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Il Lago di Garda

1904

im Library .,H e York, New York 10023 fLAS . cari, •/), / -i/1"- ' 0- j$S ICùaélu a \ & COLLEZIONE MONOGRAFIE ILLUSTRATE Serie V - ITALIA ARTISTICA 10. IL LAGO DI GARDA GIUSEPPE SOLITRO Il LAGO CON 128 di GARDA ILLUSTRAZIONI BERGAMO ISTITUTO ITALIANO D'ARTI GRAFICHE 1904 - EDITORE TUTTI I DIRITTI RISERVATI Officine dell'Istituto Italiano d'Arti Grafiche INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI Arco — Panorama e castello Bardolino Bogliaco di Gargnano Palazzo Bettoni Panorama Caccavero di Salò Ponte di S. Anna — — — Campione Desenzano — — — — Il . Castello . porto 45 — — 94 Malcesine 12 — Il porto 127 10 — Panorama 128 88 . 16 Interno — 15 133 132 — .... Chiesa protestante Panorami Punta 66-67 di — 69 . Cortile Dalla Bettoni Panorama (Ritratto di) Garda Palazzo del principe Scipione Borghese visto da (II) . — Avanzi dell'antico Lazise Darsena dei Veneziani castello . . — Il castello — Panorama Panorama Limone — Serre di agrumi Loppio (Il Maderno — — Il lago — di) nel Chiesa Trentino di S. . . . . Andrea Apostolo Interno golfo La piazza e la colonna veneziana ... Piazza Vittorio Emanuele Maguzzano ronica — Cascina detta « di di. — — — Riva — Antica carta topografica . 142 .... 104 (1483) . 121 — Chiesa dell'Inviolata — Altare maggiore — — Decorazioni del soffitto — Priore nel coro . . . . 9 — 138 — golfo 100 11 lago 103 Il porto 102 L'antica rocca 105 117 137 — 139 — 136 — Palazzo del Provveditore 97 — Palazzo Pretorio 99 — 143 74 75 — 71 Salò — Casa Sorlini, 17 — — la ^ 107 101 HO 116-119 dove nacque Gasparo 60 da Salò Cattedrale 109 IH Porta S. Michele — ìin ... Strada del Ponale 73 » ...... 105 106 Panorama Porta S. Marco — — La Macche- 115 Il La prima galleria della strada del Ponale La torre Apponale nelle sue trasformazioni ... Palazzo degli Abbondi 72 114 108 Il 39 113 112 - — — l'i 141 Cascate del Ponale 61 Maderno 18 Molmenti (da un Pietro Fragiacomo) Il Mincio Peschiera La rocca, secondo M. Sanuto 91 35-38 34 castello e la villa Il — Facciata — — Stallo del — bastione 90 . Gasparo da Salò Lago 93 92 villa Isola di 68 125-126 castello Il segno inedito 134 golfo Croce d'argento ce- sellato — Zanardelli Fasano Convento dei Francescani Gargnano - Chiesa dei Frati 70 La rocca — — 14 — — 89 11 Gardone — chiesa e l'ex convento dei Ponte della ferrovia — — — La Manerba — La rocca Moniga — Il castello Il — Frati 13 — — — Maguzzano 135 Piazza del Mercato Fasano di Maderno — Villa Garda — Chiesa parrocchiale — — 123 — Affresco del Palma sotto cupola dell'abside 55 Ancóna 59 gotica INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI Salò — — —— - — — Cattedrale — 51 Facciata Fianco a mezzodì 53 Finestra in terracotta 50 Interno 54 Mensola 57 - Piccolo altare a destra dell'aitar mag56 giore 52 Porta - Cura del refe 65 - Dalla piazza Vittorio Emanuele ... — Dal viale del cimitero Imbarcadore del piroscafo e porticato fronte al Palazzo Municipale Imboccatura del golfo - Palazzo Martinengo a Barbarano Fontana monumentale Statua di una dogaressa — — 31 . .... 24 — Collina delle Grotte di Catullo 21 — .... Grotte di Catullo — — Affreschi 27 22-23 — castello Scaligero 25-28 — — Entrata verso mezzogiorno .... 29 — Panorama 20 Il - Pietre antiche rinvenute nelle Grotte di 144 47 Torbole 43 Torri del Benaco — Chiesa Toscolano 63 32 Mavino 124 — - Colle 63 — Il castello di Gaino .... 129 87 Gaino 85 Colle e chiesa di Gaino 86 di 40 - Il lago 77 Piazza Napoleone 4b - Il porto 7b Piazza Vittorio Emanuele 49 Porta della cbiesa del convento a Bar- barano 64 - Porta del palazzo del Provveditore — 33 Catullo 62 . — — — — — Panorama - 41 44 — — Pulpito di .... . — —— - Chiesa di S. Pietro in del pulpito e pila dell'acqua santa — Chiesa di S. Maria Maggiore Sirmione Banco (1602) La cena degli Apostoli Strada e S. Felice di . . cavalcavia Scovolo castello S. Vigilio (Punta di) — Avanzi — Panorama — Porta della chiesa parrocchiale - Santuario 50 — 48 Tremosine 79 S. Maria Camerate di Valle delle — del .... Benaco $7 131 — Pieve . 80 82-83-84 Altipiano - Lapide del campanile di Voltino dell'antico . 81 96 ... 96 95 IL LAGO DI GARDA IL LAGO VISTO DA MADERNO. (Fot. Unterveg-er, Trento). Suso in Italia bella giace A Sovra Tirolli, Lamagna nome Benaco. ed ha Canto XX). (Inferno, L Garda, l'antico Benaco, è Giace il piedi delle Alpi ai Baldo a più vasto e Reticke il più illustre dei laghi meridionali fra Loppio oriente, dalla depressione di fino giorno è limitato dal grandioso anfiteatro morenico, che prende di più razzi e di piani ondulati, che cento chilometri, per Garda Ha una schiera. Km. è alto 65 158,400; a Caprino e a San A il m. sul livello massima larghezza la superficie di volume di mezzo- suo nome, e che il triplice cerchia di colline, di ter- Kmq. Mantova e Verona. del mare, lungo di Km. 369,98 - 17,200; Km. 51,600 da Riva a Pe- media di 7 ; il perimetro Km. Dell'origine del bacino 3 di di cui 14,46 in territorio austriaco; la Muslone e Castelletto di Brenzone, la media 49,76; l'angolo medio d'inclinazione di 5°,4i profondità massima di m. 346, tra m. 135; italiani. catena di Monte toccando Castiglione, Solferino, Cavriana e Volta, discende nella pianura lombardo-veneta, fra Brescia, Il la Alpi del Garda a occidente, da Riva a Salò. Vigilio, e le con uno sviluppo un laco pie dell'alpe, che serra di . si discute ancora fra gli scienziati ; l'opinione più accettata è quella del nostro Taramelli, che l'attribuisce a escavazione glaciale. Comunque sia, a noi piace ammirarlo così come oggi si presenta, superbamente cime eccelse e le rupi nude che lo dominano a settentrione, come fra i morbidi poggi che lo accompagnano a mezzodì. Nel vario e magnifico suo panorama, noi troviamo in breve spazio raccolte e ripetute tutte le austere meraviglie dell'Alpi sovrane e la domestica gaiezza dei clivi fioriti che fanno ghirbello fra le i dolci pendii e landa a Firenze. Il colore e la trasparenza dell'acqua sono le caratteristiche più appariscenti del ITALIA ARTISTICA io Garda: il primo intensamente azzurro, più che superiore assai a quella di Il di essa i i ogni altro lago italiano in vera alla sua 1' tinta. ultimo dei Quanto DESENZANO medio annuale fisici di visibilità la seconda dell'acqua del Benaco, trovò scala cromatica del Forel per valutarne aggiunse tre gradi, rebbe appunto ; laghi italiani e svizzeri studiati fin ora. Garbini, nelle sue osservazioni sui caratteri insufficiente la N. tutti dell'acqua è — IL di intensità dell'azzurro, e al l' N. quali, indicato col trasparenza, alla IOKTO. m. (Fot. 14,99, e il o. corrisponde- avvertì che limite il limite Unterveger, Trento). medio annuale di oscurità assoluta di m. 95. Il di Benaco nei tempi freddo straordinario. oscilla storici gelò una volta sola, e precisamente nel La temperatura delle sue acque, misurata generalmente da dicembre a febbraio fra 8°, 7,5 e i5 ,2,5 C. da marzo a aprile; fra i7°,,50 e 27°,50 C. da giugno a agosto; fra 22 50 e i7°.,5o C. in settembre; e fra 15 e io°,o C. da ottobre a novembre. fra 6°, 2 5 , e io°,o C. ; 1709, anno alla superficie, IL La qual temperatura — LAGO seguendo tamente dalla superficie verso notevoli oscillazioni a seconda il GARDA DI il Garbini - - n decresce irregolarmente e fondo, e la zona del salto è fra della stagione, estiva o i 20 e i len- 30 m., con invernale. Parimenti i piani m. non corrono paralleli, ma ondulati, secondo le diverse profondità del bacino. La temperatura costante abissale comincia fra m. 175 e 250, isotermici fra e risulta di io e 200 7°,8 C. ; la più alta trovata fin oggi nei laghi profondi. — DESENZANO Con la tinta e la trasparenza PONTE DELLA FERROVIA. dell' acqua, s' (Fot. Unterveger, Trento). accordano il colore e la limpidezza del cielo, fuse mirabilmente nella gloria luminosa del sole. Le pompa rive intorno, del verde nettamente profilate nelle infinite due conche azzurre che Sopra le rive, in alto, e lungo risalto, alle si i guardano e nitidi nezza del sole saettante, o pittorescamente orli, si genda e storia s'affaticano e si si tempo stesso la danno completano. succedono, o ammucchiati, cipressi, paesi e ville e santuari e torri e rovine di spiegano tutta lucidissima, nell' aria sue gradazioni, e dividono, e nel tutti confondono, crescendone allineati nella pie- o seminascosti fra olivi e i il tempi, intorno a cui legfascino e il mistero. Luce ITALIA ARTISTICA 12 e ombra scherzano su esse e sull'acqua, e le avvolgono e le penetrano con le sedu- zioni più raffinate, coi più arditi contrasti, coi più soavi incantesimi. IiESENZAXO Di giorno, il sole vi sfoggia tutte le — CASTELLO. forme conquista con carezze da bimbo, con fantasie ardori da inamorato, con prodigalità trasmutano miracolosamente con la da della sua forza, e le investe e le da poeta, con astuzie da nababbo. Di notte, prodigiosa fecondità la artista, con luna e le stelle dell'arte le loro maliarda, e LAGO IL coprono DI GARDA i 3 di tersi e trasparenti cristalli le pietre ruvide e nere, vestono di lamine guglie, seminano faville iridescenti sui pendii e fra le selve, cingono di mistiche aureole le cupole e di monili le croci, popolano di armati le torri, e di d'argento fantasmi le Oh bellezza le le ! fosse e i burroni. Garda divine notti del Coi miti raggi delle silenzio solenne della natura ! Chi sa ridirne tutta un desiderio fortemente sentito, con DESENZANO con dei la soavità di fiori della ma la — l' intima poesia e mare nel che dorme, piovono e voci indistinte, inafferrabili al senso, di viaggianti stelle sulle cose, sospiri, fremiti e suoni sottilmente penetranti nel cuore con l'ansia dolcezza di una fantasia a lungo accarezzata, PIAZZA DEL MERCATO. un caro sogno raggiunto. E e dell'erbe, salgono le aspirazioni, le dalla terra al cielo, col fiato memorie, i palpiti, grande anima umana, sveglia e vibrante sempre a traverso Così bello nei giorni sereni, della tempesta. Il il Garda tocca terrore degli uomini, la non scemano l'ammirazione alla forza la spirituale dell'azzurro infinito, nel i fastigi del che cui assurge, è paragonabile soltanto a quella dell' nelle odoroso tumulti, le estasi lo spazio e il tempo. sublime nelle convulsioni muovono rovina delle cose poderosa, i la pietà, ma proporzioni gigantesche Oceano. Fluctibus et fremiti! adsurgens Benace marino. ITALIA ARTISTICA H Il vento più sempre terribile e o dalle gole del dalle più interne valli del Trentino irruente e minaccioso, con corteo di triste romba, nubi, e assorda con l'orrendo clamore di mille belve affamate. cupisce e s'abbassa, e fra lampi accecanti e orribili Le le perdono creste dei monti rive si pate in aria fra le nell'oscurità s' 1 le onde con intravedono qua e nebbie fosche, le creste irte là a fuggenti e fangose MAGLZZANO — tratti, — Di Baldo. rugge, fischia, si Il stride, e cielo ; soltanto quasi fantasmi evanescenti, cam- vertiginosa gonfia sotto e scatena si là precipita improvvisamente s' intuoni rovescia acqua a diluvio. ridda in montano s' il senza direzione e flagello che la sferza, inabissano, schiumano e s' inse- LA CHIESA E L*EX CONVENTO DEI FRATI. guono, s'accavallano e cozzano furibonde segnano un disastro e un'angoscia. E una lotta titanica che si combatte citi, Borea densa e paurosa che non conosce confini misura. L'acqua del lago nera e minacciosa e — temuto, chiamato sul lago Souer e l'uomo che vi assiste atterrito, fra loro e con le rive, su cui ad ogni urto nell'aria e in terra fra gli non mai sente di più la sua elementi infero- pochezza e la sua impotenza. Garda è Val di Genova e Sarca di Campiglio. Il Il principale immissario del vedretta del M. Lobbia, una delle l'Adamello ; il più Sarca, che nasco in due rami, Sardi di primo scaturisce a 2050 m. di altezza dalla il caratteristiche e interessanti del plesso del- secondo dal Lago Nambino, a 1796 m., a piedi della Presanella. IL Il Sarca di Val di Genova LAGO DI GARDA i 5 da principio con forte pendenza e indomita che gli dà il nome, fra balze e dirupi, ingrossato da forma d' imponenti cascate dalle valli contigue poi unito corre furia nella selvaggia vallata torrenti, rigurgitanti in ; presso Pinzolo col ramo di Campiglio, traversa la verde a riposarsi nel lago, fra Torbole e Riva, MAGUZZANO Il — r I . di Rendena, dopo un percorso complessivo Ivi E fassi convien che tutto quanto caschi in grembo a Benaco star non pò, fiume giù per verdi paschi. Tosto che l'acqua corre a metter co, più Benaco, ma Mincio si chiama Fino a Governo, dove cade in Po. Non 77 Km. INTERNO DELLA CHIESA DEI FRATL Sarca è l'unico emissario del lago, da cui esce a Peschiera col nome Ciò che e scende di di Mincio. ITALIA ARTISTICA i6 Altri affluenti a destra sono il Varone, noto perla pittoresca cascata presso Riva; il Ponale, scaricatore di tutte Ledro V. di il ; le acque di Brasa dalle acque freddissime, nel territorio di Tignalga, Tremosine celebre nel Campione o Campo- il ; Trattato di formio come linea divisoria fra e gli Stati Austriaci nico V. la ; Suro o Barbarano di o Trobiolo alle porte di Salò il Rino la Cisalpina Toscolano il ; Corano Remore il ; Bor il ; il ; e nella Valtenese, A sinistra, ed altri minori. poche acque riceve il Garda, e torbide e rovinose per lo più, uscenti impe- tuose dalle strette valli ricevono l' nome, del V. da cui Baldo, del Bove, Ronco, rio Colong'a, Delle 22 specie di pesci che popolano il Acqua, Castel rio V. del- V. Tesino, ecc. le acque del lago, 13 solamente hanno vera importanza economica, e sono la — MAGUZZANO CROCE D'ARGENTO CESELLATO la trota, la sardella, carpa, la tinca, l' barbio, il carpione, il : anguilla, l' luccio, il alborella, il NELLA CHIESA DEI FRATI. cavedano, narelli più ricercati per squisitezza di carni, fra ittiologi gli ; dei quali alcuni vollero due varietà. sola in Il carpili — non essendo fra i Intorno è ; ma vairone e lo spi- >. i più illustri per storia, veder in essi due specie diverse, una altri Pavesi e col Fatio, sostenne che il car- Carpio L.\ nel dialetto veronese carpimi, nel bresciano var. — — trota non che semplice variazione locale del Salmo lacnstris tali da giustificarne la divisione di specie. , due differenze anatomiche al carpione s'accumularono gende per celebrarne pesca il più interessanti per le discussioni suscitate Garbini, d'accordo col — Salmo lacusfris pione i scardola, due primi sono I i la le origini quasi sopra tutto per sostenere fantastiche favole e le più strane leg- le più saporosità divine, la al Benaco il delle carni, i sistemi di vanto d'esserne solo possessore e custode. Le lodi iperboliche non comuni il ; tornano spesso a danno del lodato, se anche fornito di pregi ond'è che non a tutti parranno interamente giustificate quelle ch'ebbe carpione da prosatori e poeti; certo è però ch'esso è boccone ghiotto e delicato. marzo al giugno, e che, nella regione del lago, non rata completa la mensa signorile ove esso manchi. Il Moscardo (Hisforia di Verona), non so con qual fondamento, specie nei mesi dal l' imperatore Tiberio voleva Cerio, descrivendo il alla sua tavola banchetto dato in i Milano carpioni il 5 da lui è con ado- giugno 136S per gli che asserì stesso pescati ; e il sponsali di LAGO IL madonna Violante figlia di e ; principi e sovrani, mando a sé tutti gran conto 1850 Il ; e l'esportazione, richia- 5 ettogrammi e mezzo ai 6 dottor Malfer però ricorda un individuo del peso di Kg. il carpione luogo antanelli, reoni, reetli, pescava soltanto con si reti di 2 di rado' ; '/ 3 > pescato più maniere, dette sul brasol età, ed erano sar denari, chemasi o comaschi, pesche classiche, emozionanti, a cui i come magistrati rivieraschi invitavano personaggi cospicui che visitavano i Garda), di di i Anticamente tacolo Repubblica in cui la più grosso di cui s'abbia memoria. il ; Lago Venezia mancanza nei pubblici banchetti a il peso del carpione varia solitamente dai Il è superiore. quindicesima imbandigione la Butturini [La pesca nel il così che, ad evitarne la ne proibiva temporaneamente la vendita pescatori pigliavano. quelli che teneva questo pesce nel carpioni scorta di documenti, dimostrò la 17 Galeazzo Visconti, disse che era composta, tra altro, di con GARDA DI il lago. Così, per ricordar i a spet- principi sol- 1489 assisteva alla pesca del carpione l'imperatore tedesco Federico III, Maria d'Austria figlia di Carlo V, e nel 1765 Giuseppe II imperatore. Oggi abbandonate le reti troppo costose, sono usati ancora reoni, reetti e co- tanto, nel e nel 1582 maschi, secondo la i luoghi e le stagioni dindana, adoperata anche per La dindana — da 70 e più metri introdotta sul di ; ma la trota e Garda nel regina da per tutto, e in ogni tempo, è pel luccio. 1850 — lunghezza, avvolto intorno a un è filo scorrevole di lino o di ottone, cilindro da cui può svolgersi senza impaccio, con a capo un'esca rappresentata da un pesciolino morto, o da una. latta lucente foggiata a pesce, sotto cui si nasconde un amo o ancoretta a punte robuste. Con la gero lungo dindana abbandonata nell'acqua, naviga il pescatore nel barchetto leg- le ri- ve o nel mezzo, dove sa che il pesce dimora e spes- seggia. E quando questo abbocca preda e la me insie- la punta, sen- te pescatore il allo strappo im- provviso del che l' filo inganno è riuscito, e allenta il suo ordigno di morte, e arresta un poco perchè la barca, la vittima nei disperati sforzi che fa per liyr- berarsi dall'unci- no che la dilania. ,^-r- .*.