostruzione di organismi so-
momenti storici, le piccole raccolte locali,
dove nella confusione, per quanto ordinata
e di
versali
sottrattivi sotto pretesto
conservazione.
Nessuno sarà che non riconosca
studi,
cu-
in cui
da Brescia e da Verona
romano.
— oggi
Ignoto l'anno della
caserma
—
fondazione
;
a schermo delle invasioni degli Ungheri, coevo
IL
LAGO
GARDA
DI
29
a quelli della Valtenese. Nella sua cinta trovavano, anche dopo, rifugio e sicurezza
le famiglie e le robe nelle guerre frequenti
ne vi era persona di mediocre agia;
tezza che non vi avesse sua casa, così che nel catasto del 1567 se ne annoveravano
124, senza contare una chiesa dedicata a S. Ambrogio.
SIRMIOXE
Nel 1480,
—
ENTRATA VERSO MEZZOGIORNO NEL CASTELLO SCALIGERO.
sulle rovine dell'antica Pieve, si costruiva a
Desenzano
l'attuale par-
rocchia di S. Maria Maddalena, rifatta poi nel 1586, sui disegni di Giulio Tedescumi
architetto, e per
molto tempo considerata tra
di benefizi. Nell'interno
è riccamente
le
più insigni della diocesi per lautezza
decorata, e
possiede tele di
qualche
valore,
ITALIA ARTISTICA
3o
tra cui
-sima un'Ultima cena di Gesù del Tiepolo, che figurò non ultima a
p
Venezia Fra le tante dell'illustre maestro nella Mostra Tiepolesca del 1896.
Durante la veneta dominazione, alzarono i Desenzanesi i marmorei porticati che
sostengono la casa del Comune, e un palazzo pel Provveditore, e case private con
buoni affreschi,
diano del
XVI
qualche traccia ancor resta.
cui
di
secolo, afferma ch'ivi
erano
Silvan Cattaneo, scrittore salo-
assai
comodissime,
osterie
ad
atte
bergar ciascuna da per sé qualunque gran principe.
alla simpatica terra eccezionale importanza, era
Il fatto però che dava
al-
suo
il
da poi che le merci d'ogni specie che la regione produceva,
mercato settimanale
acqua, e di là a Venezia e per tutto il mondo. Basti
ivi concorrevano per via di
prindire, senza ombra di esagerazione, che per le granaglie, era considerato fra
;
i
cipali d'Italia.
Scrisse
miere, non alla
alla
sini,
XVI,
Gratarolo, storico della Riviera del secolo
il
Lombardia
Germania e a quasi
nella relazione
tutto
mondo.
il
alla
marca
E
Provveditore
il
di Treviso,
di Salò,
Il
mercato
vie adiacenti,
Fino
tarolo
- -
si
la
le tre mille
some, et tutta questa
XV
ed
in
secolo
si
teneva
a tempo, consentendovi
Io
tutti,
si
-
ma
lo passato,
e anche nelle
portici,
i
perchè
—
scrive
convenivano imballar
martedì
al
E
..
ma
dove,
dir per
>.
giorno della domenica chi
il
ridussero
non importante come per
presente,
lunedì,
di
molti luoghi più lontani
caricar le barche e mettersi in viaggio
al
lago
il
merce abbondava.
la
alla fine del
in Salò
maggior parte condotta per
teneva nella gran piazza lastricata e sotto
quando
e
Vincenzo Moro-
quantità di roba in tre o quattro bore vien ispedita, né saprei quasi
non che vien per
cal-
il
Romagne
1599 al Consiglio della Repubblica, a proposito di
concorre una grandissima quantità di biave, la maggior
vi
parte di paesi forestieri, spesse volte le due et fino
se
dava
e alle
luglio
31
elei
esso mercato, scriveva
ma
soltanto,
ch'ivi si
di
i
Gra-
il
merci e
voleva esserci
martedì
certo fra
le
si
anche
tiene
più grossi di
Lom-
bardia.
Oltre
di
sili
le biade,
ferro,
rola tutti
i
affluivano,
vi
carta,
refe,
vetri,
come
in
gran
tessuti di
fiera,
prodotti della regione e delle limitrofe.
lana e di
carbone, legname;
agrumi,
olio,
pelli,
Da
per tutto
lino,
uten-
una paera un ingombro di
in
baracche, di tende, di banchi, di padiglioni, di carri, e montagne di sacchi, e mucchi
di
mercanzie
sali,
alla rinfusa,
tra cui formicolava
di carradori, di facchini
di battellieri,
di
;
mentre
folla varia di
guardiani e di portatori, ognuno intento
Nel fabbricato, ancora detto
i
una
la Patria,
specie
al
di sen-
proprio lavoro.
presso lo scalo, di fronte
deputati della Comunità, incaricati per turno
veglianza, assistiti da sei Superstiti,
compratori,
porto era stipato di navigli d'ogni grandezza,
il
di
—
al lago,
quattro per settimana
sopraintendenti.
Ivi,
stavano
— della
exposito
sor-
vexillo
sen baudirola, curavano l'osservanza dei regolamenti, davano ragione dei reclami,
lasciavano
le
con loro firma
bollette,
e sigillo, sulle
quali
notavano
grano che ciascuno dichiarava di comperare, non permettendo
quistarne se prima non erano serviti quelli di Riviera.
Le
contestazioni frequenti
vilegi degl'interessati,
la
avevano creato intorno
da parte
regolarizzazione
all'
delle città
di
la
al forestiere
vicine, le accuse, le difese,
un movimento
importante servizio un cumulo
così largo e
di
ri-
quantità di
di ac-
i
pri-
complesso,
provvedimenti,
di de-
IL
di disposizioni transitorie
creti,
LAGO
DI
e fisse, di
GARDA
norme
proibitive
sima legislazione, da parte di tutti i governi che s'erano
Venezia principalmente che più a lungo lo tenne.
Uscendo
a sinistra
Ed
dal porto di Desenzano,
gode
si
si
paesaggio della
lieto
il
3
;
i
una vera e complicatis-
succeduti nel dominio, di
costeggia a destra
la penisola di
Sirmione,
vitifera Valtenese.
ecco, sopra un'aprica collina,
Maguzzano, con la sua chiesa e il fabbricato
monastero benedettino, fondato
pare
sul principio del secolo X- dedistrutto
poco
dopo
e
vastato
(922)
—
dell'antico
—
dagli Ungheri; rifatto più tardi, e
ricordato
Eugenio
un Breve
in
III
papa
di
del 1145; poi nel 1491»
essendo già ricchissimo di casali
e
—
—
Gratarolo
rifab-
possessioni fertilissime
di
come
scrisse
il
bricato con maggiore ampiezza e
splendore,
con
l'attigua
chiesetta. Nella quale,
odierna
non
or
molto, furono scoperti sotto
tonaco pregevoli affreschi
stile
nello
del Rinascimento, e ancora
conserva un'artistica croce
gento
ornata
dorato,
è
in"
l'
si
d'ar-
pietre
di
preziose, unico avanzo dei tesori
che un giorno custodiva.
Dei molti monasteri del lago,
nessuno poteva competere con
questo per lautezza di rendite e
per privilegi, fino a poter reggersi
da
sé,
comune,
a foggia di
giurisdizione separata dalle
terre della
jlfagnijica
con
altre
Patria, di
cui era parte.
Nel monastero
di
priamente dal 1521
al
lebre frate poeta
go,
noto
più
Maguzzano
tempo, e pro-
abitò per qualche
1524,
il
ce-
Teofilo Folen-
sotto
il
pseudo-
nimo di Merlin Cocai. Della dimora sua in Maguzzano non par
lecito dubitare ormai dopo gli
studi del Luzio,
valore
il
fatto
conosciuto
—
ai
—
quali
cresce
non so quanto
1
che presso
il
lago.
SIRMIONE — LA CENA DEGLI APOSTOLI
nella chiesa di s. maria maggiore.
ITALIA ARTISTICA
a non molta
ancora un
distanza
antico
convento,
dal
dagli
cascinale,
esiste
abitanti
La Maccheronica. Non
del luogo denominato
è quindi soverchia arditezza imaginare ch'ivi
il
lepido e geniale benedettino
raccogliesse
si
nelle ore d'ozio della sua giornata a studiare
e del cielo, e
nelle volubili tinte dell'acqua
nel
panorama grandioso che
davanti
gli
si
le
forme con
vita e colore all'arguto
suo verso.
imagini e
le
Più
in alto di
nell'altipiano, s'alza
memorante
Ungheri e
suo castello,
stragi degli
E poco
degli abitanti.
con
Sojano,
Maguzzano,
Padenghe,
lapidi
e
stendeva
dava
cui
e più dentro
e
scorrerie
le
del
coi resti
le
disperate difese
le
sopra un'altura,
oltre,
romane, e
iscrizioni
avanzi di rocca, e tutto intorno saporitissime
vicina
Più
su
lieve pendìo,
Moniga, rannicchiata dentro
le
mura merlate
del suo castello, su cui vide
il
Poeta nostro
viti.
riva,
alla
barbari fantasimi parlar col vento d'armi e
A
d'amori.
Moniga possiede una
villa,
deli-
ziosa per la posizione, e splendida per tutto
letterato
storico
resto, lo
il
SIKMIOXE
PULPITO NELLA CHIESA DI S. MARIA MAGGIORE.
Pompeo Mol-
:
menti.
La casa
un massiccio edifizio del
posto sulla collina dolcemente di-
seicento,
gradante
e frutteti. Xell' interno, oltre a
ammirano
tesori d'arte antica e
Nono,
Tito,
sanin,
Van Haanen,
fani,
una ricca
moderna
;
affreschi, dipinti
Passini, Corcos, Zezzos,
Milesi,
giardini,
lago, fra
prati,
vigne
biblioteca, e a preziosi mobili e arazzi,
Michetti, Morelli, Palizzi, Molmenti
Vizzotto, Brugnoli,
al
è
seniore,
Gioii,
Laurenti etc,
e
disegni
e
di
si
Favretto,
Fragiacomo, Ciardi, Bres-
Rotta, Signorini, Dall' Oca, Steinoltre
pregevoli sculture di Dal
Zotto, Canonica, Marsili, Benvenuti, e d'altri.
-
Il prelibato vino di Moniga
gode fama meritata ben oltre
Puegnago, Polpenazze, San
cano con
le
brune case e
le
—
torri
i
come
in
generale
quello
della
Valtenese
tutta
confini della provincia di Brescia.
Felice,
fra
il
pittorescamente sparsi o
aggruppati, spic-
verde vivo dei campi e l'azzurro
orientale
del cielo.
Il lato di levante del
golfo di Desenzano è formato da uno stretto e lunghissimo istmo, a capo del quale s'allarga a triangolo, quasi piccola Trinacria, la bella
Sirmione.
Pupilla delle isole e delle penisole la cantò Catullo
progenie
di
Dei
la disse
il
poeta Jodoco
;
;
regina delle Najadi e formosa
fiore delle penisole, la
proclamò
il
Carducci.
,
IL
Tre
—
colli
corrispondenti
ai
Cortine a
LAGO
mezzodì,
tre angoli, separati
GARDA
DI
Mavino
33
a
nel centro, Grotte
da brevi
vallette,
le
settentrione
danno elegante
—
rilievo di
forme.
La
vicinanza alla gran
via militare,
Gallica,
la
una
l'impero, le conferirono particolare importanza ai tempi di
Roma
frequentate del-
che nell'ItiMansìo, vale a dire fermata dei cordei magistrati e qualche volta degl'imperatori stessi, pel cambio dei cavalli e
nerario di Antonino è ricordata col
rieri,
delle più
;
così
titolo di
pel rifornimento delle vettovaglie.
Sul dosso Cortine,
come pure mosaici
tino.
Due
gera e
in
e
il
più alto dei tre, vi fu rocca romana; se ne trovarono avanzi,
una piscina scavata nel
romani restano ancora
porti
;
il
gran parte interrato, a oriente,
difeso da solide
mura
;
l'altro,
meno
sasso, e
monete
del
tempo
primo, compreso poi nella
di
forma triangolare,
di
Costan-
cerchia scali-
col vertice a terra,
esposto all'ingiurie dell'onda, a occidente, usato
anche oggi dai pescatori e dai naviganti.
In uno d'essi, forse nel primo, Catullo additava agli ospiti il veloce faselo, che
dalle tempeste del Ponto l'aveva ricondotto alla quiete della sua casa, e ne vantava
i
pregi nell'immortale suo carme.
E
il dotto Poeta dimorò in Sirmione,
e v'ebbe case e poderi
non
se
torto
o
a
si
associarono
per secoli i ruderi
so
a
ragione,
al
giganteschi, che sopra un'area di ben ventimila metri quadrati, si stendono sul dosso
settentrionale, col nome appunto di grotte di Catullo. Sono essi che crebbero e cementarono la fama della penisola a traverso i tempi e presso tutti i popoli civili.
suo
noto a
nome
tutti
che
;
quindi,
««JiaA
SIRMIONE
—
BANCO NELLA CHIESA
DI
S.
MARIA MAGGIORE
(1602).
ITALIA ARTISTICA
14
rilevarne
planimetria fu
la
generale francese
1
Descrizione di Verona
e
edifizio,
ed oggi
campi
i
S.
capo battaglione Melliny nel 1801 per
Michel
la ripubblicò nel
1820 il Da
;
sua provincia
;
rifece
la
solcati dall'aratro.
Della parte sopra terra nulla ora
si
vede fuorché un recinto
di
impropriamente chiamato bagno, mentre non era forse
tre metri,
Manara nel
reggenti un tempo
l'Orti
sostruzioni — sole rimaste —
occupandosi specialmente delle
.
ico
il
La Combe
muro, alto circa
che una conserva
LA ROCCA.
di
acqua presso
L'Orti
ai
tempi
vestibolo della fabbrica.
il
Manara opinò che
di
Costantino,
ma
il
grandioso palazzo fosse una pubblica terma, eretta
con materiali
appartenenti
parte
in
a
costruzione più
antica.
Ed
di
villa ospitale
soave poesia sull'ampia serenità del lago,
tesi,
che
la
ecco, in luogo della sontuosa
armata
il
di critica archeologica,
luogo, fatto sacro ormai da
Onde
casa di Catullo.
il
la
una
alzarsi,
del
romano
grave
poeta,
echeggiante
di dottrina,
irta di ipo-
terma volgare e pesante.
pia tradizione,
non
Carducci,
«
qui Valerio Catullo, legato giù a' nitidi sassi
il
faselo bitinico,
Il
resti pel
che non impedisce
popolo e pei poeti
LAGO
IL
sedeasi
i
lunghi giorni, e
DI
GARDA
occhi
gli
di
37
Lesbia ne l'onda
fosforescente e tremula,
e
perfido riso di Lesbia e
'1
vedea ne Tonda
i
multinoli ardori
vitrea,
mentr'ella stancava pe' neri angiporti
a
i
nepoti di
Romolo
Di qui dunque, mentre l'archeologo fruga e
tempo, rievochi
la fantasia le
dell'etèra infedele,
e
degli affollati
SAN FELICE DI SCOVOLO
inneggianti
-del
al
vino
reni
interroga
i
e all'amore. Di
—
triclini,
e
i
le
resistono al
luminose pupille
brindisi arguti degli
ospiti
AVANZI DELL'ANTICO CASTELLO.
qui spazii Y occhio gaudioso
lago, ed esulti nella luce per ogni
che
sassi
sembianze dell'elegante cantore, e
tripudi
i
le
».
dove diffusa e nella
sull'ampia
distesa
festa di colori che
il
sole
L'acqua gorgoglia, s' increspa e si rompe sullo scoglio cretaceo, e ogni
crespa ha una tinta, ogni onda una voce, e tutte insieme cantano la forza eterna
vi accende.
della natura che
permane
«
co
nei secoli
Baldo, paterno monte, protegge
'1
sopracciglio torbido
ai suoi piedi
fanno festa
bresciana,
Gii torbido guata;
il
sulle allegre colline
sempre giovane
che
gli
gli
ulivi,
e
s>
la bella
da
l'alto
;
sognano
Monte
e bella.
i
paesetti nel tepore del sole. Sulla riva
Castello rigido e
stanno intorno a contrasto
;
nudo spande
la grigia
ombra
sui pendii e fra le rupi fiam-
ITALIA ARTISTICA
38
meg
ino
Je
maturano
cedri
più basso le case
dove il lago si stringe e si perde
serre che
guono
i
fin
;
fiorite
fra
i
ingemmano
monti
nel
i
mar-
lontano
orizzonte.
Sul lato orientale della penisola, lontana 300 m. circa dalla
livello dell'acqua,
scaturisce nel lago
una fonte termale
Manara, per alcuni condotti rinvenuti
Botola. L'Orti
nelle
terme da
ISOLA DI GARDA.
gomentò che
i
Romani
con ingegnoso sistema
argomenti, non ultimo
latini,
fatti
il
la
Contro
il
lui
monaco Iodoco
di
rienza, le
lui
sotto
il
chiamata
studiate, ar-
Sommar, Napoli)
oppositori
con validi
della fonte in nessuno degli scrittori
altre di assai
Berg
del secolo
quale, nel descriverla, nota le virtù medicinali
e che confermate
(Fot.
sorsero più tardi
non trovarsi menzione
pur tanto diligenti nel ricordarne
a parlarne fu
17
conoscessero e se ne servissero derivando l'acqua a terra
di canali.
il
riva, a
sulfurea, ab antiquo
che
minore importanza. Primo
XVI
fin
nel suo
d'allora le
in-
poema Bcuacns;
si
attribuivano^
da recenti diligentissime analisi, e quel che più importa dall'espeassegnano oggi posto distinto fra le più pregiate d'Italia e dell'estero.
LAGO
IL
GARDA
DI
39
Poco lungi dalla rocca romana di Cortine, nell'VIII secolo, la regina Ansa moglie
Desiderio fondava un monastero di benedettine, con chiesa vicina, dedicata al Salvatore, patrono delle armi longobarde. Della chiesa e del convento scarsi ruderi
rimangono vivono invece
versi del Poeta fioriti tra essi
di
i
:
:
I
ISOLA DI GARDA
<
Gino, ove
il
—
PALAZZO DEL PRINCIPE SCIPIONE BORGHESE
giambo
L'ala aprì sovra
I
la
di
Catullo rapido
distesa cerula,
Lesbia chiamando tra l'odor de' lauri
Con un
saliente gemito per l'aere,
compianto di lombarde monache
Salmodiando ascese vèr la candida
Ivi
il
Luna
e l'esequie
mormorò
su
i
Pallidi stesi sotto l'asta francica
giovani
>.
Nell'VIII secolo tre chiese di Sirmione sono ricordate in documenti,
San Mar-
ITALIA ARTISTICA
so
tino,
San
sul colle
^
r
ito e
San Pietro
Mavino,
ha importanza
;
quest'ultima sola, con
rifatta più tardi, forse nel
artistica,
non per
se
la
1.320.
qualche impronta romana, resta
Conserva alcuni affreschi, ma non
splendida postura,
tra
l'ombra sacra
di olivi
secolari.
Intorno
al
monastero
Sirmione dall'VIII
nità,
al
XII
di
Ansa
significanti spesso null'altro
Nel XII
e alle tre
chiese,
si
aggira tutta
la storia
secolo, storia spicciola di donazioni, di privilegi e di
nota di
immu-
che ingiustizie e violenze.
secolo, col fiorire delle libertà comunali,
la
penisola
ha un Podestà, e
PANOKAMA.
(Fot.
giurisdizione e statuti propri, sotto
successivo cade sotto
nel
1276
—
che
la
il
Ars
et
Natura, Gardone).
jus supremo del magistrato di Verona; ma nel
E fu nel tempo che questa durò
forse
—
signoria scaligera.
fu cinta di
mura, e
fu alzato
il
castello,
che è fra
i
più
ben con-
servati e ammirati del lago.
