COME APRIRE
UN NIDO PIRATA
NEL QUARTIERE
Piccolo manuale di cura collettiva
a partire dall’esperienza specifica
di SopraSotto
1
Non c’è vita dove
non c’è lotta.
Gianni Rodari
A CURA DI MADDALENA FRAGNITO
–
After the revolution,
who’s going to pick
up the garbage on
monday morning?
Mierle Laderman Ukeles
INDICE
INDICE
7
17
Introduzione / Maddalena Fragnito
Chi siamo
21
26
28
32
34
Organizzazione
1. Mappa Auto-organizzazione
1. Mappa Strumenti offline
1. Mappa Strumenti online
1. Mappa Soggetto Legale
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42
44
Sostenibilità
2. Mappa sostenibilità
2. Mappa strumenti amministrativi
47
50
54
Relazioni istituzionali
3. Mappa servizi prima infanzia attivati in regione lombardia
3. Mappa come abbiamo fatto noi
57
59
Autocostruzione
4. Kit
93
99
105
Modelli formativi:
5. Interdipendenza, quartiere, cerchio / Leva, Sprocatti, Ubía Díaz
5. Pensieri sparsi / Genitori e maestre
5. Guida Veloce alla verdura e frutta di stagione / Stefania Aledi
109
121
129
145
Approfondimenti:
6. Appunti sulla cura pirata / Valeria Graziano
6. Uno sguardo ai dati / Alberto Cossu
6. Open-source / Zoe Romano
6. Dialogo / a cura di Cristina Morini
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151
157
Esperienze simili:
7. Eltern-initiativen
7. Grupos de Crianza Compartida
7. L’asilo nel bosco
163
169
171
Conclusioni
Riferimenti
Ringraziamenti
Crediti
INTRODUZIONE
Maddalena Fragnito
SopraSotto è un “laboratorio permanente”
per bambine e bambini in età da nido nato
nel 2013 all’interno di un’associazione¹
del quartiere Isola di Milano. In
questi anni, la definizione “laboratorio
permanente” ci ha permesso di indicare
il carattere continuativo del progetto
e, insieme, di non confliggere con una
categoria istituzionale in essere –
quella di “nido” – che avrebbe richiesto
l’adeguamento a forme che non volevamo
ricalcare pedissequamente.
INTRODUZIONE
SopraSotto è un progetto di autoorganizzazione della cura della prima
infanzia nato tra giovani genitori che
hanno in comune un contesto lavorativo
completamente trasformato rispetto alle
generazioni precedenti. Infatti, molte
famiglie che hanno attraversato il
progetto – siano queste coppie o genitori
single, eterosessuali o omosessuali, di
Milano o appena arrivate – si trovano a
fronteggiare una precarietà economica
e una precarietà legata alla relazione
tra tempi di vita e tempi di lavoro.
Gli attuali lavori, con i loro orari
6
7
INTRODUZIONE
intermittenti e imprevedibili e con
i loro contratti “atipici”², hanno
generato nuove esigenze che non
riescono a essere soddisfatte pienamente
dai modelli pubblici di cura della
primissima infanzia. Questi modelli,
infatti, sono organizzati intorno a un
mondo lavorativo che oggi non rappresenta
più la maggioranza, in particolare in
grandi metropoli come Milano. Inoltre,
la domanda di iscrizione ai nidi
comunali supera ampiamente l’offerta:
circa 1 bambino su 4 in Italia resta
escluso dalle graduatorie e una simile
percentuale si ripercuote – e si
rispecchia – sui dati delle dimissioni
dal lavoro dopo il primo figlio³.
nido privato, con costi molto elevati⁴,
all’assunzione di una baby-sitter a tempo
pieno, passando per l’abuso dei nonni e
per alcuni servizi complementari offerti
da Regioni e Amministrazioni⁵. Stringendo
il campo sulla città di Milano⁶, possiamo
dire che circa 2000 famiglie ogni anno
sono alla ricerca di una reale
e sostenibile alternativa.
Se la percentuale di esclusione dalle
graduatorie pubbliche è simile a quella
dell’abbandono lavorativo, conseguenza
che tocca ancora principalmente le madri,
si potrebbe ipotizzare che per ragioni di
reddito o di organizzazione del tempo,
molte famiglie non trovano soluzioni
sostenibili una volta escluse dalle
graduatorie. Ma quali altre soluzioni
hanno a disposizione? Facendo una rapida
ricognizione, le alternative al nido
pubblico vanno dall’iscrizione a un
Leggendo questi numeri, non è difficile
capire come SopraSotto si sia sviluppato
nell’intersezione tra una necessità
molto concreta di alcune famiglie e
l’attuale offerta del servizio pubblico.
La partecipazione dei genitori al suo
coordinamento e al suo sviluppo ha però
creato una socialità che va aldilà del
progetto stesso e che contribuisce a una
maggior cooperazione tra persone. Si può
dire che SopraSotto è uno spazio che
è stato disegnato specificatamente per
bambini/e e in modo particolare per gli
adulti! Per questa ragione, il processo
collettivo di cura dei più piccoli ha
portato il progetto ad affrontare una
riflessione più ampia che tocca la società
e le sue forme di organizzazione; in
uno dei primi volantini distribuiti
scrivevamo:
8
9
INTRODUZIONE
SopraSotto nasce
dal desiderio e
dalla necessità
di un gruppo di
genitori di elaborare
una proposta
formativa in grado
di tenere insieme:
la trasformazione
del lavoro e dei
suoi tempi, i ruoli
che cambiano
all’interno della
famiglia, le nuove
forme di socialità
e di cooperazione a
fronte della profonda
crisi del modello di
welfare, e il contesto
territoriale inteso
come rete di risorse
sociali e di scambi
produttivi”.
10
11
INTRODUZIONE
Per quanto la parola ‘cura’ non venga
mai citata sembra sottendere l’intero
paragrafo. In quel “tenere insieme”,
dove la vita si posiziona al centro di
ogni argomentazione possibile, emerge una
dimensione della cura comunitaria come
punto di partenza per il disegno
di una sostenibilità non più individuale,
e spesso insufficiente, ma inscritta
all’interno di un’economia femminista
delle relazioni che ha come priorità
condivisa quella di ambire a una vita
più vivibile. La riproduzione sociale si
emancipa così da un “destino femminile”
e occupa uno spazio che interessa la
società tutta: a partire dalla cura
condivisa dei piccoli e attraverso la
tessitura di nuove reti di risorse
sociali, diventa, in una fase feroce
di capitalismo estrattivo, sia il luogo
della cooperazione, sia la possibilità
stessa di ricostruzione di un welfare.
patriarcali, ma si contribuisce alla
trasformazione dello spazio pubblico in
un luogo più impermeabile all’etica del
consumo senza limiti di risorse sociali e
ambientali. Così, la cura collettiva si
fa pratica generativa di forme sociali
che vale davvero la pena riprodurre: se
il mondo è sottosopra, lo trasformiamo
anche a partire da SopraSotto.
Quando la cura si fa elemento centrale
del discorso politico collettivo, esce
da una dimensione privata e si dirige
verso un’assunzione di responsabilità
più ampia, non solo si dà la possibilità
di una genitorialità più libera da
stereotipi e rapporti di potere
SopraSotto è un modello che in
questi anni ha funzionato per la sua
dimensione micro e territoriale. Eppure
le richieste di contatto e scambio
che ci sono pervenute da tutta Italia
in pochi anni di attività ci fanno
pensare che il progetto possa essere
replicato nel rispetto delle differenze
dei territori e delle comunità in cui
si appoggia. Abbiamo così deciso di
scrivere un manuale in creative commons,
scaricabile⁷ e condivisibile attraverso
cui raccontare, passo dopo passo, come
abbiamo dato vita a un laboratorio
permanente per bambine e bambini in
età da nido e come lo stiamo autoorganizzando. Il nostro desiderio è che
queste parole possano tornarvi utili, sia
se si voglia intraprendere un’esperienza
simile sia per semplice curiosità.
12
13
INTRODUZIONE
Il manuale è diviso in sezioni.
La prime tre sono dedicate alle forme
di auto-organizzazione che abbiamo
istituito nella nostra pratica, agli
aspetti di gestione amministrativa, come
la costituzione o meno di un soggetto
legale e la sostenibilità economica e,
infine, alle relazioni istituzionali
intraprese. Nella quarta sezione si
parla del design di uno spazio per la
primissima infanzia, quale arredamento
è utile avere e con quali forme –
troverete i link ai file open-source
dei mobili che abbiamo progettato e
adottato, pronti per essere riprodotti e
modificati a seconda delle necessità, in
collaborazione con il vostro makerspace o
fablab territoriale. Nella quinta sezione
si accenna a come quest’esperienza di
cura collettiva impatti sulla formazione
dei più piccoli, ci chiediamo cosa
stiamo trasmettendo loro e perché. Nella
sesta sezione abbiamo chiesto ad alcuni
professionisti/e e ricercatori/trici di
scrivere degli approfondimenti sulle
tematiche che caratterizzano il progetto.
Infine, nell’ultima sezione, c’è una
panoramica di alcune delle esperienze
che osserviamo con curiosità e passione.
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NOTE:
¹ Associazione di Promozione Sociale (APS) Medionauta – http://www.medionauta.org
² Per contratti atipici si intendono le forme di contrattualizzazione che eccedono
il lavoro subordinato a tempo determinato e indeterminato, come le partite iva,
le ritenute d’acconto e, all’epoca della nascita del progetto SopraSotto, i
famigerati co.co.pro.
³ ISPETTORATO, 2017. Relazione annuale sulle convalide delle dimissioni e
risoluzioni consensuali delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri. https://
www.ispettorato.gov.it/it-it/studiestatistiche/Documents/Relazioni-convalidedimissioni-lavoratrici-madri/Relazione-Convalida-Dimissioni-anno-2017.pdf
⁴ A Milano la quota si aggira tra le 600 e le 900 € mensili.
⁵ ISPESL, 2005. Servizi educativi da 0 a 3 anni. http://www.salute.gov.it/
imgs/C_17_opuscoliPoster_159_ulterioriallegati_ulterioreallegato_0_alleg.pdf
⁶ ISTAT, 2017. Report nascite e fecondità. https://www.istat.it/it/files/2017/11/
Report-Nascite-e-fecondit%C3%A0.pdf
⁷ http://soprasottomilano.it/come-aprire-un-nido-pirata-nel-quartiere/
15
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17
CHI SIAMO
Siamo un gruppo di genitori che si
riunisce mensilmente e che si occupa di
decidere temi di natura organizzativa
e, in accordo con le maestre, progetti
legati alle attività formative. In questi
anni ci siamo susseguite in circa una
settantina, tramandando pratiche e saperi
perché il progetto potesse proseguire.
Abbiamo passato momenti indimenticabili,
abbiamo litigato, abbiamo cresciuto
insieme i bambini e le bambine, abbiamo
superato alcune paure, abbiamo riso,
abbiamo attraversato il quartiere con
altri occhi. Insomma, ci siamo fidati gli
uni degli altri e così facendo ci siamo
sentiti vivi.
SOGGETTO
CHI
SIAMOLEGALE
Siamo le maestre, fino a oggi Emanuela,
Samantha e Nuria, abbiamo avuto il
coraggio di essere il motore portante di
un progetto pilota di cui non sapevamo
gli esiti, abbiamo sperimentato, giocato,
lasciato che la didattica si trasformasse
seguendo nuove necessità e relazioni.
Abbiamo deciso cosa fare e cosa non fare,
abbiamo insegnato a piccoli e grandi,
abbiamo avuto paura che tutto si potesse
rompere all’improvviso.
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19
Siamo i bambini e le bambine che vi
occupano le giornate di risate, cacca,
urla, pappette e salti mortali. Siamo
quelli che tutti salutano quando
viaggiamo sulle nostre astronavi in giro
per l’universo o a cui mandate bacetti
dalle vetrine quando giochiamo
a nascondino nel nostro campo base.
CHI SIAMO
Siamo il quartiere che vi sostiene ogni
giorno, facendovi entrare nei nostri
spazi o correndo da voi per qualsiasi
evenienza. Vi abbiamo regalato una mela
al mercato, mostrato come cresce un
frutto in primavera, prestato un libro
da guardare.
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21
ORGANIZZAZIONE
La direzione di Soprasotto è gestita
dall’assemblea dei genitori che si
riunisce mensilmente e che si occupa di
decidere temi di natura organizzativa e,
in accordo con le maestre¹, i progetti
legati alle attività formative. Il
confronto dei genitori all’interno
dello spazio dell’assemblea permette
un continuo scambio sui temi della
genitorialità e ha attivato dei momenti
di crescita umana e di sostegno
reciproco. Le caratteristiche principali
del laboratorio sono:
1.ORGANIZZAZIONE
AUTO ORGANIZZAZIONE
Attraverso la partecipazione attiva
dei genitori e gli attuali dispositivi
di comunicazione, SopraSotto è
interamente organizzato da chi lo usa
e lo attraversa. Non esistono figure di
‘servizio’, bensì ruoli interscambiabili
a rotazione che assicurano:
- organizzazione quotidiana;
- alimentazione di bambini/e
e educatori/trici;
- coordinamento generale;
- amministrazione;
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23
1.ORGANIZZAZIONE
- organizzazione di percorsi tematici
e laboratori per i bambini/e.
APERTURA DELLO SPAZIO
Il luogo della primissima formazione e
socializzazione, nonché prima tappa del
distacco tra genitore e bambino/a, è
concepito come aperto e attraversabile.
Il genitore, infatti, qualora lo
desiderasse, è parte integrante
dell’ambiente quotidiano. Questo permette
di considerare non solo il bisogno di
crescita e di autonomia del bambino e
della bambina, ma anche di considerare i
tempi dei genitori riguardo al distacco
e al bisogno di trovare un ambiente in
cui confrontarsi con altre persone che
stanno vivendo un’esperienza simile. Per
esempio, una madre che volesse continuare
ad allattare durante il giorno o un
genitore con del tempo libero che volesse
sviluppare, in accordo con l’assemblea,
un percorso tematico specifico, ha la
possibilità di farlo in questo spazio.
QUARTIERE EDUCANTE
SopraSotto si sostiene attraverso una
forte relazione con le associazioni
e i gruppi informali del quartiere,
con cui condivide parte del tempo e
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sviluppa progetti in rete. Il giardino
condiviso Isola Pepe Verde diventa sede
del laboratorio durante la stagione
calda ed offre uno spazio di gioco e
contatto con la terra e le piante molto
importante. La rete del GAS (Gruppo di
Acquisto Solidale) di quartiere fornisce
le primizie che saranno cucinate dai
genitori e somministrate dagli educatori/
trici ai bambini/e. Non ultimo, le
gite al mercato, in biblioteca e nelle
botteghe degli artigiani di zona, sono
tappe indispensabili della giornata
laboratoriale.
ALIMENTAZIONE COME FORMAZIONE
L’alimentazione è pensata come un momento
importante del percorso formativo dei
bambini/e. Dalla selezione della materia
prima, che si appoggia al GAS di zona,
alla sua preparazione, i genitori a turno
si scambiano consigli e conoscenze in
modo da garantire fin da subito ai propri
bambini/e un rapporto vivo e salutare con
il cibo. Scegliamo prodotti di stagione,
provenienti da produzioni a chilometro
zero, scegliamo una filosofia del cibo che
non è solo nutrimento, ma anche cultura
del mangiare.
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NOTE
¹ In questo volume abbiamo deciso di usare la parola “maestre” al femminile.
Maestre perché è un lemma meno specialistico ma anche meno algido, la sua sonorità
ci riporta tutto l’aspetto corporeo e materiale della relazione tra persone
che insegnano a giocare e persone che cominciano a farlo. Al femminile perché,
nonostante ciò sia un indicatore di come questo lavoro sia ancora prevalentemente
svolto dalle donne, vogliamo sottolineare come siano state queste specifiche
professioniste ad aver sperimentato e dato vita al progetto di SopraSotto, senza
fare affidamento a un generico soggetto neutro.
² Prendiamo a prestito questo termine da un libro (L. Gallo, P. Mottana,
Educazione diffusa. Per salvare il mondo e i bambini, 2017, Dissensi Edizioni)
di cui condividiamo l’idea che tra una scuola e il quartiere circostante non
dovrebbero esserci “muri” divisori e impermeabili.