- * MAGUZZANO — CASCINA DETTA « LA MACCHERONICA ITALIA ARTISTICA 18 sempre più profondamente ne resti offesa e attaccata. Qualche volta, se il pesce è grosso e robusto, avviene che riesca a togliersi dall'amo, non però dalla morte. Degna rivale del carpione, e sotto certi aspetti migliore, è la trota, preferita dai gastronomi per l'eccellenza della carne bianca facilmente digeribile ? grazia dei colori, ; hanno meritato le e più soda e gustosa, senza noia di che aggiunte all'eleganza delle forme e alla titolo di pesce senza difetti. Del resto, della qualità, il superiorità accordatale è indice eloquente da cinque a sette lire il prezzo, che sul mercato benacense varia chilogramma. mentre arriva a il tre o tre e mezzo appena il carpione. peso ordinario d'una trota è da due a tre chilogrammi Il ai quattro, ai ; non raramente arriva cinque e anche a più. già ricordato dottor Malfer, valente naturalista e dotto conoscitore della pesca Il del lago, ci dice che il 20 luglio 1897 fu pescata fregola del peso di kg. 14.7, lunga m. specie pescato nel La trota, oltre Garda a ricordo che con la 1.15, davanti a Torri una larga 0.49; trota fuori più grosso individuo della il dei pescatori più vecchi. dindana, si piglia con reti a strascico e fisse, ai/itane, petorgne, valancheri; con quest'ultimi nel braccio settentrionale del lago presso Tor- tempo in cui essa ne risale la corrente per celebrare acque più fredde del fiume. Altra località da lei preferita per la ottobre a gennaio è l'imboccatura del Mincio. bole, alla foce del Sarca, nel i suoi amori nelle fregola e — All'appressarsi del — tempo lieto > scrive il Malfer e le trote abbandonano profondità dai 60-80 m. ove se ne vivevano disperse, e remigano lungo MONICA — IL CASTELLO. il fondo le al IL LAGO GARDA DI MONIOA — IL *9 CASTELLO E LA VILLA MOLMENTI. (Da un disegno inedito di Pietro Fragiacomo). convegno amoroso. Arrivano a piccoli gruppi e veLe femmine imbrunano il dorso dopo circa sei ore dacché sono giunte e constono tosto l'abito nuziale. servano bianco d'un colore più scuro e tingono il il numero arriva quasi a due terzi della come parrebbe a prima vista, con carattere loro sembra affidato compito massimo, il passa nido più adatto pei nascituri, mentre totalità, altri Se per dignità di storia, i lieta La mensa sardella nozze non si compiono, femmina pre- a cui anco una volta da luogo a luogo, scruta e sceglie distacchi più curante di sé bontà di sapore ed elevatezza ma carpione e trota di costo, per quantità e valore economico è di prezzo più modesto, può allietare del povero. — vivace, sollazzevole. aiosa finta Cuv. I scarabina, se giovane — var. lacustris Fatio Garda la distinguono con sardeua se media agone se adulta. pescatori del ; — è tre nomi secondo pesce elegante, l'età, ; Dalla fine di maggio all'agosto, le sardelle s'avviano alle loro stazioni di fregola poderosi, e navigano poco sotto la superficie dell'acqua, che tutta unite in stuoli commuove le La femmina, repentini pesci l'aristocrazia del lago, superiore la sardella, che pur gustosissima, la maschi vestono il dorso un colore di seppia. Il ». rappresentano tra anche ma eli maschio, pur seguendola ansioso o prece- il dendola, appare nelle sue mosse rapide e nei che degli i ; poliandrico, perchè ogni dilige in generale l'individuo più forte e più bello. il ventre ventre, specie le pinne, si anima e vibra al loro passaggio. Si pesca con reti' dette scaroline, ma più assai col remati, con cui si fanno ta volta prese prodigiose, fino a trenta quintali in una sola pescata. Una pesca di sardelle in una notte di maggio, è spettacolo fortemente impressionante, che lascia rie si cordi indimenticabili. Ogni pesce del lago ha le sue abitudini, i suoi ritrovi prediletti ; ognuno i suoi ITALIA ARTISTICA 20 metodi di pesca il suo aspetto tipico, per cui riesce interessante non soltanto, ma anche all'artista, al dilettante, al curioso. l'anno ha itto '. pallidi pieni di sotto va il ; sotto sorgere del sole che dà palpiti al ; il luce corruscante di rimpianti cielo lucente o sotto la il snerva melanconia e flagello della sue pesche. Al primo pesci e le suoi che versa torrenti di radioso 3 i sussurri dell'onda tempesta che ; il chiedergli Le suo lago, a il pane per parlargli la intirizzisce — ; ; nel me- crepuscoli nei dell'afa in ogni stagione, in ; i ; che ogni ora, nervi in sussulto, a scan- PANORAMA. (Fot. amoroso o iracondo, moglie e pei colline dell'alba rive calme morte nelle pescatore nella nera sua barca, con l'occhio fisso e dagliare romper alle nelle notti serene al tremolìo delle stelle ; pioggia scrosciante SIKMIONE Sommer, a benedirlo o a Napoli). maledirlo, a figli. condizioni climatiche speciali per cui è celebre ormai la regione litorale del Garda, preferibili sotto certi aspetti a quelle della una vegetazione che si riviera ligure stessa, favoriscono può chiamare meridionale. Olivi, lauri, aranci, limoni vestono da Gardone cioè a Limone. rive e le quel tratto della sponda occidentale, che viera, sulle all'ittiologo i i colli e nostri vecchi profumano l'aria, specie in chiamavano Riviera in Ri- IL LAGO DI GARDA 21 U Agave americana cresce spontanea sulle rupi di Toscolano e di Gargnano, su di San Vigilio, di Garda e dell'Isola il Rosmarino officinale è copioso sulle rupi di Monte Castello e eli Campione il Fico d'India, sulle roccie di Tremosine; Y Oleandro rustico e domestico coi suoi mazzi di fiori bianchi, rossi, color di rosa, e screziati, da per tutto. quelle di Limone, ; ; E nei giardini, lungo i piena terra, e spesso con excelsa, la il margini soleggiati, vivono e giganteggiano all'aperto, in poca coltura, più specie di palme, la Chamaerops assai Phoenix dactylifera, la Pritchavdia filifera. E insieme, il Cedrus Libani, la Ynccas gloriosa, il Vibnrnwm japonicmn, la Magnolia gran- Cedrus Deodara, COLLINA DELLE GROTTE DI CATULLO. diflora, il Mespilns japonica, YOlea fragrans, e cento gruppi, a boschetti, a quando Così viali, sull'alta altri, (Fot. G. Negri, Brescia). alberi, arbusti, erbe; a a spalliere, sull'una e sull'altra sponda. montagna e nella prossima vernali ogni gioia di frondi scompare, in questo brume pianura, alle prime benedetto angolo d'Italia, il in- verde più svariato canta ancora e sempre la gloria del suo colore. L'olivo è signore su tutta la costiera occidentale e in molti punti dell'orientale, e copre i poggi, lo vide nascere, i gioghi, gli altipiani e gibboso, contorto, slancia nell'aria gli esili rami sussurranti sé ombra, letizia e ricchezza. i piagato pendii. Immoto da in mille ad ogni secoli sulla guise dal ferro del alito di vento, zolla che coltivatore, e spande intorno a ITALIA ARTISTICA 22 Suo compagno indivisibile è l'alloro emblema di vittoria e di trionfo, creato da per salutare e consacrare le glorie della ome ben disse il Mantegazza grande civiltà del Mediterraneo. Fra il verde cinereo degli olivi, spicca d'inverno col ; — verde suo vigoroso e lucente, e di lontano annuncia la sua presenza con l'acuto profumo. Cresce spontaneo fra i greppi e le pietre, corona le vette, si sprofonda nei burroni, incurante dei venti e delle tempeste, insensibile al freddo, di nulla bisognoso, largo rimuneratore del poco spazio che Dove l'olivo e lebre qui dalla più il occupa. lauro mancano, o mescolata GKOTTK DI sfilanti, pini e cipressi, alti, neri, frondeggia essi, E vite, ce- (Fot. Ne^ri. Brescia). E qua puntuti, la insieme, gelsi e frutta CATULLO. d'ogni specie, che l'almo sole colora e insapora. mente con remota antichità pel prezioso suo umore. e là. o sfidatori del soli, o processional- fulmine, giganti del Benaco, testimoni del passato lontano, àuguri del più remoto avvenire. Talché in un giro d'occhi, l'attonito visitatore del lago ammira vicini il colosso dell'Alpe e il fiore del tropico. Fuorché Riva all'Austria, tutto il e Torbole, che sono parte del Trentino, e quindi ancora soggette lago è nel Regno Sirmione, appartiene quella di Verona. d'Italia. amministrativamente La sponda alla destra, con provincia di Brescia ; la la penisola di sinistra a SIRMIONE — GROTTE DI CATULLO. (Fot. Negri, Brescia). ITALIA ARTISTICA 24 confine italo-austriaco Il chilometri e - il o, V. torn nte è segnato da due mezzo da Limone, in pilastri, a circa sette chilometri a settentrione di Marza :clesiasticamente, di cui uno sulla un'insenatura detta Caci ; di Malcesine, nel riva bre- l'altro sulla punto dove sfocia nel lago. Riva e Torbole sono sponda veronese e parte della bresciana, fino il resto in quella di Brescia. di Verona comprese alle nella diocesi di Trento porte del comune ; la di Salò, in quella ; SIKMIOM-: Il lito — S. I'ILTKO IN MAVINO. (Fot. Negri, Brescia). il lago da Milano o da Venezia, scende di sodove comincia il suo giro per terminarlo a Pe- forestiero che viene a visitare alla stazione di Desenzano, di schiera. Desenzano siede lare, i in fondo al lago a mezzogiorno, cui limiti sono la punta della penisola di in un vasto golfo semicirco- Sirmione a oriente, lo sperone di Corno a occidente. Qui le colline moreniche di destra dell'antico ghiacciaio abbandonano il margine del lago, e allargandosi in amplissimo arco, vanno a confonAI. dersi nell'immensa cintura collinosa della morena frontale ; sul cui lembo inferiore si IL LAGO GARDA DI 27 distende la grossa e importante borgata, una delle prime forse del Garda a ricever vestigia d'uomo, A dopo il ritiro dell'immane ghiacciaio. poca distanza dal paese, preistorica detta Pnlada — sulla strada di Lonato, ora esaurita — , la più trovasi la interessante classica stazione della regione per quantità e qualità di avanzi dell'epoca neolitica. Scoperta per caso nel 1873, fu con intelligenza cercata dal dottor Pietro Rambotti di Desenzano, il quale coi molti oggetti raccoltivi, formò un po' alla volta in SIRMIONE sua casa un vero Museo — AFFRESCHI NELLA CHIESA DI preistorico, visitato S. PIETRO IN MAVINO. da nazionali e stranieri, giudicato dallo Stopparli uno dei più completi d'Italia. La preziosa raccolta, composta di crani umani, di scheletri di animali terrestri, acquatici, e d'aria, di armi di selce e di corno, di strumenti gilla induriti al sole, altri oggetti, Museo di Non dopo la da pesca, di vasi di arda lavoro, di ninnoli ornamentali, e di cento e cento morte del paziente raccoglitore, fu venduta allo Stato per il di utensili Roma. sarà mai lamentato abbastanza da chi tenga nel dovuto rispetto i diritti ITALIA ARTISTICA 28 Desenzano della storia, che e la Riviera si siano lasciati togliere la bella collezione, loveva essere principio del vagheggiato Museo beiiaccuse, latte le memorie le lapidi, le statue, di miglior i della storica regione, rivendicando frammenti d'ogni specie, nei vari tempi SIRMIONE ciali per facilità la — IL maggior utilità ; che hanno, per CASTELLO SCALIGERO. e efficacia di confronti, comodo oggetti perdono ogni loro individualità e non (Fot. Negri, Brescia). in paragone delle grandi e uni- e classificata, della massa, i vari esercitano quindi efficace azione sug- gestiva sullo spirito del visitatore. Nella parte più elevata di Desenzano s'alza l'antico castello che vuoisi eretto sopra ruderi è probabile sia sorto nel X di fortilizio secolo, di per effettiva ricostruzione di organismi so- momenti storici, le piccole raccolte locali, dove nella confusione, per quanto ordinata e di versali sottrattivi sotto pretesto conservazione. Nessuno sarà che non riconosca studi, cu- in cui da Brescia e da Verona romano. — oggi Ignoto l'anno della caserma — fondazione ; a schermo delle invasioni degli Ungheri, coevo IL LAGO GARDA DI 29 a quelli della Valtenese. Nella sua cinta trovavano, anche dopo, rifugio e sicurezza le famiglie e le robe nelle guerre frequenti ne vi era persona di mediocre agia; tezza che non vi avesse sua casa, così che nel catasto del 1567 se ne annoveravano 124, senza contare una chiesa dedicata a S. Ambrogio. SIRMIOXE Nel 1480, — ENTRATA VERSO MEZZOGIORNO NEL CASTELLO SCALIGERO. sulle rovine dell'antica Pieve, si costruiva a Desenzano l'attuale par- rocchia di S. Maria Maddalena, rifatta poi nel 1586, sui disegni di Giulio Tedescumi architetto, e per molto tempo considerata tra di benefizi. Nell'interno è riccamente le più insigni della diocesi per lautezza decorata, e possiede tele di qualche valore, ITALIA ARTISTICA 3o tra cui -sima un'Ultima cena di Gesù del Tiepolo, che figurò non ultima a p Venezia Fra le tante dell'illustre maestro nella Mostra Tiepolesca del 1896. Durante la veneta dominazione, alzarono i Desenzanesi i marmorei porticati che sostengono la casa del Comune, e un palazzo pel Provveditore, e case private con buoni affreschi, diano del XVI qualche traccia ancor resta. cui di secolo, afferma ch'ivi erano Silvan Cattaneo, scrittore salo- assai comodissime, osterie ad atte bergar ciascuna da per sé qualunque gran principe. alla simpatica terra eccezionale importanza, era Il fatto però che dava al- suo il da poi che le merci d'ogni specie che la regione produceva, mercato settimanale acqua, e di là a Venezia e per tutto il mondo. Basti ivi concorrevano per via di prindire, senza ombra di esagerazione, che per le granaglie, era considerato fra ; i cipali d'Italia. Scrisse miere, non alla alla sini, XVI, Gratarolo, storico della Riviera del secolo il Lombardia Germania e a quasi nella relazione tutto mondo. il alla marca E Provveditore il di Treviso, di Salò, Il mercato vie adiacenti, Fino tarolo - - si la le tre mille some, et tutta questa XV ed in secolo si teneva a tempo, consentendovi Io tutti, si - ma lo passato, e anche nelle portici, i perchè — scrive convenivano imballar martedì al E .. ma dove, dir per >. giorno della domenica chi il ridussero non importante come per presente, lunedì, di molti luoghi più lontani caricar le barche e mettersi in viaggio al lago il merce abbondava. la alla fine del in Salò maggior parte condotta per teneva nella gran piazza lastricata e sotto quando e Vincenzo Moro- quantità di roba in tre o quattro bore vien ispedita, né saprei quasi non che vien per cal- il Romagne 1599 al Consiglio della Repubblica, a proposito di concorre una grandissima quantità di biave, la maggior vi parte di paesi forestieri, spesse volte le due et fino se dava e alle luglio 31 elei esso mercato, scriveva ma soltanto, ch'ivi si di i Gra- il merci e voleva esserci martedì certo fra le si anche tiene più grossi di Lom- bardia. Oltre di sili le biade, ferro, rola tutti i affluivano, vi carta, refe, vetri, come in gran tessuti di fiera, prodotti della regione e delle limitrofe. lana e di carbone, legname; agrumi, olio, pelli, Da per tutto lino, uten- una paera un ingombro di in baracche, di tende, di banchi, di padiglioni, di carri, e montagne di sacchi, e mucchi di mercanzie sali, alla rinfusa, tra cui formicolava di carradori, di facchini di battellieri, di ; mentre folla varia di guardiani e di portatori, ognuno intento Nel fabbricato, ancora detto i una la Patria, specie al di sen- proprio lavoro. presso lo scalo, di fronte deputati della Comunità, incaricati per turno veglianza, assistiti da sei Superstiti, compratori, porto era stipato di navigli d'ogni grandezza, il di — al lago, quattro per settimana sopraintendenti. Ivi, stavano — della exposito sor- vexillo sen baudirola, curavano l'osservanza dei regolamenti, davano ragione dei reclami, lasciavano le con loro firma bollette, e sigillo, sulle quali notavano grano che ciascuno dichiarava di comperare, non permettendo quistarne se prima non erano serviti quelli di Riviera. Le contestazioni frequenti vilegi degl'interessati, la avevano creato intorno da parte regolarizzazione all' delle città di la al forestiere vicine, le accuse, le difese, un movimento importante servizio un cumulo così largo e di ri- quantità di di ac- i pri- complesso, provvedimenti, di de- IL di disposizioni transitorie creti, LAGO DI e fisse, di GARDA norme proibitive sima legislazione, da parte di tutti i governi che s'erano Venezia principalmente che più a lungo lo tenne. Uscendo a sinistra Ed dal porto di Desenzano, gode si si paesaggio della lieto il 3 ; i una vera e complicatis- succeduti nel dominio, di costeggia a destra la penisola di Sirmione, vitifera Valtenese. ecco, sopra un'aprica collina, Maguzzano, con la sua chiesa e il fabbricato monastero benedettino, fondato pare sul principio del secolo X- dedistrutto poco dopo e vastato (922) — dell'antico — dagli Ungheri; rifatto più tardi, e ricordato Eugenio un Breve in III papa di del 1145; poi nel 1491» essendo già ricchissimo di casali e — — Gratarolo rifab- possessioni fertilissime di come scrisse il bricato con maggiore ampiezza e splendore, con l'attigua chiesetta. Nella quale, odierna non or molto, furono scoperti sotto tonaco pregevoli affreschi stile nello del Rinascimento, e ancora conserva un'artistica croce gento ornata dorato, è in" l' si d'ar- pietre di preziose, unico avanzo dei tesori che un giorno custodiva. Dei molti monasteri del lago, nessuno poteva competere con questo per lautezza di rendite e per privilegi, fino a poter reggersi da sé, comune, a foggia di giurisdizione separata dalle terre della jlfagnijica con altre Patria, di cui era parte. Nel monastero di priamente dal 1521 al lebre frate poeta go, noto più Maguzzano tempo, e pro- abitò per qualche 1524, il ce- Teofilo Folen- sotto il pseudo- nimo di Merlin Cocai. Della dimora sua in Maguzzano non par lecito dubitare ormai dopo gli studi del Luzio, valore il fatto conosciuto — ai — quali cresce non so quanto 1 che presso il lago. SIRMIONE — LA CENA DEGLI APOSTOLI nella chiesa di s. maria maggiore. ITALIA ARTISTICA a non molta ancora un distanza antico convento, dal dagli cascinale, esiste abitanti La Maccheronica. Non del luogo denominato è quindi soverchia arditezza imaginare ch'ivi il lepido e geniale benedettino raccogliesse si nelle ore d'ozio della sua giornata a studiare e del cielo, e nelle volubili tinte dell'acqua nel panorama grandioso che davanti gli si le forme con vita e colore all'arguto suo verso. imagini e le Più in alto di nell'altipiano, s'alza memorante Ungheri e suo castello, stragi degli E poco degli abitanti. con Sojano, Maguzzano, Padenghe, lapidi e stendeva dava cui e più dentro e scorrerie le del coi resti le disperate difese le sopra un'altura, oltre, romane, e iscrizioni avanzi di rocca, e tutto intorno saporitissime vicina Più su lieve pendìo, Moniga, rannicchiata dentro le mura merlate del suo castello, su cui vide il Poeta nostro viti. riva, alla barbari fantasimi parlar col vento d'armi e A d'amori. Moniga possiede una villa, deli- ziosa per la posizione, e splendida per tutto letterato storico resto, lo il SIKMIOXE PULPITO NELLA CHIESA DI S. MARIA MAGGIORE. Pompeo Mol- : menti. La casa un massiccio edifizio del posto sulla collina dolcemente di- seicento, gradante e frutteti. Xell' interno, oltre a ammirano tesori d'arte antica e Nono, Tito, sanin, Van Haanen, fani, una ricca moderna ; affreschi, dipinti Passini, Corcos, Zezzos, Milesi, giardini, lago, fra prati, vigne biblioteca, e a preziosi mobili e arazzi, Michetti, Morelli, Palizzi, Molmenti Vizzotto, Brugnoli, al è seniore, Gioii, Laurenti etc, e disegni e di si Favretto, Fragiacomo, Ciardi, Bres- Rotta, Signorini, Dall' Oca, Steinoltre pregevoli sculture di Dal Zotto, Canonica, Marsili, Benvenuti, e d'altri. - Il prelibato vino di Moniga gode fama meritata ben oltre Puegnago, Polpenazze, San cano con le brune case e le — torri i come in generale quello della Valtenese tutta confini della provincia di Brescia. Felice, fra il pittorescamente sparsi o aggruppati, spic- verde vivo dei campi e l'azzurro orientale del cielo. Il lato di levante del golfo di Desenzano è formato da uno stretto e lunghissimo istmo, a capo del quale s'allarga a triangolo, quasi piccola Trinacria, la bella Sirmione. Pupilla delle isole e delle penisole la cantò Catullo progenie di Dei la disse il poeta Jodoco ; ; regina delle Najadi e formosa fiore delle penisole, la proclamò il Carducci. , IL Tre — colli corrispondenti ai Cortine a LAGO mezzodì, tre angoli, separati GARDA DI Mavino 33 a nel centro, Grotte da brevi vallette, le settentrione danno elegante — rilievo di forme. La vicinanza alla gran via militare, Gallica, la una l'impero, le conferirono particolare importanza ai tempi di Roma frequentate del- che nell'ItiMansìo, vale a dire fermata dei cordei magistrati e qualche volta degl'imperatori stessi, pel cambio dei cavalli e nerario di Antonino è ricordata col rieri, delle più ; così titolo di pel rifornimento delle vettovaglie. Sul dosso Cortine, come pure mosaici tino. Due gera e in e il più alto dei tre, vi fu rocca romana; se ne trovarono avanzi, una piscina scavata nel romani restano ancora porti ; il gran parte interrato, a oriente, difeso da solide mura ; l'altro, meno sasso, e monete del tempo primo, compreso poi nella di forma triangolare, di Costan- cerchia scali- col vertice a terra, esposto all'ingiurie dell'onda, a occidente, usato anche oggi dai pescatori e dai naviganti. In uno d'essi, forse nel primo, Catullo additava agli ospiti il veloce faselo, che dalle tempeste del Ponto l'aveva ricondotto alla quiete della sua casa, e ne vantava i pregi nell'immortale suo carme. E il dotto Poeta dimorò in Sirmione, e v'ebbe case e poderi non se torto o a si associarono per secoli i ruderi so a ragione, al giganteschi, che sopra un'area di ben ventimila metri quadrati, si stendono sul dosso settentrionale, col nome appunto di grotte di Catullo. Sono essi che crebbero e cementarono la fama della penisola a traverso i tempi e presso tutti i popoli civili. suo noto a nome tutti che ; quindi, ««JiaA SIRMIONE — BANCO NELLA CHIESA DI S. MARIA MAGGIORE (1602). ITALIA ARTISTICA 14 rilevarne planimetria fu la generale francese 1 Descrizione di Verona e edifizio, ed oggi campi i S. capo battaglione Melliny nel 1801 per Michel la ripubblicò nel 1820 il Da ; sua provincia ; rifece la solcati dall'aratro. Della parte sopra terra nulla ora si vede fuorché un recinto di impropriamente chiamato bagno, mentre non era forse tre metri, Manara nel reggenti un tempo l'Orti sostruzioni — sole rimaste — occupandosi specialmente delle . ico il La Combe muro, alto circa che una conserva LA ROCCA. di acqua presso L'Orti