L'opera
di muratura, nello stile detto saracinesco, è grandiosa. Il castello ha tre
uno dalla parte di lago, due verso terra quest'ultimi prospicienti la piazza
del paese. In buono stato è la torre centrale, alta circa 30 metri; più rovinate quelle
ingressi,
;
a mezzodì.
vastità, lo
Un largo fossato cinge il castello, unito a terra con un ponte fisso. La
spessore delle muraglie, l'altezza dei torrioni, la solidità delle vòlte, la co-
IL
LAGO
GARDA
DI
4i
modità dei sotterranei e degli anditi, dimostrano quanto fosse formidabile un giorno,
senza dire della posizione, dominante il lago da due parti, sul golfo di Desenzano e
su quello di Peschiera.
Vuoisi che Dante visitasse
il
castello essendo ospite degli
raccolse e scolpì nel suo verso la cara tradizione
«
Un
Volgiti, Lalage, e adora.
Scaligeri.
Il
Carducci
:
grande severo s'affaccia
a la torre scaligera
SALÒ, VISTO DALLA PIAZZA VITTORIO EMANUELE.
—
Suso
in Italia bella
—
l'acqua, la terra e l'aere
Il
fenomeno
ei
mormora
Veronese,
si
e
guarda
».
religioso-politico del patarenismo,
tevoli proporzioni nel
specialmente,
sorridendo
^Fot. Negri, Brescia).
manifestò anche
dove tanto numerosi erano
i
che nel secolo XIII assunse nosul lago di Garda, in Sirmione
palarmi da tenervi un
loro vescovo,
Lorenzo.
Nel 1273 era inquisitore
che a Lazise
si
in
Verona
teneva prigione certo
il
il
quale, saputo
Montecchio vicentino,
sotto accusa
francescano Fra Timidio,
Ferro
di
ITALIA ARTISTICA
42
di pala)
vano
'
sììio,
mandava
suoi messi per averlo
ma
;
i
capi della Comunità
si
rifiuta-
di consegnarglielo, anzi lo rilasciavano in libertà.
dopo (1275), diventato vescovo Fra Timidio, e succedutogli nell'ufficio
Fra Filippo Bonaccolsi, estendendosi ogni dì più l'eresia nelle terre del
inni
d'inquisitore
lago,
si
decise seriamente di estirparla.
Centro dei palatevi era, come
si
è detto, Sirmione e colà
appunto cominciò
la
persecuzione.
L'inquisitore, accordatosi col
la spedizione,
organizzò
ch'ebbe carattere
resistenza dei patareni fu fiera e
uomini e donne,
tratti
ostinata,
tutti in
gli Scaligeri,
novembre del 1276
nel
N'erano capi
militare.
Pinamonte Bonaccolsi, Alberto
fra Timidio,
loro, fra
vescovo e con
lo
stesso
della Scala e fra Filippo
ma
con
finì
la
cattura
vescovo
esecutore.
di circa
La
170 dei
catene nelle carceri di Verona. Quivi langui-
rono per quasi due anni, finché nel febbraio del 1278, essendo già signore della
città Alberto, successo al fratello Mastino, condotti nell'arena, vi furono barbaramente
bruciati.
Il
cronista
De Romano
—
edito dal
—
Cipolla
sotto la
data
del 13
febbraio
1278, scriveva « in questo giorno di domenica 13 febbraio, nell'arena di Verona furono bruciati circa 200 patareni di quelli che furono presi a Sirmione, e frate Filippo figlio del signor
Nicolò
Pinamonte fu esecutore
IV pontefice, con
lettera 27
».
giugno 1289, lodava
tutti
coloro che avevano
confermava il possesso
edificato da Ezzelino da Romano.
Sirmione non bastò a estirpare l'eresia; ed
preso parte all'impresa, e ad Alberto Scaligero e successori
del castello d'Illasi nel Veronese, già
Ma
eccola
in
la distruzione dei
infatti
Arco
rifiorire
patareni
di
pochi anni dopo --
principio del secolo
sul
e nei dintorni, per opera di fra Dolcino, e
forma più concreta e manifestazione più
assumere con
XIV
lui
—
in
Riva,
carattere nuovo,
ardita.
ribelli, ne diventa il
capo spirituale,
Fra Dolcino raccoglie intorno a sé tutti
la mente ordinatrice, il braccio vendicatore. La sua presenza nel Trentino è certa
nel 1303
nativa di V. di Ledro, abilà si unisce con la bella e fiera Margherita,
i
;
tante in
Arco con
la
famiglia; là
di là catechizza e scrive ai fedeli
vescovo
di
si agita per crescere il numero de' suoi proseliti;
una lettera ardente di entusiasmo. Perseguitato dal
Trento, fugge con l'eroica
bardia, arriva nel Vercellese con
compagna
e pochi discepoli, attraversa la
un vero esercito
di apostolici intorno
;
si
Lom-
attira ad-
dosso una crociata;
combatte da disperato; soffre da martire; il 26 marzo 1307
cade prigioniero, e tre mesi dopo muore attanagliato e bruciato in Vercelli.
Mentre l'eresiarca mutava il campo delle sue gesta, seguito dall'ormai indivisibile sua compagna Margherita, da altre donne e da buon numero di fedeli, l'inqui-
da Vicenza, dei Minori Osservanti, condannava al rogo, in Riva
stessa, due donne e un uomo, e alla pena de crncibus e a pene pecuniarie molti
altri uomini e donne.
La recente scoperta, dovuta al dottor Arnaldo Segarizzi, di un processo contro
dolciniaiii, tenuto in Riva e poi a Trento nel 1332-33, prova ch'ivi l'eresia si mantenne a lungo, sebbene senza spirito di battaglie, anche dopo la morte dell'^4sitore frate Ajulfo
poslolo.
o
o
a
<
cn
->
H
<
e
CQ
o
<
ITALIA ARTISTICA
44
SAIO, DAL viali; del cimitero.
(Fot.
Del secolo
giore,
tempio romano
banco
XV
con colonne
africano
più
di questo,
e sovrapposti,
diversi costruttori,
Superato
costa di
certo
n> L s<> di Malcesine,
esistente. Nell'interno,
può
del paese, dove tutti gli
lati
e
si
il
romano,
succedono e
conservando
sperone di M.
lo
Moniga
meritano qualche attenzione
«
La cena
si
così
il
bizantino,
il
gotico,
il
cancellano a vicenda,
secondo
e d'ogni tramutamento.
Corno e
il
gran golfo,
detto
V.
caduto
il
il
regno
il
capriccio dei
di Padengke,
nel lago
i
e la
Monti del
monte s'imposta,
Rocca di Manerba, per un antico castello, in cui fece le ultime
prode longobardo Cacone contro l'esercito franco, quando già era
nome
eroiche difese
i
.
vicoli
veneziano, mesco-
Sasso, gigantesca parete a picco, minacciosa e severa, su cui altro
noto sotto
un
degli Apostoli
straduccie e
il
antico
pulpito,
il
memoria d'ogni epoca
girata la punta di Sitata Sevina, s'avanzano
;
Santa Maria Mag-
appartenenti ad
interessante un giro per le
riuscir
stili,
Natura, Gardone).
et
è l'odierna cattedrale di Sirmione, dedicata a
di
legno scolpito, e una pala di non certo autore
di
Ma
ivi
Ars
di
di
Desiderio e dei suoi.
IL
LAGO
lui
ai
sempre
nel
in
poi agli
la
45
guerriero
Federico
di
Venezia,
II,
da
tenuta
Visconti
e
infine
formidabile posizione,
la
rocca di Manerba fu atterrata
Scaligeri
gran conto per
GARDA
Franchi a Biemino
Passata successivamente dai
Bresciani,
DI
e
ai
a
17S7 dal Provveditore di Salò Mario Soranzo per snidarvi una
e
grossa banda
di
facinorosi che se n'era fatto nascondiglio e difesa. Della felice postura del fortilizio,
•scherzosamente,
dove pone
in
ma
efficacemente disse Merlin
discesa dell'esercito tedesco pel lago di
«
Contrastumque
Quae
Oggi
la
Cocai
bocca all'ambasciatore mandato a Baldo
sibi
non
terza,
là
descrizione dell'incontrastata
:
fecit
rocca Malherbae,
Benacum spazzat ubique
spingardellis
rupe deserta, è meta
Garda
Maccheronica
nella
la
di pochi curiosi,
».
e nido prediletto dei
numerosi
gabbiani, che dal settentrione scendono a svernare nelle miti aure del lago.
Dai Monti del Sasso fino
gna
il
limite cui arrivava
al golfo
di
Salò è tutto una cintura di scogli, che se-
la costa nei lontani tempi che la storia non ricorda.
Girata la punta di Belvedere e l'isolotto di
zione,
—
si
entra nel golfo detto di
l'antica
Scopulns dei Romani
San
—
San
Felice, dal
Biagio, che
nome
n' è
la
continua-
del paese che gli sta sopra
una delle più illustri terre del lago, con avanzi
tempio pagano, intitolata ai martiri SS. Fe-
;
di castello, e insigne parrocchiale, già
lice
Garda.
e Adauto. Sul lato settentrionale del golfo sta l'isola di
Divisa per un canale lungo 220 m. dall'ultimo sperone
torio di S. Felice, s'allunga essa, stretta e sinuosa,
per poco più di un chilometro
mina
e forma in parte
i
(ino
due opposti
CACCAVEKO
DI
m.),
nel lago,
crosti -- del
promonda ponente a levante
con una media larghezza
golfi di
SALÒ
—
—
Salò e
PONTE DI
S.
di
S.
ANNA.
di
60 m., e do-
Felice di Scovolo.
ITALIA ARTISTICA
SALÒ
Due
e
golfi,
due paesaggi
—
PIAZZA NAPOLEONE.
diversi
;
il
primo aperto e gaio, sfolgorante
di luce,
pieno di vita operosa, tra domestici monti e apriche colline, sotto orizzonti larghi e
luminosi il secondo, solitario e raccolto, fra sponde basse e melanconiche, pieno di
;
ombra
e di mistero.
funebri e votive, lessero
Lapidi gallo-romane,
Cattaneo, e più tardi
è
di S.
e nell'anno
stesso da
;
donata da Carlomanno
già ricordato Biemino,
d'Assisi,
che
vi
Gratarolo e
il
Silvan
indizio di vita attiva fin dall'epoca romana. Nell'870,
Labus
ai monaci
il
noli' Isola
fonda un monastero
di
Zeno
di
lui
Verona; nel 1220
venduta
in
è posseduta dal
parte a S. Francesco
Minori Osservanti, detto allora Romitorio del
beato Francesco da Gargnano. Verso la metà del XV secolo vi abitò S. Bernardino
da Siena, che per qualche tempo visse in penitenza, in uno speco scavato nel
sasso sul fianco settentrionale dello scoglio, a margine del lago speco, che reso più
accessibile e sicuro per recenti ristauri, è ancora una delle attrattive dei forestieri
che visitano l'Isola. E fu appunto dopo la dimora del santo, e pei consigli di lui,
;
che
i
frati
posero
mano
convento (1438) e alla sistemazione dell'Isola,
dee per molto tempo dopo
loro proprietà, e d'allora
alla rifabbrica del
diventata ormai tutta di
—
—
nominata Isola dei frati.
Nel monastero, ampliato e ornato di chiostri, di logge e giardini, tenne per
parecchi anni fioritissimo studio di teologia, sul principio del XVI secolo, il P. Francesco della nobile famiglia bresciana dei Lechi, comunemente conosciuto sotto il
nomignolo
—
dice
il
di
P. Lecheto.
Gratarolo
E
tanti erano gli scolari alle sue
edificare
lezioni,
un luogo apposito, a guisa
che
si
di anfiteatro,
dovette
dove
i
LAGO
IL
DI
GARDA
frati e gli altri scolari disputavano passeggiando....
47
con un tribunale da capo dove
ei leggeva.
Per questo, e per l'aere dolcissimo, in cui vivono e maturano all'aperto
cedri
ed aranci, l'Isola era visitata dai più cospicui personaggi che venivano sul
lago;
fra
i
quali Alessandro
parte, ivi morti
-
-
il
Fregoso e Giano suo figlio, profughi da Genova per ire di
primo nel 1565, l'altro nel 1592 - - e ricordati da due pietose
epigrafi latine.
Antica
tradizione narra che Dante, mentr'era in Gargagnago di
Valpolicella,
Benaco, approdasse all'Isola, e vi si trattenesse in teologiche dispate
con quei frati: né pare priva di fondamento, se si ricordi la fervida ammirazione
del Poeta pel Poverello d'Assisi,
visitando
il
«
.
Meglio
e
l'altissimo pregio in cui
SALÒ
—
.
.
.la
in gloria del ciel
mostrò
cui mirabil vita
si
canterebbe, »
di tenere l'opera terrena di lui
IMBARCADORE DEL PIROSCAFO E PORTICATO
DI FRONTE AL
PALAZZO MUNICIPALE.
ITALIA ARTISTICA
48
Soppresso
il
convento,
sullo
scorcio
del secolo XVIII, l'Isola fu venduta e
ri-
che nel 1817 passò in proprietà del co. Luigi Lechi di Brescia,,
venduta
discendente del famoso Lecheto.
Già decaduta dall'antico splendore per le guerre che nel secolo XVIII avevano
più volte, fin
SALÒ
turbato
la
STKADA
E
CAVALCAVIA.
Riviera, e peggio per l'abbandono in cui era rimasta
del convento, fu dal
al
—
Lechi completamente
posto del diroccato monastero, e coltura nuova di
Ivi,
a godere della
dopo
la
restaurata, con fabbrica di
conversazione e della
olivi, di viti
signorile
ospitalità
soppressione
comoda
villa
e d'alberi fruttiferi.
del
dotto
conte,
IL
LAGO
DI
GARDA
49
venivano da Brescia, da Verona e dalla Riviera, amici e conoscenti; fra
quali Camillo e Filippo Ugoni, Cesare Arici, Giovita Scalvini, il co. Giovanni Arrivabene,
l'archeologo Labus, Alessandro Turri, noti tutti nella storia letteraria e politica del
i
tempo; onde assai bene, nel suo poemetto Sirmione, cantava
......
Che albergo
il
Nell'estate del
di cospiratori,
nota inedita che
«
la
1.82.1,
fu invasa
si
Per alcuni
l'Isola,
dalla
le
».
non a torto sospettata
sbirraglia
dalla
austriaca, e la casa
polizia
come
ricetto
perquisita. Riporto la
conserva nell'Archivio
di
Stato
di
Venezia.
assunti in via politica, dietro le segrete denunzie portate sopra
supposta esistenza d'alcuni
Lechi fra
di Sofia
accolse
PIAZZA VITTORIO EMANUELE.
riferisce al fatto e si
atti
isola bella
di conigli e di romiti
Un tempo, or delle Muse e
E dell'arti ospitali pregio
SALÒ
l'Arici:
persone avverse
Carbonari in Toscolano, viene indicato
al
Governo
e sospette di Carboneria.
Fu
anche questo
fatta
una do-
una piccola stamperia volante di caratteri minuti, che fu asportata. Si stanno proseguendo
le investigazioni ». La nota è in data di
Milano 17 ottobre 1822, ed è firmata dai
miciliare perquisizione nella sua Isola del lago e gli fu trovata dalla Polizia
Salvotti e dal
De
Rosmini.
ITALIA ARTISTICA
50
Non
è qui
il
luogo
di dire dell'arresto
del
Lechi e del successivo processo
per
la
storia dell' Isola sapere
potè tornarvi prima
lato e vessato
e che vi rimase, fra
gli
zioni campestri, fino al
fratello
vigi-
polizia,
anno
1S32, nel qual
poi,
nel
1837, al
generale Teodoro.
Nel 1860
Governo
il
Teodoro
co.
la
cedette
nostro, che vi iniziò opere
presto
tificazione,
abbandonate, e
per qualche tempo
venduta
1825,
dalla
i
studi e le occupa-
vendendola
l'abbandonò,
non
del giugno
continuamente
bast
;
ch'egli
presidio.
barone Scotti
tenne
vi
Nel
al
for-
di
1869
fu
Bergamo, e nel
1870 al duca Raffaele de Ferrari di Genova.
Presentemente è della figlia di lui, sposa
al
Sotto
SALO
—
romano Scipione Borghese.
principe
al
geniale
il
proprietari,
PORTA DEL PALAZZO DEL PROVVEDITORE.
impulso degli attuali
Isola
fu
tutta
Nulla
si
tralasciò
l'
trasformata.
l'arte
di
può dare e ricevere
un'altra
dalla
di
volta
quanto
natura,
e
questa da quella per completarsi e fondersi armonicamente a soddisfazione dei sensi
veramente qual'è
e dello spirito, così che oggi essa appare
dosso
Sull'elevato
liente
verzura
intensa
fra
orientale, dolce
agrumi, d'oleandri,
di
ginepri
s'alza
e
pini,
di
palazzo, restaurato
palmizi
di
camelie,
di
superbamente
ampliato
e
di
,
lecci,
di
dal
gioiello e paradiso del lago.
sa-
1894
il
al
1901, sui disegni e sotto la direzione dell'architetto Luigi Rovelli di
a mezzodì, con
l'alta
fiancheggia, ricorda
(
La
renova.
il
dettagli
i
e le
sontuosa dimora, sotto
del
tinta
cielo
la
sono
assume
la
e
e
tra
in
La
decorazioni.
calda
benacense,
cangianti dell'onda che
lungi,
la
palazzo dogale di Ve-
nezia, e di stile veneziano-orientale
gran parte
facciata
torre-padiglione che
mutevole
i
riflessi
bagna, vista da
nella luce e nell'ombra fanta-
stiche forme, quasi per influsso di sogno, o
per virtù
Che
di
magìa.
dire
letifica l'occhio
che occupa
dell'
incomparabile vista
che
dall'ampia terrazza-giardino,
tutta
la
fronte
primo piano, aperta per
scinante bellezza
del
tre
Garda!
all'altezza
lati
A
del
sull' affa-
destra,
il
salò
—
finestra interra cotta della cattedrale.
SALO
—
FACCIATA DELLA CATTEDRALE.
(Fot. Negri, Brescia).
ITALIA ARTISTICA
52
fiorente
piano
ondulato
della
Valtenese
sparso di
castelli,
di
villaggi
e
casali;
Sirmio verde, e Desenzano operosa, e
davanti, lo specchio iridescente dell'acqua, e
giù i colli di Lonato, di Solferino,
più
poeti,
ai
caro
Peschiera turrita, e il Mincio
SALÒ
di Castiglione e la
e
ai
suoi
tramonto.
piedi
pianura
Lazise,
fino
—
l'OKTA DELLA CATTEDRALE.
all'ultimo
Osano, Bardolino,
orizzonte;
Garda,
a
sinistra la
sfolgoranti
fra
mole del Baldo
nimbi
d'oro
al
LAGO
IL
Dopo
il
breve golfo
Portese e
di
GARDA
DI
la
53
punta del Corno, ecco protendere dal seno
lunato
Salò
<
chiome
le
e ride
fanciulla che in
e
danza entrando abbandona
velo a l'aure
il
con le man' piene,
capo giovine ».
e gitta fiori
esulta
le
braccia candide,
le
come
lieta
il
SALÒ
—
e di fiori
FIANCO DELLA CATTEDRALE A MEZZODÌ.
(Fot. Capitanio, Brescia).
Il
golfo di Salò, con quello di
del lago
nessun
;
altro è più di
M. San Bartolomeo,
allori e
lui
Garda
di fronte,
vario,
arso, giallastro fino a
di viti fino alle
prime
case
della
ombrosa
valletta, e più
cui gioghi
di Salò e
scherza
i
colli
il
alto la
ridente.
di costa,
esse
a sinistra,
le
Valtenese sacra a Bacco
—
e in fondo
i
monti
A
destra
;
di
di
—
-
olivi,
di
colline di S. Caterina
fronte
a'
V. Sabbia,
Salodinm, e forse prima Salouum
entrandovi,
poi vestito di
Portese, e Cisano
sole con gli ultimi raggi del tramonto, e
di Volciano,
Intorno a Salò
allegro,
;
massima larghezza
la
un terzo
città
dolcemente digradanti verso oriente, e su
misura
a cavaliere di
M. Covolo, su
suoi piedi la valle
brillanti di neve.
favole e leggende
fio-
ITALIA ARTISTICA
54
rirono. Chi la volle fondata
chi dagli abitanti
da una Salonina regina, chi da Saloo lucumone etrusco,
città di Benaco, sommersa per la mina di un
della favoleggiata
monte.
