Sicilia occidentale
Studi, rassegne, ricerche
a cura di
Carmine Ampolo
EDIZIONI
DELLA
NORMALE
29
SEMINARI
E CONVEGNI
Laboratorio
di Scienze
dell’Antichità
Il volume contiene:
Atti delle settime giornate internazionali di studi sull’area
elima e la Sicilia occidentale nel contesto mediterraneo
Erice, 12-15 ottobre 2009
Workshop «G. Nenci» diretto da Carmine Ampolo
Vol. II
Altri studi sulla Sicilia occidentale non presentati in tale occasione
Redazione a cura di
Chiara Michelini, Maria Adelaide Vaggioli
Sicilia occidentale.
Studi, rassegne,
ricerche
a cura di
Carmine Ampolo
EDIZIONI
DELLA
NORMALE
© 2012 Scuola Normale Superiore Pisa
isbn 978-88-7642-451-9
Indice
Abbreviazioni
ix
Rassegne e comunicazioni archeologiche ed epigrafiche
Rassegna d’archeologia: scavi nel territorio di Palermo (2007-2009)
Francesca Spatafora
13
Palermo. Uno scavo d’emergenza nell’area di Piazza Marina
Francesca Spatafora, Carla Aleo Nero, Lucio Calcagnile,
Gianluca Quarta, Marisa D’Elia, Giuseppe Montana,
Luciana Randazzo, Francesca Terranova
23
Un nuovo documento epigraico da Solunto
Alba Maria Gabriella Calascibetta, Laura Di Leonardo
37
Scavi nella necropoli occidentale di Himera,
il paesaggio e le tipologie funerarie
Stefano Vassallo, Matteo Valentino
Appendice
Anforoni corinzi di età arcaica rinvenuti nelle necropoli di Himera
Matteo Valentino
49
59
Primi dati antropologici dalla necropoli occidentale di Himera
Pier Francesco Fabbri, Norma Lo Noce, Serena Viva
73
Un graito punico su anfora tardo-arcaica dalla necropoli di Himera
Rossana De Simone
85
L’insediamento di Monte Presepio nella Valle del Fiume Torto:
un comprensorio della chora di Himera
Rosa Maria Cucco
87
Monte Iato: scavi 2007-2008
Hans Peter Isler
91
Il teatro alto-ellenistico di Montagna dei Cavalli/Ippana
Stefano Vassallo, Donata Zirone
105
vi Indice
Il sito fortiicato medievale del Castellaccio di Campoiorito
Roberto Graditi, Stefano Vassallo
113
Contessa Entellina: foto aeree 1955-2000. Persistenze e mutamenti
nel paesaggio naturale ed antropico
Alessio Arnese, Alessandro Corretti, Antonino Facella,
Chiara Michelini, Maria Adelaide Vaggioli
121
Materiali fenici, punici e di tradizione punica da Rocca d’Entella (PA).
Un bollo e due graiti
Mariela Quartararo
129
Contessa Entellina (Palermo). Indicatori di attività siderurgica
secondaria nel Medioevo da Entella e dal territorio
Alessandro Corretti, Laura Chiarantini
137
I bolli sulla Terra Sigillata Italica dalle ricognizioni
nel territorio comunale di Contessa Entellina
Aurora Maccari
151
Dinamiche commerciali e di approvvigionamento ceramico
nel territorio di Contessa Entellina in età imperiale e tardoantica:
rilessioni preliminari su quattro siti-campione
Antonino Facella, Marianna Perna, Paola Puppo,
Maria Adelaide Vaggioli, Donata Zirone
155
Attività della Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani:
triennio 2007-2009
Rossella Giglio Cerniglia
179
Scavi e restauri dell’Università di Roma ‘La Sapienza’
a Mozia, 2007-2009: il Tempio del Kothon, il Temenos Circolare,
il Sacello di Astarte e il Tofet
Lorenzo Nigro
207
Il restauro e la valorizzazione del tofet di Mozia
Rossella Giglio Cerniglia
219
Lilibeo (Marsala). Risultati della campagna 2008
Rossella Giglio Cerniglia, Paola Palazzo,
Pierfrancesco Vecchio, Emanuele Canzonieri
225
Nuove Ricerche a Castellazzo di Poggioreale. Campagne 2008-2009
Rossella Giglio Cerniglia, Gioacchino Falsone, Paola Sconzo 239
vii Indice
Monte d’Oro di Montelepre. La necropoli di Manico di Quarara.
Nuovi dati
Gianclaudio Ferreri
251
Per un riesame della documentazione materiale
dello scarico di Grotta Vanella a Segesta
Monica de Cesare, Alfonsa Serra
261
Segesta. Agora: la stratigraia dell’ala Ovest della stoa
Angela Clara Infarinato
275
Le attività dell’Institute of Fine Arts - NYU
sull’Acropoli di Selinunte (2006-2010)
Clemente Marconi
279
La Soprintendenza del Mare alla ricerca del luogo esatto
della Battaglia delle Egadi (241 a.C.)
Sebastiano Tusa, Jeff Royal, Cecilia Albana Buccellato
287
Altre ricerche della Scuola Normale Superiore
Tyndaris: per uno status quaestionis sulle ipotesi di ubicazione
dell’agora/foro
Maria Ida Patrizia Gulletta
297
Per un’analisi della igura di Eracle in Sicilia: dal VII sec. a.C.
all’età romana
Michela De Bernardin
305
Il santuario e la dea di Erice: una vocazione politica?
Beatrice Lietz
313
Ei[rgesqai ajgora`~: l’allontanamento degli omicidi
dallo spazio pubblico
Irene Salvo
319
La colonisation grecque de la Sicile dans les fragments de Diodore
Aude Cohen-Skalli
325
Presentazione di strumenti informatici
SNS-Greek & Latin 6.1 per Mac OS X
SNS-Greek & Latin 2.1 per Windows
Antonella Russo
333
viii Indice
Mnamon: Portale delle Antiche Scritture del Mediterraneo
Antonella Russo, Anna Santoni
335
MNHMHS cARIN
Commemorazione di Vincenzo Tusa
Hans Peter Isler
343
Vincenzo Tusa: un ricordo sempre vivo
Francesca Spatafora
345
Vincenzo Tusa
Sebastiano Tusa
349
Illustrazioni
353
Allegato CD con posters
Abbreviazioni
Autori antichi
Sono state adottate, di norma, le abbreviazioni dell’Oxford Classical Dictionary,
Oxford-New York 19963 o del dizionario di H.G. Liddell, R. Scott, Oxford 19689,
e del hesaurus Linguae Latinae. Index, ed. Teubner, Lipsiae 1904, ad eccezione
dei seguenti casi: Apoll. Rhod., Diod., Demosth., Mythogr., Plato.
Opere generali
BÉ = Bulletin Épigraphique, in «Revue des Études Grecques».
BMC = Catalogue of the Greek Coins in the British Museum.
BTCGI = Bibliograia Topograica della Colonizzazione Greca in Italia e nelle
Isole Tirreniche (fondata da G. Nenci e G. Vallet, diretta da C. Ampolo), PisaRoma 1977-1994, Pisa-Roma-Napoli 1996-2012.
CIL = Corpus Inscriptionum Latinarum, Berlin 1863CIS = Corpus Inscriptionum Semiticarum, Paris 1881EAA = Enciclopedia dell’Arte Antica, Classica ed Orientale, Roma 1958FGrHist = Die Fragmente der griechischen Historiker, Berlin 1923ICO = M.G. Guzzo Amadasi, Le iscrizioni fenicie e puniche delle colonie in
Occidente, Roma 1967 (Studi Semitici, 28).
ICret = M. Guarducci, Inscriptiones Creticae, I-IV, Roma 1935-1950.
IG = Inscriptiones Graecae consilio et auctoritate Academiae Litterarum Regiae
Borussicae editae, Berolini 1873IGDS = L. Dubois, Inscriptions grecques dialectales de Sicile: contribution à
l’étude du vocabulaire grec colonial, Rome 1989.
IGRRP = R. Cagnat (a cura di), Inscriptiones graecae ad res romanas pertinentes,
I-IV, Parigi 1906-1927.
IGUR = L. Moretti (a cura di), Inscriptiones Graecae Urbis Romae, Roma
1968-1990.
ILAlg = Inscriptiones Latinae de l’Algerie, Paris-Alger 1922ILS = H. Dessau, Inscriptiones Latinae Selectae, Berlin 1892-1916.
LIMC = Lexicon Iconographicum Mythologie Classicae, Zürich-München 1981LSCG = F. Sokolowski, Lois sacrées des cités grecques, Paris 1969.
LSS = F. Sokolowski, Lois sacrées des cités grecques. Supplément, Paris 1962.
RE = Paulys Real-Encyclopädie der classischen Altertumswissenschat (neue
bearb.), Stuttgart-München 1893-1972.
RIC = H. Mattingly, E.A. Sydenham and other, Roman Imperial Coinage,
1923-1967.
SEG = Supplementum Epigraphicum Graecum, Leiden 1923SNR = Sylloge Nummorum Romanorum.
x Abbreviazioni
Periodici
Sono state adottate, di norma, le abbreviazioni dell’Année Philologique, ad
eccezione delle seguenti e dei titoli riportati per esteso:
AnnInst = Annali dell’Instituto di Corrispondenza Archeologica.
ArchMed = Archeologia Medievale.
BCA Sicilia = Beni Culturali e Ambientali. Sicilia.
BCSFLS = Bollettino del Centro Studi Filologici e Linguistici Siciliani.
QuadAMessina = Quaderni dell’Istituto di Archeologia della Facoltà di Lettere
e Filosoia dell’Università di Messina.
QuadMusSalinas = Quaderni del Museo Archeologico Regionale «A. Salinas».
SicA = Sicilia Archeologica.
Attività della Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani:
triennio 2007-2009
1.
Premessa
Negli anni 2007-2009, l’attività del Servizio per i
beni archeologici della Soprintendenza per i beni
culturali ed ambientali di Trapani è stata rivolta a
interventi motivati da urgenti necessità di tutela ma
anche a nuove campagne di scavo sistematiche, che
hanno dato la possibilità di allargare il panorama delle conoscenze scientiiche.
Ulteriori attività hanno inoltre caratterizzato i Musei di competenza della Soprintendenza: il Museo Archeologico ‘Baglio Anselmi’ di Marsala, sia in merito
al patrimonio custodito, in particolare al relitto della
nave punica, sia per programmi di studio; il Museo
Whitaker a Mozia; il museo del Satiro nella chiesa
sconsacrata di S. Egidio, a Mazara del Vallo, che ha
acquistato nel tempo fama e notorietà internazionale; il museo allestito a Castello Grifeo, inaugurato a
dicembre 2007 a Partanna. Inoltre varie esposizioni
tematiche sono state direttamente promosse dalla
Soprintendenza tramite l’Assessorato (Selinunte,
Marsala, Mazara del Vallo, Salemi, Mozia, Favignana
ecc.), oppure proposte da altri enti e Istituti di ricerca
in Italia e all’estero.
Tra le attività svolte, si sottolineano ancora in particolare la gestione del patrimonio archeologico1 e
proseguimento dell’attività di schedatura e il controllo dei depositi di materiale archeologico2.
In relazione agli interventi archeologici e di valorizzazione in aree archeologiche del Programma
Operativo Regionale Sicilia sono state portate avanti
le iniziative – già in corso di svolgimento – di competenza del Dipartimento Beni Culturali e Ambientali, in attuazione dello strumento di programmazione per la gestione dei fondi strutturali comunitari3,
secondo il seguente elenco:
- Comune di Calataimi/Segesta: Lavori per intervento di scavo e sistemazione nell’area dell’acropoli
di Segesta, Calataimi-Segesta (TP); Scavo archeologico della necropoli di Segesta Calataimi Segesta.
- Comune di Castelvetrano: Documentario Selinunte; Lavori di recupero delle Case Sinacori in
Selinunte; Lavori di recupero delle Case Titone in
Selinunte Castelvetrano; Lavori di recupero della
Casa De Sabato sul Modione in Selinunte Castelvetrano; Selinunte area dell’abitato e dei santuari, saggi
archeologici e consolidamento delle strutture antiche Castelvetrano; Progetto di recinzione area archeologica di Selinunte Castelvetrano .
- Comune di Custonaci: Itinerario delle grotte preistoriche del Trapanese: lavori di sistemazione per la
fruizione e scavo archeologico della Grotta Croceisso, Custonaci; Itinerario delle grotte preistoriche del
Trapanese: Lavori di sistemazione per la fruizione e
scavo archeologico della Grotta Scurati, Custonaci.
- Comune di Erice: Itinerario delle grotte preistoriche del Trapanese - Lavori di sistemazione per la
fruizione e scavo archeologico della Grotta Martogna; Itinerario delle grotte preistoriche del Trapanese, Lavori di sistemazione per la fruizione e scavo
archeologico della Grotta Emiliana Erice.
- Comune di Favignana-Isole Egadi: Itinerario delle grotte preistoriche del Trapanese, Lavori di sistemazione per la fruizione e scavo archeologico della
Grotta d’Oriente, Favignana; Itinerario delle grotte
preistoriche del Trapanese, Lavori di sistemazione
per la fruizione e scavo archeologico della Grotta
dell’Ucciria, Favignana; Itinerario delle grotte preistoriche del Trapanese, Lavori di sistemazione per la
fruizione e scavo archeologico della Grotta del Genovese, Levanzo; Itinerario delle grotte preistoriche del
Trapanese, Lavori di sistemazione per la fruizione e
scavo archeologico della Grotta di Tramontana, Levanzo; Scavo archeologico subacqueo, musealizzazione in situ e telecontrollo del relitto di Cala Minnola, Levanzo.
- Comune di Marsala: Lavori di scavo archeologico, valorizzazione e studio delle Insulae dell’area
archeologica di Capo Boeo, Marsala; Lavori di recinzione della zona archeologica di Capo Boeo, Marsala.
- Comune di Mazara del Vallo: Lavori di scavo archeologico e sistemazione a parco dell’area in corso
di demanializzazione dell’insediamento eneolitico di
Roccazzo, Mazara del Vallo (TP).
180 Rossella Giglio Cerniglia
- Comune di Pantelleria: Ricognizione, analisi territoriale e scavo archeologico, inalizzati alla realizzazione del parco archeologico, in contrada Mursia,
Pantelleria; Ricognizione, analisi territoriale e scavo
archeologico in contrada Lago di Venere, Pantelleria; Ricognizione, analisi territoriale e scavo archeologico in contrada Scauri, Pantelleria; Ricognizione,
analisi territoriale e scavo archeologico dell’Acropoli
di Pantelleria Promontori di S. Teresa e S. Marco,
Pantelleria.
- Comune di Poggioreale: Progetto di recinzione e
sistemazione area archeologica di Monte Castellazzo, Poggioreale.
- Comune di Salemi: Ricognizione, analisi del territorio e scavo archeologico a Monte Polizzo, Salemi;
Lavori di scavo archeologico nell’abitato preistorico
di Mokarta, Salemi; Lavori di restauro dei mosaici
della basilica paleocristiana di S. Miceli, Salemi.
- Comune di San Vito Lo Capo: Itinerario delle
grotte preistoriche del Trapanese, Lavori di sistemazione per la fruizione e scavo archeologico della
Grotta Perciata, San Vito Lo Capo; Itinerario delle
grotte preistoriche del Trapanese, Lavori di sistemazione per la fruizione e scavo archeologico della
Grotta Racchio, San Vito Lo Capo; Itinerario delle
grotte preistoriche del Trapanese, Lavori di sistemazione per la fruizione e scavo archeologico della
Grotta dell’Uzzo, San Vito Lo Capo; Itinerario delle grotte preistoriche del Trapanese, Lavori di sistemazione per la fruizione e scavo archeologico della
Grotta dei Cavalli, San Vito Lo Capo; Itinerario delle
grotte preistoriche del Trapanese, Lavori di sistemazione per la fruizione e scavo archeologico della
Grotta di Cala Mancina, San Vito Lo Capo.
In collaborazione con la Provincia Regionale di
Trapani ed altri Comuni del Trapanese per progetti PIT Isole minori, nel rispetto delle misure e del
cronogramma indicato nel complemento di programmazione, sono stati efettuati i lavori relativi ai
progetti a titolarità regionale inseriti nel POR 20002006, di cui si parlerà più avanti.
Inoltre si è proceduto con la redazione di carte archeologiche con campagne ricognitive in collaborazione con Università italiane e straniere, con inalità
topograiche:
- collaborazione con l’Università di Bologna, a
Pantelleria per ricognizioni nel territorio;
- collaborazione con l’Università della Basilicata/
Matera e di Tubinga (Germania), a Pantelleria, per
ricerche sull’Acropoli di Santa Teresa e in contrada
San Marco;
- collaborazione per ricerche archeologiche in regime di convenzione con l’Università ‘Suor Orsola
Benincasa’ di Napoli, a Pantelleria, contrada Mursia;
- collaborazione per ricerche archeologiche in regime di convenzione con l’Istituto Archeologico Germanico di Roma/Berlino, a Selinunte;
- collaborazione per ricerche archeologiche in regime di convenzione con la New York University
(USA), a Selinunte;
- collaborazione per ricerche archeologiche in regime di convenzione con la Scuola Normale Superiore
di Pisa, a Segesta;
- collaborazione per ricerche archeologiche in regime di convenzione con l’Università di Göteborg
(Svezia), a Salemi/Monte Polizo e con l’Università
dell’Illinois (USA), nell’area urbana di Salemi con ricognizioni nel territorio;
- collaborazione in regime di convenzione con l’Università di Vienna (Austria) per ricognizione aerea
e territoriale presso Mazara del Vallo;
- collaborazione per ricerche archeologiche in regime di convenzione con le Università di Amburgo e
Palermo, a Marsala;
- collaborazione per ricognizioni archeologiche a
Marsala in regime di convenzione con l’Università
Tuts e il Wellesley College, Massachusetts (USA);
- collaborazione per ricerche archeologiche in regime di convenzione con l’Università di Roma ‘La
Sapienza’, a Mozia;
- collaborazione per ricerche archeologiche in regime di convenzione con l’Università di Palermo, a
Mozia;
- collaborazione per ricerche archeologiche in regime di convenzione con l’Università di Bologna/
Ravenna, a Mozia presso la ‘Casa dei Mosaici’.
Quanto riferirò, in ampia sintesi per ragioni di opportunità, è stato in parte già presentato in sede di
rapporto preliminare su riviste specializzate e sugli
Atti di alcuni Convegni.
