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Guglielmo  Scoglio
  • Monforte San Giorgio, Sicilia, Italy

Guglielmo Scoglio

A Monforte San Giorgio esiste un borgo di matrice islamica chiamato la Vetera, costruito tre il 965 e il 1061 periodo durante il quale la zona fu sottomessa ai musulmani. Il termine latino Vetera indica che si tratta della parte più... more
A Monforte San Giorgio esiste un borgo di matrice islamica chiamato la Vetera, costruito tre il 965 e il 1061 periodo durante il quale la zona  fu sottomessa ai musulmani. Il termine latino Vetera indica che si tratta della parte più antica del paese. Il borgo è rimasto miracolosamente intatto nella sua struttura fondamentale grazie al fatto che era abitato dalle famiglie più potenti del paese. La sua struttura è molto rara ma abbiamo riscontrato che un borgo con le stesse caratteristiche, costruito tra il IX e l’XI secolo si trovava a Procida. Il borgo di Monforte conserva ancora la struttura caratteristica islamica delle antiche medine e quattro delle cinque porte di accesso. Proprio esso fu il protagonista degli avvenimenti che ci vengono narrati dalla Katabba, il concerto di campane e tamburo che viene suonato tutti gli anni dal 17 gennaio al 5 febbraio e che racconta l’ingresso trionfale a Monforte nel maggio 1061 dei liberatori normanni .
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L’autore prende lo spunto dalla ricostruzione della storia dell’emblema civico comunale di Monforte San Giorgio per sottolineare che ogni stemma civico dovrebbe avere il compito di raccontare, con pochi elementi grafici l’identità di un... more
L’autore prende lo spunto dalla ricostruzione della storia dell’emblema civico comunale di Monforte San Giorgio per sottolineare che ogni stemma civico dovrebbe avere il compito di raccontare, con pochi elementi grafici l’identità di un centro abitato e del suo territorio.Ci sono invece in provincia di Messina dei comuni (Castell’Umberto, Condrò, Ficarra, Fiumedinisi,Gallodoro, Graniti, Mandanici, Mojo Alcantara, Monforte San Giorgio, Mongiuffi Melia, Montalbano Elicona, Motta Camastra, Oliveri, Roccalumera, San Pier Niceto, Santo Stefano di Camastra, Saponara, Venetico) e soprattutto Monforte San Giorgio che hanno uno stemma gremito di simboli che si richiamano alle figure araldiche dello stemma borbonico del Regno delle Due Sicilie. L’autore con questo articolo intende far presente alle rispettive popolazioni questo stato di fatto. Egli ritiene però che non sia opportuno cambiare tutti questi emblemi civici anche perché le popolazioni sono ormai abituate ad essi. Ritiene più utile affiancare ad essi un logo da utilizzare nelle occasioni non ufficiali.
Research Interests:
The so-called Villa Farnesina owned by Julia, daughter of Augustus and her husband , Admiral Agrippa , housed several frescoes seen today in the Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo alle Terme. One of these little masterpieces depicts... more
The so-called Villa Farnesina owned by Julia, daughter of Augustus and her husband , Admiral Agrippa , housed several frescoes seen today in the Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo alle Terme. One of these little masterpieces depicts the Battle of Naulochus won by the landlord Agrippa against the fleet of Sextus Pompeius (36 BC). In the fresco, a rock structure is visible, which supports a large statue, in which the author recognizes the image of Artemis Phakelitis with the same features as Artemis of Ephesus, a round building , probably a shrine of Artemis and a high tower which worked as a lighthouse. Guglielmo Scoglio believes that when Agrippa built the Pantheon in Rome he drew his inspiration from this temple of Artemis Phakelitis whose protection he attributed his victory to. The author also thinks that the tower was used to guide the ships to Naulochus, a shipyard located in the immediate vicinity of the temple. On the basis of these elements after reviewing the texts of Appian and Cassius Dio, Scoglio believes that Artemision and Naulochus were very close to each other and between them was the river Facelino today Niceto; he thinks the input channel to the basin of Naulochus was in the current territory of Monforte San Giorgio.
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MARIO MINICI NELLA GUERRA DI LIBERAZIONE (primavera 1945) Nella primavera del 1945 l’allora capitano Mario Minici lottò a fianco degli inglesi nel Gruppo di combattimento “Cremona” per la liberazione dell’Italia settentrionale dai... more
MARIO MINICI NELLA GUERRA DI LIBERAZIONE (primavera 1945)
Nella primavera del 1945 l’allora capitano Mario Minici lottò a fianco degli inglesi nel Gruppo di combattimento “Cremona” per la liberazione dell’Italia settentrionale dai nazisti. Lo scritto mette in rilievo il valore di questa eroica scelta ed esamina particolarmente la liberazione di Alfonsine e il superamento del fiume Santerno per cui Minici meritò una medaglia d’argento.
Guglielmo Scoglio che per primo ha attribuito allo scultore Giovan Battista Mazzolo la Madonna con Bambino posta nella chiesetta dell’Immacolata di Monforte San Giorgio riferisce su un articolo di Paola Coniglio. La studiosa conferma... more
Guglielmo Scoglio che per primo ha attribuito allo scultore Giovan Battista Mazzolo la Madonna con Bambino posta nella chiesetta dell’Immacolata di Monforte San Giorgio riferisce su un articolo di Paola Coniglio. La studiosa conferma l’attribuzione  al Mazzolo e colloca l’opera temporalmente all’interno della vasta produzione dello scultore carrarese. Da parte sua Scoglio nell'articolo  evidenzia l’importanza che questa scultura assume per i Monfortesi (fede e tradizione) e ne sottolinea i valori estetici.
A Monforte San Giorgio esiste un borgo di matrice islamica chiamato la Vetera, costruito tre il 965 e il 1061 periodo durante il quale la zona fu sottomessa ai musulmani. Il termine latino Vetera indica che si tratta della parte più... more
A Monforte San Giorgio esiste un borgo di matrice islamica chiamato la Vetera, costruito tre il 965 e il
1061 periodo durante il quale la zona fu sottomessa ai musulmani. Il termine latino Vetera indica che si tratta
della parte più antica del paese. Il borgo è rimasto miracolosamente intatto nella sua struttura fondamentale
grazie al fatto che era abitato dalle famiglie più potenti del paese. La sua struttura è molto rara ma abbiamo
riscontrato che un borgo con le stesse caratteristiche, costruito tra il IX e l’XI secolo si trovava a Procida. Il
borgo di Monforte conserva ancora la struttura caratteristica islamica delle antiche medine e quattro delle
cinque porte di accesso. Proprio esso fu il protagonista degli avvenimenti che ci vengono narrati dalla
Katabba, il concerto di campane e tamburo che viene suonato tutti gli anni dal 17 gennaio al 5 febbraio e che
racconta l’ingresso trionfale a Monforte nel maggio 1061 dei liberatori normanni .