All'epoca di
Roma, Salò doveva
esser già stazione
importante.
Porto romano
SALÒ - INTERNO DILLA CATTEDRALE.
-
oggi interrato
-
eravi
Vittoria, a Giove, e lapidi ai
Gratarolo
alle
- -
una torre
presso
Mani
la
cattedrale
alta cento piedi, dedicata
dee Vittoria e Bellona, forse
odierna, e templi a Nettuno, alla
e a Mercurio, e iscrizioni funebri, e
in
—
stando
al
da Marco Menila e Druso Fedele
parte l'attuale di fianco alla parrocchia.
<
Oh
J
w
Q
O
u
CO
UJ
Oh
Uh
tu
<
ITALIA ARTISTICA
56
Ponte romano, a botte, costrutto in pietre lunghe da tre a quattro metri, senza
siste ancora, a un chilometro dalla città, al principio della salita per Torcerner
mini.
Anticamente era detto Camera, ora S. Anna.
ionete, armi, embrici e sepolcreti romani furono scoperti
SALÒ
—
a Barbarano, frazioni
CATTEDRALE
di
Salò,
—
PICCOLO ALTARE A DESTRA
DI
a poca strada da esso.
l.l.'AI
A
occidente, apparirono avanzi di vie lastricate e mosaici
domina
;
IAK
dall'aratro a Villa e
MAGGIORE.
Liano, vicino a Salò verso
e sul poggio giocondo che
da una parte sai lago e sulla beata
ritta una chiesuola, intitolata a
S. Pietro, detta sul luogo S. Pietro d'Aliano, evidentemente d'origine romana, sacra
forse ad Apollo Deliano, o a Diana, chiamata Delia, da Delo sua patria.
il
Riviera, e
paesetto, e
dall'altra
da
cui s'allarga lo sguardo,
sulla
valle
del
Chiese,
sta
IL
LAGO
Nel fosco medio evo, Salò fu
DI GARDx\
57
primo a sostenere gli urti di Brescia
ad avere soltanto quando diventò
capoluogo della Riviera d'occidente, a danno di Moderno, per opera di Beatrice della
Scala, moglie a Bernabò Visconti; il che fu nel 1377. E in quell'anno stesso, cocastello,
nelle guerre fratricide. 'Vera importanza però cominciò
salo
—
MENSOLA DEL PULPITO E PILA DELL'ACQUA SANTA NELLA CATTEDRALE.
(Fot.
minciò a cingersi di mura con
torri
Ferrano, Milano).
verso monte e in parte verso lago
;
mura, delle
quali qualche cosa resta lungo la strada detta Fosse, e verso la piazza del Carmine.
La nuova
tire allora
il
dignità, la popolazione
aumentata e
la cresciuta agiatezza,
bisogno di provvedere più decorosamente
al
fecero sen-
culto e alla residenza dei
magistrati.
Il
palazzo del Podestà, o meglio del Capitano-Rettore,
come
si
diceva
al
tempo
ITALIA ARTISTICA
5§
doveva già esser costrutto nel 1386 da poi che vediamo che la pubblicazione dei nuovi Statuti, in quell'anno appunto avvenuta, fu fatta davanti la casa
Capitanens, posila in centrata
del Comune, in qua habitat infrascriptns Dominus
oggi Ferdinando Bertoni
stava
ne apnd laemn. E appunto in via Fontana
palazzo, che poi ingrandito fu dimora dei Provveditori veneti, e ulteriormente trail
dei Visconti,
;
—
—
sformato, è sede attuale
degli uffici giudiziari.
vasto fabbricato con portico, sotto cui
Il
assistito dal Giudice, constava di due
monte, divise dalla strada
in
;
una verso lago,
cui
e unite, all'altezza del
basso,
sostituita all'antica, o
moderna,
Capitano rendeva ragione
il
di
cavalcavia a ponte, volgare e disarmonico,
L'attuale
volto.
parti
perchè
pericolante,
popolo
al
verso
l'altra
primo piano, da un archiè opera relativamente
per dar più aria e luce alla
o
via di sotto.
E
che così
personale
veramente, mi persuade una
sia
lasciataci in proposito dal Gratarolo.
- -
—
notizia
Il
esatta di certo
perchè
quale, nella sua Historia della
Riviera di Salò, avverte che l'acquisto della casa verso monte fu
a spese della
fatto,
reggimento del Provveditore Giulio Donato (1550), la congiunzione di essa con quella verso lago poco dopo, durante il governo di Francesco e
Pietro Nani, e che finalmente il passaggio, ch'egli chiama poggio, fu dipinto da lui
Comunità, durante
il
due cavalli di Q. Curzio e di Orazio Coclite. Il che dimostra
che P antica doveva essere costruzione di diversa mole e sopra tutto
stesso coi
— mi pare —
di assai
mag-
gior dignità dell'odierna.
Decoroso e
belle proporzioni è
di
il
portone a tutto
contorno ad arco e semicerchio
coi larghi e
un tempo
ben adagiati gradini
di
sfondo
di
di
marmo
marmo
nero.
di
E
insegne
Provveditori, legate
diversi
al/ri abbi glia inculi
che
da mensole. Ricorda
e ringhiera di
parimenti lo scalone,
e di dipinti.
di stucchi
dei
al
bianca, con
pietra
bianco, soffittato a volta, e certo ornato
Gratarolo dice che la sala maggioro era fregiata sotto
Il
che dà accesso
sesto,
palazzo da tramontana, con basamento, colonne e architrave
da Cartuccie,
s'usano ne' Grotteschi,
e
da-
distinte
a
il
palco e in giro, delle
Arpie, da fogliami e da
Ire
a tre da
termini e
un loggiato verso lago, col soffitto dipinto da lui stesso,
ferro con pomi d' oricalco, e un giardino verso monte con agrumi e
altresì
piante sempre verdi.
La
cattedrale di Salò, intitolata a S. Maria Annunciata, ebbe
principio
il
7
ot-
tobre 1453, presente il vescovo di Brescia Pietro da Monte, essendone architetto
Dalle Vacche, pavese.
La chiesa
sogni
elei
archi-acuto, e sebbene guastata più tardi pei crescenti bipur sempre opera d'arte tra le più insigni della provincia bresciana,
è in stile
culto, è
recentemente
il
iscritta tra
Nella facciata
—
i
monumenti
nazionali.
—
s'aprono tre porte. La maggiore, pregevole
non intonata col resto, alta per tre gradini sul piano stradale, è a luce
rettangolare, con quattro colonne, due per lato, accoppiate. Architrave, capitelli, arco,
sfondo e frontespizio sono di pietra nera e bianca alternate. Sette figure le danno
carattere e imponenza monumentale
due a busto intero, in altorilievo - S. Pietro
per
sé,
rustica ancora
ma
:
-
IL
a
S.
Giovanni Battista
—
LAGO
SALÒ
S. Filippo
da
—
capitelli delle
59
;
due, la Vergine e l'An-
colonne
;
un
Padre Eterno a
ANCÓNA GOTICA NELLA CATTEDRALE.
figura, nel centro del frontespizio
—
GARDA
stanno nel mezzo dell'architrave
gelo Annunziatore, a figura intera, sui
mezza
DI
in anconette circolari,
;
ai lati
Salò, allievo del Sansovino, e di certo
due
teste a tutto rilievo
dell'arco.
Il
lavoro
Gobbo da Milano.
—
S. Giovanni e
di scalpello è di
Pietro
ITALIA ARTISTICA
6o
SALÒ
Veramente
—
CASA SORLINI, DOVE NACQUE GASPARO DA SALÒ.
doveva essere
un'altra
lavorata a smusso e colonnine
fetto,
Brescia
;
ma
la
porta
tempio, e questa in
del
da
elegantissime
mastro
Jacopo
per-
stile
da
Filippo
riconosciuta inadatta per la piccolezza, fu lasciata da parte, e regalata
Comune, con deliberazione 24 febbraio 1580, ai cappuccini
dove ancora si trova.
Le due porte laterali, pure rettangolari, e le sovrastanti
poi dal
di
Barbarano per
la loro chiesetta,
aperte più tardi, a dispetto dell'arte.
lineo le finestre dei fianchi,
come
è palese nella
tele di disputabile valore
che
si
—
—
si
sostenute da dodici piloni
—
già
in
la
al
retti-
archiacuto,
stile
chiudevano, per lasciar posto
veggono anche
L' interno della chiesa è a tre navi
laterali
—
mentre quelle dell'abside
muratura esterna
furono
finestre,
Parimenti, a sproposito, furono ridotte a
alle
grandi
presente.
centrale
circolari di pietra
doppia
in
larghezza delle
grigia a massi
sovrapposti
e commessi, di circa tre metri di circonferenza, con basi e capitelli ornati, reggenti
gli
archi longitudinali,
quali dall'altra,
e
da una parte
poggiano su goccioloni a
del disegno primitivo, levate per
S. Carlo
Borromeo
lasciar
anche
i
trasversali
fregi, sostituiti
posto
alle
nella sua visita in Riviera (1580)0
rabile per la carità e lo zelo di religione
pura
che
delle
navi
evidentemente
cappelle
laterali,
tutta la sua
;
i
colonne
ordinate
Santo uomo davvero
informò
minori
alle
e
da
ammi-
vita,
ma
LAGO
IL
non perdonabile
in arte
per
GARDA
DI
manomissioni e
le
61
consumati nel lungo
gli errori estetici
suo episcopato.
L'abside è poligonale, alzata per cinque gradini sul piano della chiesa e termi-
nata da cupola, tutta occupata
rappresentante
la
da un grande e bell'affresco di Palma il giovine,
Vergine levata in cielo da angeli, fra l'estatica ammirazione degli
Apostoli.
forma parallelepipecla
L'altare, di
l'attuale barocco.
Su
di esso
stanno
Opus
massicci, di stile barocco,
dorati,
in
Ioseplii Filibertì, 1755, regalati dalla
blica veneta. Gli stalli del coro, distrutti
con
sostituiti
La
gli attuali,
dieci nicchie
—
nell'invasione
Repub-
francese del 1796, vennero
senza merito d'arte.
ancona gotica, a due
ricca
non so quando, con
di bronzo
origine, fu cambiato,
grandi candelabri e un Crocefisso
sei
cinque per parte
piani, intagliata e
—
dorata
da Pietro
entro cui stanno le figure
Bussolo, a
legno dorato del
in
Redentore, della Vergine e dei Santi tutelari delle otto chiese dipendenti dall'antica
Pieve salodiana, fu levata dall'abside su cui stava anticamente impostata, ed esiliata
sopra la porta maggiore senza le guglie e gli ornamenti che la coronavano, per non
ostruire il rosone sovrapposto
così che nella penombra in cui oggi rimane, e per
;
incomoda postura, passa quasi inosservata.
Ai lati dell'aitar maggiore s'alzano l'organo e
l'
il
controrgano, massicci e sovrac-
carichi d'intagli e dorature che offendono nella severità
opera
un messer
di
Otello, finiti
nel
1547.
E
religiosa del tempio.
interessante
sapere
che
Sono
nell'organo
il
1530 il celebre organaio Gian Giacomo degli Antignati, com'è provato da lettera pubblicata dal Molmenti.
lavorò verso
Raccomandato a una
il
Crocefisso di legno,
dell'
rolo
grandezza
ultima cappella di destra.
—
addossati
come
si
al
naturale,
stava anticamente
ch'ora è collocato
lavoro di artefice tedesco, e
costruzione, gli
alle pareti
—
sopra
l'altare
a detta del Grata-
laterali fra
altari
erano
gl'intercolunni,
vede nei migliori esempi del gotico puro.
XVI
Sul finire del
più riprese,
in
È
piloni, di fronte all'abside,
i
lodato dal Mantegna, e messo in credito d'uno dei più bei Crocefissi d'Italia.
Nella primitiva
lato,
di
trave, fra
le dieci
secolo
furono poi aperte,
cappelle laterali,
corrispondenza
alle
in
cinque per
campate, fra colonna
e colonna, con volto ad arco a tutto sesto, e sop-
palco pure
a
Erano di jus patronato di
provvedevano con magni-
volto.
ricchi salodiani,
che
le
ficenza.
La
era
chiesa fino ai primi anni del secolo scorso
amministrata direttamente dal Comune, che
vi stipendiava maestri di musica per servizio del
eulto e per
suonare.
Viva
—
insegnare
come
al
ai
giovani a cantare e a
presente
— era
la passione
RITRATTO DI GASPARO DA SALÒ.
ITALIA ARTISTICA
02
per
la
i
usica in Salò e in Riviera, e meravigliosa l'attitudine di apprenderla, inco-
raggiata in più modi dai reggitori e dai cittadini più
Celebri, sul principio del secolo
otti,
Salò
XVI, furono
colti.
sopra nominati Violini, oriundi da Polpenazze
in qualità di
via Garibaldi
—
Agostino e Francesco
fratelli
i
sonadori della cattedrale. Abitavano
Valtenese e
di
Borgo
in
stabiliti in
Belfiore
—
oggi
Vioìinorum, così da essi chiamata.
in contvata
di Agostino fu Bernarmarzo 1547, e passato poi
Francesco Bertolotti
in Ferrara in qualità di musico di corte. E ancora, che da
nacque nel 1542 il celebratissimo Gasparo, inventore del violino, noto, prima delle
Il
Livi nei
«
Liutai bresciani
»
ci
apprende
dino Bertolotti, distinto compositore, nato
SALÒ
ricerche del Livi, col
Al qual proposito
nome
—
si
cata via dei Violini
da tempo
dal signor Sorlini
Gasparo da
deve finalmente
—
figlio
13
il
Saio.
ricordare che alle pazienti e
lodiano Mattia Butturini
mente
che
Salò
PALAZZO MARTINI NGO A UAKBAKANO.
solo di
è giusto
in
la
sottili
indagini del sa-
precisa designazione
della tanto cer-
—
—
scomparsa
e della casa
posseduta attualdove nacque l'artefice del più meraviglioso fra gli
strumenti.
Per istanza degli abitanti del Borgo occidentale, accolta con Ducale 24 gensi dava mano in Salò a un'altra chiesa, l'attuale di S. Bernardino, a una
naio 1476,
sola nave, ampia,
ma
di
nessun pregio architettonico
cordata per una tavola del
Romanino,
esistente
;
sopra
degna
il
tuttavia
d'essere
secondo altare a
ri-
sinistra,
LAGO
IL
SALÒ
DI
GARDA
FONTANA MONUMENTALE NEL PALAZZO MARTINENGO.
per commissione della nobile famiglia
Antonio taumaturgo.
Il
Santo, di grandezza al naturale,
sta ritto sopra una specie dì tribuna. Il
lungo saio francescano gli scende fino
eseguita
Segala
di
Salò,
rappresentante
S.
]
e
caviglia
alla
ignudi
destra
nella
:
palma, nella
scoperti
lascia
sinistra
tiene
a
assistono
cui
i
piedi
simbolica
un libro
compiere un mi-
prostesa
aperto. Pare in atto di
racolo,
la
angeli raggrup-
—
mentre il quarto
è occupato da un
F inferiore a destra
ritratto a mezza figura,
con le mani
giunte, in atteggiamento di preghiera. Il
angoli,
pati in tre
—
ritratto
dro
vuole sia del donatore del qua-
si
alla
legge
chiesa.
MDXXXIX
La
In
Hieronymi
«
fondo a
Romany
destra
si
Brixiani
».
un po' guasta, è disegnata
con cura
il
colorito forte, come nella
maggior parte delle opere del celebre
emulo del Moretto.
tavola,
;
— PALAZZO MARTINENGO.
statua di una dogaressa.
SALÒ
Attiguo
alla chiesa, e fabbricato con-
ITALIA ARTISTICA
64
convento
unente, eravi
temporar
di
Francescani Minori Osservanti,
quale fu edificata nel secolo scorso la Sottoprefettura.
Coevo della cattedrale è il Palazzo del Comune
portici del Sansovino, decorato
soffitto della sala del Consiglio
Press'a poco dello stesso
-
che
gli
stava di fronte
uno dei cinque
—
—
ristauro
in
coi bei
—
da Andrea Bertanza.
tempo era
oriuoli pubblici,
ora
esternamente da Tomaso Sandrini, e nell'interno
come pure
;
—
sull'area del
che
il
—
palazzo pure a portici
testé
demolito
l'attigua torretta, sulla quale veniva collocato
sul principio
XVI
secolo
del
già
contavano
si
in Salò.
Nel mezzo della piazza s'alzava
dorica,
sormontata dal
Giustizia
;
Leone
di S.
sopra sette gradini una monumentale colonna
Marco, e
mine
;
distrutta la
prima e
Di pari passo con
particolare riguardo
il
le
l'altro,
nel
la
erigevano nel 1526 nella piazza del Car-
si
quando
sostituita dall'attuale,
gina Margherita; trasformato
raffigurante
statua
prima occupazione francese per
fondo del lago.
far posto all'albero della libertà, giace ora nel
Chiesa e monastero di Domenicani
una
base
alla
bel lavoro, che, abbattuto e infranto nella
si
aprì
nuovo
il
viale Re-
1864, nell'attuale Orfanotrofio femminile.
opere pubbliche
procedevano
le
private, fra
cui
merita
vasto palazzo, situato nella contrada di Barbarano di Salò, at-
tualmente
proprietà
del
Martinengo
co.
Cesaresco.
Fu
edificato nel
marchese
dal
1577
Pallavicino, governatore generale
Sforza
ed era, ed è, dimora
principesca por ampiezza di sale e di apvenete,
dell'armi
per
partamenti,
lago e
sul
soavità
monte, per
giardini
dì
viali
sul
chioschi e
e
boschetti di aranci, di cedri, di melagrani,
di
magnolie,
monumentali
di
oleandri,
fontane
e
di
allori
peschiere
sopra tutto pel vasto, incantevole
rama
dove
che presenta da
si
Non
sulla
;
colli,
per
ma
pano-
parte
ogni
guardi, sull'acqua, sui
catena del Baldo,
;
per
sulla
pianura lontana.
par quindi, sotto questo aspetto, esa-
gerata
la
viva,
entusiastica
descrizione
che ce ne ha lasciato lady Montagli, inamorata tanto d'Italia, nella ormai famosa
lettera scritta di là alla figlia contessa di
Bùte nel 1749.
Cresce interesse
le
SALÒ
PORTA DELLA CHIESA DEL CONVENTO
A BAKBARANO.
—
paurose storie
di
al
luogo
il
conoscere
violenze e di
delitti
esagerate nella popolare imaginazione
IL
— legate
al
LAGO
DI
GARDA
mae-
stoso edificio, specie
n'
quando,
da
verso
1650
il
,
diventato
era
signore
conte
il
Marti-
Camillo
nengo, masnadiere feroce, che
aveva per lungo
tempo tenuta
in
soggezione
la
contrada, e avea
dato assai
torcere
filo
da
go-
al
verno veneziano.
Ivi
cercava
rifugio nel
Paolo
—
CURA DEL REFE.
Giordano
Orsino,
duca
di
Bracciano, con
cisione
retti,
SALÒ
1585
della
la
bellissima Vittoria Accoramboni, diventata sua
prima moglie Isabella e del marito
sposa dopo
di Vittoria stessa,
Francesco
l'uc-
Pe-
nipote di Sisto V.
Morto
il
duca improvvisamente lasciando erede universale l'Accoramboni, con
avuto da Isabella, il palazzo fu circondato dagli Ordi vendetta.
stento riuscì Vittoria a fuggire, ma raggiunta a Padova,
pregiudizio del figlio Virginio
sini sitibondi
A
fu trucidata dai sicari di
Lodovico, fratello del morto Giordano.
Sappiamo dal Gratarolo che la salma del duca fu, con pompa e accompagnamento di carmi latini e italiani, tumulata nella chiesa dei cappuccini di Barbarano,
donde fu poi levata più tardi, per ordine di Sisto, e gettata non si sa dove.