ai tempi vestibolo della fabbrica. il Manara opinò che di Costantino, ma il grandioso palazzo fosse una pubblica terma, eretta con materiali appartenenti parte in a costruzione più antica. Ed di villa ospitale soave poesia sull'ampia serenità del lago, tesi, che la ecco, in luogo della sontuosa armata il di critica archeologica, luogo, fatto sacro ormai da Onde casa di Catullo. il la una alzarsi, del romano grave poeta, echeggiante di dottrina, irta di ipo- terma volgare e pesante. pia tradizione, non Carducci, « qui Valerio Catullo, legato giù a' nitidi sassi il faselo bitinico, Il resti pel che non impedisce popolo e pei poeti LAGO IL sedeasi i lunghi giorni, e DI GARDA occhi gli di 37 Lesbia ne l'onda fosforescente e tremula, e perfido riso di Lesbia e '1 vedea ne Tonda i multinoli ardori vitrea, mentr'ella stancava pe' neri angiporti a i nepoti di Romolo Di qui dunque, mentre l'archeologo fruga e tempo, rievochi la fantasia le dell'etèra infedele, e degli affollati SAN FELICE DI SCOVOLO inneggianti -del al vino reni interroga i e all'amore. Di — triclini, e i le resistono al luminose pupille brindisi arguti degli ospiti AVANZI DELL'ANTICO CASTELLO. qui spazii Y occhio gaudioso lago, ed esulti nella luce per ogni che sassi sembianze dell'elegante cantore, e tripudi i le ». dove diffusa e nella sull'ampia distesa festa di colori che il sole L'acqua gorgoglia, s' increspa e si rompe sullo scoglio cretaceo, e ogni crespa ha una tinta, ogni onda una voce, e tutte insieme cantano la forza eterna vi accende. della natura che permane « co nei secoli Baldo, paterno monte, protegge '1 sopracciglio torbido ai suoi piedi fanno festa bresciana, Gii torbido guata; il sulle allegre colline sempre giovane che gli gli ulivi, e s> la bella da l'alto ; sognano Monte e bella. i paesetti nel tepore del sole. Sulla riva Castello rigido e stanno intorno a contrasto ; nudo spande la grigia ombra sui pendii e fra le rupi fiam- ITALIA ARTISTICA 38 meg ino Je maturano cedri più basso le case dove il lago si stringe e si perde serre che guono i fin ; fiorite fra i ingemmano monti nel i mar- lontano orizzonte. Sul lato orientale della penisola, lontana 300 m. circa dalla livello dell'acqua, scaturisce nel lago una fonte termale Manara, per alcuni condotti rinvenuti Botola. L'Orti nelle terme da ISOLA DI GARDA. gomentò che i Romani con ingegnoso sistema argomenti, non ultimo latini, fatti il la Contro il lui monaco Iodoco di rienza, le lui sotto il chiamata studiate, ar- Sommar, Napoli) oppositori con validi della fonte in nessuno degli scrittori altre di assai Berg del secolo quale, nel descriverla, nota le virtù medicinali e che confermate (Fot. sorsero più tardi non trovarsi menzione pur tanto diligenti nel ricordarne a parlarne fu 17 conoscessero e se ne servissero derivando l'acqua a terra di canali. il riva, a sulfurea, ab antiquo che minore importanza. Primo XVI fin nel suo d'allora le in- poema Bcuacns; si attribuivano^ da recenti diligentissime analisi, e quel che più importa dall'espeassegnano oggi posto distinto fra le più pregiate d'Italia e dell'estero. LAGO IL GARDA DI 39 Poco lungi dalla rocca romana di Cortine, nell'VIII secolo, la regina Ansa moglie Desiderio fondava un monastero di benedettine, con chiesa vicina, dedicata al Salvatore, patrono delle armi longobarde. Della chiesa e del convento scarsi ruderi rimangono vivono invece versi del Poeta fioriti tra essi di i : : I ISOLA DI GARDA < Gino, ove il — PALAZZO DEL PRINCIPE SCIPIONE BORGHESE giambo L'ala aprì sovra I la di Catullo rapido distesa cerula, Lesbia chiamando tra l'odor de' lauri Con un saliente gemito per l'aere, compianto di lombarde monache Salmodiando ascese vèr la candida Ivi il Luna e l'esequie mormorò su i Pallidi stesi sotto l'asta francica giovani >. Nell'VIII secolo tre chiese di Sirmione sono ricordate in documenti, San Mar- ITALIA ARTISTICA so tino, San sul colle ^ r ito e San Pietro Mavino, ha importanza ; quest'ultima sola, con rifatta più tardi, forse nel artistica, non per se la 1.320. qualche impronta romana, resta Conserva alcuni affreschi, ma non splendida postura, tra l'ombra sacra di olivi secolari. Intorno al monastero Sirmione dall'VIII nità, al XII di Ansa significanti spesso null'altro Nel XII e alle tre chiese, si aggira tutta la storia secolo, storia spicciola di donazioni, di privilegi e di nota di immu- che ingiustizie e violenze. secolo, col fiorire delle libertà comunali, la penisola ha un Podestà, e PANOKAMA. (Fot. giurisdizione e statuti propri, sotto successivo cade sotto nel 1276 — che la il Ars et Natura, Gardone). jus supremo del magistrato di Verona; ma nel E fu nel tempo che questa durò forse — signoria scaligera. fu cinta di mura, e fu alzato il castello, che è fra i più ben con- servati e ammirati del lago. L'opera di muratura, nello stile detto saracinesco, è grandiosa. Il castello ha tre uno dalla parte di lago, due verso terra quest'ultimi prospicienti la piazza del paese. In buono stato è la torre centrale, alta circa 30 metri; più rovinate quelle ingressi, ; a mezzodì. vastità, lo Un largo fossato cinge il castello, unito a terra con un ponte fisso. La spessore delle muraglie, l'altezza dei torrioni, la solidità delle vòlte, la co- IL LAGO GARDA DI 4i modità dei sotterranei e degli anditi, dimostrano quanto fosse formidabile un giorno, senza dire della posizione, dominante il lago da due parti, sul golfo di Desenzano e su quello di Peschiera. Vuoisi che Dante visitasse il castello essendo ospite degli raccolse e scolpì nel suo verso la cara tradizione « Un Volgiti, Lalage, e adora. Scaligeri. Il Carducci : grande severo s'affaccia a la torre scaligera SALÒ, VISTO DALLA PIAZZA VITTORIO EMANUELE. — Suso in Italia bella — l'acqua, la terra e l'aere Il fenomeno ei mormora Veronese, si e guarda ». religioso-politico del patarenismo, tevoli proporzioni nel specialmente, sorridendo ^Fot. Negri, Brescia). manifestò anche dove tanto numerosi erano i che nel secolo XIII assunse nosul lago di Garda, in Sirmione palarmi da tenervi un loro vescovo, Lorenzo. Nel 1273 era inquisitore che a Lazise si in Verona teneva prigione certo il il quale, saputo Montecchio vicentino, sotto accusa francescano Fra Timidio, Ferro di ITALIA ARTISTICA 42 di pala) vano ' sììio, mandava suoi messi per averlo ma ; i capi della Comunità si rifiuta- di consegnarglielo, anzi lo rilasciavano in libertà. dopo (1275), diventato vescovo Fra Timidio, e succedutogli nell'ufficio Fra Filippo Bonaccolsi, estendendosi ogni dì più l'eresia nelle terre del inni d'inquisitore lago, si decise seriamente di estirparla. Centro dei palatevi era, come si è detto, Sirmione e colà appunto cominciò la persecuzione. L'inquisitore, accordatosi col la spedizione, organizzò ch'ebbe carattere resistenza dei patareni fu fiera e uomini e donne, tratti ostinata, tutti in gli Scaligeri, novembre del 1276 nel N'erano capi militare. Pinamonte Bonaccolsi, Alberto fra Timidio, loro, fra vescovo e con lo stesso della Scala e fra Filippo ma con finì la cattura vescovo esecutore. di circa La 170 dei catene nelle carceri di Verona. Quivi langui- rono per quasi due anni, finché nel febbraio del 1278, essendo già signore della città Alberto, successo al fratello Mastino, condotti nell'arena, vi furono barbaramente bruciati. Il cronista De Romano — edito dal — Cipolla sotto la data del 13 febbraio 1278, scriveva « in questo giorno di domenica 13 febbraio, nell'arena di Verona furono bruciati circa 200 patareni di quelli che furono presi a Sirmione, e frate Filippo figlio del signor Nicolò Pinamonte fu esecutore IV pontefice, con lettera 27 ». giugno 1289, lodava tutti coloro che avevano confermava il possesso edificato da Ezzelino da Romano. Sirmione non bastò a estirpare l'eresia; ed preso parte all'impresa, e ad Alberto Scaligero e successori del castello d'Illasi nel Veronese, già Ma eccola in la distruzione dei infatti Arco rifiorire patareni di pochi anni dopo -- principio del secolo sul e nei dintorni, per opera di fra Dolcino, e forma più concreta e manifestazione più assumere con XIV lui — in Riva, carattere nuovo, ardita. ribelli, ne diventa il capo spirituale, Fra Dolcino raccoglie intorno a sé tutti la mente ordinatrice, il braccio vendicatore. La sua presenza nel Trentino è certa nel 1303 nativa di V. di Ledro, abilà si unisce con la bella e fiera Margherita, i ; tante in Arco con la famiglia; là di là catechizza e scrive ai fedeli vescovo di si agita per crescere il numero de' suoi proseliti; una lettera ardente di entusiasmo. Perseguitato dal Trento, fugge con l'eroica bardia, arriva nel Vercellese con compagna e pochi discepoli, attraversa la un vero esercito di apostolici intorno ; si Lom- attira ad- dosso una crociata; combatte da disperato; soffre da martire; il 26 marzo 1307 cade prigioniero, e tre mesi dopo muore attanagliato e bruciato in Vercelli. Mentre l'eresiarca mutava il campo delle sue gesta, seguito dall'ormai indivisibile sua compagna Margherita, da altre donne e da buon numero di fedeli, l'inqui- da Vicenza, dei Minori Osservanti, condannava al rogo, in Riva stessa, due donne e un uomo, e alla pena de crncibus e a pene pecuniarie molti altri uomini e donne. La recente scoperta, dovuta al dottor Arnaldo Segarizzi, di un processo contro dolciniaiii, tenuto in Riva e poi a Trento nel 1332-33, prova ch'ivi l'eresia si mantenne a lungo, sebbene senza spirito di battaglie, anche dopo la morte dell'^4sitore frate Ajulfo poslolo. o o a < cn -> H < e CQ o < ITALIA ARTISTICA 44 SAIO, DAL viali; del cimitero. (Fot. Del secolo giore, tempio romano banco XV con colonne africano più di questo, e sovrapposti, diversi costruttori, Superato costa di certo n> L s<> di Malcesine, esistente. Nell'interno, può del paese, dove tutti gli lati e si il romano, succedono e conservando sperone di M. lo Moniga meritano qualche attenzione « La cena si così il bizantino, il gotico, il cancellano a vicenda, secondo e d'ogni tramutamento. Corno e il gran golfo, detto V. caduto il il regno il capriccio dei di Padengke, nel lago i e la Monti del monte s'imposta, Rocca di Manerba, per un antico castello, in cui fece le ultime prode longobardo Cacone contro l'esercito franco, quando già era nome eroiche difese i . vicoli veneziano, mesco- Sasso, gigantesca parete a picco, minacciosa e severa, su cui altro noto sotto un degli Apostoli straduccie e il antico pulpito, il memoria d'ogni epoca girata la punta di Sitata Sevina, s'avanzano ; Santa Maria Mag- appartenenti ad interessante un giro per le riuscir stili, Natura, Gardone). et è l'odierna cattedrale di Sirmione, dedicata a di legno scolpito, e una pala di non certo autore di Ma ivi Ars di di Desiderio e dei suoi. IL LAGO lui ai sempre nel in poi agli la 45 guerriero Federico di Venezia, II, da tenuta Visconti e infine formidabile posizione, la rocca di Manerba fu atterrata Scaligeri gran conto per GARDA Franchi a Biemino Passata successivamente dai Bresciani, DI e ai a 17S7 dal Provveditore di Salò Mario Soranzo per snidarvi una e grossa banda di facinorosi che se n'era fatto nascondiglio e difesa. Della felice postura del fortilizio, •scherzosamente, dove pone in ma efficacemente disse Merlin discesa dell'esercito tedesco pel lago di « Contrastumque Quae Oggi la Cocai bocca all'ambasciatore mandato a Baldo sibi non terza, là descrizione dell'incontrastata : fecit rocca Malherbae, Benacum spazzat ubique spingardellis rupe deserta, è meta Garda Maccheronica nella la di pochi curiosi, ». e nido prediletto dei numerosi gabbiani, che dal settentrione scendono a svernare nelle miti aure del lago. Dai Monti del Sasso fino gna il limite cui arrivava al golfo di Salò è tutto una cintura di scogli, che se- la costa nei lontani tempi che la storia non ricorda. Girata la punta di Belvedere e l'isolotto di zione, — si entra nel golfo detto di l'antica Scopulns dei Romani San — San Felice, dal Biagio, che nome n' è la continua- del paese che gli sta sopra una delle più illustri terre del lago, con avanzi tempio pagano, intitolata ai martiri SS. Fe- ; di castello, e insigne parrocchiale, già lice Garda. e Adauto. Sul lato settentrionale del golfo sta l'isola di Divisa per un canale lungo 220 m. dall'ultimo sperone torio di S. Felice, s'allunga essa, stretta e sinuosa, per poco più di un chilometro mina e forma in parte i (ino due opposti CACCAVEKO DI m.), nel lago, crosti -- del promonda ponente a levante con una media larghezza golfi di SALÒ — — Salò e PONTE DI S. di S. ANNA. di 60 m., e do- Felice di Scovolo. ITALIA ARTISTICA SALÒ Due e golfi, due paesaggi — PIAZZA NAPOLEONE. diversi ; il primo aperto e gaio, sfolgorante di luce, pieno di vita operosa, tra domestici monti e apriche colline, sotto orizzonti larghi e luminosi il secondo, solitario e raccolto, fra sponde basse e melanconiche, pieno di ; ombra e di mistero. funebri e votive, lessero Lapidi gallo-romane, Cattaneo, e più tardi è di S. e nell'anno stesso da ; donata da Carlomanno già ricordato Biemino, d'Assisi, che vi Gratarolo e il Silvan indizio di vita attiva fin dall'epoca romana. Nell'870, Labus ai monaci il noli' Isola fonda un monastero di Zeno di lui Verona; nel 1220 venduta in è posseduta dal parte a S. Francesco Minori Osservanti, detto allora Romitorio del beato Francesco da Gargnano. Verso la metà del XV secolo vi abitò S. Bernardino da Siena, che per qualche tempo visse in penitenza, in uno speco scavato nel sasso sul fianco settentrionale dello scoglio, a margine del lago speco, che reso più accessibile e sicuro per recenti ristauri, è ancora una delle attrattive dei forestieri che visitano l'Isola. E fu appunto dopo la dimora del santo, e pei consigli di lui, ; che i frati posero mano convento (1438) e alla sistemazione dell'Isola, dee per molto tempo dopo loro proprietà, e d'allora alla rifabbrica del diventata ormai tutta di — — nominata Isola dei frati. Nel monastero, ampliato e ornato di chiostri, di logge e giardini, tenne per parecchi anni fioritissimo studio di teologia, sul principio del XVI secolo, il P. Francesco della nobile famiglia bresciana dei Lechi, comunemente conosciuto sotto il nomignolo — dice il di P. Lecheto. Gratarolo E tanti erano gli scolari alle sue edificare lezioni, un luogo apposito, a guisa che si di anfiteatro, dovette dove i LAGO IL DI GARDA frati e gli altri scolari disputavano passeggiando.... 47 con un tribunale da capo dove ei leggeva. Per questo, e per l'aere dolcissimo, in cui vivono e maturano all'aperto cedri ed aranci, l'Isola era visitata dai più cospicui personaggi che venivano sul lago; fra i quali Alessandro parte, ivi morti - - il Fregoso e Giano suo figlio, profughi da Genova per ire di primo nel 1565, l'altro nel 1592 - - e ricordati da due pietose epigrafi latine. Antica tradizione narra che Dante, mentr'era in Gargagnago di Valpolicella, Benaco, approdasse all'Isola, e vi si trattenesse in teologiche dispate con quei frati: né pare priva di fondamento, se si ricordi la fervida ammirazione del Poeta pel Poverello d'Assisi, visitando il « . Meglio e l'altissimo pregio in cui SALÒ — . . .la in gloria del ciel mostrò cui mirabil vita si canterebbe, » di tenere l'opera terrena di lui IMBARCADORE DEL PIROSCAFO E PORTICATO DI FRONTE AL PALAZZO MUNICIPALE. ITALIA ARTISTICA 48 Soppresso il convento, sullo scorcio del secolo XVIII, l'Isola fu venduta e ri- che nel 1817 passò in proprietà del co. Luigi Lechi di Brescia,, venduta discendente del famoso Lecheto. Già decaduta dall'antico splendore per le guerre che nel secolo XVIII avevano più volte, fin SALÒ turbato la STKADA E CAVALCAVIA. Riviera, e peggio per l'abbandono in cui era rimasta del convento, fu dal al — Lechi completamente posto del diroccato monastero, e coltura nuova di Ivi, a godere della dopo la restaurata, con fabbrica di conversazione e della olivi, di viti signorile ospitalità soppressione comoda villa e d'alberi fruttiferi. del dotto conte, IL LAGO DI GARDA 49 venivano da Brescia, da Verona e dalla Riviera, amici e conoscenti; fra quali Camillo e Filippo Ugoni, Cesare Arici, Giovita Scalvini, il co. Giovanni Arrivabene, l'archeologo Labus, Alessandro Turri, noti tutti nella storia letteraria e politica del i tempo; onde assai bene, nel suo poemetto Sirmione, cantava ...... Che albergo il Nell'estate del di cospiratori, nota inedita che « la 1.82.1, fu invasa si Per alcuni l'Isola, dalla le ». non a torto sospettata sbirraglia dalla austriaca, e la casa polizia come ricetto perquisita. Riporto la conserva nell'Archivio di Stato di Venezia. assunti in via politica, dietro le segrete denunzie portate sopra supposta esistenza d'alcuni Lechi fra di Sofia accolse PIAZZA VITTORIO EMANUELE. riferisce al fatto e si atti isola bella di conigli e di romiti Un tempo, or delle Muse e E dell'arti ospitali pregio SALÒ l'Arici: persone avverse Carbonari in Toscolano, viene indicato al Governo e sospette di Carboneria. Fu anche questo fatta una do- una piccola stamperia volante di caratteri minuti, che fu asportata. Si stanno proseguendo le investigazioni ». La nota è in data di Milano 17 ottobre 1822, ed è firmata dai miciliare perquisizione nella sua Isola del lago e gli fu trovata dalla Polizia Salvotti e dal De Rosmini. ITALIA ARTISTICA 50 Non è qui il luogo di dire dell'arresto del Lechi e del successivo processo per la storia dell' Isola sapere potè tornarvi prima lato e vessato e che vi rimase, fra gli zioni campestri, fino al fratello vigi- polizia, anno 1S32, nel qual poi, nel 1837, al generale Teodoro. Nel 1860 Governo il Teodoro co. la cedette nostro, che vi iniziò opere presto tificazione, abbandonate, e per qualche tempo venduta 1825, dalla i studi e le occupa- vendendola l'abbandonò, non del giugno continuamente bast ; ch'egli presidio. barone Scotti tenne vi Nel al for- di 1869 fu Bergamo, e nel 1870 al duca Raffaele de Ferrari di Genova. Presentemente è della figlia di lui, sposa al Sotto SALO — romano Scipione Borghese. principe al geniale il proprietari, PORTA DEL PALAZZO DEL PROVVEDITORE. impulso degli attuali Isola fu tutta Nulla si tralasciò l' trasformata. l'arte di può dare e ricevere un'altra dalla di volta quanto natura, e questa da quella per completarsi e fondersi armonicamente a soddisfazione dei sensi veramente qual'è e dello spirito, così che oggi essa appare dosso Sull'elevato liente verzura intensa fra orientale, dolce agrumi, d'oleandri, di ginepri s'alza e pini, di palazzo, restaurato palmizi di camelie, di superbamente ampliato e di , lecci, di dal gioiello e paradiso del lago. sa- 1894 il al 1901, sui disegni e sotto la direzione dell'architetto Luigi Rovelli di a mezzodì, con l'alta fiancheggia, ricorda ( La renova. il dettagli i e le sontuosa dimora, sotto del tinta cielo la sono assume la e e tra in La decorazioni. calda benacense, cangianti dell'onda che lungi, la palazzo dogale di Ve- nezia, e di stile veneziano-orientale gran parte facciata torre-padiglione che mutevole i riflessi bagna, vista da nella luce e nell'ombra fanta- stiche forme, quasi per influsso di sogno, o per virtù Che di magìa. dire letifica l'occhio che occupa dell' incomparabile vista che dall'ampia terrazza-giardino, tutta la fronte primo piano, aperta per scinante bellezza del tre Garda! all'altezza lati A del sull' affa- destra, il salò — finestra interra cotta della cattedrale. SALO — FACCIATA DELLA CATTEDRALE. (Fot. Negri, Brescia). ITALIA ARTISTICA 52 fiorente piano ondulato della Valtenese sparso di castelli, di villaggi e casali; Sirmio verde, e Desenzano operosa, e davanti, lo specchio iridescente dell'acqua, e giù i colli di Lonato, di Solferino, più poeti, ai caro Peschiera turrita, e il Mincio SALÒ di Castiglione e la e ai suoi tramonto. piedi pianura Lazise, fino — l'OKTA DELLA CATTEDRALE. all'ultimo Osano, Bardolino, orizzonte; Garda, a sinistra la sfolgoranti