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Il contributo mette a fuoco la peculiarità dello stile di scrittura adottato dai tre contributori dell’Encyclopédie di Diderot e d’Alembert (1751-1772) che maggiormente si dedicarono alla storiografia filosofica: l’abbé Jean Pestré (1723-1821), l’abbé Claude Yvon (1714-1789) e Denis Diderot (1713-1784). Gli articoli del Dictionnaire raisonné studiati concernono tre filosofi del Rinascimento italiano: Cardan, su Girolamo Cardano (1501-1576), Aristotélisme (in particolare la sezione su Pietro Pomponazzi (1462-1525)), e Jordanus Brunus, su Giordano Bruno (1517-1600). L’intento non è comprendere l’orientamento ideologico a partire dal quale i tre enciclopedisti manipolarono i contenuti delle opere reimpiegate (il Dictionnaire historique e critique (5° ed. 1740) di Pierre Bayle, Les éloges des hommes savans (4° ed. 1715) di Antoine Teissier, e l’Historia critica philosophiae (1742-1744) di Jacob Brucker. Ci si concentra, invece, sulle consonanze di ambito espressivo: la noncuranza per i dati bio-bibliografici e documentari, e la propensione a formulare giudizi di valore non giustificati da nessuna analisi critica delle fonti degli (o sugli) autori trattati. Ciò denota un passaggio fondamentale dell’impostazione storiografica dalla fine del Seicento alla seconda metà del Settecento: dal metodo storico-critico di Bayle, volto a smascherare i pregiudizi e le falsificazioni nel corpo delle conoscenze diffuse, e dalle «Cautelae» sull’approccio analitico e bibliograficamente fondato di Brucker nell’esame della storia del pensiero, alla storiografia filosofica come disciplina divulgativa e strumento di militanza culturale dei philosophes del secondo Illuminismo