A
Salò comincia
cedraie e
la
Riviera,
che
profumi dei loro
fiori
;
qui
il
Gargnano. Di qui gli uliveti e
spandono l'allegria del loro colore
finisce a
giardini, quasi senza interruzione,
i
sole brilla più limpido, più serena è
l'aria,
le
e
i
e più dolce
la vita.
La
poco più alta
una linea di case, di
strada lacuale, che corre ora sul margine del lago, ora
a Gargnano, fra siepi di lauri, è quasi tutta segnata da
e di alberghi, sorti per la
maggior
parte,
come per
incanto, nell'ultimo
da quando cioè cominciò l'affluenza degli stranieri.
Sui pendii facili e lieti, a cui cento sentieri e stradette
s'adagiano
paesetti e casali;
reschi tutti
;
facilitano
fino
ville
ventennio,
l'accesso,
Morgnaga, Gardone, Fasano, Trisnico, Bezuglio, pittomemorie o per storici avanzi benedetti per aria
molti interessanti per
balsamica, per saporosi prodotti, per dilettevoli passeggiate.
;
ITALIA ARTISTICA
ó6
tutto
il
unta estrema di Fasano, dominante i golfi di Gardone e di Maderno, e
Ugo fino agli ultimi confini di mezzogiorno, sorge la villa elegante di Giu^anardelli
;
dove, or son pochi mesi
—
la
sera del 26 dicembre 1903
lustre patriota e statista, in faccia al bel lago, smagliante di
—
l'il-
luce e di colore, spirò
l'anima grande e buona,
E
subito
dopo Fasano, s'incurva
in
arco soavissimo
il
golfo di Maderno,
il
pa-
radiso del Benaco.
GARDONE
—
PANORAMA.
(Fot. Negri, Brescia).
grosso borgo, circondato da giardini di agrumi, ch'ivi al bacio del sole più
grato esalano il profumo del fiore, e più pronto e più dolce maturano il frutto, è
disteso a semicerchio sul golfo, limitato a mezzodì dalla punta di Fasano, a settenIl
trione
da un largo promontorio detto capra
—
dal latino
campora
—
formato dai
depositi del fiume Toscolano.
A
Maderno,
ai
tempi
di
Roma,
era un tempio ad Apollo, con alcuni
terranei, scrisse Silvan Cattaneo, dove l'oracolo
testimoni d'intensa vita religiosa e politica.
dava
li
volti
sot-
responsi; ivi lapidi e sculture,
\
IL
Nell'età di mezzo, e fino
al
LAGO
1377,
DI
GARDA
Maderno
-
-
67
già
si
disse
—
fu
capoluogo
della Riviera, quindi importante centro amministrativo e commerciale.
Magnifica pare fosse
veneto,
li
è
grande
residenza dei reggitori del Comune. Marin Sanuto, che
la
quando già cadeva
la vide nel 1483,
et
in rovina, lasciò scritto ch'era
già fu castello; à ponte
et
reveli no
solimi
fabricata
davanti
le
fosse;
modo
lago
tate dentro.
Abbandonata prima,
poi trasformata, e di nuovo abbandonata, tanta ne restava
da permettere a Silvan Cattaneo di dire che, per la vastità
delle fondamenta, per la grandezza delle sale e stanze reali, ben intese e comode,
ancora nel secolo
XVI
(Fot.
per le loggie,
adorni
e
cortili,
orti,
giardini e peschiere,
superbi Palagi die per addietro
Ars
et Natura, Gardone).
doveva essere uno
veduti fossero
in
quelle
dei
vaghi
più
contrade
e
forse
altrove.
A
Maderno, nella seconda metà del secolo XII, sulla piazza davanti al lago, si
poneva mano alla rifabbrica dell'attuale chiesa di S. Andrea Apostolo, giudicata
che seguo nella descrizione
monumento insigne
dall'architetto prof. Arcioni
da essere invidiato da città anche importanti.
—
—
Si è detto rifabbrica, giacché dall'esame della
parete
interna della navata mi-
nore di tramontana, appar manifesto che porzione della chiesa appartenne ad epoca
più remota, forse al
IX
o
X
secolo.
ITALIA ARTISTICA
68
del tempio è
3
il
romanico, detto anche lombardo.
rregoiari di bianco, di
gradini,
:
plumbeo
e di rosso veronese.
La
La
facciata è di pietra
porta, alzata su tre
a luce rettangolare, incassata fra più ordini di pilastrini, sul cui
s'impostano
gli
formati
semicircolari
archi
da cordoni
di
marmo
capitello
di diversi colori.
L'architrave e lo sfondo a semicerchio, corrispondente alla luce della porta, conser-
vano
traccie di dipinti del
finestrella,
e di
con arco,
animali, e sopra
aperto quando
secolo
XV. Sopra
la porta, s'apre
furono
un occhio
ancora
costrutte le volte
facciata salienti fin sotto
il
circolare,
della
una
stretta e lunga
ornati di figure
pilastrini e colonnette a capitelli
che
navata
cornicione, sono di calcare
l'Arcioni
maggiore.
geometriche
crede
Gli
sia
stato
angoli della
bianco, giudicato delle cave
di Botticino.
UAKDONE
—
CHIESA PROTESTANTE.
(Fot. Negri, Brescial
—
—
divise da pilastri
la centrale doppia delle laterali
che sopportano un arco leggermente acuto. Pilastri e semicolonne
calcare plumbeo, con capitelli e bassorilievi a figure ricorrenti, segno
L' interno è a tre navi
e semicolonne uniti,
sono a corsi
di lavoro
di
compiuto sotto una
sola
ispirazione e in
un
solo
periodo di tempo. Gli
angoli dei quattro capitelli del presbitero portano in alto rilievo
i
simboli dei quattro
Evangelisti, aquila, angelo,
bue e leone.
L'attuale presbitero si giudica aggiunto nel secolo XV per allungare la chiesa,
ed è a vòlta a crociera e archi a pieno centro, con cupoletta impostata sull' ultima
campata e non finita di fuori. L'abside antica doveva essere semicircolare, come
appare da traccie esterne. Le navi minori non avevano, nò hanno, abside, ma un
incavo rettangolare nella grossezza del
muro per un
altare,
un dipinto o
altro.
ITALIA ARTISTICA
7°
il
presbitero era anticamente una cripta, in cui
rculiano, chiuse in un'arca di
marmo
si
conservavano
le reliquie
rosso veronese, scolpita gentilescamente
—
imdeqnaque mirabiliter, scrisse il Solazio che la vide
già sepolcro di
moglie di Minicio Macro. La cripta fu poi chiusa (1580) per ordine
del Borromeo, che in quell'occasione fece anche martellare le iscrizioni e figure
figuris
Cesia
7 esta,
con
dell'arca,
Lo
stesso
inutile offesa all'arte e alla storia.
Borromeo
—
come già aveva
corretta architettura del tempio,
cappelletta, sovraccaricata
sempre con
fatto a Salò e altrove -
aprire nel fianco
poi di stucchi e dorature
lo stesso criterio d'arte,
1
potendosi
faceva
si
in quella di sinistra
per
la
volgari.
aprirono più tardi
VSAMO DI MADERNO
—
della
E
nella
-
rovinando
la
navata destra una
altre
due cappelle,
stessa
navata, non
VILLA ZANAHDELL1.
strada che vi corre
parallela a congiungere
il
lago con la parte alta del paese.
Le
pareti interne
qualche segno qua e
della
là.
Il
chiesa
probabilmente
Gratarolo vi ricorda
erano
una
dipinte,
Madonna,
di
come appare da
dipintura greca
in un'asse secca.
veggono ancora iscrizioni e
sinistra, murato capovolto
un Fetonte, o Apollo che sia, sopra una biga tirata da
Esternamente, nei pietroni d'angolo della fronte,
bassorilievi di scalpello
romano; notevole
in
si
un masso a
due fianchi,
due bucranii con festoncini di fiori e frutta. E chiaro, per questi e
altri indizi, che anche la prima fabbrica
fu condotta su area e con materiale ili
tempio romano, probabilmente dedicato ad Apollo.
e scoperto su
due
cavalli, e
LAGO
IL
Oggi
la
chiesa è tra
restituita nell'antica
monumenti
i
DI
GARDA
7
nazionali, è chiusa al culto, e attende d'essere
sua forma e dignità.
L'odierna parrocchia di Maderno è opera
del
secolo
scorso.
Fu solennemente
vescovo di Brescia Gabrio M. Nava, che
S. Erculiano, composte in nuova urna di marmo bianco,
consacrata nel 1825 dal
reliquie di
dal
XVII
S.
1
pagana su menzionata.
Erculiano, antico protettore di Maderno,
vi
trasportò le
sostituita
fino
secolo alla
e,
per decreto 26 luglio 1466 del
MADERNO
Consiglio generale, patrono della Riviera di Salò, fu vescovo di Brescia nella prima
metà del secolo VI. Per spirito di penitenza, o per persecuzione di ariani, fissò sua
dimora sul lago, in Campione, dove visse gli ultimi suoi anni nella solitudine e nella
preghiera.
Fra
aspre rupi, che a guisa d' inaccessibile
le
promontorio
di
tradizione, abitò
Campione,
il
santo
buso in uno asperissimo
Morto
cider la
la
il
lite,
visita
eremita.
et
et
È
—
piccollo, con
santo, Brescia e
concorditer
ancor oggi
i
et
muraglia
—
si
alzano a ridosso del
forestiero lo speco, in cui, secondo la
per dirla con
una portella
paesi del lago se ne
unanimiter
sua barchetta senza remi,
il
continua
il
le
parole del Sanuto
di pieve
disputarono
Sanuto
—
uno
cote.
—
il
il
corpo.
Per de-
corpo fu messo ne
tandem pervene a Maderno, dove fu sepulto qual
santo.
ITALIA ARTISTICA
Oltre che di pubblici
tichis
ma
al
—
ancora
esistenti
l
edifizi,
anche Maderno
famiglia dei Bernardini Monselice, tra
ornava
una nella via Benamati,
;
Ivi stesso,
villa
sul principio
da abitare
Sembra che
una minaccia
dei cortigiani;
la
l'estate
—
con
la
in
l'altra
del
fatto è
che
il
il
due ne posse-
terra,
dell'Arco, in
via
gradinata,
si
saliva
d'agrumi e d'ogni specie di frutti.
duca Vincenzo I di Mantova edifi-
sua corte.
LA PIAZZA E IA COLONNA VENEZIANA.
cosa non garbasse
alla tranquillità
il
secolo XVII,
del
MADERNO
di lauri,
privati. L'an-
di palazzi
prime della
quattrocento, ampia, sontuosa, dal cui cortile, per alta
prossimo monte detto serraglio, verde
cava una
si
le
troppo
paese, o che
Provveditore
ai
Madernesi,
sentissero
si
Leonardo
vi
vedessero
dalla
petulanza
facendosi
eco delle
sia
che
offesi
Valier,
lagnanze del popolo, in data 20 ottobre 1606, e cioè a fabbrica appena cominciata,
Senato informandolo della novità.
scriveva
al
tova
impadronito
s'è
giardini
et
«
habitazioni,
A
Maderno
che
il
tuttavia
signor
fa
Duca
di
Man-
fabbricar per un
va investendo, per venir a goder
quel sito d'estrema bellezza, et sempre per il manco viene con
più bocche, il che è sentito et malamente sopportato da quegli habitanti
capital sin'hora di
l'està quell'aura et
cento et
di
25 mila scudi, et ogni dì più
IL
LAGO
GARDA
DI
73
per quelle conseguenze che possono esser considerate dalla singolare prudenza della
Serenità Vostra ».
duca Carlo ingrandiva e abbelliva la residenza di Maderno, e per
monte; su cui edificava una palazzina, teatro
principale delle sue turpitudini. Circondato da femmine da bordello, da parassiti
lecconi, da menestrelli e ruffiani, trascinava ivi nel fango la vita, cui niun alito di
idealità aveva sorriso mai; esempio vergognoso e funesto ai nobili e ai ricchi della
Nel 1660,
il
via sotterranea la univa al prossimo
MADERNO
—
PIAZZA VITTORIO EMANUELE.
(Fot; Negri, Brescia).
regione, che già nell'universale corruzione dei tempi, galoppavano ogni dì più verso
l'abisso
che presto doveva
case,
—
capra
una gran serra e una chiesa
Oltrepassato
poche
inghiottirli.
il
promontorio
—
—
,
ecco
S.
il
porto di Toscolano. Sulla riva
Maria
del
Benaco
—
;
ridosso del monte, lontano dal Iago per la larghezza del delta del fiume.
il
paese, a
ITALIA ARTISTICA
MADERNO
—
CHIESA
DI
ANDREA APOSTOLO.
S.
(Fot.
Toscolano, forse d'origine etnisca, fu
ai
tempi
di
mezzo un
visitando
capitello
l'antichissima
quadrato
sa,
chiesa
S.
di
qui trasportata dagli Etruschi,
come narra
Questo l'unico vestigio etrusco; numerosi invece
importanti i resti d'una villa, posseduta
secondo il
—
l'illustre
famiglia
dei
Maria del Benaco, notava
da quattro colonne di serpentino, sul
forma d'ariete; divinità orientale questa,
sostenuto
quale era scolpito un Giove Aminone, in
come ognun
vico principale della Riviera d'occidente,
Roma.
Marin Sanuto
nel
il
Sommer, Napoli).
Nonii-Arii,
nel
vasto
la tradizione.
quelli
dott.
terreno che
si
romani, e sopra
Claudio Fossati
stende fra
il
—
tutti
dal-
lago e le
ultime case del paese.
Quivi, dagli scavi praticati per lunga serie di anni
sati
t
colonne e statue
di
marmo,
lapidi
letterate,
piombo, embrici, terrecotte, medaglie, monete,
dipinti coi colori più vivaci e brillanti,
fini
come
«
emersero
mosaici
scrive
>
vastissimi,
il
Fos-
condotti di
capitelli e cornicioni lavorati, intonachi
una svariatissima quantità
di
marmi, dai più
porfido, cipollino o caristio, alabastro, verde rosso e giallo antico, breccie
LAGO
IL
GARDA
DI
75
d'Africa, diaspro, pentelico età, ai più comuni, carrarese, botticino, serpentino, granito,
Santambrogio etc. Vennero in luce sepolcri, cippi funerari, cementi durissimi,
modanature, mensole, fregi, rilievi, testine, pezzi di statue e colossali mu-
serraglio,
rature in operi
sigillilo,
solàio e reticolato
».
Sanuto descrivendo Toscolano aveva detto « li è molte antigità si trova
sotto terra epitafii di perfete letere et antiqui, et si cava molti musaichi ».
Caduta la villa per mano dei barbari, o per l'opera edace del tempo, molta
parte di essa precipitò nel lago, dando origine alla favolosa leggenda, ripetuta dai
Già
il
:
più antichi scrittori di cose benacensi, e vestita
poi
—
poi
ricca e popolosa città
Benaco
—
ivi
esistita,
dall' Arici
di
poetica grazia, di
sommersa per terremoto o per
violenza di acque.
......
A
remi
lenti ancor, se
Vede sommerse
il
il
Movendo
guardo adima
pescator
le
moli
Laggiù divelte e i massi, e capovolte
Giura veder le case e l'ardue torri
E
De
i
Né va
taciuto che
i
culmini sossopra
e le
gli sparsi
»
edifici.
due famosi marmi
IADERN0
—
ruine
ivi
INTERNO DELLA CHIESA DI
scoperti
S.
di
M. Aurelio Menofilo
ANDREA APOSTOLO
(Fot. Capitanio, Brescia).
e
ITALIA ARTISTICA
76
di C. Valerio
Mariano, nei quali
lili
il
primo è detto sacerdos
Tusciilanovum, secondo
Tuscnlaiii,
il
secondo
so-
già citato dott. Fossati, andrebbero attri-
il
Toscolano nostro, anzi che a Tusculo del Lazio, come fin qui credettero
crescendo così l' importanza dell'antichissima terra residenza del supremo
magistrato del pago, luogo di adunanza delle popolari assemblee, dimora di opulenti
buiti a
i
;
famiglie, e sede di Collegio di sacerdoti.
Cessata
la
supremazia
Toscolano
di
sulla
Riviera a vantaggio
di
Maderno,
gli
TOSCOLANO
abitanti
si
diedero con ardore febbrile
loro fiume; ond'è che qui noi
inizii
alle industrie,
vediamo fabbriche
aiutati dalla forza
di
carta
poderosa del
colebratissime fin
dagli
della scoperta, e più tardi stamperie, di cui diremo, e lavorazione di ogni sorta
di metalli.
Delle quali industrie, unica rimane
oggi,
perchè unica seppe animosamente seguirne
La maggior
rate,
parte delle cartiere
selvaggia e pittoresca,
sinistra,
si
stretta fra
i
ancora
fiorente,
quella
della
carta,
progressi.
trova nella valle del Toscolano, detta dì lucil
Pizzocolo (Gu)
a destra, e M. Castello
a.
la più interessante di tutta la regione. Di difficile accesso per molto tempo-
IL
fuorché per sentieri
DI
GARDA
79
dirupati e malagevoli
strade, fu allacciata al paese e alla prolunga tre chilometri e mezzo, scavata nel
sinistra del fiume, con ampie gallerie a vòlte robuste e
1874 con be Ha e
vinciale nel
LAGO
fianco della montagna, alla
comoda
via,
pendenza dolcissima.
Dell'antica
e
classica
rinomanza
S. Pietro, costrutta nel secolo
XVI
dell'
TOSCOLANO
veronese all'ingresso, e
e una attribuita
Da
M.
Toscolano
Castello
allori, di
al
;
industre
borgata, è degna
sulla piazza principale,
—
la
chiesa
di
ornata di colonne di rosso
PANORAMA.
di grigio di Brescia nell'interno,
con buone
tele del Celesti
Brusasorzi.
la
costa
corre
diritta
rude e melanconica in
agavi, di viti e di gelsi.
alto,
fino a Bogliaco
gaia e varia
Caino su
alto
in
poggio,
dominata
dal
basso, piena
fra
prati
Gu
e
da
ulivi,
di
verdissimi,
si
di
ITALIA ARTISTICA
So
profila
chiesa,
gie pareti del
:
da cui
si
gode una
Zuiao, stanno riparati sotto
;
Gu
che
delle
M.
più basso ancora, sulle
dietro e di sopra, e mette in mostra la bella
gli sta
migliori
viste
prime
della
come bimbi
Castello,
pendici, fanno
Riviera
in
;
Cabbiana,
Fornico,
protezione di accigliato
capolino
tra
Messaga e Cecina. Quest'ultima vuole la tradizione abbia
bino Cecina mandato in Italia dall'imperatore Vitellio a combattervi
Pulciano,
il
il
gi-
fogliame
spesso
nome da
Al-
rivale Ottone.
Più a settentrione Villavetro, dai vini chiari e frizzanti, e Bogliaco, superba del ricco
palazzo Bertoni, uno dei più grandiosi del lago. La facciata di esso, verso mezzodì,
fu
compiuta nell'ultimo quarto del secolo XVIII dal conte Delay Bertoni
TOSCOLANO
—
SANTUARIO
DI S.
;
il
resto
MARIA DEL BENACO.
dal conte Giacomo, su disegno dell'architetto Cristofoli di Verona. Notevoli, neh' interno, la gran sala mediana, sfarzosamente
teca con tele del Vernet, del Bertolini.
vanni Battista
Distribuiti
mobili
qua
—
,
e
dipinta e decorata, e la piccola pinaco-
una
attribuita al
Correggio
e un ritratto di Paolo Veronese, e dipinti della
e là nelle stanze
intagliati
ed
ninnoli
palazzo con cavalcavia
—
si
trovano porcellane,
preziosi.
si
Un
vasto e ben
stende verso
cristalli, incisioni,
tenuto
Gio-
stoffe antiche,
giardino
monte, con piante
— S.
scuola del Reni.
rare,
unito
al
chioschi, statue
e fontane.
Dopo
Bogliaco, la costa rientra
leggermente a formare
il
golfo
di
Gargnano,
coi verdi monti alle spalle seminati di villaggi e di case.
