0. INTRODUZIONE Scopo di questo studio è descrivere le interferenze di L1 nell'intonazione di domande polari nella L2, in parlanti veneti residenti a Barcellona e in parlanti Barcellonesi residenti in Italia. Sulle caratteristiche di base...
more0. INTRODUZIONE Scopo di questo studio è descrivere le interferenze di L1 nell'intonazione di domande polari nella L2, in parlanti veneti residenti a Barcellona e in parlanti Barcellonesi residenti in Italia. Sulle caratteristiche di base dell'intonazione regionale italiana e di quella catalana 1 esiste già una cospicua bibliografia. Tuttavia, per quanto mi è dato sapere, questa è la prima ricerca che mette sistematicamente a confronto le varietà veneta e catalana, con lo scopo di trovare le interferenze che, per causa della L1, si producono nei parlanti presi a campione, quando utilizzano la L2 nelle domande polari. Negli ultimi anni sono proliferati studi, sopratutto parziali, che hanno abbandonato l'approccio tradizionale dell'intonazione 2 , seguendo le direttrici di alcuni modelli di analisi che, utilizzati particolarmente per l'inglese, si sono adattati ad altre lingue, come lo spagnolo e l'italiano. È il caso, ad esempio, del modello IPO (Institute for Perception Research) che, col principale obiettivo di descrivere l'intonazione da un punto di vista percettivo, si è applicato inizialmente all'olandese 3 e posteriormente ad altre lingue, tra cui lo spagnolo, con lavori come quelli di Garrido Almiñara (1996). È anche il caso del modello autosegmentale-metrico (Ladd, 1996) e il suo sistema di trascrizione prosodica (ToBI: Tone and Break Indices) 4 che, proponendo di spiegare il fatto intonativo a partire da una prospettiva fonologica, è stato largamente accolto fino a diventare, oggi, uno dei più usati, non solo per l'inglese, al quale inizialmente è stato applicato 5 , ma anche per altre lingue, tra cui lo spagnolo (Sosa, 1999; Beckman et al., 2002; Hualde, 2000; Toledo, 2003; Face, 1 Sia in lingua catalana sia in lingua castigliana. 2 Gli studi sull'intonazione della lingua italiana non hanno lunga tradizione. Le prime osservazioni risalgono agli anni sessanta del secolo scorso e presentano un'impostazione uditiva, per alcuni versi vicina alla tradizione britannica. Un'altra caratteristica comune, anche tra gli studi tradizionali spagnoli, è il riferimento univoco alla lingua "standard", quindi a un modello astratto (RAE 1973; Quilis: 1981 e 1993). A partire dagli anni ottanta l'intonazione dell'italiano ha ricevuto un'attenzione crescente in ambito fonetico, sebbene il materiale indagato, composto per lo più da parlato letto, risultasse viziato da eccessiva omogeneità e scarsa rappresentatività linguistica. Negli anni successivi, grazie anche all'attività del Gruppo di Fonetica Sperimentale (fondato a Padova nel 1987 da Franco Ferrero), alla costituzione di diversi laboratori di fonetica, e sopratutto alla risonanza degli studi prosodici condotti in ambito internazionale, le ricerche si sono intensificate e diversificate, per finalità e per protocollo teorico. In Italia, l'impostazione della ricerca è rimasta prevalentemente fonetica, almeno fino al 1990, data in cui l'approccio autosegmentale metrico dell'intonazione fa il suo ingresso anche in questo paese, stimolando la riflessione fonologica fino a divenire in pochi anni, tra critche e consensi, il modello teorico dominante. Invece, le prime indagini sull'intonazione della lingua spagnola seguono un modello per configurazioni (Navarro Tomás, 1944), oppure l'approccio per livelli (Quilis, 1981). Più di recente, la melodia spagnola è stata esaminata anche secondo i dettami teorici previsti dai modelli IPO (Garrido, 1996) e INTSINT (Alcoba, Murillo, 1998). Ma l'incremento più significativo è di certo quello avvenuto nell'ultimo ventennio nell'ambito della fonologia autosegmentale. 3 Sono famosi, tra gli altri, i lavori di 't Hart & Collier (1975), Cohen & 'T Hart (1967), o Collier (1985). 4 Questo sistema di trascrizione fonologica e fonetica dell'inglese è stato adattato a diverse lingue però, anche se, nonostante sia molto utilizzato per diversi ricercatori, alcuni dubitano della sua efficacia. È il caso di, Philippe Martín (2003), il quale ritiene che dovrebbe essere utilizzato con più moderazione e cautela. 5 L'origine del modello si trova nella Tesi Dottorale di Janet Pierrehumbert, ideato in origine per l'inglese americano (1980).