Chiunque si sia avvicinato allo studio della ritrattistica medievale, anche al di fuori dell'ambito numismatico, ne conosce iconnotati rappresentativi, che si configurano in una dimensione idealizzata, che rappresenta la...
moreChiunque si sia avvicinato allo studio della ritrattistica medievale, anche al di fuori dell'ambito numismatico, ne conosce iconnotati rappresentativi, che si configurano in una dimensione idealizzata, che rappresenta la realtà in maniera schematica e stilizzata. In effetti la rappresentazione medievale, non solo del volto umano, ma anche delle città, dei paesaggi e degli oggetti segue preponderatamente questa impronta ideologica, secondo la quale la realtà non deve essere rappresentata per come è, ma per come l'individuo la percepisce e la riconosce, affinchè chi vede la rappresentazione sia in grado di individuare il soggetto ed i valori che ad esso sono legati. In questo studio analizzeremo quei casi, tutt'altro che comuni, in cui, invece, viene utilizzata una rappresentazione diretta della realtà; tema in parte trascurato nel passato per la sua complessità, con l'obiettivo diproporre alcuni casi di studio, partendo dalla prima rappresentazione fisionomica del medioevo, che è quella del Volto Santo di Lucca, nel quale l'incisore ricalca fedelmente il volto del Cristo mediante il modello della celebre reliquia che ne rappresenta, agli occhi del credente, la rappresentazione fedelissima. Analizzeremo vari casi in cui il ritratto monetale presenta connotati anomali rispetto alla rappresentazione usuale di un volto standard, che di per sérappresentano la possibilità che l'incisore abbia avuto un modello effettivo e, attraverso il confronto con le altre rappresentazioni coeve del soggetto, verificheremo la realisticità delle rappresentazioni, cercando di motivarne l'adozione anche attraverso dei collegamenti alle arti coeve.