Navazzo,
prati e
Formaga, Liano, Sasso, a piedi del M. Avertis e del M. Pier,
seguono in alto la dolce curva del golfo, e amoreggiano
castagneti,
fra
col
LAGO
IL
GARDA
DI
81
lago, spiandone curiosi ogni mossa, e con lui corrucciandosi e rasserenandosi a ogni
mutamento di luce e di cielo.
A
Gargnano, verso
metà
del
secolo XIII
Francescani stabilivano un loro
dell'Ordine in Riviera, dopo quello dell'Isola. Nel 1289 vi
erigevano accanto la chiesa attuale di S. Francesco.
convento,
Il
il
i
più antico
cortile del
capitelli,
la
monastero è circondato da
foglie e frutti di
limoni e di
aranci
portici
in
bassorilievo.
una porta, che dal chiostro dà accesso alla chiesa,
architrave e cimasa finamente scolpiti a foglie e a
TOSCOLANO
—
con eleganti colonnine,
di pietra
Degna
sui cui
d'attenzione
plumbea durissima, con
figure.
PORTA DELLA CHIESA PARKOCCHI ALE.
La tradizione locale attribuisce ai Francescani di Gargnano l'introduzione degli
agrumi nella regione.
Nel 1387 Gargnano era il più popoloso paese della Riviera, contando 110 fuochi.
Di due grandiose ville moderne dei signori Feltrinelli fa pompa oggi ambedue,
;
per ricchezza
di
marmi
e magnificenza di decorazioni e deliziosa postura, tra le più
ragguardevoli della Riviera.
Subito dopo
le
ultime case di Gargnano, cessa la strada lacuale;
a picco sull'acqua quasi
immane
parete.
II
diventa qui triste e selvaggio, quasi cupo
il
monte scende
paesaggio, poc'anzi così vario e domestico,
;
sempre però grandioso e
bello, d'
una
ITALIA ARTISTICA
S2
bellezza diveisa, che parla più al sentimento che all'imaginazione.
più
idosi.
r
simigliante a gran canale incassato fra monti.
TOSCOLA.NO
e
paurose
senso
eli
popolano
mestizia
l'acqua,
entra
di
lago va sempre
gigantesche
VALLE DELLE CAMERATE.
che piglia
nell'animo
Ogni tanto però uno sprazzo
—
Il
Ombre
del
tinte
più
cariche e
viaggiatore,
verde, un lampo
di
che
luce
più
plumbei
un
mutolo e pensa.
riflessi
diventa
viva,
:
un balenìo di
IL
LAGO
GARDA
DI
33
cedraie, un dosso erboso, una conca di ulivi, rompono la nudità
sconsolata
grigia parete, e sono un riposo alla vista, un richiamo alla letizia di
prima.
TOSCOLANO
Da Gargnano, un
fino a
'poche
VALLE DELLE CAMERATE.
ripido sentiero s'arrampica
Muslone; povero paesetto,
case
—
davanti e un
ma
bosco di
della
denso
su
pel
colle
di storia, quasi
quercie
di
dietro.
A
di
San Gaudenzio
sospeso sulla roccia, con
Muslone,
già feudo di
ITALIA ARTISTICA
84
Maffeo do Medalli quando Galeazzo Visconti
classiche caccie del
il
porto di Tignale, da cui
soprastante altipiano, sparso di
Madonna
sima, che allarga
il
Da una parte
monti coltivati
sul lago,
polmone e mette
la
il
l'ali
terso
il
narrano
i
malagevole
il
al
Baldo, e dopo
lui
altri
posto
del Santuario,
gli
parte di lago non
visti
;
TOSCOLAN'O
sentiero
s'arriva
il
santuario
e un'aria viva, puris-
accidentata, chiusa
a frutteti
;
dall'altra
all'
ingiro dai
Benaco palpitante
il
monti, e colline declinanti nella pianura-
Quanta
gioia di sole e
Scaligeri
di tinte,
e
!
erigessero un forte castello, e
Tignalesi di arditi sentieri martellati nel sasso da quei
salirvi dalla
si
nelle
Comune.
turchino del cielo e azzurreggiante l'onda volubile
Vuoisi che
signori
al cervello.
velate di nebbie d'oro e di pulviscoli d'argento.
come
e dei
sovra un'alta spianata, s'alza
conca Tignalese, variamente
falde a ulivi, a campi,
alle
vita; di fronte
per
Moncastello. Lassù, larga e splendida vista,
di
Riviera (1385),
della
dame
paesucci formanti appunto
Verso mezzodì, a perpendicolo
di
signore
medio evo.
Poco dopo, ecco
della
era
quei famosi sparvieri, ch'erano la delizia delle
d
e
non manca chi afferma
—
VALLE DELLE CAMERATE.
d'
fieri
signori
per
averne scoperte
(Fot.
Sommer. Napoli).
le
IL
LAGO
TOSCOLANO
—
DI
GARDA
COLLE DI CAINO.
(Fot. Ars et Natura, Gardone).
traccie nella boscaglia che copre
troppe trasformazioni subì
il
fianco dell' irta
tempio nei secoli per
il
montagna
poter
;
ma
nulla v'è di certo
rifarne la storia
con
;
no-
sicure.
tizie
Accanto
detto
—
serra
di
al
porticciuolo di Tignale è
il
Prato della fame;
breve
ripiano,
così
—
secondo Silvan Cattaneo
perchè i naviganti costretti a fermarvisi nelle
violente burrasche due e più giorni, non avevano modo di procacciarsi vettovaglie
per la lontananza da paesi e la difficoltà delle strade. Poi Rivabella, con qualche
agrumi,
promontorio
di
poi
ancora
Campione
—
la
muraglia,
lungo 900 m. con
corre
a piedi di rupi colossali, fra
le
due comuni
Tremosine.
del
di
Tignale e
di
mugghiando
il
Tignalga,
il
-
confine tra
i
La spianata di Campione, perennemente verde, si stacca sullo sfondo grigio
monte che le sta a tergo, e passa rapida davanti come un sogno di primavera
nella mestizia dell' inverno.
tarsi nel lago, la divide in
di
quali
plumbea, e più a settentrione
una larghezza massima di 200
livida,
Tignale
;
l'altra,
Tignalga precipita
due parti ineguali
Il
:
dall'alto,
la
e attraversandola per get-
maggiore, a destra,
a sinistra, in quello di Tremosine.
in territorio-
ITALIA ARTISTICA
86
pisi nl.ANO
Molti
terzina del
— COLLE
XX
dell'
Inferno
Loco
è nel
Segnar poria
a
IH
CAINO.
per giustificare
la
(e fino
il
al
1785)
discussa
la
:
mezzo
l'astore, e quel di
Dante
CHIESA
commentatori della Divina Commedia riferiscono a Campione
«
E
E
dove
il
Brescia, e
il
là
Veronese
se fesse quel (.'animino
designazione, ricordano
comune
Trentino
di Tignale,
—
».
ed è vero
e quindi
anche
la
—
tempo di
Campione
Trento mentre
che
parte
destra del Tignalga, era ecclesiasticamente soggetto alla diocesi di
al
di
;
Tremosine, e quindi anche la parte di Campione a sinistra di detto fiume, apparteneva alla diocesi di Brescia, e che infine il lago tutto si considerava pertinenza di
Verona. Stando quindi
alla
destra
segnare
;
come
Più tardi
dante
l'
il
secondo
i
tre vescovi, di Trento, di Brescia e di
alla sinistra
del Tignalga, e
il
terzo
alla
Verona
foce,
;
il
primo
potevano
ivi
in diocesi propria.
altri
Isola di
pella dedicata a
chiosatori, allegando
un passo del P. Francesco Gonzaga, risguarin essa una cap-
Garda, nel quale è detto che anticamente esisteva
Santa Margherita e soggetta
ai
tre vescovi
sopra ricordati, affer-
IL
marono che
LAGO
GARDA
DI
37
non Campione, aveva inteso Dante
l'Isola appunto, e
di indicare nella
controversa terzina.
E
l'
una e
l'altra
chiosa ebbe eruditi sostenitori, e non poco
sato per ciò. L'attenta lettura
però di
tutto
bellissimo
il
è parte, persuade che Dante, se anche consapevole
inchiostro fu ver-
squarcio, di cui la terzina
—
il
che si può ammettere
ed ecclesiastiche di Campione e dell' Isola, non volle
suo verso, che sarebbe stato un voler circoscrivere nel
delle speciali condizioni feudali
certo alludere ad esse col
particolare una vasta e viva concezione artistica, che gli
dalla stessa posizione del lago, disteso
un lembo
di spiaggia,
o sopra un altare.
parte della terraferma o nell'Isola,
così, nel
al
mezzo
presente
di esso,
—
e di grammatica, offerte dalla
vicini al Poeta,
smania
di
i
la
ma
Il
come
non
loco quindi
s'
incontravano
—
senza accattarla sopra
è in questa o in
punto
come
s'
terzina stessa,
ma
non è qui
spiegazione più semplice è data
quali nulla seppero di
Campione né
dai
il
incontrano anche
più
di logica
luogo di farlo
chiosatori
dell' Isola,
tardi
quella
per dir
ideale,
potrebbero aggiungere a suffragio, ragioni
un'erudizione trascendentale ha avviluppato
limpidissimo
offeriva pronta e sincera
si
fra tre diocesi,
nel lago stesso, in un
dove virtualmente
le tre diocesi. Si
corda soltanto che
appunto
più
che
e
ciò
;
si
soltanto la
ch'era
per sé
l'onda del lago.
TOSCOLANO
—
CHIESA DI GAINO.
(Fot.
Ars
et
ri-
antichi e
Natura, Gardone)
ITALIA ARTISTICA
Campione e l'Isola non cessano d'essere due gioielli, se
anco
por luminosità che poteva versar su di loro la parola
del Poeta.
I
la
muraglia continua monotona, opprimente
e rilievi: più oltre scabra, rugosa, con mostruose
BOGLIACO
GAKONANO
DI
—
;
qua lucida e
liscia,
sporgenze e caverne
privati-
senza solchi
piedi sca-
'ai
PANORAMA.
(Fot. Negri. Brescia).
vate dall'acqua.
Sulla cima, gli altipiani di Bine
aria;
poi
la
valle
del
M. San Michele.
E fama che
la
IV
-
secolo
;
di
tutto
Una
il
certo
-
territorio
Brasa e
chiesa
di
e lo dice
Pieve
il
sul ciglio la chiesa di Pieve,
;
l'altipiano
sia fra le
nome
che forma oggi
di
il
—
Tremosine, e
più antiche
doveva essere
Comune.
lapide bilingue, scoperta nel campanile
della
in
della
il
come sospesa
fondo
la
regione,
punta
forse
in
di
del
centro spirituale e civile
chiesetta di Voltino
—
una
IL
LAGO
GARDA
DI
89
—, nella quale sono mescolati caratteri orientali con lettere
credere che primissimi abitatori di Tremosine siano stati gli
Etruschi.
Il Gratarolo
ricorda qui, presso a Sermerio, una cava di manganese,
e monsignor Tiboni, nel suo « Tremosine
mostra di credere che ivi si aprissero le
delle terre tremosinesi
romane,
fa
;
fabbriche di specchi, e che
di là
si
prime
,
trasportassero a Venezia, dando
quell'industria meravigliosa, a cui la Repubblica
molta parte della sua fama e ricchezza.
La parete
si
arretra
un
per tanto
il
DI
lago
GARGNA.MO
come
il
—
PALAZZO
così a
tempo debitrice
poco, dopo la Punta di Cor/or, a cui segue
BOGLIACO
Anzello, celebrata per tutto
fu
origine
la
di
riva di
I3IÌTTONI.
punto più
adatto
alla
pesca
del
car-
poco dopo si allarga il vago seno di Limone S. Giovanni.
Qui una folla di olivi, di agrumi, di oleandri, di agavi si letifica al sole sotto
la tetraggine del dolomitico monte che la guarda dall'alto. La cima di M. Mughera
sovrasta a tutto con l'alta groppa rotondeggiante, e sopporta un ridente altipiano vestito di pascoli e di selve. Il promontorio La Noa nasconde la breve costa esultante,
e ripiomba nella mestizia di prima. Punta dei Larici, M. Corno, M. Guil e il Passo
della Rocchetta, sollevano le loro cime sulla squallida muraglia, che non abbandona
pione, e
più fino a Riva.
ITALIA ARTISTICA
go
La
bella cittadetta
che
il
Sanuto
definì locco di confini
et
pericoloso di principiar
batalgia, giace nell'angolo più settentrionale del Garda, stretta
fianchi dal Baldo,
ai
a oriente, e dalla Rocchetta, a occidente.
Riva, su cui pieno
comincia
la
sua storia
di
amore
sicura
e di speranze guarda pensoso
romana. Le lapidi
all'epoca
il
divino sole d'Italia,
dalla
fissate
carità
del
UARGXANO, DALLA VILLA BETTOXI.
cittadino Municipio sotto la loggia del Palazzo Pretorio, lo
monete,
le
anfore
vinarie, le tavolette
ora nel Museo di Trento
in
V.
11
di
—
sepolcrali,
i
provano
;
come pure
cultri e le piastre
rinvenuti nella costruzione
d'argento
dell'ardita strada
le
—
che sale
Ledro.
Sanuto descrivendo Riva disse
giò fu butada, et
lì
sta le reliquie
romano minato.
In sostituzione di
Altemanno,
1124 ne costruiva
nel
i
à dò roche:
una nova,
l'altra
vechia che
La vecchia rocca non era che un fortilizio
essa, il Comune, consenziente il vescovo feudatario
un'altra, vasta e forte come
tempi esigevano.
».
i
IL
LAGO
DI
GARDA
9i
Modificata e aggiunta più tardi dal principe-vescovo di Trento, poi ampliata,
o forse
rifabbricata dagli Scaligeri dal 1349 al 1388, e nuovamente dai
Veneziani dal 1440
al 1509, poi per lungo tempo abbandonata, e finalmente
trasformata in caserma
nel 1850, poco conserva dell'antica struttura, ch'è possibile tuttavia
ricomporre,
-
con
la scorta di
una dotta
scrittura pubblicata in
patriottica e colta popolazione
Ginnastica. N'è autore
La
il
inaugurava
la
Riva nel 1894, nell'occasione che quella
nuova sede della Società Concordia e
dottor L. A. Baruffaldi.
rocca, di forma quadrilatera, era cinta da larga fossa nutrita dal lago
e co-
GAKGNANO — PANORAMA.
municante con esso, e unita a terra per due
con parapetto merlato ambedue.
Le porte
e postierle, difese da rivellini,
sostenevano
quella a mezzodì aperta sul largo del fosso dove
goli
sorgevano quattro
torri merlate,
di cui
uno a
ponti,
una
oriente, l'altro a ponente,
ponti a levatoio,
approdavano
alta
il
doppio
le
fuorché
barche. Agli analtre, e tutto
delle
intorno muraglie pure merlate, con scarpa e antemurale. Presso la porta di levante
e fra le
mura
e l'antemurale, s'alzava
pana, a cui non
terno,
si
arrivava che dalle
a ridosso delle mura, s'aprivano
una
torretta quadrilatera, e su essa
mura per un ponte
gli alloggi,
il
di
cui tetto
legno.
Nel
arrivava
ima cam-
cortile in-
fin
sotto la
ITALIA ARTISTICA
92
:<
sibile
a
gi
maggiore, acces-
finiva alla torre
solo per volta. Porte e finestre erano di pietra bigia;
architravi scolpiti.
i
da un ballatoio che
in giro
>rsa
>
Le grondaie verso
il
cortile
—
assai
—
larghe
alcune con
erano
di legno,
a colori all'intorno.
Nel complesso
la
rocca appariva opera
ardita
e
magistrale
costruzione e certa genialità di disposizione, ed è peccato
che
per robustezza
l'antiche
non rivivano più che nelle carte.
In Riva stessa, nel 1220, stando al Pederzolli, era già fabbricata la civica
detta ancora Apponale. Originariamente era una delle torri - - la maggiore
tercalate nella cinta della città.
È
costrutta
di
grossa muraglia,
quadrangolari, a piramide tronca alla base, per più valida
GAKGNANO — CORTILE DELL EX CONVENTO
alloggiamenti pei soldati:
d'assedio. Nell'interno eranvi
mensole a peduccio, che servivano
vano
in più
Nel
nel
di
sosl sgno
alle
I
e
travi
a
torre,
—
in-
pietre
resistenza alle macchine
INI.
ì>
vi
e ai
veggono ancora le
piantiti chela divide-
si
ordini o piani.
1501).
cessata
la
veneta dominazione, l'Apponale
nese di guerra, e ridotta ad
pane
DEI FRANI
lavorata
di
sue forme
1.530; poi
dopo
altri
usi.
Fu
alzata di
ripetuti e sbagliati
fu
abbandonata
come
parecchi metri e munita
tentativi
di
di
ar-
cam-
rammodernamento, com-
piuta alla fine nell'odierna forma, che ne richiama l'origine bellica, ed è insieme or-
namento
della città.
Del periodo scaligero è il Palazzo Pretorio, erotto nel 137°, essendo Podestà
Giov. da Calaverna
massiccio fabbricato, sostenuto da loggia recentemente restaurata.
;
E
dello stesso periodo sono
nella Piazza
i
portici a pilastri di pietra viva
che prospettano
benacense, opera di Mastro Guglielmo degli Ari soni di Como.
il
lago
IL
.cipio
LAGO
GARDA
DI
93
-
Del dominio veneto è memoria nel Palazzo del
Provveditore
attuale Munìcominciato nel 1475, auspice il Provveditore
Francesco Trono, e nel Ba-
-
GARGNANO — CONVENTO
stione,
DEI FRANCESCANI
valida torre rotonda, costrutta nel 1508 per deliberazione del Consiglio gene-
rale della terra, presieduto dal
Podestà Marco Reniero, quando tutta Europa
lizzava contro Venezia nella lesra di Cambrai.
si
coa-
ITALIA ARTISTICA
94
col tempo la cinta esterna, non resta ora del Bastione che la torre
mozza anch'essa e cadente.
colo più tardi, quando l'arte architettonica cominciava la sua parabola discendente, sorgeva in Riva uno dei principali edifizi di cui ella oggi si vanti; voglio
centrale,
dire la chiesa dell'Inviolata.
Ebbe
principio nel 1603 con elemosine di fedeli, su disegno
di
architetto por-
CAMI'IOXE.
toghese venuto da Roma, di cui non
si
sa precisare
compiuta coi munificenti doni e legati della nobile
per parentele e aderenze a Venezia, a
illustre
La
chiesa appartiene all'ordine corinzio
quadrilungo aggiunto
che separa
pitelli
il
al
;
nome, e
Roma
fu poi continuata
e
Madruzzo, ricca e
dei
e a Vienna.
esternamente è
di
forma quadrata con
internamente è ottagonale. L'aitar maggiore
presbiterio dal coro, è sostenuto da colonne di
corinzii di bronzo,
metallo.
fianco orientale
:
il
famiglia
marmo
con basi e ca-
reggenti una trabeazione e frontispizio con ornati dello stesso-
ITALIA ARTISTICA
96
I
IV
I
MUSINE
—
ALTIIMAS'O.
Ais
(Fot.
Sugli altari laterali
attribuito al Reni.
il
I
sono buone tele del Palma
dipinti a olio sulle pareti
Lucchese, scolaro del Reni
gli
Reti
stucchi
;
di
;
le
sono
giovane
l'aitar
mag-
Bartolomeo Mangiavino di Salò, e appare
più antico della chiesa
evidente
quindi
che
;
è
fu
trasportato da altro luogo.