Monforte San Giorgio (Messina) offers a pretty village called Vetera, which dates prior to the advent of the
Normans in Sicily. This latin term indicates that this is the oldest part of the town. It was built between 965
and 1061 during which time the area was subjected to the Muslims and remained miraculously intact in its
basic structure thanks to the fact that it was inhabited by the most powerful families. It still retains the typical
structure of the ancient islamic medinas and preserves four of the five access doors. We found that a village
with the same characteristics, was built between the ninth and eleventh centuries at Procida. This village was
the protagonist of the events that are narrated by Katabba, the concert of bells and drum that is played every
year from January 17 to February 5, which narrates the triumphant entry of Normans in Monforte in May
1061.
Guglielmo Scoglio dimostra che l’Accademia degli Umoristi era il baricentro attorno a cui ruotavano molti degli amici, dei protettori e dei collezionisti di Caravaggio. Si chiede se tra i libri confiscati a Caravaggio per non aver pagato... more
Guglielmo Scoglio dimostra che l’Accademia degli Umoristi era il baricentro attorno a cui ruotavano molti degli amici, dei protettori e dei collezionisti di Caravaggio. Si chiede se tra i libri confiscati a Caravaggio per non aver pagato l'affitto alla Bruni ci fosse qualche lavoro teatrale e in particolare qualche opera di Tuccio, ad esempio la Giuditta o Golia. L’autore ha infatti dimostrato in un precedente studio che il pittore, per i suoi dipinti Giuditta e Oloferne (1600) conservato a Roma presso la Galleria Nazionale di Arte Antica e Davide con la testa di Golia (1609-1610) conservato a Roma presso la Galleria Borghese, ha fatto riferimento più che alla lettura della Bibbia alla visione o alla lettura dei testi delle tragedie di Tuccio.