1. ORGANIZZAZIONE
³ https://isolapepeverde.wordpress.com/
26
27
1.ORGANIZZAZIONE / MAPPA AUTO-ORGANIZZAZIONE
LABORATORI EXTRA
COLLABORAZIONI
> PROFESSIONISTI
> ISOLA PEPE VERDE
> SPAZIO URBANO
> SOGGETTI E SERVIZI
DEL QUARTIERE
CHAT GENERALE
>
>
>
>
INCONTRO QUOTIDIANO
ASSEMBLEA MENSILE
CHAT DIRETTIVA
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
>
GESTIONE QUOTIDIANA
PROPOSTA DIDATTICA
FORMAZIONE GENITORI
CONTATTO QUARTIERE
DIDATTICA
GESTIONE
MANUTENZIONE
NUOVE PROPOSTE
DIFFUSIONE
FUNDRAISING
RISOLUZIONE CONFLITTI
COORDINAMENTO DI GRUPPO
GESTIONE CRITICITÀ
COMUNICAZIONE
FESTE AUTOFINANZIAMENTO
AMMINISTRAZIONE QUOTIDIANA
AMMINISTRAZIONE ANNUALE
CONTATTO CON COMMERCIALISTA
CONTATTO CONSULENTE DEL LAVORO
CONTATTO CON IL COMUNE
CONTATTO CON ALTRE ISTITUZIONI
CHAT “VINTAGE”
> COMUNITÀ
> ARCHIVIO
28
SUPPORTO GESTIONE
PROGETTI EXTRA
> VOLONTARI
> ALTRE ISTITUZIONI
29
REGOLE > NO BIMBE/I (1 GENITORE O BABY SITTER
COLLETTIVA); MINIMO 1 GENITORE PER FAMIGLIA; MAESTRE;
PORTARE DA BERE E DA MANGIARE!
INPUT > ORDINE DEL GIORNO MODIFICABILE, INVIATO CON
ANTICIPO IN MAILING LIST
OUTPUT > REPORT DELLE DISCUSSIONI FATTE E DELLE
DECISIONI PRESE, INVIATO IN MAILING LIST
ASSEMBLEA MENSILE
(DA SETTEMBRE A GIUGNO)
REGOLE > INVITO PUBBLICO (TRAMITE SOCIAL E VOLANTINI)
DOPO LA PUBBLICAZIONE DELLE GRADUATORIE DEI NIDI
COMUNALI
INPUT > PRESENTAZIONE PROGETTO
OUTPUT > LANCIO ISCRIZIONI ANNO NUOVO
1.ORGANIZZAZIONE / MAPPA STRUMENTI OFFLINE
ASSEMBLEA ANNUALE DI PRESENTAZIONE PROGETTO
AI POTENZIALI NUOVI ISCRITTI – OPENDAY
(GIUGNO, DOPO ASSEGNAZIONI NIDI COMUNALI)
REGOLE > ENTRO IL 15 LUGLIO
INPUT > RICEVERE MODULISTICA* COMPILATA (ISCRIZIONE
MODULI LABORATORIO; LIBERATORIE FOTO/VIDEO,
SOMMINISTRAZIONE PASTI E GITE) + QUOTA D’ISCRIZIONE
OUTPUT > CONSEGNA ALLE FAMIGLIE DELLE ISTRUZIONI:
COS’È SOPRASOTTO E COME FUNZIONA
INCONTRO PER ISCRIZIONE
(LUGLIO)
REGOLE > PRESENZA GENITORE/I E MAESTRE
INPUT > CONOSCERE DISPONIBILITÀ E NECESSITÀ
INDIVIDUALI
OUTPUT > REDAZIONE SCHEDA BAMBINO/A
COLLOQUIO CONOSCITIVO CON LA FAMIGLIA (SETTEMBRE)
REGOLE > PRESENZA GENITORE/I E MAESTRE
INPUT > CONDIVISIONE ANDAMENTO BAMBINO/A E GENITORE/I
OUTPUT > SERENITÀ E MAGGIOR COLLABORAZIONE
COLLOQUI ANNUALI CON LA FAMIGLIA
(INIZIO/METÀ/FINE)
REGOLE > CHI FA COSA (CIBO; COMUNICAZIONE; ATTIVITÀ)
INPUT > STARE INSIEME + ALLARGARE IL GRUPPO + STARE
CON IL QUARTIERE
OUTPUT > AUMENTARE CASSA COMUNE PER MATERIALI E
ATTIVITÀ DIDATTICHE
FESTE DI FINANZIAMENTO
(AUTUNNO/PRIMAVERA)
* https://drive.google.com/open?id=1GdxvUrEtyNxaEGawIskVlzFlkBSz
nV7X
30
31
SOGGETTO LEGALE
32
33
> ARCHIVIAZIONE DOCUMENTI E PROGETTI
> INFO ASSOCIAZIONE; ODG; REPORT; URGENZE
DRIVE + MAILING LIST
(MAESTRE + GENITORI ATTUALI E DEGLI ANNI PASSATI)
> NARRAZIONE PUBBLICA
> COMUNICAZIONE EVENTI; APERTURA ISCRIZIONI
> CONDIVISIONE ARTICOLI E APPROFONDIMENTI
1.ORGANIZZAZIONE / MAPPA STRUMENTI ONLINE
SITO + FB
(2/3 REFERENTI SI OCCUPANO DELLA GESTIONE)
CHAT ANNUALE
(MAESTRE + GENITORI ATTUALI)
>
>
-
GESTIONE ORDINARIA
TURNI (CALENDARIO EXCEL MENSILE) CON:
PRESENZA GENITORI MATTINO/POMERIGGIO
SMONTAGGIO E RIMONTAGGIO
BUCATO E PULIZIE SPAZIO
CONSIGLI ALIMENTARI E PREPARAZIONE PRANZO
SPESA MATERIALE ATTIVITÀ
CHAT DIRETTIVA
(MAESTRE + ALCUNI GENITORI)
>
>
>
>
>
>
>
AMMINISTRAZIONE QUOTIDIANA
AMMINISTRAZIONE ANNUALE
CONTATTO CON COMMERCIALISTA
CONTATTO CON CONSULENTE DEL LAVORO
CONTATTO ENTE ASSICURATIVO
CONTATTO CON AMMINISTRAZIONE
CONTATTO CON ALTRE ISTITUZIONI
> COMUNITÀ
> COMUNICAZIONE EVENTI
> ARCHIVIO
CHAT VINTAGE
(MAESTRE + GENITORI DEGLI ANNI PASSATI)
>
>
>
>
CHAT EFFIMERE
(MAESTRE + ALCUNI GENITORI ATTUALI E DEGLI ANNI
PASSATI)
34
35
ORGANIZZAZIONE EVENTI
COLLOQUI INDIVIDUALI
FUNDRAISING
MANUTENZIONE STRAORDINARIA
1. APRIRE UN’ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE:
>
>
>
>
>
MODELLO* STATUTO
MODELLO* ATTO COSTITUTIVO
REGISTRAZIONE AGENZIA DELLE ENTRATE PER C.F.
RICORDARSI DI AVERE UN REGIME STATUTARIO
APERTURA CONTO
1.ORGANIZZAZIONE / MAPPA SOGGETTO LEGALE
A COSA SERVE UN SOGGETTO LEGALE?
DICIAMOCI LA VERITÀ, NON È UN SOGGETTO LEGALE AD
ALIMENTARE UNA COMUNITÀ NÉ A GOVERNARLA: QUESTI SONO
I COMPITI DELL’ASSEMBLEA.
AVERE UN SOGGETTO LEGALE È IMPORTANTE PER AVERE UN
CONTO ATTRAVERSO CUI PAGARE IL LAVORO, RICEVERE
FINANZIAMENTI E AVERE I CONTI IN ORDINE.
SI POSSONO PERCORRERE DUE STRADE: APRIRE
UN’ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE (APS) O
APPOGGIARSI A UN’ASSOCIAZIONE PREESISTENTE.
OGNUNA DI QUESTE SOLUZIONI HA DEI PRO E DEI CONTRO.
2. APPOGGIARSI A UN’ASSOCIAZIONE PREESISTENTE:
1. APRIRE UN’ASSOCIAZIONE VUOL DIRE AVERE LA
POSSIBILITÀ DI USARE IL SOGGETTO LEGALE AUTONOMAMENTE
PER BANDI E FINANZIAMENTI, PERÒ RICHIEDE CAPACITÀ
AMMINISTRATIVE.
> ACCERTARSI CHE TRA GLI SCOPI DELLO STATUTO
DELL’ASSOCIAZIONE PREESISTENTE CI SIA COINCIDENZA
CON CIÒ CHE FARETE
> SE NON C’È NIENTE DI SIMILE SI PUÒ RICORRERE
A UNA MODIFICA DI STATUTO ASSOCIATIVO ATTRAVERSO:
VOTAZIONE IN SEDE ASSEMBLEARE DELLA MAGGIORANZA
DEI SOCI PRESENTI DELL’ASSOCIAZIONE PREESISTENTE
+ DEPOSIZIONE ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE DEL NUOVO
STATUTO ASSOCIATIVO
2. APPOGGIARSI A UN’ASSOCIAZIONE PREESISTENTE,
CON CUI È IMPORTANTE CONDIVIDERE LE INTENZIONI,
HA IL VANTAGGIO DI ALLEGGERIRE IL LAVORO E LE SPESE
AMMINISTRATIVE.
* https://drive.google.com/drive/folders/1ZPQqR9JY4wGyk6Y4VnYLI5b
SG5UfjZ5n?usp=sharing
36
37
SOGGETTO LEGALE
38
39
SOSTENIBILITÀ
La sostenibilità resta il tema più
scottante, anche davanti al confronto
tra pratiche e idee educative differenti
– i genitori al primo figlio possono
davvero essere delle persone sgradevoli!
–, e anche davanti alla possibilità di
rischi concreti. Infatti, se qualcuno
soffocasse? se venisse la diarrea a
tutti/e dopo aver seminato al parco? se
ci fosse una fuga di gas nello stabile?
Eppure, se i conti non tornano questo
mese che facciamo? è sempre la domanda
più urgente.
2.SOSTENIBILITÀ
Fissando una quota di partecipazione
simile a quella dei nidi pubblici,
SopraSotto sceglie di non voler essere
uno spazio elitario ma, insieme, deve
poter tutelare le maestre con un
contratto e uno stipendio adeguati,
oltre che sostenere le spese dello spazio
e dei materiali per le attività di gioco.
Per questa ragione, abbiamo sperimentato
che con una proporzione di 7 bambine/i
per ogni maestra, calcolo dettato
principalmente dalla sostenibilità
del progetto, riusciamo a garantire
un equilibrio, per quanto precario,
40
41
a tutti gli aspetti elencati.
2.SOSTENIBILITÀ
Le quote possono essere uguali o
differenziate a seconda delle capacità
economiche di ciascuno/a: non c’è nulla
di scandaloso nelle differenze. In questi
anni è anche capitato di attivare forme
di mutualismo a fronte dell’impossibilità
da parte di una o più famiglie di versare
la quota mensile, come collette o
prestiti temporanei.
Il nostro suggerimento è quello
di mantenere il carattere di reale
alternativa all’insufficienza dei posti
nei nidi pubblici, ovvero, di garantire
un laboratorio accessibile dove le
emergenze si possono gestire in modo
collettivo.
Altri elementi da prendere in
considerazione e che ci hanno spesso
risollevato il morale sono le feste di
autofinanziamento autunnali e primaverili
e lo strumento del crowdfunding per
l’acquisto di materiali specifici – come
è accaduto per i carretti con
cui attraversiamo il quartiere.
Queste sono solo delle indicazioni.
Ogni progetto, infatti, dovrebbe fare
un calcolo che tenga conto delle
sue specificità territoriali, della
composizione della comunità che vi
partecipa e delle risorse materiali già
a disposizione – uno spazio gratuito,
un/a commercialista nel gruppo,...
42
43
2.SOSTENIBILITÀ / MAPPA SOSTENIBILITÀ
> STIPENDI E CONTRIBUTI MAESTRE
(CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO)
SETTE BAMBINI
PER OGNI MAESTRA
> CONSULENZE PROFESSIONALI
(COMMERCIALISTA; CONSULENTE DEL LAVORO)
OGNI FAMIGLIA VERSA
UN CONTRIBUTO PER
LO SVOLGIMENTO DEL
LABORATORIO, QUESTA VA
INDICATA NEL BONIFICO COME
“CONTRIBUTO PER LO
SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITÀ
ASSOCIATIVA”
> GESTIONE CONTO BANCARIO
> SPAZIO
(AFFITTO IMMOBILE O CONTRIBUTO SPAZIO OSPITANTE; UTENZE)
> MATERIALE ATTIVITÀ DIDATTICHE
> ASSICURAZIONE A PERSONE E SPAZIO
> SPESE VARIE
44
45
2.SOSTENIBILITÀ / MAPPA STRUMENTI AMMINISTRATIVI
INPUT
> QUOTE DI SOSTEGNO ATTIVITÀ ASSOCIATIVE
> FESTE AUTOFINANZIAMENTO
> DONAZIONI
OUTPUT
> STIPENDI MAESTRE
> F24
> AFFITTO SPAZIO O CONTRIBUTO SPAZIO
> UTENZE
> SPESE ORDINARIE
> SPESE STRAORDINARIE
> SPESE COMMERCIALISTA
> SPESE CONSULENTE DEL LAVORO
> SPESE ASSICURAZIONI
CONTO CORRENTE BANCARIO
(1/2 REFERENTI SI OCCUPANO DELLA GESTIONE)
INPUT
> EXCEL CONTABILITÀ
> ESTRATTO CONTO
> BILANCIO ANNUALE
> BILANCIO PREVISIONALE
> FATTURE
> BLOCCHETTO RICEVUTE
OUTPUT
> PRATICHE DI ASSUNZIONE
> CONTRATTI DI LAVORO
> F24
> DENUNCIA REDDITI
COMMERCIALISTA + CONSULENTE LAVORO
(1/2 REFERENTI SI OCCUPANO DELLA MEDIAZIONE)
46
47
RELAZIONI INSTITUZIONALI
3.RELAZIONI ISTITUZIONALI
SopraSotto si è sviluppato fin dall’inizio
in molto aperto e trasparente: la scelta
di uno spazio pubblico e affacciato
su strada, la comunicazione del
laboratorio, il volantinaggio per le
vie del quartiere, la regolarizzazione
delle maestre, fino alle interviste
rilasciate sui media. Per questa
ragione, il confronto tra il progetto
e l’Amministrazione Comunale è sempre
stato attivo. Abbiamo attraversato
diverse fasi, Giunte, Assessori,
settori di competenza e figure tecniche
di riferimento. La definizione di un
percorso che potesse venire incontro alle
esigenze di entrambe le parti non è stata
semplice, talvolta anche conflittuale.
Da una parte, SopraSotto non vuole né
ha la forma – spaziale, numerica e
gestionale – per essere classificato
tra le opzioni vigenti. Tra i servizi
educativi per la prima infanzia, infatti,
ci sono il nido pubblico, il nido privato
e il micronido – che si differenzia dai
primi due solo per il numero dei bambini
che possono essere accolti. Oltre a
questi servizi di base si offrono un
48
49
3.RELAZIONI ISTITUZIONALI
ventaglio di altre possibilità, che
variano a seconda della Regione, e che
sono definiti come “Servizi educativi
alternativi ai nidi”. Ad esempio il nido
integrato, il nido-famiglia, il centro
infanzia e l’atelier. Dall’altra parte,
c’è la necessità di un’Amministrazione di
trovare una forma con cui inquadrare e
tutelare l’esperienza.
A seguito di una prima verifica sulle
nostre incompatibilità con la forma
“nido”, abbiamo valutato le “alternative
ai nidi” offerte dalla Regione Lombardia.
Nonostante vi siano diverse somiglianze
con alcuni dei servizi proposti, abbiamo
voluto esplorare la possibilità di
avviare un percorso di “formazione
sperimentale”. Anche questa strada però
non ha funzionato, non era ancora mai
stata attivata una “sperimentazione”
all’interno del Settore Educazione del
Comune della nostra città e, così,
sembrava più sperimentale l’accesso ai
moduli che la loro compilazione! Inoltre,
in accordo con i/le referenti tecnici,
abbiamo convenuto che il progetto fosse
ancora piccolo per affrontare un percorso
simile. Quest’opzione potrebbe riaprirsi
laddove ci fossero diverse realtà come
50
SopraSotto attive sul territorio di
Milano e Lombardia.