2.
Attività di ricerca scientiica triennio 2007-2009
2.1 Selinunte
Il sito archeologico di Selinunte, uno dei parchi archeologici più grandi del Mediterraneo, comprende
260 ettari, dal 2007 completamente demanializzati e
181
Attività della Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani: triennio 2007-2009
recintati. Sono molteplici le attività condotte a Selinunte dal Servizio per i Beni Archeologici della Soprintendenza di Trapani, sia per la gestione della grande area e la valorizzazione del sito, sia per la ricerca
scientiica, anche in regime di convenzione con importanti istituzioni ed enti di ricerca italiani e stranieri.
I lavori dell’Istituto Archeologico Germanico4 sono
da decenni parte integrante di un progetto generale
della Soprintendenza di Trapani5, regolato da una
apposita convenzione, che segue l’obiettivo della valorizzazione dell’importantissimo sito archeologico
di Selinunte. Particolarmente negli ultimi anni il contributo dell’Istituto diretto da Dieter Mertens è stato
considerevole e comprendeva oltre gli studi archeologici, svolti soprattutto attraverso lo scavo ed il rilievo architettonico, anche molti interventi di restauro
e sistemazione a seguito delle importanti opere di restauro delle mura dell’acropoli. Lo scavo sistematico6
è stato realizzato in particolare nell’area dell’agora e
in una parte rappresentativa dell’isolato che costeggia la piazza al suo lato orientale. Per una migliore
comprensione delle caratteristiche fondamentali del
sito da parte del visitatore e per rendere più chiaro
il sistema viario monumentale nell’area dell’abitato
sul pianoro Manuzza (ig. 288) sono stati portati alla
luce l’arteria principale N0, che delimita ad Ovest l’agora, e il suo incrocio con la strada NA, che costeggia
l’agora a Nord; di rilevante interesse la pavimentazione in basoli di grande formato e un canale di scolo
accuratamente incorporato nella strada all’incrocio.
Le indagini archeologiche nella piazza, ampia più di
3 ettari, hanno interessato anche un importante isolato ittamente ediicato sul lato Est della piazza, che
è risultato un interessante campione rappresentativo
della vita privata e pubblica degli antichi Selinuntini.
Sensazionale il ritrovamento di un temenos al centro geometrico dell’agora che circondava una cista
incassata nella roccia vergine e costituita da lastre
lapidee; i dati di scavo indicano un’alta datazione
dell’impianto, posto in posizione determinante per
una città a pianta regolare pianiicata come Selinunte. Il monumento, di carattere marcatamente pubblico, è riferibile ad una tomba monumentale, un heroon, dedicato al ricordo dell’ecista, l’eroe fondatore
della città, di cui è noto dalle fonti il nome: Pammilo.
Questi lavori sono stati al contempo concepiti come
primo passo per uno studio sistematico dell’intero impianto dell’agora, nota inora dalle evidenze archeologiche dell’insula al margine orientale della piazza.
La lunga campagna del 2007 ha portato ad una più
profonda conoscenza dei monumenti pubblici che
contornavano la piazza di forma trapezoidale – dovuta alla sua ubicazione al centro tra i due sistemi regolari di maglie di strade, di cui si compone la pianta
urbana – ai suoi margini Ovest e Nord. Su ambedue i
lati sono stati rimessi in luce i resti di lunghi porticati
(stoai nel concetto greco), lunghi ognuno più di m
60, dotati di lunghi fronti colonnati: si tratta di uno
dei più importanti esempi di questa caratteristica tipologia architettonica nell’età arcaica.
La grande piazza di Selinunte comincia ormai a
diventare uno dei più monumentali esempi inora
noti attraverso lo scavo in tutto il mondo greco. Purtroppo lo stato di conservazione di questi monumenti si è dimostrato molto compromesso, e questo sin
dai tempi antichi, perché queste strutture costruite
in solidi blocchi di pietra calcarea e arenaria furono
sistematicamente smontate ed asportate per riutilizzare i blocchi nelle mura di difesa che oggi cingono
l’acropoli della città7.
I lavori di scavo nell’isolato hanno interessato soprattutto i Lotti 3 (hestiatorion) e 16 (‘casa in blocchi
squadrati’). Nel Lotto 3 è stata chiarita l’ediicazione
precedente l’impianto della monumentale casa da
banchetto tardo-arcaica. La ‘casa in blocchi squadrati’ venne scavata in tutta la supericie e si sono potute chiaramente diferenziare la fase altoarcaica dalla
profonda trasformazione di V secolo a.C.
Dai dati in nostro possesso è emerso che parte della
piazza fu riediicata nel momento della rioccupazione del sito sotto l’egemonia punica, e cioè nel IV e
III secolo a.C. Tra le strutture di questo periodo, in
cui l’assetto e le funzioni dell’antica piazza furono
profondamente alterate, si distingue un’oicina apparentemente funzionale alla rilavorazione di metalli usati: sono state rimesse in luce piccole laminette
di bronzo e piombo che potrebbero svelare ulteriori
novità sulla vita dei Selinuntini di età arcaica e classica. Esse recavano delle ini epigrai, la cui più precisa
lettura sarà possibile solo dopo un attento restauro
dei fragili documenti che si trovavano, secondo l’uso
antico, piegati e arrotolati e dunque nascosti8.
Un ulteriore studio dell’architettura templare a Selinunte è stato condotto dal 2007, a seguito di una
speciica convenzione stipulata con la Soprintendenza, dall’Istitute of Fine Arts, New York University,
direttore Martine Henriette Westermann, responsabile delle ricerche Clemente Marconi. Il progetto di
182 Rossella Giglio Cerniglia
ricerca ha previsto le indagini archeologiche nell’area
dei Templi B e C sull’acropoli, con lo studio dei resti di stucco e policromia per la realizzazione di una
nuova restituzione digitale del tempio B ed un sito
Web ad esso dedicato con link della Soprintendenza
di Trapani. Inoltre è stata progettata la realizzazione
di una mostra e la nuova presentazione dell’ediicio
sia a Palermo che a Trapani.
I saggi di scavo sono stati realizzati all’interno e
sul lato Ovest, tra il cosiddetto megaron e il muro di
fondo del tempio B, ed è stata confermata la data di
costruzione già nota (inizi/metà del IV secolo a. C.)
Fra le attività di studio, Maria Clara Conti e Carlo
Zoppi (in rappresentanza rispettivamente del Dipartimento di Scienze Antropologiche, Archeologiche e
Storico-territoriali dell’Università di Torino e del Dipartimento di Studi Umanistici, Università del Piemonte Orientale) hanno proseguito i lavori di ricerca
degli elementi architettonici provenienti dagli scavi
del Gullini9. Inoltre, Maria Clara Conti ha proseguito
gli studi delle terrecotte architettoniche selinuntine e
degli elementi marmorei degli ediici di culto. A Selinunte sono stati rinvenuti in numero notevole frammenti di terrecotte architettoniche: lo studio dei tetti
evidenzia, anche in questo particolare aspetto dell’edilizia templare, l’originalità e la creatività proprie
della cultura architettonica selinuntina: in occasione
della Settimana della cultura 2009, a Selinunte, presso la ‘Casa del viaggiatore’, è stata allestita la mostra I
tetti dei templi di Selinunte (ig. 289).
Con fondi europei la dott.ssa Martine Fourmont
ha proseguito gli approfondimenti dei vecchi scavi
realizzati nel tratto di strada F-F1 Nord dell’acropoli
di Selinunte, in relazione ai materiali rinvenuti e alla
loro sistemazione in deposito. Anche Antonia Rallo,
dell’Università di Roma, ha proseguito con la sistemazione dei saggi di scavo, l’inventariazione e lo studio dei reperti dell’abitato di Manuzza, scavato dalla
stessa intorno al 1970. Inoltre sono stati realizzati
lavori di catalogazione (CRICD, Por Sicilia 2000-06)
dei reperti archeologici (170 schede RA) rinvenuti
in area Malophoros (scavi Giuseppe Patricolo 18881889): ceramica acroma, lucerne, ex voto, ceramica a
bande, coroplastica.
2.1.1. Valorizzazione e tutela
è stato presentato al pubblico, nel mese di ottobre
2009, il nuovo progetto di illuminazione del tempio
E, all’interno del parco di Selinunte, ideato da Valerio
Festi e realizzato con un inanziamento della Provincia Regionale di Trapani. Il progetto di illuminazione
ha introdotto un sistema computerizzato in grado di
accompagnare la variazione dell’illuminamento artiiciale alla variazione della luce notturna, creando
così la capacità di una lettura ‘stratiicata’ altrimenti impossibile. L’introduzione del cromatismo, ben
lontano dalle fantasmagorie di sapore cinematograico, ha la sua importanza nella lettura dell’essenza
costitutiva dei materiali, sia naturali, sia artiiciali: la
luce è il veicolo fondamentale per la comunicazione e
la lettura dei monumenti. L’illuminazione notturna
porta con sé un conseguente potenziale incremento
della fruizione.
Inine, con un inanziamento POR10, è stato realizzato il documentario dal titolo provvisorio Selinunte,
successivamente intitolato Selinunte nella mia vita
e dedicato a Vincenzo Tusa, scomparso il 5 marzo
2009, igura dominante dell’archeologia siciliana del
secondo Novecento grazie alla sua intensa attività di
ricerca, tutela e valorizzazione dei beni archeologici
della nostra Isola e massima autorità nel campo degli
studi sulla civiltà fenicio-punica in Sicilia.
2.2 Cave di Cusa (Campobello di Mazara), Baglio
Florio 2009
Una nuova struttura museale è stata realizzata dal
Comune di Campobello di Mazara nel Baglio Florio
di Cave di Cusa11: all’interno è previsto un percorso
didattico per scoprire la storia delle vicine cave con
pannelli illustrativi sulla tecnica estrattiva del materiale di costruzione dei templi di Selinunte, nonché
varie immagini descrittive del sistema di trasporto e
di costruzione dei templi.
2.3 Segesta
In questi ultimi anni, le ricerche archeologiche
condotte a Segesta hanno dato eccezionali risultati
scientiici. A seguito della convenzione con la Scuola
Normale Superiore di Pisa sono proseguite le indagini, sotto la direzione di Carmine Ampolo e il coordinamento scientiico di Maria Cecilia Parra12, sul
grande pianoro di Monte Barbaro, la vasta piazza
pubblica, cioè l’agorà della città ellenistica, divenuta poi il foro della città romana (area della piazza di
Onasus e del macellum con tholos, SAS 4 e SAS 3)13.
Per una maggiore fruibilità e valorizzazione dell’area
di scavo, la Scuola Normale ha sempre provveduto a
compiere vari lavori di sistemazione e recupero; dal
183
Attività della Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani: triennio 2007-2009
punto di vista della divulgazione, la Scuola Normale
ha inoltre aggiornato i pannelli esplicativi già collocati lungo i margini dei due saggi SAS 3 e SAS 4.
Sono state costantemente eseguite, alla ine di ogni
campagna di scavo, foto da pallone aereostatico ed è
stata fatta eseguire, con l’autorizzazione della Soprintendenza, una serie di riprese fotograiche da aereo
leggero.
Nell’ambito dei progetti redatti dalla Soprintendenza di Trapani con inanziamento POR sono proseguiti gli studi dei materiali provenienti dallo scavo
archeologico della necropoli di Segesta (Calataimi)14,
che aveva ripreso negli anni 2003-2004 uno scavo
precedente15. La presenza di una strada cimiteriale
posta ad Ovest della necropoli e il muro di cinta16
scoperto nelle ultime fasi di scavo, dopo un’attenta
rilettura delle fotograie aeree, hanno consentito successivamente di ricostruire con suiciente aidabilità
una nuova linea fortiicata della città antica. Gli esiti
delle ricerche sono stati presentati in varie sedi17.
2.3.1. Valorizzazione e tutela
Annualmente (2007, 2008, 2009) sono stati organizzati al teatro antico dal Calataimi Segesta Festival
diretto da Enrico Stassi, spettacoli teatrali e musicali.
Titoli di commedie, tragedie e testi classici si sono alternati a nuove proposte drammaturgiche e musicali,
in cui teatro, musica, immagine e suono si sono snodati in una ricca articolazione; un ciclo particolare di
sperimentazione sono stati gli spettacoli proposti in
orari insoliti: le Albe.
Nel marzo 200918 è stato veriicato dai tecnici del
Servizio per i beni archeologici che le barriere metalliche di protezione laterale della strada di collegamento dal piazzale Posto di ristoro al Teatro Antico,
realizzate intorno al 1960 e già in condizioni vetuste,
in alcuni punti nevralgici risultavano totalmente disancorate dal suolo, compromettendo totalmente gli
standard di sicurezza indispensabili per la pubblica
incolumità dei visitatori. Inoltre la strada era soggetta a frequenti dissesti causati della mancanza di tratti
di banchina di contenimento. Pertanto si è proceduto, con lavori urgenti19, alla esecuzione dei necessari
interventi per il ripristino degli standard di sicurezza
della strada che dal piazzale Posto di ristoro conduce
al teatro. Ai ini operativi si è suddivisa la strada in
quattordici settori dal piazzale del teatro scendendo
verso valle, e, giacché i fondi disponibili non consentivano un totale intervento di rifacimento della stra-
da, si è intervenuto nei punti di maggiore rilevanza ai
ini del ripristino degli standard di sicurezza.
Inine, a seguito anche dei lavori realizzati sull’acropoli di Segesta dal Servizio per i Beni Archeologici20, si è ritenuto opportuno e primario valutare
la possibilità di realizzare uno spazio alternativo di
carattere logistico.
2.4 Salemi
A Monte Polizo, Salemi, le attività di ricerca sono
proseguite con la collaborazione in regime di convenzione con le Università di Göteborg (Svezia) e
Stanford (California, USA) rappresentate rispettivamente da K. Kristiansen e da I. Morris. Inoltre
alcuni saggi di scavo, condotti dalla Soprintendenza
di Trapani21, sono stati inalizzati all’intercettazione
di emergenze archeologiche comprese nell’area situata a Sud dell’acropoli di Monte Polizo, e hanno
consentito di avere un quadro abbastanza chiaro
dell’assetto topograico e delle modalità insediative.
Gli indigeni efettuarono imponenti lavori, a seconda
delle loro esigenze urbanistiche, generalmente sbancamenti, inalizzati a mutare la conigurazione naturale dell’ambiente: appare verosimile l’ipotesi che
vede un impianto abitativo che si sviluppava lungo i
versanti della montagna, su diverse quote, seguendo
le naturali curve di livello. Dal punto di vista cronologico l’insediamento sembra aver avuto un loruit
collocabile tra la metà e la ine del VI e gli inizi del V
secolo a.C.22. Non è noto quali siano state le efettive
cause di abbandono del sito, avvenuto forse intorno agli inizi del V secolo a.C., anche se dal record
archeologico si intuisce che questo potrebbe essersi
veriicato secondo un preciso piano premeditato23.
La missione della Northern Illinois University De
Kalb diretta da Michael John Kolb ha realizzato, nel
centro storico di Salemi, diversi saggi di scavo in aree
nodali del tessuto urbano: il castello, il cortile del Monastero della Concezione e via Cappasanta24. I risultati di queste indagini hanno posto in evidenza che
il sito occupato dall’attuale città era stato insediato
e frequentato almeno dal IV secolo a.C., come hanno testimoniato le tracce di abitazioni scavate nella
roccia tenera o realizzate con muri di terrazzamento
e con tetto coperto grazie a pali piantati nel banco
roccioso. La presenza di numerose monete di bronzo appartenenti a zecche cartaginesi sembra attestare
una netta espansione dei modelli economici punici
anche nei territori interni della Sicilia occidentale.
184 Rossella Giglio Cerniglia
Di fronte all’ingresso principale del castello è stata
indagata una sequenza stratigraica che aiuta a ricostruire l’occupazione iniziale del sito di Salemi, epoca
deinita come Fase Ia; in questo momento viene realizzato uno spazio – un ambiente – rettangolare, che
sembra esser stato in uso dall’ultimo quarto del VII
alla ine del V secolo a.C. L’ambiente è individuato
da tre lacerti murari orientati secondo un asse OvestNordOvest/Est-SudEst; i muri erano costruiti in pezzame di calcare di medie dimensioni e lo spazio delimitato, in origine, aveva una larghezza di 3,5 m ed
una lunghezza di oltre 5 m; i tagli delle trincee murarie erano praticati direttamente nella roccia basale,
con una metodologia simile per tecnica costruttiva
alle case arcaiche rinvenute in via Cappasanta, a Salemi e alle abitazioni rupestri di Segesta. Il pavimento era costruito in terra battuta e gesso; le ceramiche
rinvenute sono di tipo indigeno con decorazioni
dipinte o incise, o di tipo coloniale greco con frammenti di kotylai corinzie decorate con teorie di animali o igure umane e orli di coppe ioniche di tipo B2.
La Fase Ib consiste in una ristrutturazione della
casa della precedente Fase Ia, dopo la distruzione
dovuta, probabilmente, ad un incendio. I frammenti
delle tegole e dei coppi della distruzione del tetto furono riutilizzati come vespaio o strato drenante per
il nuovo pavimento e vennero ricoperti di gesso. Le
dimensioni della casa appaiono essere le medesime
della fase precedente, ma viene aggiunta un’area di
stoccaggio – un magazzino di 2 x 3 m – subito ad Est
della casa, dotato di un pavimento di tegole, sigillate con gesso, nel quale sono state rinvenute anfore e
vasi di diverso tipo tra cui anche una hydria triansata
dipinta. Gli spazi così deiniti non consentono di ricostruire una planimetria organica, a causa dei rilevanti interventi di spoliazione e distruzione avvenuti
nel corso delle epoche successive.
Dalla colonna stratigraica rinvenuta nel cosiddetto ‘ magazzino’ provengono altri notevoli ritrovamenti che sono costituiti anche da reperti risalenti
al IV sec. a.C., come un orecchino d’oro a testa di
leone (ig. 291), un oscillum con impressa una testa di
Atena, frecce di bronzo e monete. Allo stato attuale
delle ricerche sembra che la casa della Fase Ib fu deinitivamente abbandonata nel corso del IV secolo a.C.
L’area non fu più occupata ino al primo medioevo,
quando fu eretta una grande costruzione, nella Fase
IIa. Dai livelli inquinati dalle attività medievali provengono anche diversi frammenti di statuette ittili
femminili e un bronzetto, forse rappresentante una
rana. Tutti questi elementi sembrano indicare che
sull’acropoli di Salemi esistevano strutture o ediici
di rilevante importanza, contemporanei a quelli rinvenuti sull’acropoli di Monte Polizo.