fra mole del Baldo nimbi d'oro al LAGO IL Dopo il breve golfo Portese e di GARDA DI la 53 punta del Corno, ecco protendere dal seno lunato Salò < chiome le e ride fanciulla che in e danza entrando abbandona velo a l'aure il con le man' piene, capo giovine ». e gitta fiori esulta le braccia candide, le come lieta il SALÒ — e di fiori FIANCO DELLA CATTEDRALE A MEZZODÌ. (Fot. Capitanio, Brescia). Il golfo di Salò, con quello di del lago nessun ; altro è più di M. San Bartolomeo, allori e lui Garda di fronte, vario, arso, giallastro fino a di viti fino alle prime case della ombrosa valletta, e più cui gioghi di Salò e scherza i colli il alto la ridente. di costa, esse a sinistra, le Valtenese sacra a Bacco — e in fondo i monti A destra ; di di — - olivi, di colline di S. Caterina fronte a' V. Sabbia, Salodinm, e forse prima Salouum entrandovi, poi vestito di Portese, e Cisano sole con gli ultimi raggi del tramonto, e di Volciano, Intorno a Salò allegro, ; massima larghezza la un terzo città dolcemente digradanti verso oriente, e su misura a cavaliere di M. Covolo, su suoi piedi la valle brillanti di neve. favole e leggende fio- ITALIA ARTISTICA 54 rirono. Chi la volle fondata chi dagli abitanti da una Salonina regina, chi da Saloo lucumone etrusco, città di Benaco, sommersa per la mina di un della favoleggiata monte. All'epoca di Roma, Salò doveva esser già stazione importante. Porto romano SALÒ - INTERNO DILLA CATTEDRALE. - oggi interrato - eravi Vittoria, a Giove, e lapidi ai Gratarolo alle - - una torre presso Mani la cattedrale alta cento piedi, dedicata dee Vittoria e Bellona, forse odierna, e templi a Nettuno, alla e a Mercurio, e iscrizioni funebri, e in — stando al da Marco Menila e Druso Fedele parte l'attuale di fianco alla parrocchia. < Oh J w Q O u CO UJ Oh Uh tu < ITALIA ARTISTICA 56 Ponte romano, a botte, costrutto in pietre lunghe da tre a quattro metri, senza siste ancora, a un chilometro dalla città, al principio della salita per Torcerner mini. Anticamente era detto Camera, ora S. Anna. ionete, armi, embrici e sepolcreti romani furono scoperti SALÒ — a Barbarano, frazioni CATTEDRALE di Salò, — PICCOLO ALTARE A DESTRA DI a poca strada da esso. l.l.'AI A occidente, apparirono avanzi di vie lastricate e mosaici domina ; IAK dall'aratro a Villa e MAGGIORE. Liano, vicino a Salò verso e sul poggio giocondo che da una parte sai lago e sulla beata ritta una chiesuola, intitolata a S. Pietro, detta sul luogo S. Pietro d'Aliano, evidentemente d'origine romana, sacra forse ad Apollo Deliano, o a Diana, chiamata Delia, da Delo sua patria. il Riviera, e paesetto, e dall'altra da cui s'allarga lo sguardo, sulla valle del Chiese, sta IL LAGO Nel fosco medio evo, Salò fu DI GARDx\ 57 primo a sostenere gli urti di Brescia ad avere soltanto quando diventò capoluogo della Riviera d'occidente, a danno di Moderno, per opera di Beatrice della Scala, moglie a Bernabò Visconti; il che fu nel 1377. E in quell'anno stesso, cocastello, nelle guerre fratricide. 'Vera importanza però cominciò salo — MENSOLA DEL PULPITO E PILA DELL'ACQUA SANTA NELLA CATTEDRALE. (Fot. minciò a cingersi di mura con torri Ferrano, Milano). verso monte e in parte verso lago ; mura, delle quali qualche cosa resta lungo la strada detta Fosse, e verso la piazza del Carmine. La nuova tire allora il dignità, la popolazione aumentata e la cresciuta agiatezza, bisogno di provvedere più decorosamente al fecero sen- culto e alla residenza dei magistrati. Il palazzo del Podestà, o meglio del Capitano-Rettore, come si diceva al tempo ITALIA ARTISTICA 5§ doveva già esser costrutto nel 1386 da poi che vediamo che la pubblicazione dei nuovi Statuti, in quell'anno appunto avvenuta, fu fatta davanti la casa Capitanens, posila in centrata del Comune, in qua habitat infrascriptns Dominus oggi Ferdinando Bertoni stava ne apnd laemn. E appunto in via Fontana palazzo, che poi ingrandito fu dimora dei Provveditori veneti, e ulteriormente trail dei Visconti, ; — — sformato, è sede attuale degli uffici giudiziari. vasto fabbricato con portico, sotto cui Il assistito dal Giudice, constava di due monte, divise dalla strada in ; una verso lago, cui e unite, all'altezza del basso, sostituita all'antica, o moderna, Capitano rendeva ragione il di cavalcavia a ponte, volgare e disarmonico, L'attuale volto. parti perchè pericolante, popolo al verso l'altra primo piano, da un archiè opera relativamente per dar più aria e luce alla o via di sotto. E che così personale veramente, mi persuade una sia lasciataci in proposito dal Gratarolo. - - — notizia Il esatta di certo perchè quale, nella sua Historia della Riviera di Salò, avverte che l'acquisto della casa verso monte fu a spese della fatto, reggimento del Provveditore Giulio Donato (1550), la congiunzione di essa con quella verso lago poco dopo, durante il governo di Francesco e Pietro Nani, e che finalmente il passaggio, ch'egli chiama poggio, fu dipinto da lui Comunità, durante il due cavalli di Q. Curzio e di Orazio Coclite. Il che dimostra che P antica doveva essere costruzione di diversa mole e sopra tutto stesso coi — mi pare — di assai mag- gior dignità dell'odierna. Decoroso e belle proporzioni è di il portone a tutto contorno ad arco e semicerchio coi larghi e un tempo ben adagiati gradini di sfondo di di marmo marmo nero. di E insegne Provveditori, legate diversi al/ri abbi glia inculi che da mensole. Ricorda e ringhiera di parimenti lo scalone, e di dipinti. di stucchi dei al bianca, con pietra bianco, soffittato a volta, e certo ornato Gratarolo dice che la sala maggioro era fregiata sotto Il che dà accesso sesto, palazzo da tramontana, con basamento, colonne e architrave da Cartuccie, s'usano ne' Grotteschi, e da- distinte a il palco e in giro, delle Arpie, da fogliami e da Ire a tre da termini e un loggiato verso lago, col soffitto dipinto da lui stesso, ferro con pomi d' oricalco, e un giardino verso monte con agrumi e altresì piante sempre verdi. La cattedrale di Salò, intitolata a S. Maria Annunciata, ebbe principio il 7 ot- tobre 1453, presente il vescovo di Brescia Pietro da Monte, essendone architetto Dalle Vacche, pavese. La chiesa sogni elei archi-acuto, e sebbene guastata più tardi pei crescenti bipur sempre opera d'arte tra le più insigni della provincia bresciana, è in stile culto, è recentemente il iscritta tra Nella facciata — i monumenti nazionali. — s'aprono tre porte. La maggiore, pregevole non intonata col resto, alta per tre gradini sul piano stradale, è a luce rettangolare, con quattro colonne, due per lato, accoppiate. Architrave, capitelli, arco, sfondo e frontespizio sono di pietra nera e bianca alternate. Sette figure le danno carattere e imponenza monumentale due a busto intero, in altorilievo - S. Pietro per sé, rustica ancora ma : - IL a S. Giovanni Battista — LAGO SALÒ S. Filippo da — capitelli delle 59 ; due, la Vergine e l'An- colonne ; un Padre Eterno a ANCÓNA GOTICA NELLA CATTEDRALE. figura, nel centro del frontespizio — GARDA stanno nel mezzo dell'architrave gelo Annunziatore, a figura intera, sui mezza DI in anconette circolari, ; ai lati Salò, allievo del Sansovino, e di certo due teste a tutto rilievo dell'arco. Il lavoro Gobbo da Milano. — S. Giovanni e di scalpello è di Pietro ITALIA ARTISTICA 6o SALÒ Veramente — CASA SORLINI, DOVE NACQUE GASPARO DA SALÒ. doveva essere un'altra lavorata a smusso e colonnine fetto, Brescia ; ma la porta tempio, e questa in del da elegantissime mastro Jacopo per- stile da Filippo riconosciuta inadatta per la piccolezza, fu lasciata da parte, e regalata Comune, con deliberazione 24 febbraio 1580, ai cappuccini dove ancora si trova. Le due porte laterali, pure rettangolari, e le sovrastanti poi dal di Barbarano per la loro chiesetta, aperte più tardi, a dispetto dell'arte. lineo le finestre dei fianchi, come è palese nella tele di disputabile valore che si — — si sostenute da dodici piloni — già in la al retti- archiacuto, stile chiudevano, per lasciar posto veggono anche L' interno della chiesa è a tre navi laterali — mentre quelle dell'abside muratura esterna furono finestre, Parimenti, a sproposito, furono ridotte a alle grandi presente. centrale circolari di pietra doppia in larghezza delle grigia a massi sovrapposti e commessi, di circa tre metri di circonferenza, con basi e capitelli ornati, reggenti gli archi longitudinali, quali dall'altra, e da una parte poggiano su goccioloni a del disegno primitivo, levate per S. Carlo Borromeo lasciar anche i trasversali fregi, sostituiti posto alle nella sua visita in Riviera (1580)0 rabile per la carità e lo zelo di religione pura che delle navi evidentemente cappelle laterali, tutta la sua ; i colonne ordinate Santo uomo davvero informò minori alle e da ammi- vita, ma LAGO IL non perdonabile in arte per GARDA DI manomissioni e le 61 consumati nel lungo gli errori estetici suo episcopato. L'abside è poligonale, alzata per cinque gradini sul piano della chiesa e termi- nata da cupola, tutta occupata rappresentante la da un grande e bell'affresco di Palma il giovine, Vergine levata in cielo da angeli, fra l'estatica ammirazione degli Apostoli. forma parallelepipecla L'altare, di l'attuale barocco. Su di esso stanno Opus massicci, di stile barocco, dorati, in Ioseplii Filibertì, 1755, regalati dalla blica veneta. Gli stalli del coro, distrutti con sostituiti La gli attuali, dieci nicchie — nell'invasione Repub- francese del 1796, vennero senza merito d'arte. ancona gotica, a due ricca non so quando, con di bronzo origine, fu cambiato, grandi candelabri e un Crocefisso sei cinque per parte piani, intagliata e — dorata da Pietro entro cui stanno le figure Bussolo, a legno dorato del in Redentore, della Vergine e dei Santi tutelari delle otto chiese dipendenti dall'antica Pieve salodiana, fu levata dall'abside su cui stava anticamente impostata, ed esiliata sopra la porta maggiore senza le guglie e gli ornamenti che la coronavano, per non ostruire il rosone sovrapposto così che nella penombra in cui oggi rimane, e per ; incomoda postura, passa quasi inosservata. Ai lati dell'aitar maggiore s'alzano l'organo e l' il controrgano, massicci e sovrac- carichi d'intagli e dorature che offendono nella severità opera un messer di Otello, finiti nel 1547. E religiosa del tempio. interessante sapere che Sono nell'organo il 1530 il celebre organaio Gian Giacomo degli Antignati, com'è provato da lettera pubblicata dal Molmenti. lavorò verso Raccomandato a una il Crocefisso di legno, dell' rolo grandezza ultima cappella di destra. — addossati come si al naturale, stava anticamente ch'ora è collocato lavoro di artefice tedesco, e costruzione, gli alle pareti — sopra l'altare a detta del Grata- laterali fra altari erano gl'intercolunni, vede nei migliori esempi del gotico puro. XVI Sul finire del più riprese, in È piloni, di fronte all'abside, i lodato dal Mantegna, e messo in credito d'uno dei più bei Crocefissi d'Italia. Nella primitiva lato, di trave, fra le dieci secolo furono poi aperte, cappelle laterali, corrispondenza alle in cinque per campate, fra colonna e colonna, con volto ad arco a tutto sesto, e sop- palco pure a Erano di jus patronato di provvedevano con magni- volto. ricchi salodiani, che le ficenza. La era chiesa fino ai primi anni del secolo scorso amministrata direttamente dal Comune, che vi stipendiava maestri di musica per servizio del eulto e per suonare. Viva — insegnare come al ai giovani a cantare e a presente — era la passione RITRATTO DI GASPARO DA SALÒ. ITALIA ARTISTICA 02 per la i usica in Salò e in Riviera, e meravigliosa l'attitudine di apprenderla, inco- raggiata in più modi dai reggitori e dai cittadini più Celebri, sul principio del secolo otti, Salò XVI, furono colti. sopra nominati Violini, oriundi da Polpenazze in qualità di via Garibaldi — Agostino e Francesco fratelli i sonadori della cattedrale. Abitavano Valtenese e di Borgo in stabiliti in Belfiore — oggi Vioìinorum, così da essi chiamata. in contvata di Agostino fu Bernarmarzo 1547, e passato poi Francesco Bertolotti in Ferrara in qualità di musico di corte. E ancora, che da nacque nel 1542 il celebratissimo Gasparo, inventore del violino, noto, prima delle Il Livi nei « Liutai bresciani » ci apprende dino Bertolotti, distinto compositore, nato SALÒ ricerche del Livi, col Al qual proposito nome — si cata via dei Violini da tempo dal signor Sorlini Gasparo da deve finalmente — figlio 13 il Saio. ricordare che alle pazienti e lodiano Mattia Butturini mente che Salò PALAZZO MARTINI NGO A UAKBAKANO. solo di è giusto in la sottili indagini del sa- precisa designazione della tanto cer- — — scomparsa e della casa posseduta attualdove nacque l'artefice del più meraviglioso fra gli strumenti. Per istanza degli abitanti del Borgo occidentale, accolta con Ducale 24 gensi dava mano in Salò a un'altra chiesa, l'attuale di S. Bernardino, a una naio 1476, sola nave, ampia, ma di nessun pregio architettonico cordata per una tavola del Romanino, esistente ; sopra degna il tuttavia d'essere secondo altare a ri- sinistra, LAGO IL SALÒ DI GARDA FONTANA MONUMENTALE NEL PALAZZO MARTINENGO. per commissione della nobile famiglia Antonio taumaturgo. Il Santo, di grandezza al naturale, sta ritto sopra una specie dì tribuna. Il lungo saio francescano gli scende fino eseguita Segala di Salò, rappresentante S. ] e caviglia alla ignudi destra nella : palma, nella scoperti lascia sinistra tiene a assistono cui i piedi simbolica un libro compiere un mi- prostesa aperto. Pare in atto di racolo, la angeli raggrup- — mentre il quarto è occupato da un F inferiore a destra ritratto a mezza figura, con le mani giunte, in atteggiamento di preghiera. Il angoli, pati in tre — ritratto dro vuole sia del donatore del qua- si alla legge chiesa. MDXXXIX La In Hieronymi « fondo a Romany destra si Brixiani ». un po' guasta, è disegnata con cura il colorito forte, come nella maggior parte delle opere del celebre emulo del Moretto. tavola, ; — PALAZZO MARTINENGO. statua di una dogaressa. SALÒ Attiguo alla chiesa, e fabbricato con- ITALIA ARTISTICA 64 convento unente, eravi temporar di Francescani Minori Osservanti, quale fu edificata nel secolo scorso la Sottoprefettura. Coevo della cattedrale è il Palazzo del Comune portici del Sansovino, decorato soffitto della sala del Consiglio Press'a poco dello stesso - che gli stava di fronte uno dei cinque — — ristauro in coi bei — da Andrea Bertanza. tempo era oriuoli pubblici, ora esternamente da Tomaso Sandrini, e nell'interno come pure ; — sull'area del che il — palazzo pure a portici testé demolito l'attigua torretta, sulla quale veniva collocato sul principio XVI secolo del già contavano si in Salò. Nel mezzo della piazza s'alzava dorica, sormontata dal Giustizia ; Leone di S. sopra sette gradini una monumentale colonna Marco, e mine ; distrutta la prima e Di pari passo con particolare riguardo il le l'altro, nel la erigevano nel 1526 nella piazza del Car- si quando sostituita dall'attuale, gina Margherita; trasformato raffigurante statua prima occupazione francese per fondo del lago. far posto all'albero della libertà, giace ora nel Chiesa e monastero di Domenicani una base alla bel lavoro, che, abbattuto e infranto nella si aprì nuovo il viale Re- 1864, nell'attuale Orfanotrofio femminile. opere pubbliche procedevano le private, fra cui merita vasto palazzo, situato nella contrada di Barbarano di Salò, at- tualmente proprietà del Martinengo co. Cesaresco. Fu edificato nel marchese dal 1577 Pallavicino, governatore generale Sforza ed era, ed è, dimora principesca por ampiezza di sale e di apvenete, dell'armi per partamenti, lago e sul soavità monte, per giardini dì viali sul chioschi e e boschetti di aranci, di cedri, di melagrani, di magnolie, monumentali di oleandri, fontane e di allori peschiere sopra tutto pel vasto, incantevole rama dove che presenta da si Non sulla ; colli, per ma pano- parte ogni guardi, sull'acqua, sui catena del Baldo, ; per sulla pianura lontana. par quindi, sotto questo aspetto, esa- gerata la viva, entusiastica descrizione che ce ne ha lasciato lady Montagli, inamorata tanto d'Italia, nella ormai famosa lettera scritta di là alla figlia contessa di Bùte nel 1749. Cresce interesse le SALÒ PORTA DELLA CHIESA DEL CONVENTO A BAKBARANO. — paurose storie di al luogo il conoscere violenze e di delitti esagerate nella popolare imaginazione IL — legate al LAGO DI GARDA mae- stoso edificio, specie n' quando, da verso 1650 il , diventato era signore conte il Marti- Camillo nengo, masnadiere feroce, che aveva per lungo tempo tenuta in soggezione la contrada, e avea dato assai torcere filo da go- al verno veneziano. Ivi cercava rifugio nel Paolo — CURA DEL REFE. Giordano Orsino, duca di Bracciano, con cisione retti, SALÒ 1585 della la bellissima Vittoria Accoramboni, diventata sua prima moglie Isabella e del marito sposa dopo di Vittoria stessa, Francesco l'uc- Pe- nipote di Sisto V. Morto il duca improvvisamente lasciando erede universale l'Accoramboni, con avuto da Isabella, il palazzo fu circondato dagli Ordi vendetta. stento riuscì Vittoria a fuggire, ma raggiunta a Padova, pregiudizio del figlio Virginio sini sitibondi A fu trucidata dai sicari di Lodovico, fratello del morto Giordano. Sappiamo dal Gratarolo che la salma del duca fu, con pompa e accompagnamento di carmi latini e italiani, tumulata nella chiesa dei cappuccini di Barbarano, donde fu poi levata più tardi, per ordine di Sisto, e gettata non si sa dove. A Salò comincia cedraie e la Riviera, che profumi dei loro fiori ; qui il Gargnano. Di qui gli uliveti e spandono l'allegria del loro colore finisce a giardini, quasi senza interruzione, i sole brilla più limpido, più serena è l'aria, le e i e più dolce la vita. La poco più alta una linea di case, di strada lacuale, che corre ora sul margine del lago, ora a Gargnano, fra siepi di lauri, è quasi tutta segnata da e di alberghi, sorti per la maggior parte, come per incanto, nell'ultimo da quando cioè cominciò l'affluenza degli stranieri. Sui pendii facili e lieti, a cui cento sentieri e stradette s'adagiano paesetti e casali; reschi tutti ; facilitano fino ville ventennio, l'accesso, Morgnaga, Gardone, Fasano, Trisnico, Bezuglio, pittomemorie o per storici avanzi benedetti per aria molti interessanti per balsamica, per saporosi prodotti, per dilettevoli passeggiate. ; ITALIA ARTISTICA ó6 tutto il unta estrema di Fasano, dominante i golfi di Gardone e di Maderno, e Ugo fino agli ultimi confini di mezzogiorno, sorge la villa elegante di Giu^anardelli ; dove, or son pochi mesi — la sera del 26 dicembre 1903 lustre patriota e statista, in faccia al bel lago, smagliante di — l'il- luce e di colore, spirò l'anima grande e buona, E subito dopo Fasano, s'incurva in arco soavissimo il golfo di Maderno, il pa- radiso del Benaco. GARDONE — PANORAMA. (Fot. Negri, Brescia). grosso borgo, circondato da giardini di agrumi, ch'ivi al bacio del sole più grato esalano il profumo del fiore, e più pronto e più dolce maturano il frutto, è disteso a semicerchio sul golfo, limitato a mezzodì dalla punta di Fasano, a settenIl trione da un largo promontorio detto capra — dal latino campora — formato dai depositi del fiume Toscolano. A Maderno, ai tempi di Roma, era un tempio ad Apollo, con alcuni terranei, scrisse Silvan Cattaneo, dove l'oracolo testimoni d'intensa vita religiosa e politica. dava li volti sot- responsi; ivi lapidi e sculture, \ IL Nell'età di mezzo, e fino al LAGO 1377, DI GARDA Maderno - - 67 già si disse — fu capoluogo della Riviera, quindi importante centro amministrativo e commerciale. Magnifica pare fosse veneto, li è grande residenza dei reggitori del Comune. Marin Sanuto, che la quando già cadeva la vide nel 1483, et in rovina, lasciò scritto ch'era già fu castello; à ponte et reveli no solimi