Prima di entrare nel dettaglio della
soluzione incontrata per SopraSotto
vogliamo però invitarvi a consultare i
Servizi educativi per la prima infanzia
offerti dalla vostra Regione: magari c’è
già una formula che potete adottare!
Questi servizi sono regolamentati a
livello regionale ma gestiti e monitorati
a livello comunale. Per questo, prima di
ogni altra cosa, informatevi su l’Ufficio
Servizi all’Infanzia del Comune della
vostra città: chi è il/la dirigente? chi
si occupa della tipologia che pensate sia
simile al vostro progetto? chi si occupa
di progetti sperimentali?
NOTE
¹ Per approfondimenti sulle opzioni vigenti sul territorio nazionale consultare
ISPESL, 2005. Servizi educativi da 0 a 3 anni. http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_
opuscoliPoster_159_ulterioriallegati_ulterioreallegato_0_alleg.pdf
² Per approfondimenti sulle opzioni vigenti in Regione Lombardia consultare Gori,
C. (2010). L’innovazione del welfare della Lombardia. La «rivoluzione» del sociale
lombardo e la sua valutazione. Maggioli Editore. (Capitolo 15 - 319-337)
http://www.lombardiasociale.it/d/welfarelombardo_cap15.pdf
51
SERVIZIO DI TIPO DIURNO PUBBLICO O PRIVATO; DA 11 A
60 BAMBINE/I DA 3 MESI A 3 ANNI; FINALITÀ EDUCATIVE
E SOCIALI; ASSICURATO IN FORMA CONTINUATIVA CON
PERSONALE QUALIFICATO PRESSO STRUTTURE, ANCHE
AZIENDALI; SVOLGE SERVIZIO MENSA E RIPOSO
3.MAPPA SERVIZI INFANZIA ATTIVATI IN REGIONE LOMBARDIA
NIDO (ANCHE AZIENDALE)
SERVIZIO DI TIPO DIURNO PUBBLICO O PRIVATO, OLTRE CHE
PROMOSSO DA ASSOCIAZIONI DI FAMIGLIE; 10 BAMBINE/I
MASSIMO DA 3 MESI A 3 ANNI; FINALITÀ EDUCATIVE
E SOCIALI; ASSICURATO IN FORMA CONTINUATIVA CON
PERSONALE QUALIFICATO PRESSO STRUTTURE, ANCHE
AZIENDALI; SVOLGE SERVIZIO MENSA E RIPOSO
MICRO NIDO (ANCHE AZIENDALE)
STRUTTURE SIMILARI AD ASILO NIDO CHE OFFRONO SERVIZIO
CON FINALITÀ EDUCATIVE E SOCIALI IN MANIERA NON
CONTINUATIVA PER UN MASSIMO DI 4 ORE CONSECUTIVE; 30
BAMBINE/I MASSIMO DA O A 3 ANNI; CON LA PRESENZA DI
ADULTI DI RIFERIMENTO; NON POSSONO SVOLGERE SERVIZIO
MENSA E RIPOSO
CENTRO PRIMA INFANZIA
NIDO DOMICILIARE CON FINALITÀ EDUCATIVE E SOCIALI; 5
BAMBINE/I MASSIMO DA O A 3 ANNI; SENZA FINI DI LUCRO;
PROMOSSO DA FAMIGLIE ASSOCIATE; MODELLO EDUCATIVO E
GESTIONALE RITENUTO PIÙ IDONEO
NIDO FAMIGLIA
TITOLO SOCIALE CHE CONSENTE L’ACQUISTO DI UNA
PRESTAZIONE ENTRO UN SISTEMA DI EROGATORI ACCREDITATI
VOUCHER
SOSTEGNI ECONOMICI DI DIVERSE ENTITÀ FINALIZZATI
A FORNIRE UN AIUTO ALLE FAMIGLIE CHE ACCUDISCONO
DIRETTAMENTE, ANCHE TRAMITE LA PRESENZA DI VOLONTARI
/ SOSTEGNO ECONOMICO PER L’APERTURA DEL SERVIZIO DI
ASILO NIDO OLTRE LA DURATA PREVISTA O NEI GIORNI DI
CHIUSURA DEL NIDO
BUONI SOCIALI / INIZIATIVE L.R. 23/1999
FONTE: Direzione Famiglia e Solidarietà Sociale, Bilancio Sociale
52
53
SOGGETTO LEGALE
54
55
3.RELAZIONI ISTITUZIONALI / MAPPA COME ABBIAMO FATTO NOI
ABBIAMO PROTOCOLLATO E INVIATO UNA DICHIARAZIONE
AVVIO ATTIVITÀ (DAA). UN SEMPLICE MODULO DOVE VENGONO
SPECIFICATE LE ATTIVITÀ, L’UTENZA, GLI ORARI E GLI
SPAZI.
ABBIAMO FATTO FARE UNA VERIFICA DELL’AGIBILITÀ DEGLI
SPAZI CON I REFERENTI COMUNALI DELLE AGENZIE DI
TUTELA DELLA SALUTE (ATS) PER DICHIARARE CHE: CI
FOSSE UN’AREA DI RIGOVERNO; LO SPAZIO FOSSE MODULARE
E COMPATIBILE CON LE ALTRE ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE
CHE CI OSPITA; IL LAVANDINO DELLA CUCINA FOSSE DOTATO
DI PEDALE E SEPARATO DAL LAVANDINO DEL BAGNO
IL CIBO PUÒ ESSERE CUCINATO DA: MENSA COMUNALE;
CATERING CON CERTIFICAZIONI CUCINA 0/3 ANNI; LA
FAMIGLIA PER IL/LA FIGLIO/A TRASPORTANDOLO DENTRO
A TUPPERWARE SANITARI – ABBIAMO FATTO UN ACQUISTO
COLLETTIVO PER AVERLI UGUALI – CHE SONO RIPOSTI IN
LOCO DENTRO UNA SCATOLA TERMICA. PER SOMMINISTRARE IL
CIBO LE MAESTRE SONO TENUTE AD AVERE L’HACCP*
CON L’AIUTO E LA PAZIENZA DELLE FIGURE PROFESSIONALI
CHE CI HANNO SOSTENUTO IN COMUNE, ABBIAMO OPTATO
PER UNA FORMA CHE, SE DA UNA PARTE NON DEFINISCE
IL PROGETTO NELLA SUA SPECIFICITÀ, DALL’ALTRA,
GARANTISCE LA SUA ATTIVITÀ TUTELANDO LE PERSONE
COINVOLTE (N.B. OLTRE A QUESTE INDICAZIONI NOI
ORGANIZZIAMO CON SALVAGENTE ITALIA* UN CORSO DI
DISOSTRUZIONE PEDIATRICA PER GLI ADULTI COINVOLTI
NEL PROGETTO):
L’ORARIO DEL LABORATORIO DEVE ESSERE GESTITO IN FORMA
MODULARE*. IL LABORATORIO DIVIDE LE SUE ATTIVITÀ TRA
MATTINA E POMERIGGIO E, ANCHE IN FASE DI ISCRIZIONE,
CI DEVE ESSERE LA POSSIBILITÀ PER UNA FAMIGLIA
DI PARTECIPARE INTEGRALMENTE O PARZIALMENTE AL
CALENDARIO DELLE ATTIVITÀ PROPOSTE
SI RICHIEDE LA PRESENZA OBBLIGATORIA DI ALMENO 1
GENITORE DURANTE TUTTO L’ARCO DEL LABORATORIO (NOI CI
ORGANIZZIAMO CON UN CALENDARIO CONDIVISO DOVE A TURNO
SI GARANTISCE LA PRESENZA SU UN MODULO MATTUTINO O
POMERIDIANO: CON 10 BAMBINE/I IL TURNO CAPITA CIRCA
UNA VOLTA OGNI DUE SETTIMANE)
OGNI FAMIGLIA COMPILA DELLE LIBERATORIE PER: LA
SOMMINISTRAZIONE DEI PASTI; LE GITE IN QUARTIERE E
(VI CONSIGLIAMO) L’AUTORIZZAZIONE ALLA PUBBLICAZIONE
DI FOTO E VIDEO
* http://www.salvagenteitalia.org/prossimi-corsi/
56
* https://www.lavoroeformazione.it/che-cose-lattestato-haccp/
* https://drive.google.com/open?id=1g5GLNWsDmqthX8ipAtVY6y6mwpu9H
ixuBZoVVSaM-yw
57
AUTOCOSTRUZIONE
4.AUTOCOSTRUZIONE
Questo è un kit open-source per
l’autocostruzione di uno spazio per
la prima infanzia. Il kit supporta la
creazione di uno spazio sicuro e a misura
di bambini e bambine. Con l’aiuto di
una laser cutter (che si trova in ogni
fablab/maker space) e di queste facili
istruzioni da consultare, tutti possono
farlo!
I mobili proposti si montano senza
colla né viti e sono leggeri e facili
da spostare anche per i più piccoli.
Il kit è composto da una sedia cubo,
una panca, un letto a terra, un tavolo
trapezoidale e un copricalorifero. Il
kit si ispira al metodo Montessori che
suggerisce l’utilizzo di mobili prodotti
da materiali naturali, come il legno, e
fatti a misura di bambini e bambine, in
modo da stimolare la loro autonomia.
Il kit è stato disegnato da Lyne Dumoulin
e Poorvik Patel tra il 14 maggio e il 6
luglio 2018, con il supporto di WeMake,
all’interno del progetto europeo DSI4eu.
Lo trovate anche su Wikifactory.
58
59
SOGGETTO LEGALE
4.AUTOCOSTRUZIONE
/ KIT
SEDIA CUBO
La sedia cubo è un oggetto
multifunzionale, a seconda di come la si
posiziona può essere usata come sedia o
piccolo tavolo.
60
61
SOGGETTO LEGALE
62
63
dimensions
parts
instructions
SopraSotto_Cube Sit.dxf
1.Lasercut the different parts out of a plywood board, 10 mm thickness.
Sand the parts after cutting them with a fine sandpaper (ex: p320).
2.Assemble the chair.
300
mm
3.Interlock all the parts by inserting the keys.
Use a rubber mallet if necessary.
NOTE: Make sure the right angle of the key is oriented towards the surface.
4.Apply different layers (2-3) of water based varnish or lacquer to protect
the plywood. Let the surface dry between each layer.
(Follow the instructions mentioned on the product you are using.)
38
0
mm
31
0
mm
material & time
weight
connection
1.5 kg
material
10 mm thick plywood
1200x900 mm
Laser Cut Time
1 board
1 board
20 min
40 min
plywood 10 mm thickness
tools
rubber mallet
sandpaper
lacquer | varnish
NOTE: The right angle of the key
is oriented towards the surface.
1.CONNECT THE SEAT TO ONE OF
THE SIDES
4.AUTOCOSTRUZIONE / KIT
1 Cube Sit
2 Cube Sits (combined)
2.ATTACH THE OTHER SIDE
Soprasotto is a self managed kindergarten created in Milan in 2013 by a group of parents
and educators. The purpose of this kindergarten is to make up for the lack of places in the
public kindergartens and to create a space for both kids and adults, closer to the ongoing
transformations in working conditions and family forms.
DO NOT INSERT
THE KEYS YET
3.ADD THE BACK
This kit is done by Lyne Dumoulin & Poorvik Patel between 14 May and 6 July 2018, with the
support of WeMake, within the EU funded project DSI4eu.
4.LOCK THE CONNECTIONS
All our work is licensed under the Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 4.0
International License, BY-NC-SA. 4.0.
Attribution - You must give appropriate credit, provide a link to the license and indicate if
changes were made. You may do so in any reasonable manner, but not in any way that
suggests the licensor endorses you or your use.
NonCommercial - You may not use the Soprasotto documentation files for commercial purposes.
For example, you can’t print a book with Soprasotto documentation as a content and sell it.
But you can download the furniture plans, fabricate the furniture and sell them without any
permission. Are you willing to make a commercial use of Soprasotto documentation? Contact us,
we can discuss about it! (info@soprassottomilano.it)
INSERT THE KEYS
ShareAlike - If you remix, transform, or build upon the material, you must distribute your
contributions under the same license as the original.
64
65
SOGGETTO LEGALE
4.AUTOCOSTRUZIONE
/ KIT
PANCA
La panca è la versione stirata della
sedia cubo.
66
67
SOGGETTO LEGALE
68
69
dimensions
parts
instructions
SopraSotto_Bench Sit.dxf
1.Lasercut the different parts out of a plywood board, 10 mm thickness.
Sand the parts after cutting them with a fine sandpaper (ex: p320).
2.Assemble the bench.
300
mm
3.Interlock all the parts by inserting the keys.
Use a rubber mallet if necessary.
NOTE: Make sure the right angle of the key is oriented towards the surface.
66
0
mm
31
0
4.Apply different layers (2-3) of water based varnish or lacquer to protect
the plywood. Let the surface dry between each layer.
(Follow the instructions mentioned on the product you are using.)
mm
material & time
weight
connection
2 kg
material
plywood 10 mm thickness
tools
rubber mallet
sandpaper
lacquer | varnish
1.CONNECT THE SEAT TO ONE OF
THE SIDES
1 Bench Sit
10 mm thick plywood
1200x900 mm
Laser Cut Time
1 board
20 min
NOTE: The right angle of the key
is oriented towards the surface.
2.ATTACH THE OTHER SIDE
SOGGETTO LEGALE
4.AUTOCOSTRUZIONE
/ KIT
Soprasotto is a self managed kindergarten created in Milan in 2013 by a group of parents
and educators. The purpose of this kindergarten is to make up for the lack of places in the
public kindergartens and to create a space for both kids and adults, closer to the ongoing
transformations in working conditions and family forms.
This kit is done by Lyne Dumoulin & Poorvik Patel between 14 May and 6 July 2018, with the
support of WeMake, within the EU funded project DSI4eu.
3.ADD THE BACK
4.LOCK THE CONNECTIONS
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Attribution - You must give appropriate credit, provide a link to the license and indicate if
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INSERT THE KEYS
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70
71
SOGGETTO LEGALE
4.AUTOCOSTRUZIONE
/ KIT
LETTO A TERRA
Il letto a terra pieghevole è disegnato
in due misure che rispecchiano le
dimensioni standard dei materassi
in circolazione per i più piccoli
(600/1200 mm e 700/1400 mm). Usa gli
scarti circolari della produzione del
letto per fare un abaco da attaccare al
copricalorifero o per inventarti un altro
gioco!
72
73
SOGGETTO LEGALE
74
75
parts
The bed comes in two sizes and fits
a 600/1200 mm or 700/1400 mattress.
SopraSotto_Floor Bed.dxf
5.CONNECT THE TWO SUPPORT BARS TO
THE LONG SIDE PANEL ,UNDER THE
BASE
6.REPEAT STEP 2 TO 4 ON THE OTHER
SIDE
7.ATTACH ONE OF THE END PLATES
8.DO THE SAME ON THE OTHER SIDE
9.LOCK THE CONNECTIONS
10.USE THE CIRCULAR CUT-OUTS TO
PLAY WITH
100
mm
dimensions
66
0/
76
0
mm
12
20
4
/1
20
mm
weight
connection
3 kg
material
plywood 10 mm thickness
tools
rubber mallet
sandpaper
lacquer | varnish
SOGGETTO LEGALE
4.AUTOCOSTRUZIONE
/ KIT
1.PLACE THE TWO BASE PLATES
AGAINST EACH OTHER
NOTE: The right angle of the key
is oriented towards the surface.
2.PLACE THE SMALL SIDE PANEL
INSERT THE KEYS
DO NOT INSERT
THE KEYS YET
3.REPEAT ON THE OTHER SIDE
instructions
4.PLACE THE LONG SIDE PANEL
1.Lasercut the different parts out of a plywood board, 10 mm thickness.
Sand the parts after cutting them with a fine sandpaper (ex: p320).
2.Assemble the bed.
3.Interlock all the parts by inserting the keys.
Use a rubber mallet if necessary.
NOTE: Make sure the right angle of the key is oriented towards the surface.