Pregevoli sono gli
stalli
del
in croce è
soprannominato
pitture della cupola sono di Teofilo Turri, aretino;
l'affresco del taber-
nacolo sopra
Cristo
di Pietro Ricchi,
Leonardo
giore, di
un
;
Natura, Gardone.)
et
TETVMVy
S EX TI
DVGIAVA
SAH AD IS
XOW^fCARI
QBKA?I>V\RC|V\I;
vano,
la
18 16
ai
1849.
tennero fino
città.
non lasci
Riva senza visitar prima le
due cascate del Varone e
Il
Nel 1807, soppressi
Gerolimini che la uffizia-
Sarca,
-,
forestiero
Ponale,
del
LAPIDE DEL CAMPANILE DI VOLTINO (TREMOSINE).
la
Conven-
Oggi dipende dal
Municipio della
coro, di noce, a intaglio.
i
Minori
che
tuali,
al
chiesa passò nel
,,
CietlO.
affluenti del
come sopra
si
è
IL
LAGO
DI
GARDA
97
Precipita la prima da un'altezza di più che 70 m. in una buia e profonda spaccatura del monte, e con terrificante fragore, scrosciando e spumeggiando, s'inabissa
nel fondo contro cui
minuta e
fitta
si
rompe,
riempiendo
il
breve
spazio che la
nebbia fosforescente e di una pioggia
di spruzzi.
rinserra
Resa
di
una
accessibile al
pubblico con opere di muratura e ponti sospesi, e illuminata ora con lampade elettriche, manda lampi e barbagli che turbano la vista e accecano, e forte commuo-
vono la
quando
fantasia, così
si
che a lungo ne resta l'impressione
nell'occhio e nel cervello
esce all'aperto.
Diversa è
la
cascata del Ponale; più libera, più ardita, più selvaggia. Corre da
prima come fiume, incassata
fra roccie,
con una pendenza
di
più che 100 m. al chi-
lometro, e salta di rupe in rupe schiamazzando e spumando; poi in vista del lago,
anelante di vita più riposata
lante vi
si
nella
conca azzurra
che
l'aspetta,
fremente
ed
ur-
precipita con salto disperato.
Dall'altra parte del lago,
Riva dal M. Brione
;
la foce del
che dal margine del lago,
anfiteatro, dividendo in
alle alture di
poco sotto
due parti
la fertile
si
Sarca, è Torbole,
separata da
spinge a settentrione a foggia di
pianura distesa dalle spalle
di
Riva
Arco.
LIMONE
—
PANORAMA.
(I^ot.
Unterveger, Trento).
fino
ITALIA ARTISTICA
98
celebrata per
le
sue trote e per
le
frutta e gli ortaggi,
vanta del più
si
Canevarù
antico Stabilimento di piscicoltura del lago, dovuto all'iniziativa del prete
pra Torbole è Nago, faniosa per
illustrate dal nostro
Dopo
Nago, comincia
la sella di
Baldo Trentino fino
Il
giganti,
dei
Bocca
alla
Monte Baldo, lunga 40 chilometri
il
Benaco a ponente distinta in
Baldo Veronese, di qui a San Vigilio.
catena
la
di
tra l'Adige a levante e
12,
Navene, e
di
;
versante orientale è ripido e scoglioso, ingombro di macigni, con scarsi boschi
e qualche prateria
;
meno
l'occidentale è
senza conforto
sentiero,
montagna
la
domestica
a dargli più
depo-
i
apparenza,
e
morbidezza.
in parecchi punti grazia e
Lasciata Torbole,
dove
rigido e melanconico, specie
morenici dell'antico ghiacciaio, servirono
siti
marmitte
colossali
Stoppani.
profonda da io a
circa,
vicine
le
di
si
drizza a picco sull'acqua, senza strada, senza
verzura. M. Altissimo
campeggia
fondamente verso lago da valloni profondi, che raccolgono
le acque piovane; sostenuto rigidamente, verso oriente, da
nel cielo, scavato pro-
e rigurgitano in torrenti
denomi-
un'irta scogliera
na' a Laste.
Poco sotto la V. dell' Acqua, l'aspra muraglia si ritira alquanto per poi aprirsi
una larga vallata, Bocca di Navene; una gran macchia del color di smeraldo che
in
ricrea l'occhio e l'animo intristiti, e
La
Ed
il
costa infatti
una
ecco, in
li
prepara a più ridente paesaggio.
va facendo gradatamente più
si
lieve rientranza, Malcesine,
lieta
;
in
e primo, sopra
qualche punto attraente.
una sporgenza
rocciosa,
non solanche per
pittoresco castello scaligero, visitato con interesse dal forestiero tedesco,
ma
tanto per la magnifica vista che sa di poter godere dall'alto torrione,
memoria
comica avventura toccata al Goethe la mattina del
quando, entratovi per cavarne uno schizzo, fu scambiato per una
della
Nell'attuale Palazzo Municipale della grossa borgata,
della Repubblica veneta
il
Capitano del lago, magistrato
13
settembre 1786,
spia.
abitava
fino
istituito dagli
alla
caduta
Scaligeri per
la vigilanza e sicurezza del Iago.
Boschi
di ulivi, sui
scogli
—
tinelle
avanzate veglianti
Passato
cedenti, di
tica,
il
monte,
primi gradini del
Isola dell'Olivo e Isola
alla
Sogno
—
fanno
ghirlanda
lontani dalla
paese
due
sembrano sen-
al
riva,
;
sua sicurezza.
villaggio di Cassone, ecco
nome Trimelone,
poco
un
altro scoglio di
poco maggiore dei pre-
somigliante a freccia neolitica, con resti di fabbrica an-
forse del castello che Silvan Cattaneo affermò esservi stato
un tempo, distrutto
già da' Tedeschi.
con
la
E
più a mezzodì,
le
casette variopinte in parata
cima
di
Assenza
e
M. Maggiore o Punta
Magugnano
sul
e Marniga, e Castelletto di Brenzone,
margine e sulle più basse pendici. Di dietro
del Telegrafo,
il
gigante (2200 m.)
del
versante
occidentale del Baldo.
A
Castelletto è chiesa a S. Zeno, giudicata la prima eretta sulla riva d'oriente,
forse nel VII secolo.
Biazza, Pai,
San Zeno, Albisano,
sul
dorso del monte, sotto l'ombra cupa
di an-
IL
nose foreste, ricevono ogni
LAGO
dì gli ultimi
lena dalla opposta Riviera fra
i
GARDA
DI
raggi del
sole,
99
che, tra nubi di
fiamma, ba-
gioghi di M. Covolo.
A' piedi di Albisano s'adagia Torri marmifera, di origine romana
Castro
Turrinm
già capoluogo della Gardesana, sede del Consiglio generale, privilegiata
dagli Scaligeri, favorita dai Veneziani, famosa per le inesauribili cave di pregiatis-
—
simo
,
marmo che
racchiude nelle viscere.
LIMONE
—
SERRE DI AGRUMI.
(Fot.
Torri ha castello, la cui costruzione, se dice
principio del secolo scorso,
tendente
alla
si
il
vero
la
Ars
et
lapide
Natura, Gardone).
ivi
rinvenuta sul
deve ad Antonio Scaligero nel 1383, essendo soprain-
fabbrica un Bonaventura Prendilacqua.
Dalle belle sue torri quadrate e merlate, splendenti
corre sul golfo di Salò, che
si
apre di fronte
come
fari sulla riva, la vista
nell'ora meridiana è un'orgia di
Ogni casa manda lampi e faville, ardono le cefiammeggiano le cuspidi dei templi, splendono le torri, e
colori nell'aria, nell'acqua, sulle rive.
draie aggrappate alle rupi,
;
dove
ITALIA ARTISTICA
IOO
una
i
perle
e di rubini
piove
e
si
spande riscintillando
sul
puro
zaffiro
del lago.
La punta
di
San
protegge
Vigilio finisce la catena del Baldo, e
KIVA
—
IL
GOLFO.
(Fot.
di
il
Ars
et
Natura, Gardone).
È
uno dei punti più meravigliosi della riva d'oriente, e ben mostrò di caveronese letterato Agostino Brenzone, che nel secolo XVI, su disegno
Garda.
pirlo
l'ampio golfo
una villa, per eccellenza di postura e semplicità di linee
una delle più ben riuscite del lago. Per intorno a lei, e sulla riva e
sul monte, si stendevano i giardini spaziosi, ornati di fontane, e abbelliti da statue
marmoree del veronese Campagna, con epigrammi, epitaffi e iscrizioni. Molto andò
del Sammicheli, vi eresse
architettoniche,
distrutto e disperso nei trambusti delle guerre napoleoniche
;
quel che
tavia sufficiente a ricordarne l'antica magnificenza e gentilezza.
resta è tut-
:^f ? «j^CS v'iì^l^
'.'.-'
•
RIVA
—
PANORAMA,
(Fot.
Ars
et Natura,
Gardone).
ITALIA ARTISTICA
102
Garda
là
sovra
in
lo
fondo solleva
ròcca sua fosca
la
specchio liquido,
cantando una saga d'antiche
e di regine barbare.
Così
il
cittadi
sepolte
»
Carducci nell'ode a Sirmione.
Garda dà
il
nome
al lago,
nome certamente
d'origine tedesca,
sostituito
all'ita-
CFot Sommer, Napoli).
lieo dolcissimo
Quando
Benaco.
ciò sia
avvenuto non
più antichi documenti
che
il
Stagnimi Gardae
Federico
diato,
né assoluto fu
andò
si
legga per
sul principio
nelle vecchie carte alternato
vento e restò.
può
dir
la
con certezza
;
apparisce, sono
prima volta nella
però che
è indubitato
di
tedeschi
storia di
;
anzi
i
pare
Ottone Frisingese,
Ma né immemutamento per qualche tempo il nome Benaco
col nuovo di Garda, finché questo prese il soprav-
imperatore, scritta verso la metà del
zio di
I
si
in cui la sostituzione
il
;
XII
secolo.
IL
Garda
pago romano
fu
piazza alberata che le
scafo
;
Persico
lo
:
dicono
lo
i
GARDA
DI
della
le lapidi
stende davanti, e
muri pagani
faron scavate mura
dicono
—
si
LAGO
le altre sul
Scaveaghe
dipinte e una
di
io-
sua
cattedrale
molo a
—
vicinissima, in cui
serraglia d'arco
e
della gran
approda
cui
secondo
marmo
di
piro-
il
Da
il
greco e
quadrelli e lambelli di acquedotto, indizi probabili di villa sontuosa.
E
i
così universale e irresistibile è la forza del bello in
ogni tempo e presso
tutti
popoli, ch'ivi stesso, molti secoli dopo, sull'area dell'antica, sorgeva la villa attuale
RIVA
—
IL
LAGO.
(Fot.
Ars
et
Natura, Gardone).
dei marchesi Carlotti di Verona.
Nel medio evo Garda fu celebre per
parsa.
Sorgeva
sul
monte che chiude
il
la
sua rocca, oggi completamente
oggi Rocca. Ivi fu prigioniera di Berengario
II la
regina Adelaide
Turisendi veronese, feudatario della Gardesana, sostenne
1158 contro
Lombardia
il
le milizie del
e d'Italia di
collo sotto
i
qua da
Roma
—
lo dice
il
;
ivi
lungo e fiero
Barbarossa, quando Garda, sola fra
piedi del formidabile
scom-
golfo a mezzodì, detto Fairo, poi S. Giorgio,
Muratori
Turisendo de
assedio nel
le città e fortezze di
—
ancora non piegava
Augusto, che potè averla soltanto nel 1162.
ITALIA ARTISTICA
104
dal
i
tempo
dei Franchi era stata staccata
dal territorio
veronese ed
Comitato autonomo, con particolare contado stendentesi dall'Adige
Muratori afferma che
1
con quello
tardi
A
Garda
fuorché
la
è
artistico
colà
degno
di visita
da parte del
forestiero,
dedicata a S. Maria, con tele del Palma e del Paglia;
;
a
cominciare
basso
dal
voltone
che come negra
-
ANTICA CARTA TOPOGRAFICA
(Gentilmente concessa per
bocca
si
spalanca
al
i
RIVA.
riproduzione dal sig. Vittorio Camelli, Cons. municipale di Riva;.
che corre parallela
al
lago,
e
manda
suoi vicoli angusti, traverso cui appaiono striscie lucenti di
zurri di cielo.
dette oscure
;
Quanta
storia in quelle vecchie case
;
verso
esso
ogni
acqua e lembi
quante memorie
az-
in quelle stra-
e che splendida vista dal lungo lago che unisce la parte bassa al Borgo,
E quanta poesia di paesaggio sulla via che sale alEremo, già dei Carmelitani, ora villa, sul colle giocondo che sta di fronte
Rocca !
più alto, più libero e aperto
l'antico
alla
1)1
jH
principio della terra entrandovi da Torri o da Costernano, fino
alla stretta e disagiata via
tanto
la
lago.
vale a dire città con giurisdizione più ristretta.
di Jiuìiciaria,
forse,
al
del 904 è ricordata col titolo di città, e più
nulla additano le guide che sia
Parrocchiale
eppure tutto
documento
in
!
IL
LAGO
DI
GARDA
105
'<
riva
V|
:
l'antica
ROCCA.
Dopo Garda,
ma
poggi e
dossi,
la
scena muta
:
non più l'ardua e negreggiante mole del Baldo,
ampi orizzonti e prati gioiosi e
e dolci declivi e spianate, e più
frutteti.
Bardolino, feconda di uve generose, s'adagia in un largo seno fra Punta Bottagisio a settentrione, e
Punta
delle
Fornaci a mezzodì.
Nei tempi
preistorici fu sta-
riva:
LA TORRE
APPONALE
'.
•-'
*f f
*
I
NELLE SUE
TRASFORMAZIONI.
ITALIA ARTISTICA
ioó
zione
la
romano
nel periodo
;
signoria scaligera
Romana
:efti
;
struttura conserva nelle
spazi frapposti fra
i
terra importante
poi di Venezia
vie,
;
;
nell'età
oggi emporio
principalmente
—
mezzo feudo
di
riva
della
notò
il
Da
dei
d'oriente.
Persico
casamenti, chiamati intere apedines. Reliquia
—
scaligera
mozza torre e un muraglione di cinta, già parti dell'antico castello. Dell'età
di tempi più prossimi
di mezzo è anche la chiesa di S. Severo, con qualche affresco
a noi, la cattedrale, disegnata dal Giullari di Verona, con ampia gradinata e prosono
la
;
pileo,
campeggiatiti sulla piazza principale.
KIVA
—
PALAZZO PRETOKIO.
A
Bardolino ebbe casa e morì Cesare Betteloni, che
Garda, con ingegno e animo squisitamente gentili.
amò
e
cantò
il
suo bel
Oltre Bardolino, verso mezzogiorno è Cisano, e in alto Affi, e poco avanti Cavajon, e sulla riva Lazise
;
antica e illustre terra questa, già centro commerciale im-
portantissimo della riviera veronese.
Anche
qui è castello, attribuito agli Scaligeri,
Vicario veneto
uscivano
;
oggi
villa.
L'ampio porto
poi tramutato
tutto intorno
in
murato, e
residenza del
l'arsenale
da
galere del lago a servizio di Venezia, sono attualmente interrati e
dotti a giardino; restano le muraglie merlate e una darsena spaziosa.
le
Frequentatissimo era
il
mercato del
lunedì,
a cui affluivano
cui
ri-
mercatanti da Ve-
LAGO
IL
GARDA
DI
107
rona, da Brescia, da Trento. Dell'antica opulenza toccò efficacemente fra Jodoco nel
suo Benacns
:
«
Lagis
opum
dives, navalis sechila custos
Et mercis locuples.
Sul limite estremo del lago, e tra
RIVA
—
i
>
primi
canali
del
Mincio,
ecco
la
romana
PALAZZO DEL PROVVEDITORE.
(Fot. Ars et Natura, Gardone).
Arilica
—
•
Peschiera
—
,
che nella lontanissima storia
si
annuncia come stazione prei-
storica.
Celebre
la
romana
lapide
—
ora nel
Museo Veronese
—
che parla
di
un Col-
legio di padroni di barca, possessore di beni, ereditati da generosi defunti, con ob-
bligo di pie cerimonie annuali.
uno anche qui ne erigevano, che
fortissima posizione, doveva diventare baluardo
Gli Scaligeri, infaticabili costruttori di castelli,
per essere
sulla soglia del. lago, in
ITALIA ARTISTICA
ioS
alle invai
lo
i
da qualsiasi parte venissero, fino ai nostri tempi. Dante giustamente
arnese da fronteggiar Bresciani e Bergamaschi. Marin Sa-
bello e forte
def
iopo averlo descritto e disegnato a suo modo, concludeva
de cadauno, più presto
di vardarla
che
far disegno di
Fortezza, judicio
e
:
combaterla essendo victuaria
dentro et non trattado, nullo mai poria haverla in potestate sua
».
Dell'antica poco resta; assai più invece delle fortificazioni aggiuntevi dai Veneziani,
KIVA
Oggi Peschiera ha perduto
mane sempre però degna
di
—
IL
BASTIONE.
fortunatamente
delle sorelle del
—
Garda per
ogni importanza militare;
nobiltà di
memorie
ri-
e cortesia
abitanti.
^
Pare che primi
i
—
«^
^
abitatori della regione del
Benaco siano
stati
Liguri a occidente; questi sospinti e sostituiti poi dagli Etruschi
i
Veneti a oriente,
risaliti
poi Mincio.
IL
LAGO
DI
GARDA
109
Qualche vestigio della civiltà veneta e etnisca rimane nella lingua e nella traed è probabile che primi gli Etruschi piantassero sulle liete pendici di
dizione
questi
;
colli
•Carducci,
la vite e
forse l'ulivo, e primi vi
da Desenzano, cantava
«
erigessero
sacelli
e
fortilizi.
Onde
il
:
Essi che queste
amene
rive tennero
Te, come noi, bel sole,
uri
O ti gittasser
Da le lacustri
o agili
belve
di
goderono,
umane un
palafitte,
fremito
PALAZZO DEGLI ABBONDI.
(Fot. Ars et Natura, Gardone).
Veneti a l'onda
Trepida
O
co
'1
e
le
cavalle dessero
fredda nel mattino roseo,
tirreno lituo segnassero
Nel mezzogiorno
le
pietrose acropoli.
Giove Aminone
Degli Etruschi rimasero materiali memorie nel
Benaco
e nella lapide bilingue di Voltino, di cui
All'urto formidabile dell'irruzione gallica del
pero etrusco non resse, e sulle sue rovine
statori,
vdel
i
Cenomani
;
lago disseminati.
si
si
»
di S.
Maria
di
disse a suo luogo.
VI
assisero
secolo
a.
C,
già tarlato im-
il
trionfalmente
i
nuovi conqui-
del cui dominio molti segni rimasero nei marmi per ogni terra
Ai Veneti rimase
la
sponda
orientale.
ITALIA ARTISTICA
no
questi e quelli
—
primi
conquistatrice di
Cenomani, secondi
i
i
Coi nuovi padroni, nuova vita e più intensa corse
1
—
KIVA
fama
i
nostri vini,
comode
vie
si
POKTA
che celebrati da
retici,
menti
villaggi
.e
le
rive del
d'allora
S.
i
Benaco.
L'agri-
ad
cominciarono
ac-
MICHELE.
Virgilio,
da
Plinio,
ebbero posto subito dopo
aprirono a facilitare
contatti e
i
il
da Marziale, sotto
falerno
;
nuove
commerci, e nuovi centri
monti, e allo sbocco delle
formando sulle rive, sui facili
cenomani s'ingrandirono e abbellirono
di ville,
di
popo-
valli,
di acquedotti, di
la
e più
e
i
monu-
d'altari.
Importantissima strada
zodì,
fin
I
lazione s'andarono
piccoli
caddero ben presto
i.fll
i
quistar
—
Roma.
coltura ebbe impulso e più razionale sviluppo, e
generica denominazione di
Veneti
—
via Gallica
—
da Brescia, rasentando
per Desenzano e Peschiera, proseguiva fino a Verona
:
il
a mezzo
lago a mez-
cammino
la
IL
mansione
di
Sirmione. Altra non
rallela all'Adige,
LAGO
GARDA
DI
meno importante
toccava Trento, e
ni
—
la
di là traverso le Alpi,
Claudia Augusta
fino
Damasia,
a
—
la
pa-
mo-
derna Ausburgo.
A
queste principali,
si
rannodavano
le
PORTA
di lastricati,
e ponti lo
Di tutte però
per cui
le
secondarie, e colonnette miliari
S.
