Fagnoni

La lettura di temi attuali connessi con la riqualificazione di contesti urbani e con la maggiore qualità e vivibilità delle zone periferiche, alla luce dei più recenti cambiamenti, si propone come occasione per analizzare il potenziale ruolo del colore e della luce. Ruolo che si esprime per orientare, conferire ordine, comunicare, creare riferimenti e senso di appartenenza, che va oltre il concetto tradizionale di piano colore rivolto principalmente agli edifici, allargandone l’uso ai molti elementi presenti sulla scena urbana, non solo per il “decoro” ma anche per la fruibilità, la vivibilità, la sicurezza. Analizzando il significato di scenario urbano, il suo essere una sorta di ipertesto vivente, la relazione con i comportamenti, si evidenzia come la valorizzazione, attraverso l’approccio del design, passi dal piano del colore al progetto della percezione, con un uso del colore come segnale, per la riconoscibilità dei servizi, secondo una gerarchia di elementi, episodi e significati finalizzati a creare contesti più ospitali.

Quali sono gli effetti che le finiture, gli oggetti, lo spazio
inducono sulla qualità della vita che in essi e con essi si svolge?
Se il colore si fonde con i ricordi, le tradizioni, i desideri, se armonie e accostamenti cromatici inducono effetti e sensazioni, tramite il progetto è possibile creare spazi ed oggetti amichevoli, in cui sentirsi a proprio agio e vivere l’ambiente come proprio. Ma quali sono le conseguenze?
Come misurarle? Ogni ricerca, ogni progetto trova la sua validazione attraverso la verifica dei risultati. Quali risultati, quali effetti? Lavorando sulla superficie delle cose, sulla pelle, cosa e come si trasmette attraverso il colore ? Più in generale, in che relazione si pone la superficie con il senso?

Dans un proche avenir, le design sera de plus en plus déterminant pour influencer la perception de marque. En
effet, les caractéristiques fonctionnelles des produits sont de plus en plus semblables et nous en avons quotidiennement
confirmation dans de nombreux secteurs, de l’électroménager aux articles ménagers de base, de
l’habillement à l’ameublement. Dans de telles conditions de standardisation, les marques recourent au design
non seulement pour différencier le produit mais aussi pour le situer au niveau psychologique : pensons au cas
de l’iMac pour les ordinateurs, de Swatch pour les montres et d’Audi dans le secteur automobile.
Le presse-agrumes de Philippe Starck pour Alessi remplit non seulement son rôle de presse-citrons, mais délivre
également un message plein de sens. Sa recherche formelle ne vise pas seulement à satisfaire une fonction, mais
surtout à créer une forte sensation émotionnelle. Sa présence dans une maison n’annonce pas la prédilection
de son propriétaire pour les jus d’orange, mais son adhésion à un certain type de culture. Celui qui choisit le
presse-agrumes de Starck est attiré par son image car, au fond, pour faire un jus, il suffit d’avoir un presseagrumes
qui fonctionne…
La différenciation formelle et la connotation esthétique contribuent à créer la perception de l’objet qui, à son
tour, influence la perception de marque, comme nous le montre le cas de Vespa.

In the design practice, physical action is combined with
intellectual action and comprehension of the reference
context, the essential starting point and line taken by the
project. The ability to create connections (connectedness)1
is developed during the evolution of innovation processes,
which, together with the activity of cultural design mediation,
contributes towards the diffusion of new behaviours. These
new behaviours are oriented by a sense of responsibility,
memory and context. The project defi nes products and
strategies as a guide to the introduction of ways to act
responding to the social values and expectations in terms
of well-being. Three different experiences, three stories have
been taken, from which several tools were identifi ed as
characteristics of a specifi c culture and manner. The ability to
observe considered to be making visions and concepts take
shape, based on knowledge and history and on bonds with
tradition; the ability to take care, communicating a specifi c
know-how to, eventually, become a social value of a behaviour
model; the ability to give-back, a sequence of reciprocal
contributions of giving and taking between the company and
the place to which it belongs; the ability to listen which, by also
drawing from ethical stimuli, places the end user at the centre
of the process; and, fi nally, the ability to co-operate, a patient
organizational construction and combination of competence,
for the diffusion of the new behaviours. All permeated by an
atmosphere, a spirit pertaining to an identity-related culture,
developing the ability to create ties.

I Musei di Palazzo Pitti (parte integrante del Polo Museale
Fiorentino, il più consistente polo museale italiano) sono un
complesso di beni immobili - il Palazzo stesso e i Giardini di Boboli - e mobili - la Galleria Palatina con gli Appartamenti Reali, la Galleria d'arte Moderna, la Galleria del Costume, il Museo degli Argenti, il Museo delle Porcellane, il Museo delle Carrozze. La Galleria Palatina, come quadreria, ha origine dalla
collezione medicea. La trasformazione e l'arricchimento di
oggetti d'uso e opere d'arte susseguitesi nel tempo portano
oggi a vivere l'intero patrimonio, il contenitore, gli ambienti, il sistema di comunicazione, come testimonianza particolare di
modalità di conservazione e fruizione. Visitata da poco meno di
500.000 persone1 ogni anno, è stata proposta come occasione
per l'esperienza di ricerca-azione "La fruizione dei Musei di Palazzo Pitti. Design e Comunicazione" nell'ambito della ricerca
ministeriale "D.Cult, Il design per la Valorizzazione dei Beni Culturali"per l'interesse manifestato dai Responsabili della struttura nei confronti dell'approccio proposto dalla ricerca in relazione al tema della valorizzazione.

Per la sua storia e per l’insieme di
opere che ospita, Palazzo Pitti è contemporaneamente:
polo d’attrazione, tappa di vari percorsi narrativi, parte
di un sistema, nodo di più reti.
In ogni caso i suoi Musei, percepiti come
bene singolo o come sistema di beni aggregati, sono considerati dalla ricerca- azione come l’ambiente ideale in cui l’azione di design può agire e mostrare le sue potenzialità attraverso un uso non invasivo dei propri strumenti volti a dar
forma a messaggi e nuovi sensi attribuiti
ad opere e ad itinerari museali.