Tra la prima e la seconda metà del mese di aprile
2009, è stato efettuato un piccolo intervento di restauro della basilica di San Miceli25. Il saggio di scavo
in prossimità dell’angolo sud-occidentale dell’ediicio di limitata estensione (m 2x4) ha permesso di
individuare alcune sepolture già note (scavi Salinas).
Attorno all’ediicio basilicale26 e alla necropoli, di cui
furono esplorate 58 tombe27, il complesso rurale (IVVI sec. d.C.) fu distrutto durante le incursioni barbariche di Totila del 550, oppure durante il VII sec.
d.C. e, precisamente, nel 652 d.C., in concomitanza
con una delle scorrerie musulmane che precedettero
la conquista araba dell’isola. In assenza di una precisa
documentazione di scavo tali interpretazioni rimangono, allo stato attuale, semplicemente delle ipotesi
e soltanto una regolare indagine archeologica potrà
apportare dei chiarimenti sulle dinamiche dell’insediamento e sulle eventuali cause della suo declino.
2.4.1. Valorizzazione e tutela
Presso i locali della Biblioteca Comunale ‘Simone
Corleo’ di Salemi nei mesi di marzo-aprile 2009 è
stata organizzata dalla Soprintendenza in collaborazione con il Comune di Salemi la Mostra Reperti
archeologici restaurati del sito preistorico di Mokarta.
L’evento espositivo è relativo alle ricerche che la Soprintendenza di Trapani ha promosso in questi anni
nel territorio salemitano28, a Mokarta, villaggio preistorico (XIII-X sec. a.C.) e a Monte Polizo (abitato
del VII-V a.C.). Nella mostra sono stati esposti anche
reperti provenienti da alcuni saggi di scavo realizzati
nel centro storico e nel castello medievale, dove, in
occasione dei lavori di restauro29, sono state rimesse
in luce evidenti tracce di un insediamento del IV sec.
a.C. dagli studenti delle Università di Göteborg (Svezia), Oslo (Norvegia), Standford (USA), Northen Illinois (USA) convenzionate con la Soprintendenza.
2.5 Poggioreale
Dalla scoperta occasionale della ‘Casa dal muro a
telaio’ (Tusa 1969-1970) e le successive campagne di
scavo (Falsone, 1976-1982), nell’estate 2008 sono ripresi i lavori di ricerca a Poggioreale30.
La missione archeologica, diretta da chi scrive in-
185
Attività della Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani: triennio 2007-2009
sieme al prof. Gioacchino Falsone dell’Università di
Palermo, ha ampliato ed approfondito la storia pluristratiicata dell’importante centro anonimo di Monte
Castellazzo di Poggioreale. L’insediamento su Monte
Castellazzo, a m 614 s.l.m., fu sede in età arcaica di
uno dei più importanti insediamenti indigeni dell’area belicina insieme a Monte Maranfusa, Entella, Segesta, da cui dista pochi chilometri in linea d’aria. Per
la posizione strategica di rilievo, di controllo di un
tratto del iume Belìce Sinistro, l’insediamento entrò
ben presto nelle mire espansionistiche di Selinunte,
intorno alla prima metà del VI sec. a.C. Sul ianco
meridionale del monte sono stati ritrovati i resti,
ancora visibili, di un tratto di muro di fortiicazione
realizzato in grandi blocchi di calcarenite con relativa
porta monumentale d’accesso all’abitato dove, al di
sotto delle case indigene arcaiche, sono emersi i resti
di capanne della media età del Bronzo (1.400-1.300
a.C.) e di un ediicio a pianta rettangolare risalente al
periodo arabo-normanno. Sull’acropoli è stato messo in luce un tratto di cinta muraria che recingeva
la cima del monte alla quale erano addossati diversi
vani di abitazioni.
2.5.1. Valorizzazione e tutela
Sono proseguite le attività di divulgazione delle
ricerche archeologiche: in particolare è stato presentato al pubblico il documentario, prodotto dalla
Soprintendenza nell’ambito dei progetti POR, sugli
scavi presso il Monte Castellazzo di Poggioreale.
2.6 Pantelleria
A Pantelleria, le indagini archeologiche in contrada S. Marco, fondamentali per una sempre maggiore
comprensione della stratigraia e delle dinamiche e
tipologie insediative nell’area dell’antica acropoli di Cossyra sono state portate avanti, in regime di
convenzione con due Università: l’Institut für klassische Archäologie dell’Università di Tübingen
(Germania) diretto da homas Schäfer e dalla Scuola
di Specializzazione in Archeologia dell’Università di
Matera diretta da Massimo Osanna.
Molteplici e diversiicate sono le ragioni degli interventi condotti in questi anni sul sito archeologico
di S. Marco. Queste coinvolgono sia l’ambito della
ricerca scientiica, sia quello relativo alla valorizzazione e alla tutela dell’area interessata. Le attestazioni
archeologiche relative all’età punica e soprattutto romana evidenziano l’intensa frequentazione e l’ecce-
zionale importanza del sito. Infatti l’abbondante presenza di materiale di grande interesse scientiico, sia
prodotto localmente sia d’importazione, dimostra la
centralità del sito in un circuito di rapporti culturali
e commerciali che comprende l’intero Mediterraneo.
L’evidenza archeologica riferibile all’età ellenistica,
in particolare il sistema difensivo e le successive case
di II-I sec. a.C., rimandano ad una rinnovata e complessa strutturazione dell’insediamento, che per stato
di conservazione si distingue nel già ricco panorama
dell’archeologia della Sicilia ellenistica.
La ricerca si inserisce inoltre in un più ampio progetto di acquisizione di dati sull’insediamento che
comprende una ricognizione di supericie, l’utilizzo
di soisticati metodi e strumenti d’indagine. L’indagine archeologica è proseguita tra la sommità della
collina di S. Marco (Saggio I/VIII) e le sue pendici
nord-occidentali (Saggio IX/X) nonché l’area occupata da una sella che unisce questa collina a quella
adiacente nota come S. Teresa (Saggio V)31.
In contrada Mursia, le indagini archeologiche
sono proseguite in collaborazione con l’Istituto Universitario ‘Suor Orsola Benincasa’ di Napoli dirette da Sebastiano Tusa e Massimiliano Marazzi. Gli
scavi archeologici dell’abitato dell’età del Bronzo di
Mursia hanno continuato a fornire nuovi dati provenienti dallo scavo delle capanne ovali già note, costituite da un basso muretto in pietra ed un alzato
probabilmente in legno e piccoli arbusti. Il villaggio,
infatti, era costituito da numerose capanne, poste su
alcune balze in prossimità del mare. La parte più alta
del villaggio era difesa da un poderoso muro di cui
sopravvive la parte più orientale che separa l’abitato
dalla vasta necropoli costituita dai tumuli in pietra
detti «sesi». Nella parte più bassa del villaggio, più
vicina al mare, è stata rimessa in luce una capanna
da cui provengono lische ed ossi di pesci, arnesi da
pesca, attrezzi in pietra per la lavorazione del pescato, pesi in terracotta per le reti ed un’ancora in pietra
costituita da una pietra informe con un foro. Sono
stati identiicati anche gruppi di semi di orzo, di cui
alcuni ancora all’interno di un bacile in terracotta,
nonché consistenti quantitativi di ossi di pesci ed
animali di altra natura. Ci sono poi numerosi token
in terracotta (pesi preistorici che servivano come
unità di misura per gli scambi commerciali), frammenti di ceramica maltese che dimostra i contatti
tra le due isole, pietre con incavi ed alcune decine di
piccoli vasi32.
186 Rossella Giglio Cerniglia
Interessanti proposte sono state avanzate in merito
alle modalità di lavorazione del pescato, che doveva
prevedere certamente la conservazione mediante
essiccazione e salagione, e la presenza dell’orzo con
le macine per la sua molitura. Fra gli altri materiali
rinvenuti, pare opportuno qui citare inoltre il rinvenimento di una parure costituita da due orecchini in
bronzo ad anello circolare e di una collana di grani in
pasta vitrea globulari con al centro un pendente appuntito in bronzo (di provenienza o egiziana o siropalestinese); frammenti di ceramiche appartenenti
a vasi di origine siro-palestinese (anfore «cananee»)
e ancora ceramica nord-africana (Libia), cretese, cipriota ed egea oltre ad un raro esemplare di grano di
collana globulare in cobalto blu con una laminetta in
oro all’interno, di fattura egiziana.
2.6.1. Valorizzazione e tutela
Notevoli opere di valorizzazione sono state realizzate dal Comune nell’area dell’acropoli33, del centro
abitato34 e del lago di Venere35, con la progettazione
di parcheggi e sentieristica, illuminazione, restauro
degli ediici esistenti per la creazione di servizi connessi.
Un altro progetto36 nel 2008 ha permesso di proseguire le indagini archeologiche nella baia di Scauri, che erano iniziate nel 1998 e proseguite nel 2004.
Sulla sommità della ripida e frastagliata falesia che
caratterizza la rada dello Scalo gli scavi estensivi, con
la direzione della scrivente, permisero di portare alla
luce alcune abitazioni ed i magazzini nei quali erano
conservate, ancora impilate e pronte per la vendita,
molte forme della ormai nota e difusa Pantellerian
Ware, cioè di quella particolare ceramica da fuoco,
resistentissima agli sbalzi termici, che era prodotta
sull’isola ed esportata in numerose parti del Mediterraneo37. Le ulteriori indagini archeologiche nell’insediamento hanno veriicato la presenza di aree residenziali, amministrative e artigianali.
In occasione della nuova campagna di scavo nel
2008 nell’ampio terrazzamento nella zona che divide
l’insenatura del porto turistico di Scauri dalla rada
dello Scalo, è venuta alla luce una grande necropoli
costituita da tombe ad inumazione di forma ovale o
pseudo antropoide, scavate direttamente nel banco
roccioso, riempite di ciottoli e ricoperte da lastre in
pietra lavica (ig. 290). Nella parte Sud del settore di
scavo sono tre ambienti, con pavimentazione in cocciopesto recante una piccola croce a mosaico e una
vasca battesimale inemente intonacata. Queste evidenze potrebbero essere riconducibili alla presenza
in loco di uno degli ediici di culto del villaggio di
Scauri. Inoltre è stata rimessa in luce una fornace e
altri ambienti abitativi. La grande quantità di materiale ceramico rinvenuta ci permette di individuare
le cronologie, le diverse funzioni delle aree e la vita
economica di questo importante insediamento portuale di età tardo romana38. I primi dati dello scavo ci
indicano un vasto insediamento sia residenziale che
commerciale in vita dalla ine del IV secolo a tutto
il V, con un panorama economico rivolto principalmente all’attività del porto e alla produzione/distribuzione dei prodotti locali. Il porto dovette rivestire
in questi secoli un ruolo molto importante per l’economia isolana, sia per la vendita dei prodotti locali
che per l’acquisto di merci provenienti dalla costa
antistante39. Consistente importanza riveste lo scavo
nel porto del relitto navale (prima metà del V secolo)40. Il rallentamento dell’economia dovuto all’instabilità del commercio marittimo con la riconquista
bizantina del Nord Africa dovette avvenire entro la
prima metà del VI secolo, con il conseguente abbandono del villaggio.
Oltre a numerose iniziative culturali ed esposizione
di reperti provenienti dagli scavi a Pantelleria, promosse di concerto con il comune di Pantelleria (negli anni 2007,2008,2009), a Roma il 31 Marzo 2009
presso la Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università ‘La Sapienza’ si è svolto il seminario didatticoscientiico su Pantelleria, dedicato alla presentazione
delle più recenti e signiicative indagini archeologiche efettuate durante le campagne di scavo svoltesi
presso l’isola di Pantelleria41.
è stata organizzata dalla Soprintendenza di Trapani Le orme dei Giganti42, mostra itinerante a carattere
divulgativo, che presenta ricostruzioni virtuali delle
strutture megalitiche esistenti in vari paesi europei, e
in particolare dei sesi di Pantelleria. L’iniziativa con
ricostruzioni megalitiche virtuali che hanno carattere divulgativo e valenza documentaristica scientiica
ha l’obiettivo di far conoscere in ambito nazionale e
soprattutto internazionale le testimonianze megalitiche della Sicilia. Indubbiamente formale è il ricorso
al megalitismo per i sesi di Pantelleria, veri e propri
tumuli megalitici, solo per la forma esterna riconducibili lontanamente ai nuraghe sardi, alle torri
corse e alle navetas baleariche. A Pantelleria, dove
era impossibile intagliare facilmente la roccia, i sesi
187
Attività della Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani: triennio 2007-2009
costituirono la caratteristica tradizione funeraria. La
mostra nel 2008 è stata ospitata a Oristano (Sardegna), Cordoba (Spagna) e Santa Fiora.
2.7 Partanna
A Partanna, sono state efettuate nuove ricognizioni nella parte centrale della dorsale calcarenitica
di contrada Stretto, dirette dal prof. José Clemente
Martín de la Cruz, dell’Área de Preistoria della Università di Córdoba (Spagna), in regime di convenzione con la Soprintendenza43.
L’esplorazione dell’area più a valle, lungo il percorso del torrente Binaia, interessata da una rigogliosa vegetazione selvatica, ha messo in evidenza altre
porzioni di fossato intagliato nella roccia ove scorre
ancora l’acqua. Sembra percorribile come ipotesi di
lavoro che tali porzioni di fossato siano servite per
convogliare le acque, spostandole da un alveo preesistente più ad Ovest. L’esistenza di questo complesso
sistema strutturale ed i reperti ritrovati a Stretto dimostrano la presenza nell’insediamento, in età neolitica, di una società complessa ed avanzata dotata di
una struttura produttiva diferenziata e specializzata
capace di realizzare grandi opere nel territorio e dedita all’agricoltura e agli scambi culturali. All’interno
dell’area insiste anche una estesa necropoli rupestre
con numerose tombe scavate nelle pareti di calcarenite della collina, risalenti all’età del Bronzo. In altri
complessi necropolari analoghi, nelle contrade limitrofe, è stato possibile recuperare signiicativi corredi
ascrivibili all’età del Bronzo e altri materiali ceramici,
litici e osteologici che si trovano esposti nel Museo
Archeologico della Preistoria del Basso Belice, sito
all’interno del Castello Grifeo a Partanna.
2.7.1. Valorizzazione e tutela
Con un inanziamento europeo al Comune è stato
realizzato in questi anni un progetto per la sistemazione dell’area archeologica di contrada Stretto44.
A dicembre 2007 è stato inaugurato a Partanna il
Museo all’interno di Castello Grifeo, ormai di proprietà della Soprintendenza di Trapani. Il Servizio
per i beni archeologici, con la direzione scientiica
di chi scrive, ha riorganizzato l’esposizione ragionata dei reperti archeologici, provenienti dagli scavi
realizzati nel territorio partannese, in particolare in
contrada Stretto. I reperti, inquadrati cronologicamente fra il Neolitico e l’Eneolitico, dal momento del
rinvenimento e dopo i necessari studi, rilievi graici
e fotograici, restauri, erano stati già esposti da qualche anno nel locale Museo Civico della Preistoria del
Basso Belìce; con il restauro inalmente hanno trovato degna collocazione nelle sale del palazzo che ha
riacquistato il suo antico splendore. Fra gli oggetti
più signiicativi sono da ricordare le lame in selce e
ossidiana, parti di asce in quarzite, pendenti per collane; molto interessante il bacino con anse a linguetta
e gli attingitoi decorati con incisioni; da notare altre
forme vascolari, quali olle di uso funerario.
2.8 Gibellina
La mostra intitolata Spiragli di archeologia mediterranea è stata promossa dalla Soprintendenza di
Trapani con la direzione scientiica della scrivente,
in collaborazione con la Fondazione Orestiadi, in
occasione della visita del Presidente della Repubblica
on. Giorgio Napolitano al Museo delle Trame Mediterranee di Gibellina, il 23 maggio 2009. Intrecci
ed incontri di popoli e di culture, di cui sono espressione i percorsi espositivi di Simboli e di Forme, recentemente rinnovati con la collaborazione di questa
Soprintendenza, nel Museo delle Trame Mediterranee, caratterizzano ogni minuto frammento del nostro patrimonio archeologico, come anche il nucleo
di materiali che in questo contesto per la prima volta viene reso alla pubblica fruizione. La Fondazione
Orestiadi di Gibellina e la sede del Baglio Case Di
Stefano, luogo eminentemente simbolico di una Sicilia che, dal suo passato di latifondo agricolo e di
tenace cultura contadina, trae forza ed impulsi vitali
per costruire un futuro migliore, aperto al confronto
e al dialogo con l’altro e con il diverso, sembrano l’istituzione e la sede quanto mai adatte a promuovere
ogni frammento della nostra storia e a conferirgli un
messaggio signiicativo per l’uomo contemporaneo.
2.9 Mazara del Vallo
In contrada Roccazzo del comune di Mazara del
Vallo sono stati realizzati nel 2008 lavori di scavo archeologico e sistemazione a parco dell’area in corso
di demanializzazione45.
Si tratta di un insediamento eneolitico di cui è stato
documentato un lembo di necropoli con il rinvenimento di numerose tombe e il villaggio con capanne
eneolitiche; nella parte più occidentale dell’area è stato rimesso in luce un complesso ediicio greco, probabilmente databile alla prima fase di colonizzazione
del territorio di Selinunte.
188 Rossella Giglio Cerniglia
2.9.1. Valorizzazione e tutela
Le indagini archeologiche eseguite tra il 2007 ed il
2008 nell’ambito dei lavori di «Recupero dell’ex Asilo F. Corridoni e di riqualiicazione funzionale delle
aree di pertinenza e altri immobili compresi fra via
Goti, via S. Michele e via delle Sette Chiese da parte
del Comune di Mazara del Vallo» hanno consentito
di riportare in luce un eccezionale contesto antico46.