fabricata davanti le fosse; modo lago tate dentro. Abbandonata prima, poi trasformata, e di nuovo abbandonata, tanta ne restava da permettere a Silvan Cattaneo di dire che, per la vastità delle fondamenta, per la grandezza delle sale e stanze reali, ben intese e comode, ancora nel secolo XVI (Fot. per le loggie, adorni e cortili, orti, giardini e peschiere, superbi Palagi die per addietro Ars et Natura, Gardone). doveva essere uno veduti fossero in quelle dei vaghi più contrade e forse altrove. A Maderno, nella seconda metà del secolo XII, sulla piazza davanti al lago, si poneva mano alla rifabbrica dell'attuale chiesa di S. Andrea Apostolo, giudicata che seguo nella descrizione monumento insigne dall'architetto prof. Arcioni da essere invidiato da città anche importanti. — — Si è detto rifabbrica, giacché dall'esame della parete interna della navata mi- nore di tramontana, appar manifesto che porzione della chiesa appartenne ad epoca più remota, forse al IX o X secolo. ITALIA ARTISTICA 68 del tempio è 3 il romanico, detto anche lombardo. rregoiari di bianco, di gradini, : plumbeo e di rosso veronese. La La facciata è di pietra porta, alzata su tre a luce rettangolare, incassata fra più ordini di pilastrini, sul cui s'impostano gli formati semicircolari archi da cordoni di marmo capitello di diversi colori. L'architrave e lo sfondo a semicerchio, corrispondente alla luce della porta, conser- vano traccie di dipinti del finestrella, e di con arco, animali, e sopra aperto quando secolo XV. Sopra la porta, s'apre furono un occhio ancora costrutte le volte facciata salienti fin sotto il circolare, della una stretta e lunga ornati di figure pilastrini e colonnette a capitelli che navata cornicione, sono di calcare l'Arcioni maggiore. geometriche crede Gli sia stato angoli della bianco, giudicato delle cave di Botticino. UAKDONE — CHIESA PROTESTANTE. (Fot. Negri, Brescial — — divise da pilastri la centrale doppia delle laterali che sopportano un arco leggermente acuto. Pilastri e semicolonne calcare plumbeo, con capitelli e bassorilievi a figure ricorrenti, segno L' interno è a tre navi e semicolonne uniti, sono a corsi di lavoro di compiuto sotto una sola ispirazione e in un solo periodo di tempo. Gli angoli dei quattro capitelli del presbitero portano in alto rilievo i simboli dei quattro Evangelisti, aquila, angelo, bue e leone. L'attuale presbitero si giudica aggiunto nel secolo XV per allungare la chiesa, ed è a vòlta a crociera e archi a pieno centro, con cupoletta impostata sull' ultima campata e non finita di fuori. L'abside antica doveva essere semicircolare, come appare da traccie esterne. Le navi minori non avevano, nò hanno, abside, ma un incavo rettangolare nella grossezza del muro per un altare, un dipinto o altro. ITALIA ARTISTICA 7° il presbitero era anticamente una cripta, in cui rculiano, chiuse in un'arca di marmo si conservavano le reliquie rosso veronese, scolpita gentilescamente — imdeqnaque mirabiliter, scrisse il Solazio che la vide già sepolcro di moglie di Minicio Macro. La cripta fu poi chiusa (1580) per ordine del Borromeo, che in quell'occasione fece anche martellare le iscrizioni e figure figuris Cesia 7 esta, con dell'arca, Lo stesso inutile offesa all'arte e alla storia. Borromeo — come già aveva corretta architettura del tempio, cappelletta, sovraccaricata sempre con fatto a Salò e altrove - aprire nel fianco poi di stucchi e dorature lo stesso criterio d'arte, 1 potendosi faceva si in quella di sinistra per la volgari. aprirono più tardi VSAMO DI MADERNO — della E nella - rovinando la navata destra una altre due cappelle, stessa navata, non VILLA ZANAHDELL1. strada che vi corre parallela a congiungere il lago con la parte alta del paese. Le pareti interne qualche segno qua e della là. Il chiesa probabilmente Gratarolo vi ricorda erano una dipinte, Madonna, di come appare da dipintura greca in un'asse secca. veggono ancora iscrizioni e sinistra, murato capovolto un Fetonte, o Apollo che sia, sopra una biga tirata da Esternamente, nei pietroni d'angolo della fronte, bassorilievi di scalpello romano; notevole in si un masso a due fianchi, due bucranii con festoncini di fiori e frutta. E chiaro, per questi e altri indizi, che anche la prima fabbrica fu condotta su area e con materiale ili tempio romano, probabilmente dedicato ad Apollo. e scoperto su due cavalli, e LAGO IL Oggi la chiesa è tra restituita nell'antica monumenti i DI GARDA 7 nazionali, è chiusa al culto, e attende d'essere sua forma e dignità. L'odierna parrocchia di Maderno è opera del secolo scorso. Fu solennemente vescovo di Brescia Gabrio M. Nava, che S. Erculiano, composte in nuova urna di marmo bianco, consacrata nel 1825 dal reliquie di dal XVII S. 1 pagana su menzionata. Erculiano, antico protettore di Maderno, vi trasportò le sostituita fino secolo alla e, per decreto 26 luglio 1466 del MADERNO Consiglio generale, patrono della Riviera di Salò, fu vescovo di Brescia nella prima metà del secolo VI. Per spirito di penitenza, o per persecuzione di ariani, fissò sua dimora sul lago, in Campione, dove visse gli ultimi suoi anni nella solitudine e nella preghiera. Fra aspre rupi, che a guisa d' inaccessibile le promontorio di tradizione, abitò Campione, il santo buso in uno asperissimo Morto cider la la il lite, visita eremita. et et È — piccollo, con santo, Brescia e concorditer ancor oggi i et muraglia — si alzano a ridosso del forestiero lo speco, in cui, secondo la per dirla con una portella paesi del lago se ne unanimiter sua barchetta senza remi, il continua il le parole del Sanuto di pieve disputarono Sanuto — uno cote. — il il corpo. Per de- corpo fu messo ne tandem pervene a Maderno, dove fu sepulto qual santo. ITALIA ARTISTICA Oltre che di pubblici tichis ma al — ancora esistenti l edifizi, anche Maderno famiglia dei Bernardini Monselice, tra ornava una nella via Benamati, ; Ivi stesso, villa sul principio da abitare Sembra che una minaccia dei cortigiani; la l'estate — con la in l'altra del fatto è che il il due ne posse- terra, dell'Arco, in via gradinata, si saliva d'agrumi e d'ogni specie di frutti. duca Vincenzo I di Mantova edifi- sua corte. LA PIAZZA E IA COLONNA VENEZIANA. cosa non garbasse alla tranquillità il secolo XVII, del MADERNO di lauri, privati. L'an- di palazzi prime della quattrocento, ampia, sontuosa, dal cui cortile, per alta prossimo monte detto serraglio, verde cava una si le troppo paese, o che Provveditore ai Madernesi, sentissero si Leonardo vi vedessero dalla petulanza facendosi eco delle sia che offesi Valier, lagnanze del popolo, in data 20 ottobre 1606, e cioè a fabbrica appena cominciata, Senato informandolo della novità. scriveva al tova impadronito s'è giardini et « habitazioni, A Maderno che il tuttavia signor fa Duca di Man- fabbricar per un va investendo, per venir a goder quel sito d'estrema bellezza, et sempre per il manco viene con più bocche, il che è sentito et malamente sopportato da quegli habitanti capital sin'hora di l'està quell'aura et cento et di 25 mila scudi, et ogni dì più IL LAGO GARDA DI 73 per quelle conseguenze che possono esser considerate dalla singolare prudenza della Serenità Vostra ». duca Carlo ingrandiva e abbelliva la residenza di Maderno, e per monte; su cui edificava una palazzina, teatro principale delle sue turpitudini. Circondato da femmine da bordello, da parassiti lecconi, da menestrelli e ruffiani, trascinava ivi nel fango la vita, cui niun alito di idealità aveva sorriso mai; esempio vergognoso e funesto ai nobili e ai ricchi della Nel 1660, il via sotterranea la univa al prossimo MADERNO — PIAZZA VITTORIO EMANUELE. (Fot; Negri, Brescia). regione, che già nell'universale corruzione dei tempi, galoppavano ogni dì più verso l'abisso che presto doveva case, — capra una gran serra e una chiesa Oltrepassato poche inghiottirli. il promontorio — — , ecco S. il porto di Toscolano. Sulla riva Maria del Benaco — ; ridosso del monte, lontano dal Iago per la larghezza del delta del fiume. il paese, a ITALIA ARTISTICA MADERNO — CHIESA DI ANDREA APOSTOLO. S. (Fot. Toscolano, forse d'origine etnisca, fu ai tempi di mezzo un visitando capitello l'antichissima quadrato sa, chiesa S. di qui trasportata dagli Etruschi, come narra Questo l'unico vestigio etrusco; numerosi invece importanti i resti d'una villa, posseduta secondo il — l'illustre famiglia dei Maria del Benaco, notava da quattro colonne di serpentino, sul forma d'ariete; divinità orientale questa, sostenuto quale era scolpito un Giove Aminone, in come ognun vico principale della Riviera d'occidente, Roma. Marin Sanuto nel il Sommer, Napoli). Nonii-Arii, nel vasto la tradizione. quelli dott. terreno che si romani, e sopra Claudio Fossati stende fra il — tutti dal- lago e le ultime case del paese. Quivi, dagli scavi praticati per lunga serie di anni sati t colonne e statue di marmo, lapidi letterate, piombo, embrici, terrecotte, medaglie, monete, dipinti coi colori più vivaci e brillanti, fini come « emersero mosaici scrive > vastissimi, il Fos- condotti di capitelli e cornicioni lavorati, intonachi una svariatissima quantità di marmi, dai più porfido, cipollino o caristio, alabastro, verde rosso e giallo antico, breccie LAGO IL GARDA DI 75 d'Africa, diaspro, pentelico età, ai più comuni, carrarese, botticino, serpentino, granito, Santambrogio etc. Vennero in luce sepolcri, cippi funerari, cementi durissimi, modanature, mensole, fregi, rilievi, testine, pezzi di statue e colossali mu- serraglio, rature in operi sigillilo, solàio e reticolato ». Sanuto descrivendo Toscolano aveva detto « li è molte antigità si trova sotto terra epitafii di perfete letere et antiqui, et si cava molti musaichi ». Caduta la villa per mano dei barbari, o per l'opera edace del tempo, molta parte di essa precipitò nel lago, dando origine alla favolosa leggenda, ripetuta dai Già il : più antichi scrittori di cose benacensi, e vestita poi — poi ricca e popolosa città Benaco — ivi esistita, dall' Arici di poetica grazia, di sommersa per terremoto o per violenza di acque. ...... A remi lenti ancor, se Vede sommerse il il Movendo guardo adima pescator le moli Laggiù divelte e i massi, e capovolte Giura veder le case e l'ardue torri E De i Né va taciuto che i culmini sossopra e le gli sparsi » edifici. due famosi marmi IADERN0 — ruine ivi INTERNO DELLA CHIESA DI scoperti S. di M. Aurelio Menofilo ANDREA APOSTOLO (Fot. Capitanio, Brescia). e ITALIA ARTISTICA 76 di C. Valerio Mariano, nei quali lili il primo è detto sacerdos Tusciilanovum, secondo Tuscnlaiii, il secondo so- già citato dott. Fossati, andrebbero attri- il Toscolano nostro, anzi che a Tusculo del Lazio, come fin qui credettero crescendo così l' importanza dell'antichissima terra residenza del supremo magistrato del pago, luogo di adunanza delle popolari assemblee, dimora di opulenti buiti a i ; famiglie, e sede di Collegio di sacerdoti. Cessata la supremazia Toscolano di sulla Riviera a vantaggio di Maderno, gli TOSCOLANO abitanti si diedero con ardore febbrile loro fiume; ond'è che qui noi inizii alle industrie, vediamo fabbriche aiutati dalla forza di carta poderosa del colebratissime fin dagli della scoperta, e più tardi stamperie, di cui diremo, e lavorazione di ogni sorta di metalli. Delle quali industrie, unica rimane oggi, perchè unica seppe animosamente seguirne La maggior rate, parte delle cartiere selvaggia e pittoresca, sinistra, si stretta fra i ancora fiorente, quella della carta, progressi. trova nella valle del Toscolano, detta dì lucil Pizzocolo (Gu) a destra, e M. Castello a. la più interessante di tutta la regione. Di difficile accesso per molto tempo- IL fuorché per sentieri DI GARDA 79 dirupati e malagevoli strade, fu allacciata al paese e alla prolunga tre chilometri e mezzo, scavata nel sinistra del fiume, con ampie gallerie a vòlte robuste e 1874 con be Ha e vinciale nel LAGO fianco della montagna, alla comoda via, pendenza dolcissima. Dell'antica e classica rinomanza S. Pietro, costrutta nel secolo XVI dell' TOSCOLANO veronese all'ingresso, e e una attribuita Da M. Toscolano Castello allori, di al ; industre borgata, è degna sulla piazza principale, — la chiesa di ornata di colonne di rosso PANORAMA. di grigio di Brescia nell'interno, con buone tele del Celesti Brusasorzi. la costa corre diritta rude e melanconica in agavi, di viti e di gelsi. alto, fino a Bogliaco gaia e varia Caino su alto in poggio, dominata dal basso, piena fra prati Gu e da ulivi, di verdissimi, si di ITALIA ARTISTICA So profila chiesa, gie pareti del : da cui si gode una Zuiao, stanno riparati sotto ; Gu che delle M. più basso ancora, sulle dietro e di sopra, e mette in mostra la bella gli sta migliori viste prime della come bimbi Castello, pendici, fanno Riviera in ; Cabbiana, Fornico, protezione di accigliato capolino tra Messaga e Cecina. Quest'ultima vuole la tradizione abbia bino Cecina mandato in Italia dall'imperatore Vitellio a combattervi Pulciano, il il gi- fogliame spesso nome da Al- rivale Ottone. Più a settentrione Villavetro, dai vini chiari e frizzanti, e Bogliaco, superba del ricco palazzo Bertoni, uno dei più grandiosi del lago. La facciata di esso, verso mezzodì, fu compiuta nell'ultimo quarto del secolo XVIII dal conte Delay Bertoni TOSCOLANO — SANTUARIO DI S. ; il resto MARIA DEL BENACO. dal conte Giacomo, su disegno dell'architetto Cristofoli di Verona. Notevoli, neh' interno, la gran sala mediana, sfarzosamente teca con tele del Vernet, del Bertolini. vanni Battista Distribuiti mobili qua — , e dipinta e decorata, e la piccola pinaco- una attribuita al Correggio e un ritratto di Paolo Veronese, e dipinti della e là nelle stanze intagliati ed ninnoli palazzo con cavalcavia — si trovano porcellane, preziosi. si Un vasto e ben stende verso cristalli, incisioni, tenuto Gio- stoffe antiche, giardino monte, con piante — S. scuola del Reni. rare, unito al chioschi, statue e fontane. Dopo Bogliaco, la costa rientra leggermente a formare il golfo di Gargnano, coi verdi monti alle spalle seminati di villaggi e di case. Navazzo, prati e Formaga, Liano, Sasso, a piedi del M. Avertis e del M. Pier, seguono in alto la dolce curva del golfo, e amoreggiano castagneti, fra col LAGO IL GARDA DI 81 lago, spiandone curiosi ogni mossa, e con lui corrucciandosi e rasserenandosi a ogni mutamento di luce e di cielo. A Gargnano, verso metà del secolo XIII Francescani stabilivano un loro dell'Ordine in Riviera, dopo quello dell'Isola. Nel 1289 vi erigevano accanto la chiesa attuale di S. Francesco. convento, Il il i più antico cortile del capitelli, la monastero è circondato da foglie e frutti di limoni e di aranci portici in bassorilievo. una porta, che dal chiostro dà accesso alla chiesa, architrave e cimasa finamente scolpiti a foglie e a TOSCOLANO — con eleganti colonnine, di pietra Degna sui cui d'attenzione plumbea durissima, con figure. PORTA DELLA CHIESA PARKOCCHI ALE. La tradizione locale attribuisce ai Francescani di Gargnano l'introduzione degli agrumi nella regione. Nel 1387 Gargnano era il più popoloso paese della Riviera, contando 110 fuochi. Di due grandiose ville moderne dei signori Feltrinelli fa pompa oggi ambedue, ; per ricchezza di marmi e magnificenza di decorazioni e deliziosa postura, tra le più ragguardevoli della Riviera. Subito dopo le ultime case di Gargnano, cessa la strada lacuale; a picco sull'acqua quasi immane parete. II diventa qui triste e selvaggio, quasi cupo il monte scende paesaggio, poc'anzi così vario e domestico, ; sempre però grandioso e bello, d' una ITALIA ARTISTICA S2 bellezza diveisa, che parla più al sentimento che all'imaginazione. più idosi. r simigliante a gran canale incassato fra monti. TOSCOLA.NO e paurose senso eli popolano mestizia l'acqua, entra di lago va sempre gigantesche VALLE DELLE CAMERATE. che piglia nell'animo Ogni tanto però uno sprazzo — Il Ombre del tinte più cariche e viaggiatore, verde, un lampo di che luce più plumbei un mutolo e pensa. riflessi diventa viva, : un balenìo di IL LAGO GARDA DI 33 cedraie, un dosso erboso, una conca di ulivi, rompono la nudità sconsolata grigia parete, e sono un riposo alla vista, un richiamo alla letizia di prima. TOSCOLANO Da Gargnano, un fino a 'poche VALLE DELLE CAMERATE. ripido sentiero s'arrampica Muslone; povero paesetto, case — davanti e un ma bosco di della denso su pel colle di storia, quasi quercie di dietro. A di San Gaudenzio sospeso sulla roccia, con Muslone, già feudo di ITALIA ARTISTICA 84 Maffeo do Medalli quando Galeazzo Visconti classiche caccie del il porto di Tignale, da cui soprastante altipiano, sparso di Madonna sima, che allarga il Da una parte monti coltivati sul lago, polmone e mette la il l'ali terso il narrano i malagevole il al Baldo, e dopo lui altri posto del Santuario, gli parte di lago non visti ; TOSCOLAN'O sentiero s'arriva il santuario e un'aria viva, puris- accidentata, chiusa a frutteti ; dall'altra all' ingiro dai Benaco palpitante il monti, e colline declinanti nella pianura- Quanta gioia di sole e Scaligeri di tinte, e ! erigessero un forte castello, e Tignalesi di arditi sentieri martellati nel sasso da quei salirvi dalla si nelle Comune. turchino del cielo e azzurreggiante l'onda volubile Vuoisi che signori al cervello. velate di nebbie d'oro e di pulviscoli d'argento. come e dei sovra un'alta spianata, s'alza conca Tignalese, variamente falde a ulivi, a campi, alle vita; di fronte per Moncastello. Lassù, larga e splendida vista, di Riviera (1385), della dame paesucci formanti appunto Verso mezzodì, a perpendicolo di signore medio evo. Poco dopo, ecco della era quei famosi sparvieri, ch'erano la delizia delle d e non manca chi afferma — VALLE DELLE CAMERATE. d' fieri signori per averne scoperte (Fot. Sommer. Napoli). le IL LAGO TOSCOLANO — DI GARDA COLLE DI CAINO. (Fot. Ars et Natura, Gardone). traccie nella boscaglia che copre troppe trasformazioni subì il fianco dell' irta tempio nei secoli per il montagna poter ; ma nulla v'è di certo rifarne la storia con ; no- sicure. tizie Accanto detto — serra di al porticciuolo di Tignale è il Prato della fame; breve ripiano, così — secondo Silvan Cattaneo perchè i naviganti costretti a fermarvisi nelle violente burrasche due e più giorni, non avevano modo di procacciarsi vettovaglie per la lontananza da paesi e la difficoltà delle strade. Poi Rivabella, con qualche agrumi, promontorio di poi ancora Campione — la muraglia, lungo 900 m. con corre a piedi di rupi colossali, fra le due comuni Tremosine. del di Tignale e di mugghiando il Tignalga, il - confine tra i La spianata di Campione, perennemente verde, si stacca sullo sfondo grigio monte che le sta a tergo, e passa rapida davanti come un sogno di primavera nella mestizia dell' inverno. tarsi nel lago, la divide in di quali plumbea, e più a settentrione una larghezza massima di 200 livida, Tignale ; l'altra, Tignalga precipita due parti ineguali Il : dall'alto, la e attraversandola per get- maggiore, a destra, a sinistra, in quello di Tremosine. in territorio- ITALIA ARTISTICA 86 pisi nl.ANO Molti terzina del — COLLE XX dell' Inferno Loco è nel Segnar poria a IH CAINO. per giustificare la (e fino il al 1785) discussa la : mezzo l'astore, e quel di Dante CHIESA commentatori della Divina Commedia riferiscono a Campione « E E dove il Brescia, e il là Veronese se fesse quel (.'animino designazione, ricordano comune Trentino di Tignale, — ». ed è vero e quindi anche la — tempo di Campione Trento mentre che parte destra del Tignalga, era ecclesiasticamente soggetto alla diocesi di al di ; Tremosine, e quindi anche la parte di Campione a sinistra di detto fiume, apparteneva alla diocesi di Brescia, e che infine il lago tutto si considerava pertinenza di Verona. Stando quindi alla destra segnare ; come Più tardi dante l' il secondo i tre vescovi, di