4.Apply different layers (2-3) of water based varnish or lacquer to protect
the plywood. Let the surface dry between each layer.
(Follow the instructions mentioned on the product you are using.)
76
77
material & time
1 Floor Bed
10 mm thick plywood
1200x900 mm
Laser Cut Time
2 boards
80 min
TAVOLO TRAPEZOIDALE
Il tavolo trapezoidale può essere usato
da solo o come elemento modulare di un
tavolo più grande. La sua moltiplicazione
permette di comporre forme utili in
diverse situazioni come dividersi in
gruppi, mangiare in cerchio, disegnare da
solo o in coppia. La maniglia centrale ne
facilita lo spostamento.
SOGGETTO LEGALE
4.AUTOCOSTRUZIONE
/ KIT
Soprasotto is a self managed kindergarten created in Milan in 2013 by a group of parents
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79
SOGGETTO LEGALE
80
81
dimensions
5.SLIDE THE BAR THROUGH THE LEGS
AND THE CONNECTION PIECE
parts
SopraSotto_Trapezoid Table.dxf
50
mm
INSERT THE KEYS
470
mm
10
6.INTERLOCK THE BAR
430
7.INSERT THE REINFORCEMENT BARS
mm
weight
8.LOCK THE REINFORCEMETNT BARS
connection
2.5 kg
INSERT THE KEYS
material
plywood 10 mm thickness
tools
rubber mallet
sandpaper
lacquer | varnish
NOTE: The right angle of the key
is oriented towards the surface.
1.SLIDE THE LEGS ON EACH OTHER
2.DO THE SAME ON THE OTHER SIDE
instructions
SOGGETTO LEGALE
4.AUTOCOSTRUZIONE
/ KIT
1.Lasercut the different parts out of a plywood board, 10 mm thickness.
Sand the parts after cutting them with a fine sandpaper (ex: p320).
2.Assemble the table.
DO NOT INSERT
THE KEYS YET
3.PLACE THE TABLE TOP
82
3.Interlock all the parts by inserting the keys.
Use a rubber mallet if necessary.
NOTE: Make sure the right angle of the key is oriented towards the surface.
4.Apply different layers (2-3) of water based varnish or lacquer to protect
the plywood. Let the surface dry between each layer.
(Follow the instructions mentioned on the product you are using.)
4.INSERT THE CONNECTION PIECE IN
THE MIDDLE OF THE TABLETOP
The shape of the table allows different compositions to be made.
83
material & time
1 Trapezoid Table
2 Trapezoid Tables
(combined)
10 mm thick plywood
1200x900 mm
Laser Cut Time
2 boards
3 boards
50 min
100 min
COPRICALORIFERO
Il copricalorifero è un elemento
importante per la costruzione di uno
spazio sicuro per la prima infanzia. È
disponibile in diverse misure: scegli il
disegno giusto a seconda della misura del
tuo calorifero.
SOGGETTO LEGALE
4.AUTOCOSTRUZIONE
/ KIT
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84
85
SOGGETTO LEGALE
86
87
dimensions
drawings
Measure the overall heater dimensions
to choose the right internal heater
cover dimensions.
Choose the drawings according to the
minimum internal width of the heater
cover.
Heater dimensions
The options to choose from are:
Width: 800|900|1000|1100 mm
Height: 900 mm
Depth: 180 mm
Height from
the floor
2.ATTACH ONE OF THE SIDE BOARDS
3.DO THE SAME ON THE OTHER SIDE
DO NOT INSERT
THE KEYS YET
material
plywood 10 mm thickness
Width including any
valves and pipes
Depth from
the wall
tools
rubber mallet
sandpaper
lacquer | varnish
4.ADD THE TOP BOARD
5.LOCK THE CONNECTIONS
Minimum internal heater
cover dimensions
Height
heater
+ 30 mm
SOGGETTO LEGALE
4.AUTOCOSTRUZIONE
/ KIT
Width heater + 40 mm
Depth heater
+ 20 mm
connection
INSERT THE KEYS
NOTE: The right angle of the key
is oriented towards the surface.
parts
SopraSotto_Heater Cover.dxf
6.OPTIONAL WALL CONNECTION
1.ARRANGE THE FRONT BOARDS
SCREW THE CONNECTION
PIECES TO THE WALL
88
89
7.SLIDE THE HEATER COVER OVER IT
instructions
1.Lasercut the different parts out of a plywood board, 10 mm thickness.
Sand the parts after cutting them with a fine sandpaper (ex: p320).
2.Assemble the heater cover.
3.Interlock all the parts by inserting the keys.
Use a rubber mallet if necessary.
NOTE: Make sure the right angle of the key is oriented towards the surface.
4.Apply different layers (2-3) of water based varnish or lacquer to protect
the plywood. Let the surface dry between each layer.
(Follow the instructions mentioned on the product you are using.)
5.Optional wall connection; screw the wall connection pieces on the wall
and slide the heater cover over it.
material & time
1 Heater Cover
10 mm thick plywood
1200x900 mm
Laser Cut Time
2 boards
70 min
DXF FILES
Con l’aiuto di una laser cutter (che si
trova in ogni fablab/maker space) e di
queste facili istruzioni da consultare,
tutti possono farlo!
https://drive.google.com/drive/folders/1J
uxa6IJnFjoefaiJ2zOkMmeH4coNiON4?usp=shari
ng
LISTA FABLAB/MAKER SPACE
Qui una lista di fablab/maker space in
giro per l’italia a cui rivolgersi:
https://docs.google.com/document/d/1GR_JR
SNeWJJUYZspz6RudbRAabh29MpuP6H6xTMvGQ0/
edit?usp=sharing
SOGGETTO LEGALE
4.AUTOCOSTRUZIONE
/ KIT
Soprasotto is a self managed kindergarten created in Milan in 2013 by a group of parents
and educators. The purpose of this kindergarten is to make up for the lack of places in the
public kindergartens and to create a space for both kids and adults, closer to the ongoing
transformations in working conditions and family forms.
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91
SOGGETTO LEGALE
92
93
INTERDIPENDENZA, QUARTIERE, CERCHIO
Emanuela Leva, Samantha Sprocatti,
Núria Ubía Díaz
5.MODELLI FORMATIVI
Siamo le maestre di Soprasotto e dal
2013 disegniamo un mondo in cui alcune
famiglie, in comunità, scelgono di
contribuire e partecipare attivamente
alla crescita dei propri figli e figlie,
in un confronto costante intorno al tema
dell’educazione e della cura.
A SopraSotto, i genitori attraversano
lo spazio quotidianamente e se ne
prendono cura in modo attivo svolgendo,
a rotazione, tutte le attività legate
al buon funzionamento del laboratorio
e previste dal progetto stesso. Ma uno
degli aspetti più importanti, legato
alla presenza dei genitori durante le
ore di laboratorio, rimane il contributo
attivo che questi riescono a dare alla
realizzazione delle proposte educative.
Le maestre programmano le diverse
attività sulla base dei bisogni emersi
durante l’osservazione del gruppo, ma
anche sulla base dei suggerimenti delle
famiglie durante le assemblee mensili.
I laboratori spesso sono condotti dai
genitori stessi, che si misurano in
questo modo nella relazione con l’intero
94
95
5.MODELLI FORMATIVI / INTERDIPENDENZA, QUARTIERE, CERCHIO
gruppo dei piccoli. Per le maestre questo
significa condividere la programmazione
all’interno di un’équipe allargata in
cui si rende evidente il senso autentico
di un modello di educazione collettiva
e partecipata. Una didattica di questo
tipo favorisce la presa in carico da
parte delle famiglie (molto spesso alla
prima esperienza genitoriale) dei bisogni
di cura di tutti i bambini e le bambine
di SopraSotto, i quali, a loro volta,
imparano a relazionarsi positivamente con
figure di riferimento interscambiabili,
come vuole la natura del progetto stesso.
Per noi la presenza dei genitori durante
il laboratorio è senz’altro l’opportunità
per un confronto permanente nella nostra
pratica educativa. Molto spazio, infatti,
infatti dedicato al colloquio riservato
con le singole famiglie, anche attraverso
momenti informali che alimentano il
rapporto di fiducia reciproca.
si sta disabituando alla vista dei
piccoli, per lo più nascosti fra le
pareti di edifici poco accessibili.
Sebbene la possibilità di essere sempre
sotto lo sguardo di molte persone ad
alcuni possa creare un po’ di imbarazzo,
per noi quelle due grandi finestre sono
una preziosa risorsa didattica, a cui
è riservato una spazio speciale. Dalle
vetrine, ogni giorno le bambine e i
bambini osservano la crescita dei fiori
e delle piante che hanno messo nei vasi
esterni; la pioggia che cade e salutano
gli abitanti del quartiere che divertiti
ricambiano.
Lo spazio è caratterizzato dalla
presenza di due grandi vetrine aperte
verso l’interno: un gigantesco acquario
colorato e con tanti pesciolini in
movimento! Nei passanti questo luogo
suscita un misto di sorpresa e curiosità,
forse per il fatto che il nostro tempo
SopraSotto ha scelto di svolgere la
maggior parte delle attività didattiche
all’aperto. Questo perché pensiamo che
sia importante offrire alle bambine e
ai bambini il maggior numero possibile
di esperienze dirette con la vita
sociale del quartiere e del territorio.
Si è scelto di compiere i nostri
spostamenti in modo sicuro e rapido,
ma soprattutto adatto alla fascia di
età del gruppo – ecco come sono nate
le prime due astronavi di legno create
con la collaborazione tra i genitori
di SopraSotto e il Laboratorio di
96
97
5.MODELLI FORMATIVI / INTERDIPENDENZA, QUARTIERE, CERCHIO
Falegnameria di Macao. Il rapporto
costante con ciò che avviene all’esterno
stimola nei piccoli curiosità e domande
che diventano poi oggetto delle attività
educative e didattiche che si svolgono
all’interno dello spazio. Si tratta di
una pratica educativa itinerante che ci
permette di stabilire relazioni molto
positive con gli abitanti del quartiere,
i quali hanno spesso arricchito
l’esperienza di SopraSotto attraverso
donazioni di giocattoli, libri, materiali
di riuso, giungendo fino alla generosa
partecipazione alla raccolta fondi
indetta per l’acquisto delle nostre
attuali astronavi di alluminio fiammante e
omologate.
fondamentale in ogni società democratica
ed è implicita in ogni situazione a
Soprasotto – nella didattica, nella
gestione, nella ridefinizione dei ruoli,
sociali e di genere, mantenendo sempre al
centro il principio della partecipazione
e del rispetto delle diversità.
Quello che mostriamo ai bambini e alle
bambine è che la pratica del confronto
ha la forza di dargli parola e li rende
soggetti attivi consapevoli di far parte
di una comunità.
Il progetto didattico Soprasotto
attribuisce una grande importanza allo
strumento educativo del cerchio. Nel
cerchio i piccoli cantano, si salutano,
si riconoscono, si esprimono e si
relazionano fra di loro. Troviamo che
sia un mezzo adatto a far emergere il
confronto in modo partecipato, per
questo lo trasmettiamo ai bambini e alle
bambine e lo pratichiamo nelle nostre
assemblee tra adulti. La discussione,
risorsa politica ma anche personale, è
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99
PENSIERI SPARSI
SopraSotto è un luogo dove si trasmette ai bimbi
l’idea della non delega, della partecipazione, della
responsabilità, del confronto e dello scontro,
della progettazione. Si trasmette tutto ciò perché
SopraSotto è un processo partecipat(t)ivo basato su
questi principi e i bimbi percepiscono tutto.
5.MODELLI FORMATIVI / PENSIERI SPARSI
Francesco Tartaglia
Non è stato sempre facile, così come non è facile
mettere insieme i tanti puzzle che compongono una
vita. Siamo cresciuti, altre famiglie hanno preso parte
al progetto insieme a altre educatrici. Sono passati
solo due anni e mi sembra che SopraSotto esista
da sempre, è entrato nelle nostre vite e in quella di
Ettore in modo quasi istintivo, come se fosse stato
esattamente quello di cui avevamo bisogno come
persone piccole e grandi.
Stefania Aledi
Perché impedire ai bambini di essere testimoni di ciò
che accade intorno a loro?Perché non lasciare che ogni
mattina le maestre decidano se partire per un giro
al parco, una visita in una delle piazze o dei luoghi di
ritrovo del quartiere?
Quando il grande architetto finlandese Alvar Aalto
venne per la prima volta a visitare il sito dove
100
101
sarebbe sorta la sua prima e unica opera italiana, una
chiesa nel paesino di Riola di Vergato, in provincia
di Bologna, era una freddissima giornata del gennaio
1966 ma tutto il paese intervenne ad accoglierlo,
compresi i bambini delle scuole con le loro maestre.
Per la comunità fu un evento che ancora oggi si ricorda
e quei bambini non l’avrebbero mai dimenticato.
5.MODELLI FORMATIVI / PENSIERI SPARSI
Mara Corradi
A seguito dell’esclusione di Leo, provai a confrontarmi
con il Comune e scrissi alla segreteria del Settore
Educazione ed Istruzione e perfino alla segreteria del
sindaco, ma mi risposero che i posti sono limitati e
si deve dare la priorità alle famiglie in cui lavorano
tutti e due i genitori. Questo mi sconvolse moltissimo
perché la dice lunga sulle reali politiche a sostegno
dell’occupazione femminile nel nostro paese.
Gina Bruno
Ricordo quell’incontro a metà giugno. Lei che mi dice:
senti ho questa idea, concretamente, ce la facciamo?
Io la guardo e mi vedo tutto il mio percorso fino a
adesso: per anni ho ragionato intorno al sistema
pubblico, l’ho criticato e ho provato a immaginare
un altro modello. Era essere questo il momento di
mettere in pratica ciò che volevo cambiare?
Stiamo costruendo un paradigma che potrà essere
copiato da centinaia di altre realtà in cui l’offerta
pubblica è insufficiente (e sarebbe troppo oneroso per i
Comuni ampliarla) e l’offerta privata è troppo costosa.
SopraSotto è un progetto per le fasce intermedie,
quelle che restano fuori dalle graduatorie dei nidi
pubblici – magari perché uno dei genitori ha un’attività
non continuativa – e che non hanno i mezzi per un nido
privato. Invece di obbligare uno dei genitori (spesso
la madre) a lasciare il posto da freelance e stare a
casa per accudire i/le figli/e, noi dividiamo tra tutti
i genitori alcuni dei compiti, in modo da contenere i
costi complessivi, permettendo a madre e padre di
proseguire le loro attività.
Luca Tognoli
Siamo in palese affanno, alle prese con delle polpette
di lenticchie e verdure che sembrano non voler
raggiungere la giusta consistenza per essere impanate
e messe in forno. Una scena per niente inusuale in casa
nostra, i ritmi della vita ci portano a dedicare ad ogni
attività giusto il tempo necessario. Basta un piccolo
inconveniente per far saltare tabelle di marcia che
sembrano concepite per infallibili automi.
Roberto Ronchi
Emanuela Leva
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5.MODELLI FORMATIVI / PENSIERI SPARSI
SopraSotto, Sono spigoli, Odori, Briciole per terra,
Un carretto che gironzola per la città, Sono i treni
alla stazione, I pic nic al parco, Il mercato del
martedì, Dormire tutti insieme, Musica, Danza, Un
nonno che suona la chitarra, Giochi usati e inventati,
Stare seminudi a dipingere, Corpi sporchi di pittura,
Morsi, Baci, Abbracci, Cibo casalingo, La chat delle
epidemie bambine, Condivisione, Cura dello spazio,
Sedie di legno costruite a mano, Libri scambiati,
Matinée, Amici che fanno visita, Esperienze fuori dal
Comune, La paura di non poter controllare ogni suo
passo, La sicurezza di far crescere la parte più indifesa
di te con persone che amano, proteggono, insegnano
sperimentano, osservano, crescono insieme
Noi, SopraSotto
Silvia Ballottari
Oltre ad essere un’incredibile esperienza
professionale, è un contenitore di amore, nel senso più
glicemico del termine che mi possa venire in mente.
Samantha Sprocatti
Una mattina ho digitato il numero di Emanuela sul
telefono, forse era anche troppo presto, e ci siamo
dette proviamo a farlo noi un posto per i piccolissimi,
dove al centro non ci siano solo loro, però. Da dove si
comincia? Spargiamo la voce, scotch per volantini e
incontri alla Cantinetta di piazza Archinto.