Una estesa area di scavo (SAS 2) ubicata al centro
del cortile ha, in particolare, restituito un quadro archeologico di straordinaria importanza per la storia
della città (ig. 292). Si è infatti rimessa in luce una
splendida chiesetta a navata unica databile alla prima età normanna. Il piccolo e suggestivo ediicio di
culto (lunghezza m 8,28, larghezza m 4) presenta ben
conservata in elevato la zona absidale, suddivisa in
tre nicchie semicircolari, la centrale delle quali di diametro doppio rispetto alle due laterali. Lungo il lato
breve occidentale è ubicata la porta d’accesso, mentre al centro del lato lungo meridionale si pone un
accesso secondario quasi certamente destinato alla
comunicazione con ambienti annessi. Le pareti dovevano essere rivestite con intonaci afrescati, come
dimostrato da piccoli labilissimi lembi residuali. La
tecnica muraria è quella, ben riconoscibile, incentrata su corsi regolari di piccoli conci ben squadrati. Lo
spazio circostante la chiesa è interessato da una serie
di sepolture a fossa, secondo uno schema ricorrente
per il periodo. La chiesa si addossa ed in parte ingloba lo spigolo di un ediicio preesistente, di probabile
pianta rettangolare, la cui collocazione cronologica è
ad oggi incerta a causa dell’incompiutezza delle indagini. Il sicuro dato stratigraico indica, comunque,
che questo ediicio preesistente è almeno da inquadrare nel periodo islamico, delineandosi quindi un
contesto archeologico di eccezionale interesse. I dati
sinteticamente descritti47 aprirebbero, infatti, uno
squarcio rarissimo sul momento di passaggio dalla
Mazara musulmana a quella riconquistata alla cristianità, con l’impianto di un ediicio di culto nello
stesso luogo in cui, con ogni probabilità, si era esercitato un culto precedente.
Il rinvenimento della statua bronzea del Satiro danzante ha prodotto nella cittadinanza e nella
marineria mazarese, agli inizi del 2000, l’esplosione
dell’interesse per le testimonianze archeologiche, in
particolare per quelle di provenienza subacquea. Per
questo motivo, la Soprintendenza, di concerto con il
Comune, dopo avere allestito l’esposizione museale
del Satiro danzante nel 2003 nell’ex chiesa di S. Egidio, ha promosso, nell’estate 2008, l’allestimento della mostra Mirabilia Urbis presso l’ex Chiesa di San
Bartolomeo. La nuova esposizione è stata motivata
dal trasferimento dal Centro Polivalente Comunale,
a causa dei lavori di restauro, dei reperti provenienti
dalle ricerche archeologiche nella località preistorica
di Roccazzo48.
Contestualmente la Soprintendenza del Mare ha
promosso una esposizione presso l’ex chiesa San Carlo di numerosi reperti di provenienza subacquea49.
2.10 Erice
Nel 2009 sono stati intrapresi a Erice studi propedeutici alle ricerche archeologiche in regime di convenzione con l’Institut für Klassische Archäologie
della Freie Universität di Berlino, sotto la direzione
di Salvatore De Vincenzo. Nel settembre del 2009
sono state realizzate una serie di prospezioni geomagnetiche e con l’ausilio del georadar in alcune delle aree strategiche di Erice: ovvero nel Castello, che
dovrebbe verosimilmente coincidere con il Tempio
di Venere Ericina secondo quanto riferisce Polibio,
che colloca il tempio nel punto più alto della città;
in un’area prossima alla necropoli scoperta nel 1968
e in un settore del quartiere spagnolo, allo scopo di
veriicare l’eventuale esistenza anche su questo versante della cinta muraria.
L’area del castello, com’è noto, è stata già oggetto
di scavi nel biennio 1930-1931 ad opera di J. Bovio
Marconi e di Giuseppe Cultrera; la prospezione con
il georadar all’interno del castello ha avuto il duplice
scopo di veriicare l’aidabilità delle strumentazioni
nel contesto ericino e contemporaneamente di georeferenziare quanto era già emerso dai vecchi scavi.
I risultati di tale prospezione evidenziano nel settore
orientale a una profondità di circa 50 cm un’anomalia con andamento molto regolare, a formare un angolo retto. Si tratta in modo evidente della struttura
quadrangolare portata alla luce dal Cultrera.
Le prospezioni sono poi proseguite in un settore prossimo alla necropoli rinvenuta nel 1968. In
quell’occasione A.M. Bisi scavò alcune tombe a incinerazione in anfore puniche e greche databili in
un arco cronologico compreso tra la ine del IV e
la metà del III sec. a.C. Scopo di questa indagine è
stato naturalmente quello di veriicare l’estensione
dell’area sepolcrale, e l’eventuale presenza di tombe
su di un’area libera da ediici. Le prospezioni hanno
189
Attività della Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani: triennio 2007-2009
evidenziato una serie di anomalie di forma regolare e
di dimensioni costanti, particolarmente signiicative.
L’indagine geomagnetica ha interessato un ultimo settore, situato sul versante nord-orientale della città, con l’obiettivo di comprendere se e come
le mura proseguissero lungo i restanti due versanti.
Alla scelta del settore da indagare si è giunti in seguito all’analisi delle pendenze che caratterizzano
la sommità del monte. Ci siamo pertanto limitati a
ricercare l’eventuale prosecuzione della cinta muraria nell’unico settore caratterizzato da una pendenza
non molto accentuata, dove si rendeva pertanto necessaria la realizzazione di una struttura difensiva. La
prospezione è stata realizzata su di un’area lunga 90
m e larga circa 40 m, che non ha però evidenziato
anomalie, escludendo la presenta della cinta muraria
lungo questo settore.
Alla ine dell’area interessata dalla prospezione,
a una quota pertanto decisamente inferiore è stata
individuata un’altra struttura muraria, costituita da
pietre calcaree di piccole dimensioni legate nel suo
settore più settentrionale a secco, mentre in quello
più meridionale con malta. Si tratta di un’ulteriore
struttura difensiva che chiude l’accesso alla città nel
punto più stretto del versante. Nella sua parte centrale si può riconoscere una porta, realizzata nel tratto
delle mura con pietre assemblate con malta. La diferenza di tecnica edilizia fa pensare a due diverse fasi
costruttive, di cui quella più antica in opera a secco50.
2.11 Marsala (Mozia)
Sull’isola di Mozia, nella laguna dello Stagnone di
Marsala, l’Ente proprietario, la Fondazione Whitaker, in collaborazione con la Soprintendenza di Trapani, ha portato avanti in questi anni, di concerto
con gli enti pubblici (Comune di Marsala, Provincia
Regionale di Trapani e Regione Siciliana) una intelligente attività di promozione scientiica e di valorizzazione. Sono proseguite a Mozia le attività di ricerca
scientiica: gli scavi condotti dalla Soprintendenza in
regime di convenzione con tre Università (Bologna,
Roma ‘La Sapienza’, Palermo) hanno prodotto notevoli risultati in vari siti dell’isola.
L’Università di Bologna ‘Alma Mater Studiorum’
prosegue le ricerche, dirette sul campo da Enrico Acquaro, nell’area della ‘Casa dei Mosaici’. La ‘Casa dei
Mosaici’ rappresenta una parte di un complesso edilizio, una vera e propria insula addossata alle mura,
verosimilmente appartenente ad un ediicio pubblico
in corso di ristrutturazione al momento della distruzione del 397 a. C. Un’ampia zona di crollo di numerose tegole e coppi di tradizione corinzia indica
l’impianto di porticati lignei nella parte sud-orientale
dell’ediicio. Gli ambienti più antichi (VI sec. a. C.)
sono costituiti da ristretti vani rettangolari, magazzini per lo stoccaggio delle merci e ‘casematte’ direttamente addossate al versante settentrionale delle
mura. L’area indagata nel 2009 sul lato orientale del
muro che si raccorda al bastione ha rivelato la presenza di una porta monumentale, individuata anche
da una serie di blocchi di fondazione pertinenti alle
mura: si tratta della porta orientale della città punica,
già segnalata dal Whitaker, agli inizi del Novecento.
Prosegue l’attività della missione archeologica
dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma, diretta da Antonia Ciasca (dal 1964 al 2001) e dal 2002 da Lorenzo Nigro: le nuove ricerche51, incentrate sullo studio
delle mura, dell’acropoli e del bacino artiiciale detto
kothon, hanno portato alla scoperta di rilevanti testimonianze52. La Porta Sud si apre iancheggiata da
monumentali battenti e introduce ad uno dei principali poli urbanistici dell’antica città fenicia e punica, la regione del kothon, sulla cui sponda orientale
si trovava un grande tempio, scoperto nel 2002 e
oggi completamente portato alla luce. La recentissima scoperta di un temenos circolare che includeva
il tempio e il kothon ha deinitivamente confermato
l’ipotesi che i due monumenti facessero parte di un
unico estesissimo complesso religioso costituito dal
luogo di culto, al centro del quale erano un pozzo sacro e un obelisco, e dalla piscina di acqua dolce, il cosiddetto kothon appunto, collegata con il tempio. La
stessa acqua dolce che emergeva dalla falda sotterranea in un laghetto artiiciale deve essere stata, infatti,
la causa dello stanziamento fenicio in questo punto
dell’isola avvenuto nell’VIII sec. a.C. e testimoniato
dalle abitazioni del Quartiere di Porta Sud. La sorgente del kothon rappresenta probabilmente uno dei
motivi dell’insediamento dei Fenici a Mozia.
Ulteriori ricerche in altre zone dell’isola hanno
consentito di documentare la presenza di una residenza patrizia con annesso sacello e di una fortezza
a cavallo delle mura, completamente distrutta da una
violentissima conlagrazione53.
Il rapporto di collaborazione scientiica con l’Istituto di Archeologia dell’Università di Palermo, diretto da Nicola Bonacasa, instaurato sin dal 1977 per
la realizzazione di indagini archeologiche nell’isola
190 Rossella Giglio Cerniglia
di Mozia, ha previsto un nuovo impegno da parte di
Gioacchino Falsone per la realizzazione dei saggi di
scavo nella zona K e K-E nonché la catalogazione, lo
studio e il restauro delle strutture e dei reperti della
zona K, con relativa pubblicazione di rapporti e studi
su problematiche speciiche.
Negli anni 2007-2009, in pieno accordo con la Soprintendenza di Trapani, è proseguita l’attività del
Campo Scuola Interculturale Mozia, promosso dalla
Sys e la Soprintendenza del mare: sondaggi archeologici svolti sulla cosiddetta strada sommersa di Mozia,
che hanno messo in luce la banchina di alaggio, in
blocchi squadrati con elementi architettonici litici
e frammenti lignei, adiacente la strada in direzione
Porta Nord54. La strada, costruita intorno alla metà
del VI sec. a.C., è impostata su un argine o terrapieno artiiciale, lungo m 1715, a sezione trapezoidale,
generalmente largo circa m 12,5 alla base e 7-8 alla
sommità. Il piano pavimentale della strada oggi sommersa doveva trovarsi, nel periodo di vita della colonia fenicio-punica di Mozia, ad una quota superiore
al livello del mare di allora non ancora perfettamente
quantiicabile. Tale pavimentazione, dello spessore
di ca. cm 20-30, era costituito da un battuto compatto di ciottoli di iume di piccole e medie dimensioni,
frammisti a grandi lastre in calcare di forma irregolare. Al di sotto vi era una preparazione costituita da
uno strato di piccoli ciottoli e ghiaia. A circa 150 m
dal punto di partenza della strada dall’isola di Mozia vi è una leggera deviazione verso Ovest, coincidente con un suo allargamento caratterizzato da una
supericie acciottolata e da una protezione costituita
da una cortina di grandi massi sul margine occidentale. Da questo particolare e da una rilettura di tutto
il manufatto si evince che la ‘strada’ avesse anche la
funzione di una vera e propria diga artiiciale, che
poteva avere la funzione di argine contro le correnti
settentrionali e di protezione dell’approdo in prossimità della Porta Nord.
2.11.1. Valorizzazione e tutela
Nel 2009 con un inanziamento della Provincia Regionale di Trapani, inalizzato alla dismissione delle
coperture lignee poste a protezione temporanea dei
tre campi d’urne rinvenuti nel tofet di Mozia, è stato
realizzato un progetto di restauro e valorizzazione
del monumento più signiicativo dell’identità punica
nel Mediterraneo55.
2.12 Marsala
Come noto, la moderna città di Marsala si è sviluppata inglobando nel suo centro storico le vestigia dell’antica Lilibeo, con le sue necropoli56. Oggi,
la grande area demaniale (25 ettari intorno al promontorio di Capo Boeo) delimitata da una apposita
recinzione in questi ultimi anni57, è stata oggetto di
interventi di scavo archeologico diretti della Soprintendenza58.
Inoltre la Soprintendenza di Trapani ha portato
avanti ricerche archeologiche e topograiche nel territorio.
Proposto con sapiente energia da Nicola Bonacasa,
il Progetto Archeologico Lilibeo ha coinvolto insieme
all’Università di Palermo (Dipartimento di Beni Culturali, Sezione Archeologica) e alla Soprintendenza di
Trapani, l’Università di Amburgo (Archäologisches
Institut, diretto da Inge Nielsen) per un programma di ricerca rivolto alla ricostruzione e restituzione
planimetrica delle fasi punico-ellenistiche di Lilibeo.
Questo programma di ricerca inizialmente si è concentrato in cinque campagne di studio sulla catalogazione del materiale rinvenuto nello scavo efettuato
nel 2004. Quindi (ottobre-novembre 2007)59, l’area
è stata oggetto di prospezioni geoisiche per l’individuazione di anomalie associabili a resti di strutture
che potessero suggerire informazioni relative al tessuto urbanistico dell’insediamento. L’area indagata
presenta una morfologia generalmente piana, priva
di macroscopiche anomalie topograiche; in sintesi,
la prospezione geoisica ha rilevato nell’area di indagine un tessuto urbanistico con resti strutturali
parzialmente e localmente ben conservati. Successivamente sono state condotte due campagne di scavo
(ine febbraio-metà marzo 2008; 2 maggio-giugno
2009)60 nella cosiddetta ‘Zona Mura’, per veriicare la
presenza di evidenze archeologiche riferibili all’impianto difensivo di Lilibeo. L’area indagata si sviluppa su un pianoro degradante verso NordEst in un declivio che termina direttamente sul fossato. La zona
riveste un ruolo determinante nella ricerca lilibetana,
perché è connessa con la parte occidentale delle fortiicazioni, che difendevano la città antica. Nel corso
delle ricerche è stato possibile individuare infatti una
serie di conci, riferibili al sistema della fortiicazione
punica, un complesso monumentale, non ben deinito, e un tratto del fossato. Sono stati condotti complessivamente sei saggi stratigraici, alcuni nella parte
bassa dell’area (sas v, vi, vii) per veriicare l’esten-
191
Attività della Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani: triennio 2007-2009
sione e l’andamento del fossato, ed altri lungo il declivio (sas i-iv) . Nella parte bassa dell’area, a m 8 ca.
s.l.m., sono state messe in luce alcune parti dei due
bracci paralleli del fossato: il corso superiore del banco roccioso, nel quale il fossato risulta tagliato, è stato
indagato nella parte settentrionale, cioè in quella più
prossima al mare, per una lunghezza di m 115,16.
Nel sas vii, scavata nel banco roccioso del fossato,
è stata rinvenuta una tomba a pozzo con camera
ipogeica orientata in senso Est-Ovest. L’ipogeo, purtroppo violato in antico, è accessibile tramite un pozzo con due serie di tre gradini disposti sui lati opposti
dell’imboccatura. La camera, riinita con pareti lisce
che conservano quasi completamente lo strato di preparazione per la stesura dell’intonaco, sembra essere
stata pavimentata con lastre di calcarenite tenera, su
una delle quali è incisa una croce, e presenta inoltre nella parete SudOvest una nicchia rettangolare.
I risultati preliminari delle indagini ci permettono
di afermare che è stata rinvenuta parte dell’impianto
urbano della città tardo-imperiale. Nei Settori I, IV e
V sono emersi i lacerti di questi assi viari, larghezza
m 2,80 ca., che si sviluppano in senso Nord-Sud e
Est-Ovest incrociandosi nel Settore IV ove, per l’appunto, è stato rinvenuto uno degli incroci viari. Inoltre, è stata messa in luce parte di tre insulae, il cui scavo è stato appena avviato, ma delle quali possediamo
nel Settore I parte del muro perimetrale esterno che
si sviluppa in senso Est-Ovest, mentre nel Settore V
due muri paralleli che si sviluppano in senso NordSud. Va segnalato inoltre il rinvenimento nel Settore
III di un ambiente interno con pavimento in mosaico
a tessere bianche, e di un altro ambiente nel Settore
IV il cui pavimento risulta distrutto, ma del quale abbiamo rinvenuto numerose tessere di mosaico, nonché frammenti dei rivestimenti parietali, con stucchi
policromi, e membrature architettoniche. Tra i muri
e gli assi viari corrono dei marciapiedi, rinvenuti in
quasi tutti i settori dello scavo, con una larghezza di
m 1,50 ca. Nel Settore I abbiamo messo in luce anche
parte dell’impianto fognario d’età imperiale in lastre
di calcarenite.
Ai ini della datazione, lo scavo stratigraico ha evidenziato una planimetria molto complessa, all’interno della quale solo alcuni elementi possono essere inquadrati in fasi ben distinguibili. A collegare tra loro
le fasi di vita riscontrate nell’area interviene un dato
certamente interessante: sia nella camera ipogeica
rinvenuta nel fossato sia dalle sequenze stratigrai-
che evidenziate in diversi punti dello scavo, sembra
chiaro che il reinsediamento in epoca medievale si
sia attestato a diretto contatto con i livelli più antichi, che al momento sono appena aioranti. La stratigraia rinvenuta induce a ritenere che nel momento
del reinsediamento in epoca medievale – con conseguente, plausibile, riutilizzo delle strutture fortiicate
ancora conservate – sia stata efettuata una ripulitura
dell’area che, forse, ha implicato anche la rimozione
di macerie. Questa sorta di ‘spianamento’ ha portato
alla messa in luce degli strati d’uso più antichi, sui
quali si è poi attestata la frequentazione medievale.
Inoltre, sebbene gli assetti topograici siano quelli registrati dall’esame della fotograia aerea e dalle
prospezioni geomagnetiche, vi sono in alcuni punti, come nella ‘Zona Mura’, delle variazioni rispetto
agli allineamenti ipotizzati. è possibile, quindi, che
in quest’area, e soltanto in quest’area, che non è stata compresa nello sviluppo incontrollato del centro
moderno, si conservino i resti dell’organizzazione
urbana della Lilibeo punica ed ellenistica, in una sequenza stratigraica ininterrotta.
