L’indagine filosofica sul significato delle nozioni di salute e malattia ha, come è facilmente comprensibile, una rilevanza diretta non solo per la bioetica ma anche per la concreta prassi clinica, infatti la medicina può operare solo a...
moreL’indagine filosofica sul significato delle nozioni di salute e malattia ha, come è facilmente comprensibile, una rilevanza diretta non solo per la bioetica ma anche per la concreta prassi clinica, infatti la medicina può operare solo a condizione di presupporre come note e chiaramente definite le caratteristiche essenziali sia della condizione sana sia, soprattutto, della condizione patologica. Ecco dunque il motivo dell’importanza del contributo consulenziale di Boorse e dell’OMS, e il motivo di una riflessione sui concetti di salute e di malattia che, come è noto, si intrecciano con la prassi medica e con la vita di ogni persona.
Questa riflessione ci porterà pertanto, inizialmente, a cercare di comprendere l’intreccio che esiste tra il nucleo del pensiero ippocratico e l’orientamento di Claude Bernard, tra l’equilibrio ippocratico-galenico e la prospettiva statistica del filosofo americano Chistopher Boorse, tra l’approccio medico di Ippocrate e la visione olista, passando per la sua considerazione del malato e della malattia, che ripudia il riduzionismo e si apre alla contemplazione sia della malattia intesa come disease che intesa come illness. È bene ricordare, quando ci si accinge a parlare di collegamenti, ovvero quando si operano dei legami tra prospettive che tra di loro presentano un deciso scarto temporale, specificare e chiarificare la natura di questi legami. Infatti, nei casi citati non si discute di intrecci superficiali tra i diversi pensieri degli studiosi antichi e moderni, ma si può parlare di una riflessione che vede protagoniste le parole delle opere e degli articoli, che hanno permesso di notare come diverse strade teoriche moderne mostrino i loro retaggi in prospettive molto più antiche. Lo stesso Boorse, si vedrà, raccoglierà le parole di Galeno per spiegare la sua determinata teoria, e Jaspers, in qualità di medico oltre che di filosofo, adotterà l’approccio ippocratico evidenziando la sua importanza a livello pratico. L’atteggiamento di Ippocrate, di cui non bisogna trascurare l’antichità per comprendere a fondo la sua pervasività anche in tempi notevolmente successivi, fu un approccio incentrato sulla cura dell’individuo malato nella sua totalità, nella sua interezza, ed è stato decisamente ripreso dalle teorie oliste, e in particolare dalla proposta definitoria dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. In questo modo si può aprire la strada ad una riflessione più ampia, che coinvolge e analizza il pensiero di Boorse sia con i suoi risvolti migliori, soprattutto dal punto di vista della pratica medica di cui si vuole rendere consulente teorico, ma anche con le sue mancanze, che la prospettiva olista cerca di colmare. Quest’ultima, tuttavia, presenta anch’essa dei rischi che, come nel caso di Boorse, minacciano l’ottimale riuscita dell’intento, compromettendone le direzioni positive.
la prospettiva olista, nella sicurezza di includere tutti gli aspetti della vita quotidiana che possano considerarsi suscettibili di squilibri che possono chiamare in causa il benessere psico-fisico, corra il rischio di incrementare la medicalizzazione. Essa è un fenomeno che consiste «nell’applicazione alla società di un’ideologia che tende a massimizzare il ruolo del medico e a minimizzare quello dell’uomo, sano o malato, nell’aver cura della salute per preservarla o recuperarla».
Porre evidenza questo aspetto permette una duplice riflessione: da un lato significa risaltare il fatto che la cura della salute spetta innanzitutto al diretto interessato che, come suggeriscono diversi autori olisti come Canguilhem, è spesso il primo individuo a constatare il proprio stato di salute e di malattia; e dall’altro offre la comprensione del fatto che, allargando i confini della malattia e della salute, entrambe rischiano di sfumare, facendo approdare la salute “perfetta” ad un sogno, un miraggio, e la malattia ad una condizione nella quale è complesso non cadere.