Maddalena Fragnito
Rimani! Rimani a Milano! Qui c’è qualcosa per te…
Decisione presa.
Mamma, ho deciso: riprendo il volo per Milano, così,
per curiosità. Ma un anno era passato e ancora avevo in
mente quella “curiosità”.
Ero andata in diverse scuole che mi sembravano
interessanti, avevo incontrato delle belle persone
con progetti in fase di sviluppo che mi avevano dato
l’opportunità di un colloquio: eppure, non c’era bisogno
di me.
Nonostante quella “curiosità”, non sembrava esserci
proprio nulla per me, ma un giorno, una chiamata
inaspettata: “Vieni a fare una prova che ci serve una
maestra”.
Ecco, dove mi avrebbe portato quella “curiosità”!
Autogestione significa partecipare. Non basta pagare.
Núria Ubía Díaz
Simona Fiori
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GUIDA VELOCE ALLA VERDURA
E FRUTTA DI STAGIONE
Stefania Aledi
5.GUIDA VELOCE ALLA VERDURA E FRUTTA DI STAGIONE
PRIMAVERA
Verdura: finocchi, carciofi, piselli,
cavolini di bruxelles, asparagi,
cipollotti, fave, porri.
Frutta: fragole, ciliegie, mele, pere,
kiwi.
Con gli asparagi e i piselli si possono
fare sformati e frittate, perfette come
piatto unico, accompagnate con delle
verdurine fresche tipo pinzimonio.
Se le fave sono già state testate a casa
da tutti si possono usare fresche per
condire la pasta, con un ottimo pesto con
menta e pecorino.
ESTATE
Verdura: fagiolini, melanzane, peperoni,
pomodori, zucchine, cetrioli, insalata.
Frutta: albicocche, angurie, frutti di
bosco, meloni, nespole, prugne, pere,
pesche.
W le insalate fredde di riso e di cereali
come l’orzo e il farro!
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5.GUIDA VELOCE ALLA VERDURA E FRUTTA DI STAGIONE
AUTUNNO
Verdura: barbabietole, broccoli,
cavolfiore, funghi, porri, spinaci,
topinambur, verza, zucca, castagne, noci.
Frutta: kaki, castagne, melagrane, mele,
uva, pere, fichi.
E’ la stagione ideale per preparare delle
passate di zucca speziate con un pizzico
di cannella, con del formaggio caprino,
con tanti crostini profumati al rosmarino
o cucinati insieme con dei topinambur che
ha ottime proprietà energetiche.
INVERNO
Verdura: broccoli, cardi, cavolfiore,
cavolo, spinaci, verza, zucca, cime di
rapa, carote, coste, porri.
Frutta: arance, mandarini, pompelmi,
pele, mele, kiwi.
Gnocchi, polpette, paste ripiene, con
legumi e cereali che aiutano a trattenere
il calore. Torte con farine integrali,
pasticci di verdure con polenta.
Per merenda una torta fatta in casa con
farine integrali, poco zucchero e pochi
grassi.
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109
APPUNTI SULLA CURA PIRATA
Valeria Graziano
L’IMPORTANZA DI TROVARCI UN NOME
La ‘cura pirata’ è un concetto che il
sociologo Herbert Blumer (1954) avrebbe
probabilmente definito ‘sensibilizzante’,
che nasce cioè dall’esigenza di trovare
un modo immediato ma efficace per riuscire
a nominare qualcosa che sta ancora
emergendo, una costellazione di processi
in atto che stanno sconquassando i ruoli,
le pratiche e gli immaginari della
riproduzione sociale.
6.APPROFONDIMENTI
Questi processi che vogliamo definire di
‘cura pirata’ – di cui diremo meglio
più avanti – possono essere molto
diversi tra loro, eppure condividono
alcune caratteristiche importanti che
ci permettono di tenerli insieme. La
caratteristica comune principale è che
si stanno sviluppando in reazione ai
profondi mutamenti introdotti nell’ambito
del welfare da oltre cinquant’anni di
capitalismo neoliberale.
UNA VOLTA, WELFARE VOLEVA DIRE BENESSERE…
Lo stato sociale – o di ‘welfare’ – è
stato l’orizzonte politico più influente
110
111
6.APPROFONDIMENTI / APPUNTI SULLA CURA PIRATA
nei paesi cosiddetti occidentali dopo la
prima guerra mondiale. Un modello che
assegna al settore pubblico il compito
di garantire a tutti la fruizione di
servizi indispensabili per la vita, come
la salute, l’educazione, una casa e forme
di reddito o di assistenza sociale.
Aspetti, questi, percepiti come diritti
fondamentali e prove tangibili di società
progressiste. Attraverso il sistema di
tassazione, lo stato si faceva carico
di rimediare parzialmente agli effetti
più nocivi del capitalismo, pareggiando
alcune delle diseguaglianze economiche
esistenti tra le classi sociali, sotto
forma di reddito indiretto. Questo
modello, non privo di critiche nelle sue
forme di assistenzialismo paternalista,
ha comunque generato la maggior parte
delle istituzioni pubbliche chiave
della storia contemporanea (ospedali,
convalescenziari, case di riposo,
asili, scuole, ricreatori, biblioteche,
ludoteche, mezzi pubblici, archivi,
festival, musei, teatri, ecc.) ed è stato
considerato un modello cui aspirare per i
paesi appena riscattati dal colonialismo
o dalle dittature. Inoltre, nella
storia recente, l’erogazione pubblica
degli stessi servizi di base è stata
la politica fondamentale delle nazioni
socialiste e comuniste.
112
113
Il neoliberismo, invece, inquadra la
funzione dello stato in maniera diversa:
invece di dover garantire il welfare,
il ruolo del pubblico è quello di
riorganizzare ogni istituzione e ambito
della vita per fargli adottare il più
possibile le sembianze di un ‘mercato’.
Parafrasando lo storico Philip Mirowski
(2013), si potrebbe riassumere il credo
neoliberista come la convinzione che il
mercato sia la forma di organizzazione
sociale più intelligente cui gli esseri
umani siano arrivati e a cui possano
aspirare.
Fortunatamente non tutti sono d’accordo
e il neoliberismo è stato ampiamente
criticato e osteggiato da movimenti
politici e sociali a livello globale.
Durante gli ultimi cinquant’anni, le
diseguaglianze tra ricchi e poveri
sono cresciute, si sono ricostituiti
rapporti neo-coloniali e di predazione
estrattivista nelle regioni più povere e,
inoltre, viene imputato al neoliberismo
di non aver saputo dare risposte alla
gravissima crisi ambientale che ci
6.APPROFONDIMENTI / APPUNTI SULLA CURA PIRATA
troviamo oggi ad affrontare. Tornando al
nostro tema, i suoi effetti sui sistemi
della cura sociale sono stati forse più
impercettibili, ma non meno importanti e
radicali.
Come ricostruito dalla studiosa
australiana Melinda Cooper, nonostante i
teorici del neoliberismo si siano spesso
dichiarati a favore di tagli estremi alle
tasse e ai sistemi di welfare pubblico,
nel concreto le loro riforme hanno spesso
raggiunto un risultato piuttosto diverso.
Esse sono servite (e ancora servono) in
gran parte a giustificare non tanto lo
smantellamento, quanto l’avvento di un
diverso ‘ruolo’ del servizio pubblico:
da forma di welfare – ovvero un sistema
a tutela del benessere pubblico e
di presa in carico collettiva delle
risorse utili alla vita – a strumento di
punizione, destinato ai più poveri, e di
disciplinamento e contenimento dei più
deboli (Cooper, 2017).
Sono infatti le popolazioni ‘in esubero’,
le persone non abbastanza interessanti
per i mercati né come forza lavoro né in
quanto consumatori, i nuovi target di
questo neoliberismo ‘punitivo’ (Davies,
114
2016). Profili come disoccupati, precari,
lavoratori indigenti, ex-carcerati,
anziani, malati, bambini e migranti
si trovano immersi in un ambiente
massimamente burocratico (Graeber, 2015)
in cui viene chiesto loro costantemente
di provare il proprio potenziale
valore (per i mercati), carattere
morale e buona fede. Essi si trovano
a dover dimostrare, ancora e ancora,
la propria docilità e disponibilità a
lasciarsi governare attraverso sistemi
come il ‘workfare’ (ovvero, una forma
contemporanea di lavoro forzato in cui
si obbligano le persone a lavorare per
accedere ai sussidi di povertà – formula
già da diversi anni applicata in paesi
come l’Inghilterra e la Germania, tra
gli altri, e recentemente introdotta
in Italia dall’attuale governo); gli
stage e il volontariato obbligatori
(come quello introdotto con l’alternanza
scuola-lavoro); i permessi di soggiorno
temporaneo condizionati all’impiego e i
ripetuti test a cui si devono sottoporre
disabili e persone in condizioni di
cronicità. Per citare solo alcuni degli
esempi principali.
115
6.APPROFONDIMENTI / APPUNTI SULLA CURA PIRATA
Inoltre, come nota la Cooper, la
riorganizzazione dei servizi di
welfare sta lasciando grande spazio
alle iniziative di chiese e varie
organizzazioni religiose che, in
altra forma, richiedono comunque alle
persone di rinunciare alla propria
autodeterminazione per aderire a
determinati standard valoriali e di
comportamento, escludendo chi non si
dovesse adeguare.
Infine, anche l’istituzione sociale della
famiglia è stata messa sotto forte
pressione in questo contesto. Le si
chiede di assumere un ruolo sociale ben
preciso, forzandola a tornare ad essere
il luogo di presa in carico primaria dei
non-autosufficienti. La conseguenza (ben
nota) è che questo lavoro riproduttivo
gratuito viene destinato prevalentemente
a ricadere sulle spalle delle donne,
irrigidendo ruoli e gerarchie di genere.
Abbiamo a questo punto gli elementi
chiave per dipingere il quadro in cui
inizia a prendere forma la necessità
di una cura che si definisce ‘pirata’:
la crisi della cura come attività
condivisa e comune, che aspira a pensarsi
116
come traguardo e prova di progresso
civile, lascia sempre più spazio a una
cura privatizzata e/o privata, dai
forti connotati autoritari, elitari e
conservatori.
LA CURA CHE DIVENTA DISOBBEDIENTE
E PARTIGIANA
In questo contesto, l’espressione
‘cura pirata’ condensa due processi
in atto particolarmente visibili
in questo momento. Da un lato, una
serie di attività di cura che prima
erano considerate normale espressione
di solidarietà sociale oggi sono
criminalizzate, demonizzate o rese
illegali tout court. Dall’altro,
però, esiste un fermento di pratiche
organizzate collettivamente dal basso,
spesso con il supporto di tecnologie
digitali, che si stanno opponendo alla
crescente spinta verso l’illegalità
della cura che disobbedisce alle logiche
neoliberiste appena descritte e che sono
partigiane di una visione politica del
futuro.
Gli esempi abbondano, da diversi contesti
e parti del mondo, e qui ne possiamo
citare solo alcuni. C’è la campagna
117
6.APPROFONDIMENTI / APPUNTI SULLA CURA PIRATA
Docs Not Cops nel Regno Unito che, da
oltre un anno, si ribella alla legge
che impone al personale medico degli
ospedali di controllare i documenti dei
pazienti prima di poterli soccorrere.
C’è Mediterranea, la missione in acque
internazionali per il soccorso dei
migranti, organizzata da una rete della
società civile italiana che sfida i
divieti imposti dal governo e dall’Unione
Europea. C’è il movimento spagnolo
della PAH che difende il diritto alla
casa riappropriandosi di immobili di
proprietà delle banche lasciati vuoti
per speculazione. Ci sono gli attivisti
ungheresi che raggiungono i senzatetto
nascosti nei boschi intorno a Budapest
per portare loro qualche aiuto: lo
scorso ottobre, infatti, una riforma
costituzionale voluta da Viktor Orbán e
dal suo partito Fidesz ha trasformato
il non avere una casa in un crimine,
e le persone in questa condizione si
ritrovano a dover sfuggire alle ronde
della polizia per non finire multate o
sotto processo. Ci sono le donne della
rete internazionale Women on Waves, che
si impegnano per difendere il diritto
all’aborto in paesi dove le donne vedono
negato il diritto all’autodeterminazione
sul proprio corpo. Le WoW hanno
distribuito pillole abortive da navi
ormeggiate in acque internazionali,
tramite droni capaci di andare oltre
frontiera e attraverso una rete online
che offre consigli e organizza spedizioni
via posta in forma anonima. Ci sono gli
hackers di Custodians.online che liberano
migliaia di libri e articoli scientifici
in forma gratuita, sfidando censura
e ragioni di mercato, per garantire
un accesso libero e universale alla
conoscenza, in una congiuntura storica
dove la possibilità di studiare è sempre
più appannaggio dell’élite.
118
119
Con questi ultimi esempi che coinvolgono
droni e hackers chiudiamo il cerchio,
arrivando a formulare un secondo senso
possibile della ‘cura pirata’. Non si
tratta, infatti, solamente di notare
come la cura collettiva, spinta verso
la criminalizzazione, stia facendo
propri alcuni tratti caratteristici
dell’etica pirata solitamente associata
al modus operandi degli hackers e della
disobbedienza civile. Ma questo binomio
può servire anche a mettere a fuoco
il ruolo sempre più centrale delle
tecnologie nell’ambito della cura,
6.APPROFONDIMENTI / APPUNTI SULLA CURA PIRATA
e la necessità di riflettere politicamente
intorno agli scenari che vanno ad aprire.
LE TECNOLOGIE DELLA CURA DEVONO
ESSERE ‘OPEN’
La ricercatrice Annamarie Mol (2015)
ha messo in evidenza come l’eredità di
pensiero del secolo scorso ci abbia
abituato a considerare la cura e la
tecnologia come due concetti opposti.
La cura ha a che fare con l’affettività
e l’empatia, mentre la tecnologia è
fredda e razionale. La cura si basa
sull’improvvisazione e sull’errore,
sulla capacità di ascoltare l’altro e
di inventare risposte impossibili da
prevedere, mentre la tecnologia si basa
su calcolo e schemi d’azione efficienti
e replicabili. Se la cura è un dono, la
tecnologia è uno strumento.
situazioni – dalla fattoria alla clinica
– hanno messo in luce come queste si
compongono di continui processi di
comunicazione e riscontro reciproco tra
attori umani e non-umani.
Nominare la cura pirata può quindi essere
l’occasione per inaugurare una riflessione
sui valori d’uso delle tecnologie
a nostra disposizione e a prendere
posizione perché queste rimangano risorse
comuni – ‘open’ appunto – e su come sia
possibile, tramite azioni collettive,
modificarle per adattarle alle esigenze
specifiche delle comunità che le andranno
a utilizzare.
BIBLIOGRAFIA
Blumer, H., 1954. What is wrong with social theory? American sociological review,
19(1), pp.3-10.
Cooper, M., 2017. Family values: Between neoliberalism and the new social
Eppure, ci ricorda la Mol, tutte le
pratiche di cura si avvalgono di
strumenti tecnologici. Invece di
immaginare la cura come una facoltà
innata, bisognerebbe vederla come
un insieme di tecniche e competenze
acquisite in relazione agli strumenti
a nostra disposizione. Gli studi sul
campo delle pratiche di cura in diverse
120
conservatism. MIT Press.
Davies, W., 2016. ‘The new neoliberalism’. New Left Review (101), 121–134
Graeber, D., 2015. The utopia of rules: On technology, stupidity, and the secret
joys of bureaucracy. Melville House.
Mirowski, P., 2013. Never let a serious crisis go to waste: How neoliberalism
survived the financial meltdown. Verso Books.
Mol, A., Moser, I. and Pols, J. eds., 2015. Care in practice: On tinkering in
clinics, homes and farms (Vol. 8). transcript Verlag.
121
UNO SGUARDO AI DATI
Alberto Cossu
6.APPROFONDIMENTI
/ UNO SGUARDO AI DATI
SOGGETTO LEGALE
Al fine di comprendere meglio l’utenza
del progetto, nel 2016 abbiamo condotto
un sondaggio che abbiamo somministrato
alle persone che hanno mandato i propri
figli a SopraSotto durante gli anni 2013
e 2016. Il questionario ha permesso
di raccogliere dati demografici di base
degli utenti e, soprattutto, approfondire
la dimensione soggettiva degli utenti
rispetto alle percezioni che hanno
spinto questi a scegliere SopraSotto. Il
questionario ha raccolto un totale di 34
risposte.