Trento, di Brescia e di alla sinistra del Tignalga, e il terzo alla Verona foce, ; il primo potevano ivi in diocesi propria. altri Isola di pella dedicata a chiosatori, allegando un passo del P. Francesco Gonzaga, risguarin essa una cap- Garda, nel quale è detto che anticamente esisteva Santa Margherita e soggetta ai tre vescovi sopra ricordati, affer- IL marono che LAGO GARDA DI 37 non Campione, aveva inteso Dante l'Isola appunto, e di indicare nella controversa terzina. E l' una e l'altra chiosa ebbe eruditi sostenitori, e non poco sato per ciò. L'attenta lettura però di tutto bellissimo il è parte, persuade che Dante, se anche consapevole inchiostro fu ver- squarcio, di cui la terzina — il che si può ammettere ed ecclesiastiche di Campione e dell' Isola, non volle suo verso, che sarebbe stato un voler circoscrivere nel delle speciali condizioni feudali certo alludere ad esse col particolare una vasta e viva concezione artistica, che gli dalla stessa posizione del lago, disteso un lembo di spiaggia, o sopra un altare. parte della terraferma o nell'Isola, così, nel al mezzo presente di esso, — e di grammatica, offerte dalla vicini al Poeta, smania di i la ma Il come non loco quindi s' incontravano — senza accattarla sopra è in questa o in punto come s' terzina stessa, ma non è qui spiegazione più semplice è data quali nulla seppero di Campione né dai il incontrano anche più di logica luogo di farlo chiosatori dell' Isola, tardi quella per dir ideale, potrebbero aggiungere a suffragio, ragioni un'erudizione trascendentale ha avviluppato limpidissimo offeriva pronta e sincera si fra tre diocesi, nel lago stesso, in un dove virtualmente le tre diocesi. Si corda soltanto che appunto più che e ciò ; si soltanto la ch'era per sé l'onda del lago. TOSCOLANO — CHIESA DI GAINO. (Fot. Ars et ri- antichi e Natura, Gardone) ITALIA ARTISTICA Campione e l'Isola non cessano d'essere due gioielli, se anco por luminosità che poteva versar su di loro la parola del Poeta. I la muraglia continua monotona, opprimente e rilievi: più oltre scabra, rugosa, con mostruose BOGLIACO GAKONANO DI — ; qua lucida e liscia, sporgenze e caverne privati- senza solchi piedi sca- 'ai PANORAMA. (Fot. Negri. Brescia). vate dall'acqua. Sulla cima, gli altipiani di Bine aria; poi la valle del M. San Michele. E fama che la IV - secolo ; di tutto Una il certo - territorio Brasa e chiesa di e lo dice Pieve il sul ciglio la chiesa di Pieve, ; l'altipiano sia fra le nome che forma oggi di il — Tremosine, e più antiche doveva essere Comune. lapide bilingue, scoperta nel campanile della in della il come sospesa fondo la regione, punta forse in di del centro spirituale e civile chiesetta di Voltino — una IL LAGO GARDA DI 89 —, nella quale sono mescolati caratteri orientali con lettere credere che primissimi abitatori di Tremosine siano stati gli Etruschi. Il Gratarolo ricorda qui, presso a Sermerio, una cava di manganese, e monsignor Tiboni, nel suo « Tremosine mostra di credere che ivi si aprissero le delle terre tremosinesi romane, fa ; fabbriche di specchi, e che di là si prime , trasportassero a Venezia, dando quell'industria meravigliosa, a cui la Repubblica molta parte della sua fama e ricchezza. La parete si arretra un per tanto il DI lago GARGNA.MO come il — PALAZZO così a tempo debitrice poco, dopo la Punta di Cor/or, a cui segue BOGLIACO Anzello, celebrata per tutto fu origine la di riva di I3IÌTTONI. punto più adatto alla pesca del car- poco dopo si allarga il vago seno di Limone S. Giovanni. Qui una folla di olivi, di agrumi, di oleandri, di agavi si letifica al sole sotto la tetraggine del dolomitico monte che la guarda dall'alto. La cima di M. Mughera sovrasta a tutto con l'alta groppa rotondeggiante, e sopporta un ridente altipiano vestito di pascoli e di selve. Il promontorio La Noa nasconde la breve costa esultante, e ripiomba nella mestizia di prima. Punta dei Larici, M. Corno, M. Guil e il Passo della Rocchetta, sollevano le loro cime sulla squallida muraglia, che non abbandona pione, e più fino a Riva. ITALIA ARTISTICA go La bella cittadetta che il Sanuto definì locco di confini et pericoloso di principiar batalgia, giace nell'angolo più settentrionale del Garda, stretta fianchi dal Baldo, ai a oriente, e dalla Rocchetta, a occidente. Riva, su cui pieno comincia la sua storia di amore sicura e di speranze guarda pensoso romana. Le lapidi all'epoca il divino sole d'Italia, dalla fissate carità del UARGXANO, DALLA VILLA BETTOXI. cittadino Municipio sotto la loggia del Palazzo Pretorio, lo monete, le anfore vinarie, le tavolette ora nel Museo di Trento in V. 11 di — sepolcrali, i provano ; come pure cultri e le piastre rinvenuti nella costruzione d'argento dell'ardita strada le — che sale Ledro. Sanuto descrivendo Riva disse giò fu butada, et lì sta le reliquie romano minato. In sostituzione di Altemanno, 1124 ne costruiva nel i à dò roche: una nova, l'altra vechia che La vecchia rocca non era che un fortilizio essa, il Comune, consenziente il vescovo feudatario un'altra, vasta e forte come tempi esigevano. ». i IL LAGO DI GARDA 9i Modificata e aggiunta più tardi dal principe-vescovo di Trento, poi ampliata, o forse rifabbricata dagli Scaligeri dal 1349 al 1388, e nuovamente dai Veneziani dal 1440 al 1509, poi per lungo tempo abbandonata, e finalmente trasformata in caserma nel 1850, poco conserva dell'antica struttura, ch'è possibile tuttavia ricomporre, - con la scorta di una dotta scrittura pubblicata in patriottica e colta popolazione Ginnastica. N'è autore La il inaugurava la Riva nel 1894, nell'occasione che quella nuova sede della Società Concordia e dottor L. A. Baruffaldi. rocca, di forma quadrilatera, era cinta da larga fossa nutrita dal lago e co- GAKGNANO — PANORAMA. municante con esso, e unita a terra per due con parapetto merlato ambedue. Le porte e postierle, difese da rivellini, sostenevano quella a mezzodì aperta sul largo del fosso dove goli sorgevano quattro torri merlate, di cui uno a ponti, una oriente, l'altro a ponente, ponti a levatoio, approdavano alta il doppio le fuorché barche. Agli analtre, e tutto delle intorno muraglie pure merlate, con scarpa e antemurale. Presso la porta di levante e fra le mura e l'antemurale, s'alzava pana, a cui non terno, si arrivava che dalle a ridosso delle mura, s'aprivano una torretta quadrilatera, e su essa mura per un ponte gli alloggi, il di cui tetto legno. Nel arrivava ima cam- cortile in- fin sotto la ITALIA ARTISTICA 92 :< sibile a gi maggiore, acces- finiva alla torre solo per volta. Porte e finestre erano di pietra bigia; architravi scolpiti. i da un ballatoio che in giro >rsa > Le grondaie verso il cortile — assai — larghe alcune con erano di legno, a colori all'intorno. Nel complesso la rocca appariva opera ardita e magistrale costruzione e certa genialità di disposizione, ed è peccato che per robustezza l'antiche non rivivano più che nelle carte. In Riva stessa, nel 1220, stando al Pederzolli, era già fabbricata la civica detta ancora Apponale. Originariamente era una delle torri - - la maggiore tercalate nella cinta della città. È costrutta di grossa muraglia, quadrangolari, a piramide tronca alla base, per più valida GAKGNANO — CORTILE DELL EX CONVENTO alloggiamenti pei soldati: d'assedio. Nell'interno eranvi mensole a peduccio, che servivano vano in più Nel nel di sosl sgno alle I e travi a torre, — in- pietre resistenza alle macchine INI. ì> vi e ai veggono ancora le piantiti chela divide- si ordini o piani. 1501). cessata la veneta dominazione, l'Apponale nese di guerra, e ridotta ad pane DEI FRANI lavorata di sue forme 1.530; poi dopo altri usi. Fu alzata di ripetuti e sbagliati fu abbandonata come parecchi metri e munita tentativi di di ar- cam- rammodernamento, com- piuta alla fine nell'odierna forma, che ne richiama l'origine bellica, ed è insieme or- namento della città. Del periodo scaligero è il Palazzo Pretorio, erotto nel 137°, essendo Podestà Giov. da Calaverna massiccio fabbricato, sostenuto da loggia recentemente restaurata. ; E dello stesso periodo sono nella Piazza i portici a pilastri di pietra viva che prospettano benacense, opera di Mastro Guglielmo degli Ari soni di Como. il lago IL .cipio LAGO GARDA DI 93 - Del dominio veneto è memoria nel Palazzo del Provveditore attuale Munìcominciato nel 1475, auspice il Provveditore Francesco Trono, e nel Ba- - GARGNANO — CONVENTO stione, DEI FRANCESCANI valida torre rotonda, costrutta nel 1508 per deliberazione del Consiglio gene- rale della terra, presieduto dal Podestà Marco Reniero, quando tutta Europa lizzava contro Venezia nella lesra di Cambrai. si coa- ITALIA ARTISTICA 94 col tempo la cinta esterna, non resta ora del Bastione che la torre mozza anch'essa e cadente. colo più tardi, quando l'arte architettonica cominciava la sua parabola discendente, sorgeva in Riva uno dei principali edifizi di cui ella oggi si vanti; voglio centrale, dire la chiesa dell'Inviolata. Ebbe principio nel 1603 con elemosine di fedeli, su disegno di architetto por- CAMI'IOXE. toghese venuto da Roma, di cui non si sa precisare compiuta coi munificenti doni e legati della nobile per parentele e aderenze a Venezia, a illustre La chiesa appartiene all'ordine corinzio quadrilungo aggiunto che separa pitelli il al ; nome, e Roma fu poi continuata e Madruzzo, ricca e dei e a Vienna. esternamente è di forma quadrata con internamente è ottagonale. L'aitar maggiore presbiterio dal coro, è sostenuto da colonne di corinzii di bronzo, metallo. fianco orientale : il famiglia marmo con basi e ca- reggenti una trabeazione e frontispizio con ornati dello stesso- ITALIA ARTISTICA 96 I IV I MUSINE — ALTIIMAS'O. Ais (Fot. Sugli altari laterali attribuito al Reni. il I sono buone tele del Palma dipinti a olio sulle pareti Lucchese, scolaro del Reni gli Reti stucchi ; di ; le sono giovane l'aitar mag- Bartolomeo Mangiavino di Salò, e appare più antico della chiesa evidente quindi che ; è fu trasportato da altro luogo. Pregevoli sono gli stalli del in croce è soprannominato pitture della cupola sono di Teofilo Turri, aretino; l'affresco del taber- nacolo sopra Cristo di Pietro Ricchi, Leonardo giore, di un ; Natura, Gardone.) et TETVMVy S EX TI DVGIAVA SAH AD IS XOW^fCARI QBKA?I>V\RC|V\I; vano, la 18 16 ai 1849. tennero fino città. non lasci Riva senza visitar prima le due cascate del Varone e Il Nel 1807, soppressi Gerolimini che la uffizia- Sarca, -, forestiero Ponale, del LAPIDE DEL CAMPANILE DI VOLTINO (TREMOSINE). la Conven- Oggi dipende dal Municipio della coro, di noce, a intaglio. i Minori che tuali, al chiesa passò nel ,, CietlO. affluenti del come sopra si è IL LAGO DI GARDA 97 Precipita la prima da un'altezza di più che 70 m. in una buia e profonda spaccatura del monte, e con terrificante fragore, scrosciando e spumeggiando, s'inabissa nel fondo contro cui minuta e fitta si rompe, riempiendo il breve spazio che la nebbia fosforescente e di una pioggia di spruzzi. rinserra Resa di una accessibile al pubblico con opere di muratura e ponti sospesi, e illuminata ora con lampade elettriche, manda lampi e barbagli che turbano la vista e accecano, e forte commuo- vono la quando fantasia, così si che a lungo ne resta l'impressione nell'occhio e nel cervello esce all'aperto. Diversa è la cascata del Ponale; più libera, più ardita, più selvaggia. Corre da prima come fiume, incassata fra roccie, con una pendenza di più che 100 m. al chi- lometro, e salta di rupe in rupe schiamazzando e spumando; poi in vista del lago, anelante di vita più riposata lante vi si nella conca azzurra che l'aspetta, fremente ed ur- precipita con salto disperato. Dall'altra parte del lago, Riva dal M. Brione ; la foce del che dal margine del lago, anfiteatro, dividendo in alle alture di poco sotto due parti la fertile si Sarca, è Torbole, separata da spinge a settentrione a foggia di pianura distesa dalle spalle di Riva Arco. LIMONE — PANORAMA. (I^ot. Unterveger, Trento). fino ITALIA ARTISTICA 98 celebrata per le sue trote e per le frutta e gli ortaggi, vanta del più si Canevarù antico Stabilimento di piscicoltura del lago, dovuto all'iniziativa del prete pra Torbole è Nago, faniosa per illustrate dal nostro Dopo Nago, comincia la sella di Baldo Trentino fino Il giganti, dei Bocca alla Monte Baldo, lunga 40 chilometri il Benaco a ponente distinta in Baldo Veronese, di qui a San Vigilio. catena la di tra l'Adige a levante e 12, Navene, e di ; versante orientale è ripido e scoglioso, ingombro di macigni, con scarsi boschi e qualche prateria ; meno l'occidentale è senza conforto sentiero, montagna la domestica a dargli più depo- i apparenza, e morbidezza. in parecchi punti grazia e Lasciata Torbole, dove rigido e melanconico, specie morenici dell'antico ghiacciaio, servirono siti marmitte colossali Stoppani. profonda da io a circa, vicine le di si drizza a picco sull'acqua, senza strada, senza verzura. M. Altissimo campeggia fondamente verso lago da valloni profondi, che raccolgono le acque piovane; sostenuto rigidamente, verso oriente, da nel cielo, scavato pro- e rigurgitano in torrenti denomi- un'irta scogliera na' a Laste. Poco sotto la V. dell' Acqua, l'aspra muraglia si ritira alquanto per poi aprirsi una larga vallata, Bocca di Navene; una gran macchia del color di smeraldo che in ricrea l'occhio e l'animo intristiti, e La Ed il costa infatti una ecco, in li prepara a più ridente paesaggio. va facendo gradatamente più si lieve rientranza, Malcesine, lieta ; in e primo, sopra qualche punto attraente. una sporgenza rocciosa, non solanche per pittoresco castello scaligero, visitato con interesse dal forestiero tedesco, ma tanto per la magnifica vista che sa di poter godere dall'alto torrione, memoria comica avventura toccata al Goethe la mattina del quando, entratovi per cavarne uno schizzo, fu scambiato per una della Nell'attuale Palazzo Municipale della grossa borgata, della Repubblica veneta il Capitano del lago, magistrato 13 settembre 1786, spia. abitava fino istituito dagli alla caduta Scaligeri per la vigilanza e sicurezza del Iago. Boschi di ulivi, sui scogli — tinelle avanzate veglianti Passato cedenti, di tica, il monte, primi gradini del Isola dell'Olivo e Isola alla Sogno — fanno ghirlanda lontani dalla paese due sembrano sen- al riva, ; sua sicurezza. villaggio di Cassone, ecco nome Trimelone, poco un altro scoglio di poco maggiore dei pre- somigliante a freccia neolitica, con resti di fabbrica an- forse del castello che Silvan Cattaneo affermò esservi stato un tempo, distrutto già da' Tedeschi. con la E più a mezzodì, le casette variopinte in parata cima di Assenza e M. Maggiore o Punta Magugnano sul e Marniga, e Castelletto di Brenzone, margine e sulle più basse pendici. Di dietro del Telegrafo, il gigante (2200 m.) del versante occidentale del Baldo. A Castelletto è chiesa a S. Zeno, giudicata la prima eretta sulla riva d'oriente, forse nel VII secolo. Biazza, Pai, San Zeno, Albisano, sul dorso del monte, sotto l'ombra cupa di an- IL nose foreste, ricevono ogni LAGO dì gli ultimi lena dalla opposta Riviera fra i GARDA DI raggi del sole, 99 che, tra nubi di fiamma, ba- gioghi di M. Covolo. A' piedi di Albisano s'adagia Torri marmifera, di origine romana Castro Turrinm già capoluogo della Gardesana, sede del Consiglio generale, privilegiata dagli Scaligeri, favorita dai Veneziani, famosa per le inesauribili cave di pregiatis- — simo , marmo che racchiude nelle viscere. LIMONE — SERRE DI AGRUMI. (Fot. Torri ha castello, la cui costruzione, se dice principio del secolo scorso, tendente alla si il vero la Ars et lapide Natura, Gardone). ivi rinvenuta sul deve ad Antonio Scaligero nel 1383, essendo soprain- fabbrica un Bonaventura Prendilacqua. Dalle belle sue torri quadrate e merlate, splendenti corre sul golfo di Salò, che si apre di fronte come fari sulla riva, la vista nell'ora meridiana è un'orgia di Ogni casa manda lampi e faville, ardono le cefiammeggiano le cuspidi dei templi, splendono le torri, e colori nell'aria, nell'acqua, sulle rive. draie aggrappate alle rupi, ; dove ITALIA ARTISTICA IOO una i perle e di rubini piove e si spande riscintillando sul puro zaffiro del lago. La punta di San protegge Vigilio finisce la catena del Baldo, e KIVA — IL GOLFO. (Fot. di il Ars et Natura, Gardone). È uno dei punti più meravigliosi della riva d'oriente, e ben mostrò di caveronese letterato Agostino Brenzone, che nel secolo XVI, su disegno Garda. pirlo l'ampio golfo una villa, per eccellenza di postura e semplicità di linee una delle più ben riuscite del lago. Per intorno a lei, e sulla riva e sul monte, si stendevano i giardini spaziosi, ornati di fontane, e abbelliti da statue marmoree del veronese Campagna, con epigrammi, epitaffi e iscrizioni. Molto andò del Sammicheli, vi eresse architettoniche, distrutto e disperso nei trambusti delle guerre napoleoniche ; quel che tavia sufficiente a ricordarne l'antica magnificenza e gentilezza. resta è tut- :^f ? «j^CS v'iì^l^ '.'.