Garanzia per vizi

Le Sezioni Unite ribadiscono che l’onere di provare i vizi della cosa venduta spetta al compratore che agisce per la risoluzione del contratto o la riduzione del prezzo. La sentenza traccia nettamente la distinzione dogmatica tra obbligazione e garanzia, per negare che a quest’ultima si applichino i principi relativi alla prova dell’inesatto adempimento. Il commento approfondisce le differenze strutturali tra le due figure e le ricadute in tema di onere probatorio, ed analizza in particolare la struttura e la portata del concetto di garanzia pura, che le Sezioni Unite intendono in senso ancora troppo restrittivo. Si illustrano quindi, su questa base, gli stretti rapporti tra la garanzia per vizi e l’assicurazione contro i danni.

Il contributo si focalizza sulla recente pronuncia delle Sezioni Unite in tema di interruzione della prescrizione nel caso di vizi della compravendita. La decisione riconosce l’effetto interruttivo di cui all’art. 2945 c.c. anche alla manifestazione stragiudiziale della volontà del compratore di avvalersi della garanzia, compiuta nelle forme della costituzione in mora ex art. 1219, comma 1, c.c. Peraltro, non possono sottacersi rilievi critici con riguardo alle argomentazioni giuridiche addotte dalla Suprema Corte a sostegno di tale tesi, entrando nel merito della ricostruzione teorico-dogmatica della garanzia per vizi offerta dai Giudici.

Il contributo, muovendo da un'ordinanza interlocutoria di rimessione alle Sezioni Unite, analizza il tema dell'idoneità di atti stragiudiziali ai fini dell'interruzione della prescrizione in caso di vizi del bene compravenduto. I dubbi sorgono, in particolare, con riguardo all'efficacia interruttiva della costituzione in mora con riguardo all'esercizio di diritti potestativi.