La quasi totalità (97,1%) di essi
condivide la genitorialità con un
compagno o compagna, mentre il legame
tra i genitori presenta una netta
divisione tra coloro che hanno scelto
di formalizzare la propria relazione e
coloro che, invece, optano per la non
formalizzazione (51,5%).
Per quanto riguarda la provenienza si
attesta una significativa preminenza di
genitori originari di Milano (29,4%),
seguiti da quelli originari della
122
123
6.APPROFONDIMENTI / UNO SGUARDO AI DATI
Lombardia (14,7%) e del Nord Italia
(29,4%), mentre un significativo 26,4
percento dei genitori proviene da un’area
geografica che non è il nord Italia
(14,7% Sud Italia, 8,8% Intra-EU, 2,9%
Extra-EU). Tuttavia, una significativa
maggioranza dei genitori mostra un forte
radicamento in città, nella misura in cui
più della metà vive a Milano da 10 anni o
piu (51,5%) o tra i 3 e 10 anni (36.4%).
genitori, un tradizionale proxy per
predire la provenienza sociale. Nel 50%
dei casi gli utenti di SopraSotto sono
figli di laureati, nel 26,5% dei casi di
genitori in possesso di diploma di scuola
superiore e nel 23,6% di genitori con
licenza media o elementare, equamente
distribuiti tra queste due ultime
categorie.
L’utente medio – inteso come genitore/
trice – di SopraSotto possiede un titolo
di studio elevato nella stragrande
maggioranza dei casi. Sono in possesso
di un titolo post-laurea il 14,7% degli
utenti, laurea il 55,9%, diploma di
scuola superiore il 23,5%, mentre solo
il restante 5,9% dei genitori possiede
la licenza media. Per quanto concerne
il settore di studio dei genitori, essi
si sono formati perlopiù nell’ambito
culturale, artistico, sociale e
umanistico (circa il 70%) mentre il
restante 30% dichiarazione una formazione
di tipo scientifica (ingegneria, finanza,
medicina). Un ulteriore dato che
contribuisce ad inquadrare l’utenza
di SopraSotto è fornito dal titolo
di studio più alto in possesso dei
Un panorama più diversificato si presenta
invece per quanto riguarda le condizioni
lavorative degli utenti di SopraSotto.
La parte più consistente degli utenti
dichiara di lavorare in regime di Partita
IVA (41,2%), mentre solamente il 20,6%
presenta contratti di lavoro a tempo
indeterminato o a tempo determinato
(11,8%). Un significativo 20% degli
intervistati si trova invece in forme
contrattuali molto precarie e scoperte
delle più fondamentali garanzie come:
lavoro non contrattualizzato (5,9%),
lavoro in nero (2,9%), ritenuta senza
contratto (5,9%), lavoro saltuario
(2,9%) o disoccupazione (2,9%). Oltre
alla forma contrattuale, il sondaggio ha
permesso anche di comprendere come il 70
percento degli utenti si senta di fatto
un lavoratore autonomo e il 30 percento
124
125
6.APPROFONDIMENTI / UNO SGUARDO AI DATI
un lavoratore dipendente.
Il reddito generato dai genitori che
fruiscono SopraSotto si situa per il 40%
al pari o sopra il reddito medio della
citta di Milano (stimato da Deutsche
Bank¹ in 1737 dollari statunitensi netti
al mese, circa 1500 euro netti mensili)
con un 30,3% di utenti nella forbice tra
1500 e 3000 euro e il 9,1% sopra i 3000
euro. Al di sotto del reddito medio il
21,2% degli utenti percepisce un reddito
tra 1000 e 1500 euro e altrettanti tra
500 e 1000 euro mensili – situando
questi ultimi a cavallo tra le soglie di
povertà relativa o assoluta, nel caso di
famiglie di due persone con un figlio/a
a carico monoreddito. Infine, il 12,1%
guadagna tra 0 e 500 euro, mentre il
9,1% dichiara di non percepire reddito.
L’immagine che i redditi ci offrono è
quella di una forte spaccatura che divide
in due gruppi parimenti numerosi gli
utenti “benestanti” da un lato e utenti a
basso reddito dall’altro.
fondamentale agenzia di redistribuzione
intergenerazionale della ricchezza.
Infatti, il 57% degli utenti di
SopraSotto dichiarano di poter contare
su altri introiti (14 su 34) che sono:
provenienti dalla famiglia d’origine
(57,1%), rendita immobiliare (35,7%),
rendita finanziaria (7,1%) o welfare
statale/comunale (7,1%). La stragrande
maggioranza degli utenti non deve quindi
contare solo sulle entrate generate dal
proprio lavoro. Infine, anche se non si
tratta di risorse finanziarie dirette, la
famiglia d’origine rappresenta il primo
fornitore di supporto non retribuito
all’organizzazione familiare (20% dei
casi). Più spesso, sono invece babysitter
che prestano supporto retribuito (29,4%)
anche se il sondaggio rivela che le
famiglie, nel 32,4% dei casi, se la
cavano da sole per scelta o necessità.
Coerentemente con la tipologia
preminente di welfare² presente in
Italia, e più in generale nell’Europa
Meridionale, la famiglia rappresenta una
Passando ora alle modalità che hanno
portato i genitori ad iscrivere i
propri figli a SopraSotto, il sondaggio
ha permesso di rivelare che una lieve
maggioranza di genitori (53%) dichiara
di avere valutato anche l’opzione dei
nidi privati, a fronte di un 47% che non
ha mai preso in considerazione questa
126
127
6.APPROFONDIMENTI / UNO SGUARDO AI DATI
possibilità. I genitori sono venuti a
conoscenza di SopraSotto attraverso una
prossimità sociale o spaziale, nella
misura in cui il 50% lo ha conosciuto
tramite amici e il 38,2% tramite il
carretto itinerante per le strade del
quartiere.
decrescente): il dialogo con le maestre;
il carretto in giro per la città; essere
partecipe all’autogestione del progetto;
possibilità di coinvolgimento diretto
nelle attività; orari più flessibili in
entrata e in uscita; vicinanza rispetto
alla casa.
Una indagine sulle motivazioni che hanno
spinto i genitori ad iscrivere i propri
figli a SopraSotto è in grado di fornire
spunti fondamentali circa l’importanza
attribuita a questa esperienza. In primo
luogo, è importante notare come il
67,6% si sia rispecchiato nella seguente
affermazione: “per me era prioritario
lasciare mio/a figlio/a in un contesto
in linea con i miei valori”. Si afferma
quindi come il modello educativo insieme
al progetto culturale e politico da cui
SopraSotto è emerso rappresenta il punto
fondamentale che attrae i genitori.
Infatti, è altrettanto significativo che
soltanto il 17,6% abbia scelto SopraSotto
per la sua maggiore sostenibilità
economica rispetto alle alternative
private.
In particolare, l’aspetto
dell’autogestione ha funzionato come
fonte di forte attrazione per il 56%
dei genitori i quali poi, a posteriori,
hanno definito appagante l’esperienza
nel 35,3% dei casi, il 30 percento
circa estenderebbe lo stesso modello ad
altre fasce d’età, mentre il 35,3% l’ha
trovato bello e faticoso al contempo. Per
finire, il modello SopraSotto riscontra
una forte partecipazione di entrambe le
figure genitoriali secondo il 64,7% degli
intervistati.
NOTE
¹ https://www.finews.ch/images/download/Mapping.the.worlds.prices.2017.pdf
² https://journals.sagepub.com/doi/095892879600600102/10.1177
Tra le caratteristiche più apprezzate del
‘modello SopraSotto’ troviamo (in ordine
128
129
OPEN SOURCE
Zoe Romano
6.APPROFONDIMENTI / OPEN SOURCE
Nel maggio del 2001 Richard Stallman,
programmatore e attivista, in una lezione
alla New York University intitolata
“Software libero: Libertà e cooperazione”
usa per la prima volta un’analogia per
riuscire a spiegare cosa si intende per
Free software – software libero – ad
un pubblico più ampio, mettendolo in
analogia con le ricette di cucina, e far
comprendere le implicazioni sociali e di
benessere collettivo a prima vista non
immediate.
Tutti nella vita abbiamo cucinato e ci
siamo trovati a condividere ricette con
gli amici quando il risultato è stato
particolarmente buono. La prassi della
condivisione è data per scontata, anzi
suonerebbe molto strano se qualcuno ci
negasse la ricetta di un piatto e il
web è ricco di contenuti dettagliati sul
tema.
Accedere alla lista degli ingredienti e
al processo per trasformarli in un piatto
gustoso in tecnologia significa avere
a disposizione il codice sorgente del
130
131
6.APPROFONDIMENTI / OPEN SOURCE
programma; il piatto finale rappresenta
invece il programma di cui noi possiamo
fruire per compiere un’azione complessa.
Il bello delle ricette è che le possiamo
anche modificare, aggiungendo e togliendo
ingredienti per seguire i nostri gusti o
le esigenze nutrizionali.
I principi di condivisione impliciti nel
mondo della cucina sono molto simili ai
principi che ispirano il movimento del
software libero. Il focus principale è la
libertà di usare, condividere e modificare
un codice per permetterci di raggiungere
dei risultati che con le nostre
competenze non potremmo ottenere da soli.
Tale libertà, quando è agita in rete,
ha una diffusione maggiore e quindi un
impatto positivo sulla società perché non
deve obbligatoriamente sottostare alle
necessità di una sostenibilità economica
per essere agita. Al contrario, può
beneficiare della collaborazione di molte
più persone che decidono di contribuire
volontariamente.
Questo non significa che un ragionamento
sull’economia sia completamente escluso.
Richard Stallman infatti chiarisce che
un software libero non è necessariamente
132
gratuito. Un programmatore è libero
di ricevere denaro per realizzare
una versione del software con delle
caratteristiche particolari, richieste da
qualcuno che può pagare per acquistare
un prodotto personalizzato secondo le
sue esigenze e consegnato entro termini
prestabiliti da un accordo tra parti.
Da quella lezione del 2001, il software
libero ha fatto molta strada e l’impatto
ottenuto è tutt’altro che irrilevante,
come anche la sua dimensione economica.
Nello stesso tempo, l’idea di apertura
e condivisione si è spostata anche
sull’hardware, perché si è diffusa la
pratica di condividere i file tecnici e le
istruzioni per costruire oggetti più o
meno tecnologici.
A differenza del software, l’hardware
non può essere solo copiato, come accade
con un file o un programma: deve essere
prodotto, costruito a partire da materie
prime acquistate. Sin dall’inizio,
quindi, si è dovuta affrontare la
dimensione della sostenibilità economica
ma anche quello della manifattura.
Il lavoro del falegname, per esempio,
133
6.APPROFONDIMENTI / OPEN SOURCE
oltre all’esperienza ha bisogno di
competenze per utilizzare degli strumenti
propri alla lavorazione del legno, che
si acquisiscono con anni di pratica.
L’avvento di spazi come fablab e
makerspace, che contengono tecnologie di
fabbricazione digitale, hanno abbassato
le barriere per accedere a macchinari
fino a poco tempo fa utilizzati solo da
professionisti, perché molto costosi. Per
Imparare a usare un taglio laser bastano
due ore di formazione e delle competenze
base nel disegno vettoriale con software
scaricabili gratuitamente e anch’essi dai
codici aperti.
La collaborazione tra SopraSotto e
WeMake, il makerspace che da 5 anni
mette a disposizione questo tipo di
servizi e community a Milano, è nata
per sperimentare la potenza della
condivisione nella costruzione di oggetti
e raggiungere l’obiettivo principale:
permettere a più persone e collettivi
di genitori di potersi auto-organizzare
e replicare localmente l’esperienza di
Soprasotto attraverso una ricetta già
sperimentata. Il concetto di laboratorio
permanente non si esprime solo nella
missione specifica della scuola, ma ha
134
il suo inizio nella costruzione delle
condizioni perché progetti simili
possano nascere e svilupparsi senza
troppe difficoltà iniziali ed errori nel
percorso.
Il kit per i mobili contenuto in
questo libro è stato co-progettato
per rispondere all’esigenza di dover
utilizzare locali che non sono stati
pensati per accogliere bambine e bambini
dell’età di nido e che magari sono
adibiti a usi diversi in altri momenti
della giornata. Le caratteristiche di
modularità, leggerezza e assemblaggio
semplificato vengono incontro all’estrema
flessibilità dei contesti che il progetto
andrà ad abitare.
La produzione dei mobili – e anche
la loro manutenzione – è facilitata
dall’esistenza di una rete di makerspace
presenti su tutto il territorio italiano
e potremo forse veder nascere una piccola
economia dal basso perché chiunque è
libero di produrre, modificare e vendere i
mobili SopraSotto.
Da questa prospettiva, nello stesso modo
in cui Stallman vedeva le persone che
135
DIALOGO
a cura di Cristina Morini
136
137
6.APPROFONDIMENTI / OPEN SOURCE
supportano il software libero adottare
un sistema di valori in cui la cosa
che conta non sono solo i vantaggi
pratici a breve termine, ci rendiamo
conto che il Kit SopraSotto non è solo
in una manuale con delle istruzioni per
l’uso per un nido autogestito, ma si sta
trasformando in uno strumento per tessere
nuove relazioni che rendono il nostro
territorio, a lungo termine, più vivo.
Estratto da Basic Income Network Italy. 2018. Generazioni Precarie: Una conricerca
tra percezioni del rischio, bisogni emergenti e welfare dal basso. Italia:
Commonfare Book Series¹ Book n.1.
SopraSotto è un asilo autogestito da
genitori e ha preso vita nel 2013,
nella città di Milano, per trovare una
soluzione alle difficoltà di vedere
riconosciuta l’ammissione agli asili nido
pubblici per lavoratori non standard. I
requisiti di ammissione agli asili sono
infatti ancora legati al tradizionale
impiego permanente e non tengono conto
delle trasformazioni avvenute nel
mondo del lavoro a partire da forme
di occupazione che non dispongono di
ore lavorative precise, come il lavoro
autonomo, precario o indipendente.
Inoltre a Milano, il numero di posti
disponibili per gli asili pubblici non
è sufficiente a soddisfare la domanda.
SopraSotto è un asilo che ospita
bambini da 6 a 36 mesi e funge anche da
laboratorio permanente per i bambini e
per i loro genitori. Abbiamo incontrato
Maddalena Fragnito e Emanuela Leva,
prima educatrice dell’asilo, che insieme
6.APPROFONDIMENTI / DIALOGO
hanno ideato questa innovativa esperienza
milanese.
“SopraSotto è un asilo nido autogestito
da genitori nato nel 2013 da un’esigenza
molto concreta: trovare soluzione al
fatto che hai un bambino piccolo che non
è stato ammesso alle graduatorie dei nidi
comunali e vuoi ricominciare a lavorare,
a seguire progetti lasciati in disparte
nei primi mesi di una vita che il suo
arrivo ha messo completamente a
soqquadro. In una città come Milano, i
posti ai nidi comunali – che non sono
considerati scuola dell’obbligo – non
coprono l’intero fabbisogno dell’utenza:
su 10 mila posti disponibili si ritrovano
privi di una sistemazione circa tremila
bambini l’anno, quindi il 30 per cento
delle richieste non viene evaso. In un
passato non così lontano la fascia di
popolazione milanese che si confrontava
con questo problema, contava su redditi
ancora sufficienti a reggere
l’organizzazione di un ménage che si
articolava tra babysitter e strutture
private. Oggi, con l’avanzare della crisi
economica, i nidi privati sono diventati
inaccessibili ai più per questione di
costi mentre, contemporaneamente, alla
ormai totale trasformazione del lavoro,
della composizione dei redditi, delle
esigenze delle persone in termini di
tempo, non è corrisposta alcuna modifica
dei criteri su cui si fondano le
graduatorie - fortemente collegate al
lavoro dipendente, all’idea di una
persona che va in un ufficio per cinque
giorni la settimana dalle nove del
mattino alle cinque del pomeriggio. Così
restano fuori, in porzioni consistenti,
quei genitori che lavorano con partita
Iva, che sono freelance, che hanno
contratti a progetto, insomma che non
hanno un contratto a tempo indeterminato
e che tuttavia rappresentano una parte
larga del tessuto produttivo milanese e
non solo. Mi riferisco a fasce di lavoro
cognitivo, molto presenti a Milano,
attive nella comunicazione, nell’arte e
nel mondo dello spettacolo, nella
formazione e nei nuovi media. Se non hai
un lavoro standard, si dà per scontato
che tu sia a casa e di conseguenza che tu
sia nelle condizioni di occuparti di tuo
figlio, dividendoti tra riunioni skype,
pappe e pannolini. Naturalmente,
qualsiasi partita Iva di fatto lavora
assai di più delle otto canoniche ore al
giorno, anche se in modo frammentato e
138
139
6.APPROFONDIMENTI / DIALOGO
non tradizionale, il che già comporta una
difficoltà oggettiva a conciliare lavoro
autonomo e genitorialità. L’assenza un
servizio fondamentale come l’asilo nido
si traduce spesso, per uno dei membri
della coppia, nella rinuncia alla propria
professionalità. Vorrei essere chiara:
non è un meccanismo necessariamente
correlato al genere bensì al reddito. Le
discriminazioni di genere continuano a
sussistere eccome ma occorre essere
sinceri: a Milano, in questi casi, che fa
la differenza è il reddito, non il
genere. L’avvio del progetto è stato
velocissimo: lo abbiamo messo in piedi in
tre mesi, grazie alla collaborazione con
un’amica che lavorava in un nido pubblico
e che ci ha dato una serie di consigli.