-' • RIVA — PANORAMA, (Fot. Ars et Natura, Gardone). ITALIA ARTISTICA 102 Garda là sovra in lo fondo solleva ròcca sua fosca la specchio liquido, cantando una saga d'antiche e di regine barbare. Così il cittadi sepolte » Carducci nell'ode a Sirmione. Garda dà il nome al lago, nome certamente d'origine tedesca, sostituito all'ita- CFot Sommer, Napoli). lieo dolcissimo Quando Benaco. ciò sia avvenuto non più antichi documenti che il Stagnimi Gardae Federico diato, né assoluto fu andò si legga per sul principio nelle vecchie carte alternato vento e restò. può dir la con certezza ; apparisce, sono prima volta nella però che è indubitato di tedeschi storia di ; anzi i pare Ottone Frisingese, Ma né immemutamento per qualche tempo il nome Benaco col nuovo di Garda, finché questo prese il soprav- imperatore, scritta verso la metà del zio di I si in cui la sostituzione il ; XII secolo. IL Garda pago romano fu piazza alberata che le scafo ; Persico lo : dicono lo i GARDA DI della le lapidi stende davanti, e muri pagani faron scavate mura dicono — si LAGO le altre sul Scaveaghe dipinte e una di io- sua cattedrale molo a — vicinissima, in cui serraglia d'arco e della gran approda cui secondo marmo di piro- il Da il greco e quadrelli e lambelli di acquedotto, indizi probabili di villa sontuosa. E i così universale e irresistibile è la forza del bello in ogni tempo e presso tutti popoli, ch'ivi stesso, molti secoli dopo, sull'area dell'antica, sorgeva la villa attuale RIVA — IL LAGO. (Fot. Ars et Natura, Gardone). dei marchesi Carlotti di Verona. Nel medio evo Garda fu celebre per parsa. Sorgeva sul monte che chiude il la sua rocca, oggi completamente oggi Rocca. Ivi fu prigioniera di Berengario II la regina Adelaide Turisendi veronese, feudatario della Gardesana, sostenne 1158 contro Lombardia il le milizie del e d'Italia di collo sotto i qua da Roma — lo dice il ; ivi lungo e fiero Barbarossa, quando Garda, sola fra piedi del formidabile scom- golfo a mezzodì, detto Fairo, poi S. Giorgio, Muratori Turisendo de assedio nel le città e fortezze di — ancora non piegava Augusto, che potè averla soltanto nel 1162. ITALIA ARTISTICA 104 dal i tempo dei Franchi era stata staccata dal territorio veronese ed Comitato autonomo, con particolare contado stendentesi dall'Adige Muratori afferma che 1 con quello tardi A Garda fuorché la è artistico colà degno di visita da parte del forestiero, dedicata a S. Maria, con tele del Palma e del Paglia; ; a cominciare basso dal voltone che come negra - ANTICA CARTA TOPOGRAFICA (Gentilmente concessa per bocca si spalanca al i RIVA. riproduzione dal sig. Vittorio Camelli, Cons. municipale di Riva;. che corre parallela al lago, e manda suoi vicoli angusti, traverso cui appaiono striscie lucenti di zurri di cielo. dette oscure ; Quanta storia in quelle vecchie case ; verso esso ogni acqua e lembi quante memorie az- in quelle stra- e che splendida vista dal lungo lago che unisce la parte bassa al Borgo, E quanta poesia di paesaggio sulla via che sale alEremo, già dei Carmelitani, ora villa, sul colle giocondo che sta di fronte Rocca ! più alto, più libero e aperto l'antico alla 1)1 jH principio della terra entrandovi da Torri o da Costernano, fino alla stretta e disagiata via tanto la lago. vale a dire città con giurisdizione più ristretta. di Jiuìiciaria, forse, al del 904 è ricordata col titolo di città, e più nulla additano le guide che sia Parrocchiale eppure tutto documento in ! IL LAGO DI GARDA 105 '< riva V| : l'antica ROCCA. Dopo Garda, ma poggi e dossi, la scena muta : non più l'ardua e negreggiante mole del Baldo, ampi orizzonti e prati gioiosi e e dolci declivi e spianate, e più frutteti. Bardolino, feconda di uve generose, s'adagia in un largo seno fra Punta Bottagisio a settentrione, e Punta delle Fornaci a mezzodì. Nei tempi preistorici fu sta- riva: LA TORRE APPONALE '. •-' *f f * I NELLE SUE TRASFORMAZIONI. ITALIA ARTISTICA ioó zione la romano nel periodo ; signoria scaligera Romana :efti ; struttura conserva nelle spazi frapposti fra i terra importante poi di Venezia vie, ; ; nell'età oggi emporio principalmente — mezzo feudo di riva della notò il Da dei d'oriente. Persico casamenti, chiamati intere apedines. Reliquia — scaligera mozza torre e un muraglione di cinta, già parti dell'antico castello. Dell'età di tempi più prossimi di mezzo è anche la chiesa di S. Severo, con qualche affresco a noi, la cattedrale, disegnata dal Giullari di Verona, con ampia gradinata e prosono la ; pileo, campeggiatiti sulla piazza principale. KIVA — PALAZZO PRETOKIO. A Bardolino ebbe casa e morì Cesare Betteloni, che Garda, con ingegno e animo squisitamente gentili. amò e cantò il suo bel Oltre Bardolino, verso mezzogiorno è Cisano, e in alto Affi, e poco avanti Cavajon, e sulla riva Lazise ; antica e illustre terra questa, già centro commerciale im- portantissimo della riviera veronese. Anche qui è castello, attribuito agli Scaligeri, Vicario veneto uscivano ; oggi villa. L'ampio porto poi tramutato tutto intorno in murato, e residenza del l'arsenale da galere del lago a servizio di Venezia, sono attualmente interrati e dotti a giardino; restano le muraglie merlate e una darsena spaziosa. le Frequentatissimo era il mercato del lunedì, a cui affluivano cui ri- mercatanti da Ve- LAGO IL GARDA DI 107 rona, da Brescia, da Trento. Dell'antica opulenza toccò efficacemente fra Jodoco nel suo Benacns : « Lagis opum dives, navalis sechila custos Et mercis locuples. Sul limite estremo del lago, e tra RIVA — i > primi canali del Mincio, ecco la romana PALAZZO DEL PROVVEDITORE. (Fot. Ars et Natura, Gardone). Arilica — • Peschiera — , che nella lontanissima storia si annuncia come stazione prei- storica. Celebre la romana lapide — ora nel Museo Veronese — che parla di un Col- legio di padroni di barca, possessore di beni, ereditati da generosi defunti, con ob- bligo di pie cerimonie annuali. uno anche qui ne erigevano, che fortissima posizione, doveva diventare baluardo Gli Scaligeri, infaticabili costruttori di castelli, per essere sulla soglia del. lago, in ITALIA ARTISTICA ioS alle invai lo i da qualsiasi parte venissero, fino ai nostri tempi. Dante giustamente arnese da fronteggiar Bresciani e Bergamaschi. Marin Sa- bello e forte def iopo averlo descritto e disegnato a suo modo, concludeva de cadauno, più presto di vardarla che far disegno di Fortezza, judicio e : combaterla essendo victuaria dentro et non trattado, nullo mai poria haverla in potestate sua ». Dell'antica poco resta; assai più invece delle fortificazioni aggiuntevi dai Veneziani, KIVA Oggi Peschiera ha perduto mane sempre però degna di — IL BASTIONE. fortunatamente delle sorelle del — Garda per ogni importanza militare; nobiltà di memorie ri- e cortesia abitanti. ^ Pare che primi i — «^ ^ abitatori della regione del Benaco siano stati Liguri a occidente; questi sospinti e sostituiti poi dagli Etruschi i Veneti a oriente, risaliti poi Mincio. IL LAGO DI GARDA 109 Qualche vestigio della civiltà veneta e etnisca rimane nella lingua e nella traed è probabile che primi gli Etruschi piantassero sulle liete pendici di dizione questi ; colli •Carducci, la vite e forse l'ulivo, e primi vi da Desenzano, cantava « erigessero sacelli e fortilizi. Onde il : Essi che queste amene rive tennero Te, come noi, bel sole, uri O ti gittasser Da le lacustri o agili belve di goderono, umane un palafitte, fremito PALAZZO DEGLI ABBONDI. (Fot. Ars et Natura, Gardone). Veneti a l'onda Trepida O co '1 e le cavalle dessero fredda nel mattino roseo, tirreno lituo segnassero Nel mezzogiorno le pietrose acropoli. Giove Aminone Degli Etruschi rimasero materiali memorie nel Benaco e nella lapide bilingue di Voltino, di cui All'urto formidabile dell'irruzione gallica del pero etrusco non resse, e sulle sue rovine statori, vdel i Cenomani ; lago disseminati. si si » di S. Maria di disse a suo luogo. VI assisero secolo a. C, già tarlato im- il trionfalmente i nuovi conqui- del cui dominio molti segni rimasero nei marmi per ogni terra Ai Veneti rimase la sponda orientale. ITALIA ARTISTICA no questi e quelli — primi conquistatrice di Cenomani, secondi i i Coi nuovi padroni, nuova vita e più intensa corse 1 — KIVA fama i nostri vini, comode vie si POKTA che celebrati da retici, menti villaggi .e le rive del d'allora S. i Benaco. L'agri- ad cominciarono ac- MICHELE. Virgilio, da Plinio, ebbero posto subito dopo aprirono a facilitare contatti e i il da Marziale, sotto falerno ; nuove commerci, e nuovi centri monti, e allo sbocco delle formando sulle rive, sui facili cenomani s'ingrandirono e abbellirono di ville, di popo- valli, di acquedotti, di la e più e i monu- d'altari. Importantissima strada zodì, fin I lazione s'andarono piccoli caddero ben presto i.fll i quistar — Roma. coltura ebbe impulso e più razionale sviluppo, e generica denominazione di Veneti — via Gallica — da Brescia, rasentando per Desenzano e Peschiera, proseguiva fino a Verona : il a mezzo lago a mez- cammino la IL mansione di Sirmione. Altra non rallela all'Adige, LAGO GARDA DI meno importante toccava Trento, e ni — la di là traverso le Alpi, Claudia Augusta fino Damasia, a — la pa- mo- derna Ausburgo. A queste principali, si rannodavano le PORTA di lastricati, e ponti lo Di tutte però per cui le secondarie, e colonnette miliari S. MAECO. provano a Salò, a Tremosine, la più facile e più frequentata era in il Valtenese, a Torri e altrove. lago stesso mercanzie, dai più interni paesi dell'Alpi, scendevano al Di questo movimento parlano le lapidi di Peschiera, di Salò, m3moria di corporazioni o collegi di nocchieri, padroni di barca corporazioni che, a somiglianza di quelle dei e avanzi calderari, vasellai, via ; Mincio e di naturale, al mare. Riva, in cui è e fabbri tignuari orafi, tintori, ; giu14 ITALIA ARTISTICA 112 mentari, mercanti età, tutte di schietta origine romana, ed emanavano leggi avevano statuti e riti propri e ricevevano legati. RIVA — FACCIATA DELLA CHIESA DELL'INVIOLATA. Si vide già come non vi sia quasi paese del lago dove non cordi della religione, della storia e della coltura romana. si siano trovati ri- IL Il LAGO DI GARDA "3 cristianesimo, già largamente diffuso nell'impero nel trionfante nel Concilio di Nìcea (325 d. C), RIVA — CHIESA DELL'INVIOLATA non trovò — III secolo, e pubblicamente nella regione così pronto con- ALTARE MAGGIORE. senso e così numerosi aderenti come nelle vicine Brescia e Verona. ragioni, prima fra tutte l'avversione delle popolazioni rustiche a ogni a quelle che invadono il campo del sentimento. E ciò per più novità, specie ITALIA ARTISTICA ii4 1 a mez accogliere la buona novella, serene più prossimi alla con tria moltitudine, che da RIVA la via — Gallica, lambente Fra i Roma crede siano e per CHIESA DELL'INVIOLATA il si e ad ogni città, — stati gli abitanti delle rive modo Roma sul finire del IV È frequente contatto passava incessantemente per DECORAZIONI DEL SOFFITTO. lago a mezzodì. più antichi apostoli della regione, annoverano scovo di Trento. in più incerta la data della secolo o sui primi del V, posizione dei montanari, che gli fruttò il gli storici S. Vigilio, ve- sua predicazione, avvenuta probabilmente risultati, per la viva opcome incerti martirio. i IL LAGO DI GARDA "5 Nel V secolo però, stabilitasi definitivamente la nuova religione nei centri più incominciò l'ordinamento per plebi intorno ai templi del gentilesimo, occupati da principio come si trovavano, poi lentamente trasformati in chiese plebane. E questo, mentre l'impero, imbarbarito e scemato, finiva di rumare con la cagrossi, RIVA — CHIESA DELL'INVIOLATA — STALLO DEL PRIORE NEL CORO. duta d'Italia sotto Odoacre. Ertili, Goti, Longobardi e Franchi passarono come torbida fiumana devastandola e immiserendola. sulla regione, RIVA — STRADA DEL P3NALE. fFot. Ars et Natura, Gnrdonc). ITALIA ARTISTICA u8 i romana crollava e spariva, e le sue macerie prestavano lo spazio e i monumenti nuovi dell'oppressione e della violenza. Le belle rive a poco trasmutavano ogni giogo, ogni vetta in fortezze; coronava si di torri e di mura. cristianesimo, protetto dai principi, regalato Il come dai cercato ricchi, solo conforto, copriva di monasteri, di santuari e di dalle plebi chiese, sponde, colline e per tutto intorno. valli Ogni chiesa, ogni convento fruiva rendite, laute di particolari di privilegi, di larghissime proprietà e giurisdizioni, e dove queste finivano, s'insinuavano quelle dei monasteri limitrofi, specie di S. con chissimi, Zeno veronese e di Onde gran parte della regione, da maggior parte tinuò e affinò sotto mezzo diretta- il popolo minuto. le libertà comunali. La ebbe inizio allora. Fu un' epoca di rinnovamento avanzamento economico, che lasciò solchi luminosi nelbeneficenza, l'agricoltura, nell'industria, nell'edilizia, nella in Peschiera, delle opere d' arte di sapienti energie, di civile, muoveva si ric- e feudale, nella cui cer- Benaco con vita vera, operosa, feconda cominciò sul a e ecclesiastico chia, limitatamente al beneplacito dei dominanti, ambedue bresciano, di caccia e di raccolti. Riva a Desenzano mente o indirettamente soggiaceva a dominio La Leno vistosi poderi sul lago e diritti di pesca, i nell'educazione, e si reggimenti dogli Scaligeri, dei Visconti, dei Veneziani, alle lotte politiche, alle turbolenze, alle sventure, che pur troppo non con- anche man- carono. Le prime assemblee popolari stelli. si tennero nelle piazze davanti Statuti, semplici e brevi da principio, poi la necessità dei secondo tempi, il di le scaturivano, vennero Dalle discussioni e deliberazioni che ne mano mano in crescere dei bisogni, il chiese e i ca- formandosi gli più completi e perfetti, moltiplicarsi dei contatti, l'estendersi delle cognizioni. comuni seppero conseropponevano principi, che ben Gelosi della conquistata indipendenza amministrativa, varla intatta nei vari tramutamenti politici ; né vi si i i sapevano come soltanto a questo patto avrebbero tenuto tranquillo il dominio. Così noi vediamo nel 1385 la Riviera d'occidente ottenere da Gian Galeazzo Visconti d'esser considerata come in passato università per se, e il duca non trovar nulla a ridire in < Placet nobis quod tota Riperia quibus solita est stare temporibus retroactis sit et regetur in ilio statu et gradii, ». Riviera era composta di 33 terre, da Tremosine a Rivoltella e a Pozzolengo, ciascuna con propri Statati criminali e civili, coordinati In quel — s'intende tempo — Parimenti la Comunità di con quelli dell'intera Comunità, sotto pena i comuni detta Gardesana-, i cui di annullamento e multa. sponda orientale erano ordinati a guisa di federazione della Statuti il Visconti approvava nell'assumerne il dominio. Capoluogo della Riviera occidentale era Maderno fino al 1377, poi Salò, come si disse quindi rivalità fra due paesi, risolte definitivamente nel 1386 con la supremazia di Salò dove nell'anno stesso si fissava il Podestà, con titolo di Capitano i ; ; e Rettore della Riviera del lago di solenne di Provveditore Il Podestà era ibili, ili Salò e Garda Valteuese, Capitano della Rivit assistito nell'esercizio del Collaterali e Berrovieri. e cambiato poscia in quello più ia. sotto la signoria di Venezia. suo ministero da Vicari. Notari, Connesta- òfc'rì?* RIVA - STRADA DEL PONALE. (Fot. G. Xcgri, B.eic:a) RIVA — CASCATE DEL PONALE. (Fot. Untervegcr, Trento). ITALIA ARTISTICA l22 Gardesana era Torri, in cui si adunava il Consiglio generale, sidenza di un magistrato dipendente dai Rettori di Verona, iera e Riva, separate amministrativamente dalle due Riviere, avevano na un Provveditore Malcesine, un Capitano del lago; Lazise, un Vicario. Questi Statuti e ordinamenti, salvo lievi modificazioni, durarono fino alla caduta Iella ; Repubblica veneta, sotto della — — fuorché Riva cui governo, dal 1426, restò quasi ininterrottamente il tutta la regione. Dall'esame dei principali monumenti che i come più operoso, e più nobile, un poco nare, perchè entrano il movimento sotto la signoria di Venezia. ma perch'essa durò più a lungo, domini lasciarono vari i nessun tempo, paesi, è facile riconoscere che, in anche per E che altre ragioni nella psicologia di quel popolo in quasi tutti edilizio fu più vasto, questo, non soltanto non e esami- inutile è momento quel di storico così importante. E per dir modellavano i — Salò specialmente di — minori si osservi centro come importanti più i della principale parte maggiore del fabbricato attuale, rimonti all'epoca di Riviera, su quasi edifici, e cui discorre si cui si direi la indizio ; sicuro di una potenzialità economica veramente eccezionale. So non che all'attento osservatore non sfugge che in tutto quell'agitarsi della piccola capitale, appare uno studio, e quasi uno sforzo di emulare in qualche modo la capitale grande da cui dipendeva studio, e sforzo, che non si possono considerare soltanto come conseguenza del gusto artistico allora dominante. ; Venezia esercitava — mente, per con cui sapeva conquistarne mezzo l'abilità, non solamente per sui soggetti un'influenza decisa, sua creduta da essi com'era in verità — grandissima ma ; anche, la e potenza principal- l'animo, sia direttamente, sia per dei magistrati che delegava a rappresentarla, scegliendoli, per ciascuna terra, con rara perspicacia, tra più idonei del suo patriziato. i Ond'è che la sua politica, la sua arte, la sua letteratura, spirito in una parola, penetravano sottilmente, incessantemente nei rustici, perchè più semplici, più isolati, e meno i suoi costumi, il suo ne' suoi domini, e più per ciò a estranee infram- facili mettenze. Salò e figlia la Riviera, che ostentavano prediletta di Venezia, nante ogni forma lei di i titoli non suddite quindi, vita pubblica e privata; e pomposi ma di Magnifica Patria, e alma copiavano dalla domi- alleate, come nei secoli migliori stimolo potente alle naturali energie, così nel periodo della decadenza rono, pur troppo, i vizi e i quali abborriva, ne imita- difetti. Fin da quando Venezia avea posto l'occhio sulla Terraferma, fra Brescia, verso cui ebbero da serbava rancore aveva mostrato per antichissime la Riviera, stretta offese, e gli Scaligeri, dai Repubblica tutta la sua simpatia, e nel 1335 le mandava ambasciatori per invitarla ad accordarle la sua protezione. Venezia, che misurava tutti vantaggi che avrebbe potuto ricavare dalla bella regione, e capiva il grande aiuto che dalle simpatie rivierasche le poteva venire nell'attuazione de' alla i suoi disegni, accoglieva l'istanza, e nel Barbaro patrizio. 1336 mandava a Salò come Podestà Nicolò ITALIA ARTISTICA 124 ve guerre tra Scaligeri e Visconti, e erenti nella Riviera che le arti di quest'ultimi per gua- ambivano, mutarono alquanto ìel 1349 l'invio dei veneti Podestà, sostituiti gli da quell'anno animi e interin avanti dai viscontei. Venezia, maestra nell'arte mutamento ; ma difficile dell'aspettare, del lago, con la rovina degli Scaligeri, ricominciò contro i non mostrò La accorgersi del i maneggi, quale, a ingraziarsela, le conferma de' suoi che, dopo (Fot. Ars Natura, Gardone). et mandava solenne ambasceria per richiederla della diritti. Tignale sola fra le terre del lago si oppose, raccogliendo nella sua rocca ; ma dopo pochi mesi di resistenza L'acquisto della Riviera non finì il tigiani viscontei e fiera lotta 1426 all'occupazione definitiva della Riviera ago- Visconti, la condussero nel TORBOLE. guata. di impadronitasi finalmente nel 1405 di Verona e della riva orientale i malcontenti i par- si arrese a ono- i Visconti, che revoli patti. conflitto tra la anzi lo inasprì, e tutti la regione fu per parecchi combattenti intorno a Brescia assediata. gnola, il Piccinino, il Gattamelata, lo I Repubblica e anni desolata dalle più illustri capitani del tempo, Sforza vi presero parte. soldatesche il Carma- LAGO IL Romanzesco •stato dai non episodio, e direi maggiori storici GARDA DI credibile, contemporanei, si se I25 non svolgeva concordemente fosse sul lago durante il atte, memorabile •assedio. Brescia, stretta dalie armi viscontee, afflitta dalla pestilenza, stremata dalla fame, resisteva tuttavia aspettando fiduciosa soccorsi. tovaglie era quella del lago; Unica via da cui potesse sperar vetVenezia era senza flotta, mentre ne aveva il ne- ma mico che sorvegliava ogni passo. Mandarne pel Mincio, impossibile, per la buona guardia del Gonzaga, alleato dei Visconti. Nella grave distretta, un Nicolò Sorbolo e un Biasio de Arboribus, da alcuni MALCESINE IL CASTELLO. (Fot. Negri, Brescia). detto Nicolò Caravilla, idearono di calar un'armatetta nel lago, facendola risalire per l'Adige Mori ; fin a traverso fu presso al San Marco villaggio di poi sul laghetto di Loppio il compiuta 25 copaui — ; trentino ; di per quivi, terra, fino a poi per terra di nuovo fino a Nago, e finalmente, Baldo, psr Torbole, nel lago. L'ardita impresa, com'era stata proposta, in tre mesi. Per cadauna galera vennero impiegati, stando saissimi guastatori marinai e ingegneri. al — erano 3 grosse, due Sanuto, centoventi paia Dalla cima del Baldo, le di piccole e buoi, con as- navi legate con funi e sostenute da solidissimi argani, furono fatte scivolare lentamente giù per la china fino a Torbole, e poscia nel lago. L'impresa costò alla Repubblica più di 15000 ducati. 