Sia nel 2008 che nel 2009 sono state condotte indagini topograiche nel territorio marsalese per veriicarne viabilità e insediamenti, grazie ad un altro
progetto di ricerca della Soprintendenza di Trapani
con il Department of Classics della Tuts University di Medford e dal Department of Classical Studies
del Wellesley College di Wellesley (Massachussetts,
U.S.A.), in base alla convenzione tecnico-scientiica, diretto da chi scrive con Emma Blake e Robert
Schon61. Il progetto, che prevede la ricognizione archeologica di un esteso territorio, 112 km2, compreso
tra contrada San Leonardo e contrada Paolini, ricadente nei fogli IGM Birgi Novo IV SO e Paolini III
NO, ha la inalità di individuare insediamenti e stratiicazioni storico-archeologiche, in particolare sulle
direttrici naturali di sviluppo antropico dell’alveo dei
iumi, quali il Birgi, il Sossio e il Verderame.
Nel 2008 sono state indagate grandi aree ricadenti
nelle contrade di San Leonardo (3,5 ha), Borso (7,5
ha) e la pianura alluviale del iume Marcanzotta (7,5
ha) con l’obiettivo di scoprire i siti e controllare l’uso del paesaggio. Inoltre, è stato veriicato il sito di
Genna, dove è presumibile la presenza di una villa
romana.
Nel 2009, le indagini sono proseguite nella zona
costiera della contrada San Leonardo (5 ha), a Timpone Granatello (12 ha) e a Piscitello (3 ha).
192 Rossella Giglio Cerniglia
Successivamente, dopo le ricognizioni, i reperti recuperati in supericie sono stati oggetto di campagna
di studio, schedatura e preclassiicazione presso il
Baglio Anselmi62. La maggior parte del materiale antico diagnostico appartiene al IV e III sec. a.C. (ceramica a vernice nera e anfore puniche); di particolare
interesse è l’area di San Leonardo, dove sono presenti tre concentrazioni diverse ma quasi contigue, che
suggeriscono forse multiple abitazioni. Insediamenti
analoghi, in attività nel IV sec. a.C., sono stati esaminati anche altrove (nella Sicilia occidentale ed anche
in Sardegna)63.
Una eccezione è costituita dal sito individuato in
contrada San Filippo e Giacomo, dove, insieme a
frammenti databili fra il V e la ine del III sec. a.C.,
sono stati recuperati pochi frammenti ceramici databili al VI sec. a. C.
In totale sono stati identiicati sette siti in cui è
riconoscibile grossomodo una frequentazione di
età romana: è evidente in maniera chiara che la distribuzione è diversa rispetto al periodo precedente, suggerendo un cambio notevole della modalità
d’insediamento, con un evidente spostamento verso
l’entroterra.
L’indagine topograica, che ha previsto l’esame del
territorio, la raccolta di reperti di supericie e il successivo studio e inventario degli stessi, è propedeutica alla programmazione di future ricerche sul terreno
e di possibili campagne di scavo che potranno gettare
luce sulla vasta stratiicazione storica e culturale del
territorio che fu nell’antichità entroterra di Mozia e
di Lilibeo.
2.12.1. Valorizzazione e tutela
Nelle aree di interesse archeologico (a Marsala,
quelle che ricadono all’interno di un perimetro che
coincide grossomodo con l’attuale centro storico),
per i progetti edilizi che prevedono movimenti di
terra è necessaria l’autorizzazione della Soprintendenza, connessa alla veriica preventiva della consistenza archeologica dell’area tramite l’esecuzione di
saggi archeologici e controlli inalizzati a raccogliere le documentazioni richieste e previste dalla normativa64. Si può anzi dire che tali interventi, gestiti
dalle Soprintendenze indirettamente e sotto diverse
forme ma con committenza esterna, rappresentano
la stragrande maggioranza degli scavi archeologici
condotti oggi in Italia. Tuttavia si tratta di scavi che,
dopo il recupero scientiico di tutti i dati stratigraici
e strutturali, necessariamente richiedono, alla loro
conclusione, modiiche progettuali anche rilevanti
per consentire la conservazione in loco totale o parziale dei resti rinvenuti.
In questi anni a Marsala sono stati molti i lavori di
scavo realizzati a scopo di tutela, sia in aree private
sia per committenza pubblica, per la realizzazione di
nuovi impianti (fognature, acquedotto).
Le indagini archeologiche preventive65 realizzate in
via Pomilia angolo via delle Sirene hanno consentito
di rimettere parzialmente in luce un contesto particolarmente signiicativo per la comprensione generale
dei quartieri della città vicini al mare (igg. 293-294).
Una serie di tre grandi saggi di scavo, parzialmente uniicati in corso d’opera, ha restituito un quadro
abbastanza esteso di un sistema edilizio e produttivo
che ruota intorno ad un plesso di sette vasche rivestite in cocciopesto e parzialmente tagliate da una
fornace. L’interpretazione delle vasche, aventi pianta rettangolare o quadrata, si è chiarita anche grazie
al rinvenimento di un residuo d’argilla depurata al
centro di una di esse (USM 404). La parte centrale
delle vasche quadrate, infatti, reca un incavo a proilo
svasato, certamente relativo alla lavorazione che in
esse veniva efettuata. La decantazione e la depurazione dell’argilla nel ciclo produttivo di una fornace
è da considerarsi parte integrante della manifattura,
così come l’essiccazione e la cottura dei manufatti.
Le vasche sono pertinenti nella loro conigurazione
originaria ad una fornace che lo scavo, con i suoi attuali limiti, non ha posto in luce, mentre le due settentrionali sono tagliate da una fornace più tarda, di
piccole dimensioni realizzata in mattoni (USM 409)
e dotata di praefurnium (USM 418). Tale situazione
stratigraica indica come, probabilmente in età tardo-antica, la produzione dello stabilimento si fosse
rarefatta e che tale contrazione abbia implicato la dismissione di due delle vasche più antiche. A tale ultima fase di produzione appartiene anche il pozzo a
pianta ovale posto sul margine orientale delle vasche
di depurazione, certamente legato all’alimentazione
idrica dell’impianto. Anche questo pozzo taglia parzialmente una delle vasche. Sul fondo della camera
di combustione, all’imboccatura del praefurnium, è
stato documentato uno strato (US 420) contenente
quasi esclusivamente resti osteologici animali combusti, insieme a residui di elementi in ferro (chiodi),
distanziatori cilindrici e resti di vasellame. La presenza degli elementi ossei è da porre in relazione alla
193
Attività della Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani: triennio 2007-2009
tecnologia di cottura e di alimentazione della fornace, in particolare all’esigenza che si presentava, ad un
certo punto del processo di combustione, di ridurre
la quantità di ossigeno (fase riducente). Le strutture
qui descritte appartengono dunque ad un complesso
produttivo di un certo rilievo ed estensione, posto a
ridosso della fascia costiera e nelle vicinanze dei porti
antichi, da dove avveniva una facile commercializzazione del prodotto, parzialmente indagato.
Una estesa area di scavo66 in via delle Ninfe ha
restituito, al di sotto di una serie di accumuli di età
moderna, un contesto archeologico di notevole interesse: sul lato settentrionale del saggio si è infatti
rinvenuta una strada orientata in direzione NordEstSudOvest ed identiicata come uno dei cardines della
città romana (ig. 295). La strada è larga circa 4 m
e presenta una lieve pendenza verso il mare. L’asse
viario, costituito da una serie di almeno 7 battuti sovrapposti, è delimitato sul fronte meridionale da un
muro di cui si è conservata una poderosa fondazione
a grossi blocchi. Tale struttura ha probabilmente fornito, in una fase di riuso databile al IV sec. d.C., numerosi blocchi ad un muro ortogonale alla strada che
taglia con la propria trincea di fondazione un battuto
più antico, databile all’età romano-imperiale. La fase
inale di tale periodo di occupazione dovette vedere
un abbandono repentino del sito, come indicherebbero alcune anfore integre rinvenute insieme ai resti
di un tetto crollato.
Nel corso dei lavori di restauro efettuati dall’uficio tecnico del Comune nell’ex chiesa Itriella, in
via Frisella67, è stato possibile efettuare una veriica archeologica. Già nel corso del primo intervento
del 2004-2005, si era posto in luce un allineamento murario, su cui si apriva un’apertura con soglia.
Tale rinvenimento era ubicato al di sotto di una serie
di accumuli antropici che avevano determinato un
progressivo innalzamento della quota di calpestio.
Nel marzo 2008 è stato possibile eseguire un piccolo ampliamento mirato alle strutture evidenziate,
aumentandone quindi la visibilità e migliorandone
la comprensione archeologica. Si è potuto, infatti,
veriicare che al di sotto dei cumuli attribuibili ad
età medievale è documentato un crollo e una fase di
abbandono di una parte signiicativa di una domus
di età romana (collocazione cronologica tra II sec.
a.C. e III/IV sec. d.C.). Il muro su cui si apre l’accesso
con soglia appartiene organicamente ad una casa ad
atrio, orientata coerentemente con la nota griglia ur-
banistica della città romano-imperiale. La soglia potrebbe collegare un vano coperto con l’atrio interno,
posto ad Est. Il vano presenta un livello residuale in
cocciopesto di buona fattura che, con ogni probabilità, doveva sostenere una pavimentazione a mosaico.
L’indagine archeologica è stata interrotta a causa delle diicoltà operative connesse alla presenza di una
cripta, il cui uso più recente può essere datato all’Ottocento, posta tra i due saggi di scavo, che rischiava
di compromettere la staticità dell’ediicio.
In occasione di lavori promossi dal Comune per
la sistemazione di piazzetta Alagna68, grazie all’esecuzione di un saggio di scavo di ridotte dimensioni,
è stato rimesso in luce il tratto di una strada (decumano). La sede stradale ha restituito una sequenza di
numerosi battuti sovrapposti, il più antico dei quali
potrebbe essere databile al periodo tardo-ellenistico,
mentre il più recente è coperto da un accumulo contenente frammenti di età medievale (XII secolo). Il
lato occidentale la strada è delimitato da un poderoso
muro che presenta una evidente fase di rifacimento,
nella quale è reimpiegato un grosso spezzone di architrave decorato con intonaco rosso e stucchi. Tale
elemento indicherebbe come le ultime fasi d’uso della strada abbiano coinciso, nel punto intercettato dal
saggio di scavo, con la spoliazione di una domus di
età tardo-ellenistica (ine II sec. a.C.)
L’area scelta per la costruzione del nuovo tribunale
lungo corso Gramsci ricade entro i limiti della vasta
necropoli di Lilibeo, precedentemente occupata dai
corpi di fabbrica dell’ex Stabilimento Mirabella, il
cui impianto si fa risalire al 1927. Il ciclo produttivo
dello stabilimento vinicolo ha determinato la quasi
totale compromissione del contesto archeologico.
Tale aspetto si è rilevato soprattutto per quanto concerne i 12 ipogei rinvenuti nel corso delle indagini.
Essi sono stati, infatti, riutilizzati come scarichi per
le scorie di lavorazione delle uve (feccia) o come cave
per l’estrazione di conci. Per quanto riguarda, invece,
le numerose tombe a fossa poste in luce nel banco
roccioso, esse sono state tutte violate e depredate, in
parte ab antiquo, in parte anche nel periodo precedente la costruzione dell’impianto. Nel settore meridionale dell’area si è rinvenuto un accesso a gradini
intagliati nel banco roccioso e parzialmente coperto
da una volta a botte in conci di tufo che dà accesso ad
un ipogeo (ipogeo n. 4) completamente compromesso da attività estrattive.
L’indagine nella parte sud-occidentale dell’area,
194 Rossella Giglio Cerniglia
caratterizzata per l’estesa presenza di tombe a fossa,
ha consentito di documentare un ipogeo (ipogeo n.
12) a pianta quadrangolare con dromos, la cui parete
orientale conservava un’iscrizione incisa a caratteri
di diverso spessore e profondità (igg. 296-297). La
trascrizione69 ha restituito un sovrapporsi di caratteri punici, greci e latini, interpretabili in relazione
a nomi personali. L’iscrizione assume un particolare
signiicato a testimonianza della varietà e ricchezza
etnico-linguistica che caratterizza la vita di Lilibeo70.
Nel settore settentrionale, lungo una fascia di terreno ortogonale all’attuale via Gramsci, l’indagine
ha consentito di documentare una sorta di marcato
avvallamento (fossato?) ricavato nel banco calcarenitico e probabilmente legato funzionalmente al limite
settentrionale della necropoli.
Sono iniziati nell’estate del 2007 i «Lavori per la
realizzazione delle opere per la valorizzazione dell’area archeologica di Capo Boeo a Marsala», progettati
nel 2002 per la «realizzazione del Parco Archeologico di Lilibeo a Marsala con l’obiettivo di creare un
nuovo polo d’attrazione turistica negli itinerari archeologici della provincia di Trapani»71, e seguiti dalla Soprintendenza di Trapani come stazione appaltante e dal Servizio per i beni archeologici della stessa
Soprintendenza per la parte scientiica (ig. 298). Il
progetto72 prevedeva inizialmente la realizzazione di
percorsi guidati, con tre interventi: 1) installazione
dell’osservatorio archeologico all’interno del Museo
Archeologico Baglio Anselmi con inalità informative e didattiche; 2) installazione di un sentiero sonoro
per distribuire suoni, musiche e voci lungo il percorso di visita; 3) inine, l’ultimo progetto, è denominato
«Le stanze del tempo» e si basa sulla video proiezione
di immagini che in forma multimediale parleranno
della storia, delle leggende e delle suggestioni del sito.
Per garantire controllo e sicurezza è stato progettato
un sistema di ripresa con telecamere a circuito chiuso. Si è reso necessario modiicare in parte in corso
d’opera73 l’esecuzione dei lavori: in particolare è stato
possibile utilizzare lo spazio, appena restaurato74, del
Baglio Tumbarello, adiacente al Museo archeologico
Baglio Anselmi. Sono stati eseguiti i restauri architettonici degli immobili ricadenti all’interno dell’area
demaniale archeologica75 (Casa Gondar, Case Spanò,
Case del Poligono di Tiro, Case Genco, Casa del Lapidarium, Casetta del Lapidarium).
Sono proseguiti gli interventi di manutenzione e
restauro delle aree archeologiche di Marsala. In par-
ticolare, grazie ad un intervento della Provincia regionale76, è stato eseguito un intervento di restauro
ai mosaici rinvenuti nel 1939 delle insulae di Capo
Boeo.
L’area archeologica di San Gerolamo, insieme all’isolato di via delle Ninfe, resta fondamentale per le
conoscenze dell’abitato dell’antica Lilibeo. L’intervento di restauro e valorizzazione, completato nel
2007,77 ha permesso una migliore leggibilità del sistema edilizio antico, un’analisi più attenta sulla ricostruzione del tessuto urbano e delle fasi evolutive
storico-edilizie ed urbanistiche di Marsala. Oltre ai
lavori di pulitura e scavo, sono state efettuate operazioni d’assestamento delle strutture murarie, mediante consolidamento dei blocchi e della supericie
pavimentale; è stata resa possibile la fruizione della
parte archeologica mediante una rampa di scala d’accesso alla parte inferiore. L’importanza del progetto
di fruizione dell’area di S. Gerolamo si basa sulla
creazione di una nuova spazialità, attraverso la trasformazione di uno degli archetipi primigeni della
città, ossia la piazza. Le recinzioni sono state interamente demolite per predisporre le opere previste di
allargamento e pavimentazione della piazza aperta a
servizio della città. L’area è stata corredata da opere
d’arredo urbano, ossia al posto del muro che prima
divideva il monastero dall’area archeologica, è stato realizzato un cancello per l’ingresso al chiostro
dalla piazza ed una vetrata con struttura in acciaio
inox e vetro, a separazione dello spazio dell’adiacente convento, mentre a protezione dello scavo è stata collocata una ringhiera. Particolare attenzione è
stata rivolta all’illuminazione dell’area archeologica
sia all’interno dello scavo sia a corredo della piazza
che inoltre è stata completata con aiuole, panchine
e ‘palloni’ in pietra. A testimonianza dello stato dei
luoghi prima e dopo i lavori di restauro, sono stati
elaborati pannelli informativi, con testi divulgativi
che raccontano al pubblico questi frammenti di storia che l’archeologia ha permesso di documentare in
questo contesto urbano.
Il Museo archeologico ‘Baglio Anselmi’ è stato sede
di varie iniziative. Si presenta in questa sede per la
prima volta il frammento di edicola funeraria ritrovato in una discarica in località Salinella a Marsala
nell’estate 2007 e presentato al pubblico al Museo Archeologico‘Baglio Anselmi’, appena dopo il completatamento del restauro (ig. 300). Il blocco quadrangolare78 di calcarenite, che presentava corpose tracce
195
Attività della Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani: triennio 2007-2009
di decorazione dipinta su tre lati, è identico alla serie
analoga esposta al Museo Archeologico Regionale ‘A.
Salinas’ di Palermo e presso il Museo Archeologico
‘Baglio Anselmi’ di Marsala, acquistata agli inizi del
Novecento dallo stesso Antonio Salinas per il Museo
di Palermo, la cui importanza è nota da una ricca bibliograia79. Si tratta infatti di una stele funeraria con
nicchia semplice, decorata con una scena dipinta a
vivaci colori, che raigura un bacchetto funebre con
il defunto su kline che ofre un bicchiere di vino ad
un personaggio femminile seduto. Davanti alla scena,
una piccola trapeza (un tavolino rotondo a tre piedi
su cui sono poste vivande, attualmente non identiicabili). Sulla parete di fondo sono rappresentati oggetti
d’uso quotidiano (un kalathos, un segno di Tanit, un
caduceo, un ventaglio, i cembali). I colori della scena
sono molto vari e allegri: azzurri, rossi, terre di varie
gradazioni, verdi, giallo, ocra. Il disegno è ben accurato: sono presenti linee di contorno delle igure, chiaro-scuro e ombreggiature che rendono l’esecuzione
igurativa molto ricercata; la capigliatura della donna,
abbigliata elegantemente, riconduce a tipi noti nella
tradizione della ritrattistica romana di età imperiale.
Inoltre è stato acquisito al patrimonio da una collezione privata e subito esposto al Museo ‘Baglio Anselmi’ un pilastrino funerario intonacato e dipinto con
la igura di un personaggio maschile su podio, stante,
vestito di tunica e con calzari di colore rosso. L’iscrizione ΝΙΚΑΣΙΟΝ ΑΡΙΣΤΟΝΟΣ ΚΑΙΡΕ, dipinta
in rosso, ricorda il personaggio defunto (ig. 299).