All’inizio ho coinvolto tre persone che
conoscevo e che erano alle prese con lo
stesso problema. In poco tempo siamo
diventati cinque, adesso SopraSotto si
prende cura di 10 bambini: questo è il
limite che ci siamo dati in relazione ai
90 metri quadri dello spazio a
disposizione. Abbiamo costituito una
nostra associazione ma per ottenere i
locali per il laboratorio ci siamo
appoggiati a una associazione già
esistente, Medionauta, che aveva risposto
a un bando del comune di Milano, per
alcuni locali ad affitto calmierato nel
quartiere Isola. 112 Abbiamo da subito
cercato di non farne una “riserva” tra
figli di amici, ma di facilitare la
creazione di un gruppo misto, così che si
fondessero differenti esperienze e
vissuti, che dalla complessità si
creassero intrecci e trame. L’ibridazione
crea percorsi non scontati: persone
diverse si riconoscono in una necessità
comune e scoprono insieme la voglia di
sperimentare, mettendo insieme sfere di
attenzione e di interesse eterogenei. In
tre anni sono passate da SopraSotto 35
persone, alcune arrivate attraverso un
passaparola, altre da canali più
“mediati”, per esempio attratte da
articoli di giornali che descrivono
l’esperienza. Avevo tratto molti stimoli
dalla rivista L’Erba Voglio, dalle
riflessioni di Elvio Fachinelli e Lea
Melandri, ero affascinata dal movimento
antiautoritario degli insegnanti degli
anni Settanta e dalla messa in
discussione dell’istituzione scuola,
dalle battaglie contro la scuola
elitaria, contro la burocrazia, le
recinzioni, il disciplinamento. Viaggiavo
tra Milano e Berlino e un’altra
140
141
6.APPROFONDIMENTI / DIALOGO
suggestione mi era venuta dagli asili
casalinghi, gli asili di quartiere
tedeschi (tagesmutter). Questo tipo di
ispirazioni, anche teoriche, sono state
importanti per impostare SopraSotto da un
punto di vista dell’impostazione
didattica. Costruire una scuola è un
processo impegnativo, ambizioso, e un po’
è un sogno. Abbiamo voluto farne
certamente qualcosa di molto diverso da
un deposito, dove scaricare i bambini
durante la giornata, abbiamo in tutti i
modi cercato di farne un progetto più
vivibile e più umano. In Italia tentativi
di questo tipo non hanno mai decollato
veramente, anche se oggi sappiamo di
realtà, a Roma e a Napoli, che si sono
rifatte al nostro percorso. Esistono una
serie di vincoli piuttosto seri che ci
hanno costretto ad aggirare, nel tempo,
una precisa definizione giuridica. È stata
anche una scelta perché
l’istituzionalizzazione può depotenziare
i percorsi, benché siano condivisibili le
preoccupazioni e certe regole sulla
sicurezza e della salute: hai a che fare
con la vita fragile di bambini appena
nati e rari, tra l’altro, in tempi di
denatalità, oggetto di tutte le
proiezioni di famiglie e società.
Tuttavia, la strada
dell’istituzionalizzazione avrebbe
influenzato la nostra governance, di
questo restiamo convinti. Diciamo che ci
siamo mossi attraverso forme ibride di
dialogo con le istituzioni, per
sopravvivere in modo mimetico (non
dichiararci ufficialmente un nido; non
fare risultare che, in qualche modo, ci
siamo auto-organizzati una specie di
mensa a rotazione). Oggi, a fronte di una
retta di 350 euro al mese a bambino diamo
lavoro regolarmente contrattualizzato e
retribuito a due educatrici. Il pagamento
degli stipendi assorbe gran parte degli
introiti, ma d’altro lato volevamo
garantire uno stipendio regolare alle
educatrici senza farne una scuola d’elite
e senza costringere i genitori a
intervenire a turno gratuitamente per
badare ai piccoli, come avviene altrove
per risparmiare sugli stipendi. La cifra
individuata è la media tra i 180 e i 480
euro di retta di un asilo nido pubblico.
Il costo di un privato si aggira tra i
650 e i 900 euro al mese. La gestione di
SopraSotto avviene attraverso l’assemblea
dei genitori che si incontra una volta al
mese e che si confronta collettivamente
su tutte le questioni e le domande. Le
142
143
6.APPROFONDIMENTI / DIALOGO
famiglie sono tra l’altro chiamate a
cucinare a turno, una volta ogni due
settimane, per tutti i piccoli ospiti. Si
sono dunque creati circuiti di acquisto,
condivisioni di ricette, riflessioni sulle
scelte alimentari, per favorire un clima
di fiducia che è ciò che ci ha consentito
di superare resistenze assolutamente
comprensibili: “Che cosa mangia mio
figlio, gli far{ male, sar{ igienico?”.
Questi scambi hanno favorito la creazione
di una comunità di genitori, spesso
giovani, alle prime armi e sull’orlo di
una crisi di nervi. Siamo riusciti,
attraverso le relazioni attivate da
questa comunità, anche a capire qualcosa
di più su noi stessi, sulle nostre paure
e desideri, oltre a confrontarci con
problemi educativi e di senso (che cosa
significa avere un figlio, nell’era della
precarietà esistenziale?). Tra genitori
c’è un mutuo aiuto sul tema degli orari
oppure sul piano economico: ritirare il
bambino di altri insieme al proprio;
mettere la quota di chi questo mese non
ce la fa perché non ha ancora ricevuto un
pagamento atteso. L’asilo vive una osmosi
con il quartiere, il quartiere sente
molto il rapporto con i bambini che
vengono portati con due carretti al
mercato, o in visita dai vari artigiani,
oppure allo spazio dell’Isola Pepe Verde
che è un giardino condiviso gestito dagli
abitanti del quartiere. Tutti ci 113
conoscono e ci aspettano. Questo tema del
rapporto con il quartiere insieme a
quello della riflessione intorno al tema
dell’alimentazione è oggi uno dei punti
di forza di SopraSotto, quello che
convince a scegliere di mandare il
proprio figlio al laboratorio SopraSotto.
Nel tempo, il progetto educativo di
SopraSotto ha assunto una sua precisa
connotazione. Le forme di finanziamento
che utilizziamo, oltre alle quote mensili
delle famiglie le quali come detto
coprono per lo più gli stipendi delle
educatrici, ci arrivano da forme di
crowdfunding (attraverso il quale il
quartiere ha praticamente regalato i
carretti a SopraSotto; ne rifaremo un
altro per pagare due artigiani di RiMaflow che stanno ristrutturando lo
spazio) e da piccoli bandi del comune per
le associazioni giovanili, bandi di
sostegno alle attività giovanili, che ci
fruttano circa 4000 mila euro all’anno.
Non una grande cifra ma ci basta per
acquistare materiale didattico utile per
le attività dei bambini. Stiamo
144
145
riflettendo riguardo il possibile ricorso
a strumenti economici alternativi, come
le monete complementari. C’è qualche
perplessità, il timore che ciò introduca
barriere tra chi capisce il tema e usa
tali monete perché è all’interno di certi
circuiti e chi non lo è. Il ragionamento
che ci piacerebbe affrontare, guardano il
mondo da un asilo, è come riuscire a
cambiarlo da un punto di vista del senso
e non solo da un punto di vista
economico”.
6.APPROFONDIMENTI / DIALOGO
NOTE
¹ http://pieproject.eu/08/01/2018/the-commonfare-book-series-cbs/
146
147
ELTERNINITIATIVE
7.ESPERIENZE SIMILI
Le Elterninitiative (iniziative dei
Genitori) sono emerse nel dopoguerra
a causa della carenza di asili
nido e materne e/o come risposta
all’insoddisfazione generata dalla
scarsa qualità delle strutture
esistenti. In molti casi, a partire da
queste Elterninitiative, sono state
istituite associazioni registrate,
attive nella gestione di centri diurni
per i bambini. La commissione onoraria
eletta dai genitori dell’assemblea
generale si assume la rappresentanza
dell’associazione verso l’esterno ed è
responsabile del centro diurno per i
bambini. Inoltre, si assume in generale
tutti i doveri amministrativi come datore
di lavoro.
Per i Comuni, gli asili nido e materne
fondate dai genitori hanno il vantaggio,
assorbendo una parte della richiesta, di
soddisfare più facilmente la necessità
di posti negli asili nido e materne
previsti dalla legge. Al tempo stesso, il
sostegno finanziario che i Comuni erogano
agli asili nido e materne gestiti da una
Elterninitiative è generalmente minore.
148
149
7.ESPERIENZE SIMILI / ELTERNINITIATIVE
Per i genitori, i centri diurni per
bambini fondati dalle Elterninitiative
offrono a volte il vantaggio di essere
l’unica opzione possibile. Poiché la
partecipazione genitoriale in queste
realtà è più elevata, i genitori hanno
una maggiore influenza sulla qualità della
cura e del sostegno ai propri figli. Per
questo, molti degli approcci innovativi
per asili nido e materne sono nati o
sono stati attuati nei centri diurni per
bambini gestiti dalle Elterninitiative,
prima che in altri luoghi. Come gli orari
di apertura più appropriati ai tempi di
vita odierni.
contabilità, del deposito e liquidazione
di fondi, insieme alla formulazione e
l’attuazione del programma didattico
dell’istituzione.
Dal momento che i centri diurni gestiti
da Elterninitiative, a causa del
continuo avvicendarsi di nuovi bambini
e di genitori soci, sono sopraffatti
con compiti al di sopra delle loro
possibilità di gestione, sono state
fondate organizzazioni “ombrello”
che supportano le Elterninitiative
nell’ordinaria amministrazione, e in
molti casi ne assumono anche la difesa
legale e politica.
A causa del minore sostegno finanziario,
però, i centri diurni gestiti dalle
Elterninitiative sono talvolta più
costosi delle strutture comunali o
confessionali. Inoltre, nella maggior
parte di questi centri, sono necessari
ulteriori contributi da parte dei
genitori in termini di collaborazione
personale. Questa cooperazione può
includere, per esempio, attività come la
cura dei bambini stessi, fare la spesa,
cucinare, pulire, fare riparazioni,
giardinaggio, occuparsi delle buste paga,
del conteggio delle retribuzioni, della
150
151
GRUPOS DE CRIANZA COMPARTIDA
Estratto da Garganté, Christel Keller. 2015. Grupos de Crianza Compartida
7.ESPERIENZE
SOGGETTO LEGALE
SIMILI / GRUPOS DE CRIANZA COMPARTIDA
Experiencias de organización comunitaria del cuidado¹. Barcellona: IIEDG.
I “Grupos de Crianza Compartida” (gruppi
di cura condivisa) sono iniziative
comunitarie autogestite per prendersi
cura dei bambini fuori dalle case al di
là del settore pubblico o del mercato.
Le reti informali che hanno sempre avuto
un ruolo centrale nell’organizzazione
della cura sui rapporti tra le donne
all’interno di una famiglia allargata,
unite da legami di vicinato o di
amicizia, si istituzionalizzano e
prendono una forma particolare in
contesti urbani e economici molto
flessibili, per far fronte alla necessità
di cura di bambini e bambine nei primi
anni di vita. Padri e soprattutto madri,
si organizzano per gestire uno spazio di
cura per i figlie e le figlie, partecipando
attivamente e spesso portando avanti
progetti educativi indipendenti.
Nonostante la mancanza di posti nei
nidi pubblici sia un problema sociale
evidente, questo non è il principale
fattore che causa l’emergere di questi
gruppi. La motivazione infatti ha più a
152
153
7.ESPERIENZE SIMILI / GRUPOS DE CRIANZA COMPARTIDA
che vedere con il crescente rifiuto da
parte di madri e padri di lasciare la
cura dei piccoli in mano a istituzioni
impersonali (Vega, 2009) e con il
desiderio di far parte del progetto
educativo.
Un GCC è un progetto collettivo composto
da adulti e dai loro figli e figlie che
si incontrano nella fase della prima
infanzia. L’obiettivo è quello di
accompagnarsi nella cura e formazione dei
piccoli, creando una rete di supporto
sia pratica, nei compiti che derivano
dalla cura dei bambini, sia emotiva, nei
bisogni di accompagnamento di cui gli
adulti hanno bisogno, in particolare
le madri. La “crianza compartida” si
riferisce soprattutto al fatto di
svolgere collettivamente i compiti di
cura, si tratta di dare una risposta
condivisa alle esigenze di cura di
bambini e bambine in spazi e tempi
relativamente programmati. Mentre per copaternità e co-maternità si intendono il
sostegno reciproco nella genitorialità,
cioè una relazione di fiducia e di
impegno che sostiene gli adulti tanto
le madri quanto i padri. Per questo, la
cura condivisa e la co-genitorialità si
154
verificano in molti casi simultaneamente.
Credo che il termine “crianza compartida”
“Io andavo lì per incontrare le altre madri, raccontare
le mie cose, come stavo… Questa parte di co-maternità
dove al centro non c’era il figlio o la figlia ma la madre,
il genitore, capisci?”
Lucía
I GCC sono gruppi autogestiti al punto
che sono i membri, chi partecipa,
che definiscono integralmente le
linee educative e le attività. Sono
un’alternativa al sistema pubblico e
privato ideata da madri e padri per
creare un modello più in ascolto delle
loro necessità e dei loro valori. Un
modo per assumersi la responsabilità
diretta della cura dei bambini mentre
parte di questa cura viene portata fuori
dalle case e dal privato. Gli spazi di
“crianza compartida” sono luoghi ibridi,
né pubblici né privati, una sorta di
prolungamento delle relazioni familiari
che va oltre i legami di parentela e
che si verifica fuori dalle case. Alcune
persone usano il termine “tribù”, in
riferimento alle parole di Carolina del
Olmo (2013) che danno il titolo al suo
155
7.ESPERIENZE SIMILI / GRUPOS DE CRIANZA COMPARTIDA
libro “Dov’è la mia tribù?”, suggerendo
che un’intera tribù è necessaria a
crescere un bambino. Nel GCC l’educazione
non è delegata, ma è condivisa in una
rete più o meno estesa di relazioni. Ecco
come gli intervistati definiscono cos’è un
GCC:
“Sarebbe un gruppo di persone che si incontrano per
aiutarsi a vicenda, tra alcune famiglie, per crescere i
loro figli”.
Lucia
“Questa è l’idea di cercare 10 famiglie, persone che la
pensano allo stesso modo, con idee diverse rispetto
all’istruzione o altre cose, ma con la stessa idea
rispetto alla cura condivisa. In questo modo lasciamo i
nostri figli con persone fidate che abbiamo conosciuto
prima, che abbiamo accettato come persone e che
adottiamo come pseudo-famiglia. Mi danno i loro figli,
hanno piena fiducia che io mi prenderò cura di loro
come se fossero i miei, e io gli do il mio.”
