L’11 maggio 2010 la Cassazione francese ha riconosciuto ad alcuni lavoratori — esposti all’amianto nel corso della loro attività professionale — il risarcimento del préjudice d’anxiété legato al timore di contrarre in futuro una delle... more
L’11 maggio 2010 la Cassazione francese ha riconosciuto ad alcuni lavoratori — esposti all’amianto nel corso della loro attività professionale — il risarcimento del préjudice d’anxiété legato al timore di contrarre in futuro una delle malattie che tale sostanza e` in grado di provocare. La pronuncia dei giudici d’oltralpe offre l’occasione per fare il punto su come i principali ordinamenti stiano affrontando uno degli aspetti più delicati della «questione amianto»: quello legato alla posizione dei soggetti asintomatici. Molte sono le persone che risultano colpite da una della malattie asbesto related (asbestosi, mesotelioma...); molte di più sono quelle che, pur non denunciando al momento alcun danno alla salute, lamentano il peggioramento delle loro condizioni di vita derivante dal fatto di essere costrette — a causa dell’illecita esposizione alla sostanza pericolosa — a convivere con il rischio del manifestarsi, in un futuro più o meno prossimo, di una grave malattia. Per molteplici ragioni — non ultime la limitatezza delle risorse e i possibili conflitti fra le diverse categorie di vittime (attuali e future) — il trattamento delle richieste risarcitorie avanzate da questa, amplissima, platea di danneggiati — sotto le varie voci di «préjudice d’anxiété», «increased risk»; «emotional distress»; «danno morale», «danno esistenziale» e così via — pone legislatori e interpreti di fronte a veri e propri dilemmi, mette in seria tensione il funzionamento delle regole della responsabilità civile nella gestione di questo genere particolare di mass tort, e giustifica l’intervento degli strumenti di welfare.