Fra i seminari di studi organizzati dalla Soprintendenza, una interessante conferenza di Antonietta
Brugnone (Università di Palermo) sul tema L’epigrafe ritrovata. Brevi note sul culto di Iside a Lilibeo è
stata organizzata per contestualizzare l’ultimo ritrovamento più importante delle ricerche nell’area del
parco archeologico. Si tratta di una iscrizione lapidea che attesta l’esistenza del culto di Iside a Lilibeo
che è stata confermata dai ritrovamenti del 200880.
La presenza di culti egizi è una novità estremamente
importante per la città romana di Lilibeo, vero crocevia del Mediterraneo antico, verso cui conluiva
tutto il traico africano diretto a Roma e alla penisola italiana. L’iscrizione ritrovata durante lo scavo
del 2008 è stata integrata e ricomposta per intero con
un secondo grande frammento che era custodito dal
1903 nei magazzini del Museo Whitaker sull’isola di
Mozia: grazie alla dott.ssa Pamela Toti, conservatore del museo dell’isola, è stato possibile identiicare
il frammento che recava il cartellino di provenienza
con indicato «Terre Trapani di Capo Boeo», esattamente la stessa località del sito dello scavo.
Oltre le numerose conferenze tenute da chi scrive
e organizzate per le scuole del territorio, sono state
organizzate dalla Soprintendenza il 5 dicembre 2008
al ‘Baglio Anselmi’ e il 22 gennaio 2009 al Complesso
San Pietro due presentazioni pubbliche alla cittadinanza sullo stato della ricerca e delle nuove scoperte,
a cura della scrivente; nel corso delle manifestazioni
sono state distribuite gratuitamente copie del documentario prodotto dalla Soprintendenza di Trapani,
a cura di chi scrive, sulle nuove scoperte archeologiche della campagna 2008.
Un’interessante iniziativa ha portato un pubblico
vasto ed eterogeneo presso la sede del Museo Archeologico ‘Baglio Anselmi’ di Marsala81 per uno spettacolo organizzato nell’ambito del Progetto ScuolaMuseo: Ti racconto Lilibeo con Racconti di guerra,
Saggio espressivo del laboratorio teatrale, a cura di
Guglielmo Lentini. Inoltre è stata inaugurata al Museo Archeologico ‘Baglio Anselmi’ la Mostra dei lavori del laboratorio ceramico I corredi funerari di
Lilibeo, a cura di Maria Palermo e Carola Salvaggio.
Il Museo Archeologico ‘Baglio Anselmi’ a Marsala
è stato il fulcro di diverse manifestazioni ludiche, didattiche e divulgative, fra cui si ricorda la personale
del maestro Giuseppe Chiumello, I concerti al Museo, a cura dell’Associazione Ludwig Van Beethoven,
il progetto Marsala apre le porte all’Archeologia, ripetuto in edizioni annuali (2007, 2008, 2009) inalizzato all’adozione di siti e di monumenti archeologici
del ricco comprensorio Mozia - Lilibeo, grazie alla
partecipazione attiva degli studenti-ciceroni, nonché
dei volontari del gruppo archeologico Xaipe e della
Cooperativa Lilybaeum archeologica.
Inoltre nell’ambito del progetto Marsala apre le
porte all’Archeologia ciascun Istituto scolastico ha
esposto ogni anno al Museo i lavori realizzati, secondo gli itinerari didattici prescelti; è stato presentato il quarto fascicolo della guida didattica Museo
Archeologico ‘Baglio Anselmi’. Itinerari didattici: dal
Museo al Territorio. Da Lilibeo a Marsala, edito dalla
Soprintendenza, a cura di Maria Grazia Grifo, con il
coordinamento di chi scrive.
2.13 Isole Egadi
L’isola di Marettimo, la più occidentale delle Egadi, rivestì un ruolo fondamentale nelle rotte del Me-
196 Rossella Giglio Cerniglia
diterraneo, nei collegamenti fra Africa e Sicilia. La
destinazione della più importante area archeologica,
che si trova nella parte orientale dell’isola, in località ‘Case Romane’ (m 260 s.l.m.), in prossimità di
una sorgente di acqua dolce, è fortemente caratterizzata dalla posizione strategica: da lì sono infatti
distintamente visibili le isole di Levanzo e Favignana, nonché tutto il litorale trapanese ino ad Erice. è
facile collegare quindi le strutture presenti nell’area
ad una non occasionale frequentazione. Elemento
centrale del breve pianoro é una chiesetta normanna
a croce greca ‘atroizzata’ (XI-XII secolo) e resti di
un grande ediicio. Dopo un primo iniziale interesse negli anni Sessanta del Novecento (V. Scuderi, A.
M. Bisi e A. M. Fallico), solo nel 1994 il Servizio per
i beni archeologici della Soprintendenza per i beni
culturali di Trapani, con la direzione dei lavori della
scrivente, realizzò una campagna di scavo archeologico, per veriicare le emergenze monumentali esistenti82. L’articolato complesso presenta infatti un
ediicio romano in opus quasi reticulatum, di chiara
destinazione militare, di età tardo-repubblicana, con
un sistema di strutture per il convogliamento delle acque, nell’area antistante l’ingresso; esso fu poi
rimaneggiato in età tardo-antica con la monumentalizzazione dell’area che, anche grazie alla presenza
della vicina sorgente, presenta una costante valenza
sacrale.
2.13.1. Valorizzazione e tutela
Nel 2007 il Comune di Favignana ha realizzato un
progetto83, con l’alta sorveglianza della Soprintendenza di Trapani, per il restauro e la sistemazione
dell’area in contrada Case Romane a Marettimo. Le
operazioni di scavo archeologico84 hanno interessato le seguenti aree: l’ediicio romano, l’area compresa tra quest’ultimo e la chiesa, il piccolo ediicio rettangolare presente ad Ovest dell’area archeologica.
è stato possibile ampliare l’area archeologica, già in
parte esplorata nel 1994, ed è stato rimesso in luce
un fonte battesimale ad immersione, rivestito da
intonaco dipinto in into marmo85, di epoca protobizantina (VI-VII sec. d.C.), inserito nel contesto di
un ediicio ecclesiale a tre navate, più ampio della
chiesa di epoca normanna (ig. 301). Di notevole interesse risultano le strette connessioni con l’Africa
settentrionale e soprattutto con la Tunisia, che confermano il rilevante interesse storico-archeologico
dell’isola. Gli esiti dei lavori di scavo archeologico
svolti nell’ambito del progetto sono stati presentati al pubblico nel corso di una manifestazione Il
grande blu - Festival del mare alle Egadi organizzata
dal Comune di Favignana, nell’ambito del Festival
delle Egadi, il 5 settembre 2009 a Marettimo. Ma
limitatamente al campo archeologico, le recenti
campagne di scavo all’interno delle grotte, realizzate
dalla Soprintendenza, a Levanzo e Favignana inanziate dalla Comunità Europea e i lavori di recupero
della ‘Grotta del pozzo’ a Favignana, realizzati dal
Comune di Favignana sotto l’alta sorveglianza della
Soprintendenza86, hanno confermato l’importanza
fondamentale della presenza umana nelle Egadi.
A Favignana, Levanzo e Marettimo la Soprintendenza di Trapani ha speso notevoli energie istituzionali, non ultimo il grandioso restauro architettonico
dello Stabilimento Florio di Favignana87, acquisito
dalla Regione Siciliana negli anni Novanta del XX
secolo per restituire alle Egadi, alla Sicilia e non
solo, una delle più grandi tonnare del Mediterraneo,
primo esempio di gestione del ciclo produttivo del
tonno in chiave industriale. Nei suoi immensi spazi
è stato possibile prevedere una esposizione archeologica dei reperti eccezionali provenienti dalle tre
isole dell’arcipelago, rimessi in luce nel corso delle
recenti ricerche condotte in questo angolo di Mediterraneo. L’area destinata a Museo Archeologico, in
uno spazio già adibito nelle precedenti attività dello
Stabilimento all’inscatolamento del tonno, è contraddistinta da grandi arcate; un laboratorio attiguo
farà da supporto all’esposizione.
A seguito di ritrovamenti fortuiti, fra cui due rostri ed un elmo, e ricognizioni condotte da archeologi subacquei, si va approfondendo la conoscenza
sulla battaglia delle Egadi combattuta nel 241 a.C.
Durante diverse campagne di scavo, inoltre, condotte nelle tante grotte di Favignana, Levanzo e Marettimo, sono stati ritrovati eccezionali reperti archeologici di epoca preistorica. L’esposizione in progress
è corredata da pannelli che illustrano le ricerche e i
siti di provenienza dei reperti esposti.
3.
Attività didattiche e divulgative
Dal 2007 l’appuntamento annuale con le attività
del Campo Scuola di Archeologia a Salaparuta, con
la supervisione scientiica del Servizio per i beni archeologici della Soprintendenza di Trapani, è diven-
197
Attività della Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani: triennio 2007-2009
tato una costante del piccolo centro del Belice. Sulle
orme delle ricerche efettuate da Monsignor Vincenzo Di Giovanni e più recentemente da Gioacchino Falsone, sono stati ricogniti e censiti diversi siti
di interesse archeologico che spaziano dall’età preistorica all’età classica al medioevo. Tra i più notevoli
risulta la cosiddetta Sedia del Turco, un monumento
megalitico riadoperato in epoca araba; il sito sorge
su una collina a Sud del nuovo centro di Salaparuta
e, nel corso delle prime battute della ricognizione,
è stata rinvenuta una grande quantità di materiale
ceramico88, fra cui diversi frammenti bollati di cui
uno ascrivibile alla fabbrica di RASINIUS, noto ceramista di età imperiale.
Altri dati interessanti provengono da Contrada Cuba Sotto (ex Baraccopoli), dove abbondano
frammenti ittili di epoca romana (sigillate italica ed
africana) e dalla contrada Pergola, dove sono visibili
numerose tombe a fossa circolare di epoca preistorica, nonché ceramica piuttosto varia, con prevalenza
di sigillate, siti sui quali si è concentrata la ricerca dal
2009. Il sito di contrada Pergola era già noto per i ritrovamenti di alcune tombe a grotticella del periodo
preistorico (Bronzo Antico). Le ricognizioni hanno
segnalato almeno altre tre tombe89, fortemente disturbate già in antico; è da notare l’interessante allineamento delle strutture e la perfezione della loro
fabbrica assolutamente circolare.
La contrada Cuba, nelle indagini ricognitive supericiali del 2007, ha restituito numerosi frammenti
di ceramica di epoca imperiale e tardo romana (in
particolare la sigillata africana). L’indagine archeologica del 2009 ha avuto lo scopo di veriicare la
presenza di strutture relative probabilmente ad una
fattoria romana e di riconoscere tutte le fasi di occupazione di questo sito, che purtroppo appare fortemente disturbato dalla presenza delle baracche che
hanno ospitato per quasi un ventennio gli abitanti
di Salaparuta dopo il violento terremoto del 1968.
Sono venuti alla luce, sotto uno strato di crollo di
tegole, delle strutture murarie in pietra calcarea appena sbozzata, formanti un allineamento Est/Ovest
abbastanza regolare. I due muri delimitano uno
spazio aperto attraversato diagonalmente da una canaletta (forse per il drenaggio delle acque piovane).
Il suo orientamento obliquo potrebbe essere legato
ad un pozzo posto al centro del cortile. Al di sopra
di queste strutture, sono stati trovati gli strati tipici
legati all’abbandono di una casa: il dolium rotto sul
posto, lo strato di tegole e sopra lo strato di pietre
che indicano il crollo del tetto e poi quello dei muri.
Il materiale archeologico (ceramica e monete) indica il pieno periodo imperiale come momento di vita
di queste strutture che dovrebbero appartenere ad
una villa rustica o ad una fattoria romana.
Il territorio di Salaparuta, con i suoi siti romani
localizzati nelle zone pianeggianti o di media-bassa collina, vicino al iume Belice o ad una sorgente
(Contrada Cusumano, Cuba e Acqua Nova), i suoi
siti medievali impiantati in zone di media-alta collina (Contrada San Giuseppe, Monaco Serra) e le
sue necropoli preistoriche nella zona montuosa
(Monti Gibellini) o comunque in terreni con dirupi
pronunciati (Contrada Pergola), sembra essere un
concentrato di potenziali siti le cui informazioni potrebbero allargare le nostre conoscenze sulla storia
dell’insediamento rurale e rupestre.
Sono stati promossi annualmente dal 2007 al 2009
altri Campi-Scuola estivi presso i Comuni di Marsala, Pantelleria, Partanna e Alcamo con survey archeologico, pulitura e laboratori di ceramica che hanno
restituito importanti dati su insediamenti preistorici,
romani e medievali.
Sono proseguite le attività di promozione e divulgazione delle ricerche archeologiche, la partecipazione a convegni e mostre del settore e nuove proposte divulgative. In particolare sono stati presentati
al pubblico i documentari prodotti dalla Soprintendenza degli scavi presso il Monte Castellazzo di Poggioreale e le Insulae del Capo Boeo a Marsala con
la visione dei DVD prodotti nell’ambito dei progetti
POR. Un importante progetto è stato realizzato per
la divulgazione dei siti archeologici della provincia
di Trapani con la realizzazione completa di nuova
pannellistica a Selinunte, Segesta, Mozia, con il inanziamento della Provincia Regionale di Trapani.
Inoltre, nell’ambito degli interventi di ricerca
scientiica realizzati a Custonaci (Grotta Croceisso
e Grotta Scurati), Erice (Grotta Martogna e Grotta
Emiliana), isole Egadi (Favignana: Grotta D’Oriente e Grotta Ucciria; Levanzo: Grotta del Genovese
e Grotta Tramontana), San Vito Lo Capo (Grotta
Racchio, Grotta Perciata, Grotta dell’Uzzo, Grotta
dei Cavalli, Grotta di Cala Mancina) all’interno del
progetto Grotte preistoriche 90, sono state realizzate
opere di pannellistica divulgativa.
198 Rossella Giglio Cerniglia
4.
Musei e mostre (2007-2009)
Fra le attività di divulgazione coordinate e promosse si danno qui di seguito notizie relative alle varie
manifestazioni, presentate in sequenza cronologica.
4.1 Parigi, Institut du Monde Arabe 2007-2008
La Soprintendenza di Trapani ha partecipato con
reperti provenienti da Mozia alla mostra La Méditerranée de Phéniciens, De Tyr à Carthage, organizzata
dall’Institut du Monde Arabe in collaborazione con
il museo del Louvre (16 ottobre 2007-30 marzo 2008).
L’esposizione ha proposto uno sguardo sulle civiltà e
arti fenicie, considerate nel loro contesto geograico,
intorno a città stato come Biblo, Sidone e Tiro. Le
sezioni che si susseguono illustrano la scrittura (su
monete, sigilli, tavolette in argilla, stele in pietra), la
religione (statue di divinità in metallo e in pietra, ex
voto in terra cotta), il commercio (difusione della
porpora e del legno di cedro, e oggetti artigianali di
vetro, faience, avorio e metalli preziosi). Per quanto
riguarda il tema dell’evoluzione delle tecniche, delle
forme, delle iconograie, vengono illustrati gli scambi che i Fenici hanno sviluppato e intrattenuto con
i popoli stabilitisi in tutto il circuito mediterraneo,
a Nord come a Sud. Il percorso si conclude con il
prolungamento occidentale della civiltà fenicia, con
Cartagine e la difusione della cultura punica.
4.2 Roma, Quirinale 2007-2008
La lex sacra da Selinunte, iscrizione su lamina di
piombo (V sec. a.C.) recuperata dai Carabinieri e
restituita all’Italia dal J.P. Getty Museum di Malibu
(California), è stata esposta dal 21 dicembre 2007 al
30 marzo 2008 nella Sala delle Bandiere e nelle Sale
della Galleria di Papa Alessandro VII del Palazzo del
Quirinale, per la mostra Nostoi. Capolavori ritrovati.
Lo straordinario reperto, recuperato negli Stati Uniti
dai Carabinieri e rientrato nel nostro Paese nel 1992,
è stato esposto dalla Soprintendenza di Trapani presso il Museo Civico di Castelvetrano. La lex sacra, che
proviene dal santuario di Zeus Meilichios, rappresenta un testo essenziale per la storia delle religioni nel
mondo antico; il testo sacro descrive infatti le pratiche cultuali e rituali di puriicazione da compiere
in onore degli eroi locali e delle divinità tra le quali
Zeus Meilichios quali omicidio, contaminazione,
puriicazione. Una interessante particolarità è il sistema di lettura: la lamina infatti è incastonata in un
kýrbis, in un modo cioè che consentiva la rotazione
del testo issato orizzontalmente su di un perno nella parte mediana, come è documentato da Plutarco
(Sol, 25, 1-2) nel caso simile delle leggi di Solone che,
scritte su tavole analoghe, vennero esposte nel 462
a.C. nell’agorà ad Atene.
Al museo di Castel Sant’Angelo a Roma in mostra
le opere d’arte recuperate dalle Forze dell’Ordine La
felicità di un ritorno. Recuperare per tramandare; l’esposizione(24 aprile-29 giugno 2008) è arricchita da
una selezione di numerosi reperti archeologici di notevole valore il cui recupero è stato portato a termine
dalle Forze dell’Ordine.
4.3 Catania, Arcivescovado 2008
A Catania, nel Salone dei vescovi dell’Arcivescovado, nella mostra Agata Santa: storia, arte, devozione
(25 gennaio-4 maggio 2008) sono stati esposti, insieme a dipinti e sculture, anche reperti archeologici
provenienti da musei italiani e stranieri.
4.4 Bonn, Museo Nazionale 2008
Sicilia. Impronte del mito da Ulisse a Garibaldi è il
titolo della mostra organizzata dalla Kunst und Ausstellungshalle der BDR di Bonn (25 Gennaio-25
Maggio 2008), nell’ambito di un accordo di cooperazione con l’Assessorato Regionale Beni Culturali
e Ambientali. La mostra ha oferto al grande pubblico il racconto della ricca storia dell’Isola attraverso
l’esposizione di circa 300 opere. La Soprintendenza
di Trapani ha partecipato all’esposizione con i ritratti da Pantelleria e la statua marmorea di Venere da
Lilibeo91 e in quell’occasione, a seguito di un progetto-studio ideato dalla scrivente, è stato possibile
realizzare, in sede mostra, con le maestranze messe a
disposizione dal museo tedesco, il sostegno in acciaio
che tiene perfettamente in asse la statua frammentaria, senza in alcun modo compromettere il marmo
antico.