MAECO.
provano a Salò, a Tremosine,
la più facile e più
frequentata era
in
il
Valtenese, a Torri e altrove.
lago stesso
mercanzie, dai più interni paesi dell'Alpi, scendevano
al
Di questo movimento parlano le lapidi di Peschiera, di Salò,
m3moria di corporazioni o collegi di nocchieri, padroni di barca
corporazioni che, a somiglianza di quelle dei
e avanzi
calderari,
vasellai,
via
;
Mincio e
di
naturale,
al
mare.
Riva, in cui è
e fabbri tignuari
orafi,
tintori,
;
giu14
ITALIA ARTISTICA
112
mentari, mercanti età, tutte di schietta origine romana,
ed emanavano leggi
avevano
statuti e
riti
propri
e ricevevano legati.
RIVA
—
FACCIATA DELLA CHIESA DELL'INVIOLATA.
Si vide già come non vi sia quasi
paese del lago dove non
cordi della religione, della storia e della
coltura romana.
si
siano trovati
ri-
IL
Il
LAGO
DI
GARDA
"3
cristianesimo, già largamente diffuso nell'impero nel
trionfante nel Concilio di Nìcea (325 d. C),
RIVA
—
CHIESA DELL'INVIOLATA
non trovò
—
III
secolo, e
pubblicamente
nella regione così pronto con-
ALTARE MAGGIORE.
senso e così numerosi aderenti come nelle vicine
Brescia e Verona.
ragioni, prima fra tutte l'avversione delle popolazioni rustiche a ogni
a quelle che invadono il campo del sentimento.
E
ciò per più
novità, specie
ITALIA ARTISTICA
ii4
1
a
mez
accogliere la buona novella,
serene più prossimi alla
con
tria
moltitudine, che da
RIVA
la via
—
Gallica, lambente
Fra
i
Roma
crede siano
e per
CHIESA DELL'INVIOLATA
il
si
e ad ogni
città,
—
stati gli abitanti delle rive
modo
Roma
sul finire del
IV
È
frequente contatto
passava incessantemente per
DECORAZIONI DEL SOFFITTO.
lago a mezzodì.
più antichi apostoli della regione, annoverano
scovo di Trento.
in più
incerta la
data della
secolo o sui primi del V,
posizione dei montanari, che
gli
fruttò
il
gli
storici
S. Vigilio, ve-
sua predicazione, avvenuta probabilmente
risultati, per la viva opcome incerti
martirio.
i
IL
LAGO
DI
GARDA
"5
Nel V secolo però, stabilitasi definitivamente la nuova religione nei centri più
incominciò l'ordinamento per plebi intorno ai templi del gentilesimo, occupati
da principio come si trovavano, poi lentamente trasformati in chiese plebane.
E questo, mentre l'impero, imbarbarito e scemato, finiva di rumare con la cagrossi,
RIVA
—
CHIESA DELL'INVIOLATA
—
STALLO DEL PRIORE NEL CORO.
duta d'Italia sotto Odoacre.
Ertili,
Goti,
Longobardi e Franchi passarono come torbida fiumana
devastandola e immiserendola.
sulla regione,
RIVA
—
STRADA DEL P3NALE.
fFot. Ars et Natura, Gnrdonc).
ITALIA ARTISTICA
u8
i
romana crollava e spariva, e le sue macerie prestavano lo spazio e i
monumenti nuovi dell'oppressione e della violenza. Le belle rive a poco
trasmutavano
ogni giogo, ogni vetta
in fortezze;
coronava
si
di torri e
di mura.
cristianesimo, protetto dai principi, regalato
Il
come
dai
cercato
ricchi,
solo conforto, copriva di monasteri, di santuari e di
dalle
plebi
chiese, sponde, colline e
per tutto intorno.
valli
Ogni chiesa, ogni convento fruiva
rendite,
laute
di
particolari
di
privilegi, di
larghissime proprietà e giurisdizioni, e dove queste finivano, s'insinuavano quelle dei
monasteri
limitrofi, specie di S.
con
chissimi,
Zeno veronese
e di
Onde gran
parte della regione, da
maggior parte
tinuò e affinò sotto
mezzo
diretta-
il
popolo minuto.
le libertà
comunali.
La
ebbe inizio allora. Fu un' epoca di rinnovamento
avanzamento economico, che lasciò solchi luminosi nelbeneficenza,
l'agricoltura, nell'industria, nell'edilizia, nella
in
Peschiera,
delle opere d' arte
di sapienti energie, di
civile,
muoveva
si
ric-
e feudale, nella cui cer-
Benaco con
vita vera, operosa, feconda cominciò sul
a
e
ecclesiastico
chia, limitatamente al beneplacito dei dominanti,
ambedue
bresciano,
di caccia e di raccolti.
Riva a Desenzano
mente o indirettamente soggiaceva a dominio
La
Leno
vistosi poderi sul lago e diritti di pesca,
i
nell'educazione, e
si
reggimenti dogli Scaligeri, dei Visconti, dei Veneziani,
alle lotte politiche,
alle
turbolenze, alle sventure, che pur troppo non
con-
anche
man-
carono.
Le prime assemblee popolari
stelli.
si
tennero nelle piazze davanti
Statuti,
semplici e brevi da principio, poi
la necessità dei
secondo
tempi,
il
di
le
scaturivano, vennero
Dalle discussioni e deliberazioni che ne
mano
mano
in
crescere dei bisogni,
il
chiese e
i
ca-
formandosi
gli
più completi e perfetti,
moltiplicarsi
dei contatti,
l'estendersi delle cognizioni.
comuni seppero conseropponevano
principi, che ben
Gelosi della conquistata indipendenza amministrativa,
varla intatta nei vari tramutamenti politici
;
né
vi
si
i
i
sapevano come soltanto a questo patto avrebbero tenuto tranquillo il dominio.
Così noi vediamo nel 1385 la Riviera d'occidente ottenere da Gian Galeazzo
Visconti d'esser considerata come in passato università per se, e il duca non trovar
nulla a ridire
in
<
Placet nobis quod tota Riperia
quibus solita est stare temporibus retroactis
sit
et
regetur
in
ilio
statu et gradii,
».
Riviera era composta di 33 terre, da Tremosine
a Rivoltella e a Pozzolengo, ciascuna con propri Statati criminali e civili, coordinati
In quel
—
s'intende
tempo
—
Parimenti
la
Comunità
di
con quelli dell'intera Comunità, sotto pena
i
comuni
detta Gardesana-,
i
cui
di annullamento e multa.
sponda
orientale
erano
ordinati
a guisa di federazione
della
Statuti il Visconti approvava nell'assumerne il dominio.
Capoluogo della Riviera occidentale era Maderno fino al 1377, poi Salò, come
si disse
quindi rivalità fra
due paesi, risolte definitivamente nel 1386 con la supremazia di Salò dove nell'anno stesso si fissava il Podestà, con titolo di Capitano
i
;
;
e
Rettore della Riviera del lago di
solenne di Provveditore
Il
Podestà era
ibili,
ili
Salò
e
Garda
Valteuese,
Capitano della Rivit
assistito nell'esercizio del
Collaterali e Berrovieri.
e
cambiato poscia
in
quello più
ia. sotto la signoria di Venezia.
suo ministero da Vicari. Notari,
Connesta-
òfc'rì?*
RIVA
-
STRADA DEL PONALE.
(Fot. G. Xcgri, B.eic:a)
RIVA
—
CASCATE DEL PONALE.
(Fot. Untervegcr, Trento).
ITALIA ARTISTICA
l22
Gardesana era Torri, in cui si adunava il Consiglio generale,
sidenza di un magistrato dipendente dai Rettori di Verona,
iera e Riva, separate amministrativamente dalle due Riviere, avevano
na un Provveditore Malcesine, un Capitano del lago; Lazise, un Vicario.
Questi Statuti e ordinamenti, salvo lievi modificazioni, durarono fino alla caduta
Iella
;
Repubblica veneta, sotto
della
—
—
fuorché Riva
cui governo, dal 1426, restò quasi ininterrottamente
il
tutta la regione.
Dall'esame dei principali monumenti che
i
come
più operoso, e più nobile,
un poco
nare, perchè entrano
il
movimento
sotto la signoria di Venezia.
ma
perch'essa durò più a lungo,
domini lasciarono
vari
i
nessun tempo,
paesi, è facile riconoscere che, in
anche per
E
che
altre ragioni
nella psicologia di quel popolo
in
quasi tutti
edilizio fu più vasto,
questo, non soltanto
non
e
esami-
inutile
è
momento
quel
di
storico così importante.
E
per dir
modellavano
i
—
Salò specialmente
di
—
minori
si
osservi
centro
come
importanti
più
i
della
principale
parte maggiore del fabbricato attuale, rimonti all'epoca di
Riviera,
su
quasi
edifici,
e
cui
discorre
si
cui
si
direi la
indizio
;
sicuro di una potenzialità economica
veramente eccezionale.
So non che all'attento osservatore non sfugge che in tutto quell'agitarsi della
piccola capitale, appare uno studio, e quasi uno sforzo di emulare in qualche modo
la capitale grande da cui dipendeva
studio, e sforzo, che non si possono considerare soltanto come conseguenza del gusto artistico allora dominante.
;
Venezia esercitava
—
mente, per
con cui sapeva conquistarne
mezzo
l'abilità,
non solamente per
sui soggetti un'influenza decisa,
sua creduta da essi
com'era
in
verità
—
grandissima
ma
;
anche,
la
e
potenza
principal-
l'animo, sia direttamente,
sia
per
dei magistrati che delegava a rappresentarla, scegliendoli, per ciascuna terra,
con rara perspicacia,
tra
più idonei del suo patriziato.
i
Ond'è che la sua politica, la sua arte, la sua letteratura,
spirito in una parola, penetravano sottilmente, incessantemente
nei rustici, perchè più semplici, più isolati, e
meno
i
suoi costumi,
il
suo
ne' suoi domini, e più
per ciò a estranee infram-
facili
mettenze.
Salò e
figlia
la
Riviera, che ostentavano
prediletta di Venezia,
nante ogni forma
lei
di
i
titoli
non suddite quindi,
vita pubblica e privata; e
pomposi
ma
di
Magnifica Patria, e alma
copiavano dalla domi-
alleate,
come
nei
secoli migliori
stimolo potente alle naturali energie, così nel periodo della decadenza
rono, pur troppo,
i
vizi
e
i
quali abborriva,
ne imita-
difetti.
Fin da quando Venezia avea posto l'occhio sulla Terraferma,
fra Brescia, verso cui
ebbero da
serbava rancore
aveva mostrato
per
antichissime
la
Riviera, stretta
offese, e gli Scaligeri,
dai
Repubblica tutta la sua simpatia, e nel 1335
le mandava ambasciatori per invitarla ad accordarle la sua protezione. Venezia, che
misurava tutti
vantaggi che avrebbe potuto ricavare dalla bella regione, e capiva
il grande aiuto
che dalle simpatie rivierasche le poteva venire nell'attuazione de'
alla
i
suoi disegni, accoglieva l'istanza, e nel
Barbaro
patrizio.
1336
mandava
a
Salò
come Podestà Nicolò
ITALIA ARTISTICA
124
ve guerre tra Scaligeri e Visconti, e
erenti nella Riviera che
le arti di
quest'ultimi per gua-
ambivano, mutarono alquanto
ìel 1349 l'invio dei veneti Podestà, sostituiti
gli
da quell'anno
animi e interin
avanti dai
viscontei.
Venezia, maestra nell'arte
mutamento
;
ma
difficile
dell'aspettare,
del lago, con la rovina degli Scaligeri, ricominciò
contro
i
non mostrò
La
accorgersi del
i
maneggi,
quale, a ingraziarsela, le
conferma de' suoi
che,
dopo
(Fot.
Ars
Natura, Gardone).
et
mandava solenne ambasceria per
richiederla della
diritti.
Tignale sola fra
le
terre del lago
si
oppose, raccogliendo nella sua rocca
;
ma
dopo pochi mesi di resistenza
L'acquisto della Riviera non
finì
il
tigiani viscontei e
fiera lotta
1426 all'occupazione definitiva della Riviera ago-
Visconti, la condussero nel
TORBOLE.
guata.
di
impadronitasi finalmente nel 1405 di Verona e della riva orientale
i
malcontenti
i
par-
si
arrese a ono-
i
Visconti, che
revoli patti.
conflitto tra la
anzi lo inasprì, e tutti la regione fu per parecchi
combattenti intorno a Brescia assediata.
gnola,
il
Piccinino,
il
Gattamelata,
lo
I
Repubblica e
anni
desolata
dalle
più illustri capitani del tempo,
Sforza vi presero parte.
soldatesche
il
Carma-
LAGO
IL
Romanzesco
•stato dai
non
episodio, e direi
maggiori
storici
GARDA
DI
credibile,
contemporanei,
si
se
I25
non
svolgeva
concordemente
fosse
sul lago
durante
il
atte,
memorabile
•assedio.
Brescia, stretta dalie armi viscontee, afflitta dalla pestilenza, stremata dalla fame,
resisteva tuttavia aspettando fiduciosa soccorsi.
tovaglie era quella del lago;
Unica via da cui potesse sperar vetVenezia era senza flotta, mentre ne aveva il ne-
ma
mico che sorvegliava ogni passo. Mandarne pel Mincio, impossibile, per la buona
guardia del Gonzaga, alleato dei Visconti.
Nella grave distretta, un Nicolò Sorbolo e un Biasio de Arboribus, da alcuni
MALCESINE
IL
CASTELLO.
(Fot. Negri, Brescia).
detto Nicolò Caravilla, idearono di calar un'armatetta nel lago, facendola risalire per
l'Adige
Mori
;
fin
a traverso
fu
presso
al
San Marco
villaggio di
poi sul laghetto di Loppio
il
compiuta
25 copaui
—
;
trentino
;
di
per
quivi,
terra,
fino a
poi per terra di nuovo fino a Nago, e finalmente,
Baldo, psr Torbole, nel lago. L'ardita impresa, com'era stata proposta,
in
tre
mesi. Per
cadauna galera
vennero impiegati, stando
saissimi guastatori marinai
e ingegneri.
al
—
erano
3
grosse, due
Sanuto, centoventi paia
Dalla
cima del Baldo,
le
di
piccole e
buoi, con as-
navi legate con
funi e sostenute da solidissimi argani, furono fatte scivolare lentamente giù per la
china fino a Torbole, e poscia nel lago. L'impresa costò alla Repubblica più di 15000
ducati.
2
IL
LAGO
GARDA
DI
127
Brescia liberata, ebbe da Venezia larghi privilegi, tra cui
ambitissimo, la giuluoghi del distretto, diocesi e territorio suo, compresa la Riviera, costretta per questo a ricevere Podestà bresciano. I Rivieraschi protestarono
risdizione sopra tutti
i
e respinsero con la forza
suasi poi a riceverlo (144
toglier
di
motivo a
il
1),
primo che le
non cessarono
;
—
—
IL
PORTO.
stici
la
(Fot. Negri, Brescia)
fu ristretta alle cause civili.
che all'aura dei tempi nuovi,
la
del feudo, andava digrossandosi e acquistando
ritto,
turba dei
di frutti peregrini,
che
le
villani,
legata alla gleba
sentimento e dignità del proprio
coltura delle terre migliorava, e alle selve paurose
campi pieni
col titolo
la
MALCESINE
Man mano
Francesco Bona. Per-
certo
insistenze al Senato; che alla fine, per
Comunità a passargli un annuale onorario
L'autorità del magistrato bresciano
sempre
obbligata
di 250 scudi d'oro, oltre l'abitazione.
—
le
destinò a reggere la Riviera un nobile veneto
disordini,
Provveditore e Capitano
col titolo di Podestà
presentò,
si
si
sostituivano
i
di-
dome-
riprese comunicazioni portavano dai più
lontani paesi.
La
vasta
Lugana
e Mantova, già
—
dal latino Incus
fitta boscaglia,
— stesa fra Desenzano, Peschiera,
ricetto di cinghiali e di
cervi,
Valeggio
scompariva a poco a
ITALIA ARTISTICA
128
scure del contadino e
dove più tardi
:,
loro possessioni e
i
i
si
cambiava
colti
campi e si copriva di casetenevano le più pingui
traffici,
più deliziosi ritrovi.
nella Valtenese, a Bardolino, a
i
in
Salodiani, arricchiti ne'
Garda, e nella Riviera
alta,
a Tignale e a
si piantaprosciugavano e dissodavano
vano vitigni, ulivi e frutti al posto delle quercie e dei rovi si aprivano strade si
alzavano case, e nuova vita operosa e civile succedeva alla solitudine e alla rozzezza,
Tremosine,
arginavano torrenti,
si
terre,
si
;
;
di
prima.
MALCESIXE
S'è detto
come
—
PANORAMA.
la tradizione attribuisca ai
zione degli agrumi nella regione
;
(Fot. Negri, Brescia).
Francescani
di
Gargnano
certo è che sul principio del secolo
vazione del prezioso frutto era già assai diffusa sul lago, poiché
XV
l'introdula colti-
tutti gli scrittori del
tempo ne parlano.
Il
infiniti
Sanuto diceva
2».
di
Sorsero allora
Limone a
benacensi, da
lastri
che
e sui
colli,
le
Maderno
le
«
qui è zardini de cedri, naranzari et
serre colossali, che
Salò,
dove
la coltura
danno
così singolare aspetto alle rive
era più intensa. Gli
sorreggono, somiglianti a ceri giganteschi, s'adergono
s'addossano alle roccie,
brevi terrazze,
si
addentrano nelle
si
succedono
valli
in
pomi damo
alti
e bianchi pi-
allineati sugli orli
più ordini, a guisa di scalee, sulle
e nelle gole,
culminano
sulle
vette
;
serri-
LAGO
IL
DI
GARDA
129
brano scheletri enormi di immani castelli, aspettanti le mura, le torri, le guglie che
riempiano e li coronino. Nei giorni di sole, nella luce radiosa dei tramonti, sfolgorano dalle chiuse vetrate saette d'oro e di fuoco nei giorni di nebbia e di pioggia,
assumono forme fantastiche, tristamente vaganti fra le scialbe luci dell'aria e i livili
;
dori dell'acqua.
Con
l'agricoltura rinascente s'accoppiava l'industria,
dovunque
le
braccia fossero
troppe pel lavoro dei campi.
TORRI DEL BENACO
Ferrara
—
IL
CASTELLO.
Monte Baldo,
fin dall'epoca romana, dava il ferro necessario alla
Tremosine lo estraeva, gli prestava il primo lavoro, poi lo
calava a Campione, dove riceveva finimento e pulitura, ed era messo in commercio.
Fucine erano in Gardone Riviera e nella valle del Toscolano, segnatamente per
guerra e
alla
di
pace
;
fabbrica di strumenti agricoli e chiodi.
A
Toscolano stesso,
secolo
fin dal
putata per la bontà dell'impasto,
vante, in Germania e per tutta
la
XIV,
fioriva l'industria della carta, assai re-
consistenza e la tinta
Europa
;
;
largamente diffusa
preferita a quella di
L'industria della lana prosperava fin dal
XII secolo
tetta e favorita dagli Statuti generali e locali.
sulla
in
Le-
Padova e di Treviso.
sponda veronese, pro-
ITALIA ARTISTICA
3o
i
In Salò e nella Riviera
dove
nezia,
Il
si
no
3
filava,
si
lavorava
che nell'XI secolo viaggiava a Ve-
refe,
il
tenevano dai mercatanti fondachi
si
ritirava
si
magazzini
e
di deposito e di vendita.
greggio dal Bresciano, dal Cremasco,
Cremonese, e qui
dal
torceva, s'innaspava e s'imbiancava, prestandosi mirabilmente a quest'ul-
si
tima operazione
la
spiaggia ghiaiosa, che. sotto
il
nome
va da Salò
di Cure,
fin
quasi
a Gardone.
È
XVI
fama che
nella sola industria del refe
s'
impiegassero
Riviera
in
secolo
nel
più di diecimila persone.