“In questo momento siamo un gruppo di 4 famiglie
che condividono uno spazio. Cerchiamo di fare tribù e
cerchiamo di seguire una linea educativa che in questo
momento è un po’ parallela a ciò che offre l’istruzione
pubblica.”
Cristina
“Bene, come dicono le parole è crescere con più
mamme, con più papà, con più famiglie. Un gruppo
di “crianza compartida” è un gruppo che si sostiene
l’un l’altro per crescere insieme i figli. Il supporto
reciproco è ciò di cui hanno bisogno le madri, di cosa
hanno bisogno i genitori e di cosa hanno bisogno i
bambini quando mamma e papà vogliono andarsene”.
Dalia
NOTE
¹ http://www.bibliotecafragmentada.org/wp-content/uploads/2016/04/
GruposdeCrianzaCompartida.pdf
Ivan
156
157
L’ASILO NEL BOSCO
7.ESPERIENZE SIMILI / L’ASILO NEL BOSCO
L’Asilo nel bosco è una tipologia di
scuola dell’infanzia rivolta a bambini
di età compresa tra i tre e i sei anni,
che si svolge quasi esclusivamente
all’aperto. I bambini sono incoraggiati
a giocare, esplorare e imparare in un
ambiente naturale come è il bosco, in
qualsiasi stagione. È conosciuto anche
con il nome di “Waldkindergarten” (in
tedesco), “Forest Kindergarten” (in
inglese), “Outdoor Nursery” (Asilo
all’aperto), “Nature Kindergarten” (Asilo
natura) o “Nature Preschool” (Scuola
d’infanzia naturale).
L’Asilo nel bosco si sviluppa a partire
dal secondo dopoguerra nei paesi del
Nord Europa. Questo tipo di scuola
si è diffusa maggiormente negli anni
Novanta, e rappresenta un’alternativa
all’istruzione prescolare. La prima forma
di Asilo nel bosco fu ideata da Ella
Flatau nel 1950 in Danimarca. L’idea si è
formata gradualmente grazie al fatto che
questa donna, madre di quattro bambini,
trascorreva la maggior parte del suo
tempo a giocare con i propri figli e
quelli dei suoi vicini all’aria aperta,
in modo particolare in un bosco nelle
158
159
7.ESPERIENZE SIMILI / L’ASILO NEL BOSCO
vicinanze, attirando così l’attenzione
dei genitori del quartiere. Grazie a
questa esperienza, assieme ad un gruppo
di genitori, la signora Flatau, resasi
conto di quanto la natura avesse degli
effetti positivi sia sul benessere
psicologico che su quello fisico dei
bambini, decise di creare la prima forma
di asilo nel bosco, che venne chiamato in
danese “Skovbørnehave”. Questa iniziativa
ottenne ampia approvazione e diffusione
in molti paesi europei per diverse
ragioni. Da un lato va considerato che,
in quegli anni, il numero di posti
nelle tradizionali scuole d’infanzia
era insufficiente rispetto al numero di
bambini e risultava quindi essenziale
istituire nuove scuole, dall’altro,
bisogna tenere presente che, nella
tradizione dei paesi del Nord Europa, la
natura ricopre un ruolo centrale nella
vita degli uomini, sia da un punto di
vista di benessere psico-sociale, sia da
un punto di vista educativo-formativo.
Le scuole d’infanzia nel bosco in Svezia
sono denominate “I Ur och Skur” (con il
buono e cattivo tempo), e devono il loro
sviluppo a “Skogsmulle”, un immaginario
gnomo dei boschi che Gösta Frohm inventò
per insegnare il rispetto e l’amore
per la natura al fine di prendersene
cura. Egli nel 1957, fondò la prima
“Skogsmuller School” in cui ospitò
bambini di cinque e sei anni. Tuttavia,
la prima scuola svedese nel bosco “I
Ur och Skur” venne realizzata nel 1985
nell’isola Lidingö da Siw Linde.
All’inizio degli anni Novanta, gli Asili
nel bosco iniziarono a svilupparsi
anche in Germania con il nome di
“Waldkindergarten”. In realtà, la prima
esperienza fu quella di una mamma, Ursula
Sube, che nel 1968 a Wiesbaden, fondò una
scuola privata nel bosco prendendo spunto
dal metodo danese. Tuttavia non ebbe
seguaci, in quanto priva di qualunque
tipo di formalizzazione. Nel 1993, le
educatrici Petra Jäger e Kerstin Jebsen,
dopo aver studiato la scuola nel bosco
danese, ed aver condotto in tale scuola
un periodo di osservazione, fondarono a
“Flendsburg” la prima scuola nel bosco
che venne in seguito riconosciuta dallo
Stato tedesco. Gli asili nel bosco, in
Germania, trovano riconoscimento ufficiale
nel 1996 grazie all’istituzione del
Bundesarbeitskreis der Naturkindergärten
in Deutschland (Comitato lavorativo
federale Waldkindergarten in Germania).
Qualche anno più tardi, nel 2000, viene
160
161
7.ESPERIENZE SIMILI / L’ASILO NEL BOSCO
istituita l’”Associazione federale del
Waldkindergarten” che offriva ai suoi
membri contatti, corsi di formazione,
cooperazione e aiuto nei processi
decisionali politici e pubblici.
climatiche e i materiali pedagogico
didattici sono realizzati con elementi
naturali. Tuttavia queste iniziative
risultano ancora poco conosciute a
livello nazionale.
Dai resoconti che possediamo risulta
che in Italia si è assistito, in
particolare negli ultimi anni, ad una
crescente diffusione del fenomeno degli
Asili nel bosco. Si può sostenere che
queste realtà nascono maggiormente per
iniziativa di genitori, educatori,
associazioni, privati. Ogni Asilo nel
bosco ha proprie caratteristiche e
specificità e risulta difficile inserire
ciascuno in un unico modello uguale per
tutti. Questo dipende principalmente
dalla tipologia di ambiente naturale
in cui essi operano (bosco, collina,
montagna) e dai differenti progetti
educativi che vengono attuati. Lo
strumento principale e comune a ogni
realtà e progetto educativo è l’ambiente
naturale. Esso rappresenta uno strumento
educativo essenziale al fine di favorire
la formazione di un rapporto profondo tra
bambino e natura. Le attività educative
si svolgono prevalentemente all’aperto,
indipendentemente dalle condizioni
L’Asilo nel bosco può essere descritto
come una scuola dell’infanzia “senza
tetto e senza pareti”, infatti il
personale dell’asilo assieme ai bambini
trascorrono il loro tempo all’aperto,
solitamente in un bosco.
Una caratteristica peculiare degli Asili
nel Bosco è data dall’importanza che
assume il gioco attraverso i giocattoli
costruiti con materiali che si possono
trovare nell’ambiente naturale,
piuttosto che utilizzare giochi a
carattere commerciale. Nonostante queste
differenze, l’Asilo nel bosco mantiene
lo stesso scopo fondamentale degli altri
asili, ovvero l’avere cura, stimolare ed
educare i bambini.
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163
Da uno studio di Roland Gorges è emerso
che i bambini che hanno frequentato
gli Asili nel bosco si trovano al di
sopra della media in tutte le aree di
competenza testate rispetto ai bambini
che invece hanno frequentato altri asili.
CONCLUSIONI
CONCLUSIONI
Le tre esperienze citate nella sezione
precedente sono portatrici di aspetti
che ci sembrano importanti. Anzitutto la
nostra recente scoperta dei “Grupos de
Crianza Compartida” spagnoli, con cui
condividiamo una temporalità – siamo
nati negli stessi anni – ma anche alcuni
metodi e parole chiave. Cosicché in
Paesi diversi, nello stesso periodo, si
affrontano sfide simili. Dell’esperienza
tedesca delle “Elterninitiative”, ci
interessa il fatto che siano diventate
una soluzione in continuità con il
Pubblico, capace di sostanziarlo e di
potenziarlo. Questo nonostante i limiti
economici che dichiarano apertamente.
Infatti, sono proprio quegli stessi
limiti che cominciamo a riscontrare
anche qui, quando, senza un supporto
economico esterno (bandi, crowdfunding,
fondi pubblici o privati), si rischia di
riprodurre un contesto esclusivo. Infine,
della lunga esperienza degli “Asili
nel Bosco”, condividiamo la necessità
trasformativa intorno agli spazi e agli
oggetti deputati all’educazione. Cambiare
orizzonte trasforma la didattica, il
metodo, i valori e le priorità. Una
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165
trasformazione che abbiamo sperimentato
anche noi proponendo una relazione
importante con il quartiere e tra le
persone della comunità. Ciò ha sviluppato
un tipo di attività – e non altre –
frutto dell’interdipendenza tra soggetti
e realtà coinvolti.
CONCLUSIONI
In queste ultime righe, però, ci
concentreremo sulle fragilità del
progetto, sia per il nostro futuro,
sia per chiunque volesse intraprendere
un’esperienza simile. Le questioni che
analizzeremo di seguito sono già emerse
nel corso del libro, ma un colpo d’occhio
complessivo potrebbe aiutare a capirne
meglio le connessioni e le possibili
soluzioni comuni.
ulteriore lavoro non pagato.
Con una rete di “SopraSotto” si
potrebbero disegnare soluzioni condivise
capaci di ridurre i costi di gestione,
come ad esempio quelli amministrativi,
ma non basterebbe. Secondo noi, i Comuni
dovrebbero concedere spazi ad uso
gratuito alle comunità – tra le altre –
che sviluppano attività di questo tipo:
ciò ridurrebbe in modo significativo le
spese.
In fin dei conti non basta cercare una
forma con cui definire i progetti che
nascono dalle esigenze delle persone.
Servirebbe invece trovare e sperimentare
strumenti amministrativi e finanziari per
garantire l’accessibilità e, infine, per
riconoscere un servizio che nasce come
risposta a un disservizio.
SOSTENIBILITÀ/ACCESSIBILITÀ
Garantire un servizio accessibile non
è facile e rischia di andare a pesare
su altre voci di “sostenibilità” (come
stipendi, materiali per le attività
e il mantenimento dello spazio). Se
da una parte ci sono strumenti di
autofinanziamento che abbiamo messo in
pratica come la scrittura di bandi
e l’attivazione di crowdfunding,
dall’altra, questi strumenti diventano
COMUNITÀ/ISTITUZIONI
Per riconoscere progetti di questo
tipo – sperimentare sugli strumenti
amministrativi e le forme di finanziamento
– bisogna trovare modalità e spazi di
dialogo tra dimensioni molto diverse
come una comunità e un’amministrazione
locale. A nostro avviso c’è una grossa
mancanza di luoghi dove sia possibile un
dialogo meno settoriale e tecnico e più
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167
CONCLUSIONI
articolato sui processi che si originano
dal basso, luoghi di confronto politico
tra cittadini/e e chi li governa. Per
questa ragione, il rischio costante è che
esperienze come SopraSotto non riescano
a sopravvivere perché “criminalizzate” o
appiattite dentro normative preesistenti
che ne cancellano le specificità e
quindi i motivi originari della loro
istituzione. Infatti, quando si osservano
processi che emergono da bisogni
collettivi, è opportuno trovare contesti
porosi dove confrontarsi apertamente su
temi politici che solo successivamente
avranno una ricaduta sui settori tecnici
della politica: cos’è giusto? cos’è
“illegale”? cos’è etico? Ci chiediamo
quindi se sia possibile relazionarsi
mettendo al centro una lettura del
presente più complessa e articolata,
dove le necessità che creano esperienza
– come nel caso di SopraSotto – diventino
materiale di riflessione reciproca e
stimolo per la costituzione di nuovi
diritti.
168
169
RIFERIMENTI
BIBLIOGRAFIA
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percezioni del rischio, bisogni emergenti e welfare dal basso. Italia: Commonfare
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imaginarios en una sociedad de migración. Barcelona: Editorial UOC.
Zoja, Luigi. 2016. Il gesto di Ettore: preistoria, storia, attualità e scomparsa
del padre. Torino: Bollati Boringhieri.
FILMOGRAFIA
A scuola. 2003. Leonardo Di Costanzo. Documentario, 60’
Diario di un maestro. 1973. Vittorio de Seta. Film, 135’
Educazione affettiva. 2013. Federico Bondi e Clemente Bicocchi. Documentario, 52’
L’amore che non scordo, Storie di comuni maestre. 2008. Daniela Ughetta e Manuela
Vigorita. Documentario, 74’
Mario Lodi. Un metodo di insegnamento. 1979. Vittorio de Seta. Documentario, 33’
Scuola senza fine. 1988. Adriana Monti. Docu-film, 40’
170
171
Senza il sostegno dell’associazione Medionauta e
della sua legale rappresentante Camilla Notarbartolo,
SopraSotto non sarebbe quello che è potuto diventare.
Senza la partecipazione di nuovi genitori ogni anno,
il progetto non sarebbe cresciuto. Senza il coraggio
quotidiano e la fantasia delle maestre, SopraSotto non
ce la farebbe. Senza la pacatezza di Silvia Ballottari,
le sue economie sarebbero in crisi; senza un quartiere
che ci ospita, sarebbe più solo. Senza i bambini e le
bambine, sarebbe più triste e, infine, senza Ugo, non
esisterebbe.
RINGRAZIAMENTI
Un grazie al Comune di Milano con cui non abbiamo
mai smesso di confrontarci e che ci ha sostenuto
nonostante tutto; in particolare vogliamo ringraziare
Paola Bertucci, Chiara Bisconti, Paolo Limonta, Laura
Rovani, Anita Pirovano e Letizia Villa.
Un grazie ai falegnami di Ri-Maflow, Soema Fedtke
e Andrea Magri, che ci hanno aiutato a ridisegnare
lo spazio rendendolo bellissimo. Un grazie anche a
Lyne Dumoulin e Poorvik Patel che hanno progettato i
mobili del kit con passione.
Un grazie speciale e indispensabile va ai racconti di
Lea Melandri sull’Asilo di Porta Ticinese nato a Milano
negli anni ‘70 – parole che mi hanno guidata nella
costruzione di SopraSotto.
Infine, a Zoe Romano e Valeria Graziano che mi hanno
convinta e sostenuta a prendere un tempo necessario,
dopo alcuni anni, per riordinare le idee, metterle
insieme e condividerle.
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COME APRIRE UN NIDO PIRATA NEL QUARTIERE
Piccolo manuale di cura collettiva a partire
dall’esperienza specifica di soprasotto
A CURA DI
Maddalena Fragnito
TESTI
Alberto Cossu
Maddalena Fragnito
Valeria Graziano
Emanuela Leva
Cristina Morini
Zoe Romano
Samantha Sprocatti
Nuria Ubìa
PENSIERI SPARSI DI GENITORI E MAESTRE
Francesco Tartaglia, Stefania Aledi, Mara Corradi, Gina Bruno, Luca Tognoli,
Roberto Ronchi, Silvia Ballottari, Simona Fiori
EDITING
Sandra Bellini
DESIGN KIT
Lyne Dumoulin
Poorvik Patel
FOTOGRAFIE
A colori / Il quartiere visto dai bambini e dalle bambine di SopraSotto
In bianco e nero / Lyne Dumoulin e Poorvik Patel
PARTNER
Commonfare
Isola Pepe Verde
WeMake
PROGETTO GRAFICO
Maddalena Fragnito
CREDITI
ANNO DI PUBBLICAZIONE
2019
MATERIALI ONLINE
Tutto il materiale online integrativo del manuale si trova a questo indirizzo:
https://drive.google.com/drive/folders/1RLDLHuFOybj0j6BXmUiaSjPmFW3PbyLp?usp=sharing
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4.0 Licenza internazionale, BY-NC-SA. 4.0.
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Siamo un gruppo di genitori che si
riunisce mensilmente e che si occupa di
decidere temi di natura organizzativa
e, in accordo con le maestre, progetti
legati alle attività formative. In questi
anni ci siamo susseguite in circa una
settantina, tramandando pratiche e saperi
perché il progetto potesse proseguire.
Abbiamo passato momenti indimenticabili,
abbiamo litigato, abbiamo cresciuto
insieme i bambini e le bambine, abbiamo
superato alcune paure, abbiamo riso,
abbiamo attraversato il quartiere con
altri occhi. Insomma, ci siamo fidati gli
uni degli altri e così facendo ci siamo
sentite vive.
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