Il reperto lilibetano infatti è stato scelto come immagine-simbolo di locandine e manifesti per tutta la
campagna divulgativa e pubblicitaria della mostra e i
lavori di costruzione del sostegno della statua di Venere hanno avuto una copertura televisiva nazionale,
in quanto che la statua veniva presentata al pubblico
come eccellente esempio di «archeologia viva», perché
proveniente da scavi archeologici appena compiuti.
4.5 Roma, Colosseo 2009
A Roma, presso il Colosseo, la Curia (Foro Romano), il Criptoportico Neroniano (Palatino) è stata
199
Attività della Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani: triennio 2007-2009
organizzata la mostra Divus Vespasianus. Il bimillenario dei Flavi92 (27 marzo 2009-10 gennaio 2010),
che celebra la nascita dell’imperatore Vespasiano
avvenuta 2000 anni fa e narra le gesta della dinastia
Flavia, di Vespasiano (69-79), del primogenito Tito
(79-81) e del iglio minore Domiziano (81-96). Nella
mostra è stato esposto anche il ritratto marmoreo
di Tito, rimesso in luce nel corso degli scavi archeologici realizzati dalla Soprintendenza sull’acropoli di
Pantelleria.
4.6 Palermo, Real Albergo dei Poveri 2009
Nel quarantesimo anniversario della istituzione
del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale,
la Regione Siciliana, e per essa l’Assessorato, ha promosso un’iniziativa espositiva che ha lo scopo di illustrare l’attività portata avanti in Sicilia dalla Sezione
palermitana del Nucleo, istituita nel 1992 con sede
a Palermo nel settecentesco Real Albergo dei Poveri
dove è allestita la mostra: L’Arma per l’Arte. I Beni
Culturali di Sicilia recuperati dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (27 Ottobre-27
Dicembre 2009, prorogata al 17 gennaio 2010). L’apporto fondamentale dei Carabinieri del Nucleo, rappresentato dal Comandante dei Carabinieri Tutela
Patrimonio Culturale, Gen. Giovanni Nistri, e dal
Comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo, Cap. Giuseppe Marseglia, nell’attività
di tutela e recupero del patrimonio culturale illecitamente trafugato o sottratto e conluito in collezioni
private o nel mercato antiquario clandestino – nazionale ed internazionale – viene documentato, nella
mostra, attraverso i tre più importanti iloni in cui
si articola l’attività del Nucleo stesso: recuperi internazionali, collezionismo e operazioni nel territorio.
Altrettanto eloquente la sezione dedicata al territorio, con i materiali recuperati nel corso di operazioni
di contrasto allo scavo clandestino e restituite, grazie
all’attività investigativa dei Carabinieri, al patrimonio della nostra regione.
Rossella Giglio Cerniglia
Un ringraziamento va, oltre ai collaboratori scientiici esterni
(v. infra), al personale della Soprintendenza, in particolare agli
archeologi N. Bruno, R.M. Cucco, L. Ferruzza, A. Merra, che si
sono avvicendati in tempi diversi e, a M.G. Grifo e G. Mammina. I funzionari tecnici A. Canino, G. Garofalo, F. Occhipinti
hanno svolto il prezioso ruolo di supporto per l’uicio tecnico
del Servizio, nella progettazione e nei cantieri.
1
Zone archeologiche di Selinunte, Cave di Cusa, Segesta,
Marsala, Grotte del Trapanese, Salemi/San Miceli, Pantelleria,
Mozia con progettazioni e direzione lavori di agibilità e manutenzione; la gestione del Museo Archeologico Regionale presso il
‘Baglio Anselmi’ di Marsala.
2
Secondo i criteri uicialmente deiniti dal CRICD di Palermo, è proseguito il controllo dei depositi di materiale archeologico con conseguente adeguamento inventariale dei depositi archeologici nei vari Comuni della Provincia a Mazara del
Vallo-Museo del Satiro, a Marsala-Museo ‘Baglio Anselmi’,
a Mozia, a Erice, a San Vito Lo Capo, a Segesta, a Gibellina, a
Partanna, a Selinunte, a Pantelleria, a Favignana; controllo e
collaborazione all’incremento dei Musei locali, come, ad esempio, per il progetto relativo alla realizzazione di una struttura
museale al Baglio Florio di Cave di Cusa presso il Comune di
Campobello di Mazara.
3
POR Sicilia 2000-2006 Interventi a titolarità regionale. Allegato al D.D.G. n. 7254 del 19 settembre 2007 Misura 2.01 Recupero e fruizione del patrimonio culturale e ambientale azione b,
circuito delle aree archeologiche. Il Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana dell’Assessorato dei Beni Culturali
e dell’Identità Siciliana, sulla base del Complemento di Programmazione (C.d.P.), ha la responsabilità sulle Misure: 2.01,
2.02, 2.03 e le singole Sottomisure: 5.01c e 6.06c.
4
Alle diverse campagne di lavoro, con vario impiego dei collaboratori scientiici, hanno partecipato complessivamente, sotto
la direzione del Prof. D. Mertens: Dr. S. Helas, Dr. A. Henning,
M.A.A. Seifert, Dr. A. homsen, Dr. N. Hoesch, Dr. C. Dehlvon Kaenel, M.A.A. Wagner Schwarz, Dr. U. Schlotzhauer, M.
Zatti, W. Filser, L. Rizzotto, M.A.M. Krämer, O. Krause, Dr. R.
Bielfeld e G. Zuchtriegel come archeologi; Dipl.-Ing. C. Voigts,
Dipl.-Ing. J. Schumann e Dipl.-Ing. A. Werner come architetti;
B. Frohreich e M. Korn nonché A.M. Occhipinti e M. Somon
sotto la direzione di Dott. R. Mandina della impresa KRIMISOS
come restauratrici; D. Schmehle e D. Gauss come fotograi e la
disegnatrice dell’Istituto M. Schützenberger.
5
Ricordo, per la Soprintendenza, l’ottima collaborazione di L.
Lentini e la professionalità dei funzionari tecnici geom. A. Canino e F. Occhipinti.
6
Ringrazio D. Mertens per questi dati preliminari che mi ha
gentilmente fornito.
7
Infatti molte delle strutture sono state individuate soltanto
nel loro stato ‘negativo’, cioè nei fossati di fondazione dei muri
scavati nella roccia viva o in pochi resti delle fondazioni stesse; è
stata documentata la presenza infatti di numerose fosse di spoliazione conseguenti ad un profondo depredamento a cui è stato
sottoposto il materiale lapideo.
8
La pubblicazione dell’insula al margine orientale dell’agora,
200 Rossella Giglio Cerniglia
con lo studio dei reperti, dovrà essere presentata, a cura dell’IAG
nel III volume della pubblicazione di Selinunte (Selinus III).
9
Conti 2005a; Ead. 2005b; Ead. 2007; Ead. c.d.s.; Zoppi
2007.
10
Asse VI-Misura 2.0.2 sottomisura 6.06-Azione D Cod.
Prog. 1999.it.16.1.PO.011/6.06c/9.3.13/0002 Progetto di realizzazione di un documentario dal titolo provvisorio Selinunte.
11
La ristrutturazione, inanziata con fondi POR 2000-2006,
misura 2.1, completata nel 2009, era inalizzata a realizzare un
Centro d’accoglienza per turisti.
12
Ringrazio C. Ampolo e C. Parra per aver tenuto costantemente informata la Soprintendenza e chi scrive, per competenza,
sulle continue novità dagli scavi e le ipotesi ricostruttive proposte.
13
All’attività sul campo si è aiancata la pulitura delle monete
e la classiicazione e l’inventariazione dei materiali rivenuti nello
scavo nei registri della Soprintendenza, oltre all’immagazzinamento presso le strutture messe a disposizione dalla Soprintendenza medesima.
14
POR 2000-2006 ASSE II Scavo archeologico della necropoli
di Segesta (Calataimi) D.L. Dott.ssa R. Giglio. Lo scavo è stato
condotto sul campo dal Dott. A. Manicardi con l’ausilio del geoarcheologo N. Cappellozza della Società Archeologica Padana
s.r.l. di Mantova e degli operatori dell’impresa Ferrara Costruzioni. Lo studio antropologico è stato realizzato da N. Carrara e
L. Fortunato. L’inventario e lo studio dei materiali sono stati aidati a S. Felisati e B. Bechtold. L’elaborazione graica delle tavole
allegate da J. Manning-Press (S.A.P. s.r.l.).
15
Lo scavo ha permesso il recupero di 67 sepolture integrando le 123 tombe rimesse in luce negli anni 1996 e 1997 .
16
Il muro, identiicato come US 15413 per quanto riguarda il
tratto nell’area 15000 e US 18000 nell’area 18000, presenta una
larghezza media di 1,40 m ed è realizzato con lastre di calcarenite
glauconitica e scaglie di pietra di monte Barbaro, di diferente
pezzatura, allettate senza legante e posizionate in piano. Nell’Area 18000, separata dall’attuale strada provinciale, il muro di cinta (US 18000) prosegue con la stessa direzione, arrampicandosi
sopra il versante occidentale del monte su cui sorge il tempio. La
scarsità d’elementi di crollo è probabilmente da associare ad una
consistente opera di spoliazione dei materiali costruttivi, in una
fase forse precedente o coeva alla necropoli ellenistica.
17
Atti di Convegni e Annali della Scuola Normale Superiore. Nel 2008 la SAP Mantova ha curato l’edizione del volume di
R. Camerata Scovazzo Il sistema difensivo di Porta di Valle nella
collana Documenti di archeologia.
18
A seguito di segnalazioni da parte del Responsabile per la
Sicurezza e come evidenziato nel Documento di Valutazione dei
Rischi della Zona Archeologica di Segesta, il progetto è stato eseguito dal geom. G. Garofalo, collaboratore di chi scrive per l’area
di Segesta.
Ai sensi e per gli efetti dell’art. 146 del regolamento 21
dicembre 1999, n. 554. Intervento d’urgenza per il ripristino
standard di sicurezza Strada piazzale posto di Ristoro Tempio.
Perizia 02/2009, Cap. 776015 es. in. 2009. Zona Archeologica di
Segesta in Calataimi Segesta. D.D.A. n. 8748 del 21/12/2009. Direttore dei lavori geom. G. Garofalo, Impresa Presti s.r.l., i lavori
sono stati eseguiti nel 2010.
20
POR Sicilia Asse II. Misura 2.0.1. Azione B, Circuito Aree
Archeologiche. Programma a titolarità regionale Comune di Calataimi/Segesta Perizia 37/2000, Lavori per intervento di scavo
e sistemazione nell’area dell’acropoli di Segesta-Calataimi-Segesta (TP).
21
Ringrazio il dott. F. Lentini, archeologo responsabile sul
campo e che ha tuttora in corso lo studio dei materiali, per questi
primi dati che mi ha fornito.
22
Tale datazione si fonda sul rinvenimento di ceramica ad
impasto grigio di fabbricazione indigena associata a sporadici
rinvenimenti di ceramica di produzione greca.
23
La formulazione delle nostre ipotesi si basa soprattutto sulla scarsità dei reperti osservabili in situ e sulla quasi completa
assenza di oggetti metallici. Tale evidenza, pur non costituendo
una risposta deinitiva, parrebbe escludere una ine legata ad un
evento traumatico.
24
Ringrazio M.J. Kolb e P. Vecchio, che ha diretto i lavori sul
campo, per queste prime informazioni che mi hanno fornito.
25
Perizia 38/2000 Lavori di restauro dei mosaici della basilica
paleocristiana di S. Miceli, Salemi.
26
All’interno della basilica monoabsidata con nartece sul lato
orientale e doppia ila di cinque colonne ciascuna, oggi del tutto
perdute, è documentata la presenza di tre pavimenti musivi sovrapposti relativi a tre diverse fasi di vita dell’ediicio.
27
Nei corredi rimessi in luce spiccano preziosi monili in oro.
Tra questi, il rinvenimento di una medaglia d’argento dell’imperatore Graziano consentirebbe di proporre la datazione della
maggior parte delle tombe rinvenute all’esterno della basilica tra
il IV ed il V sec. d.C.: Di Stefano 1982-1983, 362-363.
28
POR Sicilia. Asse II. Misura 2.0.1. Azione B, Circuito Aree
Archeologiche, Programma a titolarità regionale. Alla mostra
hanno collaborato a vario titolo gli archeologi della Soprintendenza: G. Mammina, che ha curato l’inventariazione dei reperti,
e P. Citerne, archeologo dell’Institute Nationale du Patrimoine
in stage presso la Soprintendenza di Trapani; le archeologhe C.
Cipolla e M. Spagnolo.
29
Lavori di Restauro del Castello arabo-normanno, IV lotto.
Progettazione Arch. G. Nuzzo, Ing. M. Marano. RUP Arch. P.
D’Aguanno. Finanziamento Regione Siciliana al Comune di Salemi, Ditta Aggiudicataria A.T.I. Franco Santo e CO.E.SI. S.r.l.
DDLL Arch. G. Nuzzo, Ing. M. Marano. Inizio Lavori 10/01/200622/12/2006; ripresa lavori 03/09/2007; ine Lavori 03/06/2008.
19
201
Attività della Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani: triennio 2007-2009
Giglio Cerniglia, Falsone, Sconzo, infra, in questo volume. Progetto di recinzione e sistemazione area archeologica
di Monte Castellazzo, Poggioreale. RUP Arch. V. Vaiarello, DL
Dott.ssa R. Giglio, Ditta Aggiudicataria Donato S.r.l., Alcamo
(TP). Inizio Lavori 07/04/2008, ine Lavori 23/06/2008.
31
L’indagine in questa zona dell’insediamento antico ha interessato la vasta area pavimentata in cocciopesto parzialmente
indagata negli anni 2002/2003.
32
Tutti i reperti sono stati documentati con un sistema informatizzato e in corso di stampa.
33
Progetto per la valorizzazione e la fruizione delle aree di
scavo, Acropoli Punico-Romana di S. Teresa e S. Marco, Progettazione Arch. A. d’Orso; Arch. V.A. Accardi; Ing. G. Cassano,
RUP Ing. G. Inglese. Finanziamento POR Sicilia 2000-2006, Pit
Isole Minori n. 4. Ditta Aggiudicataria C.I.S.L.A.T. Coop. A.r.l.
Caltanissetta. DL Ing. G. Cassano.
34
Itinerario di valorizzazione delle risorse storiche-culturali,
Pantelleria. Progettazione Arch. G. Bonomo, Ing. A. Ferrante,
Arch. M. Minardi. RUP Geom. G. Pavia Finanziamento PITComune di Pantelleria. Ditta Aggiudicataria Soc. S.CI. S.as di M.
Casano & Co., Palermo. DDLL Arch. G. Bonomo, Ing. A. Ferrante, Arch. M. Minardi.
35
Lavori di valorizzazione zona archeologica, Lago di Venere,
Pantelleria. Progettazione Arch. G. Garofalo. RUP Ing. G. Inglese. Finanziamento Pit 2000-06, Comune di Pantelleria. Ditta Aggiudicataria Gaetano Debole, Enna. DL Arch. G. Garofalo.
36
La breve campagna di scavo è stata possibile grazie a inanziamenti della Comunità Europea al Comune di Pantelleria,
all’interno del Progetto relativo alla Realizzazione di un itinerario
archeologico terrestre e marino dei siti minori nel comune di Pantelleria POR Sicilia 2000-2006, Asse II Misura 2.0.1 Azione B Pit
n.14 Ditta Aggiudicataria LI.RI. S.r.l., Favara (AG) DL Arch. G.
Di Fisco. Sono stati efettuati in quella occasione lavori di riqualiicazione anche nei siti marini nella zona antistante l’approdo
di Gadir, in quello di Cala Tramontana ed al largo di Punta Pozzolana. Altre Opere di valorizzazione e fruizione della necropoli
preistorica dei Sesi di Mursia-Cimillia e dei recenti ritrovamenti
Collocazione Scauri Località Pantelleria sono state inanziate al
Comune con un Finanziamento POR Sicilia 2000-2006-Asse IIMisura 2.0.1-Azione B-Circuito archeologico. Ditta Aggiudicataria ARKEO RESTAURI S.r.l. Agrigento, DL Arch. G. di Fisco.
37
Questa tipologia di ceramica, individuata per la prima volta
negli scavi di Cartagine dal Peacock e denominata ‘Pantellerian
Ware’, ebbe una grande difusione in tutto il Mediterraneo Centrale e Occidentale in età romana e tardo romana soprattutto
grazie alle sue proprietà termoresistenti.
38
I dati preliminari indicano una completa omogeneità cronologica sia per le produzioni di vasellame locale sia per le importazioni.
30
Vasellame, olio, vino, oggetti di uso quotidiano e calcare,
oltre ai prodotti alimentari e quelli deperibili dei quali non ci è
giunta traccia alcuna. All’interno dell’insediamento doveva avvenire la fase di ridistribuzione dei prodotti giunti dal mare, per il
fabbisogno interno dell’isola.
40
Lo scavo ha permesso la documentazione del carico, costituito da vasellame di produzione nordafricana (terra sigillata
africana, anfore, africana da cucina, comune, lucerne) e ceramica
da fuoco di produzione locale (nelle tipiche forme da cucina: tegami, teglie, pentole, olle e coperchi). Si veda: Abelli et al. 2006;
Baldassari 2007.
41
La giornata di studio è stata suddivisa in tre sezioni, seguendo il ilo cronologico delle molteplici testimonianze insediamentali messe in luce attraverso una sistematica ricerca sul campo: il
sito protostorico di Mursia con la vicina necropoli monumentale
dei Sesi; l’Acropoli punico-romana con i suoi famosi ritratti imperiali; il sito e il relitto tardo antico di Scauri.
42
POR Sicilia 2000-2006 Misura 2.02 Azione D Sottomisura
6.06 Mostra Le orme dei Giganti D. A. n. 7317 del 28.07.2004
cod. prog. 1999.it. 16.1.PO.0116.06c/9.3.13/022 Lavori riguardanti il patrimonio archeologico, DL S. Tusa, RUP L. Biondo.
43
Proyecto Italo-Español insediamento neolitico Cda. Stretto
(Partanna, TP, Sicilia): Una revisión del Neolitico Mediterráneo.
44
Progettazione Arch. V. Civello, Arch. M. Parlato, RUP Ing.
N. Pisciotta. Finanziamento POR Sicilia 2000-2006, Pit n. 6 Alcesti, Ditta Aggiudicataria Consorzio Ravennate della Cooperativa di produzione e lavoro, Ravenna, DDLL Arch. V. Civello,
Arch. M. Parlato.