2 IL LAGO GARDA DI 127 Brescia liberata, ebbe da Venezia larghi privilegi, tra cui ambitissimo, la giuluoghi del distretto, diocesi e territorio suo, compresa la Riviera, costretta per questo a ricevere Podestà bresciano. I Rivieraschi protestarono risdizione sopra tutti i e respinsero con la forza suasi poi a riceverlo (144 toglier di motivo a il 1), primo che le non cessarono ; — — IL PORTO. stici la (Fot. Negri, Brescia) fu ristretta alle cause civili. che all'aura dei tempi nuovi, la del feudo, andava digrossandosi e acquistando ritto, turba dei di frutti peregrini, che le villani, legata alla gleba sentimento e dignità del proprio coltura delle terre migliorava, e alle selve paurose campi pieni col titolo la MALCESINE Man mano Francesco Bona. Per- certo insistenze al Senato; che alla fine, per Comunità a passargli un annuale onorario L'autorità del magistrato bresciano sempre obbligata di 250 scudi d'oro, oltre l'abitazione. — le destinò a reggere la Riviera un nobile veneto disordini, Provveditore e Capitano col titolo di Podestà presentò, si si sostituivano i di- dome- riprese comunicazioni portavano dai più lontani paesi. La vasta Lugana e Mantova, già — dal latino Incus fitta boscaglia, — stesa fra Desenzano, Peschiera, ricetto di cinghiali e di cervi, Valeggio scompariva a poco a ITALIA ARTISTICA 128 scure del contadino e dove più tardi :, loro possessioni e i i si cambiava colti campi e si copriva di casetenevano le più pingui traffici, più deliziosi ritrovi. nella Valtenese, a Bardolino, a i in Salodiani, arricchiti ne' Garda, e nella Riviera alta, a Tignale e a si piantaprosciugavano e dissodavano vano vitigni, ulivi e frutti al posto delle quercie e dei rovi si aprivano strade si alzavano case, e nuova vita operosa e civile succedeva alla solitudine e alla rozzezza, Tremosine, arginavano torrenti, si terre, si ; ; di prima. MALCESIXE S'è detto come — PANORAMA. la tradizione attribuisca ai zione degli agrumi nella regione ; (Fot. Negri, Brescia). Francescani di Gargnano certo è che sul principio del secolo vazione del prezioso frutto era già assai diffusa sul lago, poiché XV l'introdula colti- tutti gli scrittori del tempo ne parlano. Il infiniti Sanuto diceva 2». di Sorsero allora Limone a benacensi, da lastri che e sui colli, le Maderno le « qui è zardini de cedri, naranzari et serre colossali, che Salò, dove la coltura danno così singolare aspetto alle rive era più intensa. Gli sorreggono, somiglianti a ceri giganteschi, s'adergono s'addossano alle roccie, brevi terrazze, si addentrano nelle si succedono valli in pomi damo alti e bianchi pi- allineati sugli orli più ordini, a guisa di scalee, sulle e nelle gole, culminano sulle vette ; serri- LAGO IL DI GARDA 129 brano scheletri enormi di immani castelli, aspettanti le mura, le torri, le guglie che riempiano e li coronino. Nei giorni di sole, nella luce radiosa dei tramonti, sfolgorano dalle chiuse vetrate saette d'oro e di fuoco nei giorni di nebbia e di pioggia, assumono forme fantastiche, tristamente vaganti fra le scialbe luci dell'aria e i livili ; dori dell'acqua. Con l'agricoltura rinascente s'accoppiava l'industria, dovunque le braccia fossero troppe pel lavoro dei campi. TORRI DEL BENACO Ferrara — IL CASTELLO. Monte Baldo, fin dall'epoca romana, dava il ferro necessario alla Tremosine lo estraeva, gli prestava il primo lavoro, poi lo calava a Campione, dove riceveva finimento e pulitura, ed era messo in commercio. Fucine erano in Gardone Riviera e nella valle del Toscolano, segnatamente per guerra e alla di pace ; fabbrica di strumenti agricoli e chiodi. A Toscolano stesso, secolo fin dal putata per la bontà dell'impasto, vante, in Germania e per tutta la XIV, fioriva l'industria della carta, assai re- consistenza e la tinta Europa ; ; largamente diffusa preferita a quella di L'industria della lana prosperava fin dal XII secolo tetta e favorita dagli Statuti generali e locali. sulla in Le- Padova e di Treviso. sponda veronese, pro- ITALIA ARTISTICA 3o i In Salò e nella Riviera dove nezia, Il si no 3 filava, si lavorava che nell'XI secolo viaggiava a Ve- refe, il tenevano dai mercatanti fondachi si ritirava si magazzini e di deposito e di vendita. greggio dal Bresciano, dal Cremasco, Cremonese, e qui dal torceva, s'innaspava e s'imbiancava, prestandosi mirabilmente a quest'ul- si tima operazione la spiaggia ghiaiosa, che. sotto il nome va da Salò di Cure, fin quasi a Gardone. È XVI fama che nella sola industria del refe s' impiegassero Riviera in secolo nel più di diecimila persone. A Salò, a Barbarano, a Gardone, a Caccavero canape a Riva, a Salò, a Desenzano, Levante per tutta la regione, la le pelli, ; e di ; Non erano corsi 13 che lavoravano tele di lino e di ritiravano crude di Germania si si seta. anni da che in Italia era uscito — il primo stampa, a libro — in quel di Toscolano licenziavano una loro operetta che già i torchi di Messaga « Donatus prò puerulis. Impressus in Messaga, lacus Benaci, anno MCCCCLXXXVIII. > nome senza di editore. Il quale, il — nome al di avesse Messaga ivi Mauro secondo Treviso, stampatore in Toscolano ; doveva Boni, anzi che di Toscolano ; Gabriele essere imprimere nel cui era piaciuto per bizzarria o perchè veramente — - come di libro credo io primi suoi torchi. Dello stesso Gabriele sono altre stampe, dal 1479 i ormai rarissime. 14 So, Nel 1489 Bartolomeo Zanni stampava a Portese gli Statuti criminali e civili della Riviera. Più celebre da quest'anno porti Paganino de Paganinis ebbe tipografia in Salò nel 15 17, e 1533 in Toscolano col fratello Alessandro. Col quale ebbe rap- di tutti, fino al frate poeta Merlin Cocai per la il stampa delle sue Maccheroniche. Riva cominciò ad aver stamperie nel 1558 per merito degli Ebrei, che fin dal XII secolo vi avevano fissato dimora occupandosi di traffici e di prestiti. Sotto la direzione di Jacopo Marcaria, impressero essi, dal 1558 al trentaquattro 1562, edi- zioni di testi ebraici, lodatissime dai conoscitori. Non v'è dubbio che al nascere e progredire dell'arte tipografica assai contribuì l'industria della carta, già antica al tempo della meravigliosa invenzione; certo è parò che sola non sarebbe bastata, se già gli abitanti l'attitudine spirituale, e la necessaria nella regione, non avessero preparazione ad accoglierla. La zione veniva dalle scuole, fiorenti qui senza dubbio da antico tempo, sebbene chino le prove materiali a dimostrarlo; da poi che, senz'esse, gare quel largo movimento civile notato fin ora. Il primo accenno a scuole, per quel ch'io so, Salò del 1396, anni in su, al 179, si dove prescrivendosi tempo che frequentavano la scuola. sarebbe manspie- legge negli Statuti viscontei di ai l'obbligo della guardia diurna e notturna ai scolari per quel che capitolo difficile avuto qual prepara- terrieri fortilizi, e ai forensi, dai 14 se ne eccettuano gli L'età degli esonerati fa credere come oggi si direbbe secondaria. Negli Statuti di Polpenazze del 1454, cap. 142, la stessa dispensa è accordata a scolari e maestri. Parimenti notizie di maestri pubblici si trovano in documenti del si trattasse di scuola, 1491 e 1501, Dopo riferiti secolo a San Felice XV di Scovolo. notizie spesseggiano, di Salò principalmente dove, oltre a scuole frequentate anche da forestieri, troviamo Collegio di Notari, istituitovi il 22 il le ; IL gennaio 1546, e Collegio detta Unanime, fondatavi gnia secolo ad alcuni XV, DI GARDA di il scrittori che ne ricordano una più antica — la Concorde — nel fusa più tardi con l'Unanime. Dello studio teologico aperto nell'Isola dal P. Lecheto Insieme con gli studi quanto pareva che e 131 avvocati (1551), e finalmente un'Accademia letteraria 20 maggio 1564 da Giuseppe Milio Voltolina, in compadiciotto giovani amanti delle lettere; non forse la prima, se deve pre- di altri starsi fede LAGO il si è già parlato più sopra. fiorivano opere di beneficenza, tanto più meravigliose, in tempo in cui si esplicavano non potesse favorire che l'egoismo la violenza. PUNTA XIV Fino dal secolo asili, lazzaretti, DI S. VIGILIO. noi troviamo in quasi tutte le terre della regione ospedali, gratuite distribuzioni di pane, dotazioni di donzelle povere, borse di studio, istituti di beneficenza, e altre forme, bizzarre talvolta, ma tose di pubblica paesi assistenza. Si distinguono, com'è naturale, i utili sempre più e pie- grossi, ma nessuno manca nella nobile gara del bene, eh' è luce e conforto, e anello di congiun- zione fra i Il i ricchi e governo di i felici e i diseredati e Venezia nella regione non sofferenti. fu così facile e tranquillo, come può ITALIA ARTISTICA 134 GARDA — per avventura sembrare considerando CHIESA PAKROCCHIALE. il modo dell'acquisto, avvenuto col consenso come Rivieraschi usavano dire e scrivere. quasi universale, e per spontanea dedizione, Troppi erano i diritti, i privilegi, le i consuetudini, le eccezioni, serie di secoli e di dominatori s'erano raccolti e affermati lago delle ; troppe le differenze d'indole, due sponde pur tanto ; troppe le gelosie vicini l'uno all'altro. poco maneggevoli, non si e, convien sentivano disposti a dirlo, i per diverse lunga terre del raggruppate nel breve giro di gusti, d'interessi, Senza dire che nelle che gli odii, Benacensi in che separavano paesi generale, per natura sacrificare a chicchessia neppure la più piccola parte di quei diritti, che non senza lotta e sacrifici s'erano conquistati. governo veneziano sul Garda, rigido e intero nell'apparenza, fu spesso, su alcuni argomenti, una strana mescolanza di condiscendenze, di transazioni, di accomodamenti, di severità fittizia, di sottintesi coi quali e pei quali però riuscì a Per ciò il ; reggersi per tanto tempo senza gravi scosse, e a lasciar di sé vestigia profonde e cara e duratura memoria. Frequenti, e qualche volta gravi, erano le contestazioni e i reclami pei diritti pesca fra paese e paese, tra pescatori e i signori privilegiati, e più tra la sponda veronese e la bresciana. Né meno frequenti e gravi quelli per come s'è detto il mercato di Desenzano, per le gelosie delle terre e città vicine, che insistevano presso la Repubblica perchè lo togliesse, o lo limitasse senza riflettere che era la di i — — ; LAGO IL DI GARDA i35 stessa posizione del luogo che lo favoriva, e che la soppressione a danno Alla sua volta Desenzano, invidioso della supremazia un'agitazione separatista fra i comuni della Riviera bassa sedata presto in apparenza pei buoni di uffici come minaccia con risorgendo ogni tanto Venezia, buon senso dei litiganti finirono Pasquale Cicogna, che Non mancarono gli V che ma 1532 questione grossa che fu ebbe strascico doloroso, che nel 1589 misero senno della Repubblica e Il — dava un colpo al cerchio e uno alla botte. dominante nel 1568, quando Desenzano, per gl'in- solito impicci alla tolare della parrocchia Pio more ; Terzi, fu colpita desenzanese, e per sfuggir le d' interdetto. noie del suo Il Lana era ti- ministero, senza vantaggi, indettatosi con l'abate di S. Salvatore di Brescia, otteneva da i la sua chiesa fosse aggregata a quel monastero, corrispondeva l'annua somma 400 ducati. di Da quale il ciò l'ira dei loro opposizione, e quindi la scomunica, durata fino al 1572, alla Egualmente ebbe noie quando Salò, per offerta Paride di Lodrone, e con l'appoggio vescovile, e iniziava nel doloroso contrasto nel 1590, con una ducale di il Aleandro Lana de trighi canonici di rinunziarne — di Salò, ricorsi e insistenze, a grave repentaglio l'unità amministrativa della Riviera. il sarebbe ridondata di tutti. con la rivieraschi, istigati di S. compenso in Desenzanesi e morte cioè avutane dal conte di la Pio V. Sebastiano Carlo Borromeo, brigò per diventar sede Riviera diocesi separata da Brescia. colatamente da Brescia, fece abortire La le resistenza dei Comuni pratiche, rinfocolando ire e rancori. La coalizione di Cambrai fece perdere alla bardolin; Repubblica, Rovereto e Riva coi ITALIA ARTISTICA u6 vicariati di Arco, Brentonico e Mori, e terre di le Torbole e Nago; tutta quindi la parte oggi compresa nel Trentino, che non riebbe più. Grave taglia l'imperatore e pericolo corse di perdere dAgnaclello cugino di la : — 14 maggio prima infeudata al anche — 1,509 , le occupate, dopo la bat- due Riviere, l'occidentale dai Francesi, l'orientale dal- cardinale Giorgio d'Amboise, arcivescovo di Luigi XII di Francia. Peschiera sola, presidiata da 400 fanti, ai Roano comandi Antonio Buono, Provveditore, e di Andrea da Riva, Castellano, resistette eroicamente per lasciar tempo all'esercito veneziano di riordinarsi ma al furioso assalto degli Svizzeri e dei Guasconi, dovette cedere, e vedere la guarnigione fatta a pezzi, di : Mm&.^ LAZISE — PANORAMA. (Fot. Unterveger, Trento). Provveditore tratto prigione, e il Riva impiccato ai merli della rocca. d'Amboise prendeva possesso del feudo (1 giugno 1509) e con solenne accompagnamento di prelati e di gentiluomini assisteva in Salò alla processione del il Intanto il Corpus Domini. I Rivieraschi, che per vero nulla avevano fatto per difendersi, ma anzi con messi e doni avevano cercato d'entrar nella grazia del nuovo padrone, quando videro per ordine di lui abbattuti i loro castelli e sequestrate le armi, e s'accorsero dell'a- renarsi dei loro commerci, capirono scossa. E il triste tanto più volentieri, in quanto cambio avvenuto e pensarono le rivalità scoppiate tra i alla ri- collegati e l'eroica LAGO IL resistenza di Treviso, e nimo del Pontefice, e il riacquisto di l'abilità del GARDA DI Padova 137 Vicenza, e e di Senato e dei dirigenti la il mutamento d'a- guerra, preludevano a un prossimo miglioramento. Anima nuovo adoperarsi un Francesco Calsone e amantissimo della patria. Il coraggio e la fede di lui trionfarono d'ogni ostacolo, tal che il 18 maggio 15 16, il vessillo di San Marco tornò a sventolare sulle antenne dei comuni di Riviera. Le terre della riva d'oriente furono restituite a Venezia 1' anno dopo, in virtù di Salò, e braccio del dei Rivieraschi, fu Connestabile nell'esercito veneziano, Noyon dei trattati di e di Bruxelles (gennaio LAZISE Semplice rude e laboriosa fu — uomo valoroso 15 17). DARSENA DEI VENEZIANI. la vita dei primi Benacensi. e maneschi, amantissimi Gagliardi di membra, fieri cupazioni principali la pesca, i campi, caccia, il gioco, le scampagnate le officine, nei giorni di i festa, di libertà, traffici; furono loro oc- passatempi frequentissimi prediletti, la allora, sebbene limitati dagli Statuti. Celebri a Salò; „ e di S. Rocco sponda occidentale, erano le sagre di S. Bartolomeo Maderno; di S. Giorgio a ToSeverino a Manerba; di S. Erculiano a sulla di S. scolano; della Madonna a Tignale. 17 ITALIA ARTISTICA 138 Sulla sponda opposta, quelle di S. della Madonna a Garda Alcune S.Andrea ; Anna a Malcesine; di S. Martino a Lazise; S. Sebastiano a Castelletto. di delle più solenni erano regolate da come speciali disposizioni, quelle di 1300, e quella di e dei Sette Fratelli a Riva, ricordate negli Statuti del Lorenzo nell' Isola alla qual ultima, per deogni anno intervenire in forma uffiveneziano, doveva Senato del creto del 1445 S. Erculiano a Maderno, e ciale il l'altra eli S. ; Provveditore di Salò. Qualche volta chiasso e il i tripudi originavano disordini, e lora a levar lamenti e querele pei balli ed altre disonestà che frati dell'Isola al- i vi commettevano, si sotto pretesto di religione. LAZISE La passione il tenevano — d'essi, in cui Antonio Scaino oggi, edito a Venezia nel i primo posto — la di Salò, fu il lotta, la corsa, contro montoni e erano valentissimi biarlo in arte nel suo prezioso Fra il specie di giostra giuoco della palla, uno AVANZI DELL'ANTICO CASTELLO. del giuoco era generale, in parte repressa dagli Statuti. di forza e di agilità, piedi e a cavallo — i vitelli ma ; Benacensi delle due primo a fissarne Trattato del giuoco regole della palla, Fra i giuochi combattimenti a i e specialmente rive, tanto norme e a cercatissimo che cam- anche 1555, coi tipi di Gabriel Giolitto de' Ferrari et fratelli. giuochi sedentari, prediletti erano quelli dei dadi e della biscazza e della regineta, contro cui l'anno, senza fulminavano pensare che magistrati, limitandone l'uso i la limitazione Col crescere dell'agiatezza e il era lo a pochi giorni del- spiraglio aperto all'abuso. raffinarsi dei gusti, nuove abitudini entravano LAGO IL DI GARDA 141 ma dandole in compenso forme più garbate e civili. La presenza dei Provveditori, dei Vicari, dei Capitani, patrizi fra più ricchi e colti, cooperava a questo mutamento, perchè era inevitabile che la loro signorile eleganza dovesse, nei centri più grossi, trovar imitatori e seguaci nei più facoltosi. nella regione, togliendole assai della semplicità primitiva, i Spesso quali gli stessi magistrati erano gl'iniziatori delle feste e delle non mancava quella magnificenza che salodiana, concerti, cantate, balli e banchetti ; recitazioni; PESCHIERA scherate, ed altri nei palazzi sul lago, regate e luminarie trattenimenti; ai — IL adunanze ; alle luogo consentiva. Così nell'Accademia il ; dei nelle Provveditori, piazze, giostre, ricevimenti, musiche, ma- MINCIO. quali la moltitudine prendeva parte a suo modo, abituandosi, senza accorgersene, a una vita più complessa, più varia e più amabile e di conseguenza più dispendiosa. Memorabile una giostra, di spesa magnifica et d'inventione, secondo il Gratarolo, marchese Alessandro Sforza Pallavicino veniva eletto principe dell'Accademia Unanime. Memorabili le regate del 17 aprile 1548 per l'ingresso in Salò del Provveditore Giulio Donato (da non confondersi con l' altro dello stesso nome, ricordato più sopra); e le feste del 1582 per la visita in Riviera di Maria d'Austria con seguito di principi e di cortigiani, e quelle in onore del nob. Nicolò Madruzzi, del cardinale di Augusta e del duca di Mantova, ospiti del Provveditore Gabriele Emo uno dei magistrati più splendidi ch'abbia avuto la Riviera. nell'occasione che ; il ITALIA ARTISTICA 142 La vita eroica di Venezia finisce con la guerra di Candia (1644-1669); un torpore mortale la invase e l'occupò tutta dopo quell'ultimo generosissimo sforzo. Gli avvenimenti che succedettero e misero a soqquadro Italia e mezza Europa, non ebbero virtù di scuotere la vecchia Repubblica, spettatrice indifferente sempre, anche quando, come nella guerra per la successione di Spagna, toccò a lei di farne in gran parte ligeranti, e Se spese, per essere le per ciò tra in quella baraonda dovuto, non tanto forse, suoi domini del lago sulla via degli eserciti bel- i più esposti e malmenati. i di guerre, come si il suo territorio disse, alla di devozione e terraferma restò intatto, è all'affetto dei sudditi, ma LA ROCCA DI PESCHIERA, SECONDO M. SANUTO (1483). alla forza prepotente della consuetudine, e altresì alla gravità di tenevano allora occupati cora per coli la memoria di i altri problemi che potenti, e al rispetto che la vecchia leonessa incuteva an- gloriosissime gesta e il prestigio d'un nome per tanti se- temuto. Tutti i vizi, che corse dalla le debolezze, fine del secolo namente esagerati, gli errori della capitale XVII nelle provincie ; alla onde frivola e pettegola, letteratura floscia, in quel rovina definitiva, anche qui lusso si periodo disgraziato, ripeterono, smoderato, grossola- educazione violenza vigliacca, debolezza e corruzione am- ministrativa, vacuità e prepotenza trionfanti. Il turbine dell'invasione francese del qualsiasi resistenza. 1796 colse Venezia impreparata, inabile a o g w OS H J o 51 Oh o i ITALIA ARTISTICA 44 Il Garda diventò affermavano si e il teatro principale della lotta cruenta fra il mondo vecchio che idee nuove che le crollava. Corso dagli eserciti del Bonaparte, abbandonato dai governanti, sobillato dai novatori, dopo qualche parziale tentativo con l'adattarsi al nuovo ordine di cose. Campoformio cancellò per sempre il passato. Per esso la riva orientale passò assetto transitorio anche questo, mutato e l'occidentale alla Cisalpina all'Austria capricci dell' Uomo fatale, rimutato più volte, come nella rimanente Italia, secondo di ribellione, finì ; ; i e la sorte dell'armi. Il ma Vienna trattato di quale governo La memoria restituì un'altra volta unità di tutta la regione; dolorosissima della dominazione austriaca è troppo sanguinante, perchè occorra ritesserne martìri, di lutti, governo a ! di congiure, di LJn raggio di sole la storia. sacrifizi, di Furono speranze ; viva ancora e anni lunghi di lagrime, di qui, come per apparve nel quarantotto e quarantanove ; tutta Italia. poi tenebra fitta, più sconsolata di prima. Dall' ultimo confine meridionale della regione, campo rato dalla natura per la redenzione della Patria, squillò ai monti più per tutti. due le Ma Ed altri interni, l'annunzio di una grande di sacre battaglie finalmente e vittoria e la speranza si prepa- diffuse fino della libertà anni passarono, e nuovo generoso sangue fu sparso prima che su tutte Riviere potesse sventolare oggi ancora il vecchio lontano che profila le Alpi, e la stessa Iddio del mormora: e riposo nell'azzurro mio seno, scenderanno a SIKMIONE — bandiera. lago guarda quando me i melanconico nell'orizzonte mille fonti e più senza mutar confine PIETRE ANTICHE RINVENUTE NELLE GROTTE DI CATULLO. ? che cercano "oNIANINSTiTUTlONUBHARlES 3 mi [hJj, 9088 00629 1728