A
Salò, a Barbarano, a Gardone,
a
Caccavero
canape a Riva, a Salò, a Desenzano,
Levante per tutta la regione, la
le
pelli,
;
e di
;
Non erano
corsi
13
che
lavoravano tele
di
lino e di
ritiravano crude di
Germania
si
si
seta.
anni da che in Italia era uscito
—
il
primo
stampa,
a
libro
—
in quel di Toscolano
licenziavano una loro operetta
che già i torchi di Messaga
« Donatus prò puerulis. Impressus in Messaga, lacus Benaci, anno MCCCCLXXXVIII.
>
nome
senza
di editore. Il quale,
il
—
nome
al
di
avesse
Messaga
ivi
Mauro
secondo
Treviso, stampatore in Toscolano
;
doveva
Boni,
anzi che di Toscolano
;
Gabriele
essere
imprimere nel
cui era piaciuto per bizzarria
o perchè veramente
—
-
come
di
libro
credo
io
primi suoi torchi. Dello stesso Gabriele sono altre stampe, dal 1479
i
ormai rarissime.
14 So,
Nel 1489 Bartolomeo Zanni stampava a Portese
gli
Statuti
criminali
e
civili
della Riviera.
Più celebre
da quest'anno
porti
Paganino de Paganinis ebbe tipografia in Salò nel 15 17, e
1533 in Toscolano col fratello Alessandro. Col quale ebbe rap-
di tutti,
fino al
frate poeta Merlin Cocai per la
il
stampa
delle sue Maccheroniche.
Riva cominciò ad aver stamperie nel 1558 per merito degli Ebrei, che fin dal
XII secolo vi avevano fissato dimora occupandosi di traffici e di prestiti. Sotto la
direzione di Jacopo Marcaria, impressero
essi,
dal
1558
al
trentaquattro
1562,
edi-
zioni di testi ebraici, lodatissime dai conoscitori.
Non
v'è dubbio
che
al
nascere e progredire dell'arte tipografica
assai contribuì l'industria della carta, già antica al
tempo
della meravigliosa invenzione;
certo è parò che sola non sarebbe bastata, se già gli abitanti
l'attitudine spirituale, e la necessaria
nella regione,
non avessero
preparazione ad accoglierla.
La
zione veniva dalle scuole, fiorenti qui senza dubbio da antico tempo, sebbene
chino
le
prove materiali a dimostrarlo; da poi che, senz'esse,
gare quel largo movimento civile notato fin ora.
Il primo accenno a scuole, per quel ch'io so,
Salò del 1396,
anni
in su,
al
179,
si
dove prescrivendosi
tempo che frequentavano
la scuola.
sarebbe
manspie-
legge negli Statuti viscontei di
ai
l'obbligo della guardia diurna e notturna ai
scolari per quel
che
capitolo
difficile
avuto
qual prepara-
terrieri
fortilizi,
e
ai
forensi, dai
14
se ne eccettuano gli
L'età degli esonerati fa credere
come oggi si direbbe secondaria.
Negli Statuti di Polpenazze del 1454, cap. 142, la stessa dispensa è accordata
a scolari e maestri. Parimenti notizie di maestri pubblici si trovano in documenti del
si
trattasse di scuola,
1491 e 1501,
Dopo
riferiti
secolo
a
San Felice
XV
di Scovolo.
notizie spesseggiano, di Salò principalmente
dove, oltre
a scuole frequentate anche da forestieri, troviamo Collegio di Notari, istituitovi il 22
il
le
;
IL
gennaio 1546, e Collegio
detta Unanime, fondatavi
gnia
secolo
ad alcuni
XV,
DI
GARDA
di
il
scrittori
che ne ricordano una più antica
— la Concorde — nel
fusa più tardi con l'Unanime.
Dello studio teologico aperto nell'Isola dal P. Lecheto
Insieme con
gli studi
quanto pareva che
e
131
avvocati (1551), e finalmente un'Accademia letteraria
20 maggio 1564 da Giuseppe Milio Voltolina, in compadiciotto giovani amanti delle lettere; non forse la prima, se deve pre-
di altri
starsi fede
LAGO
il
si
è già parlato più sopra.
fiorivano opere di beneficenza, tanto più meravigliose, in
tempo
in cui si
esplicavano non potesse favorire che l'egoismo
la violenza.
PUNTA
XIV
Fino dal secolo
asili,
lazzaretti,
DI
S.
VIGILIO.
noi troviamo in quasi tutte le terre della regione ospedali,
gratuite distribuzioni di pane, dotazioni di donzelle povere, borse di
studio, istituti di beneficenza, e altre forme, bizzarre talvolta,
ma
tose di pubblica
paesi
assistenza. Si distinguono,
com'è naturale,
i
utili
sempre
più
e pie-
grossi,
ma
nessuno manca nella nobile gara del bene,
eh' è luce e conforto, e anello di congiun-
zione fra
i
Il
i
ricchi e
governo
di
i
felici
e
i
diseredati e
Venezia nella regione non
sofferenti.
fu così facile e
tranquillo,
come può
ITALIA ARTISTICA
134
GARDA
—
per avventura sembrare considerando
CHIESA PAKROCCHIALE.
il
modo dell'acquisto, avvenuto col consenso
come
Rivieraschi usavano dire e scrivere.
quasi universale, e per spontanea dedizione,
Troppi erano
i
diritti,
i
privilegi,
le
i
consuetudini, le
eccezioni,
serie di secoli e di dominatori s'erano raccolti e affermati
lago
delle
;
troppe
le differenze d'indole,
due sponde
pur tanto
;
troppe
le
gelosie
vicini l'uno all'altro.
poco maneggevoli, non
si
e,
convien
sentivano disposti a
dirlo,
i
per
diverse
lunga
terre
del
raggruppate nel breve giro
di gusti, d'interessi,
Senza dire che
nelle
che
gli
odii,
Benacensi
in
che separavano paesi
generale, per natura
sacrificare a chicchessia
neppure
la
più piccola parte di quei
diritti, che non senza lotta e sacrifici s'erano conquistati.
governo veneziano sul Garda, rigido e intero nell'apparenza, fu spesso,
su alcuni argomenti, una strana mescolanza di condiscendenze, di transazioni, di accomodamenti, di severità fittizia, di sottintesi coi quali e pei quali però riuscì a
Per
ciò
il
;
reggersi per tanto
tempo senza gravi
scosse,
e a lasciar di sé
vestigia
profonde e
cara e duratura memoria.
Frequenti, e qualche volta gravi, erano le contestazioni e i reclami pei diritti
pesca fra paese e paese, tra
pescatori e i signori privilegiati, e più tra la sponda
veronese e la bresciana. Né meno frequenti e gravi
quelli per
come s'è detto
il
mercato di Desenzano, per le gelosie delle terre e città vicine, che insistevano
presso la Repubblica perchè lo togliesse, o lo limitasse senza riflettere che era la
di
i
—
—
;
LAGO
IL
DI
GARDA
i35
stessa posizione del luogo che lo favoriva, e che la soppressione
a danno
Alla sua volta Desenzano, invidioso della supremazia
un'agitazione separatista fra i comuni della Riviera bassa
sedata presto in apparenza pei buoni
di
uffici
come minaccia con
risorgendo ogni tanto
Venezia,
buon senso dei
litiganti finirono
Pasquale Cicogna, che
Non mancarono
gli
V
che
ma
1532
questione grossa che fu
ebbe strascico doloroso,
che nel 1589 misero
senno della Repubblica e
Il
—
dava un colpo al cerchio e uno alla botte.
dominante nel 1568, quando Desenzano, per gl'in-
solito
impicci alla
tolare della parrocchia
Pio
more
;
Terzi, fu colpita
desenzanese, e per sfuggir
le
d' interdetto.
noie del suo
Il
Lana era
ti-
ministero, senza
vantaggi, indettatosi con l'abate di S. Salvatore di Brescia, otteneva da
i
la
sua chiesa fosse aggregata a quel monastero,
corrispondeva l'annua
somma
400 ducati.
di
Da
quale
il
ciò l'ira
dei
loro opposizione, e quindi la scomunica, durata fino al 1572, alla
Egualmente ebbe noie quando
Salò, per offerta
Paride di Lodrone, e con l'appoggio
vescovile, e
iniziava nel
doloroso contrasto nel 1590, con una ducale di
il
Aleandro Lana de
trighi canonici di
rinunziarne
—
di Salò,
ricorsi e insistenze,
a grave repentaglio l'unità amministrativa della Riviera.
il
sarebbe ridondata
di tutti.
con
la
rivieraschi, istigati
di S.
compenso
in
Desenzanesi e
morte cioè
avutane dal conte
di
la
Pio V.
Sebastiano
Carlo Borromeo, brigò per diventar sede
Riviera diocesi separata da Brescia.
colatamente da Brescia, fece abortire
La
le
resistenza
dei
Comuni
pratiche, rinfocolando ire
e rancori.
La
coalizione di
Cambrai fece perdere
alla
bardolin;
Repubblica,
Rovereto e Riva
coi
ITALIA ARTISTICA
u6
vicariati di
Arco, Brentonico e Mori, e
terre di
le
Torbole e Nago; tutta quindi
la
parte oggi compresa nel Trentino, che non riebbe più.
Grave
taglia
l'imperatore
e
pericolo corse di perdere
dAgnaclello
cugino
di
la
:
—
14
maggio
prima infeudata
al
anche
—
1,509
,
le
occupate, dopo la bat-
due Riviere,
l'occidentale dai Francesi, l'orientale dal-
cardinale Giorgio d'Amboise, arcivescovo di
Luigi XII di Francia. Peschiera sola, presidiata da 400 fanti,
ai
Roano
comandi
Antonio Buono, Provveditore, e di Andrea da Riva, Castellano, resistette eroicamente per lasciar tempo all'esercito veneziano di riordinarsi ma al furioso assalto
degli Svizzeri e dei Guasconi, dovette cedere, e vedere la guarnigione fatta a pezzi,
di
:
Mm&.^
LAZISE
—
PANORAMA.
(Fot. Unterveger, Trento).
Provveditore tratto prigione, e
il
Riva impiccato ai merli della rocca.
d'Amboise prendeva possesso del feudo (1 giugno 1509) e con solenne
accompagnamento di prelati e di gentiluomini assisteva in Salò alla processione del
il
Intanto
il
Corpus Domini.
I Rivieraschi, che per vero nulla
avevano fatto per difendersi, ma anzi con
messi e doni avevano cercato d'entrar nella grazia del nuovo padrone, quando videro
per ordine di
lui
abbattuti
i
loro castelli e sequestrate le armi, e s'accorsero dell'a-
renarsi dei loro commerci, capirono
scossa.
E
il
triste
tanto più volentieri, in quanto
cambio avvenuto e pensarono
le rivalità
scoppiate tra
i
alla ri-
collegati e l'eroica
LAGO
IL
resistenza di Treviso, e
nimo del Pontefice, e
il
riacquisto di
l'abilità
del
GARDA
DI
Padova
137
Vicenza, e
e di
Senato e dei dirigenti
la
il
mutamento
d'a-
guerra, preludevano a un
prossimo miglioramento.
Anima
nuovo adoperarsi
un Francesco Calsone
e amantissimo della
patria. Il coraggio e la fede di lui trionfarono d'ogni ostacolo, tal che il 18 maggio
15 16, il vessillo di San Marco tornò a sventolare sulle antenne dei comuni di Riviera.
Le terre della riva d'oriente furono restituite a Venezia 1' anno dopo, in virtù
di Salò,
e braccio del
dei Rivieraschi, fu
Connestabile nell'esercito veneziano,
Noyon
dei trattati di
e di Bruxelles (gennaio
LAZISE
Semplice
rude e laboriosa fu
—
uomo
valoroso
15 17).
DARSENA DEI VENEZIANI.
la vita dei
primi Benacensi.
e maneschi, amantissimi
Gagliardi di membra, fieri
cupazioni principali la pesca, i campi,
caccia,
il
gioco, le
scampagnate
le
officine,
nei giorni di
i
festa,
di libertà,
traffici;
furono loro oc-
passatempi
frequentissimi
prediletti, la
allora,
sebbene
limitati dagli Statuti.
Celebri
a Salò;
„
e di S. Rocco
sponda occidentale, erano le sagre di S. Bartolomeo
Maderno; di S. Giorgio a ToSeverino a Manerba; di S. Erculiano a
sulla
di S.
scolano; della
Madonna
a Tignale.
17
ITALIA ARTISTICA
138
Sulla sponda opposta, quelle di S.
della
Madonna a Garda
Alcune
S.Andrea
;
Anna
a Malcesine; di S. Martino
a Lazise;
S. Sebastiano a Castelletto.
di
delle più solenni erano regolate
da
come
speciali disposizioni,
quelle di
1300, e quella di
e dei Sette Fratelli a Riva, ricordate negli Statuti del
Lorenzo nell' Isola alla qual ultima, per deogni anno intervenire in forma uffiveneziano,
doveva
Senato
del
creto del 1445
S. Erculiano a Maderno, e
ciale
il
l'altra
eli
S.
;
Provveditore di Salò.
Qualche volta
chiasso e
il
i
tripudi originavano
disordini, e
lora a levar lamenti e querele pei balli ed altre disonestà
che
frati dell'Isola al-
i
vi
commettevano,
si
sotto pretesto di religione.
LAZISE
La passione
il
tenevano
—
d'essi,
in cui
Antonio Scaino
oggi, edito a Venezia nel
i
primo posto
—
la
di
Salò, fu
il
lotta,
la corsa,
contro montoni e
erano valentissimi
biarlo in arte nel suo prezioso
Fra
il
specie di giostra
giuoco della palla,
uno
AVANZI DELL'ANTICO CASTELLO.
del giuoco era generale, in parte repressa dagli Statuti.
di forza e di agilità,
piedi e a cavallo
—
i
vitelli
ma
;
Benacensi delle due
primo a fissarne
Trattato del giuoco
regole
della palla,
Fra
i
giuochi
combattimenti a
i
e
specialmente
rive, tanto
norme
e a
cercatissimo
che
cam-
anche
1555, coi tipi di Gabriel Giolitto de' Ferrari et fratelli.
giuochi sedentari, prediletti erano quelli dei dadi e della biscazza e della
regineta, contro cui
l'anno, senza
fulminavano
pensare che
magistrati, limitandone l'uso
i
la limitazione
Col crescere dell'agiatezza e
il
era
lo
a
pochi giorni del-
spiraglio aperto all'abuso.
raffinarsi dei gusti,
nuove
abitudini
entravano
LAGO
IL
DI
GARDA
141
ma dandole in compenso
forme più garbate e civili.
La presenza dei Provveditori, dei Vicari, dei Capitani, patrizi fra più ricchi e
colti, cooperava a questo mutamento,
perchè era inevitabile che la loro signorile
eleganza dovesse, nei centri più grossi, trovar imitatori e seguaci nei più facoltosi.
nella regione, togliendole assai della semplicità primitiva,
i
Spesso
quali
gli
stessi magistrati
erano
gl'iniziatori delle feste e delle
non mancava quella magnificenza che
salodiana, concerti, cantate,
balli e
banchetti
;
recitazioni;
PESCHIERA
scherate, ed
altri
nei
palazzi
sul lago, regate e luminarie
trattenimenti;
ai
—
IL
adunanze
;
alle
luogo consentiva. Così nell'Accademia
il
;
dei
nelle
Provveditori,
piazze, giostre,
ricevimenti,
musiche, ma-
MINCIO.
quali la moltitudine
prendeva parte a suo modo,
abituandosi, senza accorgersene, a una vita più complessa, più varia e più amabile
e di conseguenza più dispendiosa.
Memorabile una
giostra,
di spesa magnifica
et
d'inventione,
secondo
il
Gratarolo,
marchese Alessandro Sforza Pallavicino veniva eletto principe
dell'Accademia Unanime. Memorabili le regate del 17 aprile 1548 per l'ingresso in
Salò del Provveditore Giulio Donato (da non confondersi con l' altro dello stesso
nome, ricordato più sopra); e le feste del 1582 per la visita in Riviera di Maria
d'Austria con seguito di principi e di cortigiani, e quelle in onore del nob. Nicolò
Madruzzi, del cardinale di Augusta e del duca di Mantova, ospiti del Provveditore
Gabriele Emo uno dei magistrati più splendidi ch'abbia avuto la Riviera.
nell'occasione che
;
il
ITALIA ARTISTICA
142
La vita eroica di Venezia finisce con la guerra di Candia (1644-1669); un torpore mortale la invase e l'occupò tutta dopo quell'ultimo generosissimo sforzo.
Gli avvenimenti che succedettero e misero a soqquadro Italia e mezza Europa,
non ebbero virtù di scuotere la vecchia Repubblica, spettatrice indifferente sempre,
anche quando, come nella guerra per la successione di Spagna, toccò a lei di farne
in
gran parte
ligeranti, e
Se
spese, per essere
le
per ciò tra
in quella
baraonda
dovuto, non tanto forse,
suoi domini del lago sulla via degli eserciti bel-
i
più esposti e malmenati.
i
di guerre,
come
si
il
suo territorio
disse, alla
di
devozione e
terraferma restò intatto, è
all'affetto
dei
sudditi,
ma
LA ROCCA DI PESCHIERA, SECONDO M. SANUTO (1483).
alla forza
prepotente della consuetudine, e altresì alla gravità di
tenevano allora occupati
cora per
coli
la
memoria
di
i
altri
problemi che
potenti, e al rispetto che la vecchia leonessa incuteva an-
gloriosissime gesta e
il
prestigio
d'un
nome per
tanti se-
temuto.
Tutti
i
vizi,
che corse dalla
le
debolezze,
fine del secolo
namente esagerati,
gli
errori della capitale
XVII
nelle provincie
;
alla
onde
frivola e pettegola, letteratura floscia,
in
quel
rovina definitiva,
anche
qui
lusso
si
periodo disgraziato,
ripeterono,
smoderato,
grossola-
educazione
violenza vigliacca, debolezza e corruzione am-
ministrativa, vacuità e prepotenza trionfanti.
Il
turbine dell'invasione francese del
qualsiasi resistenza.
1796 colse Venezia impreparata, inabile a
o
g
w
OS
H
J
o
51
Oh
o
i
ITALIA ARTISTICA
44
Il
Garda diventò
affermavano
si
e
il
teatro principale della lotta cruenta fra
il
mondo vecchio che
idee nuove che
le
crollava. Corso dagli eserciti del Bonaparte,
abbandonato dai governanti, sobillato dai novatori, dopo qualche parziale tentativo
con l'adattarsi al nuovo ordine di cose.
Campoformio cancellò per sempre il passato. Per esso la riva orientale passò
assetto transitorio anche questo, mutato e
l'occidentale alla Cisalpina
all'Austria
capricci dell' Uomo fatale,
rimutato più volte, come nella rimanente Italia, secondo
di ribellione, finì
;
;
i
e
la sorte dell'armi.
Il
ma
Vienna
trattato di
quale governo
La memoria
restituì un'altra volta unità di
tutta la regione;
dolorosissima della dominazione austriaca è troppo
sanguinante, perchè occorra ritesserne
martìri, di lutti,
governo a
!
di
congiure, di
LJn raggio di sole
la storia.
sacrifizi,
di
Furono
speranze
;
viva
ancora e
anni lunghi di lagrime, di
qui,
come per
apparve nel quarantotto e quarantanove
;
tutta Italia.
poi
tenebra
fitta,
più sconsolata di prima.
Dall' ultimo confine meridionale della regione,
campo
rato dalla natura per la redenzione della Patria, squillò
ai
monti più
per
tutti.
due
le
Ma
Ed
altri
interni, l'annunzio di
una grande
di sacre
battaglie
finalmente e
vittoria e la
speranza
si
prepa-
diffuse fino
della
libertà
anni passarono, e nuovo generoso sangue fu sparso prima che su tutte
Riviere potesse sventolare
oggi ancora
il
vecchio
lontano che profila le Alpi, e
la stessa
Iddio
del
mormora:
e
riposo nell'azzurro mio seno, scenderanno a
SIKMIONE
—
bandiera.
lago guarda
quando
me
i
melanconico nell'orizzonte
mille fonti e più
senza mutar confine
PIETRE ANTICHE RINVENUTE NELLE GROTTE DI CATULLO.
?
che
cercano
"oNIANINSTiTUTlONUBHARlES
3
mi
[hJj,
9088 00629 1728