45
POR Sicilia 2000-2006 Asse II Misura 2.0.1. Azione B Circuito Aree Archeologiche Programma a titolarità regionale Cap.
776406 Perizia 35/2000 Lavori di scavo archeologico e sistemazione a parco dell’area in corso di demanializzazione dell’insediamento eneolitico di Roccazzo, Mazara del Vallo (TP), DL S.
Tusa, RUP R. Giglio. Il sito, su terrazzi rocciosi pianeggianti,
con grandi capanne e numerose tombe a grotticella scavate nella roccia, fu individuato nel 1985: Tusa 1988; Tusa, Di Salvo
1988-1989.
46
Progetto tecnico esecutivo relativo al recupero dell’ex. Asilo F. Corridoni e riqualiicazione funzionale delle aree di pertinenza e altri immobili compresi tra via Goti, via S. Michele e via
delle Sette Chiese, nel Comune di Mazara del Vallo (TP) Stralcio B. Ditta aggiudicataria S.C.F. Costruzioni S.r.l. (ex. FUCA’
Costruzioni S.r.l. di Aragona-AG) Capogruppo ATI con SITIC
Impianti S.r.l.
47
I materiali sono tuttora in corso di studio.
48
Rilevanti sono quelli della cosiddetta ‘tomba dello Sciamano’ (una collana, diversi reperti dell’industria litica, cilindretti di
ocra rossa, ciotole e contenitori vari).
49
Dal 7 luglio 2008 la mostra Amphoreus ha accolto anfore ed
39
202 Rossella Giglio Cerniglia
oggetti provenienti dal mare, in particolar modo frutto di consegne spontanee da parte della marineria di Mazara alla Soprintendenza del mare.
50
A questa preliminare indagine ha fatto seguito l’anno dopo,
nel periodo compreso tra il 16 di agosto e il 10 settembre 2010,
una prima campagna di scavi, che ha avuto come obiettivo la
comprensione delle strutture di fondazione della cinta muraria
lungo il versante occidentale della città.
51
Nigro, infra, in questo volume.
52
Sugli scavi britannici al Kothon e nel quartiere di Porta Sud
si vedano: Nigro, Rossoni 2004, Nigro 2005.
53
Nigro, infra, in questo volume.
54
SYS Soc. Coop. a r.l., società di servizi per l’archeologia con
i Partners: Regione Siciliana-Soprintendenza del Mare, Fondazione ‘G. Whitaker’ con il Supporto di: Provincia di TrapaniEnte Gestore Riserva Isole dello Stagnone di Marsala, Comune
di Marsala, Capitaneria di Porto di Trapani, Soprintendenza ai
BB.CC.AA. di Trapani, Servizio per i beni archeologici, Archeoclub d’Italia Sez. di Marsala, NASE Archaeology Project. rca Diving Palermo, GenchiExtreme.
55
Giglio Cerniglia, infra, in questo volume.
56
Giglio 2004, 2005, 2006, 2007, 2009; Giglio, Vecchio
2006.
57
Lavori di recinzione della Zona Archeologica di Capo Boeo,
Marsala, Asse II Misura 2.0.1, Azione B, Circuito Aree Archeologiche Cod. Prog. 1999.it.16.1.PO.011/2.01/9.3.10/0165.
58
Giglio Cerniglia, Palazzo, Vecchio, Canzonieri, infra, in questo volume.
59
Sotto la direzione di M. Bombace, la ricerca ha acquisito, in
una supericie di quasi 16.000 mq., oltre 60.000 misure, distribuite in circa 200 proili di 40 m di lunghezza.
60
Alla missione, rappresentata per la Soprintendenza da chi
scrive, hanno preso parte i Prof. N. Bonacasa, I. Nielsen, B.
Schröder e M. Seifert, le Dott. A. Mandruzzato, A. Harms ed A.
Mistretta, l’Architetto F. Scirè, il Dott. M. Bombace, gli studenti
T. Fuchs, R. Gattuso, S. Schubert e R. Torre; il coordinamento
dei lavori in cantiere è stato aidato alle Dott. A. Harms ed A.
Mistretta.
61
L’equipe è composta da studenti universitari in archeologia
classica: E. Anderson, J. Boger, L. Taylor, E. Modrall, N. Skylar,
R. Ngo, M. Fowler, A. Emerson, K. Olsson.
62
Diretti dai Prof. E. Blake e R. Schon, i partecipanti alla missione di studio erano dieci studenti americani di varie università
e due partecipanti italiani, C. Cipolla (scuola di specializzazione
dell’Universita di Lecce) e C. Sorrentino (stagista dell’ANFE di
Marsala).
63
Spanò Giammellaro, Spatafora, Van Dommelen
2008.
64
è infatti ormai prassi corrente, in Italia da parte delle So-
printendenze per i Beni Archeologici, in Sicilia dal Servizio per i
Beni Archeologici delle Soprintendenze (denominato, dal 2010,
U.O. per i Beni Archeologici) coordinare interventi di scavo inalizzati alla realizzazione di opere pubbliche e private.
65
Si presenta in questa sede un resoconto parziale delle testimonianze rimesse in luce in una prima tranche dello scavo
(dicembre 2008-febbraio 2009), in proprietà Mannone Daniela
Marina.
66
Lo scavo è stato realizzato in proprietà Gi.Gla. s.r.l. (giugno-luglio 2009).
67
DL arch. N.G Sciacca, arch. G. Benigno, RUP Ing F. Patti.
Un saggio preventivo era stato eseguito nel corso del precedente
intervento (2004-2005).
68
Lo scavo si è reso necessario a causa della sistemazione di
una piazza da parte del Comune di Marsala. I lavori sono stati
eseguiti tra i mesi di gennaio e marzo del 2009.
69
Eseguita dalla prof.ssa R. De Simone.
70
L’iscrizione, insieme ad un plastico dell’ipogeo e a due pannelli esplicativi, è già esposta presso la saletta delle epigrai al Museo ‘Baglio Anselmi’.
71
Con un inanziamento dell’allora Assessorato Regionale
alla Presidenza, oggi Assessorato Regionale delle Autonomie e
della Funzione Pubblica, Dipartimento Regionale della Funzione
Pubblica e del Personale, Servizio del Demanio.
72
I lavori, iniziati nel 2007, sono stati progettati e diretti da
un libero professionista, l’arch. G. Nuzzo; RUP per la Soprintendenza di Trapani è stato l’Arch. V. Vaiarello. I lavori sono
stati eseguiti dall’Impresa A.T.I. Icored s.r.l. Funaro costruzioni
s.r.l. Proc. Dott. P. Funaro, con la presenza costante in cantiere
dell’archeologo Dott. P. Vecchio.
73
Al momento in cui si va in stampa (2012) è ancora in via di
espletamento la procedura di gara per «l’appalto dei servizi attinenti alla produzione artistico-didattico-divulgativa dei contenuti audiovisivi per i percorsi multimediali del sito archeologico
di Lilibeo a Capo Boeo», servizi che dovranno essere strettamente connessi alla strumentazione tecnologica installata.
74
Progetto realizzato con fondi dell’allora Assessorato regionale alla Presidenza, oggi Assessorato Regionale delle Autonomie e della Funzione Pubblica, Dipartimento Regionale della
Funzione Pubblica e del Personale, Servizio del Demanio e diretto dal Servizio per i beni architettonici della Soprintendenza.
75
Progetti realizzati con fondi dell’allora Assessorato regionale alla Presidenza, oggi Assessorato Regionale delle Autonomie e
della Funzione Pubblica, Dipartimento Regionale della Funzione
Pubblica e del Personale, Servizio del Demanio e diretti dal Servizio per i Beni Architettonici della Soprintendenza.
76
Intervento di restauro mosaici Zona archeologica Capo
Boeo, Località Marsala. Progettazione Arch. A. Favara; R. Pizzo
RUP Arch. A. Gandolfo, Finanziamento POR Sicilia 2000-2006,
203
Attività della Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani: triennio 2007-2009
Pit n. 18 Alcinoo, Ditta Aggiudicataria Restauro e conservazione
Opere d’Arte di Anastasi Edoardo, Acireale (CT), DL Arch. G.
Nuzzo. Inizio Lavori 28/04/2008.
77
Progetto per la sistemazione e l’arredo urbano Area dell’ex
Chiesa S. Girolamo (e successive Perizia di variante e suppletiva n. 2 ai sensi LL.RR. 7/2002-7/2003 D.P.R. 554/99 e s.m.i.)
Progettazione Arch. P. Di Maria, Arch. F. Franchina. RUP Ing.
G. D’Orazio. Finanziamento Assessorato Regionale BB.CC.AA.
Ditta Aggiudicataria A.T.I.: M. Catalano e G.V.I. GuarnigioniVetri-Inissi di A. Giallongo s.a.s. DL Arch. P. Di Maria. Si veda:
Cusenza et al. c.d.s.
78
Il reperto è stato trasferito al Museo Archeologico Regionale ‘Baglio Anselmi’, dove è stato successivamente oggetto, prima
dell’esposizione al pubblico, di un intervento di restauro.
79
Per la bibliograia, v. Giglio 2002.
80
Giglio Cerniglia, Palazzo, Vecchio, Canzonieri, infra, in questo volume.
81
In occasione della ‘Notte dei Musei’ indetta a livello europeo, sabato 16 maggio 2009, le due manifestazioni sono state seguite da un eccezionale numero di pubblico.
82
Ardizzone, Di Liberto, Pezzini 1998; Ardizzone, Giglio, Pezzini c.d.s.
83
Itinerario di rivitalizzazione delle risorse storiche-archeologiche dell’isola di Marettimo, Completamento area archeologica
Case Romane, POR Sicilia 2000-2006, PIT 14 Isole minori Finanziato dall’Assessorato Regionale per i beni culturali ed ambientali (Decreto Assessoriale n. 26/S6DPR 8/”/2005 PIT Isole
minori, Ditta Aggiudicataria RESE Arch soc.cons a r.l.-EDICEM
srl., Favara (AG) DL arch. M.G. Sercia. Inizio Lavori 27/09/2007,
ine Lavori 27/09/2008.
84
I lavori di ricerca scientiica sono stati realizzati nell’area in
oggetto dal 9/10/2007 al 30/11/2007 e dal 3 marzo ino ai primi
di luglio 2008, da una équipe altamente qualiicata; infatti al DL
arch. M.G. Sercia si sono aiancati l’arch. R. Di Liberto per il
restauro architettonico, la prof.ssa F. Ardizzone dell’Università
di Palermo e la dott.ssa E. Pezzini per le indagini archeologiche.
85
La piccola vasca battesimale a pianta quadrata con quadrifoglio è realizzata in muratura con piccoli blocchi e lastre di calcarenite di reimpiego, rivestite internamente da un sottile strato
di intonaco all’esterno. La vasca è in buono stato di conservazione. La profondità della vasca (m 1,70 ca. dal fondo del pozzetto
al colletto esterno) sembra indicare che la pratica del battesimo
adottata doveva essere quella per immersione. L’alusso dell’acqua doveva avvenire forse attraverso una conduttura, che convogliava all’interno della vasca l’acqua captata dalla fonte vicina
attraverso un sistema di canalizzazione, allo stato attuale sconosciuto. Dal punto di vista strutturale, il piccolo battistero potrebbe far parte di un più vasto complesso basilicale.
86
Progetto di recupero del percorso archeologico-devoziona-
le sito in contrada Madonna e riqualiicazione ambientale di una
cava dismessa. Contrada Madonna, Località Favignana Finanziamento Comune di Favignana Pit n. 14 intervento n. 22 Ditta Aggiudicataria A.T.I. B.O.N.O. Costruzioni S.r.l. e Senatore
Carmelo, Montelepre (PA) DL Arch. M.G. Sercia. Inizio Lavori
03/09/2007, ine Lavori 13/08/2008.
87
I lavori, che hanno rappresentato uno dei più signiicativi
impegni, sia dal punto di vista inanziario che professionale, affrontato dai tecnici della Soprintendenza per i Beni Culturali ed
Ambientali di Trapani, sono stati realizzati con i fondi del POR
2000-2006 emessi dalla Comunità Europea.
88
Materiali dal periodo romano (sigillata, frammenti di ceramica da fuoco, frammenti di anfore ed altri frammenti vari),
a quello tardo imperiale e bizantino, ino a giungere al periodo
arabo-medioevale.
89
Il sito di contrada Pergole si inserisce perfettamente nella
facies di Naro-Partanna individuata da L. Bernabò Brea.
90
Tutti gli interventi sono stati realizzati con inanziamenti
POR Sicilia 2000/2006 e rientrano in un piano editoriale coordinato da S. Tusa. Custonaci: Grotta Croceisso: Lavori di sistemazione per la fruizione e scavo archeologico. Perizia 22/2000
RUP Dott.ssa R. Giglio, D.L. Dott. S. Tusa, Ditta Aggiudicataria
Di Giovanni P., Trapani; Grotta Scurati: Lavori di sistemazione
per la fruizione e scavo archeologico. Perizia 34/2000 RUP Dott.
ssa R. Giglio, D.L. Dott. S. Tusa; Ditta Aggiudicataria Castrogiovanni A., Alcamo (TP). Erice Grotta Martogna: Itinerario delle
grotte preistoriche del Trapanese. Scavo archeologico Perizia
28/2000 RUP Arch. V. Vaiarello, D.L. Dott. S. Tusa, Ditta Aggiudicataria Castrogiovanni A., Alcamo (TP); Grotta Emiliana:
Itinerario delle grotte preistoriche del Trapanese. Scavo archeologico Perizia 29/2000 RUP Arch. V. Vaiarello, D.L. Dott. S.
Tusa, Ditta Aggiudicataria Maltese P., Trapani. Isole Egadi Favignana: Grotta D’Oriente: Itinerario delle grotte preistoriche
del Trapanese. Scavo archeologico Perizia 33/2000 RUP Arch.
V. Vaiarello, D.L. Dott.ssa R. Giglio. Ditta Aggiudicataria Donato S.r.l., Alcamo (TP); Grotta Ucciria Itinerario delle grotte
preistoriche del Trapanese. Scavo archeologico Perizia 32/2000
RUP Arch. V. Vaiarello D.L. Dott.ssa R. Giglio. Ditta Aggiudicataria Scimeca V., Ciminna (PA); Favignana Levanzo: Grotta
del Genovese: Itinerario delle grotte preistoriche del Trapanese.
Scavo archeologico Perizia 30/2000 RUP Arch. L. Biondo, D.L.
Dott. S. Tusa. Ditta Aggiudicataria Coop. Sicilia 2000 a r.l., Calataimi Segesta (TP); Grotta Tramontana: Itinerario delle grotte
preistoriche del Trapanese. Scavo archeologico Perizia 31/2000
RUP Arch. L. Biondo, D.L. Dott. S. Tusa. Ditta Aggiudicataria
M. Rosario, Mazara del Vallo (TP). San Vito lo Capo, Grotta
Racchio: Lavori di sistemazione per la fruizione e scavo archeologico. Perizia 24/2000, RUP Dott.ssa R. Giglio, D.L. Dott. S.
Tusa, Ditta Aggiudicataria Maggio G., Sambuca di Sicilia (AG);
204 Rossella Giglio Cerniglia
Grotta Perciata: Lavori di sistemazione per la fruizione e scavo archeologico Perizia 23/2000 RUP Ing. S. Alessandro, D.L.
Dott. S. Tusa, Ditta Aggiudicataria Cassano G., Mazara del Vallo (TP); Grotta dell’Uzzo: Lavori di sistemazione per la fruizione
e scavo archeologico, Perizia 25/2000 RUP Dott.ssa R. Giglio,
D.L. Dott. S. Tusa, Ditta Aggiudicataria Maltese P., Trapani;
Grotta dei Cavalli: Lavori di sistemazione per la fruizione e scavo archeologico Perizia 26/2000 RUP Arch. V. Vaiarello, D.L.
Dott. S. Tusa, Ditta Aggiudicataria Lombardo F., Alcamo (TP);
Grotta di Cala Mancina: Lavori di sistemazione per la fruizione
e scavo archeologico Perizia 27/2000 RUP Dott.ssa R. Giglio,
D.L. Dott. S. Tusa, Ditta Aggiudicataria Tanit di Sciacca G., Castelvetrano (TP).
91
Ritratto marmoreo di C. Giulio Cesare, I sec. a.C. (Pantelleria), n. inv. 7509; ritratto marmoreo di Tito Flavio Vespasiano, I
sec. d.C. (Pantelleria), n. inv. 7511; ritratto marmoreo di Agrippina Maggiore o Antonia Minore, I sec. d.C. (Pantelleria), n. inv.
7510; statua di Venere da Lilibeo (Museo Archeologico ‘Baglio
Anselmi’, Marsala), n. inv. 7555.
92
Sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica,
Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, la mostra è stata curata da
F. Coarelli in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per
i Beni Archeologici di Roma e con Electa.
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convegno di studio (Rabat, 15-19 dicembre 2004), Roma
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Italiana di Archeologia Medievale (Cassino, 14-16 dicembre
1995), Roma 1998, 387-424.
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R. Giglio, M.G. Griffo, G. Mammina, P. Vecchio, Un
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Giglio 2002 = R. Giglio, Le decorazioni funerarie lilibetane:
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Rossella Giglio Cerniglia
288. Selinunte. Il pianoro di Manuzza.
289. Esempio del sistema di copertura di tipo corinzio, in
uso anche negli ediici di Selinunte (da: Olympia II
1892, tav. CXII).
290. Pantelleria. Scauri, rada dello Scalo, necropoli.
291. Salemi. Orecchino d’oro a testa di leone (IV sec. a.C.).
292. Mazara del Vallo. Ex Asilo F. Corridoni, l’ediicio di
culto (prima età normanna).
Rossella Giglio Cerniglia
Marsala.
293-294. Via Pomilia angolo via delle Sirene.
295. Via delle Ninfe.
296-297. Ex Stabilimento Mirabella, ipogeo n. 12 con dromos e iscrizione incisa.
Rossella Giglio Cerniglia
298. Marsala. Parco archeologico, vignetta
lavori.
299. Marsala. Pilastrino funerario dipinto, di
ΝΙΚΑΣΙΟΝ ΑΡΙΣΤΟΝΟΣ.
300. Marsala. Frammento di edicola funeraria,
rinvenimento fortuito.
301. Marettimo. Località Case Romane, fonte
battesimale (VI- VII sec. d. C.).
Finito di stampare nel mese di dicembre 2012
presso le Industrie Grafiche della Pacini Editore S.p.A.
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